Archivio del Tag ‘magistratura’
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Telecom, Poste, Ferrovie: agli 007 tutti i nostri dati
In base al decreto Monti sulla “sicurezza informatica nazionale” si stanno piantando i pilastri della futura “difesa cibernetica”, del nostro paese ma non solo, perché siamo di fronte a un embrionale “Prism”, interamente made in Italy, coi servizi segreti che da tre mesi stanno sottoscrivendo convenzioni con i gestori dei più grandi database italiani: Telecom, Poste Italiane, Alitalia, Agenzia delle Entrate e Finmeccanica. Per la prima volta nella nostra storia, proprio grazie al decreto emanato il 24 gennaio 2013, le strutture di intelligence Aise e Aisi possono accedere direttamente alle “banche dati di interesse” di operatori privati che «forniscono reti pubbliche di comunicazione» o che gestiscono «infrastrutture critiche di rilievo nazionale ed europeo». E cioè ospedali, aeroporti, basi militari e colossi della telefonia. Basta firmare la convenzione, non serve nemmeno l’autorizzazione di un magistrato. Il Dis, l’organismo che coordina le due agenzie di sicurezza, ha già firmato 11 protocolli con altrettanti operatori, e altri 20 sono in corso di definizione.
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Condannato Silvio, ma l’Italia resta schiava di Bruxelles
Chi ha tempo da perdere si balocchi pure con le discussioni di giornata: la politicizzazione o meno della magistratura, e in particolare di quella milanese, la rilevanza giudiziaria delle “festicciole” di Arcore costellate di ragazze a dir poco disinvolte, l’indignazione dei berluscones, tra un Giuliano Ferrara che chiama alla protesta in piazza (piazza Farnese… un salottino nel pieno centro di Roma) e intanto pubblica sul “Foglio” un titolone (provocatorio, ça va sans dire) che suona “Siamo tutti puttane”, un Maurizio Gasparri che ribadisce la sua fedeltà assoluta al boss con un incondizionato «al nostro leader confermiamo il nostro sostegno, in ogni momento e per ogni decisione», e un mucchio di altri che si precipitano a indignarsi-costernarsi-prostrarsi nell’ora (forse) fatale del Silvicidio. Eccetera eccetera eccetera, visto che la diatriba è in piedi da quasi vent’anni e di argomenti sui quali intrattenersi ce ne sono a iosa.
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Api a rischio estinzione: in gioco il 90% del nostro cibo
Ora sappiamo esattamente cosa uccide le api: l’estinzione delle colonie di api in tutto il mondo non è un grande mistero come vorrebbero farci credere le aziende chimiche. Gli scienziati conoscono il problema: sanno che le api da miele stanno morendo per via dei pesticidi in agricoltura, della siccità, della distruzione del loro habitat naturale, del riscaldamento. I biologi, spiega Rex Weyler di “Greenpeace”, hanno trovato tracce di 150 diversi pesticidi chimici nel polline delle api, un cocktail mortale secondo Eric Mussen, apicoltore della University of California. Le aziende chimiche Bayer, Syngenta, Basf, Dow, DuPont e Monsanto hanno scrollato le spalle, come se il “mistero” fosse troppo complesso per essere decifrato. E comunque, «non hanno messo in atto alcun cambiamento in merito alle politiche sui pesticidi: dopotutto, la vendita di veleni a coltivatori in tutto il mondo è vantaggiosa». Come se non bastasse, l’habitat delle api selvatiche si riduce di anno in anno a causa dell’attività agroindustriale che distrugge praterie e foreste per lasciar spazio alle monocolture, contaminate dai veleni.
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Tutti spiati, da anni: l’impero ci controlla perché ci teme
Ci spiano da anni, a tappeto, perché hanno paura di noi. Guerra infinita asimmetrica, disinformazione martellante, crisi economica della globalizzazione e ingiustizie planetarie, dagli schiavi del Bangladesh che lavorano a un dollaro al giorno per le multinazionali occidentali, fino all’infamia catastrofica dell’austerity europea, organizzata a tavolino dai boss della finanza. Se mai qualcuno dovesse davvero provare a ribellarsi, “loro” ne sarebbero informati per tempo: controllano ogni telefonata, ogni e-mail, tutte le chat sui social network, persino le semplici ricerche su Internet. Ovviamente, mentono: «Non si può avere il 100% della sicurezza e il 100% della privacy», bela il presidente Obama, colto con le mani nel sacco dall’ex analista della Cia, Edward Snowden, la “talpa” che ha messo in piazza lo scandalo. «Quando ti rendi conto che il mondo che hai aiutato a creare sarà peggiore per la prossima generazione e per le successive, e si allargano le capacità di questa architettura di oppressione – ha detto Snowden – capisci che è necessario accettare qualsiasi rischio. Senza curarti delle conseguenze».
