Archivio del Tag ‘Megachip’
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Metano non convenzionale: rivoluzione nell’energia
Il mondo riscopre nel’argilla il metano “non convenzionale” e così le riserve aumentano del 100%. Tremano i monopolisti come Russia e Iran, di fronte alla nuova corsa globale per le compagnie: si cerca in Ucraina, Polonia, Australia, Cina e anche in Italia. Prima vittima della possibile “rivoluzione” del gas, il colosso russo Gazprom, grande fornitore dell’Europa, costretto ad assistere al nuovo inatteso spettacolo: Big Oil trivella alle frontiere del suo regno, fra Polonia e Ucraina, mentre i francesi della Total si danno da fare sul versante ucraino e gli americani di Exxon e Chevron su quello polacco. Cercano proprio metano, dove non si pensava che ci fosse o che fosse possibile estrarlo.
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L’esperto: basta bugie, Torri Gemelle distrutte da esplosivo
Solo l’esplosivo avrebbe potuto provocare il crollo delle Torri Gemelle l’11 Settembre 2001. Lo afferma uno specialista in demolizioni controllate, Tom Sullivan, con anni di esperienza nell’azienda americana leader nel settore, la Controlled Demolition Inc. fondata da Mark Loiseaux, “l’artista” delle demolizioni più spettacolari, come quella del colossale Kingdome, monumentale stadio di Seattle, abbattuto con centinaia di cariche esplosive. Le Twin Towers, sostiene Sullivan, sono crollate in quel modo non certo per l’attacco aereo subito, ma perché precedentemente “minate” alla base con esplosivi come la termite, potentissima miscela incendiaria attivabile con detonatori telecomandati di tipo militare.
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Stampa italiana, la casta ipocrita dell’informazione
Approfittiamo dell’occasione. Per una volta non facciamo solo una dignitosissima protesta resistenziale. Per una volta tanto parliamo di noi, operatori dell’informazione, e cerchiamo di capire quali siano i nostri limiti, le nostre pecche, le nostre tante zone grigie. Partendo da un dato assolutamente incontestabile: il sistema informativo italiano è in crisi e non si tratta solo di una crisi economica. Siamo con il fiato corto, schiacciati da noi stessi, dal nostro bisogno di sopravvivere come categoria privilegiata. Una categoria chiusa, garantita nella sua continuità da un Ordine residuo di un concetto restrittivo della libertà di espressione e di accesso alla professione. Caso unico nelle cosiddette democrazie occidentali.
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Libertà web, allarme Usa: una legge per oscurare Internet
Al presidente Obama sarà attribuito il potere di spegnere Internet per almeno quattro mesi senza alcun controllo del Congresso se il Senato approverà l’infame disegno di legge sull’«interruttore killer» di Internet, che è stato approvato ieri da una commissione chiave del Senato e ora va in plenaria. La legge di protezione del ciberspazio quale risorsa strategica nazionale, che viene spinta con forza dal senatore Joe Lieberman, conferirebbe un potere assoluto in capo al governo federale Usa nel chiudere le reti e bloccare il traffico in entrata a Internet da alcuni paesi nel quadro di una dichiarata emergenza nazionale.
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Bp, azioni cedute prima del disastro: qualcuno sapeva
La falla petrolifera da cui si spilla la marea nera nel Golfo del Messico risale davvero al 20 aprile 2010? È veramente da allora, dal giorno in cui una grande esplosione ha danneggiato la piattaforma semisommergibile Deepwater Horizon, che tutto è cominciato? Di certo, l’enormità del disastro ecologico si traduce – ogni giorno da quel giorno – in tanti nuovi dollari da far sborsare alla Bp (British Petroleum). Chi possiede quelle azioni perciò le vende, perché nel firmamento del rating oggi hanno meno stelle di ieri, e domani ne avranno ancora meno di oggi.
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Saramago: l’Italia abbia più rispetto della sua civiltà
«Ciò di cui ha più bisogno il popolo italiano, di questi tempi, è il rispetto di se stesso». Lo afferma il Premio Nobel portoghese José Saramago, scomparso il 18 giugno, nel suo ultimo messaggio: ho ha registrato in video per la missione della “nave dei diritti” (“Lo sbarco”) che approderà a Genova il 25-26 giugno per contestare il clima politico, la corruzione dilagante e la censura. L’Italia, dice lo scrittore, ha suscitato vere e proprie passioni nella gente: com’è che si è lasciata «cadere così in basso»? Non molto tempo fa, «l’Italia è stata un esempio per l’Europa, con Garibaldi, con Verdi». Letteratura, arti, filosofia. «Com’è che è caduta? Io credo, per quello che fa cadere i popoli: la corruzione».
