Archivio del Tag ‘libertà’
-
Diario folle del coronavirus: come organizzare un disastro
Diecimila morti di influenza in tutto il mondo fermano il pianeta. Invece di stanziare qualche milione di euro per allestire in fretta ospedali da campo, grazie all’aiuto dei militari (cosa che avrebbe magari dato una spinta all’economia, con nuove assunzioni, nuovi acquisti di materiali vari, ecc.), si decide di bloccare l’economia di un paese, segregando la gente in casa, senza tenere conto del numero dei morti che ci saranno per suicidi o altre complicazioni (come disordini sociali e altro ancora). In sostanza, invece di usare soldi e militari per risolvere il problema, li si usa per risolvere il problema creato dai problemi che il governo stesso ha creato. Le decisioni in Italia vengono annunciate non dal Parlamento o da Palazzo Chigi, ma via Facebook, in modo generico, dopo un’ora di ritardo e snervante attesa che sembra fatta apposta per creare ancora più tensione. A questo punto ci aspettiamo i prossimi provvedimenti via Whatsapp. Persino Vespa e Mentana, che non sono propriamente dei complottisti, iniziano a sollevare qualche “leggerissimo” dubbio sulle legittimità di tutta la situazione, con un Parlamento che non si riunisce se non una volta a settimana, e un premier che dà le notizie più importanti in modo incompleto e via Facebook. Vespa dichiara: «I casi sono due: o il Parlamento non serve, e questo sarebbe terribile, o il Parlamento serve e non va a lavorare. E questo è ancora più grave».Sorprendentemente, a questa decisione italiana seguono altre nazioni, tra cui gli Usa (che bloccano tutto con soli 5000 contagi e 100 morti). In sostanza: una nazione che stanzia migliaia di miliardi di dollari per mandare i suoi soldati in tutto il mondo a morire (a botte di milioni di morti) e far morire a sua volta milioni di persone (in Vietnam, Corea, Iraq, Afghanistan, ecc.), questa volta, per qualche centinaio (che diventeranno migliaia) di morti di influenza, blocca la sua economia. E non ritiene di avere fondi necessari per allestire nuovi ospedali e nuovi posti letto. I provvedimenti con cui da noi vengono emanate le restrizioni sono provvedimenti amministrativi (quindi illegittimi dal punto di vista costituzionale); i provvedimenti di presidenti di Regione e sindaci, lo sono ancora di più; ma essendoci una paralisi di tutto il paese, il paradosso è che non si può neanche fare una battaglia legale per ottenere una pronuncia della Corte Costituzionale su tali provvedimenti. Quando in Cina l’epidemia si ferma, e a Codogno ci sono zero contagiati, invece di diffondere queste notizie rassicuranti, si preferisce accelerare ulteriori provvedimenti amministrativi, con ulteriori misure sempre più restrittive.Nel frattempo, i media sciorinano le seguenti notizie: una cassiera di supermercato morta di coronavirus; ma sulla sua bacheca Facebook compare un parente, che dice “ma quale coronavirus. E’ morta di infarto”. A Mortegliano c’è un morto di coronavirus; quello che non dicono è che la morta aveva 102 anni. L’importante è terrorizzare. Il 19 marzo l’Agcom emana un comunicato con cui invita i gestori delle piattaforme Facebook, Twitter, Instagram, a rimuovere le notizie false sul coronavirus, o non corrette o non diffuse da fonti scientificamente accreditate. Chi dovrebbe decidere quali notizie siano scientificamente accreditate non si sa. “Le Iene” fanno un servizio per denigrare il dottor Roberto Santi di Genova, reo di aver consigliato vitamina C ad alte dosi per combattere il coronavirus (era noto anche ad Ildegarda di Bingen, nel 1200, che rafforzare il sistema immunitario diminuisce il rischio di contagio, e nel 1500 era il rimedio consigliato da Paracelso e Nostradamus, quindi un consiglio di una banalità al limite dell’ovvio); un provvedimento disciplinare dell’Agcom colpisce anche Adriano Panzironi, sospendendo tutte le trasmissioni in cui egli compariva, per lo stesso motivo (consigliava oltre alla vitamina C anche la D). Nel frattempo circola una raccomandazione che proviene dal nucleo dell’esercito denominato “Tuscania”; che raccomanda ai propri militari di assumere… Già, proprio vitamina C e D. In sostanza, il dottor Santi, che pure è un medico, non dovrebbe essere considerato parte della comunità scientifica. Ma i militari possono però seguire consigli non accreditati.Diventa virale un video di un medico, Fabrizio Lucherini, il cui titolo è “Stasera mi girano i coglioni e mò basta cazzate, però”, dove spiega che il conteggio dei contagiati e dei morti, in Italia, è completamente erroneo, perché tra i morti vengono conteggiati anche quelli che avevano gravi patologie pregresse, mentre non vengono conteggiate le persone che, non avendo fatto il tampone, potrebbero avere il coronavirus senza saperlo. E che in sostanza ribadisce quello che sanno tutti: hanno tagliato la sanità, da anni, e il vero problema è la mancanza di posti letto negli ospedali, non il virus in se stesso. Il problema vero però non è l’aumento dei Tso in tutta italia, i suicidi che già ci sono e che ci saranno, o la madre decapitata a casa dal figlio malato di mente a Roma (che non entrerà mai nelle statistiche dei morti del coronavirus, ma dovrebbe entrare in quella dei morti provocati dai provvedimenti emessi dal governo); il problema vero sono i runner, in tutto il paese. Anche chi va a correre in boschi e campagne, e la polizia fa controlli pure nei boschi e nella campagne. E da alcune parti vietano (sempre a mezzo di provvedimenti amministrativi illegittimi) anche gli orti. Non è una necessità, insomma, coltivare da se stessi il proprio cibo, né curare eventuali animali; tanto c’è il supermercato. Quale danno possa fare e quale pericolo di contagio possa esserci per uno che va a coltivare il proprio orto non è dato saperlo.In Francia, dove non hanno il bidet, i militari devono presidiare le scorte di carta igienica nei supermercati. Mia sorella, che è in Germania in quarantena a causa di un contatto con dei contagiati, dove anche lì non hanno il bidet, mi manda le foto di centinaia di rotoli di carta igienica. Nel frattempo, nonostante siano chiuse tutte le attività imprenditoriali, continua a rotta di collo il taglio degli alberi per far posto al 5G; si plaude alla ricerca di nuovi vaccini; e chi se ne frega se illustri scienziati come Stefano Montanari e molti altri continuano a dire che i vaccini danneggiano anziché aiutare. Che ci sia una correlazione tra questo virus e il 5G (dato che tra l’altro, guarda caso, si scopre che il virus pare sia stato creato a Wuhan, la stessa città da cui è partita la progettazione e la creazione del 5G, tanto che Wuhan è la prima città al mondo con copertura interamente 5G), o addiritura che muoiano di più le persone vaccinate rispetto a quelle non vaccinate, sono teorie complottiste.Se i provvedimenti del governo sono assurdi e illegittimi, non meno assurde sono le “proposte” che vedo nascere in rete. Si va da denunce precompilate contro Conte per fargli avere l’ergastolo, a decreti del popolo sovrano, emanati dal “Ministero del popolo sovrano” (sic) che dovrebbero essere firmati dai cittadini per togliere lo stipendio ai parlamentari e darlo ai medici in prima linea col coronavirus; e poi proposte di scendere tutti in piazza e mobilitarci, effettuate in profili che hanno al massimo 30 “mi piace” e 3 condivisioni. In sostanza, nonostante questa situazione abbia reso palese a tutti che non è mai esistita una democrazia, e che per sospendere la nostra libertà basta un’influenza, e che il potere, in ogni tempo e in ogni luogo, ha sempre concesso al popolo quella giusta quantità di libertà che riteneva saggio concedergli, c’è qualcuno che ancora pensa che il popolo possa fare qualcosa e decidere qualcosa, e per giunta proponendo soluzioni da Armata Brancaleone. Dovrebbe essere inoltre palese che il potere non è in Conte, o nei ministri, o nel parlamento, o nella magistratura, ma altrove. Ma evidentemente non solo non è palese, ma purtroppo la gente continua a pensare che siamo in democrazia.Nel frattempo, molti commentatori si concentrano sulla Cina, affermando che essa ha un danno economico da questa situazione e magnificando i rapporti esistenti tra Italia e Cina. Senza capire che la Cina non avrà alcun danno economico da tutta questa situazione, perché avendo capitali pressocché infiniti, a seguito di questa situazione ci “aiuterà” economicamente, come ha fatto con la Grecia, dove l’aiuto economicamente più consistente non è venuto dall’Europa (che ha provocato solo danni alla loro economia) ma dalla Cina, che ha acquistato il porto del Pireo per 370 milioni di euro, e investito in altre infrastrutture. Succederà anche da noi, ovviamente. Ed è un processo, quello dell’acquisizione cinese dei principali comparti strategici mondiali, che è inarrestabile. Perché tra i due modelli, quello occidentale e quello cinese, il modello vincente è quello cinese. Il modello occidentale infatti si basa sul fare la guerra a tutto e tutti, spendendo soldi per guerre inutili (sono secoli che noi Europei andiamo ovunque, Australia, Usa, Hawaii, Sudamerica, uccidendo i nativi e soppiantandoli con la nostra cultura a colpi di cannone); il modello cinese si basa sul non fare la guerra a nessuno (tranne in alcuni momenti storici con i paesi confinanti), ma comprando economicamente tutto. Due modelli diversi (l’uno basato sulla forza; l’altro sul denaro), entrambi negativi per l’evoluzione dell’uomo, si scontrano sullo scenario mondiale. C’è da sperare che ne emerga un terzo, intermedio. Ma quando?Tutto questo mi rimanda ai primi tempi di quando aprii il mio sito. Mi occupavo di bambini scomparsi, e a nessuno interessava nulla tra le persone che mi circondavano. Mi occupavo di omicidi, portando alla luce fatti gravissimi, mentre la mia collega e amica Solange toglieva il velo alle principali stragi italiane. Ma non era un problema per nessuno. Anzi. Ero un fastidio per molti. Ma se avevo l’influenza, mi domandavano: “Azz… ma ti serve qualcosa? Riguardati”. Una volta sfuggii per caso ad un tentativo di farmi fuori, e per lo shock ebbi l’influenza e la sciatica per quindici giorni; quando raccontavo il fatto mi consigliavano di prendere un’aspirina. «Sì mamma, ho l’influenza. No mamma, non me ne fotte nulla del fatto che ho la febbre, ne ho diverse l’anno, il problema è che mi hanno