Archivio del Tag ‘La Stampa’
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Alberto Cesa, perduto caposcuola dell’epopea folk
Alberto Cesa ci manca dal 6 gennaio di quest’anno, quando la sua morte privò la scena musicale italiana di un artista intelligente e di un ricercatore appassionato. “Cantovivo”, il gruppo che egli fondò nel 1974 insieme con Donata Pinti, è stato la testimonianza concreta di una passione che ha guidato l’intera esistenza di Alberto: l’amore per le voci autentiche del popolo, fossero ballate e danze dell’antica tradizione cittadina, o canti di lotta e di ribellione degli uomini e donne che in ogni angolo della terra hanno combattuto e combattono per la pace, per la giustizia e per la libertà. «Ideali in cui Alberto credeva profondamente, e al cui servizio mise la musica della sua ghironda, creando un linguaggio nuovo, che coniugava tradizione e attualità».
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Monicelli come Primo Levi: uomini che l’Italia non meritava
E’ appena finito un giorno terribile. Una delle ultime coscienze critiche di questo paese se n’è andata. Per sua stessa mano. Mario Monicelli si è ucciso. Diranno che non doveva. Si chiederanno come possa uccidersi un uomo di 95 anni. Scriveranno che il suicidio è peccato. Come se uno, anche da morto, debba beccarsi gli strali del bigottismo più palloso. Quello che ha sbertucciato per una vita intera. Diranno anche che un uomo di 95 anni non si piange. Che la morte fa parte della vita (sempre originali, i coccodrilli). E invece no. Questa è una morte che fa più male di quella di un bambino. Perché Monicelli era un bambino. E non era un bambino come gli altri.
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Allarme petrolio: la Costa Azzurra si tingerà di nero
Hai un bel dire l’oro nero, le royalties da nababbi mediorientali, le trivelle off shore che raspano come dannate in acque un tempo smaglianti ma ora impagliuzzate dalla manna dell’idrocarburo. Sulla Costa Azzurra stragiurano, avvampando di indignazione, che l’oro lo hanno già e lo estraggono da più di un secolo, l’oro bianco, le spiagge, il solleone, l’internazionale dei miliardari che non fa mai fagotto neppure quando il resto della Francia intirizzisce abbracciata al costosissimo termosifone. L’unico petrolio che a loro interessa è quello che estraggono dai portamonete degli emiri e degli oligarchi che comprano ville e parcheggiano yatch-portaerei davanti alle coste del Var che è un piacere vederli. Ma la puzza, gli antiestetici residui oleosi, i pesci morti li lasciano, educatamente, a casa loro. E invece no.
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Si vota, ma solo per la Camera: elezioni ad personam?
Silvio Berlusconi come Matteo Renzi: i leader del centrosinistra, dice il premier, ripetendo una battuta del sindaco di Firenze, hanno un’età in cui i leader stranieri come Blair ormai scrivono le loro memorie: i nostri «professionisti della politica» possono aspirare a Palazzo Chigi «solo attraverso decisioni di palazzo, agendo come se la gente non esistesse», dice Berlusconi intervenendo alla convention “Dalla parte del Cavaliere”, in cui annuncia il suo piano: fiducia al Senato, ed eventuali elezioni solo per la Camera se il governo non dovesse reggere al voto dei deputati. Coro di fischi tra gli avversari, da Fini a Bersani: tocca al Quirinale decidere, quello del premier è «un escamotage preoccupante». Siamo arrivati alle “elezioni ad personam”?
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Crisi, l’America impaurita non si fida più di Obama
Barack Obama incassa una dura sconfitta, ma evita una débacle irrimediabile: nelle elezioni di medio termine i democratici franano alla Camera ma conservano il Senato. Un rovescio che rientra nel tradizionale ciclo politico americano: andò peggio a Reagan, Clinton e Bush, che a metà legislatura persero entrambi i rami del Parlamento. Ma i precedenti storici non bastano ad evitare lo choc, scrive Federico Rampini su “Repubblica”, perché alla Camera le dimensioni dell’avanzata repubblicana sono travolgenti: è il più grosso ribaltamento dei rapporti di forze dal 1948. «In due anni – rileva Rampini – Obama sembra avere dilapidato gran parte del patrimonio di consensi, l’aureola di carisma, l’alone di speranza che avevano circondato la sua vittoria nel 2008».
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Torino: offerta di lavoro, ma solo per non-stranieri
Sei un giovane che ha un’età compresa tra i 18 e i 25 anni? Cerchi un lavoro ben retribuito per sostenere le piccole spese o gli studi universitari? Fare il commesso in un grande centro commerciale potrebbe essere la risposta che cerchi. A patto che disponga di buona dialettica, bella presenza e un minimo di serietà. L’importante è che tu non sia un perditempo. O peggio: uno straniero. Per chi non è italiano, l’offerta non vale. Incredibile ma vero: la proposta di lavoro, allettante per molti giovani in questo difficile periodo di crisi economica, è rivolta a tutti, con una eccezione: niente da fare per chi ha origine straniera.
