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Buffonata-Covid, siamo ai tempi supplementari: ecco perché
Qualcosa si è inceppato, qualcuno non è stato ai patti: è l’unica ragione per cui siamo ancora alle prese con la narrazione Covid, che doveva chiudersi entro fine anno. Lo afferma lo storico Nicola Bizzi nella trasmissione “L’Orizzonte degli Eventi”, con Tom Bosco e Matt Martini. La scorsa primavera, Bizzi aveva ampiamente anticipato i segnali della de-escalation, programmata per aprile, poi puntualmente giunti a partire dalla Gran Bretagna, decisa a mettere gradualmente fine al “terrorismo sanitario”. Poi però qualcosa è andato storto: a luglio, dice Bizzi, il piano per uscire dall’incubo (politico-mediatico) della “pandemia” è stato disatteso da alcuni player, come i poteri che in Italia si esprimono attraverso Draghi. Il punto – osserva Bizzi – è che l’emergenza sanitaria “doveva” essere sostituita con l’emergenza climatica permanente, che però non sta funzionando: vi si oppongono svariate potenze, a livello mondiale. Ergo: i gestori della paura sono tornati all’emergenza-1, quella sanitaria. Da cui però non saprebbero più come uscire, vista anche la marea montante del dissenso, di fronte al Green Pass e alla follia “vaccinale”.«L’aver deciso addirittura di vietare le manifestazioni nel cuore delle città è l’estrema ammissione di debolezza, da parte di un potere che ormai teme il popolo». Vero, il coro dei media mainstream è invariato: continuano a raccontare che di Covid si muore, come se le cure non esistessero (e le terapie domiciliari non sono ancora state introdotte nella medicina di base: all’ospedale finisce solo chi non è stato curato per tempo, a casa). Verità scandalose: è lo stesso Istituto Superiore di Sanità ad ammettere che sono stati appena 3.783 (non 130.000) gli italiani morti a causa del solo Covid, cioè non affetti anche da patologie gravissime compresenti. Nulla però che, per il momento, incrini il granitico consenso di media e partiti, Confindustria e sindacati, a supporto delle scellerate politiche sanitarie tuttora in vigore. Ma attenzione: sono i semplici cittadini, ormai, a dire basta. Alle amministrative di ottobre, un italiano su due ha disertato le urne (e ai ballottaggi ha votato solo un elettore su tre). Non solo: l’Ansa annuncia che oltre il 54% degli italiani non guarda più la Tv in prima serata. In compenso, segnala Tom Bosco, si registra una strana impennata nella vendita libri, come pare non si vedesse dagli anni Settanta.«C’è una maggioranza silenziosa – dice Bizzi – che farà pesare la sua contrarietà, di fronte alle ultime, deliranti coercizioni dittatoriali: questo governo ha contro un buon 70% degli italiani, che rifiuteranno la “terza dose” e l’imposizione del Green Pass a tempo indeterminato». Non sarà facile fermare le proteste, nonostante le ingiunzioni di stampo “cileno” per blindare le città. A proposito: non è casuale che arrivi proprio oggi a Milano (centro nevralgico della protesta) un testimonial del peso di Robert Kennedy Junior, capace di denunciare l’impostura-Covid e i rischi connessi alla campagna “vaccinale” effettuata con sieri genici che starebbero producendo una vera e propria strage, oscurata dai media. Non si contano più i casi di pericardite sopraggiunti dopo l’inoculo, e il bilancio delle vittime sarebbe molto diverso da quello ufficialmente ammesso. In un recente convegno a Bolzano, un luminare della patologia come il professor Paolo Bellavite ha parlato di oltre 600 morti, solo in Italia, nel giro di pochi mesi. E per la farmacovigilanza dell’Ema, ad agosto erano già 24.000 le morti sospette, in Europa, correlabili con l’iniezione C-19.«Non sanno più come uscirne», insiste Bizzi: «Tale Sergio Brignani, del cosiddetto Comitato Tecnico-Scientifico, promette 5-10 anni di copertura immunologica, con la “terza dose”. Toni che ricordano una svendita di pentole da cucina». Dal canto suo, Matt Martini cita il virologo televisivo Roberto Burioni: «S’è messo a dire che non serve, fare il dosaggio anticorpale prima della “terza dose”, perché non ci sarebbe correlazione tra la presenza di anticorpi e la copertura immunitaria. Ma così – dice Martini – si negano le basi della stessa immunologia. Ed è l’ennesima conferma del fatto che, dietro l’intera narrazione Covid-vaccini, non vi sia proprio niente di scientifico». La riprova sembra arrivare da altri paesi, che dimostrano il vero tenore della sfida in corso, interamente politica: negli Usa l’obbligo vaccinale decretato da Biden è stato bloccato dalla magistratura. E sempre i giudici, in Spagna, hanno costretto il governo a rinunciare alle restrizioni, definite incostituzionali. In Italia, invece, si può tutto?Molto dipenderà dall’atteggiamento dei singoli cittadini, come quelli che il 14 novembre a Firenze si stringeranno attorno alla coraggiosa Nunzia Alessandra Schilirò, emarginata dal governo e pure oggetto di amenità complottistiche (come lo stesso Stefano Puzzer) da parte dei paranoici sempre pronti a chiedersi “chi c’è dietro” la determinazione di chi osa rivendicare il proprio diritto alla libertà. Tra i supporter di “Nandra”, per contro, si schierano gli agenti delle forze dell’ordine che – a migliaia – hanno aderito all’associazione “Osa”, che contesta apertamente la “dittatura sanitaria”. Nicola Bizzi accenna a precise segnalazioni da parte di “sensitivi”: «I loro presagi non sono da prendere per oro colato, beninteso: però annunciano grandi eventi di segno positivo, per noi, a partire dalla fine di novembre». Se qualcuno si mette a ridere, di fronte alla parola “sensitivi”, vale la pena ricordare – a proposito di affermazioni veramente surreali – quelle pronunciate da Draghi, secondo cui «se non ti vaccini muori, e fai morire chi è vicino a te».Funzionano così bene, i non-vaccini C-19, che dopo due dosi si pensa già di imporre la terza. Se qualcuno immagina che l’Italia sia popolata da 60 milioni di imbecilli, probabilmente ha sbagliato i conti. La manifestazione di Firenze, “Venere Vincerà”, schiera in prima linea le donne, e non a caso: si prevede infatti che facciano argine di fronte all’infamia definitiva, cioè la pretesa di inoculare il siero genico sperimentale anche ai bambini di 5 anni. Certo, con questo potere post-democratico non si scherza. «Il decreto sul Green Pass – osserva Matt Martini – sarà convertito in legge il 20 novembre: in quella data ci sarà un’eclissi lunare, fatto per noi teoricamente infausto, sul piano astrologico. Come se anche quella data fosse stata scelta di proposito, per potenziare gli effetti dell’imposizione». Sottolinea Bizzi: «Non c’è un solo atto del governo Draghi che sia stato compiuto senza prima consultare il calendario astrologico». Si ricorderà la scelta del 15 ottobre per varare il Green Pass obbligatorio, in coincidenza con l’inaugurazione alle Scuderie del Quirinale della mostra su Auguste Rodin e la sua Porta dell’Inferno.A proposito di allusioni simboliche: durante il G20, il lancio delle monetine nella Fontana di Trevi – dice ancora Martini – è sembrato un auspicio: la fine del cash, da sostituire con la moneta digitale. Si sa che il momento della foto-ricordo dei “grandi della Terra” davanti alla celebre fontana è stato turbato dal terribile spettacolo di un gabbiano che ha assalito e ucciso una cornacchia, tingendo l’acqua di sangue. Episodio, annota lo stesso Martini, che è stato collegato alla strage delle colombe bianche liberate qualche anno fa da Bergoglio e subito aggredite da corvi e gabbiani. «Stavolta, corvi e gabbiani si scannano tra loro: come se due grandi poteri, ieri alleati, fossero arrivati ai ferri corti». Nicola Bizzi cita un vescovo cristiano-ortodosso: non è vero che il Cremlino abbia cambiato posizione sul Covid (in Russia non esistono obblighi vaccinali né Green Pass). Il boom dei contagi, di cui parlano i media? «I casi riguardano soprattutto regioni della Siberia centro-meridionale, che Boris Eltsin cedette sciaguratamente “in comodato d’uso” alla Cina, per via delle risorse del sottosuolo: e pare che i cinesi vi stiano seppellendo rifiuti tossici, possibile vera causa di tanti decessi recenti».Ormai la verità salta agli occhi, a chi non è obnubilato dalle menzogne ufficiali: il governo italiano ha messo da parte diritti umani e Costituzione, rifiutando di curare i pazienti per arrivare a imporre il Green Pass dopo il fatale inoculo. L’Italia resta una trincea decisiva: mezza Europa è in bilico, tentata di seguire la via (suicida) imboccata da Conte e Draghi, con il placet di Bergoglio. Altri paesi – dalla Spagna alla Svezia, passando per il Regno Unito – si sono lasciati alle spalle l’orrore, basato sulla falsificazione dei dati e sulla criminale rinuncia alle cure precoci. Altra notizia: la strage silenziosa provocata dagli inoculi mRna sta perforando il silenzio complice dei media. Ed è in crescita esponenziale il numero di cittadini non più disposti a subire il brutale ricatto imposto dal governo Draghi. Come reagire? Semplice: disertando il lavoro. Lo propone l’alchimista Michele Giovagnoli: «Stiamo fermi per 21 giorni, a partire dall’11 dicembre, e vediamo chi dovrà cedere». Scontato: ci attendono altri giorni convulsi. E l’esecutivo stesso sa benissimo che sta imponendo qualcosa di inaccettabile. «Siamo arrivati ai “tempi supplementari” della faccenda Covid», sintetizza Bizzi: «Questa pagliacciata dovrà finire. Vedremo quando, e come».Qualcosa si è inceppato, qualcuno non è stato ai patti: è l’unica ragione per cui siamo ancora alle prese con la narrazione Covid, che doveva chiudersi entro fine anno. Lo afferma lo storico Nicola Bizzi nella trasmissione “L’Orizzonte degli Eventi”, con Tom Bosco e Matt Martini. La scorsa primavera, Bizzi aveva ampiamente anticipato i segnali della de-escalation, programmata per aprile, poi puntualmente giunti a partire dalla Gran Bretagna, decisa a mettere gradualmente fine al “terrorismo sanitario”. Poi però qualcosa è andato storto: a luglio, dice Bizzi, il piano per uscire dall’incubo (politico-mediatico) della “pandemia” è stato disatteso da alcuni player, come i poteri che in Italia si esprimono attraverso Draghi. Il punto – osserva Bizzi – è che l’emergenza sanitaria “doveva” essere sostituita con l’emergenza climatica permanente, che però non sta funzionando: vi si oppongono svariate potenze, a livello mondiale. Ergo: i gestori della paura sono tornati all’emergenza-1, quella sanitaria. Da cui però non saprebbero più come uscire, vista anche la marea montante del dissenso, di fronte al Green Pass e alla follia “vaccinale”.
