Archivio del Tag ‘guerra’
-
L’asse Trump-Putin contro i “cinesi” Soros, Obama e Merkel
Se Donald Trump verrà rieletto, grazie alla maggioranza silenziosa degli americani (oltre il 60%, secondo i nostri sondaggi), sicuramente aiuterà l’Italia a liberarsi della tirannide burocratica dell’Unione Europea a guida franco-tedesca. Già ora le relazioni tra Usa e Germania sono gelide, come dimostra la decisione della Merkel di non partecipare al G7 negli Stati Uniti. Da decine di anni, i tedeschi usano i soliti sistemi finanziari per ingabbiare l’Italia: hanno sempre ingarbugliato i conti per far sembrare solvente la Germania, mentre le banche tedesche (soprattutto la Deutsche Bank) sarebbero già fallite dieci volte, se fossero state italiane; ma il governo tedesco e i suoi pupazzetti all’Ue continuano a mettere un salvagente sopra l’altro, per aiutare le banche tedesche. Penso che la fine del “Quarto Reich” sarà soprattutto una fine economica, così come quella della Cina comunista. Prima di abbandonare la Casa Bianca, Barack Obama disse: «Lascio ad Angela Merkel il testimone della difesa dell’ordine liberale». Al di là delle etichette (lui di sinistra, lei di destra), Obama e Merkel fanno parte della stessa squadra. Nonostante la censura in atto, il web è pieno di documenti che comprovano i legami di Obama e Merkel con George Soros.Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando l’Ungheria finì nelle mani dei sovietici, George Soros smise l’uniforme delle SS e passò con i comunisti, facendo carriera nei servizi segreti ungheresi. Dopodiché passò al Kgb, dove conobbe una certa Angela Merkel, che nell’allora Germania Est lavorava a sua volta nei servizi segreti: quelli della Ddr, la famigerata Stasi. I due divennero amici. Poi Soros emigrò negli Usa, divenne americano e, fra l’altro, finanziò un certo Barack Obama. Nessuno sapeva chi fosse, Obama, e ancora oggi non si sa bene cosa abbia fatto da giovane (prima in Africa, poi in Indonesia). Si sa solo che era un grande amico di Soros. Obama, Soros e Merkel sono un trio: si conoscono molto bene. Anche sui media italiani, si è scatenata una guerra contro Trump: ogni giorno, il “Corriere della Sera” attacca il presidente americano, mentre “Repubblica” elogia la Merkel. Il “Corriere”, purtroppo, fu infiltrato da gente di Soros già ai tempi di Berlusconi. La propaganda contro Trump è orchestrata a livello internazionale, da elementi filo-cinesi che magari hanno fabbriche in Cina o comunque controllano giornali e televisioni.Gli stessi media, poi, demonizzano Putin come dittatore e invece trattano coi guanti bianchi Xi Jinping. La ragione è la stessa che spinse Hillary Clinton, nelle presidenziali 2016 e anche dopo, con il Russiagate, a criminalizzare Mosca. La sinistra, ormai controllata dal partito comunista cinese, non può immaginare neanche lontanamente la possibilità che gli Stati Uniti e la Russia si stringano la mano e comincino a cooperare. Se queste due superpotenze dovessero cominciare a collaborare, quella tigre di carta che è la Cina di oggi (tigre di carta economica e propagandistica) crollerebbe in pochi mesi. I russi conoscono bene George Soros, ma anche l’ex agente della Stasi Angela Merkel e tanti altri, che sono infiltrati negli Stati Uniti e in altri paesi, compresa l’Italia. I russi hanno in mano tutti i file del vechio Kgb: informazioni che potrebbero passare agli amici americani, se Trump dovesse rimanere presidente. E’ per questo che la Cina, e tutti gli elementi pro-cinesi, stanno facendo una guerra all’ultimo sangue, contro Trump, per fare in modo che gli Usa di Trump e la Russia di Putin non si mettano d’accordo e non comincino a condividere informazioni sulla Cina. Il sistema di potere che ha costruito questa globalizzazione infame sta per crollare. Faremo di tutto, intanto, per aiutare Trump a essere rieletto.(George Lombardi, dichiarazioni rilasciate a Francesco Toscano nella diretta web-streaming di “Vox Italia Tv” del 6 luglio 2020, su YouTube. Noto imprenditore italoamericano, Lombardi è uno stretto collaboratore di Trump).Se Donald Trump verrà rieletto, grazie alla maggioranza silenziosa degli americani (oltre il 60%, secondo i nostri sondaggi), sicuramente aiuterà l’Italia a liberarsi della tirannide burocratica dell’Unione Europea a guida franco-tedesca. Già ora le relazioni tra Usa e Germania sono gelide, come dimostra la decisione della Merkel di non partecipare al G7 negli Stati Uniti. Da decine di anni, i tedeschi usano i soliti sistemi finanziari per ingabbiare l’Italia: hanno sempre ingarbugliato i conti per far sembrare solvente la Germania, mentre le banche tedesche (soprattutto la Deutsche Bank) sarebbero già fallite dieci volte, se fossero state italiane; ma il governo tedesco e i suoi pupazzetti all’Ue continuano a mettere un salvagente sopra l’altro, per aiutare le banche tedesche. Penso che la fine del “Quarto Reich” sarà soprattutto una fine economica, così come quella della Cina comunista. Prima di abbandonare la Casa Bianca, Barack Obama disse: «Lascio ad Angela Merkel il testimone della difesa dell’ordine liberale». Al di là delle etichette (lui di sinistra, lei di destra), Obama e Merkel fanno parte della stessa squadra. Nonostante la censura in atto, il web è pieno di documenti che comprovano i legami di Obama e Merkel con George Soros.
-
Sapelli: Pd e Grillo venduti alla Cina, Conte le regala il 5G
Porte aperte alla Cina (ma di nascosto) nel settore più importante di tutti: le reti. Lo ha rivelato il 21 agosto uno scoop della “Verità”: il governo ha secretato un Dpcm del 7 agosto scorso con il quale si autorizza Telecom ad utilizzare la tecnologia Huawei, scrive Federico Ferraù sul “Sussidiario“. «Il 5G è un tema strategico di rilevanza mondiale ed è al centro della nuova guerra fredda che divide Usa e Cina. È dai tempi del memorandum of understanding del marzo 2019 che il governo italiano ha messo in atto un lento scivolamento politico verso Pechino». Il Dpcm del 7 agosto «è la conferma che il progetto (cinese) di trasformare l’Italia nella testa di ponte della Cina in Occidente va avanti seguendo logiche sottratte al controllo del Parlamento, alla disciplina del “golden power” e, per quanto possibile, anche all’opinione pubblica». In Italia, dice Giulio Sapelli, storico ed economista – intervistato da Ferraù – non ci sono più i partiti: per questo le forze esterne ostili hanno la meglio e gli Usa non possono contrastarle. Porte aperte a Huawei, dunque, ma la decisione è a porte chiuse. «Questo governo, come anche quello precedente, soffre della pericolosa inclinazione a dipendere da forze esterne», dice Sapelli: «Non solo la Francia, la Germania e gli Usa, nostro alleato storico, ma anche la Cina, la cui influenza è sottoposta a forti misure restrittive dalla stessa Unione Europea».
-
Bizzi: i massoni italiani? Morti nel lockdown, arresi al potere
Questo mio articolo a molti non piacerà, ma sinceramente non me ne curo. Non piacerà, in primis, a molti “complottari” della domenica, abituati – per pregiudizio, per ignoranza o per condizionamenti ideologici – a vedere ovunque lo zampino del famigerato “complotto giudaico-massonico” e a considerare la Libera Muratoria l’origine e la causa di ogni male. Certi soggetti, al pari di molti “covidioti” dei nostri giorni, difficilmente sono recuperabili alla ragione, a meno che non si facciano un corso accelerato di Storia (la Storia quella vera, con la “S” maiuscola). Non piacerà, in secondo luogo, anche a molti Liberi Muratori, o presunti tali, soprattutto a quelli che boriosamente si autodefiniscono “Costruttori di Cattedrali”, ma che in realtà sono “visitatori di cattedrali” la cui cattedrale interiore, quella dello Spirito, è assai meno solida di due mattoncini Lego assemblati al contrario. Più che ai primi, quindi, mi rivolgerò proprio ai secondi. Nei giorni scorsi mi è capitato di leggere, su Facebook e su altre piattaforme, delle animate discussioni aperte da alcuni Fratelli i quali, mentre l’Italia sta sprofondando sempre di più in una dittatura orwelliana in salsa tecnocratico-cinese, invece di allarmarsi e di indignarsi per il fatto che la nostra Costituzione venga ignobilmente e impunemente ogni giorno calpestata dal peggiore governo che il nostro paese abbia mai subito, indovinate un po’ di cosa si preoccupavano? Della fantomatica presenza di “fascisti” all’interno delle logge!