inseguito per farmi fuori e se non c’era la Carlizzi… Sì mamma ok, prendo l’aspirina». Vivevo in una sorta di incubo, in cui mi pareva che per tutti l’unico problema veramente importante fosse l’influenza. Oggi, come ieri, si ripropone lo stesso incubo. Il problema è l’influenza. Mica i milioni di morti di tumore in tutto il mondo; mica i milioni di morti per fame ovunque; mica le centinaia di bambini che scompaiono ogni anno in Italia (sono molte di più in Francia o negli Usa, migliaia l’anno); mica i morti provocati da guerre assurde in tutto il mondo.Quando viaggiavo negli Usa, mi colpivano i supermercati e gli autogrill con le foto dei bambini scomparsi nel nulla, nell’indifferenza dei media e delle autorità. Ma 100 morti di influenza bloccano gli Usa, e alcune migliaia di morti bloccano il mondo. Stamattina, alle 6, mi chiama una madre a cui hanno sottratto il bambino. Come si fa a tutelarla in questo momento in cui ogni garanzia è sospesa? (Non che prima si potesse fare nulla, in realtà. Ma almeno qualche speranza c’era, qualcosa si poteva fare. Oggi nulla, perché non c’è libertà di movimento, le forze dell’ordine sono impegnate in altro, i giornalisti parlano solo del coronavirus, e tutto è paralizzato). Quanti altri bambini sottratti saranno oggi nell’impossibilità di essere tutelati dai loro genitori? Concludo dicendo che sono un soggetto particolarmente a rischio perché – chi mi conosce bene lo sa – ho da sempre 5-6 influenze l’anno. Non so per quale motivo – sarà che sono un Ariete, e pare che gli Arieti siano soggetti più degli altri alle febbri – sarà per motivi psicosomatici (come sono propenso a credere), ma prendo regolarmente tutte le influenze che girano, e qualcuna in più. La mia migliore amica, con cui ho da anni uno strano rapporto simbiotico, è anestesista in un ospedale in prima linea nella lotta al virus e – come tutti i medici e gli infermieri in genere – è tra i soggetti più a rischio, ma mi dice: «Non preoccuparti; muoiono solo le persone che hanno patologie pregresse. Che, in sostanza, non muoiono di coronavirus, ma di altre complicanze preesistenti».Il problema sono i posti letto negli ospedali, non il virus in sé. Che, se destinassimo ai reparti di terapia intensiva anche solo la somma che costa un F-35 (circa 100 milioni di euro, secondo le stime de “Il Sole 24 Ore”), non sarebbe un problema. Non sono preoccupato né per lei né per me, e non a caso quando stiamo insieme parliamo di bambini scomparsi, non di influenza, ed è lei che mi ha aperto gli occhi sulle scomparse di bambini in Francia, facendomi vedere dei documenti impressionanti. Il problema diventa tale perché questa epidemia è lo specchio della nostra umanità. Dove il problema delle persone è riguardarsi contro l’influenza. Spiritualmente, questa situazione è solo lo specchio di ciò che tutti hanno dentro; il riflesso esterno, di ciò che è all’interno delle persone e all’interno della società. Una società che si preoccupa dell’influenza, ma quando scompaiono i bambini se ne fotte, al massimo mettono le loro facce sui cartoni del latte, come in Usa, e che se mettono il 5G pensa che sarà un gran vantaggio perché cosi potrà connettersi più velocemente, ma che si mette in fila come le pecore per farsi vaccinare, come è successo a Bergamo, perché il vero problema di ciascuno di noi è l’influenza. E allora, se questi sono i presupposti, è logico che poi a fronte dell’influenza, venga schierato l’esercito. E’ una questione di priorità da parte della società.(Paolo Franceschetti, “Diario folle del coronavirus”, dal blog “Petali di Loto” del 23 marzo 2020).Diecimila morti di influenza in tutto il mondo fermano il pianeta. Invece di stanziare qualche milione di euro per allestire in fretta ospedali da campo, grazie all’aiuto dei militari (cosa che avrebbe magari dato una spinta all’economia, con nuove assunzioni, nuovi acquisti di materiali vari, ecc.), si decide di bloccare l’economia di un paese, segregando la gente in casa, senza tenere conto del numero dei morti che ci saranno per suicidi o altre complicazioni (come disordini sociali e altro ancora). In sostanza, invece di usare soldi e militari per risolvere il problema, li si usa per risolvere il problema creato dai problemi che il governo stesso ha creato. Le decisioni in Italia vengono annunciate non dal Parlamento o da Palazzo Chigi, ma via Facebook, in modo generico, dopo un’ora di ritardo e snervante attesa che sembra fatta apposta per creare ancora più tensione. A questo punto ci aspettiamo i prossimi provvedimenti via Whatsapp. Persino Vespa e Mentana, che non sono propriamente dei complottisti, iniziano a sollevare qualche “leggerissimo” dubbio sulle legittimità di tutta la situazione, con un Parlamento che non si riunisce se non una volta a settimana, e un premier che dà le notizie più importanti in modo incompleto e via Facebook. Vespa dichiara: «I casi sono due: o il Parlamento non serve, e questo sarebbe terribile, o il Parlamento serve e non va a lavorare. E questo è ancora più grave».
-
Magaldi: il Covid-19 puzza di bruciato, come l’11 Settembre
Ancora loro? Prima il terrorismo finto-islamico progettato a Washington, e adesso il virus da laboratorio travestito da pipistrello cinese? Attenti: «Stiamo acquisendo elementi inquietanti», avverte Gioele Magaldi. Ipotesi: “qualcuno” potrebbe aver usato la Cina come cavia, ben sapendo che avrebbe reagito in modo autoritario: tutti sprangati in casa, panico obbligatorio, militari nelle strade. Obiettivo: produrre a tavolino una crisi mondiale, capace di paralizzare il pianeta, tenendolo in ostaggio di un’élite di vampiri finanziari psicopatici, stavolta al riparo dell’alibi sanitario. Un incubo orwelliano: addio libertà, e fine della democrazia. «Se davvero saranno accertate le informazioni che stiamo componendo», dice il presidente del Movimento Roosevelt, ci troveremmo di fronte a un piano mostruoso. Sta per avverarsi il sogno degli oligarchi? Se lo tolgano dalla testa: «Così come l’11 Settembre alla fine non ha prodotto i risultati sperati – dice Magaldi – sappiano, lorsignori, che non andrà a segno nemmeno questa ulteriore mossa da apprendisti stregoni, questo creare i “Frankestein” da gettare in mezzo a noi, in danno della collettività, per perseguire fini spregevoli e inconfessabili».Il sospetto: «Qualcuno potrebbe aver “gettato i dadi” di questa situazione per portarci – attraverso varie giravolte e diverse azioni spericolate e tortuose – verso un tipo di mondo differente, nel segno di un nuovo 11 Settembre». Nel qual caso, aggiunge Magaldi, non sarebbe corretto parlare di 11 Settembre “di matrice cinese”, visto che il sistema-Cina «sarebbe stato semplicemente utilizzato per giungere allo scopo», cioè la confisca planetaria della democrazia. La Cina, spiega l’analista, «è stata utilizzata come volano, fin dall’inizio, per l’operazione progettata dalle menti che nel 1975 hanno prodotto il manifesto “The crisis of democracy”», sollecitato dalla Commissione Trilaterale allo scopo di fermare l’avanzata dei diritti e della democrazia sociale in Occidente. «Dietro la crescita della Cina come superpotenza inserita nel mondo globale, per un verso capitalistica ma non democratica, c’era un progetto: che coinvolgeva attori non cinesi, sovranazionali, apolidi».Anche in questo caso, quindi, la regia dell’operazione Covid-19 (che sta rapidamente schiantando il globo, paralizzando miliardi di persone) sarebbe affidata a un network-ombra senza patria e con tanti passaporti, in grado di condizionare i governi di ogni continente attraverso tentacoli che infiltrano ministeri, intelligence, militari, multinazionali e istituzioni internazionali come l’Oms. Ieri il terrorismo, oggi il contagio? Se la paura è altrettanta e la risposta è identica – meno libertà, in cambio della sicurezza – sorge il peggiore dei sospetti: siamo di fronte a un’altra gigantesca operazione di strategia della tensione, a livello internazionale, come già fu per l’attentato alle Torri Gemelle? Evidente: la stessa élite oligarchica che controlla gran parte delle leve mondiali della finanza, ricattando gli Stati, potrebbe aver deliberamente immesso il coronavirus a Wuhan, per poi usare la prevedibile reazione cinese, rigidamente securitaria, come modello per il mondo intero. Obiettivo: militarizzare la crisi e – con l’alibi del Covid – estendere finalmente anche all’Occidente lo standard cinese, dove libertà e democrazia non esistono.Massone progressista di ispirazione socialista-liberale, Magaldi (già inziato alla superloggia “Thomas Paine” e oggi leader del Grande Oriente Democratico), è il frontman italiano del circuito massonico progressista sovranazionale che si oppone alle politiche di austerity. Nel saggio “Massoni”, bestseller pubblicato da Chiarelettere e uscito nel 2014, ha denunciato le trame delle superlogge “neoaristocratiche”: svuotare la nostra democrazia, per instaurare un regime economicamente neoliberista e politicamente post-democratico. Un sistema in cui le elezioni non contano più, visto che poi i governi devono sottostare ai diktat dei “mercati”. Quanto all’11 Settembre, il libro di Magaldi demolisce la versione ufficiale degli Usa, spiazzando però anche le narrazioni complottistiche: a progettare il crollo delle Twin Towers, sostiene, fu la superloggia “Hathor Pentalpha”, creata dai Bush nel 1980 per accelerare ulteriormente – anche con il ricorso al terrorismo “fatto in casa” – questa globalizzazione senza diritti. Un film dell’orrore, che ha proposto prima Al-Qaeda e poi l’Isis, due “Frankestein” prodotti dalle stesse “menti raffinatissime”. Ora siamo alla terza variante, il Covid-19?Per ora, Magaldi parla di «indizi, voci insistenti e strane coincidenze», riservandosi di formulare una denuncia precisa, nei prossimi giorni, non appena il quadro sarà più chiaro. Era stato il primo, settimane fa, a prendere nota: «Fateci caso: la crisi di Wuhan sta rafforzando politicamente la dirigenza cinese, che – prima dell’esplosione dell’epidemia – non sapeva come presentare ai cinesi la grande frenata dell’economia, ampiamente attesa». Cioè: il coronavirus avrebbe “salvato” Xi Jinping, appena umiliato dai dazi brutalmente imposti da Trump? «Ora la Cina appare vincente: dichiara di aver sconfitto trionfalmente il virus. E come? Sigillando Wuhan». Occhio: solo Wuhan, non tutto il paese. «Il resto della