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Giovagnoli ai cristiani: sveglia, è il Vaticano a schiacciarci
Eternamente grazie, professor Luc Montagnier: eternamente grazie. Non è una brutta notizia, quella che è arrivata. Sapete, funziona così: dobbiamo educarci al trascorrere delle cose, alla fine della bellezza fisica, al tramonto del sole, alla vecchiaia, così come ci meravigliamo della nascita, del sorgere, della giovinezza, e poi della barba che si imbianca. Si chiama vita: è così. La vita si può soltanto accettare. Si può soltanto consegnarsi, alla vita: perché, se ci si consegna alla vita, allora ci si consegna anche all’immortalità. Montagnier ha lasciato un solco indelebile, dentro ognuno di noi. E si è andato ad annidare dentro ognuno di noi. Da bravissimo virologo, è diventato un virus d’amore. E questo rende decisamente immortale la sua essenza, il suo passaggio qui su questa Terra. Tutti siamo destinati a morire, ma in pochi riescono a morire – e a farsi luce – come si è fatto luce il professor Luc Montagnier: dedicando la sua vita alla verità, che è il precursore di ogni giustizia.Continuiamo la sua opera; “siamo” la sua opera. Siamo tutti parte di questa grande opera, noi che abbiamo deciso di sacrificare la nostra vita a un ideale più alto, a un valore più alto. Non siamo venuti qui per sopravvivere: “Fatti non foste a viver come bruti”. Virtù e conoscenza, dunque. Tempo fa, parlando con una carissima amica, parlavo dello sguardo di quest’uomo. E avevamo notato che, dentro questo sguardo, risiedeva già la fermezza di chi ci parla ormai da un altro luogo: di chi non è già più qui. Arriva qui, ma non è più qui: perché ha già superato l’esistenza terrena. E’ lo stesso sguardo che avevamo colto in Giulietto Chiesa; lo stesso sguardo che vedevi nella bellezza, nell’umiltà del dottor De Donno. Questo sguardo lo descrive bene Gabriele La Porta in un libro bellissimo, dedicato a Giordano Bruno, raccontando i momenti che precedono il patibolo, prima che venisse consegnato alle atrocità viste da tutti. Gabriele La Porta si sofferma invece sulle atrocità che soltanto lui aveva visto. E dice: nei suoi occhi si vedeva già quell’assenza, tipica della santità. Gli occhi di Giordano Bruno brillavano già di una luce che arrivava da un altro mondo.Anche durante l’ordinarietà di questa vita, è possibile prendere in prestito delle schegge di quella luce. Succede ogni volta che ci mettiamo al servizio di questa verità suprema, e quindi decidiamo che la nostra vita sia qualcosa di molto più alto. Così ci stacchiamo da tutte quelle perplessità, quelle paure che la vita ordinaria propone: la precarietà, la paura di non avere successo, la paura di morire di fame, la paura di essere visti come “sbagliati”. Ecco, tutto questo è bassamente umano. E quindi viene totalmente sciolto, spazzato via – da questi atteggiamenti – con una speciale freschezza, un profumo, una giovinezza d’animo. L’invito che rivolgo innanzitutto a me stesso, tutti i giorni, è sempre questo: diventa la cosa più bella che tu possa diventare, lo strumento d’amore più potente; immolati dentro questo grande flusso: solo così potrai avere (e toccare con mano) un senso superiore, di questa vita. Altrimenti avrai semplicemente abitato una macchina, e da quella macchina avrai preso ordini.Io non prendo ordini da nessuno, neanche dalla mia macchina. Io sono al servizio di una forza che è più grande di me. E quando la sento, sento di essere in tutte le cose: è questo stato, questo “sentirsi in Dio”. Quando mi domandano, “tu credi in Dio?”, rispondo: io non credo in niente; io sento che posso entrare in uno stato. La divinità è uno stato, dove tu senti di essere dentro qualunque cosa. E senti di non essere più te stesso; perché, quando sei te stesso, parlano le tue eredità; parla la tua macchina, parlano la tua vecchiaia, la tua paura; parla il tuo ego. “Sentirsi Dio” significa trasmutare, letteralmente, quella che è la tua espressione esistenziale, e diventare qualcos’altro. Quando ti senti “in Dio”, allora ricevi le facoltà per poter compiere grandi opere: per poterti staccare, e per poter raggiungere gli altri, per dare un contributo, per “far atterrare” su questa Terra questa parola, che altrimenti non vale niente, se rimane soltanto dentro le preghiere e dentro le confessioni. Non vale niente, se rimane dentro le istituzioni: la parola Dio, se non diventa opera, non vale niente. Questi “Dio” che sono rimasti nelle parole hanno generato mostri, e lo vediamo anche oggi.Ormai sono di fronte a un ulteriore scarto, in quello che è il mio cammino. Lo sapete, io sono un alchimista. E noi alchimisti siamo stati sempre bruciati, sempre: ma non da chi animava e faceva “atterrare” il messaggio cristico, non da chi diventava espressione diretta di un Dio che, altrimenti, è solo il vuoto contenitore di una parola sterile. Siamo stati bruciati vivi da chi aveva creato un’istituzione, da chi sfruttava quella cosa. Noi li abbiamo avuti sempre contro: sono stati sempre avversi alla verità che portiamo. E’ normale: l’unico modo per spegnere gli effetti di una lampadina che offre luce è coprirla, altrimenti la luce annienta qualunque ombra, qualunque buio. E abbiamo giocato, nei secoli, questo gioco che si chiama vita. Siamo cresciuti. E oggi viviamo un momento straordinario: abbiamo un mese e mezzo di tempo, per meritarci questa libertà. Insieme, in questi mesi, ci siamo fortificati e preservati; abbiamo tenuta viva la fiamma, la speranza di trasformare qualcosa.“Speranza”: questa parola è anch’essa priva di significato, se non diventa opera. La speranza non ha senso, se non diventa volontà: è per questo che scriviamo sempre “né fede né speranza”, nei nostri studi di alchimisti. La speranza diventa una conseguenza naturale, se ci metti la volontà: se tu diventi la volontà, se tu entri nel flusso della volontà. E siamo arrivati a questo punto, a questi giorni cruciali e definitivi, nei quali io darò tutto quello che ho. Perché adesso non è più pensabile fare spettacolo, dedicarsi allo show, pensare ai follower. Guardate Andrea Colombini: più gli bloccano i profili sui social e più lui va avanti, stoico, imperterrito. Perché l’unica cosa che possiamo perdere è quella che molti hanno già perso: il senso di quest’esistenza. O siamo al servizio della luce, o la nostra esistenza non vale niente. O siamo al servizio della verità, o la nostra esistenza – ripeto – non vale assolutamente niente. Rimaniamo incastrati dentro una macchina che ci dice cosa fare e poi, a un certo punto, si spegne. E si rimane lì, si muore così. Si dice: quindi? Tutto qui? Ma dov’era, la bellezza della vita?Dobbiamo dare un senso, alla vita, altrimenti il senso è questa stupidità. In questi mesi, quindi, mi giocherò tutto. Mi sono domandato cosa fare, adesso: come ottimizzare tutta questa forza che abbiamo preservato. Stiamo fermi: siamo arrivati fin qui, ormai non ci smuove più nessuno. Però le cose non stanno cambiando. O meglio: stanno maturando, ma devono essere accompagnate. Cosa manca? Quali sono gli ingredienti che mancano? Me lo domando, non ci dormo la notte: perché devo dare un senso a questa potenza, a questa vita. Devo darle un senso, altrimenti non mi sento compiuto. E allora ho pensato a come è stato possibile costruire questo grande inganno, come ci si è arrivati, quali sono stati i personaggi che hanno giocato la loro dote. Si è mossa la finanza, si è mossa la politica, si sono mossi tutti i tentacoli del male. E si sono mosse anche queste istituzioni religiose. Si sono mosse: e hanno fagocitato quello che era un messaggio. Loro si sono fatti portavoce di quello che, in Italia, è il messaggio cristico: un messaggio fatto di fratellanza, di uguaglianza, di solidarietà, di aiuto, di comprensione, di crescita.Un messaggio che è arrivato con una volontà, ma viene trasformato: viene reso l’esatta antitesi. L’istituzione che se ne fa portavoce è la più ricca, la più occulta possibile. E’ l’istituzione intoccabile alla quale è permesso fare tutto: benedice le bombe atomiche e benediceva i fascisti, quando c’era il fascismo. E si mette a fianco del più grande dittatore. E continua, ancora oggi, a muoversi in questo regime di falsità. Quando un personaggio così benedice – come atto d’amore – tutto quello che si sta facendo, allora il gioco s’incarta. Perché c’è qualcosa che si va a infilare nella matrice sociale, bloccandola. Perché in Italia la gente non riesce a fare quel salto in più? Perché lo fanno in Canada, con dieci gradi sotto zero, e lo fanno in tutto il mondo, mentre in Italia non si riesce a raggiungere quella determinazione? Perché c’è un’infezione. C’è una falsità, che si è infiltrata nel contesto sociale. In questo anno lo abbiamo capito: il messaggio di Cristo è una cosa, la Chiesa cattolica è ben altra cosa.E allora, fino a quando il contesto sociale rimane prigioniero dei dettami imposti da questa realtà, che tradisce appieno il messaggio di fratellanza, di umiltà e di verità, noi non andremo da nessuna parte. Perché l’Italia ha una matrice cristiana potentissima. E se i cristiani italiani continuano a rimanere inerti, e a non trasformare il Verbo in azione, se non diventano essi stessi le mani del loro Dio, non abbiamo la forza per muovere un passo in più, mancherà sempre qualcosa. E loro lo sapevano che, facendo prendere questa posizione all’uomo vestito di bianco, la situazione si sarebbe totalmente “impallata”. Manca una spinta, una collaborazione, un’unità di intenti. E’ stato annichilito il più grande dei messaggi: che non ha più bandiere, se si parla di solidarietà, perché altrimenti non ha senso più niente. Se non troviamo un intento comune, nel nome di questa verità – un intento che porti a termine questa persecuzione – allora è finita l’umanità.Siamo tutti chiamati a dare un senso, una forza, alle parole di cui ci riempiamo la bocca. Premetto: io ho sempre tenuto le distanze, da quella realtà. Ma nelle piazze incontro sempre più gente che mi dice: «Guarda, io sono un cristiano; e questa Chiesa non mi piace, e nemmeno questo Papa: non mi risuona». Bene. Quanti sono, questi cristiani? Quanti siete? Siete tantissimi, sapete. Venite nelle piazze e vi confidate di nascosto, quando finisco un intervento. A volte mi consegnate un pensierino, un santino. E io li ricevo, da apostata, perché mi sono anche “sbattezzato”: non si può far convivere un’espressione di verità e di amore con chi invece usa il verbo della verità e dell’amore per poi mettere in campo una volontà che è tutt’altro che verità e amore. E allora il mio gesto, adesso, è quello di chiamare a una grande alleanza trasversale, che non deve più guardare in faccia a niente. Faccio un passo avanti io, per primo, che sono l’eretico per eccellenza e ho scritto anche un libro (“La messa è finita”, ndr) che mi ha procurato un dossier sulle spalle e l’impossibilità di lavorare con certe realtà.Faccio un passo io perché non me ne faccio niente, di Michele: devo essere oltre Michele, più avanti di Michele; perché Michele è un essere finito; e invece, l’espressione che Michele può abitare è eterna: e io sono dentro quell’espressione, come lo è ognuno di voi. Siamo chiamati a creare un’alleanza trasversale, in questi ultimi giorni che abbiamo a disposizione: perché poi non ne avremo più. E allora avrà senso che ognuno faccia i conti con se stesso. In questi giorni, insisto, siamo chiamati a creare questa grande alleanza. Ci sono dei movimenti; ci sono degli albori, lo vedo. Non ci “state dentro” nemmeno voi, dall’altra parte; avete bisogno, non vi sentite più rappresentati; volete vivere una realtà spirituale sana, come la vuole vivere chiunque. Non si può più stare dietro al dettame impartito dal “grande capo”. Se sentite che quelle parole hanno sempre animato la vostra fede, che vi hanno fatto riconoscere in un certo modo, se cioè siete dei cristiani, se sentite che quel messaggio è universale, allora è arrivato il momento di trasformare quel messaggio in una volontà: senza più guardare a quello che si può perdere, a come si verrà giudicati, e soprattutto a chi camminerà al tuo fianco.Lo dico pubblicamente: io camminerò a fianco di qualunque cristiano che voglia trasformare la propria energia in una volontà, in un’azione concreta. Il periodo è troppo serio, abbiamo un incendio in casa: non possiamo più metterci a discutere sul colore del tavolo. Poi magari torneremo a dividerci, ma oggi viviamo un momento di una serietà totale: non c’è mai stato un periodo più serio di questo. Ci serve un’unità di intenti, una volontà comune. Penso a don Emanuele Personeni: lo ringrazio, dal profondo del cuore. Un sacerdote coraggioso, di quelli che trasformano le parole in fatti. Don Emanuele ha iniziato un cammino, un pellegrinaggio in nome della verità; ha dichiarato apertamente che il suo intento è quello di far togliere qualunque obbligo di “pozione magica”, qualunque schedatura, e vuole andare di parrocchia in parrocchia. Se non ho capito male, dall’alto hanno intimato alle parrocchie di non riceverlo. Mi auguro che non sia vero: sarebbe la conferma del fatto che sta facendo qualcosa di davvero importante. Confido in tutte le persone che lo affiancheranno, in questo cammino: qualcosa che porti le idee nelle piazze e le renda visibili. Bisogna dichiararsi, e questa persona sta compiendo un gesto veramente degno.E’ un’anticipazione di un’era nuova, dove si esce da questa sterilità delle parole e si diventa realmente fatto, opera. A voi cristiani dico: date forza alle parole del vostro Dio, altrimenti rimangono aria fritta e il vostro Dio rimane impotente. Perché il vostro Dio si manifesta tramite voi, tramite la vostra espressione, tramite quello che fate. E’ inutile predicare e recitare in un angolo della vostra stanza, avendo paura di dire come la pensate. Quel Dio lì scappa; non viene più, a trovarvi. E allora, diventate l’espressione di quel Dio. Io ho il mio concetto di divinità, e sono stato sempre al suo servizio. Quando la natura mi insegna a essere sincero, onesto e palese, io cerco di esserlo il più possibile. E quando mi insegna che un’era è finita e che bisogna anticipare una stagione nuova, non tengo chiuse le mie gemme. Ecco, date senso – trasformandole in opera – alla vostre parole. Io mi unirò a don Emanuele Personeni nel suo percorso, intreccerò il suo cammino e farò un po’ di strada con lui. E sono disposto a fare spazio e dare energia: siamo una comunità di 150.000 persone; in parallelo c’è la realtà di “Essere Solare”, quasi 25.000 persone; e c’è un gruppo Telegram di altre 50.000 persone (il canale YouTube me invece l’hanno censurato, quindi non lo posso più usare).La mia forza, in ogni caso, è al servizio di tutte che le persone che, adesso, vogliono trasformare le belle parole in fatti. Ho quest’immagine di questa espressione cristiana, dove ci siano dei preti che si ricordano di cosa son venuti a fare, nel mettersi dentro quell’abito. Possono avere mille limiti, perché ognuno fa la sua scelta. Però, se mi parli d’amore, fallo “atterrare”, questo amore. E’ un invito rivolto a tanti sacerdoti: e ne ho incontrati. Alcuni mi hanno chiesto anche scusa. Una volta, a Riva del Garda, uno mi ha detto: «Guarda, tu hai chiesto scusa alle donne, a nome di tutti gli uomini, per quello che è successo nella storia; hai chiesto scusa in nome del dolore che hanno provato. E io, in qualità di sacerdote e a nome dell’istituzione che rappresento, ti chiedo scusa per il dolore che abbiamo fatto provare alle anime come te, nei secoli». Mi sono commosso. Abbiamo spremuto qualche lacrima, insieme, stretti in un abbraccio. E se mi ascolta, quel sacerdote lo ringrazio anche adesso. E che sia l’inizio, questo.Ho avuto questa visione, dicevo, dei sacerdoti che cominciano a scendere in piazza, a girare per le strade, e raccolgono tutte le persone di buona volontà. Mi auguro che si crei, finalmente, un’alleanza trasversale che dia espressione anche a chi è ai livelli più alti. Mi sono immaginato pure altri personaggi, che hanno manifestato la loro fede in questi valori e quindi cercano di dare un senso a quelle parole (altrimenti, non ha senso niente). Ho seguito alcune persone, sto seguendo Meluzzi, sto seguendo monsignor Viganò. Siamo chiamati a fare questo passo avanti: dobbiamo giocare tutte le carte, anche se questo richiede di fare un passo indietro e di sospendere certi attriti. Siamo chiamati a farle, queste mosse: non possiamo permetterci di arrivare alla fine di questo periodo, tra un mese e mezzo, senza aver tentato di stringere tutte le alleanze possibili. Invito tutti: date un senso alle parole d’amore che finora avete ospitato. O gli date un senso, o smettere di parlare a nome di chi ha portato certi messaggi: perché se quello che ha portato certi messaggi si affacciasse adesso, sicuramente non sarebbe contentissimo di quello che stanno facendo le istituzioni; ma chiederebbe a voi cristiani, uno ad uno: perché continuate a nascondervi?Mi auguro che il mio gesto sia compreso e sia supportato. Lo ripeto: io sono un eretico apostata, mi sono “sbattezzato” e ho scritto anche un testo, ben nutrito, contro le istituzioni cattoliche. E sono qui, in prima persona, a mettere la mia energia al servizio di tutti i cristiani di buona volontà. Confido nella luce che vi illumina (da dentro, non da fuori). Nel frattempo, lo so, gli altri non si fermano. Hanno cambiato la Costituzione? Certo: continueranno a fare tutto quello che è possibile, per portare a termine il loro disegno. Voglio ricordare che, come è stata cambiata, la Costituzione si può ri-cambiare. La nostra Costituzione parlava di diritti, di discriminazioni, di come non arrivare a certe situazioni; e invece è stata ampiamente superata. La Costituzione è come una bella preghiera, un bellissimo enunciato, un epitaffio straordinario, un testamento insuperabile. Ma se non viene trasformato in volontà, non vale niente: è carta straccia. Quindi, sì: possono cambiare anche la Costituzione. Ma non allarmatevi troppo: lasciate che facciano quello che vogliono; cominciate voi a decidere che cosa volete fare: perché abbiamo un mese e mezzo di tempo. Siamo arrivati liberi, su questa Terra: liberi torneremo a casa.(Michele Giovagnoli, dal video trasmesso su Facebook il 10 febbraio 2022).Eternamente grazie, professor Luc Montagnier: eternamente grazie. Non è una brutta notizia, quella che è arrivata. Sapete, funziona così: dobbiamo educarci al trascorrere delle cose, alla fine della bellezza fisica, al tramonto del sole, alla vecchiaia, così come ci meravigliamo della nascita, del sorgere, della giovinezza, e poi della barba che si imbianca. Si chiama vita: è così. La vita si può soltanto accettare. Si può soltanto consegnarsi, alla vita: perché, se ci si consegna alla vita, allora ci si consegna anche all’immortalità. Montagnier ha lasciato un solco indelebile, dentro ognuno di noi. E si è andato ad annidare dentro ognuno di noi. Da bravissimo virologo, è diventato un virus d’amore. E questo rende decisamente immortale la sua essenza, il suo passaggio qui su questa Terra. Tutti siamo destinati a morire, ma in pochi riescono a morire – e a farsi luce – come si è fatto luce il professor Luc Montagnier: dedicando la sua vita alla verità, che è il precursore di ogni giustizia.