-
Meluzzi: nuovo lockdown, e la nostra democrazia è finita
C’era una volta un virus, probabilmente “rimontato” e artificiale, proveniente dalla Cina, fatto non si sa perché. Questo virus, della famiglia del raffreddore, produce una sindrome in alcuni casi modestissima, senza nessun sintomo che vada al di là di quello di una banale influenza, e in qualche raro caso – soprattutto negli anziani defedati – può dare la morte. Questo lo rende suscettibile di produrre il terrore che serviva. Serviva a che cosa? Per esempio, adesso – quasi certamente, io credo – a rinviare la consultazione elettorale. In Italia si svolte consultazioni elettorali anche in occasione di epidemie che avevano fatto un milione di morti, come l’asiatica; si sono svolte in condizioni belliche o pre-belliche; ma credo che mai, come in questo momento, la necessità di cancellare, di reprimere, di dissolvere la democrazia sia impellente per l’élite che ci vuole portare… dove? Io credo che molto bene Giorgia Meloni abbia sollevato questa questione, e credo che dobbiamo denunciare questa sospensione della democrazia, e capire quale terribile gioco strumentale, a livello plantario, è in atto.Un gioco che serve a rendere ragione di titoli tossici che non saranno mai pagati, che serve a riaffermare un’élite finanziaria internazionale, e che ha una data a termine, quella delle elezioni americane. Se Trump non sarà rieletto, questa situazione si cronicizzerà: forse si voterà ancora, ma si voterà inutilmente. E forse, quello che abbiamo chiamato democrazia verrà sostituito da una tecnocrazia poliziesco-sanitario-mediatica che ha qualcosa di oscenamente orwelliano, ma di cui non comprendiamo ancora il terrore e la profondità. Quindi temo che il lockdown ormai sia stato deciso, e credo che sarà debolissima la reazione degli italiani: anche perché non abbiamo una struttura in grado di resistere. Ma bene fanno, leader come Giorgia Meloni e Salvini, a tentare di resistere; affianchiamoli, per lo meno.(Alessandro Meluzzi, video-intervento “Temo che un nuovo lockdown sia già deciso”, su YouTube il 20 agosto 2020. Psichiatra, criminologo e saggista, Meluzzi – formatosi nella sinistra radicale – è stato attivo in politica con Forza Italia, eletto deputato nel 1994 e poi senatore nel 1996. E’ autore di decine di saggi di carattere scientifico, nonché di testi divulgativi di argomento politico e sociologico, oltre che religioso. Massone dichiarato e già membro del Grande Oriente d’Italia, Meluzzi è divenuto diacono cristiano di rito greco-melchita e poi presbitero ortodosso).C’era una volta un virus, probabilmente “rimontato” e artificiale, proveniente dalla Cina, fatto non si sa perché. Questo virus, della famiglia del raffreddore, produce una sindrome in alcuni casi modestissima, senza nessun sintomo che vada al di là di quello di una banale influenza, e in qualche raro caso – soprattutto negli anziani defedati – può dare la morte. Questo lo rende suscettibile di produrre il terrore che serviva. Serviva a che cosa? Per esempio, adesso – quasi certamente, io credo – a rinviare la consultazione elettorale. In Italia si svolte consultazioni elettorali anche in occasione di epidemie che avevano fatto un milione di morti, come l’asiatica; si sono svolte in condizioni belliche o pre-belliche; ma credo che mai, come in questo momento, la necessità di cancellare, di reprimere, di dissolvere la democrazia sia impellente per l’élite che ci vuole portare… dove? Io credo che molto bene Giorgia Meloni abbia sollevato questa questione, e credo che dobbiamo denunciare questa sospensione della democrazia, e capire quale terribile gioco strumentale, a livello planetario, è in atto.
-
Pd e 5 Stelle: silurare Conte, dopo aver affondato l’Italia
Il nuovo patto tra M5S e Pd, con la benedizione di Italia Viva (Matteo Renzi), prepara la giubilazione del sempre più scomodo Giuseppe Conte. Lo scrive sul “Sussidiario” Francesco Sisci, editorialista del “Sole 24 Ore” e già corrispondente della “Stampa” da Pechino. Se oggi la coalizione giallorossa diventa stabile e si prospetta addirittura la fusione in un unico partito, a che serve un premier “esterno” come Conte? Lo sconosciuto “avvocato del popolo”, ricorda Sisci, era stato scelto per Palazzo Chigi nel governo gialloverde (5 Stelle e Lega) come elemento esterno, anche se espresso dai grillini, per sostenere l’equilibrio instabile tra i due alleati. Per lo stesso motivo era stato confermato, un anno dopo, a capo del successivo governo giallorosso, sostituito Salvini con Zingaretti. La posizione di Conte si andrebbe facendo sempre più precaria, se si guarda all’orizzonte generale. «Le prospettive sono che a gennaio l’Italia si renderà conto della realtà», ovvero: sarà di fronte a una contrazione del Pil «di almeno il 20%». Infatti, «dopo cinque mesi di chiusura virtualmente totale di ogni attività di produzione e consumo, e con la possibilità reale di un ritorno anche parziale dell’epidemia in autunno, una contrazione del Pil del 20% è un’ipotesi ottimistica per il 2020».In concreto, ragiona Sisci, questo significa «un danno paragonabile a una guerra devastante, senza per giunta la speranza di un rimbalzo immediato, perché davanti alla scampata morte violenta i sopravvissuti hanno un immediato guizzo di vita, mentre le epidemie lasciano strascichi pesanti di paure ancestrali nella psicologia collettiva». La combinazione di questi vari elementi «significherà milioni di disoccupati, altri milioni di persone con entrate decurtate», con il rischio concreto di «grandi problemi e sommovimenti sociali». Inoltre, visto anche l’attuale aumento della spesa pubblica, il rapporto Pil-debito pubblico a questo punto potrebbe arrivare al 200%, cioè «la situazione del Giappone, senza che l’Italia sia il Giappone», che è invece provviso di sovranità monetaria e quindi non teme né attacchi speculativi (spread), né carenza di liquidità. «Con un’economia in contrazione verticale e un debito in aumento altrettanto verticale – scrive Sisci – minime variazioni dei tassi di interesse sul debito potrebbero rendere l’Italia insolvibile». A quel punto, Roma potrebbe sempre «piangere miseria con la Ue e far presente che il fallimento del paese avviterebbe l’Unione in una crisi mostruosa».Per contro, proprio la contrazione del Pil «rende la crisi italiana sempre meno minacciosa, mentre la crescita del debito ne aumenta proporzionalmente il costo». In altre parole, continua Sisci, col passare del tempo e l’aggravarsi della situazione diventa sempre più conveniente la tentazione di “scaricare” l’Italia, lasciandola al suo destino. Tradotto: come si fa a spiegare ai paesi “frugali” che bisogna salvare un paese di “cicale” dove, secondo il filosofo Franco Ferrarotti, una decina di famiglie possiede forse il 70% della ricchezza nazionale?». Inoltre – prima ancora di questo – in autunno ci sarà il ritorno della malattia: a prescindere dalla sua effettiva pericolosità (oggi vicina allo zero, secondo io medici), l’allarmismo politico-mediatico aumenterà le tensioni, come già si inizia a vedere. Prima ancora, scrive sempre Sisci, ci saranno le elezioni del 20 settembre, regionali e comunali. «Se la neo-coalizione giallorossa tiene e vince, allora conferma la validità dell’alleanza; a quel punto – si domanda l’analista – perché tenere l’arbitro Conte, ormai superfluo? Se invece la coalizione perde, anche in questo caso perché tenere Conte?».La questione potrebbe diventare urgente, aggiunge Sisci, visto che cominciano ad arrivare citazioni in giudizio per possibili errori gravi del governo durante la crisi del Covid. «C’è anche la controversa chiusura di tutto il paese (quando chiuderne solo una parte poteva bastare) che potrebbe essere costata oltre 100 miliardi di euro al Pil, la metà di quanto concesso dalla Ue». Poi, ammette Sisci, il ragionamento potrebbe essere anche diverso: davanti alle prospettive di tali sussulti nei prossimi mesi, le istituzioni potrebbero ritenere opportuno non scuotere ulteriormente gli attuali equilibri. «Il ritorno dell’epidemia potrebbe portare a un nuovo effetto chioccia: tutti si rifugiano dietro il capo del governo in una nuova situazione di panico generale».Potrebbe però essere anche il contrario: «Il ritorno del virus, l’aumento delle proteste – stavolta più composte, delle opposizioni (che prima o poi dovrebbero svegliarsi dalla trita cantilena del “dagli all’immigrato”) – e l’aumento delle tensioni sociali, potrebbero portare al progressivo isolamento del premier». In questo senso, forse – ipotizza Sisci – l’alleanza può essere «un colpo di genio di attendismo tattico». Nell’attuale situazione, altamente instabile, i giallorossi (con Renzi) aspettano il risultato del 20 settembre, per tirare le fila. «A quel punto, forti della nuova alleanza, potrebbero anche essere tentati di ricorrere al voto che consolidi i nuovi rapporti e spazzi via i riottosi». Infatti, una parte non insignificante di Pd e M5S non è entusiasta dell’alleanza e può essere tentata di mettere i bastoni fra le ruote, specie se passa il tempo e aumentano le difficoltà. Per Sisci, dopotutto, «si è trattato di un patto di palazzo senza discussioni interne e pubbliche, per cui il livello di coesione all’interno delle due formazioni è minimo e rischia di sfaldarsi al primo incidente».Il nuovo patto tra M5S e Pd, con la benedizione di Italia Viva (Matteo Renzi), prepara la giubilazione del sempre più scomodo Giuseppe Conte. Lo scrive sul “Sussidiario” Francesco Sisci, editorialista del “Sole 24 Ore” e già corrispondente della “Stampa” da Pechino. Se oggi la coalizione giallorossa diventa stabile e si prospetta addirittura la fusione in un unico partito, a che serve un premier “esterno” come Conte? Lo sconosciuto “avvocato del popolo”, ricorda Sisci, era stato scelto per Palazzo Chigi nel governo gialloverde (5 Stelle e Lega) come elemento esterno, anche se espresso dai grillini, per sostenere l’equilibrio instabile tra i due alleati. Per lo stesso motivo era stato confermato, un anno dopo, a capo del successivo governo giallorosso, sostituito Salvini con Zingaretti. La posizione di Conte si andrebbe facendo sempre più precaria, se si guarda all’orizzonte generale. «Le prospettive sono che a gennaio l’Italia si renderà conto della realtà», ovvero: sarà di fronte a una contrazione del Pil «di almeno il 20%». Infatti, «dopo cinque mesi di chiusura virtualmente totale di ogni attività di produzione e consumo, e con la possibilità reale di un ritorno anche parziale dell’epidemia in autunno, una contrazione del Pil del 20% è un’ipotesi ottimistica per il 2020».