Cina ha limitato i danni, continuando a produrre: noi, invece, abbiamo sprangato l’Italia intera». Su Conte e colleghi, Magaldi è impietoso: prima il premier ha minimizzato, poi «ha permesso a migliaia di potenziali “untori” di lasciare la Lombardia per infettare il Sud», salvo poi «mettere agli arresti domiciliari 60 milioni di italiani, devastando l’economia del nostro paese», con il pieno consenso dei governatori delle Regioni del Nord, «in preda al panico perché consapevoli di non disporre di una sanità all’altezza della situazione».Ecco il bilancio dei tagli criminali alla sanità imposti dall’ideologia neoliberista: lo pagano, sulla loro pelle, gli anziani che muoiono per crisi respiratoria, in ospedali dove mancano posti letto in terapia intensiva. Una verità spietata, che forse gli italiani – grazie anche alle denunce dei medici – stanno finalmente mettendo a fuoco. Sarebbe l’occasione giusta, meglio tardi che mai, per ribaltare il tavolo. «Il coronavirus toglie la maschera al neoliberismo: i miliardi che fino a ieri sembravano irraggiungibili ora vengono concessi da un giorno all’altro, a riprova del fatto che finora eravamo stati presi in giro dai professori del rigore». Ma non è possibile cantare vittoria, sottolinea Magaldi: se dovesse emergere che il caos-coronavirus è un’operazione pianificata, allora c’è da temere il peggio. Ovvero: nemmeno la strage in corso servirà a restituire allo Stato il suo potere finanziario, che nel caso della sanità equivale alla scelta tra la vita e la morte. Ancora una volta – se le peggiori ipotesi saranno confermate – saranno le solite “menti raffinatissime” a dosare il denaro col contagocce, decidendo a chi somministrarlo, e in quali dosi. Sconcerta, a maggior ragione, il destino dell’Italia: perché siamo il paese più colpito, al mondo, da questo virus ancora abbastanza misterioso?«Possibile che i “soloni della scienza” che sfilano in televisione non sappiano spiegarci perché a essere travolta è proprio la Lombardia, cioè il cuore economico del paese?». Non solo: «Colpisce la lentezza esasperante della crisi: come se qualcuno pensasse di protrarla all’infinito, anche indugiando stranamente sull’adozione di farmaci salva-vita». C’è qualcosa che non quadra, dice Magaldi, a partire dal ruolo anomalo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’Italia come “cavia numero due”, dopo la Cina? Un paese-test – il primo, nell’Occidente democratico – per sperimentare l’incarceramento di massa collaudato a Wuhan? E attenti: il secondo round (la mazzata economica) è dietro l’angolo: se Conte si copre di ridicolo coi suoi 25 miliardi, «quanto tempo impiegheranno, le scimmiette ammaestrate sui balconi, a smettere di cantare l’inno nazionale?». Tra quanto esploderà la rabbia di un popolo condannato alla peggiore crisi della sua storia, dopo la Seconda Guerra Mondiale? E soprattutto: fa parte di un piano? «Vigileremo, continueremo ad acquisire dati e scopriremo presto cosa sta davvero avvenendo». Nel caso, «ciascuno muoverà le sue pedine», avverte Magaldi: «La lotta sarà dura: ma noi la combatteremo in modo costante, forte e sapiente».Ancora loro? Prima il terrorismo finto-islamico progettato a Washington, e adesso il virus da laboratorio travestito da pipistrello cinese? Attenti: «Stiamo acquisendo elementi inquietanti», avverte Gioele Magaldi, il 23 marzo su YouTube. Ipotesi: “qualcuno” potrebbe aver usato la Cina come cavia, ben sapendo che avrebbe reagito in modo autoritario: tutti sprangati in casa, panico obbligatorio, militari nelle strade. Obiettivo: produrre a tavolino una crisi mondiale, capace di paralizzare il pianeta, tenendolo in ostaggio di un’élite di vampiri finanziari psicopatici, stavolta al riparo dell’alibi sanitario. Un incubo orwelliano: addio libertà, e fine della democrazia. «Se davvero saranno accertate le informazioni che stiamo componendo», dice il presidente del Movimento Roosevelt, ci troveremmo di fronte a un piano mostruoso. Sta per avverarsi il sogno degli oligarchi? Se lo tolgano dalla testa: «Così come l’11 Settembre alla fine non ha prodotto i risultati sperati – dice Magaldi – sappiano, lorsignori, che non andrà a segno nemmeno questa ulteriore mossa da apprendisti stregoni, questo creare i “Frankestein” da gettare in mezzo a noi, in danno della collettività, per perseguire fini spregevoli e inconfessabili».
-
Carotenuto: liberiamoci dal folle terrore che ci trasmettono
Da ieri una nuova ondata di panico terroristico su tutti i media. Perché i casi sono ancora in forte aumento in Italia, soprattutto al Nord, nel resto d’Europa ed in vari paesi del mondo. Ma i toni terroristici nel riferire queste notizie di certo non aiutano: producono anzi l’effetto contrario. Quello che ci vuole è fermezza unita a realismo, non questo irresponsabile e perverso terrorismo. Si sapeva che la campagna “io sto a casa” avrebbe dato i suoi frutti dopo un paio di settimane. Visto il mondo di proliferare di questo virus, ed i suoi tempi di incubazione una volta contagiati. E che quindi nel frattempo ci si poteva aspettare un ulteriore aumento di contagiati e di vittime. Esattamente come sta avvenendo. Nell’attesa che le misure di contenimento avessero il loro effetto, come sarà nel prossimo futuro. La prova di questo è che, dove sono state prese prima le misure di contenimento, il virus è finito o sta seriamente regredendo: la Cina, la Corea, Codogno, il Lodigiano… Quindi, visti questi esempi molto chiari, basta osservarli con lucidità, seguirli e aspettare con pazienza che l’onda passi. E non ci vorrà nemmeno molto. E invece si è data la stura ad una nuova ondata di allarme, di terrorismo puro, che impaurisce ancora di più la gente, con effetti psicologici e psicosomatici ulteriori.L’apparire del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che parla in termini terrorizzanti di questa vicenda, mi ha convinto ancora di più che siamo al momento del massimo sfruttamento come strategia della tensione. Visto il potere oscuro che rappresenta. Diciamocelo chiaramente: l’epidemia non è fuori controllo… Occorre invece aspettare disciplinatamente la sua fine, anche grazie alle misure prese, senza agitarsi troppo. Lo ripeto, il problema principale sono gli anziani già malati o comunque le persone con un sistema immunitario fortemente indebolito. E a questo si somma il fatto che le nostre strutture sanitarie, per incuria politica degli anni passati, non erano pronte a tutti questi ricoveri, tutti insieme, in terapia intensiva. Questi sono certamente problemi seri. Ma quando l’emergenza sarà finita, si vedrà che questo virus avrà generato non più morti di una normale influenza. In Italia i morti per influenza sono il doppio ogni anno dei morti attuali per coronavirus. La principale epidemia, lo ripeto, è quella della paura. Ed i principali untori sono i media e le dichiarazioni a volte a dir poco incaute delle autorità. Certo, viste le caratteristiche di questo virus, ci vuole disciplina da parte della popolazione, e l’adozione di misure appropriate, ma in un contesto di molto minore allarmismo.Adottiamo con calma e fiducia le misure previste, e serenamente aspettiamo i risultati. Il panico genera un ulteriore indebolimento del sistema immunitario. E facilita il virus. Questo dovrebbe essere il messaggio. Invece di dire “un numero enorme di morti”, si dovrebbe dire “un numero di morti grave, ma ancora inferiore a quello di una normale influenza stagionale. Pazientiamo in modo disciplinato. Se per qualche settimana non possiamo fare delle cose, facciamo finta di essere tutti in casa con una normale malattia, o gli effetti di un normale incidente per qualche settimana…”. Anche perché non si sa quanti di questi morti lo sarebbero stati comunque per le complicazioni della normale influenza stagionale. Calma… non è la fine del mondo: proprio non lo è. Non accettiamo le provocazioni terrorizzanti, che cresceranno nelle prossime ore, di chi ci vuole non solo chiusi in casa – dove potremmo starcene anche serenamente – ma soprattutto agitati ed impauriti, ulteriormente indeboliti e più facilmente manipolabili.Ci sono due tipi di libertà: la libertà interiore e la libertà esteriore. Anche se segregati, anche se non liberi esteriormente, possiamo essere veramente liberi interiormente di interagire con gli altri – anche via telefono o via web – di fare cose buone, di ispirarci ad ideali elevati, di ascoltare buona musica, di leggere scritti ispirati, di riflettere finalmente sul senso della nostra vita e sul ruolo dell’amore nei nostri rapporti interpersonali. Su quanto dobbiamo mollare i nostri egoismi i nostri stress per essere più aperti agli altri. Più buoni… Questo lo possiamo fare forse anche meglio in una situazione di non libertà esteriore, purchè ci rendiamo conto di essere veramente liberi interiormente di volare con il nostro cuore e il nostro pensiero dove vogliamo.(Fausto Carotenuto, “Liberiamoci da questo insensato terrorismo: prudenza e consapevole calma”, video-editoriale pubblicato il 20 marzo 2020 su “Coscienze in Rete”).Da ieri una nuova ondata di panico terroristico su tutti i media. Perché i casi sono ancora in forte aumento in Italia, soprattutto al Nord, nel resto d’Europa ed in vari paesi del mondo. Ma i toni terroristici nel riferire queste notizie di certo non aiutano: producono anzi l’effetto contrario. Quello che ci vuole è fermezza unita a realismo, non questo irresponsabile e perverso terrorismo. Si sapeva che la campagna “io sto a casa” avrebbe dato i suoi frutti dopo un paio di settimane. Visto il mondo di proliferare di questo virus, ed i suoi tempi di incubazione una volta contagiati. E che quindi nel frattempo ci si poteva aspettare un ulteriore aumento di contagiati e di vittime. Esattamente come sta avvenendo. Nell’attesa che le misure di contenimento avessero il loro effetto, come sarà nel prossimo futuro. La prova di questo è che, dove sono state prese prima le misure di contenimento, il virus è finito o sta seriamente regredendo: la Cina, la Corea, Codogno, il Lodigiano… Quindi, visti questi esempi molto chiari, basta osservarli con lucidità, seguirli e aspettare con pazienza che l’onda passi. E non ci vorrà nemmeno molto. E invece si è data la stura ad una nuova ondata di allarme, di terrorismo puro, che impaurisce ancora di più la gente, con effetti psicologici e psicosomatici ulteriori.
