Archivio del Tag ‘Iran’
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Via Mubarak, incognita Mediterraneo: l’ora della Turchia
Dopo la Tunisia, l’Egitto: e adesso trema l’Algeria insieme allo Yemen, mentre anche il Marocco scende in piazza a festeggiare la caduta di Mubarak insieme alle folle libanesi, giordane e palestinesi. Si sgretola la geografia post-coloniale di Nord Africa e Medio Oriente, congelata per cinquant’anni: da una parte le autocrazie petrolifere arabe commissariate dagli Usa, dall’altra la supremazia militare di Israele nella regione. Unica forza estranea al composito quadro che ora va disgregandosi, la potenza iraniana dell’Islam sciita: a sua volta destabilizzata dalle recenti pulsioni democratiche represse nel sangue, la Persia di Ahmadinejad tenta di attribuirsi meriti per la svolta egiziana, festeggiandola con Hamas a Gaza ed Hezbollah in Libano, mentre sale il prestigio del possibile stato-guida di domani, la Turchia.
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La Cia, il boia Suleiman e la spazzatura della storia
Quattro morti e 1.500 feriti, museo egizio in fiamme, giornalisti picchiati a sangue: a far precipitare nel caos la protesta rivoluzionaria del Cairo, la comparsa di miliziani pro-Mubarak ora condannata da Obama, che si affretta a chiedere una «transizione immediata» fra il regime assediato – che non si rassegna a cedere il potere – e la vasta ondata popolare che ha portato in piazza milioni di persone, in nome della svolta democratica promossa dalle opposizioni coordinate da Mohammed El Baradei. Una situazione esplosiva, che sembra fatta apposta per esasperare la folla e rianimare così il fantasma dell’estremismo islamico, finora assente dalla contesa egiziana. E mentre Washington getta l’ex alleato Mubarak nella spazzatura della storia, la stampa americana riscopre – in ritardo – il “passato nero” di Omar Suleiman, formidabile aguzzino per conto della Cia durante l’era Bush.
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Wikileaks: lo sciame di voci accelera l’attacco all’Iran
L’attacco all’Iran è vicino. Nessuno ne parla direttamente, ma la guerra-lampo contro Teheran, che secondo il Global Research Institute di Ottawa potrebbe essere l’inizio della Terza Guerra Mondiale, è un’eventualità quasi imminente. La prova? Il paese degli ayatollah è “accerchiato” da uno schieramento militare senza precedenti nella storia. Si aspetta solo che qualcuno prema il grilletto. Qualcuno chi? Israele, naturalmente. Un indizio prezioso viene da Zbignew Brzezinski, segretario nazionale alla Sicurezza Usa ai tempi di Jimmy Carter. Brzezinski invita a “leggere” dietro le rivelazioni di Wikileaks. Qual è il vero obiettivo? Demolire la credibilità interna dei governi arabi, mettendo in piazza il loro tifo per un’azione bellica contro il regime di Ahmadinejad.
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Giudice svizzero: dalla Cia l’atomica agli Stati-canaglia
Bomba atomica agli “stati canaglia”? La Cia sapeva tutto: era proprio il servizio segreto americano, nell’era Bush, a gestire le informazioni-chiave per mettere i “terroristi” nelle condizioni di sviluppare armi atomiche. Lo scrive il New York Times, dando rilievo alla clamorosa denuncia di un magistrato svizzero, Andreas Müller: secondo il giudice, le autorità elvetiche hanno distrutto le prove da lui raccolte, a carico di alcuni imprenditori che sarebbero stati incaricati di trasferire a Iran, Libia e Corea del Nord il know-how nucleare proveniente da Abdul Kader Khan, lo scienziato considerato “padre” dell’atomica del Pakistan, alleato problematico degli Stati Uniti, sospettato di aver a lungo controllato l’Afghanistan attraverso i Talebani, arrivando a far uccidere il leader afghano Massoud.
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Guai all’Iran se aiuta gli Usa a scappare dall’Afghanistan
Per capire com’è conciata la Nato in Afghanistan bastano due episodi accaduti questa settimana. Lunedì c’è stato, a Roma, l’incontro dei rappresentanti dei 45 Stati che occupano quel Paese. Inaspettatamente era presente un iraniano di alto livello, Alì Oanezadeh, verso il quale gli americani si sono mostrati insolitamente cordiali. Alla fine Holbrooke ha detto: «Riconosciamo che l’Iran ha un ruolo da giocare per una soluzione». Ma come? L’Iran non era uno dei tre Paesi dell’“asse del Male“, uno degli “Stati canaglia“, violatore dei “diritti umani“? E la povera Sakineh, in fondo solo colpevole di aver fatto accoppare il marito? Tutto messo nel ripostiglio, per il momento. Per piegare l’Afghanistan va bene anche l’Iran.
