Archivio del Tag ‘Islam’
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La politica dell’odio che trasforma Berlusconi in santo
L’aggressione al presidente del consiglio è carica di effetti. Tra questi, quello di aver fatto cadere le (ultime) inibizioni linguistiche e stilistiche della maggioranza di governo e dei suoi rappresentanti. Grazie all’atmosfera di tensione prodotta dal lancio della miniatura, entriamo con maggiore chiarezza nel lessico e nella retorica berlusconiane. A stupire non è tanto la violenza nella scelta delle parole per commentare, spiegare (e condannare) l’aggressione: “mandanti morali”, “terroristi mediatici”, “network dell’odio”, “cattivi maestri”. I campi semantici da cui espressioni del genere provengono, infatti, li intuiscono tutti
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Fratelli d’Italia, nel nome di Allah: i musulmani si svelano
«Non commettete alcuna ingiustizia», dice il Profeta nel suo ultimo discorso, a Medina, poco prima di morire. «Sappiate che ogni musulmano è fratello di ogni altro musulmano. Tutti i musulmani sono fratelli e a nessuno è permesso di prendere al fratello ciò che egli non ha dato con buona volontà». Dal deserto arabico, la parola di Maometto raggiunge i fedeli che in Italia, per la prima volta, si raccontano in modo compiuto grazie all’importante documentario, in edicola dal 10 dicembre, realizzato da Jivis Tegno, originario del Camerun. Fratelli sì, ma anche italiani. Decisi, per la prima volta, a presentarsi, qualificandosi innanzitutto come cittadini.
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Scontro Lega-Cl dietro l’assalto al Duomo di Milano
Se nel giorno di Sant’Ambrogio, vescovo e patrono di Milano, la Lega ha lanciato una sfida pubblica contro il suo successore Dionigi Tettamanzi, paragonandolo prima a un imam musulmano e poi a un prete siciliano mafioso, è perché si sente forte, molto forte. La volgarità degli argomenti scagliati contro l’”Onorevole Tettamanzi”, delegittimato così nel suo ruolo pastorale, additato come un nemico degli interessi del popolo, non deve trarre in inganno: c’è del metodo nella provocazione architettata nel dì festivo. Quasi una contro-predica rivolta al gregge della diocesi più grande del mondo, puntando dal trono del governo alla conquista dell’altare in Duomo.
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Tolleranza, l’Islam di Gülen e il network della pace
È forse il più importante teologo e scienziato politico della Turchia. C’è chi lo definisce il nuovo Khomeini, chi il capo di un islam sociale. È Fethullah Gülen, un mistico turco che la rivista Foreign Policy nell’estate del 2008 ha messo in cima alla classifica degli intellettuali di fama mondiale. «Non ho mai voluto essere una persona influente», ha commentato dopo la nomina, ma per scalare la classifica mondiale ha messo in moto la sua fitta rete di ammiratori e seguaci in tutto il mondo, riuscendo ad ottenere una mobilitazione di massa.
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Cardini: la truffa della paura, ieri gli ebrei e oggi l’Islam
Preoccupazione in tutta Europa per il divieto alla costruzione di nuovi minareti in Svizzera. Il Vaticano fa propria la posizione dei vescovi elvetici per quello che viene definito «un duro colpo alla libertà religiosa e all’integrazione». Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è «un formidabile regalo all’islamismo più eccessivo». E mentre la Lega Nord si fa notare per l’ennesima provocazione (referendum anche in Italia, con la croce da aggiungere al tricolore), il grande medievista Franco Cardini accusa: disinformazione e pregiudizio, una miscela esplosiva da politici irresponsabili che cercano capri espiatori per sfuggire alla crisi.