-
Com’è pericolosamente facile rinunciare alla nostra libertà
Non so voi, ma io sono stanca di sentirmi in colpa. In colpa se esco a fare il giro dell’isolato (si può fare fitness in casa per un po’ di tempo!). In colpa se cerco di infilare il piede in una chiesa (si può pregare da casa!). In colpa se vado a fare spesa nel supermercato non proprio accanto a casa, perché mi piace di più e costa di meno (solo nelle strette vicinanze dell’abitazione!). Chi elabora questi decreti a raffica (presente le bolle della Preside di Hogwarts, la malefica Dolores Umbridge?) pensa che tutti abbiano a disposizione in casa una palestra, evidentemente. O un parco privato in cui fare jogging. Odio l’invidia sociale, ma un po’ mi girano quando vedo Ronaldo o Fedez, che poi sono generosissimi, per carità, dire “dovete stare a casa” dal loro giardino o dal loro salone da andarci in bici. Il cane a fare pipì solo nei paraggi! Capisco che interessi poco, ma tocca portar fuori i bambini, se hai tre stanzette e un balconcino occupato dallo stendino, e i tuoi dintorni sono strade sporche e con bidoni carichi di immondizia. Se nella via c’è solo un ferramenta e un bangladino. Se a casa forse hai solo un pc e se lo contendono in tre, urlando mentre cerchi di lavorare anche tu in smart working.Tutti sappiamo che bisogna limitare la nostra libertà, perché non c’è bene che valga la salute. Ma c’è modo e modo. Le multe, il carcere, l’autocertificazione. Per sopravvivere, ma entro i limiti sopportabili, senza editti minacciosi. Andate a prendere chi fa pic-nic nei parchi, chi sale e scende dai treni di mezz’Italia per andare nella casa al mare o in montagna. Chi si accampa nei giardini fumando canne o spacciando, prima loro. Perché è facile colpevolizzare tutti, inondarci di curve epidemiologiche terrorizzanti, adesso. Magari ci si poteva pensare prima, quando fioccavano inviti ad abbracciarsi, a bere aperitivi in compagnia, quando ci si attardava a emanare decreti richiesti a gran voce da chi sapeva dove drammaticamente si stava andando a finire. La zona rossa della Lombardia a tempo debito avrebbe permesso a tante Regioni del Sud di vivere ancora liberamente, con le dovute cautele, e risparmiare l’estensione di un contagio che non era inevitabile, se si impediva a decine di migliaia di studenti di tornare da mamma. Un sacrificio accettabile.Siamo in quarantena stretta da due settimane, i morti continuano a crescere, e tutto lo sforzo che stiamo facendo ci sembra inutile, quando ci avvertono che comunque il picco è lontano, e il coronavirus si estenderà a tutt’Italia, fatale. Non esiste il fato. Esistono previsioni intelligenti e misure ponderate per tempo. Non si gioca sulla paura della gente, sui sensi di colpa con chi s’arrabatta per tirare avanti, con tutti i problemi e le preoccupazioni che già soffocano, per il lavoro, per la scuola dei figli, perché non sai dove metterli, loro e gli anziani che non puoi nemmeno visitare. Non si fa leva sulla paura per coprire gli errori, le incertezze, per imporre regole sempre più restrittive, con roboanti dichiarazioni non sempre attendibili. Non ci fidiamo del numero dei contagi, non ci fidiamo del numero dei posti in rianimazione, non ci fidiamo abbastanza delle rassicurazioni alternate ad allarmi sempre più cupi. Vale la pena perdere libertà se si intravede una fine. Se si individua una strada soppesata nel bilanciamento tra diritti e doveri. Stiamo attenti, a sopportare passivamente qualsiasi privazione per amor patrio, attenti alla retorica del “siamo i primi e i migliori”. Non è così. Ai divieti ci si abitua. Ci si abitua a uno Stato che chiude le chiese. A uno Stato che ti chiede il numero di telefono se vai a fare due passi. Ci si abitua in fretta a consolidare un potere quando si è fragili.(Monica Mondo, “Com’è facile rinunciare alla nostra libertà in cambio di niente”, dal “Sussidiario” del 19 marzo 2020).Non so voi, ma io sono stanca di sentirmi in colpa. In colpa se esco a fare il giro dell’isolato (si può fare fitness in casa per un po’ di tempo!). In colpa se cerco di infilare il piede in una chiesa (si può pregare da casa!). In colpa se vado a fare spesa nel supermercato non proprio accanto a casa, perché mi piace di più e costa di meno (solo nelle strette vicinanze dell’abitazione!). Chi elabora questi decreti a raffica (presente le bolle della Preside di Hogwarts, la malefica Dolores Umbridge?) pensa che tutti abbiano a disposizione in casa una palestra, evidentemente. O un parco privato in cui fare jogging. Odio l’invidia sociale, ma un po’ mi girano quando vedo Ronaldo o Fedez, che poi sono generosissimi, per carità, dire “dovete stare a casa” dal loro giardino o dal loro salone da andarci in bici. Il cane a fare pipì solo nei paraggi! Capisco che interessi poco, ma tocca portar fuori i bambini, se hai tre stanzette e un balconcino occupato dallo stendino, e i tuoi dintorni sono strade sporche e con bidoni carichi di immondizia. Se nella via c’è solo un ferramenta e un bangladino. Se a casa forse hai solo un pc e se lo contendono in tre, urlando mentre cerchi di lavorare anche tu in smart working.
-
Veneziani: ci minaccia il pericolo di una dittatura sanitaria
Dopo l’esperienza del virus, sappiamo che l’eventuale minaccia totalitaria che si annida nel futuro potrà essere una dittatura sanitaria. Dittatura globale e/o nazionale, giustificata da norme anticontagio. Vi invito a un viaggio letterario e forse un po’ profetico nel futuro globale, partendo dai nostri giorni. Stiamo sperimentando sulla nostra pelle che nel nome della salute è possibile revocare la libertà, sospendere i diritti elementari e la democrazia, imporre senza se e senza ma norme restrittive, fino al coprifuoco. È possibile mettere un paese agli arresti domiciliari, isolare gli individui, impedire ogni possibile riunione di persone, decomporre la società in molecole, e tenerla insieme solo con le istruzioni a distanza del potere sanitario. Più magari un vago patriottismo ricreativo e consolatorio, da finestra o da balcone… Nessuno mette in discussione la profilassi e la prevenzione adottate, si può dissentire su singoli provvedimenti, su tempi, modi e aree di applicazione; ma nessuno vuol farsi obiettore di coscienza, renitente, se non ribelle, agli imperativi sanitari vigenti.E comunque tutti li accettiamo col sottinteso che si tratta di un periodo breve, transitorio, uno stato provvisorio d’eccezione. Ma se il rischio dovesse protrarsi, si potrebbe protrarre anche la quarantena e dunque la carcerazione preventiva di un popolo. Disperso, atomizzato, in tante cellule che devono osservare l’obbligo di restare separate (ecco come sterilizzare il populismo). Del resto, anche un’esperienza breve ma traumatica lascia segni destinati a durare e modificare il nostro rapporto col potere, con la vita e con gli altri. Il tema di fondo è antico quanto l’uomo e la politica. Il potere regge sulla paura, lo diceva Hobbes e in modi diversi Machiavelli. E lo dicevano gli antichi prima di loro. E la paura è sempre, alla fine, paura di morire. A volte si affronta e si addomestica quel timore attraverso due grandi rielaborazioni mitiche e sacrali: la visione eroica della vita o la visione religiosa ultraterrena. Se il modo in cui spendi la vita vale più della vita stessa, se l’aspettativa dell’Aldilà supera la difesa della pelle qui e ora, ad ogni costo, allora magari puoi scommettere fino in fondo.Se sei disposto a rischiare anche la vita hai una libertà che nessuno può toglierti. Ma se tutto è qui e non ci aspetta altro, né la gloria né l’eternità, allora la vita è l’assoluto e per lei siamo disposti a tutto, in balia di chiunque possa minacciarla o proteggerla. La libertà dalla paura ha anche una variante disperata: se vivi nella schiavitù e nella miseria più nera, se non hai nulla da perdere se non il tuo inferno quotidiano, allora forse sei disposto a mettere a repentaglio la tua incolumità e perfino la tua sopravvivenza. Ma se tutto sommato hai la tua casa e i tuoi minimi agi, la tua vita passabile, se non serena, allora no, la salvaguardia della salute è imperativo assoluto, e giustifica ogni rinuncia. E la nostra è una società salutista e in fondo benestante, che ha un solo, umanissimo e unanime imperativo, vivere più a lungo possibile e possibilmente bene. Di conseguenza davanti al terrore di contaminarsi e al rischio di morire, non c’è diritto, libertà, voto, opinione che tenga. Prima di tutto la salute. La voglia di sicurezza, fino a ieri esecrata, diventa una priorità assoluta. È la biopolitica.Se riscrivessimo oggi 1984 o “La Fattoria degli animali” di George Orwell, “Il mondo nuovo” di Aldous Huxley o “Il Padrone del Mondo” di Robert Hugh Benson, se immaginassimo una distopia, cioè un’utopia negativa nel futuro, figureremmo un potere totalitario che usa la sanità, il contagio e la protezione dal contagio come la sua arma di dominazione assoluta. Magari non limitandosi a fronteggiare i casi di contagio ma procurandoli perfino, per esercitare poi il suo potere totalitario sulla società o su paesi che resistono alla sottomissione. Stiamo parlando di letteratura e non di realtà storica, sappiamo distinguere tra i fatti e l’immaginazione, non ci lasciamo prendere da nessuna sindrome del complotto diabolico. Però la letteratura a volte enfatizza, figura, esprime alcune latenti ma reali preoccupazioni della gente e a volte – pur nella sua narrazione fantasiosa – coglie alcune inquietanti tendenze e costeggia perfino alcune profezie. Pensiamoci, pur mantenendo lo scarto tra la realtà e l’immaginazione.Qualche giorno fa sottolineavo gli aspetti positivi della tremenda situazione che stiamo vivendo, la riscoperta di alcuni principi fino a ieri condannati: l’ordine e la disciplina, l’orgoglio nazionale e il senso della casa, solo per dirne alcuni. Ora sto sottolineando invece le controindicazioni inverse, gli effetti collaterali possibili di un terrore sanitario collettivo. Perché ogni scenario che si apre ha almeno due principali possibilità di sviluppo, oltreché di lettura, più un’infinità di varianti, gradi e sfumature. Nel frattempo patisco come voi queste interminate giornate di prove tecniche di fine umanità, con le metropoli ridotte, come aveva scritto Eugenio Montale riferendosi a Milano, a “enorme conglomerato di eremiti”. Una sera ho passeggiato da solo a Roma tra le rovine della contemporaneità, ben più spettrali e desolanti delle rovine antiche. E mi ha fatto così male che non ci riproverei più, anche se avessi una dispensa speciale per farlo. Non puoi vivere se il mondo intorno è morto. Ma restiamo in attesa di resurrezione.(Marcello Veneziani, “Il pericolo di una dittatura sanitaria”, da “La Verità” del 15 marzo 2020).Dopo l’esperienza del virus, sappiamo che l’eventuale minaccia totalitaria che si annida nel futuro potrà essere una dittatura sanitaria. Dittatura globale e/o nazionale, giustificata da norme anticontagio. Vi invito a un viaggio letterario e forse un po’ profetico nel futuro globale, partendo dai nostri giorni. Stiamo sperimentando sulla nostra pelle che nel nome della salute è possibile revocare la libertà, sospendere i diritti elementari e la democrazia, imporre senza se e senza ma norme restrittive, fino al coprifuoco. È possibile mettere un paese agli arresti domiciliari, isolare gli individui, impedire ogni possibile riunione di persone, decomporre la società in molecole, e tenerla insieme solo con le istruzioni a distanza del potere sanitario. Più magari un vago patriottismo ricreativo e consolatorio, da finestra o da balcone… Nessuno mette in discussione la profilassi e la prevenzione adottate, si può dissentire su singoli provvedimenti, su tempi, modi e aree di applicazione; ma nessuno vuol farsi obiettore di coscienza, renitente, se non ribelle, agli imperativi sanitari vigenti.
-
Magaldi: italiani felici e reclusi a vita, aspettando altri virus?