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Sarà il Sole a svegliarci: lo teme la Religione della Paura
La deriva transumanista a cui stiamo assistendo è il frutto di uno scontro di civiltà. Un emblenatico, inesauribile scontro: non solo fra due culture, fra due concezioni del mondo, ma addirittura fra due opposte e inconciliabili forme di civiltà. Una potremmo definirla algida, fredda, pseudo-lineare, agorafobica, già vecchia e stantia nonostante i suoi appena tre secoli di età. E’ una cultura sorta dal razionalismo di fine Seicento e da quella che è passata alla storia come la rivoluzione scientifica. Una cultura che è stata nutrita da una miope incomprensione dell’esperienza illuministica, pur liberatoria, che però si è incanutita precocemente, fossilizzandosi negli ingranaggi del pensiero meccanicistico. L’altra cultura è invece antica come l’alba della conoscenza (e della coscienza), come e più delle stesse piramidi e di quei miti che produssero. Eppure quella cultura è sempre giovane: perché è immortale, orgogliosa e ottimistica, come quegli stessi dèi che la donarono agli esseri umani.E’ una cultura inclusiva, conciliatrice dei complessi rapporti tra uomo e natura. E soprattutto: è profondamente radicata nella più arcaica e radicale delle esperienze umane: la percezione magica del sacro. Lo scontro in corso rappresenta una delle ultime fasi di un conflitto, molto antico, tra la dimensione gnostica – prometeica, titanica, estatica – e la sua drammatica emarginazione e persecuzione ad opera di una falsa religiosità assolutistica, quella del monoteismo patriarcale che si instaurò con il rovesciamento degli antichi dèi. Una deriva che, poi, ha portato a quel delirio teologico che è stato fatto proprio dalla cultura giudaico-cristiana. Ha pesato la sua applicazione totalmente exoterizzante, che ha escluso ogni aspetto esoterico-iniziatico. E ha voluto ritagliare, nella grande spirale del tempo eterno (venerata da tutte le antiche culture del pianeta), un segmento progettuale artificioso: quello di un dio totemico, tanto geloso quanto violento, nemico di tutte le tradizioni fondate sulla conoscenza e sull’esperienza.Razionalismo, rivoluzione scientifica e rivoluzione industriale: oggi Klaus Schwab parla di Quarta Rivoluzione Industriale, a conferma del fatto che sono sempre gli stessi, a cantarsela e suonarsela da soli. Hanno voluto separare il sacro dal profano, l’immanente dal trascendente. Negli ultimi tre secoli hanno tentato, in tutti i modi, di estirpare la spiritualità dalla concezione umana, dalle espressioni della nostra cultura. E spesso e volentieri lo hanno fatto a braccetto con la Chiesa cattolica. Ora siamo giunti a una fase ancora più avanzata: non servono neppure più, le masse. Lo spiega bene Marco Della Luna: le masse sono ormai divenute superflue, per questo potere che vorrebbe “depopolare” il pianeta. Ormai mirano solo al controllo: si aggrappano come pazzi ai residui brandelli del loro potere. Puntano al controllo totale: quindi vogliono la digitalizzazione forzata, il transumanesimo, la sostituzione definitiva dell’uomo con le macchine e la riduzione in schiavitù dei pochi superstiti.Schiavi: privati di coscienza, di libero arbitrio, di raziocinio. Privati di ogni libertà, di ogni diritto. Un po’ come recita lo slogan dell’europea Id 2030: non possiederemo più nulla, ma saremo tutti felici. Vi piacerebbe, vero? Ma non andrà così. Pensiamo a quelli che oggi recitano l’Om nelle piazze: sono comunque segnali di un risveglio spirituale. In tutte le grandi epoche di crisi e transizione, c’è sempre stato anche un grande impulso della spiritualità. L’umanità ha periodicamente compiuto balzi quantici, a livello intellettuale e spirituale. Ebbene: sono stati determinati anche dalle eruzioni solari. Ce ne ha appena riparlato anche l’astrofisica Giuliana Conforto: ci ha spiegato che il campo magnetico della Terra sta mutando velocemente, andando a saldarsi con quello del Sole, oltre che con il campo magnetico della galassia.La prima tempesta solare registrata con strumentazioni moderne risale negli anni Sessanta dell’800: mise fuori uso i telegrafi di tutto il mondo. Se dovesse avvenire oggi, una tempesta solare di quel tipo farebbe saltare tutti i satelliti e le reti di telecomunicazione, inclusa la telefonia cellulare, e probabilmente manderebbe in tilt le stesse centrali elettriche. Non è detto che certi preparativi di una crisi energetica – vera o presunta che sia – non siano anche finalizzati a “coprire” eventuali tempeste solari in arrivo. Ma attenzione: tempeste solari di entità ben maggiore, avvenute ciclicamente, sono state ben documentate: dall’analisi degli anelli degli alberi, secondo la “dendrocronologia”, e anche dai carotaggi dei ghiacci, effettuati sia in Groenlandia che in Antartide. Fra l’altro, è stato anche dimostrato che nel VII secolo avanti Cristo si verificò una tempesta solare oltre 10 volte più devastante di quella del 1864. Non esitendo la telematica, l’umanità la percepì in maniera molto diversa: al limite la videro, sotto forma di aurore boreali alle nostre latitudini e forse ancora più a Sud.Gli effetti sull’uomo, però, non tardarono a manifestarsi: nel VI secolo avanti Cristo l’umanità visse un vero salto quantico. Se è vero che può distruggere, il Sole può anche dare la vita: può fornire un impulso vitale per la nostra intelligenza. Nel VI secolo, infatti, nacquero – simultaneamente – decine di movimenti religiosi innovativi, senza contare l’esplosione della filosofia in Grecia. Nacquero Pitagora, Zarathustra, il Buddha. Fenomeni che rispondono a regole cosmiche, magnetiche? Come in alto, così in basso: quello che accade nella galassia è interconnesso con ciò che avviene sul nostro pianeta. Noi siamo un microcosmo, in rapporto con un macrocosmo. Evidentemente, le tempeste solari sono in grado di farci evolvere anche da un punto di vista spirituale. Altre tempeste solari, del resto, erano avvenute anche in precedenza: una – grandissima, risalente al 1200 avanti Cristo – si verificò in concomitanza con la nascita dei Misteri Eleusini, cioè con l’arrivo a Eleusi della dea Demetra. E ne sono avvenute moltissime altre, sempre in corrispondenza di fatti epocali.Quindi, probabilmente, i gestori della Matrix – quelli che ci dominano – sono anche terrorizzati dalla possibilità di eventi (incluse appunto le tempeste solari) che possano determinare un balzo evolutivo, un salto quantico dell’umanità. Ovvero: se l’umanità prende coscienza di sé, si libera delle proprie catene. Come hanno potuto assoggettare gli esseri umani, per oltre 10.000 anni? Con l’inganno, con i dogmi: con catene mentali e spirituali. Un bravissimo ricercatore come Sabato Scala, studioso del Cristianesimo delle origini, insiste sulla necessità del saper diversificare il Cristianesimo originario dal Cristianesimo “politico”, creato a tavolino – per fini di potere – da personaggi come Giuseppe Flavio, Paolo di Tarso e il filosofo romano Seneca. Ci sono le prove, dei loro complotti: molto abilmente, crearono una nuova religione solo in apparenza derivata dal Cristianesimo delle origini. L’obiettivo qual era? Prendere il potere a Roma e impadronirsi delle redini dell’Impero. E ci riuscirono.Il coronamento del loro delirio fu il famigerato Editto di Tessalonica, promulgato da Teodosio. Non è sbagliato paragonarlo al Green Pass: l’obbligo di aderire alla nuova religione fu imposto con la forza a una popolazione di 60 milioni di abitanti, di cui soltanto il 15% aveva aderito al nuovo credo. A tutti gli altri, il Cristianesimo “paolino” venne imposto con la violenza: chi non si fosse convertito avrebbe perso ogni diritto civile (rischiando anche la vita, in molti casi). Comunque: si perdeva il diritto a frequentare le scuole, a entrare nell’esercito, a rivestire cariche pubbliche, persino ad accedere ai pubblici edifici. Esattamente come oggi: questi non hanno fantasia, ripetono sempre gli stessi atti.Quello che Sabato Scala ci ha indicato è la presenza di precise leve psicologiche, utilizzate dalla nuova religione romana proprio per assoggettare le masse. Secondo la scienza di oggi, queste leve sono elementi certi, assodati, per la manipolazione comportamentale. Si tratta di elementi – scrive Scala – che intervengono nel minare i fondamenti di una psiche sana: perché è proprio la psiche sana, che vogliono attaccare, rendendola malata. Come? Introducendo degli effetti, rinforzati da un apparato mitologico e simbolico creato ad arte, che vanno a scardinare alla radice i pilastri di un sano equilibrio psichico (equilibrio che, nelle antiche tradizioni religiose, era sempre esistito). Quali sono, questi obiettivi? Primo: l’autostima (e l’auto-efficacia). Secondo punto: la consapevolezza delle proprie azioni, e di conseguenza l’assenza di sensi di colpa. Terzo: un equilibrato rapporto corpo-psiche, ovvero una relazione armonica con la propria istintualità.Fin dalla sua prima elaborazione, il Cristianesimo “politico” imposto a Roma, quello che poi ha preso il potere arrivando fino all’Inquisizione e alla caccia alle streghe, ha costruito ad arte un sistema mitologico, un “palinsesto” di rituali e di norme, comportamentali e morali, finalizzato a utilizzare in modo coordinato, secondo un’accurata programmazione neuro-linguistica, tutte e tre le leve citate: autostima, consapevolezza ed equilibrio corpo-psiche. In pratica, attraverso questa manipolazione, sono arrivati a sottomettere le masse con il dogma, impedendo e mortificando l’accesso alla conoscenza. Perché Eva fu cacciata, insieme ad Adamo, dal Paradiso Terrestre? Perché aveva colto il frutto dall’Albero della Conoscenza. Non sia mai: l’essere umano non deve avvicinarsi alla conoscenza. Se lo fa, i dominatori sono perduti.Prometeo, il grande dio Titano, tentò in extremis di salvare l’umanità, che già era caduta sotto il giogo dei nuovi dèi, rubando a Zeus la fiaccola della conoscenza per donarla a noi. Purtroppo quel suo gesto non servì, perché Zeus riprese il sopravvento. Ma quello di Prometeo resta un gesto simbolico importantissimo. Quella stessa fiaccola è rappresentata dalla Statua della Libertà che si erge davanti al porto di New York (e pochi sanno che il prototipo di quella statua è presente sulla facciata del Duomo di Milano). Lo ribadisco: questo è un momento storico, tutti i nodi verranno al pettine. Ci saranno tante macerie, ma siamo sicuramente all’alba di una nuova era. E c’è qualcuno che sta facendo di tutto per non farla cominciare, questa nuova era. L’intento dei dominatori è quello di ancorarsi al loro potere: per questo stanno facendo di tutto per sottomettere l’umanità, per impedirle di evolversi e di compiere questo salto quantico. Soprattutto: all’umanità vogliono impedire di ricordare chi è.Se noi ricordiamo chi siamo – se riconnettiamo la nostra parte animica, divina, con gli dèi creatori, recuperando la memoria genetica che ci hanno trasmesso – allora non ci incatena più nessuno. Se riprendiamo possesso delle nostre capacità, delle nostre vere facoltà, questo li spaventa. E tanto per essere chiari: era scomodo anche il Cristianesimo delle origini, che infatti è stato perseguitato dal Cristianesimo “politico”, progettato per il dominio. E’ proprio al Cristianesimo delle origini che si ispirarono i Catari e anche i Templari, che volevano rovesciare il Papato (si rifacevano infatti alla tradizione giovannita, che era stata spodestata). Erano scomode anche moltissime tradizioni misteriche – come quella eleusina, a cui io appartengo. Entrate in clandestinità, nel medioevo hanno tentato anch’esse, a più riprese, di spodestare la Chiesa: non ci sono riuscite, ma c’è mancato veramente poco.Il Rinascimento non è stato solo una rinascita delle arti e della cultura classica: ha rappresentato una vera rinascita delle scienze e delle coscienze, guidata (sottotraccia) proprio dalle antiche tradizioni misteriche che, come un fiume carsico, erano sopravvissute nel sottosuolo per tornare a riaffiorare e alzare la testa, con la stagione rinascimentale. Potevano farlo, avendo in mano la maggior parte degli Stati e delle signorie dell’epoca, contrapposte al Vaticano. Oggi la Chiesa è molto preoccupata, dalla rinascita di certe tradizioni, che vede esprimersi anche nella new age. Premetto: io non l’ho mai amata, la cultura new age; magari era nata con buone intenzioni, ma poi è stata manipolata (soprattutto negli Usa, dalla Cia) per finalità politiche. Diciamo che, anche in questo caso, bisogna separare la farina dalla crusca.Tornando alla Chiesa cattolica: sta procedendo ormai verso una deriva transumanista, improntata al Grande Reset di Davos. Lo dimostrano anche le scandalose politiche vaccinali del Vaticano: una deriva totalitaria che non trova invece il consenso della maggior parte delle Chiese Ortodosse. Il cattolicesimo romano, al contrario, è totalmente appiattito sull’Operazione Corona, anche perché rappresenta un potere che di cristiano non ha più niente. Ebbene: il potere cattolico è oggi spaventato anche da quello che, genericamente, chiama “gnosticismo”. Il termine però è impreciso: c’è infatti anche uno gnosticismo cristiano, c’è uno gnosticismo di origine ermetica, e c’è uno gnosticismo impropriamente definito “pagano”. Comunque, “gnosi” vuol dire “conoscenza”: quindi, nello gnosticismo possiamo annoverare tante tradizioni. Le gerarchie vaticane usano questo termine, in modo un po’ dispregiativo, per indicare qualcosa di pericoloso. E la polemica non è solo di oggi, risale agli anni Novanta.Interessante il caso di Louis Pauwels, autore de “Il mattino dei maghi”: un libro che, negli anni Sessanta, ha fatto la storia dell’esoterismo occidentale (e anche, in parte, del movimento new age). Poi, in età avanzata, Pauwels ebbe un repentino cambio di rotta: divenne un intransigente cattolico e si mise ad attaccare tutte quelle dottrine esoteriche che escono dai binari della Chiesa. Molto strana, la sua pseudo-conversione: avvenne in seguito a uno strano incidente che quasi gli costò la vita. Mi ricorda la situazione di oggi, in cui molte persone si lasciano manipolare dalla paura, al punto da rinunciare ai loro diritti costituzionali e alla propria libertà. Negli ultimi anni della sua vita, Pauwels arrivò a parlare di un “complotto mondiale neo-gnostico”, ordito da “forze anti-cristiane” che mirerebbero a “indebolire la fede dei cattolici”(sembrano parole di Don Curzio Nitoglia). Comunque, gli attacchi allo gnosticismo – che stanno avvenendo proprio in questi giorni – hanno svariati precedenti nei decenni scorsi, ben oltre il semplice caso Pauwels.Nel 1990, all’indomani del crollo dei regimi dell’Est Europa, l’arcivescovo di Bruxelles, cardinale Godfried Danneels, in una sua lettera pastorale fece una dichiarazione molto inquietante, poi pubblicata nel 1991 sul settimanale “Il Sabato”. «La riesumazione della vecchia gnosi – scrisse, testualmente – è un rischio mortale, che potrebbe portare alla distruzione del Cristianesimo. E il clima di festa e di liberazione dal comunismo non può assolutamente far dimenticare il sorgere di questo nuovo, insidioso avversario». A breve distanza, anche il Pontefice (Giovanni Paolo II) fece una dichiarazione simile, poi inclusa nel libro-intervista “Varcare le soglie”, curato da Vittorio Messori. Lo stesso Wojtyla, dunque, espresse preoccupazione per «la rinascita delle antiche idee gnostiche». Rinascita definita «un nuovo modo di praticare la gnosi, cioè quell’atteggiamento dello spirito che, in nome di una profonda e presunta conoscenza di Dio, finisce poi per stravolgere la sua parola».Obiettivamente parlando, qui siamo al ridicolo. Una religione che si considera solida – plurimillenaria – di cosa può mai avere paura? Del risorgere di forme di consapevolezza legate al passato? Evidentemente sì: ne ha tanta paura. E in questi giorni, sempre in ambiti cattolici – anche ambienti giornalistici, persino quelli della cosiddetta controinformazione – si levano le voci di chi pure asserisce di essere contrario alla “deriva autoritaria” in corso, ma poi si mette, curiosamente, ad attaccare proprio lo gnosticismo. Mi domando: ma dov’è, questo gnosticismo? Vedete chiese gnostiche? Movimenti gnostici al potere? Evidentemente, costoro temono una presa di coscienza: temono la riscoperta, da parte delle masse, di antiche tradizioni spirituali (mai sopite). E in maniera un po’ generica e ipocrita, le definiscono con l’etichetta di “gnosticismo”. Lo fanno per non nominarle, per non pronunciare i loro veri nomi.E’ emblematico, il fenomeno: conferma la paura del risveglio. A Firenze, il 14 novembre, sono state schierate le camionette della polizia davanti alla Porta del Paradiso, al Battistero del Duomo, dove si erano radunate migliaia di persone a recitare l’Om. A chi potevano far paura, quelle persone? Alla Curia, immagino, ben più che al governo Draghi. A quanto pare, a quella ritualità di piazza viene attribuita un’importanza enorme. In effetti, davanti alla Porta del Paradiso si prega per qualcosa che va contro i dettami globalisti e transumanisti dell’attuale Chiesa. E allora si sprecano gli attacchi contro queste “nuove forme di gnosticismo”, pericolosissime. In realtà attaccano la rinascita della consapevolezza: è quella, che fa paura. Parallelamente, da parte dell’élite di potere, ci sono progetti per arrivare a una nuova religione mondiale. In realtà risalgono all’Ottocento, e molti sono già naufragati: ma certe fazioni non vi hanno mai rinunciato. Nell’ottica della Quarta Rivoluzione Industriale, vorrebbero arrivare a fondere le tre grandi religioni monoteistiche in una nuova pseudo-religione con i suoi dogmi, i suoi riti e i suoi simboli.Il piano però è già fallito in partenza, sia per il rifiuto (motivato) da parte dell’ebraismo, che per il rifiuto (più che motivato) da parte dell’Islam: quando Bergoglio è andato a Baghdad, per poi animare un incontro interreligioso davanti alla ziqqurat babilonese di Ur, il grande ayatollah Al-Sistani (una delle massime guide spirituali dell’Islam sciita) gli ha risposto: potevi anche fare a meno di venire qui. Come a dire: noi non ci stiamo, non accettiamo questa deriva globalista né tantomeno accettiamo di rinunciare alla nostra tradizione, per fonderci in una religione che sia consona ai poteri di certe élite. Non ha funzionato nemmeno l’incontro interreligioso tenutosi nella Piramide di Astana, in Kazakhstan, perché non ci sono i presupposti per realizzare quel progetto. Aderendo a questa operazione, fino ad imporre addirittura il Green Pass a messa (siamo al delirio, ormai), la Chiesa dimostra di aver perso ogni legittimità residua, agli occhi dei fedeli.Così come gli stessi media manistream, giudicati inattendibili, anche il Vaticano sconta ormai la sfiducia della maggioranza della popolazione: oltre il 60% dei cattolici italiani, probabilmente, rifiutano la piega mondialista del pontificato di Bergoglio, non riconoscendosi più in questa Chiesa. E’ probabile che il cattolicesimo romano vada incontro a uno scisma, che per ora è stato soltanto rimandato. Ed è interessante che gli attacchi anti-gnostici provengano anche da ambienti clericali tradizionalisti: alcuni sono stati sferrati da personaggi come quel noto arcivescovo (Carlo Maria Viganò, ndr) che pure ha fatto proclami importanti, contro la politica di Bergoglio. Anche lui s’è messo a denunciare lo gnosticismo montante. Mi domando: di cosa hanno paura? Del risveglio delle coscienze? Temono di non riuscire più a irreggimentarle?Intendiamoci: la spiritualità non può essere ingabbiata, recintata. Secondo me, l’umanità è destinata (in buona parte) a un grande balzo evolutivo, a una rinascita della coscienza, a una nuova consapevolezza. E questo la porterà davvero ad evolversi, e a liberarsi finalmente da tante catene e da tanti condizionamenti. Il che spaventa enormemente il potere. E’ probabile che ci sarà il tentativo di creare nuovi movimenti di stampo new age, riadattati al presente, per cercare di ingabbiare le persone. E invece, secondo me, oggi possono nascere nuove, grandi correnti spirituali, di portata epocale. Perché siamo veramente a un momento di svolta. Chi vivrà vedrà, ma a mio parere assisteremo a eventi incredibili. Se ci sarà un risveglio della consapevolezza, ci sarà anche un balzo in avanti della società, sotto tutti gli aspetti: un salto quantico, dal mondo scientifico fino alla dimensione del sociale. C’è solo da augurarselo. Prima, però, deve cadere questa impalcatura malvagia, legata all’anti-umanesimo.(Nicola Bizzi, “La spiritualità della nuova era”: dichiarazioni rilasciate a Gianluca Lamberti il 14 novembre 2021, nella trasmissione “Il Sentiero di Atlantide”, sul canale YouTube “Facciamo Finta Che”).La deriva transumanista a cui stiamo assistendo è il frutto di uno scontro di civiltà. Un emblematico, inesauribile scontro: non solo fra due culture, fra due concezioni del mondo, ma addirittura fra due opposte e inconciliabili forme di civiltà. Una potremmo definirla algida, fredda, pseudo-lineare, agorafobica, già vecchia e stantia nonostante i suoi appena tre secoli di età. E’ una cultura sorta dal razionalismo di fine Seicento e da quella che è passata alla storia come la rivoluzione scientifica. Una cultura che è stata nutrita da una miope incomprensione dell’esperienza illuministica, pur liberatoria, che però si è incanutita precocemente, fossilizzandosi negli ingranaggi del pensiero meccanicistico. L’altra cultura è invece antica come l’alba della conoscenza (e della coscienza), come e più delle stesse piramidi e di quei miti che produssero. Eppure quella cultura è sempre giovane: perché è immortale, orgogliosa e ottimistica, come quegli stessi dèi che la donarono agli esseri umani.
