Archivio del Tag ‘guerra’
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Militari, nuovo avviso a Macron: guerra civile alle porte
Signor Presidente della Repubblica, Signore e Signori, Ministri, Membri del Parlamento, Ufficiali Generali, dei vostri gradi e qualità, Non cantiamo più la settima strofa della Marsigliese, conosciuta come la «strofa dei bambini». Eppure è ricca di lezioni. Lasciamo che sia essa a prodigarle su di noi: «Entreremo nella carriera quando i nostri anziani non saranno più lì. Là troveremo la loro ceneri e il segno delle loro virtù. Molto meno gelosi di sopravvivere a loro che di condividere la loro bara, avremo il sublime orgoglio di vendicarli o seguirli». I nostri anziani sono combattenti che meritano di essere rispettati. Questi sono ad esempio i vecchi soldati di cui avete calpestato l’onore nelle ultime settimane. Sono queste migliaia di servi della Francia, firmatari di un appello di buon senso, soldati che hanno dato i loro anni migliori per difendere la nostra libertà, obbedendo ai vostri ordini, per intraprendere le vostre guerre o per attuare le vostre restrizioni di bilancio, che avete insozzato mentre il popolo della Francia li ha sostenuti.Queste persone che hanno combattuto contro tutti i nemici della Francia, le avete trattate come faziose quando la loro unica colpa è amare il loro Paese e piangere la sua caduta visibile. In queste condizioni spetta a noi, da poco entrati in carriera, entrare nell’arena semplicemente per avere l’onore di dire la verità. Veniamo da quella che i giornali hanno chiamato «la generazione del fuoco». Uomini e donne, soldati attivi, di tutti gli eserciti e di tutti i ranghi, di tutte le sensibilità, amiamo il nostro Paese. Queste sono le nostre uniche pretese di fama. E se non possiamo, per legge, esprimerci a faccia scoperta, è altrettanto impossibile per noi tacere. Afghanistan, Mali, Repubblica Centrafricana o altrove, molti di noi hanno subito il fuoco nemico. Alcuni lì hanno lasciato dei compagni. Hanno offerto la loro pelle per distruggere l’islamismo a cui state facendo concessioni sul nostro suolo. Quasi tutti noi abbiamo conosciuto l’operazione Sentinel. Abbiamo visto con i nostri occhi le periferie abbandonate, gli alloggi con la delinquenza. Abbiamo subito i tentativi di strumentalizzare diverse comunità religiose, per le quali la Francia non significa nulla, nient’altro che un oggetto di sarcasmo, disprezzo o persino odio.Abbiamo marciato il 14 luglio. E questa folla benevola e diversificata, che ci ha acclamati perché ne siamo l’emanazione, ci è stato chiesto di guardarla per mesi, vietandoci di circolare in divisa, rendendoci potenziali vittime, su un suolo che siamo comunque capaci di difendere. Sì, i nostri anziani hanno ragione sulla sostanza del loro testo, nella sua interezza. Vediamo la violenza nelle nostre città e nei nostri villaggi. Vediamo il comunitarismo prendere piede nello spazio pubblico, nel dibattito pubblico. Vediamo l’odio per la Francia e la sua storia diventare la norma. Potrebbe non essere compito dei militari dirlo, sosterrete. Al contrario: poiché siamo apolitici nelle nostre valutazioni della situazione, è un’osservazione professionale quella che forniamo. Perché questa decadenza, la abbiamo vista in molti Paesi in crisi. Precede il crollo. Annuncia caos e violenza e, contrariamente a quanto voi affermate qua e là, questo caos e questa violenza non verranno da un «pronunciamento militare» ma da un’insurrezione civile.Per cavillare sulla forma dell’appello dei nostri anziani invece di riconoscere l’ovvietà delle loro scoperte, bisogna essere piuttosto codardi. Per invocare un dovere di riservatezza mal interpretato al fine di mettere a tacere i cittadini francesi, bisogna essere molto ingannevoli. Per incoraggiare i principali ufficiali dell’esercito a prendere posizione ed esporsi, prima di sanzionarli ferocemente non appena scrivono qualcosa di diverso dalle storie di battaglia, devi essere molto perverso. Codardia, inganno, perversione: questa non è la nostra visione della gerarchia. Al contrario, l’esercito è, per eccellenza, il luogo in cui ci parliamo sinceramente perché impegniamo la nostra vita. È questa fiducia nell’istituzione militare che chiediamo. Sì, se scoppia una guerra civile, l’esercito manterrà l’ordine sul proprio territorio, perché gli verrà chiesto di farlo. È anche la definizione di guerra civile. Nessuno può desiderare una situazione così terribile, i nostri anziani non più di noi, ma sì, ancora una volta, la guerra civile si sta preparando in Francia e lo sapete perfettamente.Il grido di allarme dei nostri Anziani si riferisce infine a echi più lontani. I nostri anziani sono i combattenti della resistenza del 1940, che persone come voi molto spesso trattavano come faziosi, e che continuarono la lotta mentre i legalisti, paralizzati dalla paura, scommettevano già sulle concessioni con il male per limitare i danni; sono i “pelosi” [soprannome dato ai soldati francesi durante la Grande Guerra, ndr] di 14 anni, morti per pochi metri di terra, mentre voi abbandonate, senza reagire, interi quartieri del nostro Paese alla legge del più forte; sono tutti i morti, celebri o anonimi, caduti al fronte o dopo una vita di servizio. Tutti i nostri anziani, coloro che hanno reso il nostro Paese quello che è, che ne hanno disegnato il territorio, ne hanno difeso la cultura, hanno dato o ricevuto ordini nella sua lingua, hanno combattuto affinché voi lasciaste che la Francia diventasse uno Stato fallito, che sostituisce la sua impotenza regale sempre più evidente con una brutale tirannia contro quelli che tra i suoi servi che vogliono ancora avvertirlo? Agite, signore e signori. Questa volta non si tratta di emozioni personalizzate, formule già pronte o copertura mediatica. Non si tratta di estendere i propri mandati o conquistarne di nuovi. Riguarda la sopravvivenza del nostro Paese, del vostro Paese.(Testo diffuso dai militari francesi e ripreso l’11 maggio 2021 da “Renovatio 21″. «Da qualche giorno correva la voce che un nuovo appello dei militari francesi sarebbe apparso sulla scena», scrive il sito. «Stavolta però, a differenza del precedente, non sarebbe stato firmato da ufficiali in pensione, ma da soldati attivi». Il testo pubblicato da “Renovatio 21″ sta circolando in rete. «In Francia la situazione è grave», sottolinea il blog. «Dopo anni di aberrazioni terroristiche, proteste popolari soffocate nella repressione (i Gilet Gialli) e lockdown draconiani che hanno piegato il paese, forse la misura e colma. Lo Stato più superbo d’Europa si appresta a collassare sotto il peso delle sue stesse scelte dementi in campo sociale, economico, migratorio? E l’Italia, che lezione vuole trarre da ciò che sta accadendo appena Oltralpe?»).Signor Presidente della Repubblica, Signore e Signori, Ministri, Membri del Parlamento, Ufficiali Generali, dei vostri gradi e qualità, Non cantiamo più la settima strofa della Marsigliese, conosciuta come la «strofa dei bambini». Eppure è ricca di lezioni. Lasciamo che sia essa a prodigarle su di noi: «Entreremo nella carriera quando i nostri anziani non saranno più lì. Là troveremo la loro ceneri e il segno delle loro virtù. Molto meno gelosi di sopravvivere a loro che di condividere la loro bara, avremo il sublime orgoglio di vendicarli o seguirli». I nostri anziani sono combattenti che meritano di essere rispettati. Questi sono ad esempio i vecchi soldati di cui avete calpestato l’onore nelle ultime settimane. Sono queste migliaia di servi della Francia, firmatari di un appello di buon senso, soldati che hanno dato i loro anni migliori per difendere la nostra libertà, obbedendo ai vostri ordini, per intraprendere le vostre guerre o per attuare le vostre restrizioni di bilancio, che avete insozzato mentre il popolo della Francia li ha sostenuti.
