Archivio del Tag ‘Lega Nord’
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Pogrom contro i Rom: se anche a Torino saltano i nervi
«La crisi nella quale sprofonderemo sarà così grande, così grave e così improvvisa da farci perdere ogni sicurezza: a quel punto, quando il nostro standard di vita sarà a rischio, avrà buon gioco il primo infame che si alzerà a gridare che è tutta colpa degli immigrati, dei musulmani, dei Rom». Profezia di Giulietto Chiesa, applaudita recentemente in un’affollata assemblea No-Tav in valle di Susa. Rom? E’ toccato proprio a loro, il 10 dicembre, a Torino: il loro campo assaltato e incendiato dopo la denuncia di uno stupro, poi rivelatasi completamente inventata. «Il pogrom di Torino contro un campo nomadi – dice Gad Lerner – ci ricorda che la barbarie è sempre lì dietro l’angolo». Semmai la notizia è un’altra: stavolta, a cedere, è una città come Torino, una vera “capitale dell’accoglienza”.
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Euro-dittatura: potere assoluto a chi ha sbagliato tutto
Si sentono molte teorie del complotto sul perché le cose in Grecia e in Italia sono andate come sono andate. Ciò che sappiamo è che due premier eletti democraticamente sono stati rimossi dai bulli di Bruxelles. Non erano più accettabili. Nel caso del signor Papandreou, ha osato bestemmiare in pubblico, ha utilizzato la parola “referendum”: inaccettabile, doveva andarsene. Il signor Berlusconi? Era irrecuperabile. Le cose in Grecia possono sembrare gravi, ma in Italia abbiamo il signor Monti, ex commissario europeo, uno degli architetti della zona euro: disastro! Un non-eletto, neanche membro del Parlamento quando tutta questa storia ha avuto inizio. E ha composto una vetrina di persone, nessuna delle quali eletta democraticamente. Siamo davanti ad una mostruosità. E’ tutta una coincidenza? No, si tratta di controllo.
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Addio Italia, siamo stati invasi: e i nostri politici sono finiti
Siamo stati invasi: dalle forze di una coalizione molto potente. Non è un’invasione fatta coi carri armati, ma con le squadre di ispettori della troika formata da Ue, Fmi e Bce. Van Rompuy è stato chiaro: sono venuti per cambiare la struttura di questo paese e resteranno tutto il tempo necessario, forse per sempre. L’immagine dei “commissari” che bloccano la presentazione in aula del maxi-emendamento, per controllare fino all’ultimo istante che contenga soltanto quello che loro avevano deciso, dà la misura del “dominio pieno” che gli invasori hanno subito preso a esercitare. Non servono nuove elezioni: il “programma politico” c’è, il personale per realizzarlo pure. La democrazia può attendere. Anzi, deve. Per quanto tempo? Non si sa, ma va bene così.
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Voi, barbari del cemento, non avete il diritto di piangere
Voi che vi riempite la bocca di parole trite e ritrite: “crescita, sviluppo, competitività”. Ripetute come un mantra per nascondere il vuoto delle vostre idee. Dogmi imparati come scolaretti per essere promossi dalle maestrine di Confindustria e dei mercati finanziari. Non avete nessun diritto di piangere! Voi che quando siete seduti sulle comode poltrone a “Porta a Porta” vi lanciate, l’uno contro l’altro, le medesime ricette stantie: «Dobbiamo rilanciare le grandi opere, dobbiamo far ripartire l’edilizia, ci vuole un nuovo piano casa, forse anche un nuovo condono». Non avete nessun diritto di piangere!
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Militarizzare Chiomonte, altro che “Padroni a casa nostra”
Apprendiamo oggi dal quotidiano “La Stampa” di Torino che il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota sarebbe pronto a richiedere la militarizzazione di Chiomonte per rendere sicuri i “cantieri” applicando la targhetta di “sito di interesse strategico” alle recinzioni. Pare infatti che le dichiarazioni strappate dai media al commissario europeo Brinkhorst in merito ai recenti sviluppi del progetto Tav Torino-Lione (“non si torna più indietro, sono contento degli sviluppi”, etc) abbiano creato quel tipico clima di ottimismo ed euforia che ha portato il fiero leghista Cota a proporre nuovamente la militarizzazione. Per iniziare ad essere chiari, non è che la situazione attuale sia diversa da un campo militare con filo spinato reti, centinaia di uomini in mimetica e reti alte oltre tre metri.
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Siamo in crisi, e questi politici non servono più a niente
Stefano Fassina prova a contestare la lettera con cui la Bce impone all’Italia l’euro-gogna del debito, ma Enrico Letta lo corregge spiegando che non si può essere «europeisti a intermittenza», proprio mentre Arturo Parisi mette in croce Bersani per non aver mosso un dito sulla raccolta firme per il referendum che restituirebbe agli italiani almeno una legge elettorale decente. Foto di famiglia con rovine: e questa sarebbe l’opposizione destinata a mandare a casa il Cavaliere, sostituendolo al governo di non si sa più bene cosa – sicuramente un paese precarizzato e impoverito, spaventato, commissariato dai banchieri mondiali nonché ostaggio di miliardari-filosofi travestiti da salvatori della patria, oracoli della “crescita” e tagliatori di teste come Marchionne.