-
Il generale Mini: Covid, guerra civile nel New World Order
Le guerre del futuro saranno collocate in un Nuovo Ordine Mondiale, anche se le guerre sono sostanzialmente sempre le stesse dal 500 avanti Cristo, da quando Sun Tzu delineò “L’arte della guerra” e fino allo scoppio della bomba nucleare. L’approccio ai conflitti del futuro, però, sarà molto diverso e nebuloso per i decisori pubblici: saremo tutti soldati di queste nuove guerre, ma bisogna stabilire con quali mezzi. La guerra globale si combatterà sia per un Ordine Mondiale che per il profitto. Inoltre, si scontreranno attori statali e non. Questi due gruppi possono agire anche contemporaneamente, sovrapponendosi o confondendosi. Esistono false guerre scatenate al solo scopo di accedere alle risorse, che si concretizzano attraverso il terrorismo e la guerra civile (come in Libia, Siria e Iraq). In questi casi ci si rende conto che, senza interessi interni ed esterni, gli scontri non si sarebbero mai verificati. Ci sono anche delle false guerre giustificate da motivi umanitari: ma cosa c’è di umanitario in una guerra che provoca 300.000 morti? E’ sempre esistita una guerra per le risorse, in senso generale, ma oggi non la si fa solo per accaparrarsi quelle tradizionali.La guerra è volta anche ad appropriarsi dei beni comuni: i cosiddetti “global commons” come gli oceani, i fondali sottomarini, l’Artide, l’Antartide, l’atmosfera, lo spazio esterno, il cyberspazio. Tutto è circondato da una grande ipocrisia, che colloca qualsiasi episodio in una sorta di zona grigia, dove tutto si confonde. Ci sono guerre ambigue, in cui non si sa chi è il vincitore, e guerre ibride dove convergono anche una serie di fattori tradizionali. Il potere militare è aumentato a dismisura, con crescenti investimenti economici, che in questo periodo di pandemia sono bloccati. Il Deep State? E’ quella parte dell’establishment che cerca di conservare l’equilibrio precedente e la gerarchia, in un contesto in cui tutti gli Stati sono in profonda competizione tra loro. Una possibile guerra sarà quella combattuta dalla “generazione zero”, cioè quella dei giovani nati tra il 2002 e il 2022: toccherà a loro avviare o evitare il conflitto nucleare. Al momento non ci sono le condizioni, perché chi possiede l’ordigno può attivarlo, ma certamente non sarà in grado di resistere alle reazioni che si verificheranno.Le guerre, oggi, sono diffuse e vengono considerate piccole, da chi le vede dall’esterno, mentre sono immense per chi è costretto a viverle in prima persona. Ma, tra un decennio, il campo di battaglia cambierà. Tra il 2030 e il 2050 ci saranno guerre nel cyberspazio, con super-soldati e piattaforme a controllo autonomo, guidate dall’intelligenza artificiale. In quel contesto, saranno impiegati nei combattimenti meno uomini; ma questo, paradossalmente, comporterà anche meno riguardi verso la vita umana. Per questo nuovo tipo di guerra, non a caso, è in corso la realizzazione di progetti di sopravvivenza. Penso anche al Super-Robot ed effetto sciame, che si basa sulle tre leggi della robotica di Isaac Asimov, coniate intorno agli anni ’50: la prima è quella di non recare danno agli umani; la seconda è che il robot deve obbedire agli ordini impartiti dall’uomo; la terza è che il robot deve pensare alla propria sopravvivenza, purché non sia in contrasto con le altre due leggi precedenti. Nel suo “Discorso sulla servitù volontaria, Étienne de La Boétie dice: «Il padrone usa, per distruggerci, i mezzi che noi stessi gli forniamo».Nella guerra globale emergono due concetti importanti, che possono essere accumunati all’attuale periodo del Covid-19: il primo è che questo virus può essere considerato come un livellatore sociale, che incide sulla sovrappopolazione del pianeta; il secondo è che può paragonarsi a una guerra di distruzione di massa, in cui le cose sembrano apparentemente più chiare, ma allontanano dalla comprensione della realtà. I morti ci saranno, ma le conseguenza economiche e sociali saranno ancora peggiori. Pandemia e guerra? Quella del Covid-19 è un’epidemia davvero strana, che non si sa da dove arrivi e che è risultata imprevedibile, sebbene fosse stata ipotizzata anche dall’intelligence statunitense. Più propriamente, potrebbe trattarsi di una guerra civile: e lo si può notare dai comportamenti della società, dove le persone sono viste come potenziali untori e quindi da abbattere. In condizioni di emergenza, tra l’altro, all’interno degli ospedali sembra che si sia dovuto decidere chi salvare e chi no.Si dovrà considerare e paragonare quello che viene chiesto ai virologi e quello che si vuole sapere dall’intelligence. Ovvero, le informazioni che servono per legittimare le scelte politiche, aspetto importante per comprendere quanto sta accadendo. Di sicuro è che attualmente la cura al virus non è stata ancora trovata. Le guerre biologiche mettono a nudo le vulnerabilità dell’intero sistema sociale perché, quando si ammalano gli anziani, si registra l’inadeguatezza dell’organizzazione. Quando qualcuno parla di eutanasia praticata alle persone anziane, questa non è altro che la conseguenza della cattiva organizzazione dei sistemi sanitari, che sono strutturati in base a logiche privatistiche, in funzione degli utili e non dei bisogni della collettività. Alla Conferenza di Yalta – con Roosevelt, Churchill e Stalin – si disegnarono i destini del mondo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Oggi, il Nuovo Ordine Mondiale è nelle mani di Trump, Putin e Xi Jinping, con tarature differenti rispetto agli statisti del 1945, ma che certamente definiranno l’ordine che impatterà sul futuro dell’umanità, con esiti totalmente imprevedibili.(Fabio Mini, dichiarazioni rilasciate l’11 maggio 2020 in video-conferenza al “Master in Intelligence” dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri; testo riassunto da “Kong News” e ripreso da “Mitt Dolcino”. Generale di corpo d’armata, Mini è stato capo di Stato maggiore del comando Nato per il Sud Europa, e dal gennaio 2001 ha guidato il comando interforze delle operazioni nei Balcani. Dall’ottobre 2002 all’ottobre 2003 è stato comandante delle operazioni di pace a guida Nato, nello scenario di guerra in Kosovo, nell’ambito della missione Kfor. Analista geopolitico, saggista ed esperto di strategia militare, scrive per “Limes”, “Repubblica”, “L’Espresso” e “Il Fatto Quotidiano”).Le guerre del futuro saranno collocate in un Nuovo Ordine Mondiale, anche se le guerre sono sostanzialmente sempre le stesse dal 500 avanti Cristo, da quando Sun Tzu delineò “L’arte della guerra” e fino allo scoppio della bomba nucleare. L’approccio ai conflitti del futuro, però, sarà molto diverso e nebuloso per i decisori pubblici: saremo tutti soldati di queste nuove guerre, ma bisogna stabilire con quali mezzi. La guerra globale si combatterà sia per un Ordine Mondiale che per il profitto. Inoltre, si scontreranno attori statali e non. Questi due gruppi possono agire anche contemporaneamente, sovrapponendosi o confondendosi. Esistono false guerre scatenate al solo scopo di accedere alle risorse, che si concretizzano attraverso il terrorismo e la guerra civile (come in Libia, Siria e Iraq). In questi casi ci si rende conto che, senza interessi interni ed esterni, gli scontri non si sarebbero mai verificati. Ci sono anche delle false guerre giustificate da motivi umanitari: ma cosa c’è di umanitario in una guerra che provoca 300.000 morti? E’ sempre esistita una guerra per le risorse, in senso generale, ma oggi non la si fa solo per accaparrarsi quelle tradizionali.