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Fabian Society e pandemia: come arrivare alla dittatura
Primo nemico, invariabilmente: il popolo (o forse l’essere umano, in quanto tale?). Pericolosamente anarchico, anche gioioso. In una parola: ingovernabile. Come rimediare? Ingannandolo, sostanzialmente. Nella fattispecie, ispirandosi all’arte militare di Quinto Fabio Massimo, il Temporeggiatore: saper attendere il momento propizio, per poi colpire. Come la tartaruga totemica della congrega di cui tratta Davide Rossi, nel suo saggio. Il trucco: saper aspettare, anche cent’anni. E’ il marchio di fabbrica della Fabian Society, elusiva struttura la cui ideologia (e non solo quella) sembra ispirare tanta parte delle infamie oggi inflitte all’umanità, nella cosiddetta Era Pandemica. I fabiani, eredi dei proto-socialisti all’occorrenza anche “eugenetici”, li si riconosce dall’atteggiamento politico sfuggente, per non dire subdolo: proprio come il “lupo travestito da agnello” che è l’icona storica di quell’illustre, ambivalente sodalizio nato da un certo “socialismo liberale” ottocentesco, in salsa laburista.Un’istituzione politico-culturale sorta con l’intento dichiarato di realizzare uno statalismo “zootecnico” dall’aria soft, senza cioè gli spargimenti di sangue del leninismo e dello stalinismo. Nel libro “La Fabian Society e la pandemia” (ovvero, “come si arriva alla dittaura”, edito da Arianna), l’autore va in cerca del possibile filo rosso che sembra collegare l’esoterista Annie Besant al nostro Massimo D’Alema, passando per George Bernard Shaw e lo stesso Orwell, il grande Bertrand Russell, autori come Aldous Huxley e figure recenti come quelle di Tony Blair e Gordon Brown, allievi della “terza via” – tra capitalismo e socialismo – annunciata dal sociologo fabiano Anthony Giddens. La premessa: esiste un’élite, “di sinistra”, fermamente convinta che il popolo, semplicemente, non sia in grado di governarsi da solo, cioè in modo democratico. Ergo: serve la guida illuminata di un potere paternalistico e onniveggente, che ne limiti la libertà.Per questa strada, ovviamente, si può arrivare lontanissimo: fino all’attuale regime di Pechino, non a caso adottato nel 2020 come modello – dall’Italia di Conte (e di Bergoglio) – per fronteggiare la terribile, inattesa pandemia. Davvero imprevedibile? Fate voi, dice Rossi: ve lo ricordate, lo strano “suicidio politico” di Salvini nell’agosto del 2019? Davvero pensate che sarebbe stato possibile imporre lockdown e coprifuoco con al Viminale un tizio come Salvini, demonizzato alla stregua di un brutale fascistoide? Ovvero: e se il leader della Lega fosse “impazzito ad arte”, sulla spiaggia del Papeete, proprio perché – lassù – si aveva sentore della catastrofe in arrivo? Tu chiamala, se vuoi, fantapolitica. «Jung le avrebbe definite “coincidenze significative”», chiosa Rossi, guardando all’Italia di oggi: il fabiano Speranza è ancora insediato al ministero della salute, come se Mario Draghi – impeccabile esecutore dei piani del massimo potere – avesse dovuto concedere uno spazio preciso, alla Fabian Society.L’allievo di D’Alema, scrive Rossi, è notoriamente membro della Fabian: seguace di Blair, da studente Speranza fu anche formato dalla London School of Economics, l’università fabiana. Il loro stile è inconfondibile: nessuno scrupolo nell’esercitare il peggior autoritarismo, dopo aver pazientemente atteso che maturassero le condizioni per il più ferreo controllo sociale. Non è una novità – aggiunge Rossi – neppure il fatto che alla sinistra post-comunista venga affidato il lavoro sporco. Il Green Pass imposto da Draghi, peraltro, non lascia adito a dubbi sulle intenzioni dell’élite che punta a colpire l’Italia per arrivare a sottomettere l’intero Occidente. Dove si finisce, di questo passo? Semplice, risponde Rossi: si arriva esattamente dove voleva fin dall’inizio l’ideologia fabiana, cioè a un regime fondato sulla sorveglianza. Il Green Pass? E’ solo il primo step per la nuova normalità: benessere e libertà di movimento, ma in cambio dell’obbedienza (naturalmente, “per il nostro bene”).Il loro sogno? Un mondo senza più l’intralcio della piccola proprietà privata, quella che rende le persone autonome finanziariamente, come nel caso delle Pmi che restano il nerbo dell’economia italiana. Meglio che tutto appartenga a uno Stato-padrone, disposto ad elargire concessioni solo a chi si mostra sottomesso: concessioni ovviamente revocabili in qualsiasi momento, al primo segno di insubordinazione. A meno che – dice ancora Davide Rossi – non si riescano a inceppare, dal basso, gli ingranaggi di questo meccanismo infernale, con atti di diserzione individuale. I segnali non mancano, osserva l’autore: la maggioranza degli italiani è contraria all’obbligo del Green Pass come requisito indispensabile per poter continuare a lavorare, e il 40% di essi ritiene che il “lasciapassare” non abbia alcun significato, sul piano sanitario, in termini di contenimento del famigerato virus. Tutto è evidente, ormai: il gioco è scoperto. Saranno davvero i nipotini della Fabian Society ad avere l’ultima parola?(Il libro: Davide Rossi, “La Fabian Society e la pandemia. Come si arriva alla dittatura”, Arianna Editrice, euro 14,50).Primo nemico, invariabilmente: il popolo (o forse l’essere umano, in quanto tale?). Pericolosamente anarchico, anche gioioso. In una parola: ingovernabile. Come rimediare? Ingannandolo, sostanzialmente. Nella fattispecie, ispirandosi all’arte militare di Quinto Fabio Massimo, il Temporeggiatore: saper attendere il momento propizio, per poi colpire. Come la tartaruga totemica della congrega di cui tratta Davide Rossi, nel suo saggio. Il trucco: saper aspettare, anche cent’anni. E’ il marchio di fabbrica della Fabian Society, elusiva struttura la cui ideologia (e non solo quella) sembra ispirare tanta parte delle infamie oggi inflitte all’umanità occidentale, nella cosiddetta Era Pandemica. I fabiani, eredi dei proto-socialisti all’occorrenza anche “eugenetici”, li si riconosce dall’atteggiamento politico sfuggente, per non dire subdolo: proprio come il “lupo travestito da agnello” che è l’icona storica di quell’illustre, ambivalente sodalizio nato da un certo “socialismo liberale” ottocentesco, in salsa laburista.
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Bifarini: lockdown climatici, ora siamo davvero in pericolo
Nel Grande Reset siamo arrivati a una fase successiva, rispetto a quella sanitaria. Siamo entrati dentro una nuova narrazione. Quella sanitaria, basata sul terrore costante della malattia, della morte, va avanti ormai da circa 20 mesi, nonostante abbia raggiunto enormi risultati, inaspettati. Pensiamo che è stato istituito un Green Pass, un lasciapassare di Stato, quindi è stata legittimata la discriminazione, l’apartheid di Stato. Sono stati sdoganati concetti che mai avremmo pensato che sarebbero stati accettati dalla popolazione, come appunto questa discriminazione senza precedenti nella nostra storia moderna, se non nei tempui bui del secolo scorso. Pensiamo alla telemedicina, al telelavoro, alla teledidattica; la narrativa pandemica ha raggiunto enormi risultati, e ora è pronta alla seconda fase: ad alimentarsi di nuove paure e di nuove crisi.Nel mentre, la narrazione del terrore sanitario non sparirà completamente; continuerà e si intreccerà con delle nuove emergenze: inedite, finora, anche se in realtà prospettate da lungo periodo. Va avanti, intanto, questa vaccinazione di massa, che ha raggiunto risultati molto importanti. La narrazione dell’emergenza pandemica, ripeto, non sparirà del tutto: si andrà dileguando, affievolendo, per lasciare il posto a queste nuove narrazioni del terrore; però ce la ritroveremo sempre, a mio parere, come sottofondo, o comunque come qualcosa che si potrebbe ripresentare di volta in volta. Ormai è stata instillata una psicosi di massa, una forma ossessiva per cui siamo tutti potenzialmente untori, malati e a rischio di virus (che in realtà sono sempre esistiti, nella storia dell’uomo). Ma improvvisamente si è deciso quasi di chiudere l’uomo dentro una campana di vetro per impedirgli qualsiasi contatto.Abbiamo dovuto rinunciare alla stretta di mano, ma anche al sorriso: è quasi impossibile avere uno scambio con un’altra persona senza poter guardare il suo volto. Pensiamo ai bambini: ne vediamo tantissimi che hanno la mascherina, e magari – indotti dai genitori – pensano che sia qualcosa di divertente, come un gioco; invece è qualcosa che verrà interiorizzato, nella loro psiche, e avrà ripercussioni sulle loro relazioni e sulla loro formazione. Venti mesi sono lunghissimi: pensiamo anche alle persone che continuano a girare con la mascherina in luoghi dove non c’è nessun rischio di contagio. Ci sono forme psicotiche di “evitamento sociale” che si sono accentuate. Ma questa psicosi verrà continuamente alimentata e riproposta: ci sono stati diversi annunci, molto chiari, per cui siamo entrati in un’Era Pandemica.Ci sono già delle previsioni come quella della Spars 2025-2028, quindi una nuova pandemia; inoltre c’è tutto il business della vaccinazione, che ormai si è innescato e di certo non si può fermare. E ora, come dicevo, stiamo passando da un lockdown di tipo sanitario a possibili lockdown di altra natura: ci sarà sempre il sottofondo dell’allarme sanitario, ma ci stiamo dirigendo verso una nuova narrativa. E’ la narrativa della crisi, del terrorismo (alimentato dal mainstream) sulla questione climatica. Abbiamo già visto come, dal punto di vista delle materie prime e delle risorse energetiche, ci troviamo di fronte a una crisi: sono già aumentati in modo notevole i prezzi di gas e carbone, sono aumentati (a causa dell’inasprimento dei nuovi standard) i costi per le emissioni di CO2 per le attività industriali. E questo sta creando una crisi, in ambito energetico, che potrebbe essere davvero esplosiva, tale da creare un effetto-domino su tutta l’economia.Abbiamo già le prime avvisaglie in Cina, dove il governo sta pianificando lockdown energetici. Alcune città cinesi, inizialmente quelle dell’Est ma poi anche città come Pechino e Shangai, sono state lasciate – volutamente – senza luce, senza illuminazione, senza elettricità. Addirittura hanno chiuso persino le fabbriche, e quindi questo sta creando una serie di ripercussioni a livello economico e di esportazioni, con ricadute su tutta la filiera di approvvigionamento e sull’intera economia mondiale, che tanto dipende dalla Cina. Situazioni analoghe si stanno vivendo e materializzando anche in Germania: un video che circola sul web, diffuso dalla Tv tedesca, mostra una donna anziana che si trova a dover fronteggiare un blackout energetico, trovando un metodo per riscaldarsi riunendo anche i vicini di casa. Queste sono proprio le fasi preparative a quelle che potranno essere le nuove emergenze.Lockdown energetici: se ne parla anche in Italia. Un quotidiano come “La Stampa” sta aprendo le cosiddette Finestre di Overton: ha fatto già dei titoli che ipotizzano un Natale senza luce, un inverno a lume di candela. E questo è davvero qualcosa di inquietante, che potrebbe materializzarsi quanto prima. Tutto per una crisi energetica che ha alla base una questione climatica, proprio perché sono stati inaspriti gli standard per le quote di emissioni di CO2: l’obiettivo è la neutralità, ossia “zero emissioni” (sono gli obiettivi della famosa Agenda 2030). Non è solo un impegno dell’Unione Europea: in realtà è un’agenda mondiale, condivisa. Possiamo far risalire la sua pianificazione al Club di Roma, che produsse quello che possiamo considerare un documento-chiave per interpretare la natura del Grande Reset. Sto parlando del famoso studio, pubblicato nel 1972, sui “limiti dello sviluppo”.Lo studio fu poi demandato al Mit (il Massachusetts Institute of Technology di Boston) per uno studio molto dettagliato e scrupoloso per determinare quali sarebbero i limiti dello sviluppo. Quello studio del 1972, di circa 200 pagine, è diventato un bestseller tradotto in trenta lingue e venduto in 12 milioni di copie, in tutto il mondo. Se ne è discusso tantissimo, da parte dell’opinione pubblica: per la prima volta, quello studio dichiara come, proseguendo con l’attuale modello di sviluppo economico e demografico (quello di allora, perlomeno), l’umanità sarebbe destinata al collasso entro il XXI Secolo. Viene quindi applicato un modello matematico di tipo informatico, che ricorre allo strumento delle simulazioni. La sintesi è netta: se non riducono tutte le variabili che interagiscono tra loro (ossia: la crescita della popolazione mondiale, la crescita economica e l’inquinamento), si arriverà a una catastrofe irrimediabile, alla quale l’uomo non saprà far fronte.Quindi viene auspicata una decrescita della popolazione, considerata fuori controllo già allora (1972), quando la popolazione mondiale era circa la metà di quella odierna. Sempre secondo quello studio, la crescita della popolazione avrebbe per forza comportato una crescita dell’inquinamento, e dunque un collasso del sistema naturale. Dopo vent’anni quello studio è stato aggiornato: vengono ribaditi i concetti principali e si dichiara che i parametri sono stati addirittura superati. Quindi inizia un’escalation di appelli e l’introduzione di misure sempre più orientate a contenere il riscaldamento clinmatico, che diventa il tema dei temi, l’obiettivo principale di tutti i consessi internazionali e dei gruppi di potere, a discapito di una tutela dell’ambiente e della riduzione dell’inquinamento (che potremmo tutti condividere). E invece: il riscaldamento climatico e il contenimento della popolazione mondiale diventano le priorità ineludibili.Abbiamo visto come, in Europa, questo approccio malthusiano abbia effettivamente portato, soprattutto in paesi come l’Italia, a una decrescita della popolazione. Occorre tempo, perché si abbiano i risultati di questa pianificazione, ma ora siamo davvero giunti a una fase di denatalità. Addirittura abbiamo avuto anche l’avviso dell’Istat, una sorta di “spoiler”: l’istituto di statistica ci ha appena detto che l’Italia è un paese da 32 milioni di abitanti. E l’obiettivo è proprio questo: raggiungere uno stato in cui l’uomo è visto come un essere che inquina, come ha detto lo stesso ministro Cingolani; dato che l’uomo ha un’impronta ecologica, la popolazione mondiale deve essere contenuta, così come il modello di crescita non può più continuare a seguire il corso dello sviluppo che ha seguito finora.Lo stesso Club di Roma auspica quella che definisce “una rivoluzione copernicana delle menti”. In altre parole, la progettazione del Grande Reset di oggi risale in qualche modo a cinquant’anni fa. Quello studio del 1972 è stato una linea-guida. Pensiamo che il Club di Roma fu fondato da Aurelio Peccei, già amministratore delegato della Olivetti, la cui Fondazione pare che abbia finanziato poi la Casaleggio. Pensiamo anche che quello studio fu commissionato e pagato dalla Volkswagen, poi coinvolta nello scandalo del “Dieselgate”. Se si legge quel documento, vi si ritrovano i concetti (e anche le espressioni) che sono alla base della nuova narrazione dominante: cioè questo senso di urgenza, la tesi secondo cui ogni anno perso è quasi un crimine contro l’umanità. Gli autori esortano ad adottare un cambio radicale di mentalità, investendo tutta l’opinione pubblica.E solo attraverso la consapevolezza della gravità di quello che starebbe per accadere si potrà raggiungere l’obiettivo. Solo allora le persone potranno agire di conseguenza. Quindi aleggia continuamente questo spettro di una catastrofe imminente, che può essere scongiurata soltanto con un cambio radicale, drastico, e che richiede sacrifici, da parte dell’umanità. Vediamo quindi che la narrazione è la stessa, rispetto a quella proposta oggi. Poi ci sono anche frange di fanatici dell’ecologismo, che addirittura auspicherebbero un ritorno al livello