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Vaccini e bugie: terrorismo, per pecore disposte a tutto
Il professor Mariano Bizzarri, della Sapienza, li chiama con il loro nome: terroristi. Sa di cosa parla: ha appena pubblicato uno studio su “Nature” per insegnare a misurare (davvero) l’entità della cosiddetta pandemia e il suo andamento, incluse le ovvie “varianti”, facendo a meno di autentiche barzellette come l’indice Rt o i mitici tamponi, che non rilevano nessun virus ma solo frammenti di Rna. Test sballati, pieni di falsi positivi. E tra i veri positivi, soggetti asintomatici che (anche nel 90% dei casi) non sono affatto contagiosi. La mortalità italiana? In linea con quella degli ultimi anni, secondo l’Istat. Semmai, i veri guai li avremo tra poco, dice Bizzarri: troppi malati non-Covid sono stati trascurati e si sono aggravati. La letalità del virus? Bassissima. La malattia Covid? Curabile da casa, senza ricoveri, se solo ai 30.000 medici di base fosse finalmente fornito un protocollo nazionale efficace, non come quello – delinquenziale – che la ghenga di Roberto Speranza si ostina a diffondere, senza i farmaci-salvavita e senza l’ombra di sostanze fondamentali per la prevenzione, come la vitamina D, dall’utilità ormai conclamata.In attesa che un giorno la strage di Stato (causata dalle cure negate, o comunque ritardate) possa essere esaminata compiutamente in sede giudiziaria, gli italiani – in grande maggioranza – dopo aver subito senza fiatare lo stato d’emergenza clandestinamente introdotto a gennaio 2020, poi gli inutili e catastrofici lockdown e ora anche il coprifuoco alle soglie dell’estate, continuano ad accettare bovinamente il demenziale distanziamento e persino la tragicomica, dannosa, illegale vessazione della mascherina all’aperto. Non solo: corrono a vaccinarsi, traviati dalla disinformazione del governo cialtrone, e accettano pure l’arbitrio del “pass vaccinale” come precondizione per viaggiare, lesionando in questo modo i diritti democratici di chi ancora ragiona, e si ribella all’idea che – per esempio – la vaccinazione venga imposta (violando la Costituzione) al personale sanitario, obbligato a subire un Tso con materiale farmacologico ancora solo sperimentale, di dubbia efficacia (molti vaccinati sono risultati ancora contagioso) e senza nessuna garanzia di innocuità, a detta delle stesse case produttrici.Questo non è più un paese civile: la democrazia è stata largamente sospesa, la Carta costituzionale aggirata. L’abuso è stato elevato a legge: ma solo per decreto, quindi resta impugnabile in sede legale. Lo ricorda un sindacato di polizia, il Supu, che avvisa gli agenti: se sanzionano qualcuno perché non indossa la mascherina, commettono virtualmente alcuni reati (e il multato può rivalersi in tribunale, chiedendo ai verbalizzatori un risarcimento fino a 15.000 euro). I tribunali hanno ricominciato a funzionare: Camerino e Reggio Emilia hanno annullato sanzioni inflitte per violazione del coprifuoco, ricordando che è illegale (un governo può imporlo solo in caso di guerra o in virtù di una precisa legge, che in questo caso non esiste). L’Italia che resiste rischia il posto di lavoro, se esercita la professione medica o quella infermieristica. Se invece opera nel turismo, nella ristorazione e nello spettacolo, può morire tranquillamente di fame. Chi lotta per garantire informazioni veritiene viene censurato e deriso, spento, bannato, emarginato e intimidito.Ricapitolando: nessuno ancora si domanda come mai un intero paese (come tanti altri, nel mondo occidentale) sia stato paralizzato, colpito e affondato con armi precise, come la disinformazione, che hanno alimentato l’ignoranza e fatto esplodere la paura. Una sindrome influenzale curabilissima, che ha ucciso quasi solo anziani affetti da malattie gravi, si avvale tuttora di una narrazione bugiarda che la equipara a una patologia incurabile, da cui ci si salverebbe solo vaccindosi. L’altissima percentuale di reazioni avverse, anche mortali, ha l’aria di essere solo l’antipasto di una possibile strage: lo afferma Robert Kennedy Junior, che quasi supplica le persone affinché non cadano nell’errore di vaccinarsi, illudendosi di immunizzarsi da una malattia che centinaia di medici hanno dimostrato essere curabile da casa, se presa per tempo, con farmaci di uso comune. Eppure, gli italiani corrono a ricevere la sospirata dose: sembrano impazziti, ottenebrati dal terrorismo televisivo.Se ascoltassero gli orami numerossimi medici che da un anno guariscono regolarmente i loro pazienti affetti da Covid, scoprirebbero che la realtà (quella vera) è un’altra. E cioè che i 120.000 morti attribuiti al coronavirus sono un’invenzione, e che le curve epidemiche misurate con l’indice Rt sono una scemenza di cui oggi gli scienziati sorridono. Ma tanti italiani non leggono, non si informano, non ascoltano. Sono perduti, se ancora danno retta ai pagliacci in televisione e prestano fede ai resoconti dei giornali pagati per scrivere il contrario della verità. Ai tempi del governo Conte, l’Operazione Corona doveva durare fino a tutto il 2023, secondo i piani. Notorio il copione: lockdown, terapie sbagliate in ospedale, niente cure precoci a casa, terrorismo mediatico quotidiano. Poi il programma è cambiato: da questo orrore bisogna uscire, per tappe (ma senza ammettere di aver preso in giro 60 milioni di persone, ammazzandone migliaia). Come chiudere lo spettacolo della morte? Col vaccino, s’è deciso ai piani alti. Ed ecco Draghi: vaccini a tappeto, e ancora niente cure domiciliari.Lo scandalo delle cure negate è la vera cartina di tornasole di questa clamorosa impostura terroristica: se i pazienti fossero curati a casa, i ricoveri per Covid rivaleggerebbero (statisicamente) con quelli per appendicite, e quindi addio emergenza, addio panico, addio tutto: addio fantastiliardi per la gestione emergenziale, per il grassissimo affare delle terapie geniche sperimentali (quelle che si insiste nel chiamare vaccini), e addio alla madre di tutte le cuccagne, il mega-business dei tamponi. Basta accendere il computer per capire quello che sta succedendo: il web è pieno di canali non ancora oscurati, in cui sono i medici a fornire l’esatta versione dei fatti. Ma non suscitano entusiasmo, questi medici coraggiosi, tra le pecore che semmai si scaldano per lo scudetto dell’Inter al termine di un campionato disputato in stadi-fantasma, o per le trovate politiche del rapper-influencer più tatuato d’Italia. Ridono, i terroristi: non hanno nulla da temere, in fondo. Servirebbe una pacifica disobbedienza di massa. E invece si corre dietro al vaccino, cioè alla menzogna, in un paese che sembra aver sfrattato la dignità.Il professor Mariano Bizzarri, della Sapienza, li chiama con il loro nome: terroristi. Sa di cosa parla: ha appena pubblicato uno studio su “Nature” per insegnare a misurare (davvero) l’entità della cosiddetta pandemia e il suo andamento, incluse le ovvie “varianti”, facendo a meno di autentiche barzellette come l’indice Rt o i mitici tamponi, che non rilevano nessun virus ma solo frammenti di Rna. Test sballati, pieni di falsi positivi. E tra i veri positivi, soggetti asintomatici che (anche nel 90% dei casi) non sono affatto contagiosi. La mortalità italiana? In linea con quella degli ultimi anni, secondo l’Istat. Semmai, i veri guai li avremo tra poco, dice Bizzarri: troppi malati non-Covid sono stati trascurati e si sono aggravati. La letalità del virus? Bassissima. La malattia Covid? Curabile da casa, senza ricoveri, se solo ai 30.000 medici di base fosse finalmente fornito un protocollo nazionale efficace, non come quello – delinquenziale – che la ghenga di Roberto Speranza si ostina a diffondere, senza i farmaci-salvavita e senza l’ombra di sostanze fondamentali per la prevenzione, come la vitamina D, dall’utilità ormai conclamata.
