Archivio del Tag ‘menzogne’
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Draghi: lacrime e sangue per l’Europa, fino alla catastrofe
«Siamo nelle mani di fanatici incompetenti: mi vien voglia di emigrare, ma dove?». Domanda senza risposta, alla quale si affida un desolato Pier Giorgio Gawronski dopo la lettura dell’ultima intervista che Mario Draghi ha concesso al “Financial Times”. Di fronte alla crisi, in pratica, il governatore della Bce ammette di non avere soluzioni: e pazienza se ormai è evidente che il “rigore” imposto all’Europa – in Italia, da Mario Monti – non produrrà nessunissima “ripresa”. «Semplicemente – afferma Gawronski – Draghi ignora tutti i progressi della scienza economica degli ultimi 80 anni, e annuncia che la crisi va affrontata con le politiche già utilizzate fra il 1929 e il 1933, con risultati catastrofici», quelli della Grande Depressione che preparò la Seconda Guerra Mondiale.
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Sindrome greca, Palast: loro rubano, poi paghiamo noi
Ecco cosa ci hanno raccontato: l’economia della Grecia è esplosa perché una banda di greci sputa-olive, trangugia-ouzo e culi pigri si rifiuta di lavorare per una giornata intera, se ne va in pensione di lusso anticipata e si gode costosissimi servizi sociali finanziati con l’indebitamento. Ora che il conto è arrivato e i greci devono pagarlo con tasse più alte e tagli al welfare, loro corrono a ribellarsi urlando per strada, sfasciando vetrine e bruciando banche. Io questa storia non me la bevo, perché il documento che ho in mano è marcato come “Riservato”. Vado al dunque: la Grecia è la scena di un crimine. I greci sono vittima di una frode, di una truffa, di una fregatura, di una fandonia. E, tappate le orecchie ai bambini, l’arma fumante del delitto è in mano a una banca di nome Goldman Sachs.
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La Bce sfratta Berlusconi: via libera alla macelleria sociale
Questa crisi di governo segna un passaggio cruciale, di enorme portata. Dobbiamo tutti averne chiaro il significato. Berlusconi non cade per colpa delle nefandezze delle quali si è macchiato in questi decenni, né per il profilarsi di una seria alternativa alle pratiche di governo meschine, spartitorie, semi-criminali tipiche della della classe politica italiana. Per la prima volta nella storia della Repubblica, un governo viene dimissionato dalle Borse. Il Parlamento si limita a ratificare le indicazione fornite dalla finanza internazionale, la cui esigenza è consegnare il Paese ad un governo che sia più capace dell’attuale nel compiere la macelleria sociale richiesta dall’Europa delle banche.
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Israele gela il mondo: la guerra con l’Iran è vicinissima
Tempo scaduto: tra poco parleranno le armi? Contro l’Iran, nel mirino per il suo programma nucleare, potrebbe scatenarsi la “madre di tutte le guerre”, aperta da un raid aereo e missilistico entro pochi mesi se l’Aiea denuncerà la preparazione di bombe atomiche. Esplicito il presidente israeliano, Shimon Peres: conto alla rovescia ormai imminente. E’ la conferma di un pericolo reale, denunciato con insistenza da analisti come il canadese Michel Chossudovsky: «La terza guerra mondiale non è mai stata così vicina». Liquidato Gheddafi e neutralizzato Assad, la Nato è padrona del Mediterraneo e il regime di Teheran appare isolato: mentre l’Unesco pensa di inserire la Palestina nel patrimonio dell’umanità, Israele testa nuovi missili e organizza war games in Sardegna. E anche gli inglesi tifano per la guerra, che Obama sperava di riuscire almeno a rinviare.
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Barnard: Montezemolo, ultima maschera del vero potere
Fumo negli occhi: precisamente, «il linguaggio che il Vero Potere usa per dominarci con l’inganno». Mentre ce la prendiamo con la casta politica, che ad ogni famiglia costa 350 euro l’anno, l’élite finanziaria ci sfila di tasca 20.000 euro. Paolo Barnard torna all’attacco contro gli strateghi della crisi, “smascherando” l’ultimo apprendista stregone: Luca Cordero di Montezemolo, autore di una lettera al premier. Attenzione, meglio leggere tra le righe: «L’unica persona a cui di certo non si rivolge è Silvio Berlusconi». Ben altri i veri destinatari: l’alta finanza europea e internazionale. E’ una candidatura, quella di Montezemolo, che secondo Barnard suona così: “Io sono l’uomo dei mercati, al vostro servizio; leggete la mia retorica e apprezzate il modo in cui so elencare le vostre esigenze socialmente criminose, bilanciandole col necessario fumo negli occhi ai cittadini”.
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11/9, gli Usa sapevano: Imposimato li denuncia all’Aja
Le autorità americane non potevano non sapere in anticipo dell’attentato del secolo, quello dell’11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle. Ad affermarlo non è l’ennesimo giornalista “complottista” o l’ennesimo tecnico della sicurezza statunitense sconvolto dalle menzogne ufficiali, ma un super-magistrato italiano, Ferdinando Imposimato. Che ora minaccia di imprimere una svolta storica al dibattito sull’11 Settembre con una decisione clamorosa: trascinare gli Usa davanti al tribunale penale internazionale dell’Aja, lo stesso che processa per crimini contro l’umanità i boia dell’ex Jugoslavia. Secondo Imposimato, la Cia era al corrente dei piani terroristici poi targati Al Qaeda e inoltre le Twin Towers non crollarono per l’impatto degli aerei dirottati, ma a causa di esplosivi collocati negli edifici.
