Archivio del Tag ‘Milano’
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Da marginali a decisivi, ora i grillini spaventano il Pd
Per una volta Beppe Grillo si concede un’ironia leggera, senza additivi e senza insulti: «In Molise abbiamo fatto perdere il Pd-meno-elle? Loro a perdere ci riescono da soli, non hanno bisogno di appoggi esterni». Da due giorni, non appena si è scoperto che il centrosinistra avrebbe vinto le elezioni in Molise se avesse intercettato i voti andati invece ai grillini, è partito un refrain recriminatorio: Grillo, hai regalato la vittoria a Berlusconi. Ma il comico-guru non sembra scomporsi: «Prima delle elezioni, per i media, il “Movimento Cinque Stelle” non esisteva e adesso i voti sono diventati di proprietà privata» del Pd e non una «libera scelta dei cittadini».
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Aria velenosa, Torino fuorilegge: è la peggiore città d’Italia
«Per favore, non spegnete Torino»: era la richiesta che, in piena campagna elettorale, i Subsonica rivolgevano al futuro sindaco, Piero Fassino, invitato a non oscurare il “popolo della notte” che negli ultimi 10-15 anni ha trasformato le serate dell’ex città più grigia d’Italia. Ma i record sotto la Mole non sono finiti: Torino è anche la metropoli più indebitata, con oltre 5.700 euro di debito pro capite, contro i neppure 4.000 di Milano, stando ai dati diffusi già nel 2009 da “Civicum” insieme al Politecnico milanese. E ora, archiviati i fasti – ma non gli oneri – delle Olimpiadi Invernali 2006, ecco che Torino si scopre anche la città meno ecologica, la più inquinata, quella dall’aria più irrespirabile.
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Morire di smog a Milano, dove aumenta il biglietto del tram
La città più inquinata d’Italia è Torino con 47 microgrammi per metro cubo all’anno. Milano segue a ruota con 44 microgrammi per metro cubo. Dati riportati dal rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) a fine settembre. Le conseguenze sono ormai note: tumori alla gola e ai polmoni, leucemie infantili, insufficienze respiratorie, infarti. A Torino e a Milano si muore per l’aria inquinata. Gli edifici di queste città hanno i colori dello smog con gradazioni che vanno dal nero dei piano terra al grigio tenue degli ultimi piani.
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Lucrano sulla nostra rovina? E’ omicidio, vanno puniti
Gente che guadagna un miliardo in un’ora… e negli ospedali greci mancano le medicine. Scommettere sul crollo conviene. A scuola non ti spiegano come funziona la finanza. Se lo facessero avremmo già le barricate per strada. Se la gente sapesse come funziona il sistema comprenderebbe anche che è naturalmente indirizzato a creare crolli economici, semplicemente perché quando si scatena il caos e la bancarotta gli speculatori guadagnano di più. E’ una caratteristica fisiologica del sistema. E’ più facile scatenare una crisi di panico che una crisi di ottimismo. Questo è essenzialmente il motivo per il quale la finanza mondiale è nello sterco fino al collo.
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Miracolo: nuova legge elettorale, oltre un milione di firme
Dopo acqua pubblica, nucleare e giustizia, gli italiani tornano a condizionare direttamente l’agenda politica: oltre un milione e duecentomila firme, consegnate il 30 settembre alla Corte di Cassazione, apriranno le porte al nuovo referendum per cancellare la “legge-porcata”, quella che ha imbottito il Parlamento di uomini “nominati” dalle segreterie di partito. Il via libera della Cassazione arriverà entro il 10 dicembre, poi ci sarà il passaggio alla Corte costituzionale, che valuterà l’ammissibilità formale dei quesiti. Unica possibilità per evitare il referendum, a quel punto: una riforma elettorale che cancelli il “Porcellum” e restituisca sovranità piena agli elettori. Per Antonio Di Pietro, promotore del referendum, «ancora una volta i cittadini hanno anticipato la politica».
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L’università a Napolitano: fermi l’inutile Torino-Lione
“Presidente Napolitano, la Tav Torino-Lione non serve a niente”. Firmato: l’università italiana. E’ un’autentica valanga, quella degli accademici di tutta la Penisola, a firmare l’appello destinato al Quirinale per invitare il Capo dello Stato a prendere nota: i più autorevoli studi dimostrano che la maxi-infrastruttura ferroviaria imposta alla valle di Susa con l’uso della forza, fino a creare problemi di ordine pubblico e senza mai fornire spiegazioni esaurienti ai sindaci e alla popolazione, è un’opera faraonica, devastante per il territorio, costosissima per l’Italia ma soprattutto inutile. Testualmente: non necessaria. Mentre i No-Tav fronteggiano il “fortino” della polizia a Chiomonte, docenti universitari di tutta Italia – di fronte al silenzio assordante della politica – ora si appellano a Napolitano.