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Magaldi avverte Draghi: avanti così, e addio Quirinale
Caro Mario Draghi, attento a come ti comporti: avanti così, e il Quirinale lo vedrai col binocolo. Sarai infatti impallinato da tanti, insospettabili franchi tiratori, che – nel caso – agiranno come quando, nella corsa al Colle, fu ingloriosamente silurato Prodi. Il messaggio al “fratello Mario” è esplicito. Lo firma, mettendoci la faccia, Gioele Magaldi, autore del libro “Massoni” (Chiarelettere, 2014) ed esponente dei circuiti massonici “progressisti”, da sempre contrari alle politiche di austerity a lungo perseguite dall’ex capo della Bce. Nella sua visione politologica, anche sulla scorta di cospicue rivelazioni (mai smentite da nessuno), Magaldi propone una particolare lettura degli eventi storico-politici, partendo dal ruolo delle superlogge sovranazionali, elusive e determinanti. Una galassia bifronte di entità che, dietro le quinte, condizionerebbero i governi, nello scontro intestino – ultradecennale – che schiera da un lato i fautori del neoliberismo economico e della post-democrazia di segno “neoaristocratico”, e dall’altro i supermassoni che si dichiarano paladini della prospettiva post-keynesiana e del progressivo sviluppo degli spazi di cittadinanza democratica.Prima ancora che fossero i sindacati ad alzare la guardia, contestando la severità dell’annuncia riforma delle pensioni, Magaldi ha colto in un dettaglio – il rifiuto di prorogare i bonus edilizi per le facciate degli edifici, richiesto dal ministro Franceschini – il segno dell’ipotetica retromarcia che, dice, a Draghi potrebbe costare carissima: cioè l’addio alla presidenza della Repubblica, che è la meta a cui mira l’ex super-banchiere. «Sulla corsa al Colle vi sono molti depistaggi», premette Magaldi, in video-chat con Fabio Frabetti di “Border Nights” il 25 ottobre: «Essendo io stesso parte di un piano, insieme ad altri, per portare Draghi al Quirinale, vi posso dire che l’idea che prosegua a fare il presidente del Consiglio è una falsa pista». Racconta Magaldi: «Ci sono tre strategie diverse, ognuna con un suo piano di depistaggio, con le quali – come in una partita a scacchi – Draghi conta di ascendere al Colle». Ma, se non cambia musica, «la strada per il Quirinale gli verrà sbarrata e sabotata, sicuramente da parte dei massoni progressisti». Come? Ricorrendo al cecchinaggio del “fuoco amico”, coperto dall’anonimato.«Al “fratello” Draghi – dice Magaldi – voglio ricordare che in Parlamento ci sono molte persone che, per così dire, hanno dei debiti verso qualcuno, e questi debiti vengono reclamati; ed è così che, poi, emergono i franchi tiratori verso questo o quel candidato». Aggiunge: «Auspichiamo che non serva risvegliare, richiamare questi debiti, e quindi invitare alcuni insospettabili franchi tiratori a impallinare l’elezione di Draghi». Un avvertimento estretamente preciso. Motivato da che cosa? Proprio dalla risposta rifilata a Franceschini sui bonus edilizi, decisivi per il rilancio dei borghi storici e quindi del turismo. «Dire che “non ci sono abbastanza soldi”, che “la coperta è troppo corta”, significa ritornare a un paradigma della penuria, quello dell’austerity», sottolinea Magaldi: «I denari non dovrebbero mai essere un problema, come lo stesso Draghi aveva spiegato ai giornalisti allarmati per il crescente indebitamento dell’Italia. Aveva chiarito loro che uno Stato non può mai essere insolvente, e che il “debito buono”, cioè produttivo (in termini di Pil, occupazione e infine anche tasse), non deve preoccupare».Ora, rimettersi invece ad agitare lo spettro del debito – contraddicendo la linea esposta dal “nuovo” Draghi negli ultimi due anni – significa rilanciare «una vecchia canzone stonata, liberista e poi neoliberista: una ricetta che non ha mai funzionato». Va ricordato che lo stesso Magaldi non ha certo fatto sconti, a Mario Draghi: nel libro “Massoni” lo presenta come autorevole esponente di ben cinque superlogge internazionali di matrice reazionaria, imputandogli una serie inerarrabile di malefatte: dalle privatizzazioni selvagge all’epoca del Britannia fino allo spietato rigore europeo. Per contro, sempre Magaldi era stato il primo – due anni fa – a segnalare l’inversione di rotta: Draghi avrebbe espresso la volontà di abbandonare i vecchi sodali, arrivando a dire – ancora da presidente della Bce – che sarebbe stato utile azzerare tutte le politiche dell’euro-austerità, ricorrendo persino alla Modern Money Theory (emissione illimitata di denaro, a costo zero). Tesi rilanciata nella drammatica primavera del 2020, in un editoriale sul “Financial Times” che ha fatto il giro del mondo: basta, con la storica demonizzazione il debito; è il momento di investire somme immense sul rilancio dell’economia, senza badare a spese.Una svolta insincera, se ora Draghi si rimette a denunciare proprio il deficit? «Non penso che Draghi abbia mentito a noi massoni progressisti, prendendoci in giro», ragiona Magaldi. «Non credo che la svolta annunciata due anni fa fosse solo un mezzo per accreditarsi e farsi perdonare le brutte performance del suo passato. Nel caso, certo, mi arrenderò all’evidenza; ma non voglio credere a questo». Alcuni dicono: come si fa a fidarsi di un “lupo” come Draghi? «Rispondo laicamente: va bene chiunque, a prescindere dai suoi trascorsi, se a un certo punto intende intraprendere un percorso virtuoso». Dice ancora Magaldi: «Io no ho pregiudizi, e penso che il problema di Draghi è che si stia barcamenando: soggetto a mille pressioni, ha scelto di rimanere anche un po’ ambiguo rispetto ai suoi vecchi sodali neoaristocratici, anche perché ci sono i fondi europei da ricevere». Come dire: forse, la “stoccata” a Franceschini serve a non insospettire troppo i suoi ex amici, gli arcigni guardiani del rigore. Come per indurli a pensare: ha solo fatto finta, di aver cambiato casacca, ma in realtà è sempre “uno dei nostri”.«Credo cioè che Draghi stia cercando di confondere le acque», insiste Magaldi, che comunque avverte: «Capiamo tutto, ma c’è un limite: se rendi concreto il fatto che “non puoi spendere”, su una cosa importante, “perché i soldi non bastano”, allora stai tornando a un paradigma antico. E qui nasce un problema enorme, più grave di quello creato dal Green Pass». Ovvero: «Il “non ci sono abbastanza soldi” avrebbe conseguenze più esiziali rispetto a quelle del Green Pass, che comunque tra qualche mese non esisterà nemmeno più». Certo, riconosce Magaldi: il “lasciapassare” è ingiusto, per chi deve lavorare. «Ma che dire di chi un lavoro non ce l’ha neppure, perché non si sono ancora create le condizioni per un vero rilancio economico che garantisca più occupazione?». Beniteso: il Movimento Roosevelt (presieduto da Magaldi) resta assolutamente contrario al “lasciapassare”, come esplicitamente messo per iscritto già lo scorso 2 agosto. «Siamo contrari al Green Pass e, con i nostri avvocati, ora aiuteremo legalmente chiunque voglia resistere a questa vessazione: è uno strumento ipocrita, ideato per costringere le persone a vaccinarsi, senza che il governo si assuma le responsabilità che un obbligo vaccinale comporterebbe».Sul tema Covid, Magaldi si è espresso ripetutamente, nei mesi scorsi: «Il paese è stato travolto dalle peggiori politiche emergenziali messe in piedi col pretesto di contrastare un virus caratterizzato da un’alta contagiosità, ma con una letalità piuttosto bassa. Nulla che potesse giustificare in alcun modo il “terrorismo sanitario” a reti unificate. Ed è interessante che persino il mainstream abbia ora dato spazio all’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, secondo cui le persone morte solo a causa del virus (e non anche di altre patologie) non sono le 130.000 sbandierate, ma circa 3.700, appena». Come affrontare la pandemia? «Sarebbe stato meglio mettere in sicurezza i soggetti fragili (consigliando loro di isolarsi, ma senza obbligarli) e favorire una contaminazione tra i più forti, agevolando così il processo di immunizzazione naturale collettiva». Ancora oggi, Magaldi non ha digerito le imposizioni del governo Conte: «Personalmente trovo che lockdown e coprifuoco fossero misure peggiori del Green Pass, più inaccettabili». E Draghi? «Lo capisco: credo che abbia fatto ricorso al Green Pass (che, ripeto, non approvo) solo per poter essere libero di riaprire velocemente il paese e rilanciare l’economia».E’ nota l’analisi prospettica che l’autore di “Massoni” ha offerto, riguardo alla manipolazione della crisi-Covid: dietro, vi scorge la mano della stessa élite (che definisce massonica e “neoaristocratica”) che architettò l’omicidio di John Kennedy e il golpe in Cile, fino all’apotesi terroristica dell’11 Settembre e alle imprese dell’Isis. Ultima mossa: la paralisi del pianeta per via “pandemica”, con l’obiettivo di trasformare la dittatura cinese – sorretta sempre da quell’élite reazionaria – in possibile modello per un Occidente non più democratico, spaventato col “terrorismo sanitario” e ridotto in condizioni di sottomissione, con risvolti orwelliani. Di qui una serie di contromosse in atto, dal fronte “progressista” (che sostenne Trump nel 2016), fino all’opzione incarnata dal “nuovo” Draghi. Perché sarebbe un bene, se approdasse al Quirinale? Per Magaldi, «potrebbe dare all’Italia una centralità che il nostro paese non ha mai avuto». In teoria, il momento è propizio: «Tanti personaggi negativi, finalmente, stanno venendo meno».In Germania, il “falco” Jens Weidmann ha dovuto lasciare la Bundesbank, e la stessa Angela Merkel è appena uscita di scena. Quanto alla Francia, le quotazioni di Macron sono in drammatico ribasso. Draghi al Quirinale per sette anni, dunque? Sì – ribadisce il leader “rooseveltiano” – ma ad una condizione: che non tradisca gli impegni presi coi “progressisti”, visto che quello che sta accadendo oggi è «qualcosa di molto più grave e pericoloso del Green Pass». Chiosa Magaldi, ribadendo il suo monito: «Se non si trova un ragionevole compromesso sulla storia del bonus edilizio per le facciate (una vicenda ormai simbolicamente importante), e se Draghi in questi prossimi mesi non si preoccupa di dare segnali inequivocabili per confermare di aver effettivamente sposato il paradigma post-keynesiano, senza lasciare più che si sospetti che vi sia invece un suo ritorno al passato, vi posso dire che il “fratello Mario” fallirà l’elezione al Quirinale».Caro Mario Draghi, attento a come ti comporti: avanti così, e il Quirinale lo vedrai col binocolo. Sarai infatti impallinato da tanti, insospettabili franchi tiratori, che – nel caso – agiranno come quando, nella corsa al Colle, fu ingloriosamente silurato Prodi. Il messaggio al “fratello Mario” è esplicito. Lo firma, mettendoci la faccia, Gioele Magaldi, autore del libro “Massoni” (Chiarelettere, 2014) ed esponente dei circuiti massonici “progressisti”, da sempre contrari alle politiche di austerity a lungo perseguite dall’ex capo della Bce. Nella sua visione politologica, anche sulla scorta di cospicue rivelazioni (mai smentite da nessuno), Magaldi propone una particolare lettura degli eventi storico-politici, partendo dal ruolo delle superlogge sovranazionali, elusive e determinanti. Una galassia bifronte di entità che, dietro le quinte, condizionerebbero i governi, nello scontro intestino – ultradecennale – che schiera da un lato i fautori del neoliberismo economico e della post-democrazia di segno “neoaristocratico”, e dall’altro i supermassoni che si dichiarano paladini della prospettiva post-keynesiana e del progressivo sviluppo degli spazi di cittadinanza democratica.