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Pandemia di felicità, nel mondo più bello e libero di sempre
Vi piaceva Bob Dylan? Ora godetevi Fedez. Tifavate per Berlinguer? Be’, potete consolarvi con Speranza. Vi irrita Salvini? Niente paura, arrivano le Sardine. Avevate detto no al nucleare, invocando una ricoversione glocal, pacifista, solidale e green, come quella immaginata da Alex Langer? Non c’è che l’imbarazzo della scelta: da Greta a Soros, da Bill Gates a Elon Musk. Avevate palpitato per Thomas Sankara, cioè per la sovranità africana? Coraggio: ci sono le flotte delle Ong per raccogliere in mare chi scappa, dall’Africa schiava. Qualcosa stona e non torna? Troppi soldi in ballo, troppe frottole? Sentite puzza di imbroglio? Avvertite al collo qualcosa che assomiglia a un cappio? E allora siete i soliti incorreggibili pessimisti, complottisti, negazionisti, sovranisti e, per buon peso, anche fascisti, dunque ignoranti e rozzi, sgradevoli e volgari, sicuramente anche omofobi. Poveri sciocchi: il mondo è bellissimo, spensierato e libero. Non è mai stato più felice di così.Se avete l’impressione che la democrazia sia stata semplicemente digitalizzata, siete fuori strada: la democrazia siete voi. Lo s’è visto benissimo nelle ultime presidenziali americane, stravinte regolarmente dal candidato più accattivante di tutti i tempi: un uomo dal carisma travolgente, osannato dalle masse grazie anche al suo curriculum di specchiato filantropo, da sempre dedito al sacrificio altruistico, alla causa della pace nel mondo, alla santificazione dell’onestà. Uno vale uno, trillava in Italia il penultimo dei profeti nazionali, quello che è riuscito a ribaltare anche le leggi della fisica e della chimica, mettendo insieme prodigiosamente il fuoco e l’acqua, la merda e il risotto, i sogni volatili e i ceppi di piombo alle caviglie. Un mago dai poteri illimitati, capace di fondere alchemicamente – in un unico abbraccio, strepitoso – gli amati alfieri del Pd, gli ostrogoti leghisti e l’adorato Cavaliere, dopo aver regalato alla comunità italiana il miglior primo ministo della sua storia, regnante nel corso dell’indimenticabile, meraviglioso 2020.Tutto, del resto, procede per il meglio. Da quando è stata universalmente decretata la ormai celebre pandemia di felicità, gli esseri umani fanno a gara per brillare in intelligenza, senso critico e civile convivenza, sottoponendosi volontariamente a meravigliose innovazioni. La Dad e lo smart working, il lockdown e le zone rosse, il coprifuoco, l’asporto e il delivery in luogo delle retrive frequentazioni di bar e ristoranti. E’ stata riscoperta la bellezza della reclusione domestica, mentre i pass vaccinali scoraggiano finalmente attività riprovevoli come il turismo, insieme ad altre turpi abitudini (il cinema, il teatro, i concerti, gli aperitivi, le imprudenti passeggiate all’aria aperta, i pericolosi contatti umani). S’è scoperto quant’è bello respirare male, con il volto coperto da un bavaglio. E com’è entusiasmante non poter più lavorare, non poter più circolare, non poter più vivere come prima. E’ molto bello, non avere più notizie vere dai giornali e dalla televisione. E’ bello, poter contare sempre su qualcuno che ti spiega cosa puoi dire e cosa no, cosa puoi pensare e cosa no. Ed è consolante, sapere di doversi vaccinare per sempre: che scemi siamo stati, a non averci pensato prima.Vi piaceva Mick Jagger? Ora godetevi Fedez. Tifavate per Berlinguer? Be’, potete consolarvi con Speranza. Vi irrita Salvini? Niente paura, arrivano le Sardine. Avevate detto no al nucleare, invocando una ricoversione glocal, pacifista, solidale e green, come quella immaginata da Alex Langer? Non c’è che l’imbarazzo della scelta: da Greta a Soros, da Bill Gates a Elon Musk. Avevate palpitato per Thomas Sankara, cioè per la sovranità africana? Coraggio: ci sono le flotte delle Ong per raccogliere in mare chi scappa, dall’Africa schiava. Qualcosa stona e non torna? Troppi soldi in ballo, troppe frottole? Sentite puzza di imbroglio? Avvertite al collo qualcosa che assomiglia a un cappio? E allora siete i soliti incorreggibili pessimisti, complottisti, negazionisti, sovranisti e, per buon peso, anche fascisti, dunque ignoranti e rozzi, sgradevoli e volgari, sicuramente anche omofobi. Poveri sciocchi: il mondo è bellissimo, spensierato e libero. Non è mai stato più felice di così.
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Magaldi: chi vi multa rischia di pagarvi 15.000 euro
«Serve una rivoluzione silenziosa: disobbedire in massa a tutte le restrizioni imposte con decreti scritti da mentecatti, in aperta violazione della Costituzione». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, avverte le forze dell’ordine: è lo stesso Supu (sindacato unitario personale in uniforme) a spiegare ai suoi iscritti che sono passibili di denuncia, se comminano sanzioni sulla base di norme incostituzionali come l’obbligo di portare la mascherina all’aperto. «Attraverso gli avvocati del suo servizio di Sostegno Legale – annuncia Magaldi – il Movimento Roosevelt, che ha assistito moltissimi italiani colpiti da sanzioni nel periodo del lockdown, sta ora valutando la possibilità di rivalersi sugli agenti che comminassero ulteriori sanzioni, inclusa quella per violazione del coprifuoco: i verbalizzatori ne risponderebbero personalmente in sede civile, con richiesta di risarcimenti pecuniari». Il Supu è esplicito: si rischia la condanna a sborsare 15.000 euro, più le spese processuali.Citando la gerarchia delle leggi, e qindi la debolezza dei Dpcm (che non hanno forza di legge), il Supu ricorda che gli ufficiali e gli agenti di pubblica sicurezza, nell’atto di emettere un verbale nei confronti dei cittadini sprovvisti di mascherina, commettono una serie di reati: istigazione a commettere delitti (articolo 414 del codice penale) e violenza privata (articolo 610), nonché procurato allarme (658), abuso di autorità (608) e attentato ai diritti politici del cittadino (articolo 294). Il sindacato di polizia cita anche l’articolo 28 della Costituzione, mettendo in guardia gli agendi dal contestare il mancato uso della mascherina: «Potreste essere perseguiti individualmente, sia penalmente e civilmente». A conferma di questo – scriveva il Supu, già nel settembre scorso – esistono già «sentenze di giudici di pace che hanno annnullato i vostri verbali». Idem il coprifuoco: «Il base alla Costituzione – sottolinea Magaldi – il coprifuoco può essere imposto solo in caso di guerra: eventuali sanzioni per la sua eventuale violazione, quindi, saranno immancabilmente annullate».Nel frattempo, però, lo stato d’emergenza (con i suoi decreti “illegali”) sta letteralmente devastando interi settori dell’economia italiana. «E’ inaudito che moltissimi alberghi siano ancora chiusi, a Roma, una delle maggiori mete turistiche al mondo, per colpa di restrizioni folli. Ed è altrettanto demenziale – aggiunge Magaldi – che possano restare aperti solo i ristoranti con dehors». Dal leader “rooseveltiano”, un appello accorato agli esercenti: «Riaprite tutto, perché la vostra disobbedienza onora la Costituzione. Se vi multano, non temete: il verbale finirà cestinato. Piuttosto: denunciate chi vi sanziona e chiedetegli i danni, così recupererete almeno un po’ dei soldi che avete perso, nell’ultimo anno». Magaldi non scherza: «Sto istigando chi mi ascolta a violare le disposizioni, ne sono consapevole. E so quello che dico: non è legittimo imporre vessazioni come il coprifuoco, che la Costituzione ammette solo in caso di guerra».Magaldi rivendica con orgoglio le violazioni commesse sabato 1° maggio a Roma, in occasione della Festa del Lavoro: «Come largamente annunciato a mezzo stampa, noi del Movimento Roosevelt ci siamo riuniti e quindi assembrati nel pomeriggio, poi abbiamo cenato al ristorante (al chiuso) e infine abbiamo infranto il coprifuoco, passeggiando a Campo dei Fiori verso mezzanotte, sotto la statua di Giordano Bruno, come già avevamo fatto lo scorso 17 febbraio, quando i giornali tentarono di presentarci come disobbedienti clandestini colti sul fatto, nonostante avessimo preannunciato l’iniziativa». Allora, la polizia aveva almeno identificato i presenti. «Stavolta invece non s’è proprio vista: era presente nella piazza un’ora prima, ma non più al nostro arrivo. Eppure, a poca distanza, era costante il passaggio di pattuglie: non possono non averci visti. Nel caso – ribadisce Magaldi – confermo tutte le infrazioni da noi commesse, nuovamente alla luce del sole: restiamo a disposizione, per qualunque chiarimento».Insiste Magaldi: perché la polizia non è intervenuta? «Non sarà che questo coprifuoco è essenzialmente una buffonata? Non sarà che viene rispettato solo in virtù della paura immotivata di troppi cittadini, trasformatisi in “pecoroni” e proprio per questo vessati da norme surreali, che sarebbero spazzate via da una disobbedienza diffusa?». Il presidente del Movimento Roosevelt rileva anche l’atteggiamento civile e cordiale dimostrato dai poliziotti che l’indomani, domenica 2 maggio, sono intervenuti in un parco della capitale, dove gli attivisti “rooseveltiani” (con tanto di bandiere) si erano dati appuntamento, per un pic-nic e una partita a pallone. «Gli agenti ci hanno spiegato che era stata loro segnalata una manifestazione politica non autorizzata», racconta Magaldi. «Mi domando chi abbia potuto fare una simile segnalazione: magari qualcuno vicino a Virginia Raggi oppure a Roberto Speranza, due cialtroni che hanno osato invitare gli italiani alla delazione, come ai tempi del nazismo e della Stasi comunista nella Germania Est».Magaldi elogia gli agenti intervenuti: preso atto che non era in corso nessuna manifestazione, si sono complimentati con il Movimento Roosevelt per il suo impegno nella difesa dei diritti democratici. «Alla fine ci siamo anche stretti la mano, come si fa tra uomini: evitando cioè di toccarci coi gomiti, in modo grottesco, come forse farebbe solo un orango». Pur apprezzando gli allentamenti varati da Draghi già il 26 aprile, Magaldi però stigmatizza «l’arrendevolezza con cui Draghi ha lasciato al ministero della sanità (che è putrescente, da cima a fondo) anche la gestione di questa fase di riaperture, troppo prudenti». E lancia un’accusa: «Esperti di statistica confermano che sono infondati i numeri dell’emergenza, sulla base dei quali in questi mesi si sono decise le sorti di milioni di persone, che hanno visto distruggere le loro speranze di una vita serena e lavorativamente attiva». Ai ristoratori, un appello: «Riaprite tutti, anche a cena, senza più temere sanzioni: e vedrete che i gestori del panico saranno travolti, da una disobbedienza basata sul rispetto della Costituzione».«Serve una rivoluzione silenziosa: disobbedire in massa a tutte le restrizioni imposte con decreti scritti da mentecatti, in aperta violazione della Costituzione». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, avverte le forze dell’ordine: è lo stesso Supu (sindacato unitario personale in uniforme) a spiegare ai suoi iscritti che sono passibili di denuncia, se comminano sanzioni sulla base di norme incostituzionali come l’obbligo di portare la mascherina all’aperto. «Attraverso gli avvocati del suo servizio di Sostegno Legale – annuncia Magaldi – il Movimento Roosevelt, che ha assistito moltissimi italiani colpiti da sanzioni nel periodo del lockdown, sta ora valutando la possibilità di rivalersi sugli agenti che comminassero ulteriori sanzioni, inclusa quella per violazione del coprifuoco: i verbalizzatori ne risponderebbero personalmente in sede civile, con richiesta di risarcimenti pecuniari». Il Supu è esplicito: si rischia la condanna a sborsare 15.000 euro, più le spese processuali.
