Archivio del Tag ‘La Stampa’
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Renzi: i dirigenti Pd sono i migliori alleati di Berlusconi
«Uno sbadiglio ci seppellirà: è venuta l’ora di rottamare i nostri dirigenti». Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, insiste sulla necessità di ricambio totale nei vertici del centrosinistra, all’indomani della chiusura della festa nazionale del Pd. «Io non ho nulla di personale contro D’Alema, Bindi, Veltroni e gli altri: ma non ce l’hanno fatta. E allora lo dico, col massimo rispetto e col massimo dell’umiltà, però lo dico: adesso basta, tocca ad altri. Il loro tempo è davvero finito». Il problema? Aver criticato Berlusconi per quello che ha fatto, anziché per quello che – malgrado le promesse – non ha fatto: l’Italia è in crisi, il Pdl è in riserva, ma il Pd non sembra avere soluzioni alternative.
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Statista del destino: il sogno infranto del Cavaliere
Quel che avrebbe potuto essere. C’è una sorta di tristezza nella foga con cui Silvio Berlusconi sta provando in queste ore a rassicurare tutti sulla tenuta del suo governo. Comprensibilmente. Qualunque sia l’analisi che se ne fa, e qualunque ne sarà lo sbocco, la rottura dentro il Pdl lascia come principale vittima sul terreno il sogno che il Premier aveva accarezzato nei primi mesi del suo terzo governo. Quello di divenire l’uomo che dopo aver spaccato l’Italia l’avrebbe ricostruita, trasfigurandosi da leader di parte in Statista. Quello che avrebbe potuto essere, appunto.
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Crepuscolo solitario: Berlusconi travolto dalla crisi
“Futuro e libertà per l’Italia”: questa la sigla scelta da Gianfranco Fini per i due nuovi gruppi parlamentari coi quali, al Senato ma soprattutto alla Camera, il premier dovrà ora confrontarsi per sperare di restare in sella, dopo lo “schiaffo” inflitto all’ex leader di An, reo di aver di fatto neutralizzato la legge-bavaglio e denunciato il saldo negativo tra Pdl e legalità, dopo i casi Scajola, Brancher, Verdini e Cosentino. Messo fuori dal Pdl, Fini ha schierato le sue truppe in Parlamento: una dozzina di senatori e, a sorpresa, 34 deputati. Quanto basta per condizionare il futuro del governo in nome «dell’interesse generale», ovvero: giustizia sociale (stop alla guerra agli immigrati) e legalità politica (no alla corruzione del potere).
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Cota: il Tar cambia le regole per tentare di bocciarmi
È incredibile che il Tar si sia permesso di emettere una sentenza, diciamo “innovativa”, sulla pelle dei piemontesi, ignorando di non avere a che fare con una causa condominiale ma con una regione di quattro milioni di abitanti. Il Tar ha invece paradossalmente deciso che chi ha votato una lista a me collegata non intendeva votarmi, e ha disposto un riconteggio per verificare questo assurdo: sarebbe necessaria la doppia croce, quando invece le tre modalità di voto, compreso l’automatismo del voto di lista valido anche per il Presidente a cui è collegata, erano state recitate in tutti gli spot informativi pre-elezioni.
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«Hanno ammazzato Saviano», la copertina di Max
Un po’ Cristo morto del Mantegna un po’ Aldo Moro nel bagagliaio della Renault, ma tra i corpi martoriati evocati dalla foto choc pubblicata dal mensile “Max” in edicola venerdì 24 giugno non c’è solo quello di Pier Paolo Pasolini sul litorale di Ostia, ma anche quello di Roberto Saviano, disteso su un lettino da obitorio, il sudario verde, i ferri che gli sostengono la testa, al piede il funereo cartellino identificativo. Trattasi ovviamente di fotomontaggio, elaborazione in Photoshop firmata dallo specialista Gian Paolo Tomasi. Un pugno allo stomaco, che sta già innescando molte inevitabili polemiche.
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Il Vaticano condanna Saramago, anche da morto
Non è ancora stato sepolto che Josè Saramago riceve l’ultima dura critica dal Vaticano: una contrapposizione che ha una lunga storia, mai sopita neppure dal Nobel per la letteratura che lo scrittore ebbe nel 1998. Anzi. Al centro del dissidio non solo l’ideologia di Saramago, apertamente marxista, ma anche due libri: “Il vangelo secondo Gesù Cristo” (Einaudi 1991) e “Caino” (Feltrinelli 2010). Oggi l’Osservatore Romano – in un articolo dal titolo “L’onnipotenza (presunta) del narratore” – lo ha definito un ideologo anti-religioso, «un uomo e un intellettuale di nessuna ammissione metafisica, fino all’ultimo inchiodato in una sua pervicace fiducia nel materialismo storico, alias marxismo».