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Larghe intese per la catastrofe, aspettando Hitler
Il Berlusconi che abbaia contro Bruxelles «non è credibile non solo per quello che è e rappresenta, ma anche per quello che ha votato, sia come presidente del Consiglio, sia nell’anno di sostegno al governo Monti». Eppure, quello che ora va dicendo – anche solo per tenere sotto ricatto il governo Letta-Napolitano, chiedendo all’establishment di proteggerlo dalla magistratura, è tragicamente vero: grazie alla scure del rigore, l’Italia rischia di fare la stessa fine della Germania democratica di Weimar, arresasi a Hitler dopo che, negli anni ’20, l’intransigenza rigorista delle potenze vincitrici della Prima Guerra Mondiale, Francia in primis, l’avevano costretta alla disperazione per fame. Anche allora, osserva Giorgio Cremaschi, destra e sinistra subirono il diktat del debito. Per poi essere scavalcate da chi lo rifiutò nettamente: i nazisti.
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Cabras: licenziati i maggiordomi, rivogliamo sovranità
Un’Italia «compiacente e intimidita», secondo Ezio Mauro, si sta chiedendo che cosa succederà adesso, dopo la sentenza sul caso Ruby, con la quale il tribunale di Milano condanna in primo grado Berlusconi a sette anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Nessuno, aggiunge il direttore di “Repubblica”, si pone «la vera domanda». E cioè: «Cos’è accaduto davvero negli ultimi vent’anni in questo sciagurato paese, nell’ombra di un potere smisurato e fuori da ogni controllo, che concepiva se stesso come onnipotente ed eterno? E com’è potuto accadere, tutto ciò, in mezzo all’Europa e agli anni Duemila?». Un editoriale che, incredibilmente, “dimentica” che il male oscuro dell’Italia è lo stesso che sta piegando la Grecia, la Spagna, il Portogallo e l’Irlanda – paesi, com’è noto, mai governati dal Cavaliere. La domanda – quella vera – se la pone Pino Cabras: che fine hanno fatto i presunti antagonisti di Berlusconi, quelli a cui “La Repubblica” – da Bersani in giù – ha inutilmente spianato l’ultima campagna elettorale?
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Caso Snowden: avviso a Obama firmato da Russia e Cina
«Se c’è una cosa che del caso Snowden non si può dire è che si tratti di uno scandalo». Piuttosto, è la scoperta dell’acqua calda: da almeno vent’anni, con l’avvento dell’era digitale, siamo tutti spiati minuto per minuto: ogni nostro movimento è tracciato. La denuncia dell’ex analista della Cia? «E’ solo la conferma ufficiale di un processo prevedibilissimo, che tutti sospettavamo fosse in atto da tempo. Ci vogliamo meravigliare?». Secondo Aldo Giannuli, il retroterra dello “scandalo” è ben altro: proprio attraverso una pedina come Edward Snowden, a cui hanno offerto protezione, sia la Cina che la Russia avvertono gli Stati Uniti che l’epoca della loro supremazia tecnologica è finita. Se Obama ha in serbo l’arma letale della cyber-guerra per neutralizzare gli arsenali nucleari di Putin e la potenza di Pechino, sarà bene che si abitui all’idea: il tempo del dominio americano assoluto è finito.
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Potevano liberare Moro, ma una telefonata fermò il blitz
Il giorno prima di morire, Aldo Moro era a un passo dalla salvezza: le forze speciali del generale Dalla Chiesa stavano per fare irruzione nel covo Br di via Montalcini, sotto controllo da settimane. Ma all’ultimo minuto i militari furono fermati da una telefonata giunta dal Viminale: abbandonare il campo e lasciare il presidente della Dc nelle mani dei suoi killer. E’ la sconvolgente rivelazione che Giovanni Ladu, brigadiere della Guardia di Finanza di stanza a Novara, ha affidato a Ferdinando Imposimato, oggi presidente onorario della Corte di Cassazione, in passato impegnato come magistrato inquirente su alcuni casi tra i più scottanti della storia italiana, compreso il sequestro Moro. Prima di passare il dossier alla Procura di Roma, che ora ha riaperto le indagini, Imposimato ha impiegato quattro anni per verificare le dichiarazioni di Ladu, interrogato nel 2010 anche dal pm romano Pietro Saviotti.