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Mosè e l’Oro degli Dei, ’secretato’ in Romania nel 2003
Dalla stessa Bibbia apprendiamo che, una volta ai piedi del Sinai, l’egiziano Mosè non fonde affatto il Vitello d’Oro, ma lo trasforma in polvere bianca e finissima, che poi dà in pasto al suo popolo: aveva proprietà particolari? E chi era, Mosè? Un sacerdote del faraone Akhenaton? Nel “Turba philosophorum”, un testo del XII secolo tratto da antiche pergamene sia ebraiche che arabe, Mosè viene definito un potentissimo alchimista, maestro dell’Arte Regale (l’alchimia). Allo stesso modo lo presentano molti storici: lo stesso Plinio il Vecchio lo definisce un grande e potente mago, capace di alterare gli elementi e plasmare la natura. Anche un trattato ermetico-alchemico risalente al III secolo dopo Cristo tratteggia Mosè come un maestro dell’Arte Regale, cioè l’arte della trasmutazione. Come fa, Mosè, a trasformare il Vitello in polvere? Portato ad elevata temperatura, l’oro fonde: è un metallo, non si polverizza. Il vero segreto sembra risiedere proprio sulla montagna sulla quale si ritiene che Mosè abbia ricevuto le Tavole delle Legge.Il Sinai (in arabo “Gebel Musa”, Monte di Mosè) corrisponde a una località molto particolare, Sarabit al-Khadim, completamente inesplorata in epoca moderna fino all’inizio del ‘900. Il grande egittologo William Flinders Petrie, autore di fondamentali scoperte sull’antico Egitto, fu finanziato dal British Museum con l’Egypt Esploration Fund e incaricato di mappare archeologicamente la regione desertica del Sinai, frequentata solo da nomadi. Giunto sulla sommità dell’altura di Sarabit al-Khadim, si trovò di fronte a qualcosa di incredibile: dal terreno emergevano le imponenti rovine di un antico tempio, molto esteso, con grandi porticati e colonnati. Il tempio risaliva alla IV Dinastia, al faraone Snefru (2600 avanti Cristo). Snefru era il padre di Cheope, quello a cui è attribuita la Grande Piramide di Giza – anche se ormai sappiamo che è molto più antica.Dunque fu Snefru a far costruire quel tempio sul Sinai, in una zona impervia e desolata: era dedicato alla dea Hathor (sorella di Iside, secondo la tradizione mitologica egizia). A Hathor è anche dedicato il tempio di Dendera: quello dove si osserva la raffigurazione di gigantesche “lampadine”, che illustrano chiaramente un dispositivo elettrico. Durante gli scavi, William Petrie si rese conto che quello di Sarabit al-Khadim era un tempio anomalo, diverso da tutti gli altri templi egizi: oltre a iscrizioni, steli e statue di divinità, infatti, sembrava quasi un moderno stabilimento industriale, una fabbrica, un’officina. C’erano ovunque contenitori di pietra di varie dimensioni, calderoni per la fusione dei metalli, oggetti composti da materiali sconosciuti.L’archeologo inglese si accorse che il tempio era rimasto ininterrottamente in attività dal 2600 fino al XII secolo avanti Cristo, che fu un periodo di grandi rivolgimenti, con la caduta di importanti imperi. Lo stesso Petrie scoprì gli strumenti per la lavorazione dei metalli, ma non trovò tracce di fusione (né tracce di oro). Eppure, nelle iscrizioni, il tempio veniva chiamato “la Casa dell’Oro”. Tutti i più grandi faraoni, a partire da Tuthmosis III, si erano fatti raffigurare nell’atto di rendere omaggio a quella “Casa dell’Oro”: era il posto in cui, dalle divinità, ricevevano una sorta di “pane della vita”. Ebbene: in una cella del tempio, Petrie trovò un quantitativo enorme di una finissima polvere bianca, impalpabile, che sembrava cenere. La analizzarono, ma non ne vennero a capo. Quella polvere non era cenere: era incorruttibile, si era mantenuta inalterata e di colore bianco splendente.Tecnologie antiche? Tornando alla Bibbia, la stessa Arca dell’Alleanza è qualcosa di potente e tecnologico. Era sormontata da due “cherubini” alati, quasi come fossero due elettrodi. Era un dispositivo che emetteva energia: nel 2015, alla Mecca, un’esplosione di energia al plasma si scatenò (facendo una strage tra i pellegrini) quando fu ritrovata l’Arca di Gabriele, gemella dell’Arca dell’Alleanza. Analoga situazione – con fuorisciuta di fulmini globulari, e probabilmente scariche di plasma – si visse nel IV secolo dopo Cristo a Gerusalemme, quando l’imperatore Giuliano volle tentare di ricostruire il Tempio di Salomone. Le scariche uccisero tutti gli operai del cantiere: stavano spianando le rovine, per poi erigere il nuovo edificio.Quando menziona l’Arca dell’Alleanza, la Bibbia la descrive sempre come uno strumento molto pericoloso, dato agli uomini dalle stesse divinità (in quel caso dagli Eholim, come Yahweh, ma non è detto che non si trattasse di qualcosa di molto più antico). Non a caso, insieme alle Tavole della Legge, Mosè riceve l’Arca dell’Alleanza proprio sul Sinai: molto probabilmente, secondo alcuni ricercatori, l’Arca si trovava già in quel tempio, cioè nella “Casa dell’Oro” di Sarabit al-Khadim. Si tratta di una ricostrizione molto plausibile. Secondo le interpretazioni di alcuni scienziati, l’Arca creava un vero e proprio “arco elettrico”, con scariche al plasma, capace di modificare la materia e di interagire con la natura dei metalli. E’ probabile, quindi, che Mosè abbia utilizzato il potere dell’Arca dell’Alleanza: non per fonderlo, ma per ridurre il Vitello d’Oro in quella famosa polvere impalpabile.Per queste ricerche dobbiamo molto a un autore inglese da poco scomparso, Sir Lawrence Gardner. Di quella famosa polvere, Gardner parla ne “L’ombra di Salomone”, e prima ancora nel saggio “I segreti dell’Arca perduta”. Lo studioso collega direttamente il Sinai (cioè quello che poteva avvenire in quella “Casa dell’Oro”) alle conoscenze alchemiche di Mosè: lo riteneva in grado di alterare la materia, secondo un’antica sapienza. Certi grandi personaggi del passato – Archimede, Ipparco, Tolomeo – che la moderna cultura derivante dal razionalismo illuministico settecentesco considera asetticamente “scienziati”, in realtà erano tutti grandi iniziati: attraverso le scuole misteriche, avevano appreso i segreti che provenivano da un’antichità remota. Sicuramente è avvenuto anche per Mosè, un personaggio molto misterioso: è presentato come leader religioso, ma non ci si sofferma mai sulle sue conoscenze né sulla sua vera identità, sulla sua vera storia.Di oro si parla anche nella storia del Vello d’Oro, cioè la spedizione degli Argonauti guidata da Giasone: una peregrinazione poi conclusasi nella Colchide (l’attuale Georgia, nel Caucaso), dove avrebbero reperito quel mitico Vello d’Oro. Secondo alcuni grandi alchimisti, alcuni iniziati del XV-XVI secolo – tra cui Ireneo Filalete e il tedesco Salomon Trismonian – il Vello d’Oro non sarebbe stato altro che una pergamena segreta, che conteneva le esatte istruzioni per poter praticare l’Arte Reale, l’alchimia: la trasmutazione della materia. Tutti i grandi alchimisti del passato, fino ad arrivare poi a Cagliostro, al Conte di Saint-Germaine, a Newton, hanno sempre inseguito il segreto della “pietra filosofale”. Cos’era? Una pietra capace di trasmutare in oro tutto quello che toccava, secondo la versione profana? In realtà, Ireneo Filalete sosteneva che non solo trasformasse ogni cosa in oro, ma che addirittura fosse derivata dall’oro.