pre-industriale della popolazione. C’è anche chi auspica che la stessa Inghilerra torni a 2 milioni di abitanti: sono eco-totalitaristi, eco-nazisti a tutti gli effetti.Nei giorni scorsi, abbiamo visto Draghi e Cingolani interagire con Greta Thunberg quasi con deferenza. Greta non è certamente una scienziata né una super-esperta in materia: è lampante tutta l’ipocrisia e il carattere contradditorio di questa narrativa. Si dice che Greta soffra di disturbi dello spettro autistico, che tendono a produrre comportamenti ripetitivi e stereotipati. Non a caso, vediamo come questa ragazza si esprima per slogan, con un’esasperazione che le è stata indotta, inculcata, di cui probabilmente non si rende nemmeno conto. Ma gli slogan che lei ripete sono, appunto, quelli del Club di Roma, che poi hanno improntato tutte le ricerche e tutte le politiche successive. Ossia: “La casa sta andando in fiamme, siamo di fronte a un disastro; voi non fate nulla di concreto, è ora di agire, non c’è più tempo”.Sono slogan che fanno presa, sulle masse. E quindi, cinicamente: quale migliore interprete, di una ragazzina che soffre di questo disturbo, e che quindi probabilmente non si renderà mai conto di essere stata manipolata? Quella della narrazione di Greta è una retorica così consunta da lasciare stupefatti, nel vedere come invece continui a far presa sull’opinione pubblica. Non a caso, alla ragazzina svedese con la sindrome di Asperger (che la rende indifesa e quindi inattaccabile: sarebbe un tabù offendere una ragazzina che ha problemi comportamentali) è stata ora affiancata l’altra icona, Vanessa, la ragazza di colore che viene dall’Africa. Quindi abbiamo tutti gli stereotipi della retorica inclusivista: si predica l’equità e, per raggiungerla – ci dice sempre il Club di Roma – occorre eliminare l’ostacolo della crescita demografica. E’ davvero una narrazione stucchevole, piena di melassa.La deferenza di Draghi e Cingolani non è nei confronti di Greta, ma – chiaramente – nei confronti del piano di cui lei è una chiara espressione, una marionetta (credo anche ignara: Greta è un puro prodotto mediatico). La deferenza è verso questo piano: che è ben preciso e si sta sviluppando ormai concretamente. La catastrofe preannunciata dovrebbe avverarsi entro il XXI Secolo: per cui non abbiamo più tempo, secondo i cosiddetti filantropi e secondo le menti di questo Green Reset. Di fatto, l’obiettivo è quello: avere una società con un nuovo modello, che sia di decrescita (infelice, più che felice). Una decrescita economica e anche demografica, tutta improntata al contenimento del riscaldamento climatico, che la scienza mainstream oggi imputa all’azione antropica.Tacitati gli scienzati che contestano questa tesi, e nonostante il fatto che l’aumento della temperatura terrestre sia minimo, tutto sarà improntato alla narrazione del controllo del riscaldamento climatico. Tutta un’economia verrà trasformata, e i rapporti umani subiranno una svolta verso una digitalizzazione, considerata più “green”. Ma allo stesso tempo, e qui si chiude il cerchio, la digitalizzazione – dei rapporti umani, dell’economia, della moneta, della sanità (con la telemedicina), della didattica, delle nostre identità (con l’identità digitale) – ci mette sempre di più in pericolo. Ai lockdown sanitari potranno aggiungersi blackout energetici, lockdown climatici e (come abbiamo appena visto) blackout informatici. Riguardo a questi ultimi, gli episodi divenuti sempre più frequenti: nei mesi scorsi il caso di SolarWinds (un’azienda americana di software), poi Colonial Pipeline (azienda petrolifera, sempre Usa), quindi il caso della Regione Lazio, e ora il blackout di Facebook. La popolazione mondiale, ormai assuefatta all’uso di Internet e dei social, viene messa davanti alla sua fragilità: da un momento all’altro, tutto ciò potrebbe venir meno.Dobbiamo stare attenti: al di là del fatto che probabilmente non sapremo mai il motivo alla base delle 6 ore di sospensione di Facebook, non dobbiamo cadere nelle strumentalizzazioni del mainstream stesso; perché c’è chi afferma che, senza la Rete, saremmo tutti più sereni. Non è così, ovviamente: proprio grazie all’utilizzo dei social, infatti, abbiamo potuto costruire delle reti, limitando il dominio monopolistico del mainstream. Ora il web subisce la censura, che prima non era presente: e anche la censura dei social fa parte del Grande Reset. E’ detto in modo esplicito: i social hanno un ruolo importante, nella limitazione delle famigerate “fake news”; quindi, la sospensione di Internet e della libera informazione è un obiettivo dichiarato. Pensiamo anche al momento in cui saremo tutti digitalizzati, e tutto dipenderà da Internet e dalla nostra connessione; ogni cosa: la nostra identità digitale, la nostra stessa moneta.Ecco, pensiamo a un caso di blackout: arriverebbe a disconnettere l’uomo stesso, che in questo nuovo corso (di Reset totale) diventa un’entità digitale che può essere accesa o spenta secondo una programmazione – che può essere spacciata per incidente o può essere un incidente effettivo (non lo sapremo mai, di fatto). Però ci troviamo sempre nell’ambito delle profezie auto-avveranti. E non a caso che a luglio ci sta stata la simulazione del Cyber Polygon 2021, aperta dallo stesso Klaus Schwab, che ha detto: «Occorre vaccinare anche Internet, perché un evento pandemico informatico potrebbe far sembrare il Covid una sciocchezza». Quindi, cerchiamo di andare oltre le apparenze. Purtroppo, abbiamo visto – a nostre spese – che tutta la narrazione del mainstream è sempre mendace e ingannevole.(Ilaria Bifarini, dichiarazioni rilasciate a Carlo Savegnago sul canale YouTube “Il Vaso di Pandora” il 7 ottobre 2021. Economista, Bifarini è autrice del bestseller “Il Grande Reset”. «La vorticosa velocità dei cambiamenti oggi in atto – dice Savegnago – non ci lascia il tempo di pensare, e quindi di capire cosa sta davvero avvenendo»).Nel Grande Reset siamo arrivati a una fase successiva, rispetto a quella sanitaria. Siamo entrati dentro una nuova narrazione. Quella sanitaria, basata sul terrore costante della malattia, della morte, va avanti ormai da circa 20 mesi, nonostante abbia raggiunto enormi risultati, inaspettati. Pensiamo che è stato istituito un Green Pass, un lasciapassare di Stato, quindi è stata legittimata la discriminazione, l’apartheid di Stato. Sono stati sdoganati concetti che mai avremmo pensato che sarebbero stati accettati dalla popolazione, come appunto questa discriminazione senza precedenti nella nostra storia moderna, se non nei tempi bui del secolo scorso. Pensiamo alla telemedicina, al telelavoro, alla teledidattica; la narrativa pandemica ha raggiunto enormi risultati, e ora è pronta alla seconda fase: ad alimentarsi di nuove paure e di nuove crisi.
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Abbandonare l’Italia, oppure resistere alla “dittatura”?
Ormai la stessa voce si rincorre ovunque, anche sui canali web più battuti, come quello di Claudio Messora: abbandonare l’Italia. Per scappare dove? Ovunque i cittadini non siano obbligati a subire il ricatto psico-sanitario, degno di una dittatura. Tutto era cominciato con il grottesco Conte, capace di imporre il lockdown e di invitare a Roma gli “specialisti” cinesi per farsi spiegare (da loro) come gestire la Grande Emergenza, che da noi è letteralmente esplosa dopo aver ignorato il piano pandemico dell’Oms, proibito le autopsie e negato le cure nel frattempo messe a punto dai medici. Poi è arrivato Draghi, con un imperativo categorico: riparire il paese. Ma a una condizione: prima, sottoporre l’intera popolazione alla “timbratura digitale” corporea, presentata come “campagna vaccinale” (mutuando quindi il termine da un presidio sanitario che appartiene alla storia della medicina moderna: il vaccino, ossia l’inoculo dell’agente patogeno depotenziato).Stavolta la faccenda è diversa: niente patogeno. In compenso, nei preparati compare l’ossido magnetico del grafene, virtualmente adatto a “dialogare a distanza” con le antenne 5G nel frattempo installate in tutta la penisola. Chi chiama “no vax” i tanti cittadini che ancora resistono all’imposizione del Tso, magari accusandoli di avere “paura del vaccino”, forse dimentica che a scatenare l’indignazione dei più è semmai il disprezzo che il governo mostra nei loro confronti, calpestando le libertà elementari: fino al punto di arrivare all’ingiunzione ricattatoria più estrema, la perdita del posto di lavoro. Di fronte a questo, cambia l’ordine di grandezza del ragionamento: se oggi mi costringi a questo, sulla base di invenzioni fraudolente (e continuando a ignorare le terapie domiciliari), domani che cosa arriverai a impormi? Ergo: se cedo oggi, non rischio forse di consegnarmi a un futuro da pecorella “cinese”, col suo bravo certificato provvisorio di buona condotta?Questo il sentimento dei tanti milioni di italiani finora restii a cedere: il loro timore è quello di veder archiviato anche l’ultimo residuo scampolo di democrazia. Di qui la tentazione di fare i bagagli, fuggendo all’estero: Spagna, Danimarca, Est Europa, Gran Bretagna. Persino la Russia di Putin, ad alcuni, appare oggi preferibile alla nuova “democratura” italica, dove la marchiatura di massa è potuta procedere (e nemmeno con successo) solo ricorrendo alla menzogna, alla minaccia e all’uso della forza. Si susseguono manifestazioni di piazza contro il Green Pass, c’è chi raccoglie firme per un referendum. Ma il governo Draghi tira dritto, come se gli italiani non esistessero proprio: forse potrebbe fermarlo solo uno sciopero generale, a oltranza. Qualcosa di ultra-utopico, però, se si considera il profilo politico della Cgil di Landini. In compenso, si moltiplicano i fenomeni di resistenza individuale: nuove piattaforme web prenotano bambini e docenti per dribblare la scuola statale, trasformata in gabbia per animaletti domestici dotati di museruola e lasciapassare.Di fronte all’estrema intimazione – quella del trattamento digitale obbligatorio, spacciato per sanitario – rischia davvero di rompersi il patto sociale, come avverte Massimo Cacciari, specie se dalla politica non emerge una sola voce in grado di opporsi a una simile, tenebrosa deriva. Lasciare l’Italia, come ormai si ventila anche dalle parti di “ByoBlu”? Dal canto suo, una voce come quella di Nicola Bizzi si sfoga: perché invece non denunciare l’Italia a livello internazionale, lanciando una sorta di embargo come quelli che colpiscono le dittature? Gli italiani all’estero sono 4 milioni, mentre sono ben 200 milioni i cittadini di origine italiana che abitano i quattro lati del mondo: non è possibile che restino insensibili al grido di dolore che dovessere sorgere dalla madrepadria dei loro antenati. Cosa sta succedendo, in Italia? Se lo domandano un po’ dappertutto: ma da noi ne parla pubblicamente solo “La Verità”, il quotidiano di Maurizio Belpietro, l’unico a svolgere ancora funzioni giornalistiche.Non che il resto del mondo emetta segnali rassicuranti: in Germania molti politici vorrebbero imitare l’Italia, mentre nella Francia di Macron è stato cacciato da Marsiglia un luminare come il professor Didier Raoult, scopritore dell’efficacia dell’idrossiclorochina. Anche da noi i caduti non si contano più: se Giuseppe De Donno è stato trovato appeso a una corda, a Mantova, dopo aver sperimentato con efficacia il plasma iperimmune (e aver vagheggiato l’apertura di un centro clinico speciale, per guarire i malati usando proprio la plasmaferesi), a Novara un medico in prima linea come il primario infettivologo Pietro Luigi Garavelli, con alle spalle brillanti successi nelle terapie-Covid, è arrivato a gettare la spugna: sta valutando la possibilità di abbandonare la professione medica. Uno spettacolo terribile, al quale assistono sgomenti milioni di italiani: quelli che sanno perfettamente quante decine di migliaia di pazienti sono stati guariti, da casa, dai medici coraggiosi come quelli di “Ippocrate”.L’aria che tira, in alcuni paesi leader dell’Occidente, non è equivocabile: negli Usa, 24 Stati sono sul piede di guerra contro Biden, che ha manifestato l’intenzione di rendere obbligatoria la “timbratura”, per tutti. Il che fa pensare a qualcosa di sinistro: nessuna ragione, al mondo (men che meno, il morbo “pandemico” di Wuhan), autorizza la necessità sanitaria di misure così categoriche, evidentemente motivate da ben altre finalità. Colpisce la gran fretta dei “vaccinatori”: come se davvero – ipotizza qualcuno – temessero la scadenza del 2024, astrologicamente propizia ai grandi rivolgimenti sociali, di portata epocale, magari corroborata da possibili interventi “esopolitici” come quelli evocati da chi si interroga sulla curiosa coincidenza della “disclosure aliena”, o almeno sull’apertura – di punto in bianco – dei dossier ufficiali che ammettono l’esistenza degli Ufo, ribattezzati Uap. Fantapolitica? Lo è anche l’agenda del Green New Deal, secondo cui le variazioni climatiche dipenderebbero dalle emissioni umane.L’Italia traccia le strade, diceva Steiner. Nel bene e nel male: è italiano il copyright del fascismo, ma anche quello del Rinascimento (la maggiore rivoluzione culturale del millennio precedente). Era italiano anche il più clamoroso Grande Reset del primo millennio: l’avvento del cristianesimo romano, reso brutalmente obbligatorio da Teodosio. Non è certo la prima volta, che le persone finiscono in trappola. Stavolta la corda potrebbe spezzarsi? Dipende: basta non aspettarsi più niente, dalla politica. E’ la tesi di un alchimista come Michele Giovagnoli, secondo cui l’élite che manovra i governi è addirittura antica, vecchia di migliaia di anni, abituata a impartire ordini disumani. Oggi i dominatori mostrano una gran fretta, come se temessero di avere i giorni contati. Lasciare l’Italia? Giovagnoli suggerisce un Piano-B: resistere. Perché – dice – l’aggressività del potere tradisce la sua debolezza, la sua fragilità.Numeri: è ancora molto consistente, la quota di cittadini decisi a non subire il ricatto. E metà di quelli che hanno ceduto l’hanno fatto per disperazione, maledicendo chi li ha costretti. Non è propriamente un vanto, per un governo che parla di rilancio della nazione: che razza di economia ci si può attendere, da una società post-democratica imbrogliata e letteralmente piegata con l’intimidazione e la coercizione? La partita è aperta, dicono gli ottimisti: oltre metà del mondo non ne vuole più sapere, di quest’incubo fabbricato da pericolosi cialtroni. Nel mirino a quanto pare resta soprattutto l’Occidente: è l’uomo bianco, a essere vessato e colpito. Si era illuso che fosse irreversibile, la sontuosa libertà relativa che gli sembrava di aver raggiunto? Tragico errore di valutazione, se è vero che diversi italiani – scopertisi soli, traditi e abbandonati da qualsiasi organizzazione politica – ora accarezzano davvero l’idea di scappare come profughi, lasciandosi alle spalle il paese più bello del mondo.Ormai la stessa voce si rincorre ovunque, anche sui canali web più battuti, come quello di Claudio Messora: abbandonare l’Italia. Per scappare dove? Ovunque i cittadini non siano obbligati a subire il ricatto psico-sanitario, degno di una dittatura. Tutto era cominciato con il grottesco Conte, capace di imporre il lockdown e di invitare a Roma gli “specialisti” cinesi per farsi spiegare (da loro) come gestire la Grande Emergenza, che da noi è letteralmente esplosa dopo aver ignorato il piano pandemico dell’Oms, proibito le autopsie e negato le cure nel frattempo messe a punto dai medici. Poi è arrivato Draghi, con un imperativo categorico: riaprire il paese. Ma a una condizione: prima, sottoporre l’intera popolazione alla “timbratura digitale” corporea, presentata come “campagna vaccinale” (mutuando quindi il termine da un presidio sanitario che appartiene alla storia della medicina moderna: il vaccino, ossia l’inoculo dell’agente patogeno depotenziato).