Si colpevolizza chi indugia nel portare a spasso il cane, dopo che si è lasciato che migliaia di persone lasciassero la Lombardia per dirigersi al Sud: secondo la logica della quarantena sono potenziali untori, e si lascia tuttora che queste ondate si muovano, senza che queste persone vengano prima sottoposte a un test. Ci viene proposta una retorica da “grande fratello” orwelliano, plaudendo ai pecoroni che si mettono a cantare, a comando, dai balconi. Abbiamo scoperto quanto è facile limitare la libertà e costringere i cittadini in casa: moltissimi italiani, festosi e scodinzolanti, hanno già introiettato la segregazione della quarantena. Ma se questa emergenza durerà altri mesi, o magari un anno, staremo tutti in casa in attesa di avere lumi su quando riprenderà la vita normale? E se in futuro dovessero arrivare 2-3 virus all’anno che facciamo, sospendiamo la nostra vita? Bella mutazione antropologica: reclusi in casa per sempre? E’ questo il futuro che ci attende? Nella Seconda Guerra Mondiale, chi entrò in guerra in nome della libertà e della democrazia, contro il totalitarismo hitleriano, mise nel conto milioni di morti. E adesso noi, senza colpo ferire, saremo privati della democrazia. Non si vota più: rinviate elezioni e referendum, fino alla scomparsa del coronavirus. E se dovesse presentarsi un virus all’anno? Democrazia kaputt?
-
Magaldi: ma Conte dovrà pagare, per aver rovinato l’Italia
«Non pensino, quelli che ci stanno conducendo verso la rovina, di passarla liscia: pagheranno caro, e pagheranno tutto». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, condanna la gestione governativa dell’emergenza coronavirus: mentre Francia e Germania si attrezzano per affrontare al meglio i casi gravi, Conte sigilla l’Italia mandando il paese al tappeto, e senza neppure riuscire a fermare il contagio. In più, «c’è una relazione davvero verminosa tra l’approvazione del Mes e la presunta emergenza coronavirus». Magaldi cita l’economista Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt: «Se c’è l’emergenza, il Mes va rinviato. Se invece l’emergenza non c’è, come si deduce osservando il comportamento di Francia e Germania (che semplicemente si attrezzano per contenere la percentuale di pazienti bisognosi), allora chiediamoci perché ci tengono in emergenza: solo per approvare il Mes?». Prenderemo nota di tutto quello che accade, insiste Magaldi: «Rispetteremo le leggi, pur contestandole e criticandole duramente. E poi alla fine presenteremo il conto: politico, economico e anche giudiziario».Probabilmente, aggiunge il leader “rooseveltiano”, «oggi gli italiani si meritano i politici che hanno: sono una masnada di cialtroni, uno peggio dell’altro, dalla maggioranza all’opposizione». La colpa più grave? «Il messaggio inviato al paese: siccome non abbiamo le risorse sanitarie, hanno detto, noi dobbiamo fare la quarantena; dobbiamo chiudere un intero paese, perché le risorse sanitarie non sono sufficienti a curare chi ne ha bisogno». A quanto pare, continua Magaldi, «chiunque, d’ora in poi, potrà pensare di rilasciare dolosamente dei virus per provocare dei danni». La Tv di Stato russa dà per scontato, a torto o a ragione, che il coronavirus sia stato rilasciato di proposito. «Dobbiamo sapere che questa possibilità esiste: mettere in circolazione dei virus oggi è facilissimo, e nel mondo globalizzato non incontrano ostacoli», ammette Magaldi. «E noi che facciamo, nei prossimi anni? Ogni volta chiudiamo l’Italia?». In realtà, «con strutture adeguate all’emergenza, non ci sarebbe bisogno di chiudere il paese».Le conseguenze, intanto, come già sappiamo saranno gravissime: «Qualcuno sovravviverà grazie a indennizzi e sgravi fiscali, ma moltissime aziende falliranno», anche perché si fà per scontato che l’emergenza, purtroppo, non finirà certo il 3 aprile. «Questa è la mazzata finale, per l’Italia», sottolinea Magaldi. «Non erano bastati gli eventi del passato recente: la svendita, le privatizzazioni, il “massacro” della classe politica della Prima Repubblica e il varo di una nuova classe politica, farlocca, che nella Seconda Repubblica ha permesso a poteri altri di fare tutto quello che volevano». Non è bastata la crisi del 2008-2009, non è bastata la “cura” dell’austerity: «Adesso, guardacaso, proprio in Italia si fa qualcosa che nessun altro sta facendo, altrove: e questo comporterà conseguenze catastrofiche». Per Magaldi «siamo al paradosso, alla follia e anche al crimine: e qualcuno dovrà rispondere, di tutto ciò».Secondo il presidente del Movimento Roosevelt, siamo di fronte a una sorta di esperimento: «Come sempre, l’Italia è un campo cruciale per esperimenti sociologici, politologici ed economici. Qualcuno, a un certo punto, ha pensato che fosse la volta buona per ammazzare definitivamente il sistema Italia?». In altre parole: «C’è qualcuno che sta intervenendo, pensando di mettere l’Italia in una condizione di difficoltà a cui, finora, non erano giunte neppure le peggiori politiche imposte dalla “Disunione Europea”?». Inquietante il “cambio di abitudini” evocato da Conte, che ricorda quello inaugurato di fronte allo spauracchio del terrorismo globale: «Dovevamo essere disposti a rinunciare alla nostra libertà in cambio di più sicurezza. E qui, a cosa dobbiamo essere disposti a rinunciare, in futuro?». Secondo Magaldi, è pericoloso «abituare in modo così facile un paese ad “appecoronarsi” alla presunta ragion di Stato, al principio della salute pubblica, in nome del quale si ammazzano intere filiere produttive».Ma intanto, insiste Magaldi, chi oggi si è preso la responsabilità di “chiudere” l’Italia «dovrà pagare, per questo». E se il governo non agirà prontamente per risarcire le aziende che ha colpito, «bisognerà dire agli italiani che, se non sono in condizione di pagarle, forse le tasse non le dovranno pagare, e così i mutui. Ci sono le basi per presentare il conto a chi di dovere». Conte? «E’ un cameriere, fra i tanti: in parte gestisce le cose male, essendo incapace (come i suoi ministri) di governare questo paese». Secondo Magaldi, ha ragione Sgarbi: «Questo Consiglio dei ministri è uno dei peggiori di sempre, composto di persone incompetenti, inette, asservite». Siamo stati gli unici, al mondo, a imporre il coprifuoco all’intero paese: «La Cina aveva chiuso solo la regione di Wuhan, e poteva permetterselo. Così adesso, dopo aver instaurato un meccanismo ultra-draconiano – lo stesso che i minchioni italiani hanno emulato – Xi Jinping ha fatto la sua camminata trionfale nei luoghi dove c’era stata la quarantena e le attività produttive sono riprese». L’Italia, invece, è sull’orlo del baratro: e stavolta con anche il cappio al collo chiamato Mes.«Non pensino, quelli che ci stanno conducendo verso la rovina, di passarla liscia: pagheranno caro, e pagheranno tutto». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, condanna la gestione governativa dell’emergenza coronavirus: mentre Francia e Germania si attrezzano per affrontare al meglio i casi gravi, Conte sigilla l’Italia mandando il paese al tappeto, e senza neppure riuscire a fermare il contagio. In più, «c’è una relazione davvero verminosa tra l’approvazione del Mes e la presunta emergenza coronavirus». Magaldi cita l’economista Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt: «Se c’è l’emergenza, il Mes va rinviato. Se invece l’emergenza non c’è, come si deduce osservando il comportamento di Francia e Germania (che semplicemente si attrezzano per contenere la percentuale di pazienti bisognosi), allora chiediamoci perché ci tengono in emergenza: solo per approvare il Mes?». Prenderemo nota di tutto quello che accade, insiste Magaldi: «Rispetteremo le leggi, pur contestandole e criticandole duramente. E poi alla fine presenteremo il conto: politico, economico e anche giudiziario».
-
Virus e vaccino “targato” Bill Gates, l’Italia farà da cavia?
Il vaccino pronto in un lampo, quando invece occorrono anni. Tutto premeditato e preconfezionato negli United States of America? Ora il tempismo è addirittura da primato planetario: «Voglio ringraziare l’intero team di Moderna per il loro straordinario sforzo nel rispondere a questa emergenza sanitaria globale con una velocità record. La collaborazione attraverso Moderna, con Niaid e Cepi ci ha permesso di consegnare un lotto clinico in 42 giorni dall’identificazione della sequenza», ha dichiarato Juan Andres, “chief technical operations and quality officer” presso Moderna. L’emergenza pandemica in atto, imposta all’umanità, forse deriva da strategie politiche ed economiche di dimensioni globali? Ecco la fantascienza che diviene realtà sociale: inverosimile, incredibile, inaudita, impensabile. Ma quale Cina. L’Italia è ormai considerata, anzi additata dalla propaganda dei mass media pilotati esclusivamente dal profitto economico accoppiato al sensazionalismo sterile (comprese le macchiette tricolori) come il paese “untore”. Per tale folle motivazione fungerà da cavia per la sperimentazione del primo vaccino contro il coronavirus?