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Green Pass, schedatura universale. Prima del fatale 2024
Raccontano gli appassionati di astrologia che il periodo che si aprirebbe il 22 gennaio 2024 potrebbe coincidere con l’inizio di una stagione epocale e liberatoria, per l’umanità, propiziata dallo “storico” ingresso di Plutone in Acquario. Qualcuno può pensare che siano favolette. Altri studiosi precisano: l’astrologia non determina mai cambiamenti così immediati, attorno a una data-spartiacque. Altri ancora, forse più prosaicamente, fanno notare come i portavoce del potere – anche se non lo ammetterebbero mai – siano attentissimi proprio alla simbologia energetica che presumono sia legata al moto degli astri: del governo Draghi non c’è un solo decreto, avverte Nicola Bizzi, che sia stato emanato in un giorno a caso, senza prima aver dato un’occhiata al cielo. A proposito: ha ben poco di astrologico, l’attenzione che Bizzi (e molti altri osservatori) concentrano sul “fatidico” 2024. Secondo alcuni, è vero, coinciderebbe con la nascita di una nuova “era precessionale”. Ma non si esauriscono qui, le voci sull’ipotetico traguardo in calendario. C’è ben altro, che bolle in pentola.
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Bomba dall’Iss: appena 3.783 i morti “solo” per Covid
«Non è una notizia, è una bomba: se ne dovrebbe parlare in ogni talk televisivo». Carlo Freccero commenta così la novità della settimana: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, sono appena 3.783 le persone uccise in Italia “solo” dal Covid, cioè prive di gravi malattie preesistenti. Numeri pazzeschi, che demoliscono qualsiasi delirio securitario, dal coprifuoco di Conte al Green Pass di Draghi. «Rendetevi conto: meno di 4.000 vittime, contro le 130.000 esibite, in un paese in cui ogni anno, mediamente, i decessi sono 650.000», fa notare lo storico Nicola Bizzi. «La semplice influenza stagionale può uccidere anche 15.000 persone», osserva il professor Alessandro Meluzzi, nel frattempo sospeso dall’Ordine dei Medici per aver rifiutato il Tso governativo. Notizia nella notizia: a “sparare” il report dell’Iss è stato un solo quotidiano, “Il Tempo”, diretto da Franco Bechis (a sua volta ripreso soltanto da un’altra testata, “La Verità”, di Maurizio Belpietro). Da tutti gli altri, silenzio. Anzi: si parla solo di “casi” e contagi in rialzo, per spingere disperatamente sul tasto dell’inoculo genico sperimentale, ancora chiamato “vaccino”: misura coercitiva che Draghi impone sul lavoro ricorrendo col ricatto, pena la perdita dello stipendio.
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Addio Italia: se siamo all’apartheid, la democrazia è finita
E’ semplice: basta cedere su un punto cruciale (la verità) e la rovina sarà garantita. La verità omessa è questa: il Covid è curabilissimo, da casa. La menzogna: il “vaccino” (che vaccino non è) resta l’unica soluzione. Falso: la terapia genica sperimentale introdotta nel 2021, che mai sarebbe stata autorizzata se si fosse ammessa l’esistenza delle normali terapie, non solo non riduce affatto i contagi, che di per sé oltretutto non significano nulla; il “non-vaccino” è anche la corda con cui impiccare quel che resta della democrazia italiana. Addio giustizia, diritti, libertà, privacy. Addio economia, addio socialità. Addio cinema e teatro, addio bar e ristoranti. Addio Italia. Imperdonabile, la scelta di Mario Draghi: puntare tutto solo sul “non-vaccino”, trascurando in modo sciagurato le terapie. L’associazione medica “Ippocrate” ha appena presentato il suo bilancio, dopo 60.000 pazienti Covid curati e guariti da casa: nessun ricovero, nessuna vittima. Lo scandalo: l’Italia non ha ancora adottato un protocollo come quello di “Ippocrate”.
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Gimbe, l’oracolo catastrofista è pagato da Big Pharma
Come si fa a reputare sempre attendibile e indipendente una fondazione come la Gimbe, di Nino Cartabellotta, che riceve finanziamenti pubblici e si fa pagare da Big Pharma, inclusi i produttori di vaccini-Covid? Se lo domanda Martina Piumatti, che – come documenta in un reportage sul “Giornale” – ha cercato, per ora inutilmente, di “stanare” quello che viene definito “l’oracolo catastrofista” più rispettato d’Italia. «Citata dai media, ascoltata dalla politica e plaudita dagli stessi scienziati e virologi che poi premia (come Ricciardi o Burioni)», la Fondazione Gimbe – Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze – sforna ogni settimana il suo monitoraggio “indipendente” dell’andamento della curva epidemiologica, dichiarando di essere «al servizio del paese» e garantire «una tempestiva e costante informazione indipendente sull’emergenza Covid-19», analizzando ogni 24 ore «i dati della pandemia e della campagna vaccinale». Non solo: Gimbe propone (anche a enti pubblici) un seminario online, a pagamento, per illustrare i dati del suo monitoraggio. Ma a stilare analisi ed elaborare quelle previsioni, «molto citate e spesso accompagnate da un’aura quasi oracolare», avverte Martina Piumatti, non sono virologi o epidemiologi.
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Cure proibite, per lanciare i vaccini: spiegata la strage
Ha idea, Roberto Speranza, di quante persone sono morte per il Covid, nell’ultimo anno, a causa delle cure non autorizzate? Migliaia? Tutti pazienti che potevano essere salvati, se solo non fossero stati ostacolati in ogni modo i medici che avevano scoperto come guarirli, spesso da casa, senza nemmeno ricorrere all’ospedale. Massimo Mazzucco snocciola i numeri della strage: e spiega anche perché è stata provocata, da che cosa. L’imputato numero uno ha un nome preciso: il vaccino. Se fossero state approvate le terapie salva-vita, sarebbe stato impossibile (per l’Ema, e quindi per l’Aifa) accordare ai vaccini-Covid l’autorizzazione d’emergenza per la loro somministrazione. Normalmente, per approvare un vaccino servono 3-5 anni di sperimentazioni. La procedura emergenziale può scattare solo in un caso: quando non esistono alternative, cioè cure. Ecco perché le cure (che esistono e funzionano) sono state sistematicamente boicottate: se fossero state approvate, addio vaccini.Piccolo particolare: in attesa dei vaccini, l’Italia ha ufficialmente registrato 120.000 morti. Quanti di questi pazienti sarebbero ancora vivi, se ai medici fosse stato permesso di curarli con i farmaci nel frattempo individuati come rimedio efficace? Nel video-denuncia “Covid, le cure proibite”, Mazzucco documenta i capi d’accusa che ormai emergono in modo schiacciante: tutte le terapie vincenti (almeno una decina) sono state regolarmente oscurate e combattute per poter presentare il vaccino come unica soluzione, e – sempre per imporre la vaccinazione di massa – sono state imposte le peggiori restrizioni: lockdown, coprifuoco, zone rosse. Un ricatto: tornerete liberi solo quando vi sarete vaccinati. Ma attenzione, si tratta dell’ennesimo imbroglio: è infatti prevista una vaccinazione periodica e frequente, dall’incubo non si uscirà mai. E naturalmente: le terapie salva-vita, quelle che renderebbero superfluo il vaccino, restano nel cassetto.Nel suo reportage, Mazzucco non entra nel merito del piano vacciale più controverso della storia. Quelli somministrati sono farmaci “genici” sperimentali, impropriamente chiamati vaccini: non immunizzano completamente il corpo, e lasciano che il soggetto vaccinato possa restare contagioso. Non solo: presentano un serio rischio fisico immediato, in termini di reazioni avverse, mentre non si conoscono le conseguenze a lungo termine di un inoculo Rna-Dna che va a insediarsi nelle cellule, interagendo con il genoma umano. In questo caso, Mazzucco – autore di video-reportage che hanno fatto storia, come quelli sull’11 Settembre, trasmessi anche da “Canale 5″ in prima serata – si concentra sul più pazzesco degli scandali: quello delle “cure proibite”. Un copione invariabile, drammatico: scoperta la terapia, viene immediatamente screditata e poi messa al bando. Una dopo l’altra, le autorità sanitarie italiane hanno regolarmente respinto tutte le cure – efficaci – che i medici avevano scoperto, per contrastare il Covid.L’elenco è avvilente, grida vendetta: e a protestare (inutilmente, finora) sono proprio i medici, cui è stato materialmente sottratto lo strumento terapeutico per guarire i pazienti. Incredibilmente, il protocollo nazionale parla ancora di Tachipirina – farmaco inutile, in caso di Covid, se non dannoso – e si limita a raccomandare la “vigilante attesa”. Di cosa, se non dell’aggravamento? Mazzucco cita i vip prontamente curati e guariti nel 2020, non proprio giovanotti: Berlusconi, Briatore, lo stesso Trump. Rimessi in sesto in pochissimi giorni, nonostante la loro età avanzata. Come? Non certo con la “vigile attesa”: li hanno curati tempestivamente, con i farmaci adatti. Quelli a cui il cittadino normale continua a non avere accesso, visto che ai medici di famiglia non è ancora stato affidato un protocollo idoneo. Attenzione: si tratta di farmaci normalissimi. Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, spiega come “domare” l’incendio Covid ricorrendo a semplici antinfiammatori: funzionano purché si agisca celermente, cioè dopo i primi sintomi.I medici dell’associazione Ippocrate, che curano il Covid in modo volontaristico data la latitanza delle autorità sanitarie, hanno messo a punto un prontuario specifico: precisi farmaci (di uso comune) per ogni singola fase della malattia. I numeri sono dalla loro parte: si parla di migliaia di guarigioni da casa, evitando il ricovero. A Roma, il dottor Mariano Amici dimostra di aver guarito il 100% dei suoi pazienti – non meno di 2.000 persone – con la somministrazione, in fase precoce, di normali antinfiammatori. Nel video-reportage di Mazzucco, sul tema intervengono i sanitari dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna: le morti per Covid sono finite, assicurano, quando hanno cominciato a curare i pazienti direttamente nelle loro case, rinunciando cioè alla “vigile attesa” (che determinava il ricovero di malati ormai in gravi condizioni). Carta vincente, le cure precoci domiciliari: quelle che il ministero di Speranza ha appena chiesto e ottenuto, dal Consiglio di Stato, di non autorizzare.Mazzucco rievoca le tappe del calvario. Capitolo primo, le vitamine: consigliate da molti medici come sostanze utili per la prevenzione e, in dosi elevate, per la guarigione. Ma guai a dirlo: contro la “bufala” delle vitamine anti-Covid si sono scatenati prima i virologi televisivi, e a ruota i media. Risultato: vitamine bocciate. Ma non per tutti: Mazzucco esibisce un documento dei carabinieri che (già a marzo 2020) invitava i miltari dell’Arma ad assumere ogni mattina le vitamine C e D. Lo schema si ripete in modo scandaloso di fronte a ogni altra scoperta medica: anziché essere incoraggiati, i sanitari che hanno individuato una terapia efficace vengono zittiti, oscurati, screditati e boicottati. Succede a Giuseppe De Donno (Mantova), il primo ad aver sperimentato la plasmaferesi: guarigioni garantite, in poche ore, a chi riceve trasfusioni con il sangue dei pazienti guariti. Niente da fare nemmeno per Elena Campione dell’università romana di Tor Vergata, che ha scoperto i benefici della lattoferrina: sostanza naturale e antivirale, contenuta nel latte materno, che spiega il motivo per cui i bambini non vengono colpiti dall’infezione.Un caso-limite è quello dei cortisonici: nell’aprile 2020, sempre Roberto Speranza non ha degnato di risposta i 30 luminari italiani che gli segnalavano i grandi risultati ottenuti con farmaci a base di cortisone. Ironia della sorte, due mesi dopo è stata la stessa Oms a complimentarsi coi medici inglesi, che a loro volta avevano scoperto le virtù del Desametasone. Ma niente da fare, la consegna è sempre la stessa: negare l’evidenza per affossare le cure. E pazienza, se nel frattempo i malati – lasciati a casa in “vigile attesa” – continuano a morire, o arrivano in ospedale con la salute ormai gravamente compromessa proprio perché rimasti per giorni senza cure. E’ così che ha funzionato, la macchina del terrore: negare le terapie è “servito” esattamente ad alzare il numero dei ricoveri, delle terapie intensive, permettendo ai politici, ai media e agli “scienziati di corte” di recitare all’infinito il mantra della paura e dell’attesa messianica dell’unico possibile rimedio, il vaccino.Per questo, aggiunge Mazzucco, nonostante i risultati lusinghieri sono state biocciate tutte le altre soluzioni terapeutiche nel frattempo emerse: la quercetina scoperta dal Cnr, l’ozonoterapia praticata con successo all’ospedale di Udine, l’adenosina (introdotta a Reggio Calabria dai medici Sebastiano Macheda e Pierpaolo Correale), e persino un antiparassitario come l’ivermectina, che ha permesso alla Repubblica Ceca di veder crollare di colpo i decessi per Covid. Tradotto: a Praga si è smesso di morire, in Italia no. Culmine della vergogna, il caso dell’idrossiclorochina associata a un antibiotico come l’azitromicina: terapia sperimentata con successo in Francia dal professor Didier Raoult, uno dei maggiori virologi al mondo, ma poi abbandonata dopo uno studio (falsato da dati inventati) pubblicato sul “Lancet”. Poi la rivista si è corretta, scusandosi: quello studio era da buttare, la clorochina (antimalarico in uso da decenni) non è affatto pericolosa, in dosi appropriate. Ma il divieto di usarla, in Italia, è rimasto: anche dopo la scoperta della frode scientifica del “Lancet”.Domanda: quale organizzazione criminale potrebbe mai progettare e attuare un piano simile, fondato sulla disinformazione e sul boicottaggio delle guarigioni, a costo di provocare decine di migliaia di morti? Qualunque ne sia l’origine, dice Mazzucco, ne conosciamo il coordinatore: Big Pharma. Anche in Italia, tutti i decisori sono strettamente controllati dalle farmaceutiche, che ottengono il consenso dei media a suon di milioni in termini di pubblicità. In cambio, giornali e televisioni fanno parlare – come oracoli – solo e sempre determinanti esponenti del mondo scientifico (i vari Bassetti, Pregliasco, Crisanti, Galli, Burioni e Lopalco, perfettamente funzionali al business farmaceutico-vaccinale). Ferreo anche il controllo sul governo, esercitato da un Comitato Tecnico-Scientifico composto da dirigenti dell’Aifa, del ministero della salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, tutti «baroni legati a Big Pharma, che non si sognerebbero mai di contraddire le farmaceutiche».Nel Cts, ricorda Mazzucco, c’erano anche Ranieri Guerra, indagato per il piano pandemico non aggiornato né applicato, e lo stesso Walter Ricciardi, consulente di Speranza. «Due anni fa, Ricciardi dovette dimettersi da direttore dell’Iss dopo che emersero i suoi conflitti d’interesse con le case farmaceutiche». Questi, sottolinea Mazzucco, sono i personaggi che stabiliscono cosa chiudere, e fino a quando: il controllato e il controllore sono lo stesso soggetto, Big Pharma, che agisce attraverso i suoi ramificati canali, anche istituzionali. «La stessa Ema è zeppa di dirigenti che provengono da Big Pharma, tramite il meccanismo delle “porte girevoli”: l’attuale direttrice, Emer Cooke, quella che ripete che “i benefici dei vaccini superano i rischi”, viene dalla lobby europea delle industrie farmaceutiche». E’ vero, purtroppo: la Cooke è stata a lungo in forza alla Efpia, European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations.Nell’Epfia, conferma Wikipedia, Emer Cooke ha lavorato per 8 anni come lobbysta delle “Big 30″, incluse Pfizer, AstraZeneca, Novartis e Johnson & Johnson. «Secondo voi chi l’ha messa a dirigere l’Ema, Gesù Bambino?». Non solo: «Credete che sia l’Unione Europea, coi nostri soldi, a finanziare la sua agenzia del farmaco? Errore: l’agenzia vive di fondi pubblici solo per il 16%, dato che l’84% del denaro che serve al suo funzionamento proviene dalle aziende farmaceutiche, sotto forma di autorizzazioni per i medicinali». Domanda retorica: qualcuno può davvero pensare che l’Ema (da cui di fatto dipende anche l’Aifa) sia un ente autonomo e quindi scientificamente affidabile, indipendente, che ha a cuore solo la salute dei cittadini, e non invece – anche e soprattutto – quella dei bilianci miliardari del complesso industriale farmaceutico che la foraggia quasi completamente?Tragedia e farsa si sommano, nell’impietosa ricostruzione di Mazzucco, fino all’epilogo tanto atteso: lo sdoganamento anticipato dei famosi “vaccini genici”. «Per i preparati vaccinali, la procedura d’emergenza (quindi con sperimentazione molto limitata) può avvenire solo a certe condizioni». Una su tutte: «Non deve esistere nessuna cura disponibile, per la malattia in questione, altrimenti il vaccino non la può ricevere, l’approvazione d’emergenza». Vale per la statunitense Food and Drug Administration: a febbraio, nell’autorizzare i vaccini-Covid, la Fda ha ricordato che non deve esistere «una adeguata, approvata e disponibile alternativa al prodotto». Idem l’Ema: il vaccino «deve rispondere a una necessità medica non soddisfatta, ovvero una patologia per la quale non esiste un metodo soddisfacente di diagnosi, prevenzione o cura autorizzato dalla comunità (o, anche se questo metodo esistesse, il nuovo prodotto medicinale deve rappresentare un importante vantaggio terapeutico per i malati)».E dato che «nessun vaccino potrà mai rappresentare un importante vantaggio terapeutico, rispetto a una medicina che agisce subito», ecco che «le medicine normali non vengono autorizzate», scandisce Mazzucco. «Abbiamo svelato l’arcano: le cure non sono mai state riconosciute non perché non funzionino, ma perché sapevano fin dall’inizio che – riconoscendo una qualunque cura valida – non si sarebbe potuta ottenere l’autorizzazione d’emergenza per il vaccino». Ragiona il reporter: «Se per ipotesi i vaccini non esistessero (cioè, se non fossero mai stati “inventati”), secondo voi come si competerebbe la sanità, rispetto al Covid? Ovvio: curerebbe i malati senza indugi, con tutte le terapie disponibili, e anzi rafforzandole con ulteriori ricerche (proprio quelle che finora sono state accuratamente evitate, privando i medici di sperimentazioni su vasta scala)». Insiste Mazzucco: «Paradossalmente, il vaccino non è la soluzione: è il problema». Vero, se è stato la vera causa del rifiuto di somministrare terapie salva-vita.«Pensateci: potremmo tornare a vivere tranquillamente, domattina, riaprendo tutto e curando le persone appena si ammalano, con le varie terapie ormai disponibili (lasciando libere di vaccinarsi, ovviamente, le persone che lo desiderano)». E invece, questo non accade. «Quello che non è accettabile – ripete Mazzucco – è che il vaccino sia imposto come unica condizione per riavere le nostre libertà. Si chiama ricatto, e si chiama anche crimine: perché nel frattempo muoiono mogliaia di persone che si potrebbero salvare». E’ così: «Le nostre libertà ci vengono negate intenzionalmente, proprio per obbligarci ad accettare la vaccinazione come unica via d’uscita». Lo dice apertamente la professoressa Leana Wen, docente di politiche della salute alla George Washington University. «La Wen è tra i “top doctors” americani, scrive sul “Washington Post” e appare spesso come commentatrice televisiva. E’ stata anche premiata dal Forum di Davos tra i “giovani leader globali”».Una grande opinion maker, Leana Wen: nel 2019, “Time Magazine” l’ha definita “una delle 100 persone più influenti del mondo”. Di fronte al fatto che Stati come Florida e Texas stanno già riaprendo tutto, anche con pochi cittadini vaccinati, alla “Cnn” si è lasciata scappare la seguente ammissione: «Ci sono milioni di persone che per qualche ragione temono i vaccini, e non capiscono quale possa esserne il vantaggio, per loro. Noi dobbiamo spiegargli bene che il vaccino è il loro lasciapassare, per tornare alla vita com’era prima della pandemia. E la finestra di tempo per farlo si sta restringendo, per legare le riaperture alla situazione vaccinale: altrimenti, se si riapre tutto, quale sarà la “carota”?». La carota: il premio. «Come faremo a incentivare le persone a farsi vaccinare? Ecco perché il Cdc e l’amministrazione Biden devono affermare con forza: se sarete vaccinati, guardate quante cose potrete fare, quante libertà potrete riavere. Viceversa, la gente