-
Israele ha distrutto Beirut Est con una nuova arma atomica
Il primo ministro israeliano ha ordinato la distruzione di un deposito d’armi dello Hezbollah a Beirut con una nuova arma che, non ancora ben sperimentata, ha causato ingenti danni, ha ucciso più di un centinaio di persone, ne ha ferite 5.000 e ha distrutto molti edifici. Questa volta Benjamin Netanyahu difficilmente potrà negare. Il 27 settembre 2018, alla tribuna delle Nazioni Unite, Benjamin Netanyahu mostra il deposito che esploderà il 4 agosto 2020, indicandolo come deposito di armi dello Hezbollah. Netanyahu ha autorizzato un’offensiva contro un deposito d’armi dello Hezbollah per mezzo di una nuova arma, testata sette mesi fa in Siria. S’ignora se l’operazione sia avvenuta con il consenso del secondo primo ministro, Benny Gantz. L’offensiva del 4 agosto 2020 ha colpito esattamente il luogo indicato da Benjamin Netanyahu nel discorso tenuto alle Nazioni Unite il 27 settembre 2018. Non si sa che tipo di arma sia stata usata. È stata però testata in Siria a gennaio scorso. Si tratta di un missile, la cui testata contiene un componente nucleare tattico, che provoca il fungo caratteristico delle armi nucleari.Non si tratta evidentemente di una bomba atomica in senso strategico. Quest’arma è stata testata in Siria, in pianura e in aperta campagna, e poi nelle acque del Golfo Persico, contro imbarcazioni militari iraniane. Il 4 agosto è stata utilizzata per la prima volta in un’area urbana, in un ambiente particolare che ha fatto ripercuotere sull’acqua e sull’altura lo spostamento d’aria e le vibrazioni. Non solo ha distrutto il porto di Beirut, ha ucciso anche un centinaio di persone, ne ha ferite almeno altre 5.000 e ha distrutto la parte Est della città (la parte Ovest è stata in gran parte protetta dall’alto edificio che contiene silos per cereali). Mettendo a confronto le foto satellitari, si vede la distruzione del deposito dello Hezbollah e di parte del porto. Israele ha immediatamente attivato le entrature nei media internazionali per nascondere il proprio crimine e accreditare l’ipotesi dell’esplosione accidentale di uno stock di fertilizzante.Come spesso accade, si trovano colpevoli fasulli e la macchina mediatica internazionale ripete fino alla nausea la menzogna, sebbene in assenza d’inchiesta. Eppure tutti hanno potuto vedere il fumo a forma di fungo, incompatibile con la tesi dell’esplosione di fertilizzanti. Il fumo a forma di fungo osservato a Beirut non ha niente a che vedere con quello che avrebbe causato un esplosivo convenzionale. Così come né Siria né Iran hanno reagito dopo essere stati colpiti da questa nuova arma, anche i partiti politici libanesi hanno immediatamente concluso un accordo affinché la verità venga tenuta nascosta, al fine di non demoralizzare la popolazione. È stata aperta un’inchiesta per indagare non già sulla causa dell’esplosione, ma sulla responsabilità del personale portuale nello stoccaggio dei fertilizzanti, spacciati come causa dell’esplosione. Questa menzogna si è però presto ritorta contro i partiti politici che l’hanno architettata. Il Tribunale delle Nazioni Unite per il Libano ha deciso di rinviare di qualche giorno il verdetto sull’affare dell’assassinio nel 2005 del primo ministro Rafic Hariri, che avrebbe dovuto emettere a breve.Nella vicenda dell’assassinio di Hariri, l’esplosione di un furgone mascherò il tiro di un missile caricato con una nuova arma, così come l’esplosione di nitrato ha mascherato il tiro sul deposito di armi dello Hezbollah. Cinque anni dopo – cinque anni troppo tardi! – ho rivelato su una rivista russa come fu ucciso Rafic Hariri; lo Hezbollah diffuse invece un video che dimostrava l’implicazione di Israele. È importante rilevare che l’assassinio del 2005 colpì un primo ministro sunnita, mentre l’attacco del 2020 non colpisce lo Hezbollah sciita, ma l’insieme della Resistenza libanese. Oggi, diverse ambasciate hanno fatto rilevamenti; in particolare hanno prelevato campioni di cereali e filtri ad aria delle ambulanze che si sono immediatamente recate sul posto, materiale che già viene analizzato nei rispettivi paesi.(Thierry Meyssan, “Israele ha distrutto Beirut Est con una nuova arma”, da “Voltaire Net” del 7 agosto 2020).Il primo ministro israeliano ha ordinato la distruzione di un deposito d’armi dello Hezbollah a Beirut con una nuova arma che, non ancora ben sperimentata, ha causato ingenti danni, ha ucciso più di un centinaio di persone, ne ha ferite 5.000 e ha distrutto molti edifici. Questa volta Benjamin Netanyahu difficilmente potrà negare. Il 27 settembre 2018, alla tribuna delle Nazioni Unite, Benjamin Netanyahu mostra il deposito che esploderà il 4 agosto 2020, indicandolo come deposito di armi dello Hezbollah. Netanyahu ha autorizzato un’offensiva contro un deposito d’armi dello Hezbollah per mezzo di una nuova arma, testata sette mesi fa in Siria. S’ignora se l’operazione sia avvenuta con il consenso del secondo primo ministro, Benny Gantz. L’offensiva del 4 agosto 2020 ha colpito esattamente il luogo indicato da Benjamin Netanyahu nel discorso tenuto alle Nazioni Unite il 27 settembre 2018. Non si sa che tipo di arma sia stata usata. È stata però testata in Siria a gennaio scorso. Si tratta di un missile, la cui testata contiene un componente nucleare tattico, che provoca il fungo caratteristico delle armi nucleari.
