Archivio del Tag ‘Israele’
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Barack Obama si aggiudica il Nobel per la Pace
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è stato insignito del Nobel per la Pace «per i suoi sforzi straordinari nel rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli». Il presidente del comitato per il Nobel norvegese, Thorbjoern Jagland, ha detto che forse ad alcuni l’assegnazione al neopresidente americano può essere sembrata prematura, ma che per statuto il premio va assegnato a chi ha fatto il massimo per la pace nell’anno precedente. «Solo assai raramente qualcuno è riuscito come Obama a catturare l’attenzione del mondo e a dare una speranza per un futuro migliore», si legge nella motivazione.
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Berlusconi e la lunga Notte della Repubblica
«Sappiamo bene che la notte della Repubblica berlusconiana è appena agli inizi. E sappiamo altrettanto bene che, con il Cavaliere, a scommettere sul peggio non si sbaglia mai». Così il vicedirettore di “Repubblica”, Massimo Giannini, dopo l’inaudito attacco del premier al Capo dello Stato, cui l’8 ottobre hanno cercato di rimediare i presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani, confermando la compattezza delle istituzioni democratiche attorno al presidente della Repubblica, nel pieno rispetto della Consulta che ha bocciato il Lodo Alfano. Il 9 ottobre, Giannini rinnova le peggiori preoccupazioni riguardo alla violenta reazione di Silvio Berlusconi
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Edelman, l’ultimo eroe della grande storia europea
Salvare vite umane. Come medico e come combattente. Ci sono uomini a cui la storia chiede un conto speciale. Uomini che, alla storia, rispondono sì. Marek Edelman è morto all’età di novant’anni, nella sua Polonia. Ne aveva solo 22 quando, nella primavera del 1943, difese coi denti gli ultimi bunker del Ghetto di Varsavia, durante l’eroica e disperata rivolta degli ebrei condannati alle camere a gas. Era socialista e non-sionista. Fece infuriare il governo di Tel Aviv quando, nel 2002, inviò un appello ai combattenti palestinesi, riconoscendone la legittimità: deponete le armi, scrisse, e fate la pace con Israele.
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I segreti dell’Arctic Sea, blitz Usa-Russia contro il Mossad
Il mercantile russo Arctic Sea non nascondeva missili anti-missile S-300 per la difesa tattica delle installazioni nucleari iraniane, ma stava trasportando negli Usa materiale top secret, nel corso di una missione super-segreta, concordata da Mosca e Washington, nel quadro del disarmo mondiale poi ufficializzato da Obama con la storica rinuncia allo scudo anti-missile. Attaccata da agenti segreti del Mossad, la nave sarebbe stata infine liberata da un blitz congiunto, realizzato grazie a un’operazione condotta da forze speciali di Usa e Russia. Lo riferisce Giulietto Chiesa, mettendo insieme fonti russe e americane, civili e militari.
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Arctic Sea, il Mossad e i missili russi per l’Iran
Sarebbe stato sequestrato dal Mossad, e non dai pirati, perché carico di missili destinati all’Iran, il cargo russo “Arctic Sea”, scomparso a luglio al largo della Manica e ritrovato a metà agosto a Capo Verde. Lo hanno sostenuto diverse fonti, rivelando che il premier israeliano Netanyahu avrebbe compiuto un viaggio-lampo a Mosca il 7 settembre per chiedere al Cremlino di rinunciare a dotare Teheran di avanzati sistemi di difesa missilistica, destinati alla protezione delle installazioni nucleari iraniane da eventuali raid aerei da parte dei jet di Tel Aviv. Ne dà notizia in Italia il network “PeaceReporter”, che rileva «gli ingredienti per la sceneggiatura di un film o per un libro noir».
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Siamo tutti stranieri, nessuna terra è nostra
Il nazionalismo peggiore è quello di legittimazione religiosa. Ne abbiamo avuto un esempio con il nazismo, che è stato una filiazione diretta del cuius regio eius religio. La matrice del nazionalismo religioso, che è una vera metastasi, si ha quando la religione, che è in cerca di assoluto e si legittima nell’assoluto, sostiene di possedere la verità. Io tento di contrastare questa tendenza perniciosa che è presente nell’Ebraismo, ma non solo, è un’ idea comune a tutti i monoteismi: l’idea della verità, il “noi abbiamo la verità”. Io sostengo: noi abbiamo opinioni. Inoltre: noi non abbiamo rivelazioni, abbiamo storie di rivelazioni, che è molto diverso.