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Terza Guerra Mondiale? Benvenuti nell’incubo
Quando ci sveglieremo potrebbe essere tardi: saremo prigionieri di un incubo. All’inizio sembrerà un’operazione militare come tante altre, un semplice raid aereo punitivo sull’Iran ribelle. Sarà invece l’inizio della Terza Guerra Mondiale. Non ci credete? Meglio dare un’occhiata, allora, all’ultimo sconvolgente studio prodotto dall’istituto canadese “Global Research” diretto da Michel Chossudovsky, professore emerito di economia all’università di Ottawa, autore di saggi come “La globalizzazione della povertà e il nuovo ordine mondiale”. L’umanità è a un bivio pericoloso, avverte Choussudovsky: dall’atomica di Hiroshima, mai s’era visto un simile dispiegamento mondiale di armi pronte all’uso.
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Relazioni pericolose: la Cina si avvicina a Israele
“Passeggiata in Israele, la terra del latte e del miele” è il titolo del documentario prodotto dalla tv di Stato cinese Cctv, in collaborazione con il governo israeliano. Dodici puntate che rappresentano una dichiarazione d’amore e di ammirazione promanata dai canali di Pechino a suggello delle relazioni sino-israeliane che vanno ben oltre quelle diplomatiche avviatesi solo nel 1992. Quando, alla fine del mese scorso la Cctv ha presentato la nuova serie televisiva, gli uffici dell’ambasciata israeliana a Pechino hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa dell’emittente di Stato che offre al popolo cinese gli strumenti per conoscere «le meraviglie dello Stato di Israele e il contributo che la civiltà ebraica ha fornito all’umanità».
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Metano non convenzionale: rivoluzione nell’energia
Il mondo riscopre nel’argilla il metano “non convenzionale” e così le riserve aumentano del 100%. Tremano i monopolisti come Russia e Iran, di fronte alla nuova corsa globale per le compagnie: si cerca in Ucraina, Polonia, Australia, Cina e anche in Italia. Prima vittima della possibile “rivoluzione” del gas, il colosso russo Gazprom, grande fornitore dell’Europa, costretto ad assistere al nuovo inatteso spettacolo: Big Oil trivella alle frontiere del suo regno, fra Polonia e Ucraina, mentre i francesi della Total si danno da fare sul versante ucraino e gli americani di Exxon e Chevron su quello polacco. Cercano proprio metano, dove non si pensava che ci fosse o che fosse possibile estrarlo.
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Gaza e Turchia, le mosse di Israele per colpire l’Iran
Israele è ormai pronto ad attaccare l’Iran: a breve, sotto la presidenza Obama e con il tacito consenso di Russia e Cina. Lo dicono tutte le recenti mosse compiute sullo scenario mediorienale e mondiale: l’attacco al convoglio navale Freedom Flotilla per “avvertire” la Turchia, contraria insieme al Brazile alle sanzioni contro Teheran, lo stop delle forniture russe per la difesa iraniana, l’annuncio esplicito di Tel Aviv a Pechino: Israele si prepara a colpire militarmente il regime degli ayatollah. Una crisi più che annunciata, anche se nessuno la vuol vedere. E niente, pare, la potrà fermare.
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In Turchia l’uranio di Teheran: crolla l’alibi-guerra
Con l’accordo preso con la Turchia, con la mediazione del presidente brasiliano Lula, l’Iran si è impegnato a far gestire all’estero il ciclo di arricchimento dell’uranio necessario al funzionamento delle sue future centrali. L’accordo spiazza e disarma Stati Uniti ed Israele, che ora rimangono senza argomenti e soprattutto privi della tanto utile “minaccia iraniana”, rispolverata di continuo malgrado la volontà di Teheran di non offrire pretesti per scatenare una guerra. Esemplare in questo senso il titolo del New York Times, sostanzialmente rammaricato per l’accordo che disarma i falchi della crisi: “L’iran acconsente a spedire l’uranio, complicando i colloqui per le sanzioni”.
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Iran, rischio guerra: Russia e Cina non la fermeranno
Russia e Cina «stanno sulla riva del fiume a veder passare il cadavere di Obama», se gli Usa cadranno nella trappola della guerra contro l’atomica dell’Iran. Lo afferma Giulietto Chiesa, intervistato da Simone Santini per “Clarissa” sui mobili scenari dell’Asia, scossi da continue crisi, dalla Georgia al Kirghizistan. Sullo sfondo, la lobby di Israele estesa anche a Mosca, l’ansia per l’espansione della Cina e l’eterna partita a scacchi con l’America in crisi per il controllo delle risorse planetarie. Uno scenario pericoloso, che avvicina il mondo a una nuova guerra, nel silenzio assoluto dei media.
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Iran: arrestato il regista Panahi, Leone d’Oro a Venezia
Il regista iraniano Jafar Panahi, già vincitore del Leone d’oro a Venezia e una delle voci più critiche del presidente Mahmud Ahmadinejad, è stato arrestato la sera del 1° marzo a Teheran con la moglie e la figlia da agenti dei servizi di sicurezza. Panahi e famiglia erano già stati arrestati una prima volta il 30 luglio 2009 (e poi rilasciati dopo alcune ore) mentre prendevano parte alle commemorazione di Neda Aqa-Soltan, la ragazza divenuta simbolo dell’Onda verde. Successivamente, al regista è stato impedito di presenziare ai festival cinematografici di Mumbai, in ottobre, e di Berlino, il mese scorso.