«La nostra pietra – scriveva – non è altro che oro, ridotto al massimo grado di purezza e di sottile fissazione. Questo nostro oro, alla fine, non più volgare, è il fine: lo scopo ultimo della natura». Un testo importantissimo di Filalete, pubblicato ad Amsterdam nel 1667, svela sostanzialmente il segreto della “pietra filosofale”: «E’ detta pietra, in virtù della sua natura fissata; resiste all’azione del fuoco, come fanno le altre pietre, ma nell’apparenza è simile all’oro, ma è più puro fra i più puri; è fissata, ed è incombustibile, proprio come una pietra, ma la sua apparenza è quella di una sottile e impalpabile polvere». Ora, in molti bassorilievi dell’antico Egitto si parla del “pane della vita”: qualcosa che permetteva all’élite dominante (faraoni, grandi sacerdoti) di vivere non proprio in eterno, ma forse per secoli.Molte antiche leggende (chiamiamole così) ci parlano di personaggi vissuti anche migliaia di anni: lo stesso Noè biblico sarebbe vissuto oltre 900 anni. Sono datazioni chiare, inconfutabili. L’iconografia egizia mostra il faraone che riceve dagli dèi questo “pane della vita”: un pane bianco, generalmente di forma conica, definito sia “pietra” che “oro”. Pani bianchi, realizzati con quella polvere finissima ricavata dall’oro. Probabilmente, su trattava di oro ridotto a uno stato “monoatomico” mediante un particolare procedimento alchemico poi replicato, in tempi moderni, a livello scientifico. All’oro “monoatomico” si attribuiscono proprietà incredibili: antigravitazionali, magnetiche; e a quanto pare, avrebbe anche proprietà che incidono sul nostro Dna: renderebbe l’uomo pari agli dèi. Permetterebbe ai tessuti di rigenerarsi, e al corpo umano di ringiovanire: una sorta di fonte dell’eterna giovinezza.Sappiamo quante guerre sono state combattute, per l’oro, ma nessuno si è mai domandato che cosa in realtà l’oro sia, e quali possano essere i segreti di questo metallo. Fra le tante testimonianze che alludono a civiltà precedenti la nostra, c’è quella del Sudafrica: sono emerse tracce di una metropoli risalente a circa 200.000 anni fa, costruita non si sa da chi. Ma sono stati trovati pozzi minerari: già allora qualcuno estraeva oro, da miniere che sono ricche di oro ancora oggi. Dalla tradizione sumerica sappiamo che, oltre 100.000 anni fa, gli Anunnaki “crearono” una parte di umanità come forza lavoro per estrarre l’oro: esseri umani “fabbricati” per essere utilizzati come minatori. Perché gli Anunnaki – come gli altri dèi – erano così desiderosi di accaparrarsi l’oro? Ha proprietà energetiche vitali? A quanto pare, gli antichi egizi lo sapevano. E questo, veramente, apre la porta a scenari incredibili.Io ho sempre avuto la convinzione che non sia casuale, il “rastrellamento” dell’oro periodicamente effettuato, oggi anche attraverso i “compro oro”. Mauro Biglino ipotizza che qualcuno, non terrestre, possa venirselo a prendere. Dove va a finire, tutto quell’oro? Eppure di oro ce n’è tanto, sulla Terra. E’ stato calcolato che, solo dalle acque dell’oceano, potremmo ricavare centomila volte più oro di quanto ne sia mai stato fuso e utilizzato dall’uomo, se solo non fosse disperso a livello molecolare nelle acque marine. Non sappiamo neppure quanto ve ne sia nelle grandi profondità della Terra. Rappresenta una specie di segreto insondabile. La questione dell’oro “monoatomico” potrebbe essere collegata alla longevità straordinaria di certe classi dominanti dell’antichità, che raggiungevano uno status che le portava al pari degli dèi.Tutto questo si collega a una vicenda avvenuta anni fa in Romania. Se ne parla poco, perché è stata secretata. Nel 2003, se ricordo bene, sui Monti Bucegi (esattamente nel centro della Romania) venne identificata da alcuni geologi, attraverso dei geo-radar, un’enorme cavità all’interno di una montagna. La scoperta interessò molto l’esercito americano: gli Usa avevano da poco rovesciato Saddam Hussein, e in Iraq avrebbero trovato una struttura sotterranea che conteneva indicazioni sull’esistenza di una struttura gemella, ubicata proprio in Romania. Gli Usa collegarono le due cose e interessarono i loro servizi segreti militari. Il governo rumeno nel frattempo aveva fatto fare un’esplorazione, di queste cavità sotterranee: così, i rumeni si imbatterono in una rete di cunicoli tecnologici, levigatissimi, realizzati da una civiltà avanzata (sembravano i tunnel di una moderna metropolitana). Uno di questi tunnel portò gli esploratori in un enorme ambiente sotterraneo, a cupola, dove c’erano strutture tecnologiche avveniristiche, benché molto antiche.Addirittura, l’accesso a questa grande sala era chiuso da una sorta di barriera energetica: alcuni che tentarono di oltrepassarla morirono di arresto cardiaco, come per effetto di uno sbarramento elettromagnetico. Riuscirono poi a rimuovere la barriera, ed entrarono in quel grande ambiente. Su quello che trovarono (cose veramente incredibili, pare) in realtà si sa molto poco, perché la cosa – ripeto – è stata secretata. Il governo rumeno voleva divulgare la scoperta e metterla a disposizione degli scienziati, ma l’amministrazione Bush impose il silenzio, anche minacciando la Romania di sospendere gli aiuti finanziari che le erano stati promessi. Tutto quello che ne uscì fu un report anonimo. Un uomo collegato al Bilderberg si sarebbe impossessato di alcune urne metalliche trovate nella cavità dei Bucegi: secondo il report, quelle urne contenevano proprio oro “monoatomico”, la famosa polvere bianca finissima.Il sospetto: là dentro c’era qualcosa di ultra-tecnologico, collegato a una civiltà precedente, rispetto alla nostra, e quindi da tenere nascosto. Fu anche zittita, con minacce, la televisione rumena che ne aveva parlato. Comprensibile: dà fastidio (e quindi viene sistematicamente occultata) qualunque cosa sconvolga il ciclo della storia così come viene tuttora insegnato nelle scuole, dove non viene dato spazio alle scoperte archeologiche che mettono in crisi le datazioni convenzionalmente accettate dall’ufficialità. Ma la notizia della presenza di quelle urne con l’oro “monoatomico”, sulle montagne della Romania, ci permette di ipotizzare che questa tecnologia fosse veramente antica, e che non fosse affatto limitata all’antico Egitto, essendo invece diffusa probabilmente in tutto il mondo.(Nicola Bizzi, estratto dal video “La Pietra Filosofale e l’Oro Monoatonico”, in onda il 25 aprile 2021 sul canale YouTube “Facciamo finta che”, di cui il social network tre giorni dopo ha però oscurato tutti i video presenti).Dalla stessa Bibbia apprendiamo che, una volta ai piedi del Sinai, l’egiziano Mosè non fonde affatto il Vitello d’Oro, ma lo trasforma in polvere bianca e finissima, che poi dà in pasto al suo popolo: aveva proprietà particolari? E chi era, Mosè? Un sacerdote del faraone Akhenaton? Nel “Turba philosophorum”, un testo del XII secolo tratto da antiche pergamene sia ebraiche che arabe, Mosè viene definito un potentissimo alchimista, maestro dell’Arte Regale (l’alchimia). Allo stesso modo lo presentano molti storici: lo stesso Plinio il Vecchio lo definisce un grande e potente mago, capace di alterare gli elementi e plasmare la natura. Anche un trattato ermetico-alchemico risalente al III secolo dopo Cristo tratteggia Mosè come un maestro dell’Arte Regale, cioè l’arte della trasmutazione. Come fa, Mosè, a trasformare il Vitello in polvere? Portato ad elevata temperatura, l’oro fonde: è un metallo, non si polverizza. Il vero segreto sembra risiedere proprio sulla montagna sulla quale si ritiene che Mosè abbia ricevuto le Tavole delle Legge.
