Archivio del Tag ‘guerra’
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Rischio guerra, i francesi si preparano a lasciare Israele
La Francia si prepara ad evacuare da Israele i propri connazionali in vista di una imminente escalation militare contro l’Iran. La notizia proviene dal giornale transalpino “La Tribune”, che anticipa le possibili mosse del governo Hollande per proteggere i 200.000 francesi che vivono nello Stato ebraico. «La diplomazia francese – scrive Corrado Belli nel blog “MenteReale” – ha da tempo calcolato uno scenario in cui lo Israele potrebbe attaccare l’Iran anche senza il benestare degli Usa». Parigi avrebbe quindi predisposto un piano per l’evacuazione dei francesi, chiedendo al governo israeliano di tenerli informati su quando scatterà “l’ora X”. Una task force ha già preparato lo scenario e individuato i punti strategici da cui allontanare i cittadini francesi nel caso di una risposta missilistica iraniana ad un eventuale attacco delle forze di Tel Aviv.
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Insostenibile: un chilo di carne vale due quintali di verdura
Il consumo di proteine animali, nel mondo, cresce costantemente. Tanto che, secondo alcuni, questo fenomeno sta aiutando la specie umana ad andare più rapidamente verso la sua autodistruzione. A questo fenomeno, in effetti, sono legati i più gravi problemi ambientali, economici e politici del pianeta: le emissioni di gas climalteranti e l’effetto serra, le guerre per il controllo delle fonti energetiche fossili, la progressiva penuria di un bene indispensabile per la vita come l’acqua, molte forme di inquinamento chimico, la diminuzione di fertilità dei suoli, la perdita della biodiversità, le sempre maggiori sperequazioni tra il 20 per cento dell’umanità che si suicida per eccessivo consumo di cibi sempre meno sani e il 20% privo del necessario per sopravvivere.
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Georgia, la disfatta del regime osannato dai philosophes
Quando nel 2004 l’attuale presidente della Georgia vinse le elezioni aveva 34 anni ed era presentato come una stella nell’oscurità di un presente delle ex repubbliche sovietiche che ancora oggi sono in gran parte rette dagli stessi ex leader comunisti che le controllavano allora. Ancora più significativo che la novità si verificasse nel paese che con l’Azerbaijan costituisce il confine della Russia con il Caucaso e che confina direttamente con la Cecenia, che per anni ha alimentato il nazionalismo russo con la sua resistenza a una delle repressioni più brutali del nuovo millennio. Mentre la Cecenia è stata regalata dai russi a un satrapo locale che ne ha fatto una repubblica islamica simile a un porto franco in cambio dell’eliminazione dei “terroristi”, quei ceceni che si erano ribellati Mosca e che sono stati sterminati insieme a una buona parte della popolazione.
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Giulietto Chiesa: come difendersi dal declino che ci aspetta
A sinistra l’ideologia della crescita, con tutti i suoi corollari, è entrata come il burro, trasmigrando dalla crescita socialista dei piani quinquennali alla crescita infinita del capitalismo totale. Non vedono la necessità di fare i conti con i “limiti allo sviluppo”. Cambiare i consumi, senza ridurli, diventerà presto praticamente impossibile. O si dimostra che questa affermazione è errata, oppure si deve affrontare la questione della decrescita. Non è soltanto una economia in crescita geometrica ad essere insostenibile, comunque la si voglia presentare. Anche un’economia stazionaria, a crescita zero, è comunque insostenibile alla lunga. Anch’essa porta, sebbene più lentamente, al confine con i limiti. Puntare a un’economia stazionaria equivale a condannare a morte il capitalismo come lo conosciamo oggi. Infatti non c’è capitalismo che non cresce e un capitalismo a crescita zero è una contraddizione in termini. Eppure nemmeno essa sarà sufficiente a evitare una catastrofe strategica.