tornerà a godersi queste libertà in ogni caso».Capito, come funziona? Massimo Mazzucco lancia un appello severo e accorato ai giornalisti, finora reticenti o addirittura complici del sistema “bastone e carota”, fatto di cure negate, migliaia di vittime e “terrorismo sanitario” per spingere il popolo bue verso l’imbuto previsto fin dall’inizio, quello del vaccino. «Voi, che continuate a chiamare “negazionista” chiunque protesti per questa situazione assurda, finirete per passare alla storia come i nuovi collaborazionisti», dice Mazzucco agli operatori dei media. «Gli uomini di Vichy sono passati alla storia per aver aiutato il nazismo in Francia; voi passerete alla storia per aver aiutato il vacci-nazismo che si sta cercando di instaurare: e come c’è stata una Norimberga per i nazisti, ci sarà sicuramente una Norimberga anche per voi». E dunque: «Smettetela di fare i servi delle case farmaceutiche, e tornate a mettervi dalla parte dei cittadini, prima che sia troppo tardi».Il secondo messaggio, al termine del suo lungo video, Mazzucco lo dedica a tutti quelli che dicono: «Non vedo l’ora di vaccinarmi, così almeno questo incubo finirà». Magari. «Non illudetevi: non finirà. Il tira e molla delle restrizioni continuerà all’infinito». Facile profezia: «Ci faranno respirare un po’ quest’estate, e poi in autunno arriverà la “quarta ondata”, così imporranno nuove restrizioni e magari daranno la colpa a quelli che si saranno “divertiti troppo” durante l’estate. Incolperanno anche i non vaccinati, per cercare di metterci gli uni contro gli altri». Mazzucco è pessimista: «State tranquilli che non basterà una sola vaccinazione, per farla finita: ci saranno i richiami, perché ci saranno mille, nuove meravigliose “varianti”, e dovremo abituarci a vaccinarci tutti, ogni anno». Non ci credete? Male. «Ci sarà una terza dose, poi il richiamo annuale», dice Albert Bourla, presidente della Pfizer. «Deve diventare un’abitudine: una volta all’anno dovremo vaccinarci», conferma l’immunologo genovese Matteo Bassetti.E se qualcuno aveva sperato che con Mario Draghi sarebbe finita, la colossale farsa, si deve amaramente ricredere: «Dovremo continuare a vaccinarci, per gli anni a venire – ha appena annunciato il nuovo primo ministro – perché ci saranno delle varianti, e quindi i vaccini andranno adattati». Che caso: la Pfizer intanto ha già previsto rincari del 900%. «Una dose costerà fino a 175 dollari: che pagheremo noi, con in soldi delle nostre tasse». Pfizer e Moderna – aggiunge Mazzucco – hanno appena cominciato le sperimentazioni su bambini di 6 mesi, ed entro novembre sarà pronto il vaccino per il neonati (e i bambini fino a 11 anni)». Chiosa il reporter: «Questa idea di vaccinarsi pur di uscire dall’incubo è una pia illusione: significa uscire dalla gabbia del lockdown per entrare nella gabbia più grande, quella delle vaccinazioni permanenti. Che poi è il sogno di Big Pharma: una società in cui tutte le persone sane si abituino comunqe a vaccinarsi regolarmente, a tutte le età, una o più volte all’anno, pena la restrizione delle loro libertà. Questo è quello che vogliono ottenere, e stanno per riuscirci».Quindi, conclude Massimo Mazzucco, vedete voi in che mondo volete vivere: «Un mondo libero, dove ci vengono garantite da subito delle cure valide (e dove chi vuole potrà anche vaccinarsi, se lo desidera), oppure un mondo di schiavi, ricattati dalle continue restrizioni e condannati a circolare con il passaporto vaccinale in tasca per andare allo stadio, in discoteca, a trovare i parenti anziani nelle case di risposo». Violando la Costituzione, il governo Draghi ha già imposto il vaccino ai sanitari: in teoria, la Carta proibisce di sottoporre cittadini a Tso con farmaci ancora sperimentali. Il grande avvocato tedesco Reiner Fuellmich, insieme a mille colleghi e 10.000 medici di tutto il mondo, sta preparando le carte per ottenerla, la Nuova Norimberga. Nella geografia della strage, spicca l’Italia di Giuseppe Conte e Roberto Speranza: alle cure negate (”proibite”, per dirla con Mazzucco) corrisponde un numero spaventoso di vittime, abbandonate in “vigile attesa” della morte.Ha idea, Roberto Speranza, di quante persone sono morte per il Covid, nell’ultimo anno, a causa delle cure non autorizzate? Migliaia? Tutti pazienti che potevano essere salvati, se solo non fossero stati ostacolati in ogni modo i medici che avevano scoperto come guarirli, spesso da casa, senza nemmeno ricorrere all’ospedale. Massimo Mazzucco snocciola i numeri della strage: e spiega anche perché è stata provocata, da che cosa. L’imputato numero uno ha un nome preciso: il vaccino. Se fossero state approvate le terapie salva-vita, sarebbe stato impossibile (per l’Ema, e quindi per l’Aifa) accordare ai vaccini-Covid l’autorizzazione d’emergenza per la loro somministrazione. Normalmente, per approvare un vaccino servono 3-5 anni di sperimentazioni. La procedura emergenziale può scattare solo in un caso: quando non esistono alternative, cioè cure. Ecco perché le cure (che esistono e funzionano) sono state sistematicamente boicottate: se fossero state approvate, addio vaccini.
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Terrorismo e strage: Covid, la denuncia ai Pm di Roma
Associazione a delinquere, omicidio, strage e terrorismo: sono alcuni del capi di imputazione ipotizzati nel voluminoso dossier inoltrato alla Procura di Roma dal biologo Franco Trinca, assistito dagli avvocati Alessandro Fusillo e Francesco Scifo, quest’ultimo presidente dell’associazione European Consumers. Covid a mano armata: un’operazione criminale, deliberatamente pianificata e attuata per ottenere il massimo disastro possibile, facendo esattamente il contrario di quanto occorreva fare? Su questo i denuncianti non hanno dubbi, come anticipato il 21 aprile nella conferenza stampa alla Camera, su iniziativa di Sara Cunial. Il professor Trinca esibisce un faldone gigantesco: 80 pagine di prove, dove ogni affermazione è accuratamente documentata. «Lo sottoponiamo all’autorità giudiziaria – afferma – invitando il magistrato a valutarne i gravissimi profili penali». Un invito anche ai cittadini: basta scaricare il dossier dal sito di Trinca, stamparlo in due copie a presentarlo alla prima caserma dei carabinieri, perché sia inoltrato alla magistratura inquirente.Prima accusa: il Sars-Cov-2, agente della malattia Covid-19, «non è affatto arrivato in Italia come un “fulmine a ciel sereno”: il pericolo imminente di una pandemia da coronavirus diffusivo e potenzialmente pericoloso (se non curato tempestivamente e opportunamente) era stato ampiamente previsto e denunciato dall’Oms e dalla comunità scientifica internazionale». Non solo: «Le autorità sanitarie e governative italiane – questa l’accusa – non hanno compiuto le azioni dovute per preparare il paese e il sistema sanitario nazionale all’impatto con l’ondata pandemica». Come? «Specialmente con la medicina di territorio, come raccomandato dall’Oms». Per esempio: «Non è stato adeguato il piano pandemico risalente al 2006». Su questo, la Procura di Bergamo ha già aperto un’inchiesta giudiziaria, che fra l’altro ha messo sotto accusa Ranieri Guerra, ex dirigente del ministero della salute e poi direttore aggiunto dell’Oms. Peggio ancora: «Non è stato applicato nemmeno uno dei punti-chiave comunque previsti nel vecchio piano del 2006, che prescriveva la somministrazione tempestiva di farmaci antivirali e cure di supporto: non è stato fatto assolutamente nulla».L’Aifa e il ministero di Roberto Speranza – aggiungono Trinca e gli avvocati – hanno fatto anche di peggio: «Hanno vincolato i medici di base a protocolli inefficaci per la gestione domiciliare di Covid-19, indirizzando forte mente all’ospedalizzazione i pazienti sintomatici; questo ha causato (e causa ancora) l’affollamento dei reparti di malattie infettive e delle terapie intensive, nonché decine di migliaia di decessi che si potevano evitare». Sulla base di un quadro emergenziale determinato non tanto dalla malattia in sé, quanto piuttosto «da gravissimi errori di governance sanitaria», sono state imposte – alla popolazione e al tessuto produttivo e dei servizi – pesanti restrizioni dei movimenti e delle attività, dal lockdown al coprifuoco. E le stesse istituzioni sanitarie (Aifa, ministero della salute e Iss) hanno inibito i medici ospedalieri dal fare le autopsie sui pazienti deceduti, «così ritardando di molto l’acquisizione delle complicazioni trombotiche e di coagulazione intravascolare disseminata (Cid) e le relative cure».Non è finita: le autorità sanitarie «hanno contrastato (e contrastano ancora) sia le cure di prevenzione, per il rinforzo del sistema immunitario e di supporto adiuvante in caso di malattia (minerali, vitamine e antivirali), sia efficaci protocolli farmacologici, come quelli utilizzati positivamente da centinaia di medici coraggiosi ed etici che nel frattempo hanno guarito migliaia di pazienti». Attenzione, avverte Trinca: è proprio negando le cure (come se non esistessero) che si è ottenuta la “corsia preferenziale” per la consegna dei vaccini, presentati come unica possibile soluzione. «In alternativa a cure dimostratesi efficaci sul campo – sottolineano i denuncianti – le autorità sanitarie e governative vogliono imporre l’uso di massa di vaccini anti-Covid (per nulla efficaci né sicuri, per carenza ammessa dalle stesse aziende produttrici)». Visto che la politica ancora non si muove, e che il governo Draghi sembra agire replicando le negligenze del governo Conte, il professor Trinca si rivolge direttamente alla magistratura: una tale somma di “errori deliberati” può configurare un elenco di altrettanti crimini? Se i grandi media tacciono, la speranza è che siano i magistrati a occuparsi del caso, analizzandolo da cima a fondo.La prima delle imputazioni ipotizzate è dunque l’associazione per delinquere, finalizzata al compimento di una serie di reati. Il più grave è il reato di strage (articolo 285 del codice penale) per la diffusione di protocolli di cura errati e dannosi, «causando la morte di decine di migliaia di persone». C’è poi il reato di epidemia dolosamente favorita (articolo 438) «per la diffusione indisturbata del