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Travaglio: il crocifisso, la rivoluzione dell’uguaglianza
Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole. E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni di destra, centro, sinistra e persino dal Vaticano. Anzi, se fosse per quelle, lo leverei anch’io. Fa ridere Feltri quando, con ignoranza sesquipedale, accusa i giudici di Strasburgo di “combattere il crocifisso anziché occuparsi di lotta alla droga e all’immigrazione selvaggia”: non sa che la Corte può occuparsi soltanto dei ricorsi degli Stati e dei cittadini per le presunte violazioni della Convenzione sui diritti dell’uomo.
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Vittime civili, rabbia in Afghanistan contro la Nato
“Morte agli stranieri! Morte a Karzai!”. Sale la protesta di piazza in Afghanistan dopo gli ultimi raid Nato. I parenti delle vittime del bombardamento del 4 novembre – nove contadini, tra cui tre bambini – hanno esposto i corpi in due taxi e due pulmini parcheggiati nel centro di Lashkargah, capoluogo della provincia meridionale di Helmand, davanti al palazzo del governatore, Gulab Mangal. Dai portelloni aperti, tutti hanno potuto osservare i cadaveri insanguinati: uccisi mentre lavoravano nei campi attorno al villaggio di Korkhashien. Erano «militanti talebani», secondo le autorità. Versione che ha accentuato la rabbia popolare.
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Derfner: chi ci dà il diritto di massacrare i palestinesi?
Praticamente tutta Israele sta ora parlando a una sola voce contro la relazione Goldstone, contro qualsiasi tentativo di incolparci per la guerra di Gaza. Abbiamo affinato al massimo il nostro messaggio e, ispirati dalla performance del primo ministro Benjamin Netanyahu alle Nazioni Unite, lo stiamo trasmettendo con il giusto tono di sdegno: come può osare qualcuno negarci il diritto all’autodifesa! Come può osare negarci il diritto di combattere contro il terrorismo!
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Islam in classe? Meglio: nuove regole, per ogni religione
Il Corano in classe, per concedere pari diritti alle religioni e scongiurare i rischi di un Islam clandestino? No, perché non dovrebbe più essere lo Stato a dover “sdoganare” le regioni: questo presupposto, sancito peraltro dal Concordato a tutela dei cattolici, è vecchio e sbagliato: anziché estenderlo anche all’Islam, va cancellato anche per il cattolicesimo. Lo afferma Sofia Ventura, docente di scienze politiche all’università di Bologna, nell’intervento “Una società plurale in uno Stato neutrale”
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Per favore, non applaudite Rania di Giordania
Se siete coerenti non applauditela. Non sorridete. E nemmeno trattatela con la sufficienza dedicata a una qualche vip esotica. Non chiamatela meravigliosa, come se fosse un’attrice qualsiasi. Non raccontatene la sua modernità: lo shopping, twitter, il tubino di seta, l’amore per l’arte. Non mischiatela alle notizie di un qualsiasi gossip. E non parlate del suo fascino. Se siete coerenti rimanete in silenzio di fronte alla regina Rania di Giordania.
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L’Islam clandestino non giova all’Italia
A chi giova un Islam illegale, clandestino e messo ai margini della società? Bisogna partire da questa domanda per comprendere il senso della proposta, che tanto clamore ha suscitato, lanciata nei giorni scorsi ad Asolo, al seminario annuale delle due fondazioni, “Italianieuropei” e “Farefuturo”, guidate rispettivamente da Massimo D’Alema e Gianfranco Fini: proposta che prevede la possibilità di inserire l’insegnamento facoltativo della religione islamica nell’ordinamento scolastico nazionale.
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Islam in classe: proposta seria, non provocazione
L’hanno chiamata “mattana”. L’hanno chiamata provocazione. Però la proposta dell’ora di religione islamica, contenuta nel paper su immigrazione e integrazione realizzato da “Farefuturo”, non è passata inosservata. Un’ora facoltativa, è bene ricordarlo, destinata a chi ne facesse richiesta: non per tutta la classe, per intenderci (e da alcune reazioni del mondo politico e non, viene il fondato sospetto che questo aspetto non sia stato colto, o forse anche volontariamente trascurato).