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Galtung: Turchia ed Euro-Cina dopo il declino Usa
Ovviamente la Turchia diverrà membro dell’Unione Europea, col sostegno francese e tedesco. Ci vorrà un po’, ma hanno un bisogno reciproco. Il matrimonio è scritto nelle stelle. Quando, è più difficile dire. Probabilmente per il 2015, sicuramente per il 2020; può anche arrivare molto prima per ragioni da esplorare. Chiarisco perché. Una volta (nel 1980) predissi il declino e la caduta dell’impero Sovietico, cominciando dal Muro di Berlino, di lì a dieci anni; e (nel 2000) predissi il declino e la caduta dell’impero Usa, non del paese Usa, per molti versi meraviglioso, entro vent’anni.
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Lituania, il ghetto nascosto dell’Olocausto rimosso
Ci sono luoghi speciali che la storia ha prescelto come laboratorio dei suoi esperimenti fallimentari. Luoghi in cui una parola banale come “convivenza” può suonare minacciosa al comune sentire del popolo. Nazioni civili stufe di “convivere”. E allora sembrerà assurdo ma è quassù, nel gelo baltico di una Lituania repubblica democratica indipendente da quindici anni, che ho percepito il potenziale contagioso della propaganda contro il “mito” del “presunto” olocausto ebraico scatenata nel 2006 da un leader lontanissimo, abile nel padroneggiare i media, come l’iraniano Mahmud Ahmadinejad.
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L’Egitto: una follia il canale tra Suez e il Mar Morto
Il canale di collegamento tra il Mar Morto e il Mar Rosso rappresenterebbe una catastrofe ambientale. Lo ha sostenuto il 27 luglio il generale egiziano Ahmed Fadel, presidente della società del Canale di Suez, in occasione delle celebrazioni del 53° anniversario della nazionalizzazione di quest’ultimo. «’Il progetto del canale tra il Mar Morto e il Mar Rosso è una follia. Se realizzato, potrebbe causare eruzioni vulcaniche e terremoti, a causa della vicinanza con la faglia africana», ha detto Fadel. «L’ecosistema del Mar Rosso sarebbe compromesso per sempre».
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Coloni israeliani devastano uliveti palestinesi
In mattinata, un gruppo di coloni israeliani ha dato fuoco ad almeno 1500 ulivi, in Cisgiordania, appartenenti a contadini palestinesi. Le coltivazioni sono state distrutte come forma di rappresaglia contro lo sgombero di alcuni avamposti illegali dei coloni, effettuati dalle forze di polizia israeliane. Scrive il quotidiano israeliano Haaretz, che una decina di coloni armati di torce, è partita a cavallo per vendicare l’azione delle forze di polizia che in mattinata avevano sgomberato alcuni edifici illegali nelle colonie intorno a Nablus, mentre altri scagliavano pietre sulla strada.
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Addio Iran, regime brutale come Israele a Gaza
Tutto e’ nero. Tutto ha perso il significato. Anche la lotta virtuale su internet. Su Facebook vedi tutti gli utenti con la stessa foto con i nomi cambiati. Non riconosci più gli amici. Ti dicono di fare la stessa cosa. Ti dicono che gli studenti che in Italia hanno partecipato alle manifestazioni al rientro in Iran sono stati arrestati o si sono visti ritirare il passaporto. “Non tornare in Iran”, ti dicono e tu senti un vuoto nel cuore. Fino a poche settimane fa ti sentivi soffocata perche’ avevi paura di dire quello che pensavi. Oggi tremi nella prigione dell’angoscia di non poter piu’ tornare nel tuo Iran.
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Israele, la lobby Usa dei coloni contro Obama
Per scoprire quanto stabili e intimi siano i legami tra governo e coloni in Israele, bastava presenziare alla consegna dei Premi ‘Moskovitz’ per il Sionismo, il 22 maggio scorso a Gerusalemme. «A dispetto delle richieste di Obama nella sua visita al Cairo - scrive “PeaceReporter” - il governo di Netanyahu ha annunciato l’espansione degli insediamenti in Cisgiordania». Il perchè lo spiega la storica e profonda influenza esercitata dal partito dei coloni nella politica israeliana. Una contiguità, se non una compenetrazione vera e propria, ben palpabile nella cerimonia del 22 maggio.