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Cemento, non cibo: la truffa dell’Expo, malgrado Pisapia
Lo strano caso dell’Expo di Milano nasce in un posto sfigato, nell’estrema periferia a nord di Milano in un pentagono di sterpaglie ritagliato tra due autostrade, un posto dove nessuno andrebbe mai a farci nulla, tanto meno a abitarci. Quei terreni però sono stati acquistati a buon prezzo, prezzo agricolo, valgono quasi niente, da una società controllata dalla Regione di Roberto Formigoni, la società è la Fondazione Fiera di Milano. L’Expo nasce proprio lì, perché la Fondazione Fiera di Milano deve riuscire a valorizzare quei terreni, deve riuscire a risanare i suoi bilanci che sono clamorosamente in rosso. Si fa un bell’Expo, l’esposizione universale che nel 2015 porterà, si dice, milioni di persone a Milano, poi vedremo se arriveranno tutti questi milioni di persone, perché bisogna valorizzare, farà un’operazione immobiliare.
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Il peggio verrà adesso: l’Italia è ancora viva, dovrà lottare
Festeggiamo volentieri Pisapia e De Magistris, perché lo meritano, ma attenti: la Casta che li ha contrastati fino alla vigilia delle elezioni, e che ora – sotto forma di centrosinistra – si affretta a brindare con loro, non ci racconta la verità. Puntando tutto sul “giaguaro da smacchiare”, come gigioneggia Bersani accettando l’ironia di Crozza, l’ala sinistra del network al potere finge di credere che l’unico “nemico” sia l’aborrito Cavaliere, caduto il quale si spalancherebbe un futuro meno cupo. Errore, protesta Giulietto Chiesa: l’Italia sta franando non solo per colpa di Berlusconi, ma anche del centrosinistra. E il peggio arriverà adesso, in autunno, quando su milioni di persone si abbatterà la scure dei tagli imposti da Bruxelles, figli di una politica che gli “smacchiatori” non contrastano. La novità? Prima Milano e Napoli, ora i referendum: «L’Italia è ancora viva», e adesso «dovrà lottare».
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Ridateci l’Italia: lettera aperta al futuro governo senza B.
Il voto di maggio 2011 ha aperto una nuova fase della politica italiana. I suoi effetti, insieme al risultato dei referendum di giugno, possono imprimere una spallata decisiva per un cambio politico. Questa svolta contiene grandi speranze, perchè esprime risultati che vanno contro la casta politica e indicano un risveglio popolare. Ma contiene anche grandi pericoli, perché può nutrire illusioni mentre è chiaro che le classi dominanti cercano di riorganizzarsi per meglio realizzare la macelleria sociale che si propongono di fare. Anche usando, ancora una volta, la sinistra.
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Addio Seconda Repubblica: legge elettorale, Bossi romperà
La disfatta berlusconiana nelle urne è un uragano destinato ovviamente in primis a rovesciarsi sul destino politico del capo del governo, ma anche a scardinare il sistema politico degli ultimi quindici anni. Uno sconvolgimento in cui nulla resterà come prima: partiti, alleanze, leader, sistemi elettorali, aggregazioni, schieramenti. Primo fra tutti il centrodestra così come lo abbiamo conosciuto, alla vigilia di un divorzio tra il Pdl e la Lega che potrebbe addirittura preannunciare lo sfaldamento dell’impalcatura bipolare che ha retto l’intera vicenda della Seconda Repubblica. Per capire cosa ne sarà dell’attuale maggioranza dopo il sisma che l’ha travolta in tutta Italia con pari violenza devastante, occorrerà decifrare infatti proprio le mosse del partito di Bossi: il vero grande sconfitto di queste elezioni assieme a quello di Silvio Berlusconi.
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Milano e Napoli, storico ko: l’Italia boccia Berlusconi
Una Milano esausta, stremata da violenze verbali, volgarità e xenofobia, risse e scandali, archivia Letizia Moratti e boccia Silvio Berlusconi e la sua disastrosa campagna elettorale, mentre Napoli incorona Luigi De Magistris. Il centrodestra frana quasi ovunque: anche a Cagliari, Trieste, Novara. Nella capitale del Nord si afferma il moderatismo riformista di Giuliano Pisapia, sopra il 55%, accelerando l’ascesa del suo sponsor, Nichi Vendola. Il Pd è costretto a inseguire anche a Napoli, dove l’ex magistrato dell’Idv straccia letteralmente il centrodestra volando sopra il 65%, ma Bersani esulta: «Una valanga, una riscossa civica e morale del centrosinistra, di cui il Pd ha saputo mettersi al servizio». Anche per Pino Cabras, direttore di “Megachip”, la svolta è epocale: «La Seconda Repubblica finisce da dove era cominciata: dai Comuni».
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Imboscata a Obama, ridotto a comparsa del Silvio-spot
Attenti, ne vedremo delle belle: l’avvertimento di chi temeva colpi di scena berlusconiani dopo il ko del primo turno a Milano è stato confermato dal festival di slogan creativi come la “zingaropoli islamica” di Pisapia e la sparata leghista – finita subito in ridicolo – del trasloco dei ministeri al nord. Ma il 26 maggio al G8 di Deauville la realtà ha superato la fantasia: a scoprirsi semplice comparsa nell’ultimo spot elettorale del Cavaliere, in mondovisione, è nientemeno che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Berlusconi fiuta la preda, la abborda, le parla: le rivela che è vittima della quasi-dittatura delle “toghe rosse”. E Obama? Il malcapitato ascolta esterrefatto, senza fiatare: nemmeno la Cia avrebbe potuto architettare una trappola così perfetta. Per di più, ai danni del capo della Casa Bianca, costretto ad ascoltare l’omino di Arcore tra gli sbuffi spazientiti di Sarkozy, Merkel e soci.