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Causa collettiva, Sandri: l’osceno business dei tamponi
Un tampone molecolare costa dai 70 ai 120 euro, e in Italia ormai si eseguono 300.000 test Pcr al giorno. La spesa quotidiana è esorbitante: come minimo, oltre 21 milioni di euro, cioè quasi 150 milioni alla settimana, mezzo miliardo al mese, 6 miliardi all’anno. Si parla tanto di vaccini, dice l’avvocato Mauro Sandri – che già raccolto 1.500 italiani per una causa collettiva contro lo Stato – ma non si fa caso alla spesa, infinitamente maggiore, per i tamponi. Il vaccino Astrazeneca (demonizzato a reti unificate per le reazioni avverse che ha provocato) costa appena 3 euro a dose, dice l’avvocato, mentre il concorrenze Pfizer (che sconta un numero ancora maggiore di effetti collaterali, passati però sotto silenzio) ne costa 14. C’è una regia commerciale, dietro la “guerra” tra vaccini? E soprattutto: il business dei tamponi è incomparabilmente più grande. Una vera e propria gallina dalle uova d’oro: chi avesse il coraggio di uscire dall’emergenza Covid dovrebbe vedersela, un minuto dopo, con i produttori del tampone, che – a livello internazionale – stanno cavalcando un business stellare, da decine di miliardi di euro.La stessa Oms, rileva il legale, invita a non affidarsi ciecamente al tampone molecolare: non è un vero e proprio strumento diagnostico, ha avvertito il suo “inventore”, che raccomanda di non superare i 20-22 “cicli di amplificazione” cui viene sottoposto il campione organico, a contatto con appositi reagenti per rilevare tracce virali. Oltre quella soglia, si spiega, si rischia di intercettare qualsiasi altro virus presente nell’organismo, inclusi quelli (innocui) del semplice raffreddore. In Italia, denuncia l’avvocato Sandri, la prassi è regolarmente sbagliata: si eseguono anche 40 “cicli di amplificazione”, col risultato poi di indicare come “positivo al Covid” il soggetto refertato. Ecco perché molti medici hanno parlato di una quantità esorbitante di “falsi positivi”: soggetti risultati positivi al tampone, ma assolutamente asintomatici e in ottima salute. Nonostante ciò, da ormai un anno, li si annovera tra quelli che i media chiamano “casi”, nel quotidiano “bollettino di guerra” che pretende di monitorare l’andamento della cosiddetta pandemia.«Contro tutto questo sto preparando cause precise, di risarcimento danni: non mi bastano le denunce astratte, voglio arrivate a risultati concreti», averte l’avvocato Sandri. «La drammatizzazione del Covid non dipende dalla pretesa gravità della malattia: è un problema di disservizio gestionale della sanità». Gli unici soggetti potenzialmente a rischio erano gli ultra-75enni, dice il legale, e non si è fatto nulla di specifico per proteggerli. «Il Covid poteva e doveva gestito con l’ordinaria diligenza sanitaria, che uno Stato deve mettere in campo». Sandri mette nel mirino soprattutto Conte, Speranza e il Cts: «Dobbiamo concertizzare una controffensiva legale che faccia finalmente giustizia: dobbiamo diventare milioni, e fare del tribunale la nostra vera piazza». Sandri ha firmato tre ricorsi in sede Ue contro i contratti per i vaccini. E attacca il governo italiano: «Essere stati privati della libertà non può passare così, senza una sanzione: dev’essere fatta giustizia, per risarcire i cittadini e ricompattare la comunità nazionale».«E’ un problema che riguarda milioni di persone», insiste il legale, ospite di “Visione Tv”: «E’ importante che venga accertato che il problema non è il Covid, come malattia grave in sé, ma è la gestione del Covid». Oltre alla follia dei lockdown, che hanno colpito l’intera popolazione (in maggioranza, non esposta ad alcun pericolo sanitario), Mauro Sandri insiste sull’opaco business dei tamponi, che sta fruttando decine di miliardi. «E’ un affare enormemente superiore a quello dei vaccini: è imparagonabile». Chiosa il legale: «Chi parla di “dittatura sanitaria” non ha compreso che la sanità è solo il vettore su cui è salita la finanza: perché le case farmaceutiche guadagnano tantissimo, ma la finanza – indebitando gli Stati a livelli mai visti, nella storia – sta realizzando il vero, grande profitto».Un tampone molecolare costa dai 70 ai 120 euro, e in Italia ormai si eseguono 300.000 test Pcr al giorno. La spesa quotidiana è esorbitante: come minimo, oltre 21 milioni di euro, cioè quasi 150 milioni alla settimana, mezzo miliardo al mese, 6 miliardi all’anno. Si parla tanto di vaccini, dice l’avvocato Mauro Sandri – che già raccolto 1.500 italiani per una causa collettiva contro lo Stato – ma non si fa caso alla spesa, infinitamente maggiore, per i tamponi. Il vaccino Astrazeneca (demonizzato a reti unificate per le reazioni avverse che ha provocato) costa appena 3 euro a dose, dice l’avvocato, mentre il concorrenze Pfizer (che sconta un numero ancora maggiore di effetti collaterali, passati però sotto silenzio) ne costa 14. C’è una regia commerciale, dietro la “guerra” tra vaccini? E soprattutto: il business dei tamponi è incomparabilmente più grande. Una vera e propria gallina dalle uova d’oro: chi avesse il coraggio di uscire dall’emergenza Covid dovrebbe vedersela, un minuto dopo, con i produttori del tampone, che – a livello internazionale – stanno cavalcando un business stellare, da decine di miliardi di euro.
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A casa alle 22: restrizione illegittima e incostituzionale
Il coprifuoco istituito da Giuseppe Conte nell’autunno 2020 (e confermato ora da Mario Draghi, a quanto pare almeno fino a giugno) è completamente illegale, essendo incostituzionale: solo un giudice, infatti, può disporre la limitazione della libertà (per il singolo cittadino); in via temporanea, un governo potrebbe impedire la circolazione in una determinata area, ma non certo su tutto il territorio nazionale. Le disposizoni emanate dai governi Conte e Draghi, infatti – sottolineano svariati giuristi – non hanno forza di legge, e quindi non possono prevalere sul dettato costituzionale (che il coprifuoco lo ammette solo in caso di guerra). Tutto è cominciato la sera del 3 novembre 2020, quando è stato firmato il quarto Dpcm della “seconda ondata” di coronavirus. Il decreto ministeriale, in vigore dal 6 novembre 2020, ha introdotto in Italia un coprifuoco su tutto il territorio nazionale dalle ore 22 alle 5 del mattino successivo, con spostamenti consentiti in questa fascia oraria soltanto per esigenze lavorative o comprovati motivi di salute e necessità.Per i trasgressori, la pena è una multa da 400 a 1.000 euro. Il divieto è trasversale e prevale sulla libertà di recarsi nel luogo di abitazione. Le uniche ipotesi in cui si può uscire nelle ore del coprifuoco sono quelle previste dall’autocertificazione: motivi di salute, comprovate esigenze lavorative e casi di necessità e urgenza. Tra questi non c’è il rientro a casa propria, a meno che non vi siano ragioni che non consentano di intraprendere il viaggio nella fascia oraria non soggetta a divieto: lo spostamento dopo le 22 o prima delle 5 del mattino per raggiungere il domicilio o la residenza è consentito soltanto se è concretamente impossibile viaggiare in un’altra fascia oraria. In altre parole, si può violare il coprifuoco per tornare a casa solo se è estremamente complesso partire quando è consentito. La deroga – come impone il governo – va indicata nel modulo di autocertificazione. E in caso di falsa dichiarazione si rischia il carcere: da 1 a 6 anni di detenzione.Nel nostro ordinamento giuridico, però, l’obbligo di permanenza domiciliare è una sanzione di tipo penale: e può disporla solo il giudice, con atto motivato e relativo a una singola persona. Pertanto, è incostituzionale disporre un coprifuoco attraverso un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, che è un atto solo amministrativo e quindi gerarchicamente inferiore alla legge (e lo sarebbe anche se fosse disposto con un atto avente forza di legge). Recita la Costituzione italiana, all’articolo 16: «Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche». Non esistono deroghe ai principi costituzionali, se non in caso di guerra. E la stessa emanazione dello stato d’emergenza non è legittima, perché il governo non ha ricevuto neppure una legge-delega dal Parlamento, che gli conferisca i poteri necessari per incidere su diritti costituzionalmente garantiti.Il governo sta quindi agendo in modo coercitivo e arbitrario, appellandosi al decreto legislativo n. 1 del 2018, che però si occupa dell’organizzazione materiale e logistica per far fronte a emergenze calamitose, come il terremoto, e non conferisce in nessun modo allo Stato poteri pieni sui cittadini. Lo Stato, quindi, non potrebbe assolutamente limitare la libertà personale dei cittadini: per ragioni di carattere sanitario e di sicurezza, si può infatti limitare la libertà di circolazione, ma di certo non annullarla. Lo conferma la Corte Costituzionale: secondo la sentenza numero 68 emanata nel 1964, «la libertà di circolazione riguarda i limiti di accesso a determinati luoghi, ma mai può comportare un obbligo di permanenza domiciliare». Le disposizioni emesse da Conte (e confermate da Draghi, fino a data da destinarsi) sono dunque interamente insostenibili, illegittime e impugnabili presso qualsiasi sede giudiziaria italiana.Il coprifuoco istituito da Giuseppe Conte nell’autunno 2020 (e confermato ora da Mario Draghi, a quanto pare almeno fino a giugno) è completamente illegale, essendo incostituzionale: solo un giudice, infatti, può disporre la limitazione della libertà (per il singolo cittadino); in via temporanea, un governo potrebbe impedire la circolazione in una determinata area, ma non certo su tutto il territorio nazionale. Le disposizioni emanate dai governi Conte e Draghi, infatti – sottolineano svariati giuristi – non hanno forza di legge, e quindi non possono prevalere sul dettato costituzionale (che il coprifuoco lo ammette solo in caso di guerra). Tutto è cominciato la sera del 3 novembre 2020, quando è stato firmato il quarto Dpcm della “seconda ondata” di coronavirus. Il decreto ministeriale, in vigore dal 6 novembre 2020, ha introdotto in Italia un coprifuoco su tutto il territorio nazionale dalle ore 22 alle 5 del mattino successivo, con spostamenti consentiti in questa fascia oraria soltanto per esigenze lavorative o comprovati motivi di salute e necessità.
