Archivio del Tag ‘legge elettorale’
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Voto storico: fermiamo i banditi e riprendiamoci l’Europa
Elezioni storiche: per la prima volta dopo tanti anni possiamo finalmente fermare i “camerieri” della finanza e creare un solido fronte di opposizione che ci consenta, già domani, di riprenderci l’Europa. Insieme a Spagna e Portogallo, Grecia e Francia, potremo rinegoziare i trattati-capestro coi quali Bruxelles impone il massacro sociale dell’austerity. Giulietto Chiesa ha le idee chiare: «Dobbiamo riconquistare l’Europa e riformarla in senso democratico, perché senza l’Europa saremmo perduti, nel grande scontro mondiale che oppone gli Usa alla Cina». Pechino sta crescendo, e fra appena cinque anni avremo di fronte “una Cina e mezzo”: «Quante risorse ci saranno a disposizione, per noi e per loro?». Guai se l’Europa scompare, anche se questa Unione Europea è da buttare. Va cambiata radicalmente, a cominciare dalle singole trincee nazionali. Per questo, l’Italia affronta un voto decisivo, che potrebbe cambiare la storia.
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Servi e padroni dello spread: ora mettiamoli in minoranza
Si apprende che i fondi e le agenzie della speculazione finanziaria internazionale stanno sondando l’Italia per sapere che fare dopo il voto, se far salire lo spread, o lucrare sulla fuga di capitali, o altro ancora. Questo perché, anche se la campagna elettorale ha fatto finta di dimenticarsene, il nostro paese fa sempre parte della schiera dei paesi debitori del sud Europa, precipitati in una depressione senza fine per colpa delle politiche di austerità e rigore. Paesi tra i quali spicca ancora la Grecia, nella quale nulla è migliorato e che si prepara ad un nuovo sciopero generale contro il massacro sociale in corso senza interruzione da tre anni. Massacro che è stato voluto e amministrato da governi che hanno deciso di obbedire ai diktat di quegli stessi signori che ora stanno testando il nostro voto.
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Grillo “promosso” dagli Usa: è un interlocutore credibile
«Alcune delle sue idee sono utopiche e irrealistiche, ma nonostante l’incoerenza della filosofia politica, la sua prospettiva dà voce a una parte dell’opinione pubblica che non trova espressione altrove». Conclusione: «La sua unica miscela di humour aggressivo, sostenuto da statistiche e ricerche giuste quanto basta, ne fa un interlocutore credibile sul sistema politico italiano». Parola di Ronald Spogli, ambasciatore degli Usa in Italia nel 2008. Beppe Grillo? «Un interlocutore credibile», scriveva Spogli, già allora, al segretario di Stato Condoleezza Rice, dopo un pranzo con l’ex comico all’ambasciata di via Veneto. Lo rivelano su “La Stampa” gli inviati Paolo Mastrolilli e Maurizio Molinari, che hanno scovato il documento grazie al “Freedom of information act”. In cinque pagine, Spogli spiega a Washington che Grillo è l’unico a denunciare la corruzione della politica italiana, a puntare sul web e a schierarsi dalla parte degli oppressi.
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Il cameriere Bersani? Tanto vale votare il padrone, Monti
Caos pre-elettorale, tra i minuetti di Monti e le manfrine del Cavaliere? «Una cosa però la so con certezza: alle politiche non voterò per il Pd o per qualsiasi suo alleato», preannuncia l’analista Aldo Giannuli: «D’altra parte, se devo parlare con qualcuno, prendo in considerazione il padrone di casa, non la servitù». Voto utile? Significa scegliere il meno peggio. «Ma il punto è proprio questo: il Pd è davvero il male minore?». No di certo: è solo l’ultima versione della politica di destra, travestita da sinistra: e allora, protesta Giannuli, tanto vale che Bersani chieda il voto direttamente all’elettorato di destra. Il Pd ha definitivamente rinnegato ogni minima pulsione di sinistra: bocciarlo oggi, insieme a tutti i suoi alleati, per Giannuli è l’unica possibilità di far risorgere “qualcosa di sinistra” domani, quando l’Italia sarà sommersa dalle macerie sociali dell’agenda-Monti.
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Il buono, il brutto e il cattivo: già visto, ma il buono dov’è?