-
Il virus perfetto: stop all’economia, per salvare la finanza
In uno sforzo puramente teorico, nel cercare di dare un senso a quello che è accaduto e quello che sta accadendo, possiamo cercare di unire alcuni punti per arrivare ad avere un immagine e di concludere un ragionamento credibile. Ricostruiamo sommariamente le tappe. 2008 – Crisi dei mutui subprime: un eccesso di debito causa il collasso del sistema finanziario. Il problema non viene risolto, anzi, si decide di affrontarlo con nuovo debito in misura monumentale, rimandando le conseguenze e amplificandone la pericolosità. Seguono dieci anni di tassi a zero e crescita del debito incontrollata che non riescono a dare impulso all’economia. I tassi a zero e le emissioni monetarie finiscono nella finanza iper-speculativa. Chiunque si può indebitare per comprare azioni e scommettere nel mondo dei derivati. La bolla si gonfia in modo preoccupante. Settembre 2019 – La cuccagna sembra finire da un momento all’altro: la Banca Regolamenti Internazionali lancia l’allarme: qui scoppia tutto. Il 18 ottobre 2019 a New York andava in scena l’Event 201. I big del mondo si riuniscono per una simulazione che nel giro di poche settimane sarebbe diventata reale: le prove generali di un’epidemia di un nuovo coronavirus zoonotico trasmesso dai pipistrelli ai maiali alle persone.Il 20 gennaio 2020, gli stessi vertici delle nazioni e dei maggiori centri di potere si riuniscono nuovamente a Davos e, molto probabilmente, i capi di Stato e tutti i media ricevono il protocollo di azione su come comportarsi, tutti insieme, per le misure che tutti noi abbiamo dovuto subire, nostro malgrado. Fase finale: i militari vengono dispiegati sui territori, le libertà individuali vengono praticamente azzerate. L’economia viene congelata e le banche centrali, all’unisono, con la Federal Reserve in capofila, iniziano la creazione monetaria più insensata della storia del mondo, iniettando liquidità creata dal nulla direttamente nei conti reciproci con le banche commerciali, nelle grandi corporation, nei gestori dei fondi e anche direttamente al Tesoro, continuando a comprare titoli di Stato. Nel pieno della crisi economica dovuta alle misure adottate per il Covid, viene scatenata anche una guerra civile interna agli Stati Uniti sfruttando e fomentando l’odio razziale. Nel caos generalizzato, con gli Stati Uniti non più uniti, ma divisi come non mai, la Cina sembra uscire trionfante; e questo fa veramente presagire un disegno della fine di un’epoca, quella americana, e l’inizio di un nuovo mondo dominato dalla Cina.A questo punto abbiamo possiamo dire di avere quindi un disegno molto verosimile, che inizia con un problema economico globale estremamente drammatico che bisogna affrontare in modo urgente e concertato. Il mondo globalizzato si riunisce e si accorda su come gestire questa situazione. Cercherò adesso di dare un senso alle misure adottate, piene di contraddizioni, che risultano incomprensibili a tante persone di buon senso che hanno cercato di ragionare sul perché di misure così drastiche e spesso anche addirittura folli e scellerate. Per capire bene l’importanza che ha il mondo finanziario sul mondo reale, bisognerebbe avere un’educazione almeno basilare di come funzionano le banche, il denaro, i commerci, i mercati valutari, le compensazioni tra banche, mercati e nazioni, gli arbitraggi e il sistema bancario ombra, con la realtà intricatissima del mondo dei derivati e dei derivati Otc. Comunque, già aver visto e capito il film “Una Poltrona per Due” dà un’dea di come funzioni il sistema. In modo molto semplice, bisogna sapere che il mondo è tutto collegato. Non c’è niente che possa avvenire in una parte del mondo senza avere ripercussioni da un’altra parte.Quando si creano degli squilibri, bisogna intervenire per aggiustarli. Quando gli squilibri sono talmente giganteschi da compromettere l’esistenza stessa del mondo economico che conosciamo, allora le misure da adottare assumeranno una dimensione proporzionale al problema. Come abbiamo visto al punto 3, nel settembre 2019 stava per esplodere l’intero sistema economico. La Banca Regolamenti Internazionali ha lanciato l’allarme, e i paesi del mondo – tutti avviluppati l’un l’altro in un abbraccio economico controparte – hanno accettato, tutti insieme, di adottare le misure prescritte. La prescrizione è molto semplice: bisogna congelare l’economia. Perché bisogna congelare l’economia? Adesso ve lo spiego. È molto semplice. In un mondo super-indebitato, dove i debiti sorreggono le scommesse nel mondo finanziario, dove le scommesse si basano sul fatto che i tassi siano vicini o pari a zero, non si può far sì che i tassi d’interesse possano salire. Se i tassi salgono, diminuisce il valore del nominale dato a garanzia e si innesca la reazione a catena delle “margin call”. Questo evento sarebbe cataclismico per le banche, gli hedge fund, i fondi pensione e tutto il mercato dei titoli di Stato.Per disinnescare la reazione a catena, l’unico sistema possibile è quello di iniettarci dentro la tutta la liquidità necessaria. In un mondo in cui la gente fa fatica ad arrivare a fine mese, è difficile giustificare la semplicità con cui una banca centrale digita dei bit sul pc e crea soldi in modo illimitato. Se la gente capisse questa cosa direbbe: se è così facile, perché non dà i soldi direttamente a noi? Questo modo di ragionare mette in luce la grande ingenuità delle persone. La gente crede che le decisioni dei potenti vangano prese per il bene delle persone, mentre quella è l’ultima delle loro preoccupazioni. Le decisioni vengono prese per conservare la solidità della piramide di potere. Il potere, avendo tutti bisogno di soldi per sopravvivere, è ben saldo nelle mani di chi detiene il monopolio del creare i soldi, ovvero le banche, che sono un cartello. Lo slogan “andrà tutto bene”, messo sulla bocca dei fessi in tutto il mondo, voleva dire: andrà bene a noi, non a voi, poveri imbecilli! L’economia è stata quindi congelata per un semplicissimo motivo: per consentire alle banche centrali di creare migliaia di miliardi di nuovo debito e non creare inflazione (l’inflazione danneggia il creditore – la banca – e favorisce il debitore, quindi non deve accadere).Si pensa erroneamente che l’inflazione sia l’aumento dei prezzi, ma l’aumento dei prezzi è soltanto la conseguenza dell’inflazione. Inflazione vuol dire espansione: l’espansione della massa monetaria. Se le banche creano nuovi trilioni di dollari, inflazionano l’economia di nuova moneta disponibile. Se questa moneta inizia a circolare, ad esempio se c’è esuberanza economica, allora si crea inflazione, in modo proporzionale alla massa di nuova moneta messa in circolo. Quando questo accade, le banche hanno un solo modo per intervenire: alzare i tassi per drenare la liquidità. Ma adesso questo è impossibile, perché se si alzano i tassi si innesca l’esplosione delle “margin call” sui Repo e scoppia tutto. L’unica altra opzione per creare liquidità e impedire che circoli è quella di bloccare l’economia, guadagnando tempo prezioso per intervenire là dove ci sono le falle, cercando di tapparle una ad una gettandoci sopra palate di soldi.Ecco la verità di tutta questa triste vicenda, dove ci hanno raccontato di tutto tranne che il vero nocciolo della questione è il nocciolo economico; come sempre. Come in tutte le guerre e in tutte le cose che accadono: l’incipit è sempre economico. Tutto risulta di più facile comprensione, una volta preso atto che le persone, nel mondo, sono gestite come un gregge di pecore. Ci fanno fare quello che torna utile a loro. Le persone che ce lo impongono, i governanti visibili e le teste parlanti della Tv sono solo i cani da pastore. I mandriani sono le banche, proprietarie dei soldi e quindi di tutto il resto. Il sistema economico globale è basato sul debito, e per sua natura genera squilibri che con il tempo divengono esponenziali. Un modo di intervento diffuso era quello di organizzare guerre e dare origine a quello che Schumpeter definì “distruzione creativa”. Adesso è più difficile fare le guerre, perché mancano gli ideali; e i giovani, col fisico da Nintendo, non sono più adatti.Allora è stata scelta una strategia più trasversale: quella della minaccia di un virus invisibile, con cui tutti gli Stati sono obbligati a combattere, indebolendosi e indebitandosi. Sul campo di battaglia restano aziende, controllo delle risorse, devastazione; e il potere si consolida in sempre meno mani. Non sono mancati neanche i militari sul campo, a dare credibilità a tutta la messa in scena, mentre i media all’unisono ripetevano come un disco rotto: siamo in guerra contro il virus. È tutto collegato. E il collante che unisce tutto è il denaro. Siamo tutti dentro al gioco. Come un grande gioco del Monopoli. Quando giochiamo a Monopoli, sappiamo benissimo che i soldi che usiamo sono finti. Quello che ha valore sono le nostre emozioni che nascono durante lo svolgimento, mentre giochiamo. Imprevisti, probabilità, case, alberghi, ferrovie. Sono le nostre emozioni a dare valore a tutto ciò. Quella è la moneta autentica con cui paghiamo per stare al gioco.(Andrea Cecchi, “E’ tutto collegato”, dal blog di Cecchi del 7 agosto 2020).In uno sforzo puramente teorico, nel cercare di dare un senso a quello che è accaduto e quello che sta accadendo, possiamo cercare di unire alcuni punti per arrivare ad avere un immagine e di concludere un ragionamento credibile. Ricostruiamo sommariamente le tappe. 2008 – Crisi dei mutui subprime: un eccesso di debito causa il collasso del sistema finanziario. Il problema non viene risolto, anzi, si decide di affrontarlo con nuovo debito in misura monumentale, rimandando le conseguenze e amplificandone la pericolosità. Seguono dieci anni di tassi a zero e crescita del debito incontrollata che non riescono a dare impulso all’economia. I tassi a zero e le emissioni monetarie finiscono nella finanza iper-speculativa. Chiunque si può indebitare per comprare azioni e scommettere nel mondo dei derivati. La bolla si gonfia in modo preoccupante. Settembre 2019 – La cuccagna sembra finire da un momento all’altro: la Banca Regolamenti Internazionali lancia l’allarme: qui scoppia tutto. Il 18 ottobre 2019 a New York andava in scena l’Event 201. I big del mondo si riuniscono per una simulazione che nel giro di poche settimane sarebbe diventata reale: le prove generali di un’epidemia di un nuovo coronavirus zoonotico trasmesso dai pipistrelli ai maiali alle persone.
-
Paltrinieri: l’Italia risorga, sarà lei a battere il Deep State
«Altro che paese a rischio, l’Italia è una corazzata. Come ben detto da Banca d’Italia, fra denaro, titoli e asset fisici, il popolo italiano (non le banche) detiene 10.000 miliardi di euro di risparmi, 4 volte tanto il famigerato debito pubblico. Gli altri paesi sono messi al contrario: debito pubblico più basso ma cittadini super-indebitati. Quindi, per distruggerla bisogna portarla a uno stato di impoverimento pari a quello in cui, durante il regime fascista, la gente andava a donare le fedi per la patria. E l’unica maniera per contrastare questo disegno è rifondare tutto sulla base dell’unico collante esistente, lo spirito cattolico». Non usa mezze misure, Flavio Robert Paltrinieri, italoamericano, una vita da imprenditore e a capo di diverse società nel mondo e anche parte della task-force internazionale che vuole far rinascere la Democrazia Cristiana come una nuova Dc. E ci rivela la malattia e la cura, ovvero il disegno in atto da parte del cosiddetto Deep State e la maniera per smontarlo. Soprattutto, ci rivela che non sono gli Usa il simbolo del mondo libero che va distrutto, ma l’Italia. Ma cos’è, esattamente, il Deep State? E quando è iniziato lo strapotere della finanza internazionale?