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Un anno intero senza più Giulietto Chiesa: e che anno
Un anno intero, senza Giulietto Chiesa: e che anno. Brutalizzati da un potere sbrigativo e di colpo palese, scoperto, sfrontato. Tutti rinchiusi in casa, trattati come bestie. Interi settori dell’economia distrutti, la socialità azzerata grazie al terrorismo mediatico-sanitario. Popolazioni destabilizzate e portate sull’orlo della follia, disinformate in modo aggressivo e violento. I portavoce della catastrofe impegnati a terrorizzare il pubblico in televisione, e gli eretici reietti completamente silenziati, isolati, ostracizzati, insultati e diffamati, demonizzati come criminali anche se medici, avvocati, magistrati, scienziati Premi Nobel. Il mondo capovolto: la bugia al potere, e la verità sfrattata come mai prima, nella storia. Il tutto, in un silenzio spaventoso dove a pesare è l’omertà di chiunque abbia un po’ di visibilità, e ha scelto di tacere. Tacere su cosa? Sull’evidenza: si incarcerano intere nazioni sulla base di una patologia virale perfettamente curabile da casa, ma presentata come inaffrontabile per gonfiare all’infinito i numeri dell’emergenza, onde imporre – anche col ricatto – la vaccinazione universale perpetua, oltre naturalmente ai diktat grotteschi di un regime che cancella diritti e libertà.«Ce l’hanno con noi: ci hanno dichiarato guerra». Giulietto Chiesa non ha fatto in tempo a vederne l’esplosione, ci ha lasciati quando ancora i medici non avevano finito di capire con che cosa avessero a che fare. Però la guerra – quella dei pochissimi contro tutti gli altri – Giulietto l’aveva vista arrivare, eccome: sotto forma di conflitti imperialistici, di terrorismo fatto in casa, di manipolazione finanziaria a scopo predarorio, a danno di intere comunità nazionali. Da giornalista (già comunista, e vicino alla Russia) l’ex corrispondente de “L’Unità”, della “Stampa” e del “Tg5″ aveva sempre fiutato, con largo anticipo, le direttrici delle faglie sotterranee che avrebbero terremotato il mondo, sotto la sferza di un’élite a vocazione totaliaria e ormai incontenibile, dopo il crollo geopolitico dell’Urss. Fu il primo, in Italia – nel saggio “La guerra infinita”, immediato bestseller eppure mai recensito sui giornali – a denunciare come interamente falsa, la versione ufficiale sugli attentati dell’11 Settembre. Avvertimento esplicito: se esitono poteri capaci di tanto, prepariamoci pure al peggio. Gli costò caro, quel libro: Giulietto Chiesa fu letteralmente espulso dai salotti del mainstream, trattato come un pericoloso pazzo visionario.E’ esattamente l’assenza di voci come la sua, dotate di solida cultura e profondità storiografica, a rendere ancora più orfana e più squallida la cronaca di oggi, appiattita sull’agenda delle menzogne. Un menù disgustoso, cui tenta di opporsi un manipolo di eroi civili, mentre la maggioranza degli italioti ancora circola per strada con la mascherina e corre a fare la fila per un vaccino che – ammettono gli stessi fabbricanti – non è detto che sia efficace, né innocuo. Giulietto Chiesa si è perso le elezioni americane più scandalose della storia, l’insediamento truffaldino alla Casa Bianca della banda golpista che organizzò le rivoluzioni colorate, e ora la cessione dell’Italia – chiavi in mano – a Mario Draghi. Non c’era già più, Giulietto, quando Twitter e gli altri organi del Grande Fratello silenziarono il presidente degli Stati Uniti, ancora in carica, come se fosse un fuorilegge. Senza più informazione – ripeteva Giulietto – addio democrazia. Ed eccoci qui, infatti: costretti a rincasare alle 22, da un potere che ha introdotto (senza colpo ferire) una misura bellica come il coprifuoco. Anche questa abiezione, Giulietto Chiesa se l’è risparmiata. Ma sapeva dove saremmo arrivati: «Siamo in guerra», ripeteva. «Ce l’hanno con noi, e non si fermeranno davanti a niente».(Giorgio Cattaneo, 26 aprile 2021).Un anno intero, senza Giulietto Chiesa: e che anno. Brutalizzati da un potere sbrigativo e di colpo palese, scoperto, sfrontato. Tutti rinchiusi in casa, trattati come bestie. Interi settori dell’economia distrutti, la socialità azzerata grazie al terrorismo mediatico-sanitario. Popolazioni destabilizzate e portate sull’orlo della follia, disinformate in modo aggressivo e violento. I portavoce della catastrofe impegnati a terrorizzare il pubblico in televisione, a reti unificate, e gli eretici reietti completamente silenziati, isolati, ostracizzati, insultati e diffamati, demonizzati come criminali anche se medici, avvocati, magistrati, scienziati Premi Nobel. Il mondo capovolto: la bugia al potere, e la verità sfrattata come mai prima, nella storia. Il tutto, in un silenzio spaventoso dove a pesare è l’omertà di chiunque abbia un po’ di visibilità, e ha scelto di tacere. Tacere su cosa? Sull’evidenza: si incarcerano intere nazioni sulla base di una patologia virale perfettamente curabile da casa, ma presentata come inaffrontabile per gonfiare all’infinito i numeri dell’emergenza, onde imporre – anche col ricatto – la vaccinazione universale perpetua, oltre naturalmente ai diktat grotteschi di un regime che cancella diritti e libertà, mentre blatera di Green Deal e di riconversione ecologica per sudditi obbedienti.
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Bizzi: Cro-Magnon, l’Uomo di Atlantide venuto dalle stelle
Chi siamo? Da dove veniamo? Sono domande che ci interpellano da sempre. «La maggior parte dell’umanità è predisposta alla sottomissione: gente inconsapevole, gestita completamente». Lo scrive in un libro il biologo Giovanni Cianti, in una considerazione erroneamente attribuita a Carlos Castaneda. «Chi ha capito, ha capito: non ha bisogno di consigli. Chi non ha capito, non capirà mai. Io non biasimo queste persone», scrive Cianti: «Sono strutturate per vivere, e basta: mangiare, bere, respirare, partorire, lavorare, guardare la televisione e mangiare la pizza il sabato sera, andare a vedere una partita. Il mondo, per loro, finisce lì: non sono in grado di percepire altro. C’è invece un piccolissimo gruppo di esseri umani, che possono essere definiti “difetti di fabbricazione”. Sono sfuggiti al “controllo qualità” della linea di produzione. Sono pochi, sono eretici e sono guerrieri». Mi piace molto, questa frase, forse perché anch’io sento di appartenere a questa minoranza. Ma non è solo questione di rifiutare i dogmi, le imposizioni, e di sentirsi guerrieri. E’ anche una questione di sensibilità. Si tratta di porsi domande, di chiedersi sempre il perché delle cose.