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Il Green Pass nasce morto: l’Ue proibisce l’apartehid
Il green pass potrebbe essere nato già morto sotto il profilo giuridico? E “la salvezza” contro questa misura potrebbe venire addirittura dall’Europa? Per quanto suoni paradossale, è una tesi tutt’altro che peregrina, benché surreale, scrive l’avvocato Francesco Carraro sul “Fatto Quotidiano”. Una volta tanto, una norma europea verrà in soccorso di chiunque dovesse finire, suo malgrado, nella rete di divieti e sanzioni intessuta dal decreto legge licenziato dal governo Draghi? «Parliamo, ovviamente, di chi non ha ancora voluto sottoporsi al vaccino. E magari non vorrebbe neanche sottoporsi a tre tamponi a settimana, solo per esercitare i diritti costituzionali più elementari». Carraro ricorda che il Regolamento europeo numero 953 del 2021 stabilisce che gli Stati devono tassativamente «evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate». In particolare, il regolamento «non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati».Ora, è vero che le leggi «sono fatte per essere interpretate», e che “fatta la legge trovato l’inganno”, come è vero che «molti giudici potranno essere tentati di decidere in base all’antico adagio di Giovanni Giolitti: le leggi per i nemici si applicano, per gli amici si interpretano», ma in questo caso – per Carraro – non sembrano esservi dubbi «circa la natura palesemente discriminatoria – e quindi in violazione del Regolamento numero 953 – delle prescrizioni contenute nel recentissimo decreto istitutivo del green pass». Infatti, aggiunge Carraro, l’introduzione della “carta verde” per accedere a tutta una serie di luoghi, eventi e servizi «crea inevitabilmente, e deliberatamente, una discriminazione ben precisa», distinguendo «tra chi il vaccino lo ha fatto (o non ha potuto farlo per motivi di salute) e chi invece ha scelto di non farlo, per ragioni personali insindacabili (in carenza di un obbligo di legge)».«È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché – si legge nella norma europea – non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti Covid-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate». Un regolamento Ue, sottolinea Carraro, è direttamente applicabile nei singoli paesi: e può addirittura prevalere, in determinate circostanze, sulle norme nazionali, senza neppure dover ricorrere alla Corte Costituzionale. Per Carraro, il decreto istitutivo del green pass istituisce «una inammissibile discriminazione della categoria dei cosiddetti “no-vax”» i quali «potranno esercitare i diritti degli altri concittadini solo pagando il costo di tamponi quasi quotidiani».In altre parole: occorre sottoporsi al (costoso) tampone per potersi riunire, per fare vita associativa, per svolgere una salutare attività sportiva e per poter continuare ad avere una normale, quotidiana convivialità. Libertà a gettone, con precise tariffe? Con il che, chiosa Carraro, si crea anche una inammissibile divaricazione tra ricchi e poveri, in totale spregio dell’articolo 3 della nostra Carta fondamentale. «Il tutto a causa di un maldestro tentativo di imporre, sia pure per via surrettizia e indiretta (e quindi sommamente ipocrita), un obbligo vaccinale». Un tentativo, però, «più che sufficiente a violare la norma europea». Infatti, secondo il Regolamento numero 953, va evitata ogni discriminazione non solo diretta, ma anche “indiretta” delle persone che non sono (e che non vogliono essere) vaccinate.Il green pass potrebbe essere nato già morto sotto il profilo giuridico? E “la salvezza” contro questa misura potrebbe venire addirittura dall’Europa? Per quanto suoni paradossale, è una tesi tutt’altro che peregrina, benché surreale, scrive l’avvocato Francesco Carraro sul “Fatto Quotidiano”. Una volta tanto, una norma europea verrà in soccorso di chiunque dovesse finire, suo malgrado, nella rete di divieti e sanzioni intessuta dal decreto legge licenziato dal governo Draghi? «Parliamo, ovviamente, di chi non ha ancora voluto sottoporsi al vaccino. E magari non vorrebbe neanche sottoporsi a tre tamponi a settimana, solo per esercitare i diritti costituzionali più elementari». Carraro ricorda che il Regolamento europeo numero 953 del 2021 stabilisce che gli Stati devono tassativamente «evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate». In particolare, il regolamento «non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati».
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Giovagnoli: voi, Signori del Dolore, e il fratello De Donno
E’ ora di cominciare a parlare chiaro: esistono tre soggetti in campo, oggi. Ci sono quelli brutti e cattivi, veramente diversi da noi. Conducono il gioco da millenni: hanno cambiato uniformi e casacche, ma sono sempre loro, e non fanno parte della nostra vita. Saranno i primi a uscire di scena, gli artefici del grande progetto criminale: sono esseri che non sentono. Il loro cuore pompa sangue, ma muove pochissime emozioni, e solo di un certo tipo; emette una frequenza fredda; ha delle punte di cuore, a livello di chakra, che sono veramente agli albori di quella che è l’umanità, e non hanno la facoltà di connettersi con gli altri. Sono esseri che non possono muoversi in quarta dimensione: non provano sentimento, non possono sposare il piano del cuore (che ti sposta, ti scaraventa letteralmente nel passato e nel futuro, ti concede tutta la dotazione dell’arte magica; ti permette di unire le cose, di far vibrare cuori, di far crescere entusiasmi, di far atterrare cose che tu stai creando in un piano parallelo, andando a canalizzare flussi energetici per poi materializzarli, manifestarli).Quella è l’arte del mago: colui che opera in una dimensione parallela, ed è qui solo per far arrivare quello che ha appena finito di creare. Loro invece non hanno questa facoltà, quindi non possono sentire il tuo dolore; sentono soltanto la frequenza che emetti, quando stai male, e di quella si nutrono. Niente di più: non hanno capacità empatica, la tua sofferenza non li sposta di un millimetro; avvertono soltanto la frequenza fredda che emetti, che è la cosa più importante che vogliono, perché è la forma di nutrimento energetico più alta della quale si alimentano. Poi esiste l’umanità, che oggi è divisa letteralmente in due parti, a livello vibrazionale. C’è un’umanità che sta là, e vive lo sconvolgimento odierno come un fenomeno del tutto normale. E’ un’umanità che confida nella normalità, che la auspica, che difende la normalità. E’ quell’umanità che conserva il Mercurio Inferiore, cioè quella forza che mantiene le cose ferme. E’ un’umanità che non ha capacità di salire di livello. Bene: quell’umanità rappresenta il nostro passato. Non sono né brutti né cattivi: solo, rappresentano semplicemente il nostro passato. Noi siamo stati come loro.Quell’umanità confida nel più forte, vuole che il più forte detti le regole, vuole che manifesti forza. Vuole che il più forte mantenga questo livello vibrazionale. Questa umanità, che è il secondo soggetto del grande gioco che viviamo adesso, è l’esercito più grosso (inconsapevole) al servizio del primo soggetto. Questa umanità va compresa: e non è difficile, per te, comprenderla. E’ composta da tanti “te” di tante generazioni fa: eri così, eravamo così. Molti di noi lo sono stati fino a ieri mattina, o fino all’anno scorso. Questi individui vanno ascoltati, osservati, sentiti: loro sono così. Poi c’è il terzo soggetto, che siamo noi. Noi siamo gli esseri solari: siamo il luogo dove la scheggia di sole (l’avanguardia) trova posto, per materializzarsi. E per “scheggia di sole” intendo: necessità di amarci, di prenderci cura di noi e degli altri, di rompere qualunque confine; di vivere nella concordia, nella condivisione della conoscenza e dell’entusiasmo. Noi siamo quelli che hanno la possibilità di far atterrare un livello vibrazionale nuovo, che si contrappone totalmente a quello che su questa Terra è stato creato (e il primo soggetto sta facendo di tutto, per mantenerlo lì).Uno dei più grossi doni che possiamo concederci è la facoltà di scegliere: ed è proprio quello che non ci stanno dando. Tralasciando per ora il primo soggetto (governi, finanza, stampa), intendo aprire la più profonda forma di compassione nei confronti del secondo soggetto: non mi scontrerò più con nessuno. Non muoverò più un grammo di energia, per contrastare chi mi contesta e magari mi augura di morire di fare (in questo, il nostro “passato” è veramente fantastico!). Contrastarli sarebbe un gesto inutile e controproducente: farebbe del male a noi e a loro. Quella parte di umanità non merita il dolore provocato da noi. Ha già una sofferenza, quella che ha scelto di vivere: non dobbiamo, anche noi, dargli modo di soffrire. Quindi, di fronte a loro, io mi pongo come di fronte al mio passato. Li guardo e mi dico: io sono stato quelli là, tanti anni fa. Questa è una grande forma di alchimia, sapete. Ed è un alchimista, che vi parla: appartengo alla stirpe di Giordano Bruno, e quelli come me conoscono le circolazioni energetiche.Abbiamo codici: non cadere nell’inganno della rabbia, un’energia che tu stai sprecando; anzi, te la stai scagliando contro. Chi non ha provato rabbia, davanti a una notizia come la scomparsa del nostro fratello Giuseppe De Donno? Chi non ha pensato, in quel momento, di “mangiarne crudo” qualcuno? Ma a parlare era la parte vecchia, quella del passato, la parte inutile. Quell’energia lì, dallo stomaco – da quell’impulso di volontà marziale – dev’essere trasferita al di sopra, cambiata, trasmutata. Quel piombo deve diventare oro, deve arrivare nel cuore. Devo provare compassione, per questa cosa: devono comprendere che cosa significa. Perché quello che sta succedendo non è il preludio alla grande tragedia: ci stanno apparecchiando il tavolo per la festa. E questa festa ha un costo, e dev’essere un costo di tutti. Trasformiamo la rabbia in compassione, non sprechiamo più un grammo di energia.Farci provare rabbia è una strategia del primo soggetto. Non vedete quanti giornalisti stupidi e mediocri ci fanno infuriare, perché offendono la nostra intelligenza? Offendono la nostra sensibilità, la nostra etica, la nostra bellezza, e sporcano anche l’aria che respiriamo. Lo fanno apposta: perché sanno che adesso noi abbiamo una forza, stiamo assorbendo e manifestando. E se loro ci tolgono energia con la rabbia, noi manifestiamo di meno. Non farti fregare, gioca contro: approfitta della stupidità del male. E’ un assist: il male fa sempre un assist, alla persona di conoscenza. Mi mandi tutta questa rabbia? Vuol dire che mi stai mandando energia. E io quest’energia la trasformo, e la faccio diventare qualcosa di potente. Perché la compassione, la padronanza di ciò che si sta sentendo, è una delle arti più grosse che abbiamo. Quindi, verso di loro non muoverò più rabbia: lascerò che mi insultino, che vivano il loro lamento. Lasciarli lamentare significa rispettare la loro scelta. E soprattutto, per noi, significa fortificarci.Per tanti anni, dall’adolescenza, abbiamo sentito che questo spazio era stretto, per noi. Non serviva tutta la nostra intelligenza, il nostro cuore, la nostra capacità creativa. Non serivano, per vivere una vita come questa. Anche tu te ne sei accorto, da subito, ma allora non erano ancora maturi i tempi: e allora abbiamo bruciato tutte le nostre età, un po’ alla volta. Siamo stati i diversi, facendo finta di essere come loro, tradendo la nostra spontaneità e mettendo a tacere il grande bambino che abbiamo dentro. E invece adesso è tempo di farlo uscire, il bambino: è un tempo meraviglioso, questo. Abbiamo la possibilità di esistere, di dichiararci: facciamo un outing d’amore, finalmente. Noi siamo così: per noi è più importante sapere che stiamo bene in due, anziché pensare di stare bene anche se tu crepi. Siamo il nuovo, il sole inteso come energia siderale che si materializza da altre dimensioni. E’ la forza più grossa che abbiamo.E in questa generazione, il sole sta spazzando via tutta la cloaca di falsi idoli, dalle religioni alle grandi guide. Li riconoscete anche adesso, facilmente: hanno sempre e solo parlato. Adesso invece è il tempo delle opere, e loro non parlano più. Io mi curo di me. E innamorandomi di me, mi innamoro di tutti voi. Per decenni mi sono innamorato solo di una donna, in un dialogo a due. Ora invece siamo entrati in una fase in cui ci stiamo innamorando reciprocamente. E non è più un amore che si muove da un partner all’altro: ci stiamo innamorando del nostro essere speciali, dell’essere qui. Ci guardiamo negli occhi e sappiamo che stiamo custodendo un segreto. Stiamo per partorire una cosa che non è mai stata partorita, su questa Terra. Abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri. Quindi in questo periodo dobbiamo stare uniti e solidali, dobbiamo aiutarci. E uniti anche nel creare strumenti perché queste cose possano circolare: l’amore è un torrente in piena, che aspetta solo di diventare fiume.Quanto al primo soggetto, cioè i brutti e cattivi, adesso porto pazienza per un po’. Perché non li convinci spiegandogli che stai soffrendo: quello non si piegano di fronte a niente. Come si sono comportati, con Giuseppe De Donno, che aveva guarito 58 pazienti su 58? Non si sono fatti scrupoli: lo hanno hanno umiliato. Con quella sua cura, avrebbe spazzato via anche la possibilità di ricorrere ai vaccini sperimentali. Non si fanno scrupoli: quindi bisogna fronteggiarli parlando la loro lingua. Non so se mi senti, tu che appartieni al primo gruppo. Io ti vedo, e ti sento freddo. Chi ti parla ha un cuore pieno di lava. Pieno di fuoco, pieno d’amore. Ascolta: sta arrivando qualcosa, su questa Terra. E fra poco, molto poco, quando noi tutti avremo sigillato la più grande alleanza che l’umanità abbia mai sigillato, noi verremo da te, a parlare la tua lingua. Tu hai sistemi finanziari, hai costruito un mondo che si muove sul denaro, sul possesso, sul dolore, sull’avidità, sulla sterilità. E tutto questo si regge su questo filo virtuale, che tu hai creato, che chiami potere sul debole e forza sul povero. Bene, veniamo da te a parlare la tua stessa lingua.Tra poco, quando avremo caricato tutta la forza che ci serve, inizieremo delle campagne mirate proprio su di te. E verremo a colpire proprio te, parlando la tua stessa lingua. Hai un’azienda alla quale tieni tanto? Bene, ci sono 15-20 milioni di persone che te la boicottano dall’oggi al domani. Hai qualcuno dei tuoi ragazzotti che viene in Tv a insultare fratelli come il nostro dottor Giuseppe De Donno? Bene: noi abbiamo un pool di avvocati che, appena muovi la bocca, ti riempiono di querele. Ve lo ricordate quello là, che ha detto che dovevamo restare chiusi in casa “come sorci”, agli arresti domiciliari? Ecco: non abbiamo ancora fatto niente, ma gli è già arrivato un esposto da una realtà come il Codacons, che ha chiesto che venga espulso dall’Ordine dei Medici. Tra breve i nostri legali interverranno ogni qualvolta qualcuno mancherà anche solo di rispetto a quelli come noi. Ci serve solo un po’ di tempo. Usiamolo bene: ogni volta che stringiamo un abbraccio, carichiamo questo grande “cannone d’amore” che stiamo puntando verso il vecchio. Impatterete contro il nostro muro d’amore. E lì, forse, imparerete qualcosa di nuovo.(Michele Giovagnoli, dal messaggio “Un’unmanità nuova”, sulla pagina Facebook di Giovagnoli, 28 luglio 2021. Alchimista e saggista, Giovanoli anima la community “Essere Solare”, che in breve tempo ha aggregato 1.500 persone in tutta Italia).E’ ora di cominciare a parlare chiaro: esistono tre soggetti in campo, oggi. Ci sono quelli brutti e cattivi, veramente diversi da noi. Conducono il gioco da millenni: hanno cambiato uniformi e casacche, ma sono sempre loro, e non fanno parte della nostra vita. Saranno i primi a uscire di scena, gli artefici del grande progetto criminale: sono esseri che non sentono. Il loro cuore pompa sangue, ma muove pochissime emozioni, e solo di un certo tipo; emette una frequenza fredda; ha delle punte di cuore, a livello di chakra, che sono veramente agli albori di quella che è l’umanità, e non hanno la facoltà di connettersi con gli altri. Sono esseri che non possono muoversi in quarta dimensione: non provano sentimento, non possono sposare il piano del cuore (che ti sposta, ti scaraventa letteralmente nel passato e nel futuro, ti concede tutta la dotazione dell’arte magica; ti permette di unire le cose, di far vibrare cuori, di far crescere entusiasmi, di far atterrare cose che tu stai creando in un piano parallelo, andando a canalizzare flussi energetici per poi materializzarli, manifestarli).
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Biglino: la menzogna al potere, con Davos o con Viganò
L’arcivscovo Carlo Maria Viganò condanna il Grande Reset che è in corso in questo momento. Dice cose assolutamente condivisibili: sono anche cose che, normalmente, vengono dette dai complottisti. Da un lato, però, possiamo (e dobbiamo) dire: ma che bravo, questo alto prelato della Chiesa, che ha il coraggio di denunciare una serie di eventi, situazioni, decisioni e programmi che stanno condizionando il presente e si preparano a condizionare la nostra vita, ancora di più, per il futuro. E quindi: bravissimo. Il problema qual è? Questo: si coglie la lotta tra due poteri, che si contendono il controllo del mondo. Perché monsignor Viganò, in realtà, è il sostenitore della restaurazione dell’antico potere della Chiesa. Alla base c’è un concetto biblico che, ancora una volta, condiziona le nostre vite: ed è per questo che è importante, sapere ciò che la Bibbia dice. Secondo Viganò, alla base di quanto sta accadendo oggi c’è «una grande menzogna, annunciata già dalle Sacre Scritture». E perlando del diavolo, che lui dà per vero e vivente, si domanda: «Cosa possiamo aspettarci, dal padre della menzogna?».Dice Viganò: «E’ nostro dovere svelare l’inganno di questo Grande Reset, perché dietro a tutto questo c’è il piano diabolico che distrugge l’opera della creazione e vuole vanificare la redenzione». Ora, noi abbiamo già visto più volte come la creazione, nella Bibbia, non ci sia (non c’è proprio: non c’è neppure il termine che la identifichi). Vanificare la redenzione? Ma “redenzione” da che cosa, visto che il peccato originale nella Bibbia non c’è, e quindi noi non dobbiamo essere redenti da nulla? Non nasciamo macchiati dal peccato originale, dunque possiamo vivere assolutamente tranquilli: non abbiamo bisogno di nessuna redenzione di questo tipo. «Alla base di questo modus operandi – insiste Viganò – c’è sempre e comunque una menzogna». E questo modus operandi «vuole distruggere ciò che la civiltà ha faticosamente costruito, nel corso dei millenni, sotto l’ispirazione della grazia divina». Cioè: per lui, la civiltà e la costruzione storica sono ispirate dal Dio della Bibbia: Dio che, nella Bibbia (lo abbiamo già visto moltissime volte) non c’è.Quindi, lui parla di menzogna – da parte di coloro che gestiscono il Grande Reset – proprio indicando la necessità di attuare cambiamenti radicali attraverso un falso pretesto. Dimentica però che la stessa costruzione del Cristianesimo romano ha alla base la madre di tutte le menzogne: cioè l’esistenza di un Dio nell’Antico Testamento e la definizione di Gesù Cristo come figlio di quel Dio. Ed è in questo che sta la lotta tra questi due grandi poteri: da un lato c’è un potere laico, che sta indubbiamente cercando di condizionare la vita del pianeta, e dall’altro c’è questo potere religioso, che vede la disgregazione al suo interno (ormai sotto gli occhi di tutti) e vorrebbe restaurare il suo antico potere. E allora identifica il nemico in questo potere laico, che probabilmente sostituirà il potere della Chiesa: potere che la Chiesa ha esercitato per duemila anni.Quando cita il comunismo, Viganò ne parla come di un grande male, e giustamente (quando parla dello stalinismo, dello sterminio dei kulaki – 30 milioni di persone in due anni). Poi fa anche un cenno al nazismo: dice che è stato prima finanziato e poi combattuto, col pretesto di disgregare l’Europa, ma non fa neanche un cenno alle vittime del nazismo. Questo mi ricorda un altro grande inganno, un’altra grande falsità: quella delle profezie di Fatima. Per quanto riguarda il XX Secolo, infatti, la cosiddetta Madonna di Fatima ha parlato del “grande male” che sarebbe stato il comunismo, ma non ha fatto un solo cenno – non una sola parola – nei confronti del nazismo. E qui, nelle parole di Viganò, ritroviamo lo stesso concetto reazionario della Chiesa: grande attenzione al male comunista, e scarsissima attenzione al male nazista.Quindi, attenzione: se è vero che alla base del Grande Reset ci sono menzogne (che non hanno origini “diaboliche”, ma nascono dalla mentalità degli uomini che vogliono garantirsi il potere e costruire il dominio dei pochi sui molti), alla base dell’altra grande struttura di potere, quella che vuole combattere contro il Grande Reset, c’è la volontà (il tentativo, il desiderio) di restaurare un potere che per duemila anni ha condizionato e programmato la vita delle persone, uccidendone decine di milioni. Mi fa un po’ sorridere, monsignor Viganò, quando dice che uno dei modi in cui il Grande Reset si è realizzato, nel corso degli ultimi decenni, è stata l’industrializzazione, e quindi il convincere i contadini a lasciare il lavoro dei campi per passare all’impiego sicuro nelle fabbriche. Quelli che hanno la mia età ricordano molto bene il lavoro capillare dei parroci di campagna, che convincevano i contadini ad andare a lavorare nelle fonderie, nelle industrie, nelle raffinerie di petrolio.Ce li ricordiamo tutti, quei sacerdoti che partecipavano a quello che, adesso, l’alto prelato del Vaticano condanna come un comportamento funzionale al “grande inganno” del Grande Reset. Quindi, come sempre: teniamo le menti aperte. Perché se da un lato prendiamo atto che tutta una serie di denunce fatte da Viganò sono vere, dobbiamo però ricordarci che sono fatte nel nome di un potere che avrebbe tanta voglia di restaurare se stesso, di riprendere il controllo totale delle coscienze degli uomini, sulla base di una menzogna che sta alla base di tutte le menzogne. Quindi, quando condanna le menzogne degli altri, questo potere dovrebbe pensare alle sue menzogne, che hanno procurato decine di milioni di morti. Sofferenze inutili, che ancora stanno procurando le lotte tra le religioni nel nome di un Dio. Quindi, ascoltiamo bene Viganò. Ma stiamo attenti a non distinguere tra un bene e un male, perché in realtà la volontà di potere si incrocia, e si sta combattendo. Ed è per questo che è importante conoscere sia l’uno che l’altro potere. Per parte mia, io cerco di diffondere un po’ di conoscenza biblica.(Mauro Biglino, dal video “Da quale pulpito…”, pubblicato sul canale YouTube “Il vero Mauro Biglino il 20 giugno 2021).https://www.youtube.com/watch?v=Bn6S7yW8KF8L’arcivescovo Carlo Maria Viganò condanna il Grande Reset che è in corso in questo momento. Dice cose assolutamente condivisibili: sono anche cose che, normalmente, vengono dette dai complottisti. Da un lato, però, possiamo (e dobbiamo) dire: ma che bravo, questo alto prelato della Chiesa, che ha il coraggio di denunciare una serie di eventi, situazioni, decisioni e programmi che stanno condizionando il presente e si preparano a condizionare la nostra vita, ancora di più, per il futuro. E quindi: bravissimo. Il problema qual è? Questo: si coglie la lotta tra due poteri, che si contendono il controllo del mondo. Perché monsignor Viganò, in realtà, è il sostenitore della restaurazione dell’antico potere della Chiesa. Alla base c’è un concetto biblico che, ancora una volta, condiziona le nostre vite: ed è per questo che è importante, sapere ciò che la Bibbia dice. Secondo Viganò, alla base di quanto sta accadendo oggi c’è «una grande menzogna, annunciata già dalle Sacre Scritture». E perlando del diavolo, che lui dà per vero e vivente, si domanda: «Cosa possiamo aspettarci, dal padre della menzogna?».