contagio da gennaio a marzo 2020, senza l’adozione di alcuna misura di cautela». Il profilo eventualmente criminoso dell’attacco all’economia nazionale si configurerebbe nell’articolo 513 del codice penale (”turbata libertà dell’industria o del commercio”) per il blocco di quasi tutte le attività lavorative durante la quarantena, con la conseguente distruzione dell’economia italiana. Si contemplano anche le lesioni personali (articolo 582) per i danni fisici subiti da tutti coloro che sono stati curati con protocolli terapeutici errati, fino al caso dell’omicidio (articolo 575) per la «morte cagionata a tutti coloro che sono stati curati con protocolli terapeutici errati».Pesantissima anche l’accusa di “condotte con finalità di terrorismo” (articolo 270) per l’attuazione di comportamenti come «la gestione scellerata della pandemia». Azioni che, sia per la loro natura («mancato approntamento delle cure e delle misure di prevenzione necessarie»), sia per il contesto («la situazione di grave allarme determinata dalla martellante narrativa sulla pandemia»), secondo Trinca e gli avvocati denuncuianti «possono arrecare grave danno al paese», fino alla «distruzione del tessuto economico-produttivo mediante l’implementazione di chiusure e limitazioni alle libertà fondamentali». Tutte misure rivelatesi «non solo inutili, ma controproduttive», e inoltre «compiute allo scopo di intimidire la popolazione». Terrorismo, dunque: «La popolazione italiana è stata di fatto intimidita e terrorizzata, dai fatti degli ultimi 14 mesi». Questo è servito anche a «destabilizzare o distruggere le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e sociali di un paese che omai vive in uno stato di emergenza perenne».Accusano i legali che affiancano Trinca: grazie alla gestione “terroristica” dell’emergenza, «le ordinarie regole in materia di adozione delle norme di diritto sono state stravolte, e non vi è neppure più la dialettica politica fondata sull’esistenza di maggioranza e opposizione». In altre parole, «le fondamenta stesse dello Stato, ossia l’essere una repubblica democratica fondata sul lavoro, sono state stravolte e distorte nel solo interesse di una gestione centralizzata e profondamente errata della salute pubblica». Un’analisi lucida: per mesi, il governo ha ignorato l’allarme delle autorità sanitarie internazionali sull’arrivo di una possibile, imminente epidemia. Una volta esploso il Covid, non ha applicato nemmeno le vecchie prescrizioni del piano pandemico 2006, che prescriveva antivirali e cure domiciliari. Poi ha depistato i sanitari, inibendo le autopsie e imponendo cure inefficaci. Questo avrebbe causato la morte di decine di migliaia di persone, abbandonate nelle loro case senza le necessarie terapie precoci. Una vera e propria strage: la Procura di Roma se ne occuperà? «Intanto – dice Trinca – invitiamo gli italiani a sottoscrivere la denuncia: se le firme saranno migliaia, sarà impossibile ignorare il nostro appello, affinché vengano svolte indagini accurate».(Per scaricare la denuncia stampabile: download dal sito “Riapriamo l’Italia in Salute”).Associazione a delinquere, omicidio, strage e terrorismo: sono alcuni del capi di imputazione ipotizzati nel voluminoso dossier inoltrato alla Procura di Roma dal biologo Franco Trinca, assistito dagli avvocati Alessandro Fusillo e Francesco Scifo, quest’ultimo presidente dell’associazione European Consumers. Covid a mano armata: un’operazione criminale, deliberatamente pianificata e attuata per ottenere il massimo disastro possibile, facendo esattamente il contrario di quanto occorreva fare? Su questo i denuncianti non hanno dubbi, come anticipato il 21 aprile nella conferenza stampa alla Camera, su iniziativa di Sara Cunial. Il professor Trinca esibisce un faldone gigantesco: 80 pagine di prove, dove ogni affermazione è accuratamente documentata. «Lo sottoponiamo all’autorità giudiziaria – afferma – invitando il magistrato a valutarne i gravissimi profili penali». Un invito anche ai cittadini: basta scaricare il dossier dal sito di Trinca, stamparlo in due copie a presentarlo alla prima caserma dei carabinieri, perché sia inoltrato alla magistratura inquirente.
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Magaldi: coprifuoco illegale, il governo non può imporlo
Giustizia e libertà, in nome della democrazia italiana. Gioele Magaldi sfida il governo Draghi, i giornalisti e gli stessi poliziotti: il Movimento Roosevelt, da lui presieduto, violerà il coprifuoco la sera di sabato 1° Maggio, Festa del Lavoro, con una nuova “passeggiata disobbediente” a Campo dei Fiori, nel cuore di Roma, ai piedi della statua di Giordano Bruno, simbolo di resistenza contro l’oppressione. Magaldi ricorda che, lo scorso 27 febbraio – nel corso di un’analoga iniziativa – i militanti furono identificati dalla polizia e maltrattati dalla stampa, che li definì “negazionisti”, sulla base di una “velina” dell’ufficio stampa della Questura di Roma. «Ora chiediamo ai giornali – e in primis alla Questura – di pubblicare una rettifica a norma di legge: noi non neghiamo affatto il Covid. E invitiamo i giornalisti a venire a Campo dei Fiori per prendere nota delle ragioni della nostra richiesta nonviolenta, civile e democratica, di rispettare la Costituzione, che proibisce al governo di istituire un coprifuoco in tempo di pace».Non solo: «Insieme agli avvocati del servizio di Sostegno Legale del Movimento Roosevelt, stiamo valutando la possibilità di richiedere un risarcimento danni agli agenti di polizia che dovessero verbalizzarci: in base al Codice di Norimberga, infatti, non potrebbero eseguire disposizioni incostituzionali». Magaldi rende pubblico il programma della giornata, invitando poliziotti e giornalisti a far visita ai militanti: il Movimento Roosevelt si riunirà in assemblea già nel pomeriggio, alle ore 14.30, nel locale “L’Habituè” di via dei Gordiani, 22. «Quindi ci assembreremo, e nello stesso locale poi ceneremo (anche al chiuso) prima di raggiungere Campo dei Fiori alle ore 22.45, violando pertanto il coprifuoco». Trasparente la motivazione: «Ben lungi dal negare che il Covid possa essere pericoloso, contestiamo radicalmente le scandalose politiche autoritarie introdotte per la gestione della pandemia: restrizioni catastrofiche, in quanto inefficaci verso il Covid e gravemente liberticide».Magaldi cita il caso dello studente ventunenne di Camerino, Marco Dialuce, che è riuscito a far “assolvere” un amico, sanzionato per violazione del coprifuoco: «Uno studente del secondo anno di giurisprudenza ha più coscienza giuridica degli esimi esperti che hanno sin qui malgovernato la gestione politico-sanitaria dell’emergenza». Il presidente “rooseveltiano” menziona anche il tribunale di Reggio Emilia, che ha appena respinto la legittimità giuridica del coprifuoco: come affermato dal Gup, Dario De Luca, la Costituzione (articolo 13) non ammette l’imposizione del coprifuoco, in tempo di pace, nemmeno in presenza di un’emergenza sanitaria: un simile “obbligo di permanenza domiciliare” può essere imposto solo a singoli cittadini, e unicamente da un magistrato. «In nessun caso il coprifuoco può essere imposto da un governo», sottolinea Gioele Magaldi: «Certo non lo si può imporre con un Dpcm, e nemmeno con un decreto legge».Pur riconoscendo che Mario Draghi ha rinunciato a un vero e proprio lockdown, anticipando timidamente alcune riaperture al 26 aprile, Magaldi però avverte: «Draghi rischia di essere travolto dalla continuità sostanziale col governo Conte-bis nella gestione delle politiche sanitarie, incluse le annesse restrizioni liberticide. Rischia così di veder pregiudicate le sue chance di andare al Quirinale, ma anche di veder appannato il suo buon nome, la fiducia che il popolo italiano aveva in lui: perché ci vorrà molto tempo, per vedere un rilancio dell’economia, specie se la politica sanitaria continuerà a essere così devastante, dal punto di vista sociale». Ribadisce Magaldi: «Noi non neghiamo affatto l’esistenza del Covid, né che questo virus possa provocare danni gravi. Riteniamo piuttosto che ci sta stata una strage di Stato, come spiegato nel bel libro di Giorgianni e Bacco, perché il virus non è stato ben curato, i protocolli di cura sono ancora tragicamente sbagliati e si sono commesse innumerevoli nefandezze, mentre alcuni vili affaristi lucravano con la compravendita di mascherine e quant’altro, in danno dell’erario e della collettività, approfittando come sciacalli della situazione».Magaldi denuncia la perdurante assenza di un protocollo basato sulle cure domiciliari precoci, decisive per abbattere il numero dei ricoveri: «Il fatto che sia aberrante che ci si limiti tuttora a prescrivere Tachipirina e “vigile attesa” non è più una semplice opinione medica; di fronte alle evidenze ormai emerse diventa un atto criminale, criminogeno: procurata strage, vorrei dire. Se si continua così, i pazienti li costringi a ricoverarsi quando ormai si sono aggravati». Nel mirino, Roberto Speranza: «Il ministero della sanità credo richieda un intervento capillare della magistratura: il fatto che nei protocolli si parli ancora di paracetamolo e “vigile attesa” – insiste Magaldi – è uno sberleffo sonoro a tutti i morti, a tutte le persone gravemente colpite dal Covid. Credo sia il caso di procedere con qualche denuncia: visionando i protocolli, prendo atto di una serie di cose che sono insopportabili».