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Cure negate: Speranza dichiara guerra agli italiani
Vietato curare gli italiani, a casa, evitando cioè che le loro condizioni si aggravino, al punto da costringerli a ricoverarsi in ospedale. E’ di gravità inaudita, a quanto sembra, l’ultimo atto della “guerra contro i cittadini” dichiarata dall’inqualificabile ministro della sanità Roberto Speranza, sopravvissuto al governo Conte e tuttora inspiegabilmente a capo del dicastero della salute nell’esecutivo guidato da Mario Draghi. Insieme all’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), il 23 aprile 2021 il ministero di Roberto Speranza ha infatti presentato ricorso al Consiglio di Stato contro l’ordinanza con la quale il Tar del Lazio, il 4 marzo scorso, aveva stabilito che i medici, nel trattamento dei pazienti positivi al coronavirus, potessero «prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni, secondo scienza e coscienza», senza necessariamente attenersi ai protocolli Aifa, che invece prevedono che le cure domiciliari si basino sulla semplice somministrazione di paracetamolo e sulla “vigile attesa” (dell’aggravamento delle condizioni del paziente).Il ricorso, segnala “L’Indipendente Online”, arriva oltretutto a pochi giorni di distanza dal voto con cui il Senato, in modo quasi unanime (212 a favore, 2 astenuti, 2 contrari), ha chiesto al governo Draghi di approvare finalmente un protocollo unico nazionale per regolamentare e ampliare le cure domiciliari contro il Covid-19. Il ricorso di Speranza va nella direzione esattamente contraria. Un atto che «lascia senza parole», come afferma in una nota il Comitato Cure Domiciliari Covid-19, ovvero l’associazione di medici che aveva presentato il primo ricorso, quello in favore delle terapie domestiche, che era stato accolto dal Tar. Il comitato sottolinea come quest’ultimo ricorso – quello di Speranza – vada contro le fondamenta stesse delle cure domiciliari, per le quali è necessaria «la libertà dei medici di fare riferimento alla propria esperienza e formazione, per curare i pazienti “in scienza e coscienza”, con libertà prescrittiva dei farmaci ritenuti più efficaci e la necessità di agire tempestivamente, ovvero entro le prime 72 ore».Le indicazioni Aifa che piacciono a Speranza (”vigile attesa”, con solo l’inutile Tachipirina) sono finora servite a contribuire a quella che Pasquale Bacco e Angelo Giorgianni chiamano “strage di Stato”: abbandonato a casa senza terapie domiciliari efficaci, il paziente – se la malattia si aggrava – finisce all’ospedale quando ormai è tardi, e spesso neppure la terapia intensiva può più bastare. «Non va dimenticato, inoltre – riconosce “L’Indipendente Online” – che la validità dei trattamenti domiciliari è ormai ampiamente dimostrata, non solo da diverse ricerche scientifiche, ma anche dall’esperienza di molti paesi esteri, che proprio attraverso migliori protocolli di cure domiciliari hanno ottenuto livelli di contagio e tassi di mortalità ben al di sotto di quelli italiani». Nel nostro paese, peraltro, sono ormai centinaia i medici che hanno curato il Covid a casa: lo confermano i medici volontari dell’associazione “Ippocrate”. A Roma, il dottor Mariano Amici certifica di aver guarito il 100% dei suoi pazienti (non meno di 2.000) senza ricoverarne neppure uno. In attesa che in sede politica si contesti il ministro Speranza, sono da valutare anche gli eventuali profili penali della sua ultima, sciagurata iniziativa.Vietato curare gli italiani, a casa, evitando cioè che le loro condizioni si aggravino, al punto da costringerli a ricoverarsi in ospedale. E’ di gravità inaudita, a quanto sembra, l’ultimo atto della “guerra contro i cittadini” dichiarata dall’inqualificabile ministro della sanità Roberto Speranza, sopravvissuto al governo Conte e tuttora inspiegabilmente a capo del dicastero della salute nell’esecutivo guidato da Mario Draghi. Insieme all’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), il 23 aprile 2021 il ministero di Roberto Speranza ha infatti presentato ricorso al Consiglio di Stato contro l’ordinanza con la quale il Tar del Lazio, il 4 marzo scorso, aveva stabilito che i medici, nel trattamento dei pazienti positivi al coronavirus, potessero «prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni, secondo scienza e coscienza», senza necessariamente attenersi ai protocolli Aifa, che invece prevedono che le cure domiciliari si basino sulla semplice somministrazione di paracetamolo e sulla “vigile attesa” (dell’aggravamento delle condizioni del paziente).
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La missione di Draghi e l’inferno dell’ipocrisia pandemica
Ristoranti riaperti ma solo se hanno tavoli all’esterno: per cenare come ai vecchi tempi, come se fossimo in un paese libero, bisognerà attendere un altro mese, fino al 1° giugno. Non solo: permane una “legge di guerra” come l’infame coprifuoco, nell’Italia delle Regioni “colorate”, dove – per passare da un territorio all’altro, se di diverso “colore” – i sudditi dovranno esibire un certificato che dimostri che sono stati vaccinati o che sono appena risultati negativi al tampone. C’è qualcosa di serio, in tutto questo? No: i non-cerebrolesi ormai sanno che i tamponi non sono attendibili, e che i cosiddetti “vaccini Covid” (terapie geniche ancora sperimentali) non garantiscono affatto che il soggetto vaccinato non sia più contagioso. E nonostante questo, il governo ne ha imposto l’inoculo al personale sanitario: violando la Costituzione, oltre che il Codice di Norimberga che vieta i Tso con farmaci non collaudati. E addio diritti umani, dunque. Ma il governo Draghi non doveva dire basta, a tutto questo? Non doveva farla finita, dopo un anno di “arresti domiciliari” imposti da Conte, Speranza, D’Alema e soci, in linea con i compagni di merende del potere cinese?
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La religione del Covid: così la menzogna diventa legge
Primo dogma: il Covid è invincibile, o quasi. Secondo dogma: il Covid è affrontabile solo in ospedale. Terzo: è prevenibile in un solo modo, con il vaccino. Tre falsità elevate a legge, scolpite in tutti i decreti che inchiodano la popolazione alla genuflessione penitenziale, alla condanna perpetua. Non isperate mai veder lo cielo, anime prave: state tutti a distanza, rintanati e muti. A voi penseremo noi, anzi lo stiamo già facendo: santificando il terrore a reti unificate, facendo in modo che arriviate all’ospedale troppo tardi, dopo esser stati abbandonati nelle vostre case in preda all’aggravarsi delle vostre condizioni, e infine sommergendovi di dosi vaccinali presentate come salvifiche, sicure, innocue, efficacissime. “E dacci oggi la nostra paura quotidiana”, recita il mantra della nuova religione: si prega tutti i giorni da oltre un anno, a reti unificate, perché dal male non si venga liberati mai, se non con la vaccinazione universale permanente, da qui all’eternità, inflitta a popolazioni sottomesse, disinformate, confuse e frastornate, ipnotizzate dal grande sortilegio e dai suoi riti untuosi, dai suoi cerimonieri che sembrano imbecilli, sembrano superstiziosi, ma sono solo squallidi bugiardi.La morte lenta procede come da programma, solo con qualche inevitabile variante: una grandiosa sceneggiata planetaria, a cui nessuno – tra quelli che comandano – pare che osi opporsi. Esistono, le cure: e sono normalissime. Dal Covid si guarisce stando a casa, se ben curati, e subito. Perché ricorrere ai vaccini, per una malattia così poco preoccupante, se non viene trascurata? E che vaccini, poi: sperimentali, non testati a sufficienza. Senza le necessarie garanzie: né sulla loro innocuità, né tantomeno sulla loro efficacia. Follia: il governo obbliga i medici a vaccinarsi, pur sapendo che un soggetto – benché vaccinato – può rimanere contagioso. Eppure, la religione da quell’orecchio non ci sente: già prepara i pass vaccinali, onde costringere tutti quanti, prima o poi – con le buone o le cattive, con l’arma del ricatto, con la discriminazione – a subire il cosiddetto inoculo, l’anomala pozione “genica” che, a detta degli stessi fabbricanti, non si può dire ancora quali effetti avrà, sull’organismo, nel medio e lungo termine. Eppure, prendere o lasciare: ti devi vaccinare, se non vuoi essere espulso dalla società, dai cinema, dai treni, dai concerti.«Vi prego, giuratemi che non è vero», direbbe un paziente risvegliatosi dal coma, entrato in letargo nel 2019. «Assicuratemi che è un sogno, un incubo terribile». L’elenco delle nefandezze, l’inventario dell’abominio, sta già riempiendo libri, dossier, scartoffie giudiziarie. L’inenarrabile: dalle autopsie vietate ai corpi inceneriti, dai medici radiati alle voci indipendenti censurate. E in questa insopportabile sozzura, in questa galera a cielo aperto, c’è chi continua a celebrare i riti democratici della politica, come se il regime religioso non esistesse neppure. La Terra è piatta, ripete la nuova teocrazia: non avrete altro dio all’infuori del Covid. E c’è un governo (perché un governo poi c’è sempre) che vara i suoi decreti, disciplina la sceneggiatura del presente e tenta di plasmare un ipotetico futuro. Ai morti parla come se fossero viventi: prefigura loro un avvenire nuovo, persino migliore del passato recente. Nazioni intanto si fiutano tra loro, come se nulla fosse, minacciando guerre: come avveniva prima, quando il pianeta ancora non era entrato nell’ombra cieca dell’impostura terminale, amministrata con sapienza dalla nuova religione sanitaria.Primo dogma: il Covid è invincibile, o quasi. Secondo dogma: il Covid è affrontabile solo in ospedale. Terzo: è prevenibile in un solo modo, con il vaccino. Tre falsità elevate a legge, scolpite in tutti i decreti che inchiodano la popolazione alla genuflessione penitenziale, alla condanna perpetua. Non isperate mai veder lo cielo, anime prave: state tutti a distanza, rintanati e muti. A voi penseremo noi, anzi lo stiamo già facendo: santificando il terrore a reti unificate, facendo in modo che arriviate all’ospedale troppo tardi, dopo esser stati abbandonati nelle vostre case in preda all’aggravarsi delle vostre condizioni, e infine sommergendovi di dosi vaccinali presentate come salvifiche, sicure, innocue, efficacissime. “E dacci oggi la nostra paura quotidiana”, recita il mantra della nuova religione: si prega tutti i giorni da oltre un anno, a reti unificate, perché dal male non si venga liberati mai, se non con la vaccinazione universale permanente, da qui all’eternità, inflitta a popolazioni sottomesse, disinformate, confuse e frastornate, ipnotizzate dal grande sortilegio e dai suoi riti untuosi, dai suoi cerimonieri che sembrano imbecilli, sembrano superstiziosi, ma sono solo squallidi bugiardi.