-
Si muore per soldi, non per il virus: guai se cediamo al Mes
Ma saranno stati almeno vaccinati, i 20.000 soldati americani che stanno sbarcando in Europa per poi “passeggiare” nelle terre del coronavirus? Ora fraternizzano con la popolazione in un paese come la Germania, da cui – si apprende – si è propagata la prima infezione nel vecchio continente. E’ dunque un vaccino, forse sperimentale, a proteggere i militari statunitensi impegnati nell’operazione “Defender Europe”, non rinviata nonostante la grave allerta sanitaria europea? Se lo domanda Manlio Dinucci, veterano cronista di guerra in forza al “Manifesto”, in collegamento web con Claudio Messora su “ByoBlu”. Quello di Messora è il canale d’informazione che più di ogni altro, in questi giorni, si sta battendo per offrire agli italiani un’osservazione attendibile della crisi in corso. Sempre su “ByoBlu”, l’economista Nino Galloni avverte: c’è il rischio concreto che venga ratificato il Mes, erede diretto del pernicioso e ormai obsoleto Fondo Salva-Stati, creato nel periodo in cui alla Bce non era ancora stato consentito di sostenere i debiti pubblici, acquistando titoli di Stato. Vi sembra il caso, proprio ora, di mettersi a parlare di Mes?Due operazioni – l’esercitazione Nato e il Mes – che non vengono rinviate, nonostante l’emergenza coronavirus. Un sospetto: c’è una oscura correlazione diretta, tra questi eventi in apparenza non connessi tra loro? E’ tutto estremamente strano, quasi surreale. Per esempio: è assolutamente inconcepibile, dice Galloni, che – al momento dell’estensione della zona rossa all’intera Lombardia – da Palazzo Chigi possa essere partita la fuga di notizie che ha determinato l’esodo di migliaia di persone verso il Sud. L’emergenza sanitaria? Mal raccontata, enfatizzata: il problema si è fatto davvero drammatico per una minuscola quota di persone (per lo più anziane, deboli, già malate) a causa della rottamazione del sistema sanitario nazionale. Anni di tagli forsennati, fino al suicidio firmato da Monti, con 30 miliardi tolti all’assistenza medica ospedaliera. I numeri del coronavirus restano limitatissimi, ribadisce Galloni, se parliamo di criticità serie: la tragedia è che ormai i nostri ospedali, ridotti ai minimi termini, faticano a gestire nel modo migliore poche centinaia di malati gravi.Strano che ora, su tutto questo, incomba anche la ratifica del Mes: perché non rimandarla, vista la situazione di emergenza nazionale? Galloni parla chiaro: a finire in rianimazione (economica) è l’Italia intera. Per salvarla, servono tanti miliardi, e subito. Se li garantisse la Bce, come si spera, si trasformerebbero comunque in debito. Invece, l’emissione tempestiva e a costo zero di una moneta parallela – non convertibile, spendibile solo in Italia – sarebbe il toccasana. Perché nessuno ne parla, nel governo Conte? Peggio: perché intanto non si chiede di annullare il summit del 16 marzo, cioè la ratifica del Mes? Il pericolo è mortale, avverte Galloni: accedendo a quel fondo (e l’Italia oggi ha un disperato bisogno di denaro pronto uso, per fronteggiare l’emergenza) si va incontro a conseguenze catastrofiche. Non potendo restituire il prestito a stretto giro, i rischi sono letali. Primo: la svendita di quel che resta delle strategiche partecipazioni statali, il 20% di quello che furono (e attenzione: garantirono il boom economico). Secondo: la svendita dei gioielli del patrimonio italiano, cioè i beni culturali che alimentano l’economia turistica. In altre parole: se firma il Mes, l’Italia sparisce. Muore.L’altro colpo mortale – dice Gioele Magaldi, leader del Movimento Roosevelt (di cui lo stesso Galloni è vicepresidente) – è rappresentato dalla decisione di mettere l’intera Italia in quarantena. «Una scelta tardiva, comunque inefficace e dunque inutile, ma sicuramente autodistruttiva». A motivare per decreto la paralisi del paese, evidentemente, è il panico: lo spettacolo dei reparti di terapia intensiva, ridotti ai minimi termini e letteralmente assediati dai pazienti con difficoltà respiratorie. Cosa andava fatto, invece? «Ovvio: alle prime avvisaglie del problema, bisognava attrezzarsi in modo adeguato». Con posti letto raddoppiati o triplicati, e personale disponibile, non ci sarebbe stato nessun allarme. Invece: l’Italia non ha agito, non ha preteso risorse immediate. «Conte si è limitato a mendicare elemosine, fuori tempo massimo». E prima ancora, l’Unione Europea – scandalosamente – non si è affatto preoccupata del problema. In compenso, si ricorda del Mes.Vediamo di capirci, insiste Magaldi: già prima del coronavirus, l’Italia delle aziende e delle famiglie era prossima al coma. Un mese di pre-emergenza l’ha messa in ginocchio. E adesso, il decreto-Conte l’ha stesa al tappeto. Virtualmemte, l’operazione-coronavirus sembra il capolavoro di un ipotetico nemico: se qualcuno avesse voluto distruggerci, non avrebbe potuto far meglio di Conte. A proposito: c’è qualcosa che è proibito sapere, riguardo all’epidemia? Nessuno ha certezze, ma moltissime fonti citano strane coincidenze. Bill Gates, Berkeley, Darpa e Pentagono: il coronavirus sembra più americano che cinese. Un’arma perfetta per sabotare il gigante asiatico, a cui Trump ha dichiarato guerra? Magaldi non ci sta, e invita a leggere oltre l’apparenza: è proprio la dirigenza cinese a trarre vantaggio dal virus, che le permette di mascherare la fine della maxi-crescita, largamente attesa (e attentamente taciuta) ben prima del disastro di Wuhan. Il guaio? Gli strateghi della globalizzazione neoliberista aprirono alla Cina le porte del mercato mondiale, senza chiederle contropartite: democrazia, sindacati, tutela dell’ambiente. Niente.La Cina è stata bravissima ad approfittarne, sbalordendo il mondo. Ma ha sbaragliato la concorrenza occidentale in modo sleale, con prodotti a basso costo. Che tutto questo sarebbe accaduto, lo sapevano fin dall’inizio gli ingegneri (occidentali) del globalismo cinesizzato. Per Usa ed Europa, dolori: crisi, disoccupazione, tagli, delocalizzazioni. Ed exploit finanziario, a beneficio dei supremi gestori. Il loro obiettivo? Creare un mostro, la super-Cina: efficientissima, regina del business, ma senza libertà né democrazia. Il sogno: trasformare lo stesso Occidente in un clone della nuova Cina. Poi, con Trump, il gioco si è rotto e sono spuntati i dazi. Infine ecco il coronavirus, che da Wuhan – via Germania – ora infesta l’Italia, spaventando il resto del mondo. E se i media italiani scivolano verso il terrorismo psicologico quotidiano, è perché la sanità – brutalmente amputata – stenta ad assistere nel modo migliore le vittime di un morbo che, statisticamente, sembra rivelarsi assai meno pericoloso di tanti altri, che però non fanno notizia.Riuscirà il coronavirus laddove tante prediche politiche, in questi anni, hanno fallito? Gli italiani capiranno che lo Stato non può essere lasciato senza soldi, cioè senza difese? Sovranità finanziaria vuol dire anche sicurezza: se invece la moneta manca, si rischia anche la pelle. Il virus è drammaticamente esplicito, in questo: l’Italia ha un disperato bisogno di miliardi a costo zero, ma il 16 marzo ad attenderla c’è il Mes, lo strozzino. Decenni fa, un incubo simile sarebbe stato impensabile. Eppure, anche se i media non lo sottolineano: da trent’anni, l’Italia è in avanzo primario. Cioè: i soldi che i cittadini versano in tasse sono più di quanto lo Stato spenda in termini di servizi. Una follia, rimasta sottotraccia, e che adesso – grazie alla crisi-coronavirus – potrebbe esplodere. Meglio tardi che mai? Sì, ma a condizione che venga archiviato il Mes: se dovessimo attingere al fondo europeo, per l’Italia sarebbe davvero la fine. Allora sì, che il coronavirus diventerebbe una catastrofe: la tomba del Belpaese, l’estinzione del benessere e della possibilità di risalire la china.Ma saranno stati almeno vaccinati, i 20.000 soldati americani che stanno sbarcando in Europa per poi “passeggiare” nelle terre del coronavirus? Ora fraternizzano con la popolazione in un paese come la Germania, da cui – si apprende – si è propagata la prima infezione nel vecchio continente. E’ dunque un vaccino, forse sperimentale, a proteggere i militari statunitensi impegnati nell’operazione “Defender Europe”, non rinviata nonostante la grave allerta sanitaria europea? Se lo domanda Manlio Dinucci, veterano cronista di guerra in forza al “Manifesto”, in collegamento web con Claudio Messora su “ByoBlu”. Quello di Messora è il canale d’informazione che più di ogni altro, in questi giorni, si sta battendo per offrire agli italiani un’osservazione attendibile della crisi in corso. Sempre su “ByoBlu”, l’economista Nino Galloni avverte: c’è il rischio concreto che venga ratificato il Mes, erede diretto del pernicioso e ormai obsoleto Fondo Salva-Stati, creato nel periodo in cui alla Bce non era ancora stato consentito di sostenere i debiti pubblici, acquistando titoli di Stato. Vi sembra il caso, proprio ora, di mettersi a parlare di Mes?
-
Magaldi: apocalisse coronavirus, così Conte suicida l’Italia
La situazione è grave, ma non seria: si sono chiuse le stalle quando ormai i buoi erano scappati. Se – usando questa retorica – si voleva puntare sulla limitazione drastica della diffusione del contagio, queste misure bisognava assumerle un mese fa (ma seriamente, non all’italiana, cioè non consentendo la scappatoia dell’autocertificazione per gli spostamenti: il divieto di spostamento andava esteso a tutti, tassativamente). Il contagio si diffonderà comunque, perché il coronavirus è più contagioso di una normale influenza e perché le misure draconiane non sono state prese un mese fa. Questo, se uno pensa al coronavirus come alla peste bubbonica: la percezione, almeno, è quella di un problema ad alto grado di pericolosità. E’ davvero così? Io penso di no. Credo che dobbiamo scientificamente rimanere ancorati alle statistiche. I dati sulla polmonite e sulle infezioni danno una mortalità molto più grande. Solo di polmonite, si calcola che muoiano centomila persone ogni anno. E’ surreale: ormai, quello del coronavirus – tra morti e contagiati – è un bollettino di guerra quotidiano. Tra chi ci osserva, ci sarà anche chi lo fa per capire quanto i cittadini siano disponibili alle limitazioni della libertà.Inoculare un virus nel mondo globalizzato, con queste maglie larghe, è facilissimo: fra un anno potremmo avere un altro virus, analogo. E che facciamo? Ogni volta ripetiamo quello che stiamo facendo? Certo, non bisogna sottovalutare l’effetto che il virus può avere su alcuni pazienti. Ma allora, bisogna decidersi: le misure draconiane, ripeto, andavano assunte prima. Ma secondo me non andavano nemmeno prese. Non andava messo in ginocchio il paese, non andava creata questa psicosi. Andava fatto un altro discorso, responsabile. Bisognava dire: c’è un virus così, non lo conosciamo, abbiamo dei dati, osserviamo quello che accade in Cina, sappiamo che l’incidenza di mortalità è simile a quella di altri virus (che non hanno comportato restrizioni di questo tipo); quindi andava usata anche la televisione per trasmettere consigli, per sollecitare le stesse precauzioni destinate – rispetto all’influenza – a persone esposte, deboli. D’ora in poi, vogliamo che i governanti ci mettano in guardia e diano anche il bollettino dei morti per influenza, per polmonite e per infezioni: ormai lo pretendiamo. Fatelo per tutte le cose per cui si muore: ogni giorno, un bollettino per ognuna delle cose per cui si perde la vita, specie in seguito a infezione e contatto con gli altri. Perché accordare solo al coronavirus questo privilegio?Si poteva invece evitare un clima di questo tipo, e investire – da subito – miliardi, per strumenti medici. C’erano in vista problemi respiratori? Invece di diffondere allarme, stracciarsi le vesti e dire che non ce la faremo a gestire l’emergenza, bisognava