«Non ci sono soltanto le falsificazioni avallate dal ministro Speranza e dal suo capo di gabinetto, che hanno coinvolto Ranieri Guerra e lo stesso Silvio Brusaferro, attuale direttore dell’Iss, ma c’è un ministero che va rovesciato come un calzino: serve l’intervento della magistratura», ribadisce il presidente del Movimento Roosevelt. «Mario Draghi potrebbe evitare di ritrovarsi in questa situazione, rifilando un bel calcio nel culo (felpato, elegante quanto si voglia) a Roberto Speranza e a gran parte dei dirigenti della sanità italiana». Al nuovo premier, Magaldi non fa sconti: «Il 25 aprile, Draghi ha detto che nulla può essere anteposto alla libertà. Suona beffarda, questa affermazione, perché invece noi alla libertà abbiamo anteposto una presunta salute pubblica, insieme a meccanismi di manipolazione psicologica collettiva: il coprifuoco non ha alcun fondamento, nello sforzo per contenere il virus, mentre sta devastando la vita del paese e compromettendo le prenotazioni per l’imminente stagione turistica».Magaldi invita i ristoratori a violare le restrizioni, e i cittadini a uscire di casa la sera, dimostrando di essere consapevoli del valore della libertà e della democrazia. «I ristoratori faranno bene a rimanere aperti, e la gente farà bene a infischiarsene del coprifuoco: così agisce un popolo maturo, affermando con la sua azione il proprio “no” alle vessazioni anticostituzionali». La vera partita, avverte Magaldi, è quella che si giocherà in autunno, con l’eventuale recrudescenza di questo virus, reale o enfatizzata dai media e da una contabilità discutibile. «Non possiamo rischiare di tornare a chiudere l’Italia. La risposta? Iniziare a passeggiare dopo le 22, e pretendere prevenzione sanitaria e protocolli di cura finalmente efficaci. Tra le misure più urgenti, il potenziamento dei trasporti pubblici: si impedisce l’assembramento al bar, ma poi ci si continua ad assiepare tranquillamente in metropolitana».Aggiunge Magaldi: «Se siamo ancora sottoposti al coprifuoco, comunque, è anche colpa dei cittadini, che non hanno protestato abbastanza. La democrazia e la libertà hanno sempre un prezzo: cerchiamo di meritarcele, iniziando a disobbedire». Magaldi annuncia «azioni giuridiche mirate» e propugna «azioni popolari, di piazza», spiegando: «Se riusciamo a convincere i legislatori che “non c’è più trippa per gatti”, potranno anche discettare di nuove pandemie, ma l’interesse a fomentarle verrà meno. Se invece i cittadini continueranno a comportarsi come pecore che attendono che il buon pastore, graziosamente, dispensi libertà (o magari la limiti), allora non andremo da nessuna parte». Ancora: «Invece di soffiare sul fuoco del terrorismo psicologico, puntando solo alla sopravvivenza biologica, si ponga finalmente l’accento sui valori non negoziabili, come quella libertà di cui parlava Draghi il 25 aprile». Ai giornalisti, Magaldi rivolge un invito: «Una volta tanto, si mettano al servizio dei valori democratici». E un appello, infine, agli operatori della pubblica sicurezza, in un clima sociale dove l’insofferenza sta ormai crescendo a vista d’occhio: «Invito le forze dell’ordine a riflettere: valutino se per caso non stiano operando in modo incostituzionale».Giustizia e libertà, in nome della democrazia italiana. Gioele Magaldi sfida il governo Draghi, i giornalisti e gli stessi poliziotti: il Movimento Roosevelt, da lui presieduto, violerà il coprifuoco la sera di sabato 1° Maggio, Festa del Lavoro, con una nuova “passeggiata disobbediente” a Campo dei Fiori, nel cuore di Roma, ai piedi della statua di Giordano Bruno, simbolo di resistenza contro l’oppressione. Magaldi ricorda che, lo scorso 17 febbraio – nel corso di un’analoga iniziativa – i militanti furono identificati dalla polizia e maltrattati dalla stampa, che li definì “negazionisti”, sulla base di una “velina” dell’ufficio stampa della Questura di Roma. «Ora chiediamo ai giornali – e in primis alla Questura – di pubblicare una rettifica a norma di legge: noi non neghiamo affatto il Covid. E invitiamo i giornalisti a venire a Campo dei Fiori per prendere nota delle ragioni della nostra richiesta nonviolenta, civile e democratica, di rispettare la Costituzione, che proibisce al governo di istituire un coprifuoco in tempo di pace».
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Bizzi: anche Francia, Turchia e Israele hanno alleati alieni
Gary McKinnon è uno dei migliori hacker che esistano, sulla faccia della Terra. Scozzese di Glasgow, nato nel 1966, fra il 2001 e il 2002 si è reso protagonista di uno degli hackeraggi più sorprendenti della storia: la giustizia americana lo ha accusato di «aver perpetrato la più grande intrusione informatica, su computer appartenenti alla difesa, che si sia mai verificata, in ogni tempo». E’ riuscito ad hackerare 97 server militari degli Stati Uniti, carpendone le informazioni. E’ penetrato anche nei server della Nasa – oltre a quelli dell’esercito, della marina e dell’aviazione – e così ha scoperto l’esistenza della Space Force. Sappiamo che nel 2020 è stato lo stesso Donald Trump a ufficializzarne l’esistenza, senza però dichiarare molto altro. Ha solo detto: esiste la Forza Spaziale, che è una nuova componente delle nostre forze armate. Però McKinnon l’aveva già scoperta già nel 2001, finendo in un mare di guai: venne arrestato, in Gran Bretagna. A tradirlo fu un suo errore clamoroso: sbagliando il calcolo del fuso orario, era intervenuto su certi computer mentre erano in uso, da parte dei militari, che quindi si accorsero in tempo reale della sua intrusione.McKinnon ha scoperto cose veramente sorprendenti. Non ha dimostrato solo l’esistenza della Space Force: dalle centinaia di documenti di cui si è impossessato, ha ricavato un quadro molto particolare, che ha portato alla luce. Ha praticamente dimostrato che la Nasa, per come la conosciamo, è solo uno specchietto per le allodole. Una messinscena: la Nasa serve a giustificare alcune spese di denaro pubblico, e serve a dare al pubblico (americano e, di riflesso, mondiale) un’illusione di quella che è davvero l’esplorazione dello spazio. Un’illusione: perché, semplicemente, tutto quello che riguarda l’esplorazione dello spazio – già da prima delle missioni Apollo – è secretato, sotto controllo militare. La Nasa, quindi, serve ad addolcire la pillola all’opinione pubblica: ogni tanto lanciano in orbita qualcosa, come gli Shuttle, e ora esiste una stazione come la Iss, Stazione Spaziale Internazionale, che si limita a fare esperimenti di varia natura. Ma è un paravento, perché dagli anni ‘70 le forze armate di vari paesi (Usa e non solo) sono nello spazio, visto che possiedono le tecnologie per farlo.Queste tecnologie non sono soltanto il frutto delle storiche conquiste militari del Terzo Reich, che al limite ha potuto permettere l’avviamento del progetto della Space Force. In realtà – come ci ha confermato il colonnello Philip Corso – un buon 80% della tecnologia con cui sono state realizzate le navi spaziali terrestri è frutto di “retroingegneria” aliena. Non è un segreto per nessuno, tranne che i buontemponi che ancora ironizzano su queste cose, senza nemmeno sapere di che cosa stiamo parlando: la questione alinea è estremamente seria (agli scettici consiglio di documentarsi, e di far lavorare i neuroni). Prove alla mano, attraverso libri molto voluminosi, anche Philip Corso – che ho conosciuto personalmente, dopo la sua decisione di “vuotare il sacco” – ha dimostrato (così come decine di altri “insider” come lui) che non solo la Nasa è una semplice copertura, ma che esiste una nostra flotta spaziale operativa. Lo stesso McKinnon ne aveva trovato conferma, esaminando i dati riservatissimi di quei server, all’interno dei quali era riuscito a introdursi.L’hacker scozzese, infatti, aveva trovato i nomi delle navi della flotta spaziale, all’epoca gestita dalla marina (prima cioè che fosse ufficializzata la Space Force). E aveva scoperto che non venivano “denominate” Uss (United States Ship) ma Usss (United States Space Ship). Sono astronavi di grandi dimensioni, in buona parte realizzate con “retroingegneria” aliena, e sono servite alle forze armate americane – dagli anni ‘70 – per spingersi ben oltre la Luna. Secondo informazioni che avevo avuto, poi largamente confermate da McKinnon, esistono già delle basi permanenti su Marte. Ed esistono basi (sempre umane, ma anche “miste”) anche su numerosi satelliti di Giove, e addirittura su alcune delle Lune di Saturno. Ho avuto conferme anche di una base terrestre su Ganimede, che è una delle Lune di Giove: conferme ben diverse da quelle di McKinnon, da fonti che adesso non posso citare.Morale della favola: il Programma Spaziale Segreto esiste. Lo stesso McKinnon aveva parlato anche di “equipaggi misti”. Già dalla fine degli anni ‘40, ma in particolare nel 1954 – al tempo della presidenza di Einsehower – ci fu un accordo, molto particolare. Già il Terzo Reich aveva stretto un patto con una determinata “razza” alinea. Le prove ci sono: è inutile ironizzare o far finta di non vedere le cose (la documentazione c’è, ed è davvero molto ampia). C’è stato sicuramente, un accordo tra una particolare “razza” aliena e la Germania hitleriana. Successivamente, c’è stato un accordo tra gli Stati Uniti e un’altra “razza” aliena: gli Usa rifiutarono di stringere accordi con quella particolare “razza” che si era alleata con la Germania. Per diversi anni, l’Unione Sovietica li ha addirittura abbattuti, questi: giustamente li considerava intrusi, nel proprio spazio aereo, e tentava di abbatterli. Ha avuto un sacco di problemi, l’Urss, perché chiaramente certe astronavi non terrestri rispondevano al fuoco, e hanno distrutto molte delle basi sovietiche da cui partivano i missili.Alla fine però sono venuti a patti anche loro: pure l’Unione Sovietica ha stretto accordi con alieni. E diverse altre nazioni – tra cui la Francia, la Turchia e Israele – hanno avviato rapporti privilegiati ed esclusivi con alcune “razze” extraterrestri, che sono stabilmente presenti sul nostro pianeta. Quelli fanno il bello e il cattivo tempo: nessuna forza militare terrestre è in grado di fermarli o di impedire loro l’accesso alla Terra. Di conseguenza, sulla Terra, esistono diverse basi “miste”, date in concessione a certe “razze” (chiamiamole così), specie da parte dell’esercito degli Stati Uniti. Poi gli alieni hanno basi proprie, tutte loro: ci sono basi sottomarine, totalmente autonome. E anche in Antartide hanno parecchie basi. Questa, sappiatelo, è una realtà. Pochi sanno che il principale finanziatore delle missioni Apollo è stata la AT&T, la compagnia statunitense di telecomunicazioni. Dopo le prime missioni Apollo, la AT&T ha realizzato la fibra ottica. Voleva andare sulla Luna, l’azienda, perché sul nostro satellite erano state individuate parecchie rovine, molto antiche.In particolare era stata scoperta la presenza di alcune cupole, realizzate con un materiale a cristallo (a vetro): erano cupole – alcune, sfondate da meteoriti – che proteggevano antiche basi, vecchie di migliaia di anni. L’AT&T ha finanziato le missioni Apollo perché voleva impossessarsi della tecnologia relativa a questo materiale che componeva le cupole. Scoprirono che era un super-conduttore, e ne ricavarono la fibra ottica. E questa è solo una delle tante cose da dire. La sostanza è che esiste, eccome, un programma spaziale parallelo: un “black project” a tutti gli effetti, costato cifre esorbitanti, rispetto al quale la Nasa funge da paravento. Ma è un piccolo paravento: le spese sostenute dalla Nasa sono forse appena l’1% di quanto è stato veramente speso per questi progetti inerenti la flotta spaziale terrestre. Ora, il fatto che la Space Force sia stata finalmente ufficializzata, da Trump, secondo me prelude a tante altre rivelazioni. Molto dipenderà da cosa sta succedendo, negli Stati Uniti, dove permane questa situazione particolare e poco chiara. Ma ne vedremo delle belle: per giugno hanno annunciato rivelazioni clamorose. Sono proprio curioso di vedere cosa tireranno fuori.