Archivio del Tag ‘inquinamento’
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Rumiz: dalla montagna, l’economia verde del futuro
Il mito americano della “natura incontaminata” è il rovescio della stessa medaglia, velenosa, che ha inquinato il pianeta con l’industria: spopolatesi le valli alpine, l’invasione verde della foresta incolta ora minaccia i versanti. Eppure, sotto i colpi della crisi energetica che avanza, «il futuro dell’economia italiana è tutto lì: nel ripristino di una cultura “verticale” capace di garantire l’equilibrio idrogeologico con lo sfalcio, l’energia col legnatico, il reddito grazie alla carne e alla lana, l’ecologia attraverso lo smaltimento sul posto del letame». Lo scrive Paolo Rumiz nel reportage “La grande ombra verde”, il 20 settembre su “Repubblica”.
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L’Europa: il Pil non basta più per capire come stiamo
Il Pil non basta più. Per valutare il livello di ricchezza e l’effettiva crescita di un paese c’è bisogno di un nuovo indice in grado di tener conto anche della sostenibilità ambientale e delle incidenze sociali. Questo il concetto che emerge dalla comunicazione “Non solo Pil, misurare il progresso in un mondo in cambiamento”, emanata dalla Commissione Europea. Il documento mette nero su bianco le riflessioni già emerse nella Beyond Gdp, la conferenza inaugurata nel 2007 dall’europarlamento con la Commissione Europea, l’Ocse, il Club di Roma e il Wwf, nata proprio per confrontarsi sui criteri di misurazione della ricchezza e dello sviluppo.
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Pallante: cambiamo politica, riprendiamoci il futuro
La Decrescita (del Pil) non è il problema, ma la soluzione, perché il Pil è gonfiato da sprechi e veleni: è il certificato di bancarotta di un’economia obsoleta, fallimentare e insostenibile, denunciata da una crisi ormai planetaria, sociale e ambientale, provocata dall’ideologia miope della crescita, sulla quale la politica si è appiattita. «Destra e sinistra sono solo due varianti: si dividono su come distribuire il reddito, ma non su come produrlo, mentre il mondo sta collassando proprio per eccesso di produzione, per crescita cieca». Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, lancia una proposta decisiva: scendere in campo direttamente, per costringere la politica a cambiare rotta.
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Nucleare Alessandria, l’allarme si estende ai fiumi
Tribunali, Regione, Europa. Nuova offensiva, giudiziaria e politica, degli ecologisti di Alessandria, che si battono contro la trasformazione della Sogin di Bosco Marengo (ex Fabbricazioni Nucleari, Enea) nella prima discarica radioattiva autorizzata d’Italia. Si teme che – a cascata – gli altri siti nucleari, dove sono custoditi materiali anche più pericolosi dei 550 fusti di combustibile atomico di Bosco, possano diventare anch’essi depositi nucleari, malgrado la legge imponga (dal 2003) che le scorie vengano custodite in un sito nazionale idoneo e protetto, in Italia non ancora individuato.
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Biogas da Chernobyl: un’idea per la Campania avvelenata
Un team irlandese-bielorusso ha pensato di sfruttare le avvelenatissime ed improduttive terre intorno alla centrale di Chernobyl, producendo biocarburanti. «Alla fine – scrive Debora Billi su “Megachip” – hanno trovato il modo di produrre energia pulita da una centrale nucleare. Certo, prima è dovuta “esplodere”, ma tant’è: l’idea è comunque ottima, vista la situazione». Perché allora non pensare di sfruttarla anche nelle aree della Campania avvelenate dalle discriche abusive della camorra?
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L’uranio uccide, fermiamo il nucleare ad Alessandria
Fa ancora notizia. Il rio Lovassina ha rischiato di esondare per l’ennesima volta. E’ stato classificato come il corso d’acqua più inquinato della provincia, e non solo. Fabbricazioni nucleari versò dentro il rio 47 (quarantasette!) chili di uranio. Da Bosco Marengo verso Bormida, Tanaro, Po. Possibile che non si riesca a capire che la radioattività è un inquinante diverso dagli altri, infinitamente più pericoloso del cromo o delle diossine? Che i suoi effetti letali si vedono ad occhio solo nei casi di incidenti catastrofici (Hiroshima, Chernobyl)?