-
Pinotti: siamo controllati da alieni, i governi lo ammettano
«Se si ammettesse che il potere terrestre discende da quello extraterrestre, tutti i governi del pianeta crollerebbero: non avrebbero più ragion d’essere». Lo sostiene Roberto Pinotti, uno degli ufologi più famosi al mondo, fondatore dell’italiano Centro Ufologico Nazionale. Giornalista scientifico, Pinotti vanta un curriculum invidiabile: è stato collaboratore dell’aeronautica militare, dei carabinieri e dei servizi segreti italiani, che lo ingaggiarono per analizzare gli “incontri ravvicinati del terzo tipo”, mantenuti top secret, tra esseri umani e alieni sbarcati in Italia alla fine degli anni Settanta. Autore di besteller tradotti in tutto il mondo, Pinotti ha avuto l’onore di partecipare ai lavori del celebre programma americano Seti, che ricerca l’intelligenza extraterrestre, tracciando un suggestivo parallelo tra gli Ufo e i Vimana, cioè le “antiche astronavi” descritte nella letteratura tradizionale indiana del primo millennio avanti Cristo. «Siamo di fronte a evidenze che non si possono più eludere», ha ripetuto. La verità di Pinotti, contrastata per mezzo secolo dal mainstream e dai più ostinati “negazionisti” (su tutti Piero Angela, in Italia), è stata clamorosamente confermata nell’autunno 2019 dalla Us Navy e poi dal Pentagono: «Gli Ufo esistono, e i nostri piloti li avvistano continuamente». Manca solo l’ammissione finale, la cosiddetta “disclosure”: i poteri al di sopra dei governi sono in contatto, da sempre, con forze extraterrestri?Proprio per richiedere ufficialmente questa ammissione definitiva, è stato appena creato un comitato internazionale di specialisti: Pinotti, che ne è il presidente, lo ha annunciato il 1° agosto in una video-chat su Facebook con Giorgio Di Salvo, sul gruppo “Life New”. Il pensiero di Pinotti è riassunto nel volume “I signori del mondo”, uscito nel 2018 per Verdechiaro con la collaborazione di Nexus. «Due editori minori – spiega Pinotti – ai quali mi sono rivolto dopo che i grandi editori che hanno sempre pubblicato i miei libri, a partire da Mondadori, mi avevano gentilmente “suggerito”, per la prima volta, di attenuare alcuni contenuti, considerati imbarazzanti». Il libro illustra una sorta di confronto silenzioso fra due fronti opposti di extraterrestri: i “buoni”, tesi ad elevare e a far progredire in positivo l’umanità, e quelli che invece hanno cercato (e tuttora cercano) di dominare e sfruttare sistematicamente il “gregge umano”. «Oggi – si legge in una nota editoriale – la scienza ci conferma che sulla Terra il fenomeno “vita” è stato “importato” dallo spazio cosmico, ma da tempo si ipotizza che la nascita dell’homo sapiens non sia dovuta solo a una naturale “mutazione” genetica di una qualche specie di ominidi, bensì ad una ibridazione mirata e indotta». Provocata da chi?«Tradizioni e mitologie – spiega Pinotti – ci parlano di superiori esseri “divini” provenienti dal cielo, interagenti con i nostri progenitori fino al punto di copulare con le femmine umane». È la “teogamia”, dai miti greci alla tradizione veterotestamentaria giudaico-cristiana relativa agli “angeli caduti”: quei “figli di Dio” ribelli, a cui le “figlie degli uomini” avrebbero dato una discendenza destinata a dominare l’umanità con la sopraffazione: e la loro nefasta influenza perdurerebbe tuttora. Gli dei e gli “angeli” protagonisti della biblica e cosmica “Grande Guerra nel Cielo” sono gli extraterrestri di oggi? Sono sempre loro, a manifestarsi, monitorandoci dalle astronavi senza però interferire nella nostra evoluzione? Se è così, la domanda è: «Quanti oggi negano e occultano tale scomoda e destabilizzante ma liberatoria realtà, dividendosi situazioni e ruoli di potere nel mondo per dominare il “gregge umano”, sono da collegarsi agli sconfitti e angelici “caduti” e alla loro progenie, che ieri come oggi (silenziosamente, e con una segreta linea di sangue) perseguirebbe lucidamente lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo?». Forse, scrive Pinotti, dietro l’odierno progetto di Nuovo Ordine Mondiale si cela un remoto e ancora attuale conflitto fra Cielo e Terra.“I signori del mondo” esplora anche agli enigmi e gli anacronismi storico-archeologici del passato, che alimentano la teoria della “paleoastronautica”. Contestando «il fallace mito di una globalizzazione forsennata e iniqua», l’autore si interroga «sulle possibili origini remote della logica dello sfruttamento del “gregge umano”». In altre parole: la Terra sarebbe una sorta di pianeta-carcere, nel quale sarebbero stati confinati gli “angeli” sconfitti. «Ne parla anche l’Apocalisse di Giovanni, alludendo alla popolazione celeste battuta dallo schieramento capeggiato dall’arcangelo Michele». Se un autore come Mauro Biglino – a lungo traduttore della Bibbia per le vaticane Edizioni San Paolo – è spesso contestato per aver evidenziato le tracce di quegli “antichi astronauti” persino nell’Antico Testamento, Pinotti taglia corto: il racconto biblico è semplicemente allienato a tutte le altre tradizioni e letterature antiche, spesso considerate “sacre”, che rievocano invariabilmente la stessa vicenda. Ovvero: la colonizzazione dalla Terra da parte di forze extraterrestri, poi chiamate “divinità”, e la sostanziale “fabbricazione” per via genetica dell’homo sapiens, attraverso un’improvvisa accelerazione non spiegabile con l’evoluzionismo darwiniano.Se la “paleoastronautica” è un terreno oggi felicemente battuto dalla ricerca scientifica più coraggiosa, a caccia di conferme nonostante il muro di silenzio finora opposto dall’ufficialità (parlano da soli saggi come “Scoperte archeologiche non autorizzate” dell’italiano Marco Pizzuti, già ufficiale dell’esercito), è come se l’ufologia – di cui Pinotti è stato un pioniere riconosciuto a livello internazionale – si fosse assunta il compito di “unire i puntini”, svelando che gli “alieni” odierni non sono altro che gli “dei” antichi: entità che, come allora, condizionano il “gregge umano”. «Per essere efficamente esercitato – sostiene Pinotti – il loro potere non può basarsi sulla sola obbedienza dei vari governi, perché i politici restano in carica per pochi anni». L’ufologo punta quindi il dito sul cosiddetto Deep State, cioè la “sovragestione” che coordina i cosiddetti “poteri forti”, economico-finanziari ma anche militari e tecnocratici, a partire dalle longeve burocrazie statali. Un network internazionale, capace di imporre qualsiasi volere: lo si vede benissimo oggi, con i governi rassegnati a eseguire le direttive sanitarie prescritte per il coronavirus. La scommessa – di Pinotti, e non solo – è che crolli quella che viene descritta come una secolare, millenaria cortina di silenzio sul fenomeno da cui avrebbe origine la stessa umanità, e che le religioni hanno velato con i loro contenuti mistici. Siamo dunque a un passo dalla “disclosure”? Sarebbe una rivelazione più che sconvolgente, in grado di destabilizzare qualsiasi potere terrestre, screditandolo e delegittimandolo: è questo, che teme, l’opaco network mondiale che oggi sembra fare di tutto per incatenare l’umanità alla paura del virus?«Se si ammettesse che il potere terrestre discende da quello extraterrestre, tutti i governi del pianeta crollerebbero: non avrebbero più ragion d’essere». Lo sostiene Roberto Pinotti, uno degli ufologi più famosi al mondo, fondatore dell’italiano Centro Ufologico Nazionale. Giornalista scientifico, Pinotti vanta un curriculum invidiabile: è stato collaboratore dell’aeronautica militare, dei carabinieri e dei servizi segreti italiani, che lo ingaggiarono per analizzare gli “incontri ravvicinati del terzo tipo”, mantenuti top secret, tra esseri umani e alieni sbarcati in Italia alla fine degli anni Settanta. Autore di besteller tradotti in tutto il mondo, Pinotti ha avuto l’onore di partecipare ai lavori del celebre programma americano Seti, che ricerca l’intelligenza extraterrestre, tracciando un suggestivo parallelo tra gli Ufo e i Vimana, cioè le “antiche astronavi” descritte nella letteratura tradizionale indiana del primo millennio avanti Cristo. «Siamo di fronte a evidenze che non si possono più eludere», ha ripetuto. La verità di Pinotti, contrastata per mezzo secolo dal mainstream e dai più ostinati “negazionisti” (su tutti Piero Angela, in Italia), è stata clamorosamente confermata nell’autunno 2019 dalla Us Navy e poi dal Pentagono: «Gli Ufo esistono, e i nostri piloti li avvistano continuamente». Manca solo l’ammissione finale, la cosiddetta “disclosure”: i poteri al di sopra dei governi sono in contatto, da sempre, con forze extraterrestri?