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Suicidio Lega, salviamo il piccolo Breznev della Padania
Basta con l’invasione! Con questa crisi economica non si può accogliere tutti! Vengono qui e pretendono di comandare. Si insediano nelle nostre belle città del nord. Hanno persino diritto alle case popolari, certe volte; li curiamo nei nostri ospedali senza nemmeno chiedere da dove vengono. Insomma, se proprio vogliamo essere compassionevoli, diciamolo una volta per tutte: i leghisti, aiutiamoli a casa loro! A Varese, a Monza, ad Adro. Gli paracadutiamo dei viveri, magari gli spediamo qualche libro, ma che stiano lì, nelle loro amate valli, a mangiare gli orsi, a far finta di fare il ministro: una targa in ottone e sono tutti contenti.
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Massacro sociale: meno democrazia, larghe intese col Pd
Il Senato ha da poco approvato l’ennesima mozione di fiducia posta dal governo Berlusconi. La maggioranza assoluta degli inquilini di Palazzo Madama ha certificato, ancora una volta, la tenuta della compagine che sostiene l’esecutivo in carica. Tuttavia la realtà è diversa dall’apparenza: tra le forze parlamentari, e anche all’interno dello stesso Pdl, è sempre più accreditata l’ipotesi che Berlusconi cada, per essere sostituito da un esecutivo di larghe intese. La finanziaria di Tremonti non è sufficiente a tenere a freno mercati e speculatori. E con l’imperversare della crisi, per garantire la difesa degli interessi dei ceti dominanti, il governo dovrà essere in grado di imporre scelte sempre più dure, in termini di tagli, imposte e privatizzazioni.
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No al reato di omofobia: l’Italia ha paura dei gay
Un «via libera all’omofobia» da parte di un Parlamento in cui «risultano maggioritarie le teorie aberranti del Ku Klux Klan, dei peggiori gruppi dell’estrema destra violenta europea». Le associazioni che si battono per i diritti degli omosessuali italiani, dopo la prima bocciatura della legge nell’ottobre 2009, erano realisticamente consapevoli che il voto del 26 luglio alla Camera avrebbe nuovamente dato il via libera alle “pregiudiziali di costituzionalità”: l’esito del voto era già segnato. «Ce lo aspettavamo», dice Aurelio Mancuso, presidente di “Equality Italia”: «Ciò non toglie che esso rappresenti la vittoria della parte più razzista, omofoba ed escludente della politica italiana».
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«Guai se gli alpini proteggono Tav, mafia e ladri»
Dov’è finito il “sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern? Difficile credere che, oggi, si rassegnerebbe a fare la guardia alle ruspe del “non-cantiere” per la Torino-Lione. E l’amico tenente Nuto Revelli, quello della “guerra dei poveri”? Anche lui sarebbe già passato, come suo figlio Marco, dalla parte dei No-Tav. Due grandi scrittori italiani, entrambi alpini. Due esemplari narrazioni sulla follia della guerra, cui tentò di opporsi – anche sotto i colpi dell’artiglieria, nella steppa russa, a quaranta gradi sotto zero – l’indomita umanità alpina, l’esercito dei soldati montanari. «Ghe rivarèm a baita?», domanda l’alpino disperso nel gelo, senza poter immaginare che un giorno, sui monti valsusini, proprio la “baita”, il rifugio familiare, sarebbe stato assediato: dalla polizia e, nientemeno, dalle penne nere.
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Tav, Travaglio: questi politici sono peggio dei violenti
Secondo voi quale autorevolezza può avere questa parodia di Bava Beccaris che è il ministrucolo Maroni nel denunciare le violenze contro la polizia quando lui è stato condannato in via definitiva, è un pregiudicato per violenze ai danni della polizia? La Lega Nord aveva organizzato una formazione paramilitare vietata dal codice penale e dalla Costituzione italiana allo scopo di costituirsi un esercito privato, le Camice Verdi, la Guardia Nazionale Padana e c’erano intercettazioni in cui si parlava, da Bossi in giù, di movimenti di armi per dotare questi cialtroni delle Camice Verdi per cercare elementi su questa formazione paramilitare, su questa banda, questa sì eversiva, questa sì organizzata, questa sì simile alle Br anche se ne era una parodia in menopausa.
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Addio Seconda Repubblica: legge elettorale, Bossi romperà
La disfatta berlusconiana nelle urne è un uragano destinato ovviamente in primis a rovesciarsi sul destino politico del capo del governo, ma anche a scardinare il sistema politico degli ultimi quindici anni. Uno sconvolgimento in cui nulla resterà come prima: partiti, alleanze, leader, sistemi elettorali, aggregazioni, schieramenti. Primo fra tutti il centrodestra così come lo abbiamo conosciuto, alla vigilia di un divorzio tra il Pdl e la Lega che potrebbe addirittura preannunciare lo sfaldamento dell’impalcatura bipolare che ha retto l’intera vicenda della Seconda Repubblica. Per capire cosa ne sarà dell’attuale maggioranza dopo il sisma che l’ha travolta in tutta Italia con pari violenza devastante, occorrerà decifrare infatti proprio le mosse del partito di Bossi: il vero grande sconfitto di queste elezioni assieme a quello di Silvio Berlusconi.