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11 Settembre in tv: ormai la verità non fa più scandalo
Il 25 agosto 2011 la trasmissione “La Storia Siamo Noi” di Giovanni Minoli trasmette il primo serio servizio giornalistico della Tv italiana sul grande inganno dell’attentato terroristico dell’11 settembre 2001, insistendo sull’ipotesi peggiore: una colossale e sanguinosa montatura, per mascherare un auto-attentato “made in Usa”. Entusiasmo nel popolo del web, ma la vera notizia è che tutto ciò lascia il tempo che trova, scrive Roberto Quaglia, autore del bestseller “Tutto quello che sai è falso” e indagatore del “mito dell’11 Settembre”: «E’ stata sdoganata la vera storia dell’11 Settembre», eppure «nessun politico rinuncerà a recitare i dovuti mantra sulla lotta al terrorismo e nessun telegiornale smetterà di attribuire al mitologico Osama Bin Laden, il Babbo Natale del Male, la responsabilità degli attacchi».
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Lerner: Emilio Fede e Tg4, assuefazione alla menzogna?
Non ho mai creduto giusto che per fare il giornalista uno debba essere per forza iscritto all’Ordine professionale, dunque non starò a chiedermi cosa ci faccia ancora Emilio Fede fra gli iscritti a una corporazione che si vanta di tutelare la deontologia professionale. Invece credo molto nella dignità del lavoro, cui ciascuno di noi aspira. E allora vorrei rivolgere una sommessa domanda ai miei colleghi giornalisti di Mediaset, e in particolare a quelli del Tg4. Com’è possibile per voi tenervi un direttore come Emilio Fede senza reagire, cioè senza chiederne a viva voce l’immediata rimozione? Non ci tenete alla vostra credibilità?
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11 Settembre, favola nera che ci assedia da dieci anni
Dieci anni sono passati da quell’11 settembre che ha cambiato la storia del mondo, avviando la guerra infinita contro il terrorismo internazionale. I dubbi su quella vicenda si sono ingigantiti, diventando certezze. Non 19 terroristi, da soli, hanno attaccato l’America, bensì un pugno di terroristi “di stato” (occidentali e amici dell’occidente) con passaporti americani, israeliani, pakistani, sauditi. Osama bin Laden non è mai stato incriminato, sebbene, in suo nome, siano state combattute due guerre (contro l’Afghanistan e contro l’Iraq) che hanno prodotto centinaia di migliaia di morti civili e che non sono ancora terminate. Guantánamo è rimasta in funzione nonostante le promesse di Obama. Nessun processo contro nessun presunto colpevole è stato celebrato in questi dieci anni.
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Noi, vittime quotidiane della Guerra dell’11 Settembre
Giulietto Chiesa la chiamò “la guerra infinita”, titolando un bestseller italiano all’indomani dell’attacco alle Torri Gemelle. Dieci anni dopo, un giornalista del “Guardian”, Jason Burke, la ribattezza in modo analogo e ancora più esplicito: la Guerra dell’11 Settembre. Cominciata a Manhattan e proseguita nel resto del mondo: sia in teatri finiti sotto i riflettori dei media, come l’Iraq e l’Afghanistan e ora la Libia, sia in latitudini meno frequentate dai reporter e delle loro narrazioni “embedded”, dai deserti del Sudan alle montagne del Tagikistan, dal mare delle Seychelles alle foreste indonesiane. Il conto delle vittime è spaventoso, ma rivela l’identità degli sconfitti: tutti noi, regolarmente all’oscuro dei piani.
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I No-Tav: attenti alle belve dello Zoo di Chiomonte
Continua la campagna mediatica contro i No-Tav, accusati persino di aver rimosso il tricolore dal monumento ai marinai di Susa per “sostituirlo” col vessillo del movimento valsusino: «Siamo al ridicolo», protestano i militanti, che annunciano una causa civile contro “Repubblica”, anche per i ripetuti accostamenti tra gli “anni di piombo” e la rivolta popolare contro la Torino-Lione. «A Susa abbiamo solo aggiunto la bandiera No-Tav al tricolore. E se non basta, sfileranno con noi anche gli ex marinai, dopo gli alpini». La stampa ha anche definito “blitz” il civile, pacato volantinaggio col quale i No-Tav hanno informato gli operai della Italcoge, l’azienda coinvolta nel “non-cantiere” di Chiomonte. Che da un po’, tra un lacrimogeno e l’altro, gli attivisti valsusini hanno ribattezzato beffardamente “lo zoo”.
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Armi-fantasma: a Bengasi gli arsenali italiani della Gladio
L’inchiesta della magistratura sarda sul mistero dei missili e delle armi scomparse dalla Maddalena su cui il governo ha apposto il segreto di Stato, rappresenta la conferma dello scoop di Globalist sulle spedizioni di materiale bellico che il governo italiano ha fatto ai ribelli libici fin da inizio marzo. Infatti la scomparsa di quel materiale riguarda proprio la Libia e non altro. Oggi siamo in grado di rivelare il retroscena politico che ha portato a questa operazione: nell’ultima parte del mese di febbraio, quando la posizione del governo Berlusconi (in questo appoggiato dalla Lega) di continuare ad appoggiare Gheddafi era diventata insostenibile, il ministro Frattini e il sottosegretario Gianni Letta sono riusciti a organizzare una operazione congiunta con l’ambasciatore libico a Roma