Il buono, il brutto e il cattivo: massima semplificazione, spaghetti-western. Solo che, nello spettacolo politico, manca sempre uno dei tre: il buono. Abbondano invece i brutti e cattivi, perfetti per rubare la scena – tra lanci di monetine e girotondi – proprio mentre nel backstage, lontano dai riflettori, si consuma qualcosa di decisivo e irrimediabile, orchestrato con sapienza da altri attori, sicuramente meno brutti ma molto più cattivi. Corsi e ricorsi: prima Craxi, poi Berlusconi. Stessa sacrosanta indignazione popolare. E, nel retroscena, il piano: vent’anni fa gli accordi storici per l’avvento dell’euro-capestro a condizioni di sfavore, e dopo due decenni l’attuazione definitiva dello smantellamento dello Stato democratico moderno, il sanguinoso “massacro sociale” – senza precedenti, dal dopoguerra – con la subdola scusa dello spread, pilotato dagli stessi grandi registi del film.
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Giulietto Chiesa: una tempesta li spazzerà via tutti
Isabella Viola, una giovane madre di quattro figli, è morta stroncata dalla fatica su una panchina della metropolitana di Roma. Volevo ricordarla, perché credo che questa morte sia un segnale, un grande segnale molto forte. Un campanello d’allarme, che ci dice che sta arrivando la tempesta. Comincio a pensare che sia necessaria, una tempesta, per scrollarci di dosso l’apatia che troppi di noi continuano ad avere. Guardavo, nei giorni scorsi, le facce – un po’ ebeti, per la verità – di quelli che sono andati a votare per le primarie del Partito democratico. Erano contenti, probabilmente, tutti presi dall’idea di partecipare a una specie di rito democratico. E invece, era soltanto un rito: niente di più e niente di meno. Non è colpa loro, sono abitanti di Matrix. Loro non sanno. Erano tre milioni, pare, gli abitanti di Matrix che sono andati a votare per le primarie, ma in realtà sappiamo che sono molti di più, purtroppo per noi.
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Sinistra radicale? Giannuli: lasciate perdere, siete finiti
Diversi amici e compagni mi sollecitano un parere su cosa dovrebbe fare la sinistra radicale in vista delle elezioni. Risposta semplice: nulla, e passare la mano. Infatti, almeno per questo giro, non c’è nulla da fare, la sinistra radicale si è suicidata: non si possono perdere 4 anni e 10 mesi e pretendere di risolvere tutto con un tentativo degli ultimi due mesi, siamo seri! Iniziamo da Vendola: la scelta di sottoscrivere l’alleanza con il Pd si è risolta nel disastro che era stato facile prevedere. Nichi, che due anni fa di questi tempi, sognava di arrivare primo in elezioni primarie della sinistra (e forse avrebbe potuto anche farcela) non è arrivato neppure al secondo turno, surclassato da Renzi che ha preso il doppio dei suoi voti. Per cui, l’alternativa a Bersani non era alla sua sinistra ma alla sua destra ed a Nichi non resta che fare la ruota di scorta di un Pd esplicitamente orientato a mantenere la linea fallimentare del rigore montiano.
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Usato sicuro, l’equivoco delle primarie targate Monti
Settimane di ipnosi mediatica totale, dopo lo choc della Sicilia “grillina”, grazie anche all’eclissi del centrodestra: tivù e giornali scatenati, nemmeno fossero state le primarie Usa, e non invece le piccole primarie del centrosinistra italiano, “trionfo di partecipazione democratrica” che ha coinvolto un’esigua minoranza, il 5% del paese, un italiano su venti. Finale scontato: grazie anche a Vendola, ormai ridotto a una costola del Pd, vince l’“usato sicuro” di Bersani, che rottama il giovane Renzi e si tiene stretto Mario Monti, pensando magari di “promuoverlo” al Quirinale – a meno che, come suggerisce Claudio Burlando, i sostenitori del professore imposto dai poteri forti non pensino di ripescare per il Colle nientemeno che Romano Prodi, l’uomo che più di ogni altro – firmando drammatici trattati-capestro – ha concorso all’euro-disastro nel quale si dibatte ora l’Italia, prigioniera dell’Eurozona.
