Archivio del Tag ‘istituzioni’
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Barnard: attacco alle banche, è la prima volta nella storia
Siamo a una svolta storica. Vittime, quelli che fino a ieri erano ritenuti i colpevoli: le banche, con dentro i nostri soldi. La notizia: la politica tecnocratica ha stabilito che il capitale privato detenuto dal sistema bancario può essere liberamente espropriato per fini politici. «Guardate che questo è un passaggio della storia degno del giorno in cui Lutero appese le sue tesi alla cattedrale di Wittenberg», avverte Paolo Barbard. «Da questo momento in poi, gli investitori internazionali sanno che delle banche non si possono più fidare come porti sicuri dei loro investimenti. E allora ecco la conseguenza ultima: crolla nel mondo la fiducia nel sistema bancario». Nel 2013 si sbriciola il proclama di Ezra Pound, secondo cui «i politicanti sono i camerieri dei banchieri». Prima la Grecia, ora Cipro: su iniziativa di Draghi e della Lagarde, a rimetterci sono anche i privati: sta accadendo qualcosa che non s’era mai visto. «Non è possibile che un simile ribaltamento dei paradigmi di potere, un fatto di portata storica, non nasconda alla fine la usuale peste nera a spese delle usuali vittime, noi».
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Paolo Savona: noi sudditi dell’Eurozona, trappola mortale
Si susseguono le dichiarazioni sullo stato delle istituzioni europee comunitarie, alcune molto simili a un pentimento. Dire oggi che forse l’adesione all’euro è stata troppo frettolosa serve a ben poco, soprattutto se a gestire o solo suggerire che fare per uscire dalla “precipitazione” siano gli stessi autori o sostenitori della scelta non meditata. Essi troveranno sempre motivi per difendere ciò che è stato fatto e quello che si va facendo “per evitare il peggio”, ma non prendono atto che la china in cui l’Europa, e quindi l’Italia, va scivolando con queste scelte non si inverte. Bene ha fatto Pellegrino Capaldo a ricordare da queste stesse colonne quali fossero le “regole di ingaggio” dell’Italia all’Unione europea, invocandone il rispetto. Chi lo ha fatto a tempo debito è stato emarginato e ha lasciato all’antipolitica il compito non di chiedere il rispetto dei patti, ma l’uscita disordinata dagli stessi.
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La profezia di Godley: con l’euro, nazioni ridotte a colonie
Poi non dite che non ci avevano avvisati. L’euroscettico Wynne Godley lo fece, in modo perentorio, a partire dal lontano 1992, al momento del varo del Trattato di Maastricht. Tesi: senza un governo democratico federale, l’Europa affidata solo all’euro e alla Bce è fatta apposta per portare le sue nazioni al collasso economico. Perché, senza un potere di spesa illimitato e “pronta cassa”, alla prima crisi seria si spalancherà l’inferno delle austerità e le economie più deboli cominceranno a soccombere, andando incontro alla catastrofe sociale. Godley non era un profeta, ma semplicemente un economista democratico: «Se un paese o una regione non ha alcun potere di svalutare – scriveva nel ’92 – e se questo paese non è il beneficiario di un sistema di perequazione fiscale, allora un processo di declino cumulativo e terminale sarebbe inevitabile e condurrebbe, alla fine, all’emigrazione come unica alternativa alla povertà e alla fame».
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Congelare il cambiamento: l’ultimo diktat di Napolitano
«Se Grillo avesse chiesto a Bersani le chiavi di casa e della macchina, quello gliele avrebbe consegnate senza fiatare e con tante scuse per il ritardo». Marco Travaglio rimprovera ai grillini di voler «perdere un treno che potrebbe non ripassare più», avendo rinunciato a proporre «una rosa di personalità che potessero incarnare, per la loro storia e le loro idee, alcuni dei punti chiave del movimento. Sarebbe stato lo scacco matto al re». Immediata la contromossa del “sovrano”, Giorgio Napolitano: la strana nomina di due commissioni, costituite da “personalità diverse”, per uscire dello stallo dei veti incrociati. «Una decisione che lascia sbigottiti per l’improntitudine costituzionale e politica che la informa», protesta Paolo Flores d’Arcais: «E’ difficile dire se i nomi proposti da Napolitano per le due “commissioni” costituiscano una indecenza o una esplicita provocazione contro milioni di cittadini che chiedono che si volti pagina».