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Sogni spezzati dai manganelli: la gioventù è fuorilegge
Per tutta la giornata ieri, continuavo a guardare le foto orrende di quei teenagers picchiati dalla polizia nei cortei organizzati in varie città italiane. Pensavo al sangue, alla brutalità di un corpo trascinato sull’asfalto e a volti impauriti di fronte ai manganelli. E pensavo ai miei nipoti. E a me e mio fratello e ai nostri, tanti, pacifici cortei. E pensavo alla Diaz. Alla vergogna in mondovisione di un paese che, dopo quella vergogna, dovrebbe avvertire una certa difficoltà nel definirsi civile. Pensavo che senza pene adeguate e senza responsabilità politiche i fatti della Diaz, il sangue innocente, i manganelli, i calci in faccia, le umiliazioni e la violenza sembrano quasi “cose da niente”, cose che si possono ripetere, restando innocenti, nascosti sotto caschi e dietro scudi come se si fosse in guerra. E il nemico ha quindici anni ed è smilzo e forse ha ancora qualche brufolo sul viso.
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«Gheddafi ucciso dai francesi, glielo consegnò Assad»
Assassinare Muhammar Gheddafi, per evitare che – una volta catturato – potesse svelare dettagli imbarazzanti sul sostegno libico nell’elezione di Nicolas Sarkozy. A sparare il colpo di pistola che ha ucciso Gheddafi il 20 ottobre 2011 alle porte della sua roccaforte, Sirte, sarebbe stato un agente straniero francese, aiutato dai siriani in cambio dell’alleggerimento delle pressioni internazionali su Damasco. Il dubbio che la morte del colonnello non sia avvenuta per mano di un guerrigliero locale, ma per l’intervento diretto di un commando-killer della Nato circola da tempo, in Libia. La conferma viene ora da uno dei politici-chiave del cambio di regime in Libia, Mahmoud Jibril, già a capo del Cnt, il Consiglio Nazionale di Transizione. Riprendendo l’intervista di Jibril, rilasciata il 29 settembre 2012 al Cairo, il “Corriere della Sera” riporta nuovi particolari che confermano in parte quanto rivelato appena pochi giorni dopo la morte di Gheddafi da un altro quotidiano italiano, “Il Giornale”.
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Barnard: politica della carenza, dobbiamo tornare sudditi
Ci stanno uccidendo, deliberatamente: quella che sembra una crisi accidentale, Paolo Barnard la definisce “politica della carenza”. Un piano prestabilito: con nomi e cognomi, mandanti, moventi, procedure concordate. «Parlo di ciò che colpisce al cuore i diritti umani e la dignità umana riscattati dopo 5.000 anni di abietta schiavitù in Europa». Incredibile ma vero. Peccato che le “sentinelle” dell’Occidente, gli intellettuali, non lo vogliano ammettere: la stragrande maggioranza di loro «sceglie di ignorare gli aspetti più micidiali della recente evoluzione storico-economica europea per un motivo che non è sempre convenienza o asservimento a un potere, ma è qualcosa di molto più umano: terrore». Molti studiosi «si fanno prendere dal panico», causato dal fatto che in effetti «le cose stanno veramente come noi diciamo». Loro non sono equipaggiati per affrontarle, e la violenza della loro reazione – siamo complottisti, pagliacci, prezzolati, dementi – è proporzionale a quel terrore».
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Caro-benzina, allo Stato quasi 25 miliardi in otto mesi
Indovinello: se il petrolio costa in euro come all’inizio dell’anno, ma benzina e gasolio si pagano il 20% in più, chi sta incassando la differenza? Aiutino: non sono i benzinai e, almeno questa volta, neppure i petrolieri. A prendersi tutto il banco è lo Stato. Che, come ha calcolato il centro studi “Promotor”, dalla tassazione sui carburanti ha incamerato 24 miliardi e mezzo di euro nei primi otto mesi del 2012, ben 3,6 miliardi in più rispetto allo stesso periodo del 2011. Tanto hanno fruttato i tantissimi balzelli che ancora gravano sui carburanti. In tutto sono 14 accise, che vanno da quelle tuttora in vigore per la remota guerra in Abissinia, fino al disastro del Vajont e alla crisi di Suez. A queste si aggiungono le più recenti, motivate con “l’emergenza” immigrazione o l’alluvione delle Cinque Terre. Poi c’è l’Iva al 21%, che si applica sia sul prezzo industriale che sulle stesse accise, diventando in pratica una tassa sulla tassa.
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Iran, vigilia di guerra: imminente l’attacco di Israele?
