Archivio del Tag ‘industria’
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L’Indonesia brucia la foresta vergine, l’Italia ringrazia
Legno di acacia per l’industria delle cartiere e palma da olio per ricavarne biocarburanti. Per far posto a queste colture redditizie, l’Indonesia ha già distrutto due terzi della sua foresta pluviale, santuario naturale dell’Unesco. Un business per le grandi compagnie, incoraggiate dai maggiori clienti, come l’Italia. Migliaia di incendi dolosi: un saccheggio a mano armata, grazie alla corruzione dei governanti, mentre la popolazione locale è in fuga. Si tratta di una calamità con risvolti anche climatici, come ha denunciato il congresso mondiale delle foreste svoltosi a Buenos Aires sotto l’egida della Fao.
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Petrella: se la green economy diventa un alibi ipocrita
«I paesi potenti non hanno alcun interesse a modificare le cause strutturali del disastro climatico. Al contrario tutti sembrano ormai convinti, al Nord come al Sud, che la soluzione alla crisi mondiale passi per il rilancio della crescita, dell’economia di mercato, ma di colore verde (automobile verde, energia verde, abitazione verde…)». Lo afferma Riccardo Petrella su “Le Monde Diplomatique”, contestando l’abuso della “green economy”: riconvertire l’industria serve a poco, se non si ferma la crescita che produce emergenze come quella dell’acqua e quella dei rifiuti.
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Nord Stream, gas russo in Europa: terremoto in vista
Improvvisamente, quando il “Nord Stream” si trova ormai sulla soglia del superamento degli ultimi ostacoli burocratici e tecnici, ecco riaffiorare, in Europa e negli Stati Uniti, le polemiche, o meglio espliciti tentativi, di fermarne l’esecuzione. Il “Nord Stream”, per i non specialisti, è la grande operazione che Mosca ha intrapreso per aggirare – piazzando i tubi sul fondo del Mar Baltico, da Vyborg a Greifswald – l’ostacolo frapposto dall’Ucraina all’afflusso del suo gas agli utilizzatori occidentali. Che si tratti di un ostacolo Mosca l’ha sperimentato negli inverni scorsi, ultimi due inclusi, con due “guerre del gas” alle quali è stata costretta
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Attenti al complotto dei poteri forti: quello vero
Nel ‘93, quando gli avvisi di garanzia cominciarono a piovere sulle teste dei potenti e non solo dei cassieri di partito, i seguaci di Craxi gridarono al complotto. Un complotto di magistrati, poteri forti allora incarnati da Cuccia, la Cia e chissà chi altro, per mandare a casa Craxi, Andreotti e Forlani. La favola circolò per molto tempo sui media, nonostante la sua idiozia. C’era stata la caduta del Muro di Berlino, che aveva reso inutile in Italia il mantenimento di una classe dirigente corrotta e responsabile del peggior debito pubblico del mondo. Fine del complotto.
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Inventori di malattie: per vendere farmaci a persone sane
«Il nostro sogno è inventare farmaci per gente sana»: la frase, attribuita ad Henry Gadsen, direttore generale della multinazionale farmaceutica Merck, riassume la filosofia del “Disease mongering”, ovvero: la scienza (mostruosa) degli “inventori di malattie” che creano patologie a tavolino per poi vendere più farmaci. L’argomento, delicatissimo, è stato affrontato il 9 ottobre a Genova, a poche settimane dalla storica sentenza di patteggiamento siglata dalla multinazionale farmaceutica Pfitzer. L’azienda sborserà 2,3 miliardi di dollari: la sanzione punisce la spregiudicatezza degli informatori scientifici e la corruzione dei medici al fine di aumentare le prescrizioni.
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Italia boom, è il secondo produttore mondiale di armi
Non solo moda e cibo. Anche fucili, pistole, bombe, velivoli, mezzi blindati e corazzati. E’ la nuova frontiera del made in Italy, il record dell’export nazionale: l’Italia ha superato la Russia ed è ora il secondo produttore mondiale di armi, dopo gli Usa. Nel 2008, l’industria italiana ha infatti venduto armamenti per 3,7 miliardi di dollari. Cifre da capogiro, per un mercato di cui si parla pochissimo, rappresentato da prodotti-emblema, ad alta tecnologia, come l’elicottero d’attacco A-129 Mangusta, il primo progettato in Europa, e l’ormai celebre veicolo blindato Lince, che protegge le pattuglie dalle mine in agguato tra le insidiose piste afghane.