spendere denari per il benessere pubblico. E perché ad esempio non si è pensato di fare tamponi di massa, per tempo? Sappiamo che anche il coronavirus in qualche caso può anche essere letale – come l’influenza, le infezioni, le polmoniti. Sono una piccola percentuale, per fortuna. In quel caso, queste persone vanno ospedalizzate e curate con gli strumenti necessari. Secondo me avremmo avuto le stesse percentuali, ma non questa pazzia, questa vera e propria pazzia collettiva. Siamo andati avanti per settimane con uno stillicidio di misure all’acqua di rose, parziali, incongruenti, con zone isolate a macchia di leopardo. Il coronavirus divamperà ancora. E noi staremo appesi al televisore a sentire gli aggiornamenti. I casi gravi sono una percentuale irrisoria: non possiamo trasformare il coronavirus nello spauracchio del terzo millennio. Può essere grave, ma – statisticamente – lo è per poche persone: così come per altre cose, per cui non c’è questo allarme sociale.Il governo italiano non ha seguito nemmeno la sua logica, che rispetto a questo problema prevede un allarme da tragedia incombente, da peste bubbonica. La sua logica è che bisogna assolutamente arrestare il contagio, perché oltretutto non si hanno strutture sanitarie adeguate. Cioè, in un mondo in cui la globalizzazione consente che possano periodicamente divampare virus di questo tipo, tu che fai? Tagli le risorse della sanità pubblica. Molto intelligente, no? E poi, quando scoppia il virus, invece di investire in personale e macchinari, gridi “al lupo, al lupo”, non sapendo dove metterai i pazienti e come li curerai. Molto intelligente, molto lungirimante, molto attento al benessere collettivo. Se la logica era questa, il governo italiano ha toppato, in ogni caso. Questo governicchio stava per cadere, e Conte è stato “salvato” dall’emergenza, che è una cosa più grande di lui. Ma è un vivacchiare, è un mettere la polvere sotto il tappeto. Quando ci risveglieremo da questo incubo, si scoprirà che il paese ha avuto il colpo di grazia.L’Italia era in crisi da decenni, ha avuto una botta forte dopo la crisi finanziaria del 2008-2009 (e la falsa cura dell’austerity). E il paese oggi riceve il colpo di grazia. C’è anche questa sordida manovra di anticipare l’approvazione del Meccanismo Europeo di Stabilità, il famigerato Mes. Semmai, la crisi-coronavirus legittima ulteriormente l’adozione di una moneta parallela, ripetutamente proposta da Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt. La situazione presuppone un piano straordinario di investimenti da 100-200 miliardi, per l’Italia e per tutti i paesi europei colpiti da questa crisi economica derivante dall’aver messo in quarantena intere regioni. E qui stiamo invece ad anticipare l’approvazione del Mes, che è un meccanismo ulteriore di quell’austerity che ha aggravato le crisi economiche degli ultimi anni? Siamo alla follia. Stiano anche attenti: sono clamorose le rivolte nelle carceri. La gente adesso è preoccupata, prevale lo spirito da pecoroni impauriti. Ma poi il popolo si rivolta: se non hai i denari per indennizzare le perdite, quando molta gente sarà col culo per terra e altre aziende falliranno, poi la rabbia sociale esploderà.Stiano attenti, a giocare col fuoco. Si è sbagliato tutto, si continua a sbagliare. Spero che all’ultimo momento venga ripensata, questa approvazione del Mes il 16 marzo. Questa storia del coronavirus è poco convincente sotto molti aspetti, ha tanti angoli bui. E’ una storia abbastanza puzzolente. Se la cura alle crisi economico-finanziarie è stata peggio del male (c’è stata una volontà dolosa di aggravarle, anziché risolverle), e se il terrorismo globale ha portato in molti casi alla restrizione di libertà, chi ama restringere la libertà e vuole trasformare il pianeta globalizzato in un mondo post-democratico e sempre meno libero, be’, guarda con grande interesse a questo grande strumento di disciplina sociale autoritaria. Nessuno, dopo la Seconda Guerra Mondiale, aveva dovuto vivere in queste condizioni di restrizione. Se fossi un gruppo di potere che sogna un mondo più controllato, mi inventerei un virus all’anno. E, in nome dell’emergenza, abituerei i cittadini ad ogni sorta di restrizioni. Naturalmente è sempre un gioco da apprendisti stregoni, perché poi devi controllare il mostro della rabbia sociale che vai a fomentare. Quindi è un’arma pericolosissima, da usare.Sarà anche una persona squisita, ma – politicamente parlando – il nostro presidente del Consiglio è un minchione. Non si può arrestare l’influenza, figurarsi un contagio che è ancora più rognoso, proprio per la facilità con cui si diffonde. Visto che le misure sono ovviamente inefficaci, secondo questa logica aumenteranno le restrizioni: fra un po’ ci diranno di stare alla larga l’uno dall’altro anche dentro le case, invitando mariti e mogli e stare a due metri di distanza. Ci proporranno di scavare dei bunker sotteranei? E’ un’escalation assolutamente idiota e grottesca. Bisognava lasciare che accadesse quello che comunque non si è potuto impedire. E non si potrà impedire che il virus si diffonda e contagi molte persone, che in gran parte però non ne soffriranno. Per chi ne soffrirà, serviranno strutture meglio attrezzate. Quella era la strada da prendere, anziché dare la mazzata finale a un paese già in crisi economica. Questa emergenza, resa in questi termini, non si giustifica. C’è una narrazione artefatta. Orwelliamente, a forza di ripeterla, una menzogna diventa una verità. Ma noi abbiamo il dovere di testimoniare il dissenso, rispetto a questo.Un grande potenza industriale, un grande paese moderno (senza il quale non l’Unione Europea non esisterebbe nemmeno) invece di piagnucolare sul fatto che non ha le risorse, be’, le risorse se le procura. Il piagnisteo sul collasso degli ospedali deriva dai tagli sciagurati di ieri e dall’ignavia di oggi, perché si sta sempre lì a contare due baiocchi da spendere. Ci hanno fatto la grazia? Conte è andato a belare, di fronte ai rappresentanti della Disunione Europea, chiedendo un po’ di flessibilità. Ma stiamo scherzando? Si chiedono ai cittadini enormi sacrifici – esistenziali, lavorativi – e tu, Stato, non sei in condizione di affrontare un’emergenza sanitaria per carenza di mezzi? Questa è una vergogna assoluta, è un caso da rivoluzione. Spero che i governanti si precipitino a procurarsi le risorse e i macchinari per far fronte a qualunque tipo di emergenza. Dopodiché, l’emergenza è soprattutto nella narrazione: si è introdotta una psicosi, la si è coltivata, la si sta consolidando e aumentando di giorno in giorno; ma la verità è che questo virus – che è insidioso, rognoso, e per qualcuno pericoloso – non meritava dei bollettini giornalieri di terrorismo psicologico sui cittadini. Credo però che il Movimento Roosevelt – come anche i massoni progressisti – continuerà a lavorare per rendere questa disgrazia un’opportunità.(Gioele Magaldi, dichiarazioni rilasciate a Fabio Frabetti di “Border Nights” nella diretta web-streaming su YouTube “Gioele Magaldi racconta” del 10 marzo 2020).La situazione è grave, ma non seria: si sono chiuse le stalle quando ormai i buoi erano scappati. Se – usando questa retorica – si voleva puntare sulla limitazione drastica della diffusione del contagio, queste misure bisognava assumerle un mese fa (ma seriamente, non all’italiana, cioè non consentendo la scappatoia dell’autocertificazione per gli spostamenti: il divieto di spostamento andava esteso a tutti, tassativamente). Il contagio si diffonderà comunque, perché il coronavirus è più contagioso di una normale influenza e perché le misure draconiane non sono state prese un mese fa. Questo, se uno pensa al coronavirus come alla peste bubbonica: la percezione, almeno, è quella di un problema ad alto grado di pericolosità. E’ davvero così? Io penso di no. Credo che dobbiamo scientificamente rimanere ancorati alle statistiche. I dati sulla polmonite e sulle infezioni danno una mortalità molto più grande. Solo di polmonite, si calcola che muoiano centomila persone ogni anno. E’ surreale: ormai, quello del coronavirus – tra morti e contagiati – è un bollettino di guerra quotidiano. Tra chi ci osserva, ci sarà anche chi lo fa per capire quanto i cittadini siano disponibili alle limitazioni della libertà.
-
Grossi: virus Mes, il potere ha paura e prova a farci paura
Il mondo non ha nessun bisogno, del Mes. Se proprio volessero salvare le banche (il Mes serve a quello) potrebbero usare la Banca Centrale Europea. La Bce i soldi li crea dal nulla: non le costano niente, ne ha quanti ne vuole. Perché non lo fanno? La Bce ha il divieto di dare soldi allo Stato, ma può darli alle banche. E invece, per salvare le banche, si sceglie un’istituzione finanziaria intrernazionale che prende i soldi nostri, dei cittadini – e noi i soldi ce li guadagniamo col sudore della fronte. Il Mes prende i soldi nostri e salva queste banche, che potrebbero essere salvate dalla Banca Centrale Europea. Non tornano i conti, no? C’è decisamente qualcosa che non va. Ecco, io penso che la controinformazione che si sta facendo da molti anni a questa parte sta diventando efficace. Il potere sta in piedi perché manipola le coscienze, perché carpisce la buona fede delle persone. Ma, mano a mano, le balle che racconta stanno venendo fuori tutte, una dopo l’altra.Forse, il potere ha paura. E cosa può fare, per difendersi? Mette paura a noi: il fallimento, la malattia, l’epidemia…. E cosa fanno, le persone, quando hanno paura? Da una parte c’è la libertà, dall’altra c’è la sicurezza. Se non hai un elevato livello di coscienza, scegli la sicurezza e rinunci alla tua libertà. E allora mi rivolgo alle persone che hanno già sviluppato un certo livello di coscienza, e dico che è venuto il momento di conseguire molto seriamente quell’idea, di cui si parla da tempo, di una rivoluzione: nonviolenta, ma organizzata; seria, efficace. Perché noi, nei prossimi mesi, ci troveremo – con un discreto grado di possibilità – in una situazione in cui le masse potrebbero scegliere di rinnciare alla loro libertà. E non sarebbe per poco tempo.(Guido Grossi, intervento nella diretta web-streaming “Mes, fermare il contagio” trasmessa su “ByoBlu” e “Pandora Tv” il 7 marzo 2020, registrata su YouTube. Già dirigente bancario, tesoriere della Banca Nazionale del Lavoro, Grossi è stato vicepresidente dell’AticForex, associazione dei tesorieri italiani. Ex membro del consiglio di amministrazione di E-Mid, società di mercato che gestisce i depositi interbancari, Grossi è stato membro del gruppo di contatto presso Bankitalia, nonché responsabile dei mercati finanziari e delle attività in titoli azionari e obbligazionari. Da tempo critico rispetto alla manipolazione politica della finanza, l’ex super-manager della Bnl è in prima fila tra quanti si battono per un risveglio della sovranità democratica italiana).Il mondo non ha nessun bisogno, del Mes. Se proprio volessero salvare le banche (il Mes serve a quello) potrebbero usare la Banca Centrale Europea. La Bce i soldi li crea dal nulla: non le costano niente, ne ha quanti ne vuole. Perché non lo fanno? La Bce ha il divieto di dare soldi allo Stato, ma può darli alle banche. E invece, per salvare le banche, si sceglie un’istituzione finanziaria intrernazionale che prende i soldi nostri, dei cittadini – e noi i soldi ce li guadagniamo col sudore della fronte. Il Mes prende i soldi nostri e salva queste banche, che potrebbero essere salvate dalla Banca Centrale Europea. Non tornano i conti, no? C’è decisamente qualcosa che non va. Ecco, io penso che la controinformazione che si sta facendo da molti anni a questa parte sta diventando efficace. Il potere sta in piedi perché manipola le coscienze, perché carpisce la buona fede delle persone. Ma, mano a mano, le balle che racconta stanno venendo fuori tutte, una dopo l’altra.
