Archivio del Tag ‘libertà’
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Islam in classe? Meglio: nuove regole, per ogni religione
Il Corano in classe, per concedere pari diritti alle religioni e scongiurare i rischi di un Islam clandestino? No, perché non dovrebbe più essere lo Stato a dover “sdoganare” le regioni: questo presupposto, sancito peraltro dal Concordato a tutela dei cattolici, è vecchio e sbagliato: anziché estenderlo anche all’Islam, va cancellato anche per il cattolicesimo. Lo afferma Sofia Ventura, docente di scienze politiche all’università di Bologna, nell’intervento “Una società plurale in uno Stato neutrale”
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Minacce su Facebook, Travaglio: diritto all’idiozia
«Mi appello alla magistratura romana e al Ministro della Giustizia (ma credo non ce ne sia bisogno) affinché non facciano assolutamente nulla contro il gruppo ‘A morte Marco Travaglio’. Il diritto all’idiozia è sacro e va garantito a tutti». Con queste parole Marco Travaglio commenta il gruppo Facebook che si augura la sua morte. Diversa la reazione della politica che in questi giorni è insorta per le minacce al premier del gruppo “Uccidiamo Berlusconi”.
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Vaccinarsi, con Primo Levi, dal cancro del negazionismo
Chiedere perdono agli ebrei? Impossibile. Sono arroganti, tracotanti, bugiardi. Pretendono che il mondo chieda loro scusa, all’infinito, per i crimini della Shoah, sicuramente una persecuzione risalente a settant’anni fa, ma non certo un genocidio: non ci sono prove che siano state sterminate sei milioni di persone, men che meno nelle camere a gas. Fantasie, invenzioni. Leggende. E’ la tesi che un ricercatore dell’università La Sapienza di Roma espone ora sui numerosi blog di cui è curatore. L’ennesimo scandalo del delirio negazionista.
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L’Islam clandestino non giova all’Italia
A chi giova un Islam illegale, clandestino e messo ai margini della società? Bisogna partire da questa domanda per comprendere il senso della proposta, che tanto clamore ha suscitato, lanciata nei giorni scorsi ad Asolo, al seminario annuale delle due fondazioni, “Italianieuropei” e “Farefuturo”, guidate rispettivamente da Massimo D’Alema e Gianfranco Fini: proposta che prevede la possibilità di inserire l’insegnamento facoltativo della religione islamica nell’ordinamento scolastico nazionale.
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Islam in classe: proposta seria, non provocazione
L’hanno chiamata “mattana”. L’hanno chiamata provocazione. Però la proposta dell’ora di religione islamica, contenuta nel paper su immigrazione e integrazione realizzato da “Farefuturo”, non è passata inosservata. Un’ora facoltativa, è bene ricordarlo, destinata a chi ne facesse richiesta: non per tutta la classe, per intenderci (e da alcune reazioni del mondo politico e non, viene il fondato sospetto che questo aspetto non sia stato colto, o forse anche volontariamente trascurato).
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Israele minaccia: ora la verità su Cecenia e Afghanistan
«Chi ha votato “sì” sappia che la prossima volta toccherà alla Nato in Afghanistan o ai russi in Cecenia». La frase è stata attribuita ad Eli Yishai, ministro dell’interno del governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu, all’indomani del clamoroso “verdetto” di Ginevra con il quale il Consiglio per i diritti umani dell’Onu ha approvato, a larga maggioranza, il Rapporto Goldstone sui crimini di Israele nella Striscia di Gaza durante l’operazione Piombo Fuso.
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Libero pensiero, sul web l’informazione più scomoda
La vera libertà di stampa? «Dire alla gente quello che non vorrebbe sentirsi dire». Parola di George Orwell. Che Damiano Mazzotti, giornalista e blogger, traduce così: «Cambiare il mondo è possibile, ma ci vuole tempo. Meglio non restare con le mani in mano». Ovvero, passare al giornalismo partecipativo, aperto, dove il lettore si trasforma in validatore, autore, editore. E’ la filosofia dei blog, che secondo Mazzotti si richiama ai maestri d’ogni tempo. Come l’argentino Horacio Viribitsky: «Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda».
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Pd e omofobia, salvate il soldato Binetti
Che qualcuno salvi dal “rogo” il soldato Paola Binetti. Che qualcuno faccia qualcosa per spiegare ai democratici del Pd che l’epoca del “processo politico” è ormai morta e sepolta. Non è possibile insomma che un partito a vocazione maggioritaria, pluralista e moderno come si candida a essere il Pd possa inciampare ancora nel paradigma della disciplina di partito. Fosse anche su un tema sul quale gli animi si accendono come quello sull’omofobia.
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La Cina compra l’Africa, un far west senza libertà
Strade e ponti in cambio di petrolio. Ospedali in cambio di rame e cobalto. La Cina si sta comprando l’Africa pezzo a pezzo, e lo sta facendo sotto i nostri occhi. Colonizzazione del terzo millennio, la si potrebbe chiamare. Affamata di materie prime e pronta a cucirsi addosso un nuovo ruolo globale, la Cina si sta proponendo oramai sempre più apertamente come nuova portavoce del mondo in via di sviluppo, riprendendo il filo di quella Conferenza di Bandung che nel 1955 – grazie alla lungimiranza e al genio politico di Zhou Enlai, uno dei veri padri della Repubblica popolare cinese – diede vita al gruppo dei “non allineati”.
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Informazione, ecco chi ha svenduto la nostra libertà
Il potere che orienta l’Italia da quindici anni, ovvero dalla “discesa in campo”, e che ha condizionato la vita nazionale anche quando era all’opposizione grazie allo strapotere mediatico di un sol uomo, ci ha riempiti di insulti, di calunnie, ha scagliato contro di noi le accuse più strampalate ed infamanti, perché? Perché non rinunciamo né mai rinunceremo al diritto di pensare. Questa semplice verità, che è il fondamento di ogni libertà e di ogni democrazia, è intollerabile per una forza politica che si sostiene sugli interessi di un sol uomo, ostile a ogni dissenso.
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Grillo: non fermerete la rivoluzione della verità
Kamikaze della perestrojka: così lo staff di Gorbaciov etichettò, all’epoca, l’oscuro e ambiguo Boris Eltsin, che strattonava l’uomo del Cremlino per affrettare le riforme e poi, una volta al potere, instaurò la “democratura” di Mosca, in seguito corretta – a modo suo – da Vladimir Putin. Non corre quei rischi il kamikaze dell’antipolitica italiana, Beppe Grillo, il pirata della Rete, principe delle incursioni mediatiche più esplosive degli ultimi anni, da quando cioè il crollo del Muro di Berlino ha trascinato con sé anche i rottami della Prima Repubblica italiana, traslocati precariamente nella Seconda, ereditati da Silvio Berlusconi e “smascherati”, prima che da chiunque altro, dal comico genovese.
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Lega Lombarda, che peccato forzare la storia
«La storia può essere legittimazione oltremodo autorevole, le grandi figure del passato autentici stendardi da sventolare». E, più il passato si allontana, più è difficile, oggi, che qualcuno alzi il dito per denunciare forzature storiografiche: «I diretti interessati sono morti da tempo e le tracce dei fatti si confondono nello spazio dei secoli». Tuttavia, se un’appropriazione è «indebita», il rischio che venga smascherata persiste, anche a distanza di mille anni. Lo afferma Cecilia Moretti, che dalle colonne del webmagazine della fondazione “Farefuturo” prende le distanze dal film “Barbarossa”, di Enzo Martinelli, osannato dalla Lega Nord come una celebrazione politica.