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Magaldi: negli archivi delle superlogge la verità sugli alieni
«Comincerò a parlare di quello che si trova negli archivi delle Ur-Lodges a proposito di un tema ormai maturo, che è quello degli alieni o, se volete, degli Anunnaki», le “divinità” sumere, «cioè quei “creatori del genere umano” intesi come soggettività abitanti di altri pianeti, o comunque soggetti simili agli esseri umani, in quanto li avrebbero creati simili a sé: così almeno dicono i testi sumeri, da cui deriva tutta una narrazione contemporanea». Anche Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt e autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014), annuncia imminenti rivelazioni sul tema “alieno”, su cui ormai si susseguono notizie dopo le recenti ammissioni di Barack Obama («gli Ufo esistono») e l’annuncio, sempre da parte degli Usa, della prossima pubblicazione di immagini eloquenti. Dopo i primi video “sdoganati” dalla Us Navy nell’autunno 2019 e confermati dal Pentagono nei mesi seguenti, è stato John Ratcliffe – capo della direzione nazionale dell’intelligence Usa, sotto Trump – ad annunciare la pubblicazione di immagini “esplosive” entro giugno 2021.Di mezzo, c’è stata la sconcertante dichiarazione del generale Haim Eshed, docente universitario e per tre decenni a capo della sicurezza aerospaziale di Israele: «Noi e gli Usa collaborariamo da trent’anni con alieni facenti parte di una Federazione Galattica». Nulla di nuovo, naturalmente, per un ufologo di fama internazionale come Roberto Pinotti, secondo cui i governi terrestri “prendono ordini” da entità aliene. Di recente – citando il famoso hacker scozzese Gary McKinnon e l’ex colonnello statunitense Philip Corso – lo storico Nicola Bizzi, editore di Aurora Boreale, ha parlato della storica presenza, sulla Terra, di «stabili basi extraterrestri, anche gestite in tandem con forze armate terrestri (non solo di Usa, Russia e Israele, ma anche di paesi come Francia e Turchia)». Sempre nelle ultime settimane, il saggista Gianfranco Carpeoro (massone, nonché dirigente del Movimento Roosevelt) ha dichiarato che la stessa massoneria – perfettamente al corrente delle presenze aliene, almeno dall’immediato dopoguerra, avrebbe addrittura raggiunto «qualche compromesso, con queste entità, negli anni ‘70-80». Compromesso che, per certi aspetti, «prevedeva anche una certa collaborazione».Lo stesso Magaldi non ha mai negato nulla: «So bene se alcuni esponenti di certe superlogge sostengono di essere in relazione con entità non terrestri», disse, tempo fa. Ora sembra che il tempo delle esternazioni sia prossimo: «Non si tratta di verità che io e altri avremmo sin qui nascosto – precisa ora Magaldi – ma di alcune verità che sono contenute negli archivi di alcune superlogge», quelle che secondo lo stesso leader “rooseveltiano” detengono, di fatto, il grande potere a livello mondiale, al di sopra dei governi. Specifica ulteriormente Magaldi: «Ovviamente non sono verità giudiziarie o verità storiche assolute, perché di assoluto – da un punto di vista scientifico – non c’è mai nulla: il bello della scienza, infatti, è sempre quello di offrire una descrizione e una spiegazione delle cose il più possibile plausibile, con la consapevolezza umile che quella descrizione potrà essere superata da nuove conoscenze e nuovi paradigmi interpretativi».Sul canale YouTube di “Border Nights”, il 31 maggio 2021, Magaldi (già iniziato alla superloggia sovranazionale “Thomas Paine” ed esponente del circuito massonico progressista) conferma che «è tempo di parlare degli Ufo e anche degli “arconti”, perché il mito gnostico è uno dei primi tracciati narrativi che mettono in discussione la narrativa biblica tradizionale». Alieni interpretati come “antichi astronauti”, dunque (e magari anche “arconti”, visto che la narrazione della cosmogonia gnostica allude proprio a «questa idea plurale della divinità»). La cosiddetta paleoastronautica parla di «abitanti extraterrestri giunti sulla Terra per varie ragioni, come la ricerca dell’oro». Personaggi misteriosi, «ritenuti divinità perché in possesso di conoscenze scientifiche e tecnologiche molto superiori a quelle degli umani».Niente di così strano, sottolinea Magaldi: «Lo si è visto sulla Terra anche col nostro colonialismo: quando Cortez e gli altri “conquistadores” spagnoli raggiunsero i popoli dell’America Centrale e del Sudamerica, questi ultimi pensarono di trovarsi di fronte a degli dèi che stessero tornando». Una prospettiva culturale che richiama indirettamente il lavoro esegetico di Mauro Biglino, protagonista di una rilettura spiazzante della stessa Bibbia, quella testuale: in un recente video-intervento, Biglino fa osservare che il “pesce” che avrebbe inghiottito il profeta Giona aveva caratteristiche ben poco ittiche (aveva occhi traslucidi ed era anche illuminato dall’interno, secondo Rabbi Meyr). Biglino pensa all’Ufo appena mostrato dagli Usa, che si inabissa dopo aver sorvolato la Uss Omaha, una unità navale per la difesa costiera. Il “pesce” di Giona era un antenato di quell’Ufo? Sempre Biglino, giocando un po’ con le parole, osserva che – in ebraico – a seconda di dove si metta l’accento, la parola “nasa” potrebbe voler dire “sollevare in alto” o “nascondere, ingannare”: «Forse lo ha fatto lo stesso Eshed, e per motivi comprensibili, se è vero che per trent’anni ha taciuto l’esistenza della Federazione Galattica di cui ora invece parla».«Comincerò a parlare di quello che si trova negli archivi delle Ur-Lodges a proposito di un tema ormai maturo, che è quello degli alieni o, se volete, degli Anunnaki», le “divinità” sumere, «cioè quei “creatori del genere umano” intesi come soggettività abitanti di altri pianeti, o comunque soggetti simili agli esseri umani, in quanto li avrebbero creati simili a sé: così almeno dicono i testi sumeri, da cui deriva tutta una narrazione contemporanea». Anche Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt e autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014), annuncia imminenti rivelazioni sul tema “alieno”, su cui ormai si susseguono notizie dopo le recenti ammissioni di Barack Obama («gli Ufo esistono») e l’annuncio, sempre da parte degli Usa, della prossima pubblicazione di immagini eloquenti. Dopo i primi video “sdoganati” dalla Us Navy nell’autunno 2019 e confermati dal Pentagono nei mesi seguenti, è stato John Ratcliffe – capo della direzione nazionale dell’intelligence Usa, sotto Trump – ad annunciare la pubblicazione di immagini “esplosive” entro giugno 2021.
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Sumeri, fenici e romani in America: la nostra vera storia
Chi siamo? Da dove veniamo? Dobbiamo imparare dai bambini: loro si chiedono sempre il perché di tutto. Io amo Platone, il suo metodo dialogico. Maieutica, in greco, significa ostetricia: farti nascere, stimolarti a trovare le risposte dentro di te. Nessuno di noi ha la verità in tasca, ma ognuno ha la capacità di arrivare a individuare una verità possibile. Il termine “verità” probabilmente è troppo grande, da usare. Però possiamo parlare di menzogna, questo sì. Da storico, ho sempre voluto indagare nei retroscena, della storia e della realtà che viviamo. E mi sono reso conto che tutto ciò che ci è stato insegnato è stato sempre finalizzato ad un solo obiettivo: il mantenimento dello status quo, il potere di chi comanda. Triste realtà: la storia la scrivono sempre i vincitori. I vinti, chiunque siano – i Troiani sconfitti dagli Achei, i Greci sconfitti dai Persiani, gli abitanti dell’Amazzonia sconfitti dalla deforestazione – non riescono mai a scriverla, la verità: vengono ridotti al silenzio. Sbagliatissimo: perché la ricostruzione del nostro passato riguarda tutti noi, sia i vincitori che i vinti, quelli che non hanno avuto la parola. E l’insegnamento della storia è sempre stato finalizzato a salvaguardare il potere di chi ha vinto.Quante bugie ci hanno raccontato, a partire dalla preistoria? Come ci sono state raccontate, le origini dell’umanità? Quante mistificazioni sono state perpetrate? In materia di storia e archeologia, lo Smithsonian Institute è una delle principali istituzioni culturali degli Stati Uniti, dove gestisce decine di musei. Ebbene, di recente è stato condannato da un tribunale federale americano, dopo una serie di denunce, per aver deliberatamente distrutto – nel corso di svariati decenni – migliaia di reperti archeologici “scomodi”. Perché mai distruggere un reperto archeologico? Perché tutto quello che va a infrangere il paradigma dominante è tabù: è vietato. Quest’anno c’è stata una censura terribile, su Internet, che continua tuttora. Ora, abbiamo a che fare con una situazione particolare: e chi mi conosce sa bene che, da un anno, sto combattendo una battaglia per la verità. Perché ci stanno raccontando parecchie bugie, su tanti fronti. Bugie sempre finalizzate al potere, al controllo, al dominio sulle masse. E la censura, purtroppo, fa parte di questo gioco: come nei tempi antichi, e poi nel medioevo e oltre.Fino al Sei-Settecento è rimasta il vigore la cosiddetta Santa Inquisizione: se personaggi come Galileo se la sono cavata abiurando, altri – come Giordano Bruno – hanno pagato con la vita il loro impegno a sostenere delle verità che il potere pretendeva di negare, di nascondere. E’ bene studiare, quindi, la vera origine e il reale percorso delle grandi civiltà. Ma soprattutto, è importante capire perché ci hanno imposto dei dogmi. Come mai la storia è piena di dogmi? Vengono chiamati “paradigmi”, ma in realtà sono veri e propri dogmi di fede. Io mi sono poi laureato in storia, ma la mia grande passione è sempre stata l’archeologia. Eppure faticavo: già ai tempi dell’università io ragionavo con la mia testa, e mi scontravo con i docenti. Mi dicevano: guarda che queste cose non le puoi dire. Non mi hanno mai detto: le tue osservazioni sono sbagliate. Macché: implicitamente mi davano ragione; ma mi spiegavano che certe cose non le potevo dire, perché infrangevano il famoso paradigma. Si deve sempre diffidare di chi pretende di essere un dispensatore di verità, da accettare come dogmi di fede.Si deve poter parlare di tutto: anche di Atlantide, e di altri continenti perduti. Perché mai, specie nella nostra civiltà occidentale, ci è sempre stato negato di conoscere un certo passato? Ho partecipato sul campo a tanti scavi archeologici (in Turchia, in Iran, in vari altri paesi) e conosco bene l’ambiente dell’archeologia. In effetti, tutto quello che non è coerente con i paradigmi vigenti, viene deliberatamente nascosto. Ci sono migliaia di reperti “scomodi” che sono stati distrutti. Ci sono siti “scomodi” che sono stati ricoperti e nascosti, addirittura vietandone l’accesso. E ci sono migliaia di reperti archeologici che vengono tuttora nascosti negli scantinati dei musei. E c’è un perché: danno fastidio. Potrebbero portare le persone a riflettere su altre sfaccettature della verità. Attraverso le civiltà antiche, ad esempio, si può arrivare a capire come si sono imposte le grandi religioni monoteistiche. Non voglio urtare la suscettibilità di nessuno, il mio atteggiamento è di grande rispetto; faccio però notare che Ebraismo, Cristianesimo e Islam hanno un comportamento dogmatico, esclusivistico.Io parlo di tutto: anche di come un’antica civiltà, di impronta matriarcale (presente in Europa fino alla tarda Età del Bronzo), sia stata poi soppiantata da una nuova cultura, di tipo patriarcale, che ha stravolto completamente gli antichi schemi della società. Anche questo viene generalmente omesso, dalla storiografia: viene taciuto, perché “scomodo”. Ancora oggi, infatti, ci troviamo in una società patriarcale, e quindi è diventato scomodo (quasi eretico) parlare di quello che c’era prima, e spiegare perché l’antica società matriarcale sia stata sostituita con il modello patriarcale. La Guerra di Troia è stata una delle vicende più epocali della storia antica. Molti pensano che sia stata semplicemente una guerra commerciale, per il controllo del traffico marittimo tra l’Egeo e il Mar Nero. Niente di più falso: quella fu una guerra di religione, e di cultura. Fu veramente l’apice dello scontro fra matriarcato e patriarcato. La civiltà troiana era fondata sul matriarcato e sul culto delle antiche divinità, gli dèi Titani, mentre gli avversari incarnavano una società patriarcale e bellicosa. Gli Achei si scontrarono con Troia per eliminare una cultura avversa.Il paradigma dominante deforma la storiografia anche riguardo al lungo arco del medioevo, a partire da quelle che sono state considerate eresie. Come mai il Cristianesimo ha considerato eretiche tante altre dottrine? Come mai è stata perseguitata quella che è stata chiamata stregoneria? Alludo a decine di migliaia di donne: non particavano magia, non celebravano oscuri rituali; semplicemente, praticavano ancora un rapporto simbiotico con le forze della natura (come già le loro antenate, per millenni). Conoscevano le proprietà curative delle erbe, secondo una tradizione millenaria: perché sono state torturate e condannate al rogo come streghe? Bisogna riflettere, su tutti questi sconvolgenti aspetti del nostro passato: perché purtroppo non riusciremmo mai a comprenderlo a fondo, il presente che viviamo, e nemmeno il futuro che ci attende, se non conosciamo davvero il nostro passato, cioè tutti gli errori che abbiamo commesso, e soprattutto tutti gli inganni che ci hanno propinato.Vogliamo parlare di quella che è considerata la scoperta dell’America? Il mio ultimo libro si intitola “I Minoici in America e le memorie di una civiltà perduta”. A scuola ci hanno insegnato che l’America è stata scoperta da Cristoforo Colombo nel 1492. Una data simbolica, con la quale si vuole chiudere il medioevo e far iniziare l’età moderna. Ma poi, prove alla mano (dati archeologici), ci accorgiamo che in America ci sono andati tutti, prima di Colombo. Nel Gran Canyon del Colorado hanno trovato addirittura delle tombe egizie. Ovunque, in Brasile, le rocce sono piene di incisioni in lingua fenicia. Un manoscritto custodito nella biblioteca di Rio de Janeiro documenta il ritrovamento di un’antica città greca. Se andiamo in Messico, nel sito di Comalcalco (nella regione del Chiapas), sembra di essere a Ostia antica: è l’unica città dell’area Maya non edificata con pietre, ma con mattoni, secondo le tecniche edilizie romane. Mattoni con impressi i marchi dei fabbricanti, come usavano i costruttori romani (ci sono pure i loro nomi, infatti).Sempre in Messico sono state trovate delle teste di terracotta prettamente romane. Monete romane sono state trovate ovunque, nel territorio americano. Addirittura, un capo indiano dell’importante tribù dei Nasi Forati, sconfitto nel 1878 dal neonato esercito degli Stati Uniti, prima di essere costretto a trasferirsi in una riserva insieme al suo popolo, volle donare un omaggio al generale che l’aveva battuto sul campo: era il ciondolo che portava al collo, con – incastonata – una tavoletta in terracotta di origine sumera, scritta in caratteri cuneiformi. La sua tribù se l’era tramandata, di generazione in generazione, da millenni. Questa tavoletta – oggi esposta in un museo, in America – è stata tradotta. E’ una banalissima tavoletta d’archivio, che contiene una transazione commerciale: è la ricevuta d’acquisto di alcune capre, comprate per compiere un sacrificio propiziatorio alla vigilia di un lungo viaggio. Quindi, qualcuno – in Mesopotamia – ha comprato delle capre e le ha sacrificate, forse per propiziare la fortuna in vista del lungo viaggio che stava per intraprendere; ma questo viaggio l’ha portato dall’altra parte dell’Oceano, insieme alla ricevuta d’acquisto delle capre: quella tavoletta è finita in America.In Bolivia, negli anni ‘80, è stato scoperto un grande vaso rituale in pietra, per libagioni e offerte votive, che al proprio interno ha iscrizioni in sumero: cuneiforme sumerico, come quello della tavoletta del navigatore. Gli esempi analoghi sono centinaia. In Canada, ad esempio, è pieno di iscrizioni celtiche. Poi sappiamo – perché è documentato – di una flotta salpata da Portovenere, vicino a La Spezia, nel 1442: una flotta di navi fiorentine, comandata da Amerigo Vespucci (non quello che conosciamo: era suo nonno, e anche lui si chiamava Amerigo). Il 4 luglio di quell’anno, questa flotta arrivò all’estuario del fiume San Lorenzo, sulla costa atlantica del Canada, cinquant’anni prima del viaggio di Colombo. Di queste cose non troverete notizia, nei libri di storia, perché l’America era uno dei massimi segreti di Stato della famiglia Medici, che a Firenze iniziarono a importare l’oro americano: erano bravi banchieri, sapevano il fatto loro. Io ho trovato le prove di quel viaggio, e anche i nomi delle navi (che erano sette) e dei loro comandanti. La data di arrivo è stata tramandata, dai padri costituenti degli Stati Uniti: la festività del 4 Luglio non l’hanno creata a caso, ma in ricordo dell’arrivo delle navi fiorentine in America.(Nicola Bizzi, dichiarazioni rilasciate nella video-conferenza “Ripensare la storia”, su YouTube il 1° aprile 2021, a cura della Libera Università di Nuova Pedagogia, presso cui lo stesso Bizzi, storico e editore di Aurora Boreale, terrà un corso on line di storia “divergente”, dal titolo “Ripensare la storia: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo”. Un ciclo di 15 incontri per riflettere e per comprendere le nostre origini e il nostro ruolo su questo pianeta, immaginando anche il futuro che ci attende. Per informazioni sulle modalità di partecipazione al corso, basta inviare un’mail a: nuovapedagogia@gmail.com).Chi siamo? Da dove veniamo? Dobbiamo imparare dai bambini: loro si chiedono sempre il perché di tutto. Io amo Platone, il suo metodo dialogico. Maieutica, in greco, significa ostetricia: farti nascere, stimolarti a trovare le risposte dentro di te. Nessuno di noi ha la verità in tasca, ma ognuno ha la capacità di arrivare a individuare una verità possibile. Il termine “verità” probabilmente è troppo grande, da usare. Però possiamo parlare di menzogna, questo sì. Da storico, ho sempre voluto indagare nei retroscena, della storia e della realtà che viviamo. E mi sono reso conto che tutto ciò che ci è stato insegnato è stato sempre finalizzato ad un solo obiettivo: il mantenimento dello status quo, il potere di chi comanda. Triste realtà: la storia la scrivono sempre i vincitori. I vinti, chiunque siano – i Troiani sconfitti dagli Achei, i Greci sconfitti dai Persiani, gli abitanti dell’Amazzonia sconfitti dalla deforestazione – non riescono mai a scriverla, la verità: vengono ridotti al silenzio. Sbagliatissimo: perché la ricostruzione del nostro passato riguarda tutti noi, sia i vincitori che i vinti, quelli che non hanno avuto la parola. E l’insegnamento della storia è sempre stato finalizzato a salvaguardare il potere di chi ha vinto.