-
Silverstein: è stato Israele a bombardare il porto di Beirut
Israele ha fatto esplodere un deposito di munizioni di Hezbollah nel porto di Beirut. Ma non sapendo che un deposito vicino conteneva un’enorme quantità di nitrato di ammonio, sopraffatto dalle dimensioni della carneficina e della distruzione, il governo ha immediatamente negato il proprio coinvolgimento – ancor prima che qualcuno in Libano incolpasse Israele. Una fonte israeliana altamente informata mi ha detto, in via confidenziale, che Israele ha causato la massiccia esplosione nel porto di Beirut che ha ucciso oltre 100 persone e ne ha ferite migliaia. Il bombardamento ha anche praticamente raso al suolo il porto stesso e causato danni ingenti in tutta la città. Israele aveva preso di mira un deposito di armi di Hezbollah nel porto e aveva pianificato di distruggerlo con un dispositivo esplosivo. Tragicamente, l’intelligence israeliana non è stata sufficientemente diligente, perché non sapeva (o se lo sapevao, non gliene importava) che c’erano 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio in un magazzino proprio lì accanto. L’esplosione del deposito di armi ha incendiato il magazzino accanto, provocando la catastrofe che ne è derivata.Ovviamente è inconcepibile che gli agenti israeliani non si siano curati di appurare tutto ciò che riguardava il loro obiettivo, incluso ciò che si trovava nelle immediate vicinanze. La tragedia che Israele ha provocato è un crimine di guerra di immensa grandezza. La Corte Penale Internazionale ha già stabilito di indagare su Israele per i crimini di guerra commessi a Gaza nel 2014 durante Protective Edge. Ora, immagino che amplierà la portata delle indagini, includendo il criminale massacro, causato da negligenza, del 4 agosto. Sebbene Israele abbia regolarmente attaccato Hezbollah e depositi e convogli di armi iraniani in Siria, raramente ha intrapreso attacchi così sfacciati all’interno del Libano. Questo attacco nella capitale del paese segna un’escalation maggiore. La pura incoscienza di questa operazione è sorprendente. Un’operazione di questo tipo può avvenire solo in mezzo a disfunzioni politiche interne. Bibi (Natanyahu) è alle corde, e cerca disperatamente di cambiare argomento. Quando i suoi ufficiali dell’intelligence gli hanno portato il piano, probabilmente si è fregato le mani con gioia e ha detto: «Vai!».L’intelligence israeliana era naturalmente pronta a soddisfare il capo, e probabilmente ha “smussato” gli angoli per portare a termine l’attacco. Quando nessuno al volante dice “stop”, la barca colpisce un iceberg e affonda. Questo è probabilmente quello che è successo in questo caso. L’attentato israeliano ne richiama alla memoria altri simili, orchestrati dai suoi agenti a Beirut nel periodo precedente e successivo all’invasione del 1982. Il libro di Ronen Bergman sugli omicidi del Mossad, come pure Remy Brulin, hanno documentato molteplici attentati israeliani, durante questo periodo, che hanno provocato molte morti e distruzioni ai danni della popolazione civile della città. In questo caso, il danno è stato accidentale, ma questo non sarà di conforto per le migliaia di abitanti di Beirut, le cui vite sono diventate un inferno vivente a causa di questo crimine israeliano. Per inciso, l’ex membro della Knesset per il Likud, Moshe Feiglin, ha twittato una citazione della Bibbia sul disastro: «Non ci sono mai stati giorni così grandi in Israele come il 15 di Av [il giorno dell'attentato] e lo Yom Kippur».Certo, mi duole ammettere che il presidente Trump aveva ragione nella sua affermazione che l’esplosione è stata «un attacco terribile», e che l’informazione gli era stata trasmessa dai «suoi generali». In questo caso, avevano ragione loro. Potrebbero (e dovrebbero) esserci ripercussioni politiche interne, per questo disastro. Quando Netanyahu ha approvato l’attacco, è divenuto responsabile delle conseguenze. Nel 1982, una commissione d’inchiesta trovò Ariel Sharon colpevole dell’invasione del Libano e del massacro di Sabra e Shatila. Fu mandato in esilio politico per un decennio. Per lo meno, questo dovrebbe escludere Bibi dal guidare il paese. Questo sarebbe il risultato in qualsiasi nazione democratica in cui il leader fosse ritenuto responsabile dei suoi fallimenti. Ma ahimè, Israele non è un paese del genere, e Bibi sembra sempre riuscire a sottrarsi alle responsabilità per i suoi errori. La differenza adesso è che il leader israeliano è già sotto pressione, a causa della disastrosa risposta del suo governo al Covid-19 e dell’incombente processo per corruzione, con tre capi d’accusa. Questo potrebbe essere il punto di svolta.Normalmente, gli israeliani non batterebbero ciglio di fronte a un simile massacro. Sono affascinati dalla sofferenza che infliggono ai loro vicini arabi. Ma data la decrescente popolarità di Netanyahu, questo accadimento potrebbe accelerarne la fine. Israele non avrebbe potuto scegliere un momento peggiore per infliggere tale sofferenza al Libano. Il paese è in profonda crisi economica. Le aziende falliscono, le persone non hanno nulla da mangiare, i politici litigano e si incolpano a vicenda, mentre non fanno nulla. Il Libano è come un cestino da basket. La sofferenza è ovunque. C’è poco interesse da parte dei suoi fratelli arabi, come l’Arabia Saudita, ad andare in suo aiuto. Se un paese non aveva bisogno di questa tragedia aggiuntiva, questo è il Libano. Ma ecco qui: Israele non sembra avere alcun senso di vergogna o moderazione quando si tratta di infliggere dolore ai suoi vicini. Naturalmente ci saranno degli scettici, persone che non crederanno alla mia fonte. Ma a loro faccio notare due evidenze.Di solito, se Israele ha intrapreso con successo un attacco terroristico (come quelli contro l’Iran), o rifiuterà di commentare, oppure una figura militare o politica di alto livello dirà qualcosa del genere: «Noi rifiutiamo di commentare, ma intanto qualcuno ha fatto un favore al mondo». In questo caso, Israele ha immediatamente negato ogni responsabilità. Perfino Hezbollah avrebbe detto che Israele non aveva causato il danno (probabilmente per proteggersi dall’inevitabile colpa di aver conservato le sue armi accanto a un edificio pieno di materiale esplosivo). Il secondo segnale rivelatore è che Israele non offre mai aiuti umanitari ai suoi vicini arabi. Durante la guerra civile siriana, l’unico gruppo a cui Israele offrì assistenza umanitaria furono i suoi alleati islamisti anti-Assad. Israele non ha mai offerto aiuti del genere in Libano, fino ad oggi. Ha invece causato decenni di morte e distruzione. Farlo ora è degno della sua faccia tosta.(Richard Silverstein, “Israele ha bombardato Beirut”, dal blog di Silverstein del 4 agosto 2020; post tradotto e ripreso l’indomani da Paola Di Lullo su “L’Antidiplomatico”. Silverstein, giornalista e blogger ebreo-americano, si definisce un «sionista progressista (critico)» che sostiene un «ritiro israeliano ai confini pre-67 e un accordo di pace internazionalmente garantito con i palestinesi». La stessa di Lullo segnala tre indizi: un video postato da “Repubblica”, in cui si vede un oggetto volante nero che lascia la zona, e i sospetti dell’esperto Danilo Coppe, intervistato dal “Corriere della Sera” e da “Fanpage”).Israele ha fatto esplodere un deposito di munizioni di Hezbollah nel porto di Beirut. Ma non sapendo che un deposito vicino conteneva un’enorme quantità di nitrato di ammonio, sopraffatto dalle dimensioni della carneficina e della distruzione, il governo ha immediatamente negato il proprio coinvolgimento – ancor prima che qualcuno in Libano incolpasse Israele. Una fonte israeliana altamente informata mi ha detto, in via confidenziale, che Israele ha causato la massiccia esplosione nel porto di Beirut che ha ucciso oltre 100 persone e ne ha ferite migliaia. Il bombardamento ha anche praticamente raso al suolo il porto stesso e causato danni ingenti in tutta la città. Israele aveva preso di mira un deposito di armi di Hezbollah nel porto e aveva pianificato di distruggerlo con un dispositivo esplosivo. Tragicamente, l’intelligence israeliana non è stata sufficientemente diligente, perché non sapeva (o se lo sapevano, non gliene importava) che c’erano 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio in un magazzino proprio lì accanto. L’esplosione del deposito di armi ha incendiato il magazzino accanto, provocando la catastrofe che ne è derivata.