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Serbia ostaggio della mafia: dietro gli ultras, i boss
Ultranazionalisti e signori della droga: sarebbero loro a manovrare gli ultras del calcio, trasformandoli in teppisti a comando. Obiettivo: mettere in croce il governo di Belgrado e frenare la sua marcia di avvicinamento all’Europa. Le nuove regole metterebbero fine a monopoli e rendite di posizione: i vecchi boss di Belgrado temono di perdere il controllo dei loro traffici se la Serbia entrerà nell’Unione Europea. «Dietro i passamontagna e i tatuaggi con la croce ortodossa c’è una scia di soldi, ma risalirla non è semplice», scrive Giulia Zonca su “La Stampa”. Nomi diversi, ma identikit simili: gente che vuole destabilizzare la Serbia e tenerla lontana da Bruxelles, in ostaggio dei vari gruppi estremisti o criminali.
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Anche umiliato, mio padre operaio odorava di dignità
Ero tornato da poche ore, l’ho visto, per la prima volta, era alto, bello, forte e odorava di olio e lamiera. Per anni l’ho visto alzarsi alle quattro del mattino, salire sulla sua bicicletta e scomparire nella nebbia di Torino, in direzione della Fabbrica. L’ho visto addormentarsi sul divano, distrutto da ore di lavoro e alienato dalla produzione di migliaia di pezzi, tutti uguali, imposti dal cottimo. L’ho visto felice passare il proprio tempo libero con i figli e la moglie. L’ho visto soffrire, quando mi ha detto che il suo stipendio non gli permetteva di farmi frequentare l’università. L’ho visto umiliato, quando gli hanno offerto un aumento di 100 lire per ogni ora di lavoro. L’ho visto distrutto, quando a 53 anni, un manager della Fabbrica gli ha detto che era troppo vecchio per le loro esigenze.
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Svizzera, campagna choc: via i “ratti” italiani
Una campagna pubblicitaria choc trasforma gli italiani (e i rumeni) in ratti che affondano i denti nel formaggio del Canton Ticino. Iniziata su Facebook, è finita su enormi cartelli pubblicitari lungo le strade. Mentre in Italia il premier invita Umberto Bossi a «comportarsi da ministro», evitando battute come quella sui romani “porci”, e il Quirinale interviene per sanzionare i simboli “padani” indebitamente comparsi nella scuola bresciana di Adro, la Svizzera di lingua italiana si affolla di minacciosi cartelloni xenofobi contro il lavoratori stranieri: Fabrizio, piastrellista di frontiera, è diventato un topo. Di chi è stata l’idea? Mistero.
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Ricerca, diretta web con Riccardo Iacona e Piero Angela
La rete delle micro web tv, web radio e web tv universitarie torna in diretta online per un evento “a rete unificata”. Venerdì 24 settembre dalle ore 20 verrà trasmessa su centinaia di web tv, videoblog informativi e media iperlocali la “Notte dei ricercatori 2010”, appuntamento promosso dalla Commissione Europea. Ad oggi l’evento verrà irradiato anche da Corriere.it, Lastampa.it, Rainews24.it, Ilfattoquotidiano.it, Unita.it, E’ Tv, Sapere.it e YouDem.tv. Intervengono alla trasmissione sul web anche Riccardo Iacona, Luca De Biase e Piero Angela, con un’intervista registrata.
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E’ anche dei Rom l’Europa nata dalla fine di Auschwitz
L’ipocrita messinscena è una specialità francese, fin dal dopoguerra, e Sarkozy la perpetua. È la finzione di uno Stato che si sente talmente superiore, dal punto di vista etico, da non sopportare alcun tipo d’ingerenza. «In quanto patria dei diritti dell’uomo non riceviamo lezioni da nessuno», ammoniscono in questi giorni, sussiegosi, i ministri di Sarkozy; in particolare Pierre Lellouche, segretario di Stato agli Affari europei, secondo cui la Francia «è un grande Paese sovrano che non è consentito trattare come un ragazzino». Berlusconi e la Lega sono ben felici di nascondersi, in cerca di tutele, dietro tanta regale sicumera.
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Bonsignore: la Torino-Lione costa troppo e nasce vecchia
Quando non ci sono soldi per gli asili nido e per altri servizi ai cittadini, è giusto chiedersi se spendere 20 miliardi per realizzare un’opera che, così come ci viene proposta, arriverà clamorosamente in ritardo rispetto allo sviluppo logistico del resto d’Europa e avrà costi elevatissimi e servirà solo al trasporto passeggeri. Di fronte al rischio di sperperare soldi pubblici in un momento di crisi non è possibile restare in silenzio. Non sono assolutamente un No-Tav, anche se partendo da argomentazioni completamente differenti la mia conclusione è paradossalmente analoga a quella di chi per anni si è opposto a questo progetto.