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Militari, nuovo avviso a Macron: guerra civile alle porte
Signor Presidente della Repubblica, Signore e Signori, Ministri, Membri del Parlamento, Ufficiali Generali, dei vostri gradi e qualità, Non cantiamo più la settima strofa della Marsigliese, conosciuta come la «strofa dei bambini». Eppure è ricca di lezioni. Lasciamo che sia essa a prodigarle su di noi: «Entreremo nella carriera quando i nostri anziani non saranno più lì. Là troveremo la loro ceneri e il segno delle loro virtù. Molto meno gelosi di sopravvivere a loro che di condividere la loro bara, avremo il sublime orgoglio di vendicarli o seguirli». I nostri anziani sono combattenti che meritano di essere rispettati. Questi sono ad esempio i vecchi soldati di cui avete calpestato l’onore nelle ultime settimane. Sono queste migliaia di servi della Francia, firmatari di un appello di buon senso, soldati che hanno dato i loro anni migliori per difendere la nostra libertà, obbedendo ai vostri ordini, per intraprendere le vostre guerre o per attuare le vostre restrizioni di bilancio, che avete insozzato mentre il popolo della Francia li ha sostenuti.Queste persone che hanno combattuto contro tutti i nemici della Francia, le avete trattate come faziose quando la loro unica colpa è amare il loro Paese e piangere la sua caduta visibile. In queste condizioni spetta a noi, da poco entrati in carriera, entrare nell’arena semplicemente per avere l’onore di dire la verità. Veniamo da quella che i giornali hanno chiamato «la generazione del fuoco». Uomini e donne, soldati attivi, di tutti gli eserciti e di tutti i ranghi, di tutte le sensibilità, amiamo il nostro Paese. Queste sono le nostre uniche pretese di fama. E se non possiamo, per legge, esprimerci a faccia scoperta, è altrettanto impossibile per noi tacere. Afghanistan, Mali, Repubblica Centrafricana o altrove, molti di noi hanno subito il fuoco nemico. Alcuni lì hanno lasciato dei compagni. Hanno offerto la loro pelle per distruggere l’islamismo a cui state facendo concessioni sul nostro suolo. Quasi tutti noi abbiamo conosciuto l’operazione Sentinel. Abbiamo visto con i nostri occhi le periferie abbandonate, gli alloggi con la delinquenza. Abbiamo subito i tentativi di strumentalizzare diverse comunità religiose, per le quali la Francia non significa nulla, nient’altro che un oggetto di sarcasmo, disprezzo o persino odio.Abbiamo marciato il 14 luglio. E questa folla benevola e diversificata, che ci ha acclamati perché ne siamo l’emanazione, ci è stato chiesto di guardarla per mesi, vietandoci di circolare in divisa, rendendoci potenziali vittime, su un suolo che siamo comunque capaci di difendere. Sì, i nostri anziani hanno ragione sulla sostanza del loro testo, nella sua interezza. Vediamo la violenza nelle nostre città e nei nostri villaggi. Vediamo il comunitarismo prendere piede nello spazio pubblico, nel dibattito pubblico. Vediamo l’odio per la Francia e la sua storia diventare la norma. Potrebbe non essere compito dei militari dirlo, sosterrete. Al contrario: poiché siamo apolitici nelle nostre valutazioni della situazione, è un’osservazione professionale quella che forniamo. Perché questa decadenza, la abbiamo vista in molti Paesi in crisi. Precede il crollo. Annuncia caos e violenza e, contrariamente a quanto voi affermate qua e là, questo caos e questa violenza non verranno da un «pronunciamento militare» ma da un’insurrezione civile.Per cavillare sulla forma dell’appello dei nostri anziani invece di riconoscere l’ovvietà delle loro scoperte, bisogna essere piuttosto codardi. Per invocare un dovere di riservatezza mal interpretato al fine di mettere a tacere i cittadini francesi, bisogna essere molto ingannevoli. Per incoraggiare i principali ufficiali dell’esercito a prendere posizione ed esporsi, prima di sanzionarli ferocemente non appena scrivono qualcosa di diverso dalle storie di battaglia, devi essere molto perverso. Codardia, inganno, perversione: questa non è la nostra visione della gerarchia. Al contrario, l’esercito è, per eccellenza, il luogo in cui ci parliamo sinceramente perché impegniamo la nostra vita. È questa fiducia nell’istituzione militare che chiediamo. Sì, se scoppia una guerra civile, l’esercito manterrà l’ordine sul proprio territorio, perché gli verrà chiesto di farlo. È anche la definizione di guerra civile. Nessuno può desiderare una situazione così terribile, i nostri anziani non più di noi, ma sì, ancora una volta, la guerra civile si sta preparando in Francia e lo sapete perfettamente.Il grido di allarme dei nostri Anziani si riferisce infine a echi più lontani. I nostri anziani sono i combattenti della resistenza del 1940, che persone come voi molto spesso trattavano come faziosi, e che continuarono la lotta mentre i legalisti, paralizzati dalla paura, scommettevano già sulle concessioni con il male per limitare i danni; sono i “pelosi” [soprannome dato ai soldati francesi durante la Grande Guerra, ndr] di 14 anni, morti per pochi metri di terra, mentre voi abbandonate, senza reagire, interi quartieri del nostro Paese alla legge del più forte; sono tutti i morti, celebri o anonimi, caduti al fronte o dopo una vita di servizio. Tutti i nostri anziani, coloro che hanno reso il nostro Paese quello che è, che ne hanno disegnato il territorio, ne hanno difeso la cultura, hanno dato o ricevuto ordini nella sua lingua, hanno combattuto affinché voi lasciaste che la Francia diventasse uno Stato fallito, che sostituisce la sua impotenza regale sempre più evidente con una brutale tirannia contro quelli che tra i suoi servi che vogliono ancora avvertirlo? Agite, signore e signori. Questa volta non si tratta di emozioni personalizzate, formule già pronte o copertura mediatica. Non si tratta di estendere i propri mandati o conquistarne di nuovi. Riguarda la sopravvivenza del nostro Paese, del vostro Paese.(Testo diffuso dai militari francesi e ripreso l’11 maggio 2021 da “Renovatio 21″. «Da qualche giorno correva la voce che un nuovo appello dei militari francesi sarebbe apparso sulla scena», scrive il sito. «Stavolta però, a differenza del precedente, non sarebbe stato firmato da ufficiali in pensione, ma da soldati attivi». Il testo pubblicato da “Renovatio 21″ sta circolando in rete. «In Francia la situazione è grave», sottolinea il blog. «Dopo anni di aberrazioni terroristiche, proteste popolari soffocate nella repressione (i Gilet Gialli) e lockdown draconiani che hanno piegato il paese, forse la misura e colma. Lo Stato più superbo d’Europa si appresta a collassare sotto il peso delle sue stesse scelte dementi in campo sociale, economico, migratorio? E l’Italia, che lezione vuole trarre da ciò che sta accadendo appena Oltralpe?»).Signor Presidente della Repubblica, Signore e Signori, Ministri, Membri del Parlamento, Ufficiali Generali, dei vostri gradi e qualità, Non cantiamo più la settima strofa della Marsigliese, conosciuta come la «strofa dei bambini». Eppure è ricca di lezioni. Lasciamo che sia essa a prodigarle su di noi: «Entreremo nella carriera quando i nostri anziani non saranno più lì. Là troveremo la loro ceneri e il segno delle loro virtù. Molto meno gelosi di sopravvivere a loro che di condividere la loro bara, avremo il sublime orgoglio di vendicarli o seguirli». I nostri anziani sono combattenti che meritano di essere rispettati. Questi sono ad esempio i vecchi soldati di cui avete calpestato l’onore nelle ultime settimane. Sono queste migliaia di servi della Francia, firmatari di un appello di buon senso, soldati che hanno dato i loro anni migliori per difendere la nostra libertà, obbedendo ai vostri ordini, per intraprendere le vostre guerre o per attuare le vostre restrizioni di bilancio, che avete insozzato mentre il popolo della Francia li ha sostenuti.
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Operazione Corona: i golpisti vorrebbero farla franca
Un colpo di Stato mondiale, progettato contro una vittima in particolare: la nostra società occidentale. Doveva scattare nel 2022, ma la crisi bancaria dei Repo ne ha accelerato i tempi. Ora il golpe è fallito, ma ha lasciato macerie: ha disastrato la democrazia e rottamato l’economia, proprio come volevano i golpisti, ingigantendo la paura e trasformando i cittadini in docilissime pecore, private delle libertà più elementari in nome di un pericolo virtuale, manipolato da cima a fondo. Ormai è cominciata una grande retromarcia, segretamente pattuita, ma a caro prezzo: non si può smontare da un giorno all’altro un “giocattolo” come quello, che ha distribuito miliardi e sta ancora arricchendo intere filiere di beneficiari, migliaia di persone. E il fardello più inquietante è quello rappresentato dai vaccini “genici” in circolazione: aleggia il vecchio incubo del depopolamento, predicato da una certa élite. Una cosa è certa: l’establishment del lockdown spera di passarla liscia, evitando una nuova Norimberga che metta in chiaro i crimini commessi. E il governo Draghi servirebbe proprio a questo: a far uscire l’Italia dall’emergenza, incanalandola però nei binari del Grande Reset in corso. E soprattutto: assolvendo la politica che ha eseguito gli ordini golpisti.In altre parole, anche il finale dovrà avere il sapore della farsa: avremo “sconfitto il virus” – si dirà – grazie ai sacrifici imposti con i lockdown, e poi soprattutto grazie alla vaccinazione di massa (imposta col ricatto, nonostante la Costituzione vieti di disporre Tso sulla base di farmaci ancora sperimentali). Tra tante voci eretiche, quella di Nicola Bizzi – storico e fondatore delle Edizioni Aurora Boreale – spicca per la precisione delle denunce solitarie, il tempismo delle previsioni e la lucidità delle analisi. Il saggio “Operazione Corona”, che oggi è il libro più censurato d’Italia, parla di un “colpo di Stato globale”: un golpe «finalizzato innanzitutto a un Grande Reset economico, finanziario e sociale, e in secondo luogo anche a una drastica riduzione delle libertà civili e democratiche, su scala planetaria». Secondo alcuni indizi doveva essere attuato solo nel 2022, ma a bruciare i tempi – nel settembre 2019 – sarebbe stata la crisi dei Repo, le compensazioni interbancarie tra banche centrali: non c’era più denaro per garantire i prestiti, e l’unica soluzione consisteva nell’arresto improvviso dell’economia, trovando un espediente adatto (il provvidenziale virus mediatico).Lo spiega l’economista Andrea Cecchi nei capitoli economici di “Operazione Corona”: la cosiddetta pandemia è stata una crisi pianificata, visto che il mondo si era trovato sull’orlo di un vero e proprio collasso economico, all’insaputa dell’opinione pubblica. «Certi “padroni del vapore” se la sono vista brutta: rischiavano che il loro giocattolo finanziario si inceppasse», dice Bizzi, in un recente video su YouTube. «Forum di Davos, Fmi e vari altri poteri sovranazionali hanno quindi dovuto anticipare questa operazione, architettando il presunto rilascio di un virus e creando una situazione senza precedenti». Quando mai s’è visto, nella storia delle epidemie, che si isolino le persone sane? «Logiche economiche: la vera funzione dei lockdown è stata quella di bloccare l’economia paralizzando la domanda, la richiesta di credito e la circolazione del denaro, così da demolire l’economia a tappe preordinate». Una vera e propria “demolizione controllata”, come quella delle Torri Gemelle. «Per fare tutto questo si sono serviti della Cina, che ha avuto il suo tornaconto (è stato l’unico paese col Pil in crescita, nel 2020) ma in realtà non è la principale colpevole».Facile, usare la Cina: «Serviva un paese totalitario, per inaugurare la logica del lockdown: e solo la Cina poteva farlo, perché il regime cinese esercita un controllo mostruoso sulla popolazione». All’inizio, dice Bizzi, si era pensato al Brasile: ipotesi subito scartata, però, per l’opposizione del presidente Bolsonaro e per la stessa indole della popolazione brasiliana, assai meno docile di quella cinese. Ma attenzione: la Cina ha chiuso completamente solo l’Hubei, la regione di Wuhan, senza fermare il resto del paese. Certo, ha collaborato perfettamente alla farsa del terrorismo psicologico: «In televisione ha mostrato persone che cadevano come morte, per strada, o in preda a convulsioni. E ancora: migliaia di persone ammassate su letti da campo allestiti in palazzetti dello sport, tutti con convulsioni simultanee: cose che poi non abbiamo mai visto, in Occidente – neanche in Italia, paese che è stato il vero epicentro di tutta questa macchinazione. Quelli cinesi erano chiaramente personaggi che recitavano un copione del terrore molto ben studiato, attraverso una Oms completamente controllata da Pechino».Chi ha buona memoria, aggiunge Bizzi, ricorderà uno spettacolo molto simile: quello della cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Londra nel 2012. «Incredibilmente, tutto quello che poi è successo oggi era stato raffigurato, in maniera coreografica (incluso Boris Johnson, su un letto d’ospedale) in quell’inquietante rappresentazione». Finalmente, nel 2020 lo schema è stato applicato: al mondo è stata imposta «questa idea folle e criminale di lockdown, termine che in inglese significa “carcere duro”». Colpo di Stato globale, pianificato nei minimi dettagli. «E i governi, specie quelli occidentali, hanno applicato alla lettera un “pacchetto” preconfezionato, imposto a esecutivi che sapevano molto bene, con largo anticipo, cosa sarebbe accaduto». Già nel giugno scorso, Bizzi era stato il primo a portare allo scoperto il caso della Bielorussia, passato sotto silenzio. «La Bielorussia è l’unico paese europeo a essersi rifiutato di applicare qualunque misura di contenimento: non ha attuato lockdown né chiusure, e non ha mai minimamente toccato le libertà dei cittadini. E chiaramente è stata demonizzata».In una seduta del governo, il presidente Lukashenko – ricordando ai suoi ministri di aver appena respinto una lauta proposta dell’Oms (92 milioni di dollari) per fare un lockdown “come in Italia”, ha spiegato che l’offerta era stata decuplicata dal Fmi: 900 milioni, per introdurre restrizioni “all’italiana”. «Prove alla mano – aggiunge Bizzi – ho poi dimostrato che i vertici italiani (i servizi segreti, il governo e le più alte cariche dello Stato) erano stati informati già dal mese di agosto del 2019 che sarebbe stato necessario applicare un lockdown, nel nostro paese». Sei mesi di anticipo, quindi, sulla cronologia ufficiale degli eventi? Bizzi invita a osservare certi dettagli: «Sono state potenziate in modo incredibile le forze dell’ordine, incluse le polizie municipali: aumenti di organico, mezzi, camionette, aerei, elicotteri, droni, attrezzature elettroniche. Un’operazione del genere non la fai in due settimane, servono mesi di preparazione». Ovvia deduzione: era tutto preordinario, dall’autunno 2019. E anche il nostro governo, come gli altri dell’Europa occidentale, «ha ricevuto finanziamenti a pioggia, presumibilmente da parte di organizzazioni come il Fmi, per poter garantire la tenuta di un futuro lockdown».Di questo, si sono preoccupati: di come attuare il “carcere duro”. «E non certo di potenziare la sanità e gli ospedali, o di assicurare una prevenzione sanitaria (che nel caso di una pandemia sarebbe dovuta essere la cosa più logica)». Nicola Bizzi li definisce «branco di assassini». Scandisce: «A questi signori non è mai importato niente, della salute degli italiani». Aggiunge: «Non sappiamo cosa si sia effettivamente scatenato. Ma sappiamo che questo virus, o presunto tale – come ha ben documentato Matteo Martini, in “Operazione Corona” – non è stato mai isolato». Seriamente? «Certo: e questo sta venendo fuori, perché il governo giapponese ha fatto un’interrogazione internazionale: ha dimostrato che il virus non è stato mai isolato. Soprattutto, il Giappone ha sfidato tutti i governi (soprattutto quelli dell’Occidente) a dimostrarne l’isolamento: e nessuno ha risposto». Sostanzialmente, quindi, «non c’è nessuna prova che il virus sia mai stato isolato: hanno solo fatto infiniti “sequenziamenti”, la cui utilità è tutta da spiegare. E in compenso, hanno attuato la frode della Pcr: dico frode, perché sappiamo che quello dei tamponi non è un metodo diagnostico riconosciuto. Un’operazione, peraltro, dal costo esorbitante: in un anno, per i tamponi, in Italia abbiamo speso un ammontare equivalente a 10 leggi finanziarie».Per Bizzi, però, il cuore della questione-lockdown non è il business degli approfittatori. A monte, si tratta di una decisione imposta dal super-potere mondiale che controlla le banche centrali. E a valle, una mera questione di ordini da eseguire. «A differenza di alcuni paesi del Nord Europa e dell’Est Europa, che hanno dimostrato molta più autonomia e libertà, i governi dell’Europa occidentale (Italia e Germania, Francia, Spagna) sono totalmente eterodiretti. Non hanno autonomia decisionale: tutte le decisioni importanti non vengono prese nelle sedi istituzionali (governo, Parlamento) ma nell’alveo di organizzazioni sovranazionali». Quali? «Spesso si parla del Bilderberg e della Trilaterale, ma anche queste sono organizzazioni di potere intermedie, che hanno il compito di ratificare, imponendole ai governi, decisioni che sono prese ancora più in alto». Ecco perché Bizzi ricorre a termini impegnativi: «Questo è un piano diabolico, lasciatemelo dire: mira alla distruzione completa dei diritti democratici dei cittadini e del modello stesso di democrazia occidentale».Sono stati abili, i golpisti: hanno operato con la programmazione neurolinguistica, e tutte le mosse dei governi sono state calcolate. «Dalla durata stessa dei lockdown fino ai messaggi lanciati dai media, è stata tutta un’operazione calcolata a tavolino in modo che attecchisse sulle masse, proprio secondo le tecniche della Pnl». Gli architetti della crisi che ha travolto il pianeta hanno unito molteplici interessi: «Per esempio quelli del Forum di Davos, per avviare questa “quarta rivoluzione industriale” fondata sul mito di una falsa “green economy” che in realtà vuole portare al transumanesimo, all’abolizione del contante, alla distruzione dei più basilari diritti degli esseri umani». Come reagire, dunque? «Il dovere principale di chi ha un minimo di raziocinio, e quindi ormai ha capito con che cosa abbiamo a che fare, è quello di resistere con ogni mezzo, cercando di fare corretta informazione: non dobbiamo permettere che questo piano vada avanti, dobbiamo gettare più sabbia possibile nei suoi ingranaggi». Non è facile: gli italiani – dice Bizzi – ci sono cascati: hanno creduto alla storia che è stata loro raccontata.