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Denaro per noi: stop all’euro-estorsione di Maastricht
Smantellato lo Stato e privatizzato il denaro fin dalla sua emissione, i risparmiatori diventano polli da spennare, in balia degli speculatori. La crisi di Cipro? «Non indica solo la fine della ricreazione: è la prova definitiva che il sistema bancario internazionale è una vera e propria truffa globale, gestita (male) da un gruppo di manigoldi», accusa Giulietto Chiesa. «E’ la prova che il debito che ci strozza non è che un’opinione di quei manigoldi e dei loro servi, installati nei centri del potere e nelle istituzioni finanziarie e politiche internazionali». L’“Herald Tribune” rivela che la decisone di dimezzare il debito greco fu presa all’insaputa di tutti già nell’ottobre del 2011, alle tre di notte, da cinque persone: Merkel, Sarkozy, Lagarde, Juncker e Barroso. Decisero di chiedere ai privati, cioè alle banche creditrici, di farsi carico della perdita. «Ma se si chiede a un creditore di ridurre del 50% le sue pretese, vuol dire che si sa che è un creditore illegale: quel debito era stato estorto, anche alla Grecia. E questo vale per tutti: Italia, Spagna, Irlanda, Portogallo».
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Vogliono i nostri soldi: loro hanno un piano, noi non ancora
Esplode la voglia di fuggire dall’Europa, adesso che i suoi padroni aizzano i cani della crisi contro i popoli. I proprietari universali hanno fatto alcuni esperimenti da Shock Economy per vedere se gli azzannati riuscivano a difendersi. Volevano collaudare – su scala ridotta, ma non troppo – il modo in cui una società potrebbe essere annichilita da una burocrazia ottusa e feroce e trovarsi impedita se vuole rovesciare la politica dominante. La Grecia avrebbe potuto riassorbire la fase acuta della crisi in pochi mesi, e invece le sono state somministrate per anni ricette economiche prive di qualsiasi apparente logica. Mentre si licenziavano centinaia di migliaia di lavoratori, a quelli che conservavano il posto si imponevano stipendi decurtati e orari ben oltre le 40 ore settimanali. E ora siamo giunti al test di Cipro, non ancora concluso, eppure già adottato dagli eurocrati che gongolano perché lo vogliono ripetere su larga scala.
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Grillini di tutta Europa unitevi: obiettivo, elezioni 2014
«Non possiamo pensare di aver fatto tutto questo e rimanere qui, a Roma. Dobbiamo andare oltre, e l’obiettivo è Strasburgo, anno 2014, Parlamento Europeo: perché c’è una necessità simile a quella italiana e perché, se troviamo sponda in Europa, il cambiamento sarà epocale». Velleitario o visionario? Il vero obiettivo di Grillo, l’Europa, è diventato molto concreto, da quando la discussione sui “Meetup” ha abbattuto confini e lingue. Una rivoluzione? «Una specie di Sessantotto, che abbia come collante la Rete». Obiettivo, i paesi dell’Est – Slovacchia, Bulgaria, Romania – nonché Spagna, Portogallo e Grecia. «Questo intendo quando dico che abbiamo appena iniziato». I temi: ambiente, economia, decrescita. I gruppi a cui guarda, osservano Emiliano Liuzzi e Ferruccio Sansa, spaziano dagli “Indignados” iberici ai “verdi” tedeschi. Porte chiuse alla sinistra tipo “Syriza” e alla destra populista, da “Alba Dorata” al Front National francese. Meglio, come in Italia, «quei milioni di cittadini legati da battaglie comuni più che da ideologie e appartenenze».
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Foa: la verità del web spiazza i media e gli spin doctor
Era il 2003 – esattamente dieci anni fa – e un grande libro, completamente ignorato dai media, raggiunse in pochi giorni la vetta delle classifiche, senza neppure una recensione sui giornali. “La guerra infinita”, di Giulietto Chiesa, “spiegava” per la prima volta quello che sarebbe successo da lì in poi, a partire dall’occupazione dell’Iraq col falso pretesto delle inesistenti armi nucleari di Saddam. La menzogna elevata a sistema, su scala mondiale, come vera e propria arma di distruzione di massa. Motivazioni elementari: il declino di un impero, messo alle corde dalla penuria energetica e dal boom demografico del pianeta, ma con ancora un vantaggio formidabile: la supremazia tecnologico-militare. Uso della forza reso accettabile soltanto dall’arma vera: la manipolazione sistematica della verità. In un post visitatissimo su “Byoblu”, Marcello Foa denuncia il ruolo-chiave degli spin doctor nel condizionare il sistema dei media, e cita il caso-Grillo: finalmente, un fenomeno di massa che esplode, nonostante la congiura del silenzio organizzata da giornali e televisioni.