-
Bizzi: Conte cede sui segreti-Covid dopo la strage a Beirut
Svolta clamorosa nel caso del segreto di Stato posto dal governo sulle relazioni del Comitato Tecnico-Scientifico sull’epidemia da coronavirus: Palazzo Chigi ha infatti appena comunicato alla Fondazione Einaudi, che si era fatta carico della battaglia legale per rendere pubblico il contenuto della documentazione, la desecretazione dei dossier. Dopo il gravissimo e criminale attacco con droni e missile con testata termobarica su Beirut, scrive Nicola Bizzi sulla sua pagina Facebook il 5 agosto, ecco «un’interessante “svolta” nella giunta golpista italiota: questa mattina Conte afferma “Mai più lockdown”, Speranza nega la volontà del governo di imporre l’obbligo vaccinale e, ciliegina sulla torta, domani verranno desecretati i famigerati verbali del sedicente Comitato Tecnico-Scientifico. E, dalla Germania, un sospetto silenzio: nessuna nuova sentenza della Corte Costituzionale, che oggi doveva esprimersi su una decisione storica sulla sopravvivenza dell’euro. Si stanno rimescolando le carte sul tavolo molto velocemente». Quanto all’attentato in Libano, Bizzi – storico e editore di Aurora Boreale – ha le idee chiare: «L’attacco era stato annunciato cinque giorni fa dal ministro della difesa israeliano ed è stato ufficialmente rivendicato oggi per ben due volte da Netanyahu». Sincronicità: Israele, la Germania, Conte e il Covid. Tutto si tiene?Il Tar, ricorda il “Tempo”, aveva ordinato al governo di pubblicare tutti i dossier segreti, in base ai quali era stato deciso il lockdown all”italiana (severissimo, ma scattato in ritardo e deciso sulla base di dati controversi). La presidenza del Consiglio, però, aveva fatto ricorso al Consiglio di Stato per bloccare tutto, adducendo motivi di ordine pubblico. Il 5 agosto, poi, si è appreso che il Copasir aveva chiesto al governo di visionare le carte, mentre al Senato era andato in scena un pesantissimo intervento del capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, che ha chiesto a muso duro cosa avesse da nascondere il governo. A dare l’annuncio della svolta è stata, attraverso Twitter, la stessa Fondazione Einaudi: «Pochi minuti fa – ha cinguettato alle 21.45 – i nostri avvocati Rocco Todero, Andrea Pruitic ed Enzo Palumbo hanno hanno ricevuto la comunicazione da parte del governo della desecretazione dei verbali del Cts. Ringraziamo per la sensibilità dimostrata dalla presidenza del Consiglio». Ora, naturalmente, aumenta la curiosità per il contenuto delle carte. Curiosità che, scrive sempre il “Tempo”, dovrebbe essere soddisfatta nelle prossime ore, quando – a quanto si apprende – proprio la Fondazione Einaudi dovrebbe pubblicare tutti gli incartamenti.«Non credo che possano desecretare documenti falsi o parzialmente falsificati», scrive Bizzi, su Facebook. «Se Conte ha ceduto, significa che i documenti sono già nelle mani dei servizi. Bisogna però vedere se li renderanno noti tutti». Cosa sta succedendo? «A Bruxelles, nel covo delle vipere, iniziano a rivoltarsi contro la sceneggiata “pandemica”», sostiene Bizzi. «Per quanto l’Unione Europea sia marcia e in mano a una cricca di criminali, non è stata l’artefice di questo tentativo di golpe mondiale: anzi, ne è rimasta decisamente spiazzata, anche se nei primi mesi ha sostenuto la cosa». Adesso, aggiunge Bizzi, i burocrati della Commissione Europea (dietro i quali agiscono «organizzazioni sovranazionali molto potenti, ma che perseguono fini diversi da quelli che hanno scatenato e inscenato la “pandemia”») temono il collasso dell’Unione e la fine dell’euro. «Stanno quindi facendo pressione sugli Stati membri per l’uscita da ogni “emergenza”: hanno infatti impedito il tentativo di un nuovo lockdown in Catalogna e stanno facendo emergere (seppur gradualmente e con cautela) le prove dell’inganno».Per Bizzi, si tratta di una guerra nelle alte sfere: «L’Italia era stata scelta come nazione-pilota per questo golpe mondiale, ed è per questo che la sceneggiata, qui, fino ad oggi ha retto molto più che in altri paesi. Mi auguro che adesso gli cada tutto addosso», conclude lo storico, secondo cui «tutto è talmente evidente, che chi non ci arriva ha gli occhi foderati di prosciutto». Il riferimento alla Suprema Corte tedesca è evidente: l’élite ordoliberista della Germania aveva ispirato la sentenza in cui, mesi fa, i giudici chiedevano al Parlamento di Berlino di opporsi alla Bce, impedendo a Christine Lagarde di assistere finanziariamente i paesi più in difficoltà dopo il lockdown (uno su tutti, l’Italia). Ora la stessa Germania, letteralmente travolta dalle proteste – un milione di manifestanti, a Berlino, contro un eventuale nuovo lockdown – frena anche sulle sanzioni all’Italia? E’ singolare, annota Bizzi, che sul segreto di Stato il governo Conte faccia retromarcia nel giro di poche ore, dopo lo spaventoso attentato di Beirut, in apparenza lontano: come se si cominciasse a prendere le distanze dai metodi della “regia occulta” dei grandi eventi, nel caso esistesse un collegamento tra i sovragestori del virus e quelli del terrorismo stragista.Non va dimenticato che proprio Israele – che a gennaio festeggiò l’omicidio a Baghdad del generale iraniano Qasem Soleimani, eroe della lotta contro l’Isis in Siria – è stato accusato da più parti di aver segretamente sostenuto le armate di tagliagole capeggiate da Abu Bakr Al-Baghdadi, poi bombardate da Putin con il consenso di Trump. Cessata l’emergenza Isis, è scattato l’allarme coronavirus, che ha letteralmente travolto l’Italia, prona ai diktat dell’Oms esercitati dagli alti burocrati inseriti nel governo Conte. La Casa Bianca ha reagito prima negando il proprio contributo economico all’Organizzazione Mondiale della Sanità, dominata dalla Cina e largamente finanziata da Bill Gates, e poi addirittura ritirando gli Stati Uniti dall’organizzazione sanitaria delle Nazioni Unite. Due gli scenari sotto osservazione: l’Italia beffata dal Recovery Fund e costretta a un autunno di crisi senza precedenti, a causa del perdurante rigore Ue, e dall’altra parte dell’Atlantico la corsa per le presidenziali americane, con Trump avverso al “partito del rigore sotto forma di coronavirus”. La lettura di Bizzi – l’Europa ora evita di dare il colpo di grazia all’Italia, dopo l’attentato a Beirut (e Conte ne trae le conseguenze, smentendo la sua linea di intransigenza sul segreto di Stato) – suggerisce che tutti questi eventi siano collegati tra loro, e che sia in atto una guerra tra due schieramenti: quello democratico starebbe “rimontando” su quello dittatoriale, che finora ha imbrigliato l’Italia sprofondandola nella paura e nel disastro economico.Svolta clamorosa nel caso del segreto di Stato posto dal governo sulle relazioni del Comitato Tecnico-Scientifico sull’epidemia da coronavirus: Palazzo Chigi ha infatti appena comunicato alla Fondazione Einaudi, che si era fatta carico della battaglia legale per rendere pubblico il contenuto della documentazione, la desecretazione dei dossier. Dopo il gravissimo e criminale attacco con droni e missile con testata termobarica su Beirut, scrive Nicola Bizzi sulla sua pagina Facebook il 5 agosto, ecco «un’interessante “svolta” nella giunta golpista italiota: questa mattina Conte afferma “Mai più lockdown”, Speranza nega la volontà del governo di imporre l’obbligo vaccinale e, ciliegina sulla torta, domani verranno desecretati i famigerati verbali del sedicente Comitato Tecnico-Scientifico. E, dalla Germania, un sospetto silenzio: nessuna nuova sentenza della Corte Costituzionale, che oggi doveva esprimersi su una decisione storica sulla sopravvivenza dell’euro. Si stanno rimescolando le carte sul tavolo molto velocemente». Quanto all’attentato in Libano, Bizzi – storico e editore di Aurora Boreale – ha le idee chiare: «L’attacco era stato annunciato cinque giorni fa dal ministro della difesa israeliano ed è stato ufficialmente rivendicato oggi per ben due volte da Netanyahu». Sincronicità: Israele, la Germania, Conte e il Covid. Tutto si tiene?