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Zagrebelsky: questa oligarchia manipola la Costituzione
Scavalcata dal Trattato di Lisbona, già compromessa dal Trattato di Maastricht che revoca la sovranità finanziaria nazionale senza offrire contropartite. E infine umiliata dal Fiscal Compact, che col pareggio di bilancio affonda la Repubblica “fondata sul lavoro”, cancellando diritti con la pretesa secondo la quale “non ci sono più soldi”. Quel che resta dell’ultimo argine a difesa dell’integrità italiana, la Costituzione democratica nata dalla Resistenza antifascista, viene ora minacciato dalla Convenzione bipartisan attraverso cui Pd e Pdl intendono smantellare le residue quote di democrazia nel paese. Timori che non si nasconde il giurista Gustavo Zagrebelsky, che si prepara alla manifestazione indetta il 2 giugno a Bologna, insieme a Stefano Rodotà: giù le mani dalla Costituzione. Il pericolo? Evidente: accentrare ulteriormente il potere decisionale e confiscare quel che rimane di ancora democratico, nell’Italia che l’Eurozona sta letteralmente rottamando.
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Chiesa: la Apple ruba e Bruxelles tace, tanto paghiamo noi
Pubblicità fantastiche, la faccia di Steve Jobs presentato quasi come un profeta. Ma ora si scopre che la Apple, quella che con gli i-phone ci ha reso tutti felici, ha evaso negli Stati Uniti 44 miliardi di dollari di tasse. Poi è venuta in Europa e ha ottenuto dal governo irlandese di pagare solo il 2% dei suoi profitti, all’Irlanda e quindi in qualche misura anche a noi europei. In Irlanda si paga il 12,5% di tasse, che è sempre la metà di quello che si paga in Francia e in Germania, e molto meno della metà di quello che si paga in Italia. Bene, la Apple paga solo il 2%. E così è riuscita a sfangare altri 12 miliardi di euro di tasse. Ecco, a proposito del Fiscal Compact: ma la Bce dove stava? Perché è bene che si sappia che lo scandalo della Apple non è stato sollevato dagli europei, dalla Banca Centrale Europea o da Bruxelles. Lo scandalo è stato sollevato negli Stati Uniti, che si sono indignati perché la Apple gli ho portato via 44 miliardi di dollari.
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L’inferno neoliberale: la peggior colpa del genocida Videla
Jorge Rafael Videla, il dittatore argentino dei 30.000 desaparecidos, muore in carcere da sconfitto, da ergastolano, da genocida. Come ha detto Estela Carlotto, la leader delle nonne di Plaza de Mayo, «era un uomo disumanizzato» ed è fin troppo semplice applicare a lui la categoria arendtiana di “banalità del male” di chi mise metodicamente in atto un sistematico piano genocidiario, tendente al sequestro di persona di massa, al furto di ogni bene mobile e immobile delle sue vittime, all’assassinio e alla sparizione di persone. Lasciò i figli senza genitori e i genitori senza figli. Ciò succede in molte guerre di sterminio, ma a Videla e ai suoi non bastava. Perciò, peculiarità creola dell’orrore, volle che i morti restassero senza nome, i desaparecidos, e i vivi – i figli di questi, spesso appena neonati – restassero senza identità. Le puerpere venivano lasciate in vita solo fino al parto e centinaia di bambini furono smistati a caso «per salvare la società occidentale e cristiana».
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Giulietto Chiesa: sono allo sbando, aspettiamoci di tutto
Aspettiamoci di tutto: la crisi sta precipitando e il “governuccio” di Enrico Letta punta solo ad arrivare fino alle elezioni tedesche di settembre, mentre i pm di Palermo vorrebbero convocare Napolitano come testimone al processo sulla trattativa Stato-mafia. E Berlusconi è al governo inseguito dalle condanne: interdizione dai pubblici uffici per quattro anni, che la Boccassini vorrebbe diventasse “perpetua”. Tentazione forte: elezioni anticipate, visto che il Pdl (evaporato il Pd e frenato Grillo) è nuovamente in pole position. Stiamo per vivere un’estate anomala e pericolosa, avverte Giulietto Chiesa, perché i politici di Roma sono allo sbando, obbediscono solo a Bruxelles e ora hanno l’esatta percezione della loro precarietà: tutto potrebbe crollare, con scenari aperti a possibili “colpi di testa”. Prima domanda: «Ma il presidente Napolitano non poteva pensarci prima? Perché questo governo l’ha voluto lui. L’ha voluto in primo luogo lui, l’ha fatto lui». Diceva Mao: spesso i reazionari sollevano i massi sopra la loro testa, e poi se li lasciano cadere sui piedi. «Bisogna vedere dove andrà a cadere questo sasso: sicuramente sui piedi di Napolitano, ma anche sui nostri».