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Tregua nel Delta del Niger, devastato dall’Occidente
Le autorità nigeriane hanno annunciato una tregua di 60 giorni nella guerra che oppone l’esercito ai ribelli del Mend, il fronte di liberazione del Delta del Niger, dove le compagnie petrolifere occidentali, violando tutte le norme internazionali, hanno devastato l’ambiente seminando malattie, fame e strage. Il governo nigeriano ha liberato Henry Okah, storico capo del Movement for the Emancipation of the Niger Delta, sperando che i ribelli si fermino: coi loro attacchi agli impianti, hanno fatto calare del 20 per cento la produzione petrolifera dell’area, tra le maggiori del mondo.
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La Decrescita? Ora è anche una canzone
Evviva la decrescita! La decrescita felice, s’intende: non forzata, ma volontaria, «perché si stava tanto meglio quando si campava d’aria». E se decrescita vuol dire progresso, «la crescita del Pil la butto nel cesso». Uno scherzo? No, una canzone: l’inno della Decrescita Felice. «Dopo libri, convegni, conferenze, circoli e corsi del Saper Fare – annuncia Maurizio Pallante, presidente del Movimento per la Decrescita Felice – ora abbiamo anche una canzone: la prima canzone sulla decrescita». L’ha scritta, suonata e cantata Bono: non il leader degli U2, ma quello di “Radici Nel Cemento”, storico gruppo della scena indipendente italiana.
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Maggiani: non è un mondo per bambini felici
Da un po’ di tempo ho un nuovo amico, si chiama Mirko. Mirko non ha ancora compiuto otto anni, ma è alto, robusto e sveglio come un ragazzino di nove, dieci anni. La nostra conoscenza è avvenuta in un frangente piuttosto singolare una domenica mattina di questo inverno. Ero ospite di amici nella campagna romagnola, in una grassa collina di vigne e frutteti, e di buon mattino mi sono messo in cammino per una passeggiata nella neve.
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Effetto sera, strage da 300.000 morti l’anno
Il cambiamento climatico è una “crisi silenziosa” che sta distruggendo il mondo provocando circa 300 mila morti l’anno e coinvolgendo circa 300 milioni di persone. Lo afferma il network “PeaceReporter”, che cita l’ultimo rapporto del Global Humanitarian Forum, il “think tank” delle Nazioni Unite, secondo cui entro il 2030 le vittime dell’effetto serra potrebbero addirittura quasi raddoppiare, arrivando a oltre mezzo milione, come conferma l’ex segretario generale dell’Onu, Kofi Annan.
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Pallante: solo la Decrescita può frenare le migrazioni
Il nuovo libro di Maurizio Pallante, “Decrescita e migrazioni”, è un pamphlet tanto sintetico quanto incisivo, che spiega come le società basate sulla crescita economica a tutti i costi implichino necessariamente una crescita delle migrazioni di una sempre maggiore quantità di persone. Un tema molto scottante e molto attuale, in cui nella maggior parte dei casi si bada solo alle fasi “finali” di queste problematiche (parlando di accoglienza piuttosto che di espulsione, ad esempio), senza minimamente curarsi delle cause, dell’origine di questi fenomeni.
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Morire di gas serra: Lombardia ad alto rischio
L’aria della Lombardia è tra le più velenose d’Europa: l’inquinamento toglie 15 anni alla speranza di vita dei suoi abitanti, colpiti da tumori e malattie cardiovascolari. E’ lo scioccante risultato dell’indagine realizzata da ricercatori di sei diversi atenei. Contro la Regione lombarda, 10 milioni di abitanti, l’Unione Europea ha aperto una procedura d’infrazione: le emissioni inquinanti sono in continua crescita e gli obiettivi di Kyoto si rivelano impossibili da raggiungere. Oltre alla salute, il collasso climatico provocato dalle polveri sottili minaccia l’ambiente e l’economia.