«I nostri connazionali hanno dimostrato una grande incoscienza, e hanno accettato con estrema leggerezza le misure liberticide varate dai governi Conte e Draghi. L’illusione – portata anche dalla televisione – che i governi stessero togliendo la libertà ai cittadini per ragioni sanitarie, emergenziali, ha davvero attecchito, e ha fatto sì che molte persone si adeguassero». Questo, fatalmente, acquisce il senso di isolamento di chi, come Bizzi, alla versione ufficiale non ha mai creduto. «Io sapevo da tempo dove si sarebbe andati a parare, e quando sono arrivate le prime notizie dalla Cina mi sono detto: ecco, ci siamo. Per un mese intero, a febbraio 2020, nessuno ha spiegato che il governo Conte aveva introdotto lo stato d’emergenza già il 31 gennaio: volevano il maggior numero possibile di morti, volevano scatenare il panico e alimentare il terrore». Unica presenza anomala, nell’Italia di quei primi mesi: la Russia. «Non scordiamoci la missione della brigata di militari russi accorsi in Lombardia, specializzati in guerra batteriologica: per la prima volta nella storia, mezzi militari della Russia in un paese Nato. Erano venuti per capire come mai il problema fosse partito proprio dall’Italia».Una missione rimasta in sordina, quella dei russi. «Hanno trovato molte cose, anche se poi le evidenze sono state secretate. Pare sia stato qualcosa di batteriologico, a esser stato rilasciato sul nostro territorio. Non ne ho le prove: se questo fosse vero, però, farebbe emergere complicità criminali inaudite». Ora, però, siamo di fronte a svolte impreviste: ci stiamo forse avvicinando a un capovolgimento della situazione. «Ho ragione di essere ottimista», perché gli esecutori nazionali del piano «hanno semplicemente aggirato la Costituzione, che non è mai stata né sospesa né archiviata, né modificata: gli articoli della Costituzione sono perfettamente in vigore, così come le leggi antiterrorismo – che fra l’altro vietano di circolare a volto coperto (è reato penale)». Inutile spaventarsi: «Non hanno valore le multe comminate da certi emuli della Gestapo, che magari indossano l’uniforme della polizia municipale e sembrano in preda a un delirio di onnipotenza».Bizzi ricorda le scene a cui abbiamo assistito, nel 2020: persino donne anziane malmenate, gettate a terra solo perché non indossavano la mascherina. «Alcuni sindaci erano arrivati a imporre nei supermercati una spesa minima di 50 euro, con vecchi in coda che magari non avevano 10 euro in tasca. Cosa hanno subito, queste persone, grazie a certi amministratori locali? Qui nessuno è esente da colpe». Per Bizzi la verità sta venendo a galla molto in fretta: «E non dobbiamo permettere che certi personaggi la passino liscia. Tutti – dalle più alte cariche dello Stato, fino ai più piccoli amministratori locali – sono stati complici di questo grande inganno, di questa colossale macchinazione, che ha portato a un’indebita, incostituzionale repressione delle libertà. Misure come il coprifuoco: vogliamo scherzare? Neanche nel ‘44 venivano applicate in questo modo». Ma attenzione: «Non bisogna avere timore delle uniformi: polizia e carabinieri hanno giurato, sulla Costituzione, e si trovano a gestire una situazione che non sopportano più».«Io sono in contatto con sindacati delle forze dell’ordine, che da mesi esprimono tutto il loro dissenso: si stanno rifiutando di sanzionare i cittadini, stanno cominciando a ribellarsi anche loro», assicura Bizzi. In più, ci sono forti segnali di un capovolgimento internazionale della situazione: questo ci fa ben sperare. Essendo stata risolta la crisi dei Repo già nell’autunno 2020, «è venuto meno il motore economico di questo colpo di Stato globale: non c’è più una ragione economica per disporre nuovi lockdown allo scopo di fermare l’economia, che infatti si sta riprendendo». Bizzi segnala che è in corso di attuazione anche il Quantum Financial System, che scardinerà completamente gli attuali parametri economici globali (sulla possibilità di emissione monetaria illimitata). Non siamo mai stati completamente soli: la Russia di Putin, quella che aveva inviato i suoi specialisti in Italia, si è smarcata per prima: dimostrando quanto fosse artificiosa, l’intera operazione-paura. «Mosca ha applicato un lockdown solo inziale e molto blando, poi due mesi fa ha rimosso le ultime restrizioni. E ha fatto una mossa molto intelligente: è la stata la prima a lanciare il suo vaccino».Lo Sputnik – dice Bizzi – non è un vaccino mRna: è solo una sorta di antinfluenzale rafforzato, in Russia proposto unicamente su base volontaria. «Da noi invece si tenta di imporre – con la persuiasione, il ricatto e la minaccia – una vaccinazione sperimentale mRna. Agghiacciante: milioni di italiani si sono messi in coda come tanti lemming, pronti a lanciarsi nel precipizio. Si stanno suicidando, e non se ne rendono conto: hanno subito un vero e proprio lavaggio del cervello». Ma anche la geografia mondiale del fronte-vaccini suggerisce he questa operazione stia finendo: «Due terzi dei governi mondiali si sono di fatto smarcati, rifiutando i vaccini mRna (Pfizer, Moderna). Non solo: inaugurando le terapie domiciliari, hanno abbattuto la narrazione dell’ospedalizzazione. Hanno dimostrato che è una montatura: semplicemente assumendo determinati farmaci si evita il ricovero. Una soluzione che in Italia viene ostacolata con ogni mezzo: Speranza è ricorso al Consiglio di Stato. Hanno il terrore che venga messa in crisi la narrazione delle terapie intensive intasate».Già a febbraio, a Bizzi era stato riferito che «sarebbe stato raggiunto un accordo, nell’ambito di una trattativa internazionale fra certe organizzazioni di potere». In pratica, ai golpisti del Covid avrebbero detto: «L’operazione è fallita, è stato raggiunto appena il 20% degli obiettivi prefissati. La verità sta venendo a galla, rischiate una nuova Norimberga. Quindi vi diamo una “timeline”: se dal 12 aprile iniziate una de-escalation per chiudere questa operazione con le buone, vi permettiamo di uscirne puliti». Vale a dire: se i governi si atterranno a questa direttiva, cominceranno a dire che i contagi stanno calando. E se ne vanteranno: «Abbiamo sconfitto il terribile virus grazie ai vostri sacrifici», sarà il refrain. «E cercheranno di uscirne a testa alta. Perché il loro obiettivo è proprio quello: scongiurare una nuova Norimberga. E quindi: evitare che vengano alla luce tutte le responsabilità, a ogni livello, dal Quirinale all’ultimo Comune. Facile attaccare Conte: è indifendibile, ha firmato i provvedimenti più spregevoli. Ma tutti si dimenticano che qualcuno, al di sopra di lui, certe cose le ha autorizzate».Questi signori, quindi, secondo Bizzi «puntano a salvaguardare il sistema», cioè «a impedire che per loro finisca molto male, dal punto di vista giuridico (anche penale)». Erano dunque programmate, le riaperture: graduali, per tenere in piedi la credibilità retroattiva della farsa. «Un mese dopo la segnalazione che avevo ricevuto – racconta sempre Bizzi – Boris Johnson ha annunciato che la Gran Bretagna avrebbe riaperto proprio il 12 aprile, in concomitanza con altre riaperture europee, come quella della Spagna (anche più dura dell’Italia, nella repressione). Ebbene: da un mese la Spagna ha riaperto locali, palestre e piscine, autorizzando anche concerti con migliaia di persone. Sono riaperture chiaramente pianificate: non è che possono dire, da un giorno all’altro, “abbiamo scherzato, vi abbiamo presi in giro”. Non possono riaprire tutto di colpo: perderebbero la faccia, e dovrebbero rinunciare improvvisamente a interessi economici che sono mostruosi». Un oceano di soldi: «Qualcuno è stato appena messo da parte, ma non c’è solo Arcuri: in tanti stanno ancora guadagnando, da questa operazione».Nicola Bizzi parla di «servigi da pagare a migliaia di persone, negli apparati statali: e questa cosa non la si può interrompere da un giorno all’altro». Aggiunge: «La mia impressione – confermata da alcune informative che ricevo – è che ci sia stato un motivo preciso dietro al licenziamento di Conte, con la necessità poi di mettere in piedi questo governo, che peraltro non mi piace per niente». Mario Draghi? «Come ben sappiamo, ha più scheletri nell’armadio di Nosferatu: conosciamo il suo passato e le sue malefatte». Per Bizzi il governo Draghi resta pericoloso: «Un esecitivo che conferma Speranza alla sanità e inserisce al proprio interno personaggi come Colao è tutt’altro che raccomandabile». Per contro, la sua funzione sarebbe quella di «portare l’Italia a una de-escalation, a una uscita graduale da questa operazione, a tappe pianificate (ma in modo da lasciare indenne la politica, facendola uscire a testa alta». Torneremo a respirare, dunque, ma i “collaborazionisti” la faranno franca. «E questo non è accettabile: dobbiamo esigere che ci vengano restituite le libertà che la Costituzione ci garantisce».Se l’Operazione Corona è scattata per motivi finanziari – dice ancira Bizzi – sicuramente è stata sfruttata dai pericolosi fanatici che coltivano apertamente precisi piani mondiali per il depopolamento. Ci sono personaggi come il francese Jacques Attali (mentore di Macron), o come lo stesso Bill Gates, che da trent’anni ci dicono in faccia che siamo in troppi, sulla Terra, e che occorre ridurre forzatamente (con le buone o con le cattive) la popolazione globale, che sta sfuggendo al loro controllo finanziario e politico. «Non è vero che siamo in troppi, per le risorse terrestri. E’ vero invece che le risorse sono mal distribuite: l’1-2% detiene il 90% della ricchezza, non vuole perderne il controllo e la vuole incrementare ulteriormente». Le lezione da trarre? I golpe esistono, ma non sempre vanno in porto come previsto. «Questa operazione era partita con “pacchetti precofenzionati” a cui tutti avrebbero dovuto adeguarsi, e invece molti paesi se ne sono smarcati fin da subito: l’Africa, per esempio, non ha aderito al piano. I paesi dell’Africa nera e del Nordafrica non volevano veder distrutta la loro economia, e soprattutto non volevano partecipare a un piano genocida: perché è qui il vero nodo della questione».Già negli anni ‘80, Jacques Attali scriveva: nel futuro prossimo – visto che non possiamo più ridurre la popolazione coi campi di concentramento e le esecuzioni sommarie – sarà necessario ridurla con altri sistemi: anche con certe terapie iniettabili, che la gente stessa sarà spinta a richiedere. «E infatti ci siamo arrivati», secondo Bizzi, che segnala un sito americano molto inquietante, “Deagel.com”, che si occupa di armamenti. Nel 2017 aveva presentato strane proiezioni statistiche demografiche, immaginando – Stato per Stato – la popolazione mondiale nel 2025. Il sito dichiarò di essersi basato su fonti di intelligence (senza citare quali) e su dati di organizzazioni internazionali (probabilmente la Fao, il Fmi, l’Oms). Un quadro allarmante, che vedeva tutto l’Occidente depopolato. Un’Italia ridotta a 40 milioni di abitanti, una altrettanto drastica riduzione prevista per Francia e Spagna, e una Germania con una popolazione destinata a crollare (da 80 a 28 milioni). Analoga previsione per gli Usa: appena 90 milioni di abitanti, contro gli attuali 320. Stessa sorte per il Canada, mentre il fenomeno non avrebbe investito gli altri paesi del mondo, sostanzialmente stabili.«So che le stime sono andate correggendosi, col tempo, ma la tendenza resta: a essere colpite – secondo “Deagel” – sarebbero solo l’Europa occidentale e il Nord America, più l’Australia e la Nuova Zelanda: cioè quei paesi che hanno adottato le misure più restrittive, applicando alla lettera i dettami di questo colpo di Stato globale, incluse le vaccinazioni forzose (i vaccini mRna)». C’è un nesso, tra queste previsioni e quello che sta realmente avvenendo o che avverrà? Nel 2017 qualcuno già “sapeva” che in Occidente sarebbe stata introdotta una vaccinazione mRna, e che questa – magari – sarebbe stata tale da produrre un simile depopolamento? «Diciamo c’è di che riflettere», dice Bizzi. «La mia opinione – sostiene – è che questa sia una “guerra” contro l’umanità occidentale, contro la nostra civiltà». Guardiamoci attorno: «I paesi africani, asiatici ed est-europei hanno respinto al mittente le richieste dell’Oms. Il vero fulcro di questa operazione sono L’Europa e il Nord America». E’ un fatto: «Stiamo vivendo un’epoca di censura, di medioevo orwelliano», conclude Bizzi. «Io non possiedo tutte le risposte, però mi sto adoperando affinché le verità vengano alla luce».(Il libro: “Operazione Corona, colpo di Stato globale”, Edizioni Aurora Boreale, 588 pagine, euro 22,80. Bizzi ne è co-autore, editore e curatore insieme a Matteo Martini, chimico farmaceutico, che esamina gli aspetti scientifici e virologici dell’affare-coronavirus, dimostrando la premeditazione dell’esplosione pandemica. Un medico come il dottor Stefano Scoglio, già candidato al Nobel, approfondisce invece gli aspetti clinici della sindrome Covid. Il biologo David Suraci, a sua volta, affronta il tema vaccini, denunciando i pericoli della vaccinazione mRna. All’economista Andrea Cecchi e al giornalista Luca La Bella, analista finanziario, il compito di illuminare i retroscena bancari che sarebbero all’origine della crisi, mentre l’avvocato Marco Della Luna, già autore di “Oligarchia per popoli superflui”, approfondisce gli aspetti giuridici introdotti con le restrizioni. Gli psicologi Alfonso Guizzardi e Alessandro Gambugiati, infine, analizzano le tecniche di manipolazione adottate e i danni psicologici inferti alla popolazione, soprattutto agli anziani e ai bambini. In vetta alle classifiche, “Operazione Corona” è stato realizzato a tempo di record per offrire una panoramica completa ed esaustiva sulla considetta pandemia, illuminandone le principali zone d’ombra).Un colpo di Stato mondiale, progettato contro una vittima in particolare: la nostra società occidentale. Doveva scattare nel 2022, ma la crisi bancaria dei Repo ne ha accelerato i tempi. Ora il golpe è fallito, ma ha lasciato macerie: ha disastrato la democrazia e rottamato l’economia, proprio come volevano i golpisti, ingigantendo la paura e trasformando i cittadini in docilissime pecore, private delle libertà più elementari in nome di un pericolo virtuale, manipolato da cima a fondo. Ormai è cominciata una grande retromarcia, segretamente pattuita, ma a caro prezzo: non si può smontare da un giorno all’altro un “giocattolo” come quello, che ha distribuito miliardi e sta ancora arricchendo intere filiere di beneficiari, migliaia di persone. E il fardello più inquietante è quello rappresentato dai vaccini “genici” in circolazione: aleggia il vecchio incubo del depopolamento, predicato da una certa élite. Una cosa è certa: l’establishment del lockdown spera di passarla liscia, evitando una nuova Norimberga che metta in chiaro i crimini commessi. E il governo Draghi servirebbe proprio a questo: a far uscire l’Italia dall’emergenza, incanalandola però nei binari del Grande Reset in corso. E soprattutto: assolvendo la politica che ha eseguito gli ordini golpisti.