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Bavaglio con fiducia: cala il sipario sugli scandali
Ora cala il sipario. Il nostro lavoro si farà più incerto e faticoso e gli avvocati diventeranno compagni di banco di direttori e editori. Nonostante dibattiti, correzioni e appelli di ogni tipo, la legge che detta nuove regole per le intercettazioni e l’informazione viaggia spedita verso i suoi obiettivi. Abbiamo più volte scritto e riconosciuto che in Italia ci sono stati problemi di rispetto delle vite private di persone coinvolte in indagini, ma ciò non può cambiare il giudizio totalmente negativo che abbiamo della nuova legge.
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L’Onu condanna Israele, Yeoshua: blitz stupido e feroce
«Un’azione stupida. Persino più stupida che feroce. Non avrei mai immaginato che potesse finire in un bagno di sangue». Il grande scrittore israeliano Abraham Yeoshua ha appreso attraverso i media, dalla sua casa di Haifa, del sanguinoso blitz con il quale le forze armate di Tel Aviv hanno fermato la “Freedom Flotilla” con gli aiuti umanitari per Gaza, aprendo il fuoco (dieci morti, decine di feriti) e arrestando 400 attivisti, tra cui cinque italiani. L’agguato alla “flotta di pace” ha provocato un terremoto internazionale: la condanna dell’Onu e il precipitare delle relazioni con la Turchia, determinanti per ammorbidire la crisi con l’Iran.
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Stop intercettazioni, la casta disarma giudici e giornali
La commissione Giustizia del Senato ha approvato a maggioranza gli emendamenti del governo al disegno di legge sulle intercettazioni. Sono previste limitazioni inaccettabili ai poteri dell’autorità giudiziaria, una cappa plumbea di silenzio nei confronti delle indagini penali in corso. Inoltre, sanzioni severe per i giornalisti che contravvengono al nuovo regime e, soprattutto, per gli editori che consentono le pubblicazioni illegittime. Una disciplina che lascia stupefatti e che, se dovesse diventare davvero legge dello Stato, cambierebbe il volto delle indagini penali e di parte dell’informazione nel Paese.
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G8 Genova, cent’anni di galera ai poliziotti violenti
La sentenza di secondo grado per la sanguinosa irruzione della Polizia nella scuola Diaz, durante il G8 del 2001 di Genova, ha ribaltato la decisione di primo grado condannando anche i vertici della polizia, l’apice della catena di comando. I vertici, dunque, sapevano cosa sarebbe successo quella notte. È stato così accolto il teorema della Procura genovese. Dopo oltre undici ore di camera di consiglio i giudici della terza sezione della Corte d’Appello hanno letto il dispositivo: un secolo di carcere per 25 imputati su 27.
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Senza talenti la nazionale di Lippi: mediocre, come l’Italia
Hai talento? Hai fantasia? Hai personalità? Allora resta a casa. La lista dei trenta calciatori fra cui il c.t. Lippi sceglierà i 23 che voleranno con lui in Sudafrica è una Nazionale che assomiglia alla Nazione. Abbondano i reduci e i bravi ragazzi, ma latitano disperatamente i numeri 10, quelli in grado di movimentare una conferenza-stampa e soprattutto una partita che si sta mettendo male. Quando devi recuperare lo svantaggio e azzardare la mossa del cavallo, facendo alzare dalla panchina il campione che sovverte gli schemi, inventa un gol o un assist, si procura un rigore.
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Rivolta-choc di Fini, Berlusconi: dimettiti
Ha fatto più opposizione Gianfranco Fini in mezza giornata che il centrosinistra in 15 anni, chiosa il blog di Beppe Grillo dopo la rissa Fini-Berlusconi che il 22 aprile ha chiuso l’infuocata direzione del Pdl, segnando la rottura definitiva tra i due leader: il primo a chiedere confronto interno, il secondo a subirlo. «E’ finita un’epoca», annota Massimo Franco sul “Corriere della Sera”: l’immagine di Fini e Berlusconi che si accusano in pubblico «archivia sedici anni di sodalizio politico» e inoltre «getta un’ombra sul futuro della maggioranza, del governo e della stessa legislatura», alla vigilia di una «guerriglia quotidiana, anche in Parlamento, capace di destabilizzare il Paese».