(Nicola Bizzi, dichiarazioni rilasciate nella puntata dell’8 aprile 2021 della trasmissione “L’Orizzonte degli Eventi”, con Tom Bosco e Matt Martini, sul canale YouTube di “Border Nights”. Storico e saggista, Bizzi è fondatore di Aurola Boreale Edizioni. L’accenno alla “situazione poco chiara” negli Usa riguarda i dubbi sul reale potere del fragile Joe Biden, dopo i brogli nelle presidenziali e il possibile ruolo dei militari nell’amministrazione. Le affermazioni di Bizzi sugli extraterrestri sono pienamente consonanti con quelle rese a fine 2020 dal generale Haim Eshed, docente universitario, per trent’anni a capo della sicurezza aerospaziale di Israele: da decenni, ha detto Eshed, Tel Aviv e Washington collaborano stabilmente con alieni, nell’ambito di un’alleanza chiamata Federazione Galattica, che dispone anche di basi “miste” su Marte. Pochi giorni fa, infine, ha fatto scalpore l’annuncio di John Ratcliffe, capo della direzione nazionale dell’intelligence Usa sotto Trump: il 1° giugno 2021, ha anticipato Ratcliffe, il pubblico sarà inondato di immagini “desecretate” sugli Ufo, foto e video scattate da aerei da guerra e satelliti militari).Gary McKinnon è uno dei migliori hacker che esistano, sulla faccia della Terra. Scozzese di Glasgow, nato nel 1966, fra il 2001 e il 2002 si è reso protagonista di uno degli hackeraggi più sorprendenti della storia: la giustizia americana lo ha accusato di «aver perpetrato la più grande intrusione informatica, su computer appartenenti alla difesa, che si sia mai verificata, in ogni tempo». E’ riuscito ad hackerare 97 server militari degli Stati Uniti, carpendone le informazioni. E’ penetrato anche nei server della Nasa – oltre a quelli dell’esercito, della marina e dell’aviazione – e così ha scoperto l’esistenza della Space Force. Sappiamo che nel 2020 è stato lo stesso Donald Trump a ufficializzarne l’esistenza, senza però dichiarare molto altro. Ha solo detto: esiste la Forza Spaziale, che è una nuova componente delle nostre forze armate. Però McKinnon l’aveva scoperta già nel 2001, finendo in un mare di guai: venne arrestato, in Gran Bretagna. A tradirlo fu un suo errore clamoroso: sbagliando il calcolo del fuso orario, era intervenuto su certi computer mentre erano in uso, da parte dei militari, che quindi si accorsero in tempo reale della sua intrusione.
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Della Luna: brevetti già dal 2006 per vaccinare i “Covidioti”
A furia di lockdown e di paura alimentata dalle istituzioni col gonfiare il numero dei morti e col nascondere i veri dati (quasi nessuno muore di Covid-19, l’età media dei morti è 82 anni – Istituto Superiore di Sanità), il popolo è stato portato ad agognare il vaccino per esasperazione e senza pensare. Eppure ci sarebbe molto, su cui riflettere. Voci insistenti, ovviamente dichiarate ‘fake’, di un brevetto americano (US7888102B1-2[i]) per il Covid-19 nel 2006, e anche di uno europeo per il suo vaccino (EP 3172319B1) – controllate voi stessi! – entrambi legati a Pfizer, Glaxo, Gates, Pirbright Foundation, che ritroviamo con l’Oms e lo Usaid nel famoso laboratorio di Wuhan. Un forte dubbio che tutto sia stato programmato oltre 10 anni fa, che tutto si svolga come da copione. Un vaccino dagli ignoti effetti collaterali, perché non testato: ci vorrebbero 10 anni per quelli normali, ma questo è il primo che agisce su Rna e Dna, modifica il nostro Dna in modo che produca le proteine del virus, che scatenano le difese immunitarie contro di noi – un alto rischio di autodistruzione, secondo alcuni medici. E diversi esperti, persino Burioni, ammettono che non se lo inietteranno o aspetteranno un anno (intanto si vedrà che cosa succede a chi lo riceve).Il rischio primario sono malattie degenerative, tumori e demenze in testa, nonché autoimmuni – un rischio che si potrà verificare solo fra 10 anni: è una vaccinazione sperimentale, proibita dal Trattato di Norimberga. Un pensiero unico, o storytelling, obbligato e difeso con la censura e l’oscuramento del dissenso: da radiazioni ai medici che parlano; da una classe di scienziati che, per i fondi e per la carriera, dipendono da Big Pharma; dalla grande finanza; dalla politica; dal militare. Quindi non sono indipendenti né affidabili. Non disponiamo di esperti indipendenti dal business. Dobbiamo perciò valutare e decidere in base alle nostre capacità personali. Una classe politica che vive di corruzione e un’industria farmaceutica abituata a corromperla per guadagnare (De Lorenzo, Poggiolini – ricordate?) e con una lunghissima fedina penale (anche per stragi compiute con vaccini), che non esiterebbe, per lucro, a sabotare la salute della gente onde aumentare gli acquisti di farmaci, e a pagare i parlamentari per rendere i vaccini obbligatori per legge.Un Parlamento che non rappresenta più l’elettorato e ha sospeso la Costituzione, che appoggia golpe governativi a ripetizione, dominato da un partito, il M5S, che conserva la poltrona facendo il contrario di ciò che aveva promesso per farsi eleggere, e da un altro, il Pd, storico braccio politico del capitalismo finanziario globale e predatore; due partiti pronti a togliere diritti costituzionali a chi non si lascerà vaccinare. Un popolo ancora ignaro del disastro economico che lo aspetta in primavera, e in gran parte ormai ammaestrato con la paura e con l’inganno a richiudersi in casa a comando, come le galline, rinunciando ai diritti fondamentali civili e politici e al principio di legalità, per non parlare della dignità. Un mondo che scoppia di inquinamento e di sovrappopolazione, con un’economia automatizzata e finanziarizzata che ha bisogno di sempre meno gente come lavoratori e consumatori, e non sa dove mettere i disoccupati. Se la popolazione va ridotta, allora meglio eliminare chi si vuole vaccinare… Confesso che quello sopra era il mio pensiero finché non ho ascoltato governi seri, come quello britannico, quello giapponese, quello statunitense, dichiarare ufficialmente di aver accertato che i vaccini sono efficaci e persino innocui. Non è la parola di Faraone o Speranza o Conte: ora possiamo fidarci, quando verrà il nostro momento di subire la vaccinazione.(Marco Della Luna, “Covidioti di tutto il mondo, vaccinatevi!”, dal blog di Della Luna del 4 dicembre 2020).A furia di lockdown e di paura alimentata dalle istituzioni col gonfiare il numero dei morti e col nascondere i veri dati (quasi nessuno muore di Covid-19, l’età media dei morti è 82 anni – Istituto Superiore di Sanità), il popolo è stato portato ad agognare il vaccino per esasperazione e senza pensare. Eppure ci sarebbe molto, su cui riflettere. Voci insistenti, ovviamente dichiarate ‘fake’, di un brevetto americano (US7888102B1-2[i]) per il Covid-19 nel 2006, e anche di uno europeo per il suo vaccino (EP 3172319B1) – controllate voi stessi! – entrambi legati a Pfizer, Glaxo, Gates, Pirbright Foundation, che ritroviamo con l’Oms e lo Usaid nel famoso laboratorio di Wuhan. Un forte dubbio che tutto sia stato programmato oltre 10 anni fa, che tutto si svolga come da copione. Un vaccino dagli ignoti effetti collaterali, perché non testato: ci vorrebbero 10 anni per quelli normali, ma questo è il primo che agisce su Rna e Dna, modifica il nostro Dna in modo che produca le proteine del virus, che scatenano le difese immunitarie contro di noi – un alto rischio di autodistruzione, secondo alcuni medici. E diversi esperti, persino Burioni, ammettono che non se lo inietteranno o aspetteranno un anno (intanto si vedrà che cosa succede a chi lo riceve).
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Bizzi: la farsa Covid è finita, ora licenziano il golpista Conte
«La “pandemia” è finita, andate in pace». Lo annuncia lo storico Nicola Bizzi, editore di “Aurora Boreale”. «Dopo settimane di terrorismo psicologico alimentato ad arte dal governo Conte e dalla sua torbida corte di nani e ballerine, anche e soprattutto attraverso la grancassa di risonanza dei media compiacenti e le sparate televisive di personaggi di squallore come i sedicenti “virologi” Andrea Crisanti e Walter Ricciardi, pare proprio che il vento sia cambiato», scrive Bizzi su “Database Italia“. In altre parole: “qualcuno” ha deciso che dovesse cambiare, il vento. Basta leggere quello che scrive «il potentissimo gruppo “Espresso-Repubblica”, che rappresenta da oltre trent’anni un vero e proprio partito occulto, capace di manipolare l’opinione pubblica». E’ evidente che ha dichiarato guerra al governo Conte: nelle ultime settimane, «l’esecutivo golpista giallorosso è stato infatti bersaglio, da parte di questo “partito occulto”, di un intenso bombardamento mediatico che, in maniera chirurgica, si è accanito su tutti i suoi nervi scoperti». La netta presa di posizione di “Repubblica” per la campagna del No al referendum sul taglio dei parlamentari – osserva Bizzi – è stata inoltre interpretata come una vera e propria dichiarazione di guerra a Conte e ai suoi accoliti. «Non facciamoci facili illusioni: Barbapapà Scalfari, Carlo De Benedetti e i loro “nipotini” non sono certo rinsaviti di colpo».