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Grillo ai poliziotti: basta botte, schieratevi con chi protesta
Polizia, chi stai difendendo? Chi è colui che colpisci a terra? Un ragazzo, uno studente, un operaio? E’ quello il tuo compito? Ne sei certo? Non ti ho mai visto colpire un politico corrotto, un mafioso, un colluso con la stessa violenza. Ti ho visto invece scortare al supermercato una senatrice o sfrecciare in moto affiancato ad auto blu nel traffico, a protezione di condannati in giacca e cravatta, di cosiddetti onorevoli, dei responsabili dello sfascio sociale che invece di occuparsi dello Stato si trastullano con la nuova legge elettorale per salvarsi il culo e passano le serate nei talk show. Di improbabili leader a cui non affideresti neppure la gestione di un condominio che partecipano a grotteschi confronti televisivi per le primarie. Loro non “tengono” vergogna, tu forse sì. Lo spero.
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Sciopero europeo, contro il rigore criminale di Bruxelles
La mobilitazione europea del 14 novembre ha un significato inedito, non è il “solito” sciopero: è l’espressione di una protesta generalizzata a livello europeo, che attraversa tutti gli strati sociali, per denunciare l’intollerabilità delle attuali politiche economiche finalizzate a garantire gli interessi delle oligarchie finanziarie che stanno letteralmente distruggendo la vita di milioni di persone. Una protesta partita dai movimenti sociali e dai sindacati spagnoli ed estesasi al Portogallo, alla Grecia e all’Italia e che vede uniti, a livello europeo, lavoratori del pubblico e del privato, studenti, precari, disoccupati, professionisti, commercianti, artigiani, pensionati, insegnanti. Si tratta di interrompere la spirale di politiche che – in nome di un debito che non potrà mai essere estinto a causa dei tassi di interesse imposti – esigono la destrutturazione del lavoro e dei suoi diritti, la fine della sanità e della scuola pubblica, dei beni comuni, e della tutela dell’ambiente. In una parola la fine dello Stato sociale.
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Delusioni: il fantasma di Obama, un triste destino da ex
La vittoria elettorale di Barack Obama somiglia a quelle cene preparate con gli avanzi della festa del giorno prima: cibo magari saporito, se ben ricucinato, ma in ogni caso non consumato nei bagordi del giorno precedente. Speculazioni? Parlano le cifre: in quattro anni, Obama ha perso quasi 20 milioni di elettori e una dozzina di punti percentuali. Un crollo, che si è fermato appena un punto sopra lo sfidante repubblicano: un punto esiguo, sufficiente a mettere insieme una larga maggioranza di “grandi elettori”, secondo la particolare legge elettorale americana, ma non certo ad affrancare il vincitore – almeno per i prossimi due anni – dai condizionamenti di un Parlamento che resta al 50% in mano agli avversari. Uno scenario infelice, osserva “Nique La Police” sul blog “Senza Soste”, che mantiene Barack Obama nella condizione poco invidiabile di “anatra zoppa”.
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Giulietto Chiesa, appello: Grillo, possiamo salvare l’Italia
Stiamo uscendo dal porto e si comincia a ballare – per fortuna. Il terremoto c’è stato, in Sicilia, e continuerà in tutto il paese. La destra sta collassando. Il Palazzo – tutto il Palazzo – è nel panico: andiamo a una ricomposizione complicata e tumultuosa delle forze politiche. La spallata del “Movimento 5 Stelle” c’è stata – noi l’avevamo prevista e l’abbiamo appoggiata – ed è molto importante: cambia il quadro della situazione. Ma gli effetti sono, per ora, molto incerti: i rapporti di forza attuali – quelli di oggi, in questo momento – ci dicono che, se si rivota con il “Porcellum”, avremo un “governo-inciucio” tra il Pd, l’Udc, Sel e rottami vari che si aggregheranno. Avremo un governo delle banche, che avrà una maggioranza schiacciante (con il premio di maggioranza) e potrà fare quello che vuole. Un governo che ci manterrà nella posizione di colonia, a sovranità zero. E subito dopo, non dimentichiamolo, ci sarà un presidente della Repubblica che si chiama Mario Monti. Appunto: il presidente delle banche, che ci porterà in guerra a breve termine.