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Grillo: non fermerete la rivoluzione della verità
Kamikaze della perestrojka: così lo staff di Gorbaciov etichettò, all’epoca, l’oscuro e ambiguo Boris Eltsin, che strattonava l’uomo del Cremlino per affrettare le riforme e poi, una volta al potere, instaurò la “democratura” di Mosca, in seguito corretta – a modo suo – da Vladimir Putin. Non corre quei rischi il kamikaze dell’antipolitica italiana, Beppe Grillo, il pirata della Rete, principe delle incursioni mediatiche più esplosive degli ultimi anni, da quando cioè il crollo del Muro di Berlino ha trascinato con sé anche i rottami della Prima Repubblica italiana, traslocati precariamente nella Seconda, ereditati da Silvio Berlusconi e “smascherati”, prima che da chiunque altro, dal comico genovese.
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Felicità sostenibile, Pallante nella valle dei No-Tav
Economia concreta, a impatto zero, per uscire dalla crisi. Risparmio energetico, riciclaggio dei rifiuti, economia verde: niente cemento, no alle grandi opere. La valle di Susa, da anni protagonista delle cronache per la forte protesta popolare contro la Tav Torino-Lione, incontra il fondatore italiano della Decrescita, l’ambientalista Maurizio Pallante, collaboratore di Beppe Grillo e fondatore del Movimento per la Decrescita Felice. Pallante incontrerà i valsusini il 1° ottobre a Bussoleno, al centro polivalente di via Fontan. L’incontro, “Ricette di economia concreta”, affronta l’abc degli stili di vita che la crisi globale ormai impone, alla ricerca della sostenibilità ambientale, economica e sociale.
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Rumiz: dalla montagna, l’economia verde del futuro
Il mito americano della “natura incontaminata” è il rovescio della stessa medaglia, velenosa, che ha inquinato il pianeta con l’industria: spopolatesi le valli alpine, l’invasione verde della foresta incolta ora minaccia i versanti. Eppure, sotto i colpi della crisi energetica che avanza, «il futuro dell’economia italiana è tutto lì: nel ripristino di una cultura “verticale” capace di garantire l’equilibrio idrogeologico con lo sfalcio, l’energia col legnatico, il reddito grazie alla carne e alla lana, l’ecologia attraverso lo smaltimento sul posto del letame». Lo scrive Paolo Rumiz nel reportage “La grande ombra verde”, il 20 settembre su “Repubblica”.
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Volkswagen: luce e riscaldamento dal motore dell’auto
Dopo l’auto del popolo, ecco l’energia del popolo. Da consumatori a produttori (di energia) grazie al motore della Golf, trasformato in co-generatore domestico: caldaia e, al tempo stesso, fonte di energia elettrica. «Da anni – ricorda Andrea Bertaglio sul sito del Movimento per la Decrescita Felice, www.decrescitafelice.it - Maurizio Pallante parla di micro-cogenerazione, e quarant’anni fa uno scienziato italiano, Mario Palazzetti, brevettò il Totem, primo co-generatore domestico. Proposte sempre ignorate da industria e istituzioni. Ora, finalmente, una buona notizia: non dall’Italia ma, tanto per cambiare, dalla Germania».
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Pallante: cambiamo politica, riprendiamoci il futuro
La Decrescita (del Pil) non è il problema, ma la soluzione, perché il Pil è gonfiato da sprechi e veleni: è il certificato di bancarotta di un’economia obsoleta, fallimentare e insostenibile, denunciata da una crisi ormai planetaria, sociale e ambientale, provocata dall’ideologia miope della crescita, sulla quale la politica si è appiattita. «Destra e sinistra sono solo due varianti: si dividono su come distribuire il reddito, ma non su come produrlo, mentre il mondo sta collassando proprio per eccesso di produzione, per crescita cieca». Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, lancia una proposta decisiva: scendere in campo direttamente, per costringere la politica a cambiare rotta.
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La nuova Italia: dai migranti il 10% del Pil
Igor Lowe ha le dita affusolate e lo sguardo fiero. Un completo grigio con la camicia bianca, cangiante sulla pelle nera. Parla un italiano senza incertezze. Da quattro anni vive a Reggio Emilia. Viene dal Camerun, da Bafusam, parte francofona del paese. E sta per laurearsi in Analisi e gestione finanziaria alla facoltà di Economia dell’Università di Modena. L’Università Marco Biagi. «Mi piacerebbe fare l’analista finanziario nel mercato delle energie rinnovabili, un mercato che potrebbe essere un’opportunità anche per l’Africa». Questo ragazzo straniero di 26 anni ha fatto il servizio civile volontario in Italia.