L’Iran minaccia fuoco e fiamme in caso di aggressione da parte di Israele, e arriva addirittura a parlare di attacco preventivo contro il blitz che Tel Aviv starebbe preparando: quasi come se Teheran volesse “avvertire” Washington dell’esistenza di piani segreti del Mossad, per un’escalation ormai imminente. Steve Pieczenik, l’uomo dei depistaggi sul caso-Moro, annuncia una data: 26 settembre. Secondo l’ex vicesegretario di Stato americano, ancora oggi membro del “Council on Foreign Relations”, Israele attaccherà l’Iran in coincidenza con la festa ebraica dello Yom Kippur, il “giorno dell’espiazione”. «Non ho mai creduto a queste cose – dice Giulietto Chiesa – sebbene di fanatici che fanno cose orribili in speciali ricorrenze sia pieno il mondo in tutte le epoche». Ma, al tempo stesso, «è impossibile non vedere segnali dell’acutizzarsi della tensione».
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No Tav, eresia e orgoglio di una valle in fondo al vento
Vorrei riuscire a scrivere di questo romanzo senza dilungarmi sulla questione del Tav. Del treno ad alta velocità (o capacità) s’è parlato e scritto e la mia posizione contro questo progetto è chiara. D’altronde le ragioni di chi è contro sono esorbitanti rispetto a quelle di chi vuole imporcelo. Un romanzo dovrebbe innanzitutto attenersi a dei parametri letterari, perché se in esso si prende una posizione troppo precisa, a favore o contro un argomento, allora siamo di fronte a un’opera militante che col romanzo (genere letterario che si diffonde con l’avvento del relativismo) ha poco a che vedere. È palese che all’amico Giorgio Cattaneo il Tav non piace, come non piace a me e alle persone che considerano la Valle di Susa qualcosa in più di una zona di passaggio; tuttavia, se il suo romanzo si limitasse ad esprimere un dissenso, tale dissenso potrebbe esprimersi in un ennesimo saggio sull’argomento, o in uno degli innumerevoli instant-book che occupano gli scaffali delle librerie.
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L’Independent: gli Usa sapevano dell’attentato di Bengasi
L’ambasciatore statunitense Chris Stevens sarebbe stato ucciso l’11 settembre nell’assalto al consolato Bengasi, condotto con armi pesanti, per vendicare il “tradimento” degli americani, che in Pakistan hanno assassinato il guerrigliero Mohammed Hassan Qaed, un agente libico di Al-Qaeda. “Abu Yahya al-Libi”, questo il suo nome di battaglia, sarebbe stato “sacrificato” da Washington dopo la fine della guerra contro Gheddafi, nella quale la Nato non ha esitato a impiegare terroristi islamici. Il film contro Maometto che ha incendiato le capitali musulmane sarebbe stato solo un pretesto per scatenare il caos, all’interno del quale è maturato l’attentato, dei cui preparativi – scrive il quotidiano inglese “The Independent” – si sospetta che l’America fosse al corrente. Dettagli inquietanti, sottolinea “Megachip” in una nota, che rivelano «l’imbarazzante alleanza occidentale, nella sporca guerra di Libia, con i peggiori tagliagole».
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Giulietto Chiesa: votare per Obama, un killer al dettaglio
Sento spesso parlare bene, tra i benpensanti di centro-sinistra (una delle categorie più orripilanti e reazionarie tra quelle che affollano i tempi moderni), di Barack Obama. E anch’io, per essere franco, quando rifletto sull’eventualità di una vittoria di uno qualsiasi dei repubblicani in lizza nelle prossime elezioni presidenziali americane, mi sento male. Ragion per cui, a volte, mi chiedo se non sia il caso, sottovoce, di parlare bene anch’io del primo presidente nero d’America, quello che ha preso il premio Nobel per la pace sulla base, veramente senza precedenti storici, dell’ipotesi che – essendo nero – non avrebbe fatto la guerra. Forse l’avevano scambiato per Martin Luther King Jr., e comunque si sono sbagliati di grosso, perché il nostro “abbronzato”, come direbbe lo psiconano, la guerra l’ha fatta, eccome!, ha continuato quelle del predecessore che parlava con Dio, come Mc Kinley, ne ha fatto una propria e si appresta a farne un’altra.