-
Waters: se uccidete Assange, vi accuseremo anche da morti
Siamo qui oggi per Julian Assange. Ma ho quattro nomi su questo pezzo di carta. Il primo e l’ultimo naturalmente è Julian Assange, un giornalista, un coraggioso faro illuminante in luoghi oscuri da cui le potenze vorrebbero che ci allontanassimo. Julian Assange. Un nome da scolpire con orgoglio in ogni monumento al progresso umano. Julian è il motivo per cui siamo qui oggi, ma questa non è una protesta campanilistica. Oggi siamo parte di un movimento globale, un movimento globale che potrebbe essere l’inizio dell’illuminazione globale di cui questo fragile pianeta ha disperatamente bisogno. Va bene. Secondo nome. Mandatomi dal mio amico VJ Prashad. Il secondo nome è Aamir Aziz: Aamir è un giovane poeta e attivista di Delhi, coinvolto nella lotta contro Modi e la sua legge sulla cittadinanza, la sua legge razzista. Tutto sarà ricordato. Uccideteci, diventeremo fantasmi e scriveremo dei vostri omicidi, con tutte le prove. Voi scrivete barzellette in tribunale; noi scriveremo “giustizia” sui muri. Parleremo così forte che anche i sordi sentiranno. Scriveremo così chiaramente che anche i ciechi leggeranno. Voi scrivete “ingiustizia” sulla terra; noi scriveremo “rivoluzione” nel cielo.Tutto sarà ricordato; tutto sarà registrato. Questo riversamento dello spirito umano dall’India avviene in un momento di rivolta, quando le catene della proprietà sono messe da parte. Mentre ci incontriamo qui a Londra. Dall’altra parte dell’Atlantico, in Argentina, migliaia di donne scendono in strada per chiedere la legalizzazione dell’aborto al presidente Fernández. Non è solo l’Argentina. Quest’ultimo anno abbiamo visto grandi proteste scoppiare in tutto il mondo contro i regimi neoliberali e fascisti. In Cile, in Libano, in Colombia, in Ecuador, ad Haiti, in Francia e ora, naturalmente, anche in Bolivia, dove si combatte la nuova dittatura militare imposta dagli Stati Uniti… Quando vedremo il nome dell’Inghilterra in allegato a questa nobile lista? Sento rumore delle teste grattate nei salotti di tutti questi paesi: “Di cosa sta parlando, quell’uomo è un dannato pervertito filocomunista, un dannato antisemita, di cosa sta parlando? Non viviamo in una dittatura, questo è un paese libero, una democrazia, con tutte le migliori tradizioni del fair play, pah!”. Bene, ho una notizia per voi: “scontento di Tunbridge Wells” [moralisti conservatori scandalizzati, ndr]. Ci piacerebbe pensare che questo fosse un paese libero, ma siamo davvero liberi?Perché, quando Julian Assange viene portato sul banco degli imputati, nella minuscola corte dei magistrati all’interno della prigione di Belmarsh ci sono così tanti posti occupati da anonimi colletti bianchi americani, che sussurrano istruzioni all’orecchio attento del principale avvocato dell’accusa, James Lewis Qc? Perché? Perché non viviamo in un paese libero, viviamo in un canile glorificato e abbaiamo e/o scodinzoliamo al comando dei nostri signori e padroni dall’altra parte dell’oceano. Oggi mi trovo qui, davanti alla Madre dei Parlamenti, e lei è lì che arrossisce in tutto il suo imbarazzo. E proprio qui sopra c’è Runnemede, dove nel 1215 noi, gli inglesi, abbiamo esposto i rudimenti del diritto comune. La Magna Carta, ratificata nel 1297 con l’articolo 29 che ci ha dato l’Habeus Corpus. Oppure no? Diceva: «Il corpo di un uomo libero non deve essere arrestato, né imprigionato, né messo al bando, né esiliato, né in alcun modo rovinato, né il re deve andare contro di lui o mandarlo con la forza contro di lui, se non per giudizio dei suoi pari o per la legge della terra».Purtroppo, l’articolo 29 non è applicabile nel diritto moderno. La Magna Carta è solo un’idea, e in questo mondo moderno, guidato dalla propaganda, non prevede alcun controllo di principio per il Parlamento che legifera contro i diritti dei cittadini. Abbiamo comunque un trattato di estradizione con gli Stati Uniti e nel primo paragrafo dell’articolo 4 di tale trattato si afferma: «L’estradizione non è concessa se il reato per il quale è richiesta l’estradizione è un reato politico». Julian Assange non ha commesso alcun crimine, ma ha commesso un atto politico. Ha detto la verità al potere. Ha fatto arrabbiare alcuni dei nostri padroni a Washington dicendo la verità e come punizione per l’atto di dire la verità vogliono il suo sangue. Ieri, davanti alla centrale elettrica di Battersea, ho fatto un’intervista televisiva per “Sky News” per promuovere questo evento; non c’era nessun collegamento visivo, quindi il mio unico contatto con la signora che mi ha fatto domande è stato tramite un auricolare su un filo riccio. Ho imparato qualcosa sul dire la verità nella formulazione delle sue domande. Mi è venuta addosso come un Don Chisciotte impazzito con tutte le sue domande, fitte di sbavature e insinuazioni, e le false accuse con cui i potenti hanno cercato di annerire il nome di Julian Assange.Ha fatto scattare una narrazione stanca, ma ben preparata, e poi mi interrompeva costantemente durante le mie risposte. Non so chi sia, può darsi che abbia buone intenzioni. Se lo sapesse, il mio consiglio sarebbe quello di smettere di bere il Kool-aid [credere a tutto ciò che le dicono fino alla morte, ndt], e se davvero ha un minimo di interesse per la usa professione, muova il suo dispiaciuto culo e si unisca a noi. Quindi, Inghilterra: invito il nostro primo ministro, Boris Johnson, a dichiarare i suoi colori. Sostiene lo spirito della Magna Carta? Crede nella democrazia, nella libertà, nel fair play, nella libertà di parola e soprattutto nella libertà di stampa? Se la risposta a queste domande è sì, allora suvvia, primo ministro, sia il bulldog britannico che vorrebbe far credere a tutti noi. Si opponga alla spacconata dell’egemonia americana, annulli questo processo-spettacolo, questa farsa, questo tribunale-canguro. «Le prove davanti alla corte sono incontrovertibili». Julian Assange è un uomo innocente. È un giornalista che fa un lavoro molto importante per “noi, il popolo”, esponendo i crimini di potenti sociopatici nei corridoi del potere. Vi chiamo a liberarlo oggi stesso.Non posso lasciare questa fase senza menzionare Chelsea Manning, che ha fornito parte del materiale che Julian ha pubblicato. Chelsea è stata chiusa in una prigione federale per un anno in carcere dagli americani per aver rifiutato, a titolo principale, di testimoniare davanti a un gran giurì appositamente convocato per fare di Julian Assange un esempio. Che coraggio. Le stanno anche facendo una multa di 1.000 dollari al giorno. Chelsea è un altro nome da scolpire nell’orgoglio; ho letto le ultime notizie sul tuo caso: sembra che il tuo team legale stia trovando la luce alla fine del tunnel; pregando Dio, speriamo uscirai presto per tornare dai tuoi cari, sei un vero eroe. Lei esemplifica lo spirito da bulldog di cui parlavo poc’anzi. Anche Daniel Hale. Daniel è un informatore che forse non conoscete ancora. Era in un grande film documentario, “National Bird”, realizzato dalla mia cara amica Sonia Kennebeck. Faceva parte del programma di droni degli Stati Uniti che prendeva di mira gli afghani nel loro paese da un centro di comando mobile a Navada. Quando il suo periodo nell’Usaf è finito, il buon cuore di Daniel si rifiutò di eliminare il peso del rimorso che portava e decise molto coraggiosamente di raccontare la sua storia.Da allora l’Fbi e la Cia hanno perseguitato Daniel senza pietà, e ora è in prigione in attesa di processo. Quello di Daniel è un altro nome da scolpire nell’orgoglio. Chi di noi non ha mai compromesso la propria libertà nella causa della libertà, chi non ha mai preso in mano la fiaccola accesa e l’ha tenuta tremante per i crimini dei suoi superiori, non può che meravigliarsi dello straordinario coraggio di chi l’ha fatto. Ci sono altri oratori, qui, quindi mi farò da parte; potrei stare qui tutto il giorno a inveire contro la morte della luce, se non dovessimo stare in piedi come bulldog, con le braccia legate, i ranghi chiusi davanti al nostro fratello e compagno Julian Assange. E quando i lacchè dell’impero americano verranno a prenderlo, a distruggerlo e ad impiccarlo nella siepe come monito per spaventare i futuri giornalisti, li guarderemo negli occhi e con una sola voce intoneremo loro: “Sopra i nostri cadaveri”.(Roger Waters, discorso pronunciato a Londra il 22 febbraio 2020, in favore di Julian Assange; testo editato sul sito di Waters, storico leader dei Pink Floyd, e tradotto da Riccardo Donat-Cattin per “Come Don Chisciotte”. Attivista per i diritti umani, Waters è perseguitato da Israele, che lo accusa di “antisemitismo” per il suo impegno a favore dei civili palestinesi, brutalmente sottoposti al regime israeliano di apartheid).Siamo qui oggi per Julian Assange. Ma ho quattro nomi su questo pezzo di carta. Il primo e l’ultimo naturalmente è Julian Assange, un giornalista, un coraggioso faro illuminante in luoghi oscuri da cui le potenze vorrebbero che ci allontanassimo. Julian Assange. Un nome da scolpire con orgoglio in ogni monumento al progresso umano. Julian è il motivo per cui siamo qui oggi, ma questa non è una protesta campanilistica. Oggi siamo parte di un movimento globale, un movimento globale che potrebbe essere l’inizio dell’illuminazione globale di cui questo fragile pianeta ha disperatamente bisogno. Va bene. Secondo nome. Mandatomi dal mio amico VJ Prashad. Il secondo nome è Aamir Aziz: Aamir è un giovane poeta e attivista di Delhi, coinvolto nella lotta contro Modi e la sua legge sulla cittadinanza, la sua legge razzista. Tutto sarà ricordato. Uccideteci, diventeremo fantasmi e scriveremo dei vostri omicidi, con tutte le prove. Voi scrivete barzellette in tribunale; noi scriveremo “giustizia” sui muri. Parleremo così forte che anche i sordi sentiranno. Scriveremo così chiaramente che anche i ciechi leggeranno. Voi scrivete “ingiustizia” sulla terra; noi scriveremo “rivoluzione” nel cielo.