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Robecchi: come far fessi gli italiani, per 150 anni
Con spirito pacato e sereno, nel rispetto che si deve alle istituzioni e alla storia nazionale, affermo che le solenni celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia hanno già rotto i coglioni. Sarà la retorica patriottica, saranno i roboanti toni da Risorgimento dei Puffi che si sentono in giro, ma temo che l’anno che verrà sarà pessimo, e che lo sventolare ipocrita di tricolori lo peggiorerà assai. Intendiamoci: riflettere sulla propria storia è cosa nobile e doverosa, così come lo è preservare la memoria. Ma so per certo che il ripasso dei nostri primi 150 anni non ci racconterà onestamente né da dove veniamo né dove andiamo. E questo perché già le premesse sono fallaci e truffaldine.
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Attenti a Israele: una minaccia di portata storica
Il sangue dei pacifisti di Freedom Flotilla ci invia un messaggio tragico, che dobbiamo capire in tutta la sua portata storica. Questo aggettivo non deve essere considerato retorico. Il 31 maggio 2010 Israele ha dimostrato al mondo di essere divenuto il pericolo principale per la pace e la sicurezza del mondo. Guidato da un gruppo più che di criminali, di completi irresponsabili, questo paese dimostra di essere pronto a qualunque eccesso, a qualunque follia, in nome di un fondamentalismo religioso, aggressivo, in spregio a ogni norma e alla stessa idea del diritto.
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Santoro, sei pronto per la nuova Tv dei cittadini?
Tra le molte cose giuste e vere che Santoro ha detto nella sua autodifesa di fronte al pubblico di “Annozero” e ai lettori del “Fatto” del 22 maggio, c’è qualche importante “interstizio” su cui riflettere. Interstizi, tuttavia, rivelatori. Credo inoltre di avere titolo per replicare anch’io alle sue parole, nella mia qualità di autore di una lettera (inviata al “Manifesto” e al “Fatto”, ma che solo il “Fatto” ha pubblicato) in cui, in sostanza, invitavo Santoro, e tutti coloro che lo hanno sostenuto nella sua battaglia per una televisione migliore, a prendere atto che la battaglia interna alla televisione berlusconiana non era più praticabile
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Usa in declino, sfida totale all’impero zoppo
Il sogno della “fine della storia” è svanito. Gli Usa hanno tentato, sotto Bush, un ultimo brutale tentativo di mantenere la propria supremazia incontrastata: il progetto di “guerra infinita”, che avrebbe dovuto annichilire come un rullo compressore tutti i possibili nemici e competitori, ma che si è arenato già sui primi due scogli incontrati, ossia Afghanistan e Iraq. L’ordine mondiale odierno è “semi-unipolare”, con Washington ancora potenza egemone, ma più per la cautela dei suoi rivali che per la propria forza ed autorità. La crisi finanziaria del 2008 è partita dagli Usa ed ha mandato parzialmente in frantumi quell’ordine economico
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New York, la cena dei caimani e il crollo dell’Euro
Provate a immaginare i gestori di sei degli hedge funds più potenti al mondo riuniti a cena in un bel ristorante di New York. Capita, tra uomini d’affari; ma il loro non è un incontro conviviale. Quei sei uomini decidono di lanciare un attacco speculativo per affossare una moneta straniera. Dopo poche settimane quella moneta crolla. Una scena da film, suggestiva. Ma improbabile obbietterebbero i puristi del libero mercato, nella presunzione che i mercati abbiano volumi tali da rendere impossibile qualunque forma di manipolazione. Teoricamente hanno ragione, ma la realtà, purtroppo, lascia sospettare il contrario.
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In Turchia l’uranio di Teheran: crolla l’alibi-guerra
Con l’accordo preso con la Turchia, con la mediazione del presidente brasiliano Lula, l’Iran si è impegnato a far gestire all’estero il ciclo di arricchimento dell’uranio necessario al funzionamento delle sue future centrali. L’accordo spiazza e disarma Stati Uniti ed Israele, che ora rimangono senza argomenti e soprattutto privi della tanto utile “minaccia iraniana”, rispolverata di continuo malgrado la volontà di Teheran di non offrire pretesti per scatenare una guerra. Esemplare in questo senso il titolo del New York Times, sostanzialmente rammaricato per l’accordo che disarma i falchi della crisi: “L’iran acconsente a spedire l’uranio, complicando i colloqui per le sanzioni”.