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Un altro errore, e lo tsunami (quello vero) travolgerà Grillo
Grillo che “sale al Colle”? Già questo dice molte cose: la prima è che la Seconda Repubblica è finita, la seconda è che la classe politica è stata demolita. Pensate soltanto a cosa significa, per l’attuale presidente della Repubblica, ricevere al Quirinale Beppe Grillo. Pensate quale boccone deve ingoiare: ma lo sta ingoiando – lui e tutto il Palazzo intero. E’ un vero e proprio sommovimento politico che si affaccia dentro le istituzioni. Non c’è bisogno di fare profezie, è chiarissima la situazione: non c’è nessuna maggioranza per governare il paese, bisognerà inventare qualche trucco semplicemente per traghettare l’Italia verso una nuova tornata elettorale. Cioè a dire: quanto tempo sarà necessario per fare le nuove elezioni, e con quale legge elettorale. Ma attenzione, la macchina del potere non è una tigre di carta: due-tre mosse sbagliate possono decidere tutto, e per una lunga fase a venire.
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Uomini soli: Mattei ucciso dai francesi, De Mauro sapeva
C’erano tre agenti segreti francesi, coperti dalla Cia e aiutati da manovalanza mafiosa, dietro la tragica fine di Enrico Mattei? Lo suggerisce il nuovo libro-inchiesta di Michele Di Salvo sulla tragica fine dell’uomo-chiave del “miracolo economico” italiano nel dopoguerra, Enrico Mattei: il presidente dell’Eni, schiantatosi col suo aereo il 27 ottobre 1962 a Bascapè sulle colline dell’Oltrepo Pavese, era decollato da Catania, dove il suo aereo era stato manomesso. Poco prima, aveva tenuto il suo ultimo discorso pubblico, a Gagliano: dal nastro con la registrazione, poi fatto sparire, il giornalista siciliano Mauro De Mauro intuì che Mattei era pedinato. De Mauro scomparve a sua volta il 16 settembre 1970. Secondo Cosa Nostra, era giunto troppo vicino alla verità sulla fine di Mattei. Sulla scomparsa di De Mauro indagarono i carabinieri di Carlo Alberto Dalla Chiesa e i poliziotti di Boris Giuliano: entrambi gli investigatori furono a loro volta assassinati dalla mafia. “Uomini soli”, il libro di Di Salvo in formato ebook, illumina nuovi retroscena che coinvolgono gli Usa e la Francia nella morte dell’italiano più potente dell’epoca.
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Scisma silenzioso: cristiani sempre più lontani dalla Chiesa
Il dibattito sul sistema di governo della Chiesa ha offuscato il tema grande del rapporto della Chiesa con la modernità e, più in particolare il suo cuore: il grande scisma che si sta consumando fra la Chiesa-apparato e i suoi fedeli. La Chiesa vanta 1.087.790.000 fedeli, ma, che credito dare a questo dato? Sulla carta anche io, in quanto battezzato, farei parte di quel miliardo di appartenenti alla Chiesa, ma chi scrive queste righe non è affatto credente, è ateo, razionalista e materialista. Moltissime persone, dopo il battesimo e gli altri sacramenti, sono diventate atee, agnostiche o anche genericamente teiste o cristiane, ma che non si riconoscono nella Chiesa. Questo accade soprattutto in Europa, ma in buona parte anche nelle due Americhe, per cui quel dato ha un valore essenzialmente anagrafico, ma non corrisponde ad una realtà sociale effettiva. Qualche dato può chiarire meglio il discorso.
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Cremaschi: fallito l’euro, stracciamo i trattati del rigore
Prima di discutere se e quanto durerà l’euro, su cui si abbattono le alterne vicende delle Borse e dello spread, sarebbe necessario misurarsi con il fallimento sociale e politico della moneta unica. Diamo pure credito alle buone intenzioni, quelle di cui è lastricata la via che conduce all’inferno. Sicuramente i governi italiani ed europei, soprattutto di centrosinistra, che hanno partecipato alla costruzione dell’euro pensavano così di contribuire alla unificazione democratica del continente. La moneta unica unificherà paesi che si sono combattuti per secoli e alla fine porterà agli Stati Uniti d’Europa. L’Italia avrà solo da guadagnare ad avere la stessa moneta dei paesi più ricchi ed efficienti del continente, ne riceveranno giovamento i conti pubblici, il sistema produttivo e finanziario, la stessa efficienza della pubblica amministrazione.