Archivio del Tag ‘green economy’
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Spetta ai ricchi finanziare la decrescita che ci attende
Lavorare tutti. E soprattutto: consumare meno, e meglio. Obiettivo: affrontare la transizione sempre più vicina, visto il collasso mondiale della società della “crescita infinita”. Se la recessione, volenti o nolenti, è già l’orizzonte comune, s’impone una domanda-chiave: come uscire vivi dai rottami planetari del capitalismo finanziario per entrare gradualmente nella società del futuro? Stampare più moneta, rischiando l’inflazione? Puntare sulla green economy? Da sola la riconversione ecologica non basta: se il mercato alza bandiera bianca, serve l’intervento diretto dello Stato. Una rivoluzione fiscale: tassare il patrimonio, non il reddito. E finanziare così la nuova occupazione: lavori socialmente utili, per uscire dalla crisi ed entrare in una nuova era dell’umanità.
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Energia fai da te: unica soluzione per un futuro sicuro
Energie rinnovabili per archiviare nucleare e petrolio? Incentivi o meno, c’è un intoppo tra il dire e il fare: non ci sarà nessuna svolta verso l’energia pulita di massa se il potere economico continuerà a pensare la green economy come scelta strategica per far ripartire la crescita economica. Lo afferma Maurizio Pallante, teorico italiano della decrescita: inutile puntare sulle fonti rinnovabili, se le si pensa come un fattore di continuità e non di cambiamento rispetto a un sistema produttivo ormai al capolinea. La “rivoluzione” verde funzionerà solo se si avrà il coraggio di abbandonare l’attuale sistema. Serve una Perestrojka energetica: fine dei grandi monopoli, per lasciar spazio a migliaia di piccoli impianti autonomi, messi in rete fra loro, come Internet. Da consumatori dobbiamo diventare produttori: di energia a filiera corta.
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Edilizia verde: EcoBuild 2011, per una volta l’Italia c’è
La casa ecologica del futuro? Un “nido d’acqua”: uno spazio fluido, liberamente interpretabile, caratterizzato dall’acqua come materia in movimento. Questa almeno è la filosofia del Water Nest, abitazione costruita interamente con materiali ecocompatibili, emblema della nuova edilizia “verde” italiana. Il made in Italy sarà per una volta protagonista di Ecobuild 2011, la più importante esposizione a livello mondiale dedicata alla bioedilizia ed alle energie rinnovabili. Vetrina della presenza italiana è la casa acquatica: un “involucro abitativo” che, combinando impianti e corpi luce di design dal basso consumo energetico e alimentati da fonti rinnovabili, prova a testimoniare la reattività delle aziende italiane nel combinare bellezza e tecnologia.
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Blowin’ in the wind: basta il vento a dare energia al mondo
The answer, my friend, is blowin’ in the wind: dopo Bob Dylan, a scommettere sul vento per avere una risposta definitiva – in questo caso, sull’energia – è un professore di Harvard. Si chiama Michael McElroy, insegna scienze del pianeta e ha scoperto che la sola forza dell’aria, se adeguatamente sfruttata, sarebbe sufficiente a produrre 42 volte l’energia oggi utilizzata nel mondo. Basterebbe solo attrezzarsi con pale eoliche nei punti giusti della terra: in pole position Russia, Canada e Stati Uniti. Senza dimenticare la Cina: disponendo generatori sullo 0,5% del suo territorio – un’area grande quanto la Francia – il colosso asiatico riuscirebbe a rispondere completamente alla sua nuova, mostruosa fame di energia.
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Petrini: fermiano le ruspe, stop al massacro dell’Italia
Fermare le ruspe, o l’Italia sarà perduta. Parola d’ordine: stop al consumo del territorio. A lanciare l’allarme è Carlo Petrini, fondatore di “Slow Food”: se il cemento divorerà altra terra, avremo un paese devastato e senza più cibo. «Se la terra agricola sparisce, il disastro è alimentare, idrogeologico, ambientale, paesaggistico. E’ come indebitarsi a vita e indebitare i propri figli e nipoti per comprarsi un televisore più grosso: niente di più stupido». Petrini lancia una proposta di riforma: una moratoria nazionale contro il consumo di suolo libero. Un appello che parta dai cittadini, con una raccolta di firme, e sia poi raccolto dal governo. Ora o mai più: perché l’Italia sta già soffocando nel cemento e domani sarà troppo tardi.
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Basta auto: produciamo energia per salvare Fiat e lavoro
Le soluzioni per disinnescare le tensioni sindacali, per creare nuovi posti di lavoro di qualità, per rilanciare la Fiat e, ancor più, per uscire dalla crisi economica esistono già e sono a portata di mano, è solo un problema di volontà politica. Il mercato dell’auto è ormai saturo: in Italia circolano oltre 35 milioni di vetture, è chiaro che il futuro della Fiat non può essere solo nell’auto, che, oltretutto, ha un elevato impatto ambientale e sociale (basti pensare agli incidenti stradali). Occorrono nuove idee, occorre diversificare e percorrere nuove strade.
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Nucleare? Yes, we can. Obama: green economy atomica
Nucleare? Yes we can. Il presidente americano Barack Obama, rompe a sinistra l’ennesimo tabù, e annuncia, dopo uno stop lungo trent’anni, la costruzione di nuove centrali atomiche «sicure e pulite». Una mossa per spingere su lavoro e clima, le due parole chiave con cui Obama e i democratici cercano di risalire la china e recuperare elettori in vista del voto di novembre di medio termine. Per ora l’investimento a favore del nucleare è di otto miliardi di dollari (circa sei miliardi di euro) ma, assicura Obama, «è solo l’inizio», visto che triplicherà questa cifra.
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Cometa denuncia la catastrofe dell’ottimismo
È uscito il secondo numero di “Cometa”- acronimo di Comunicazione, Etica, Ambiente – il trimestrale di critica della comunicazione diretto da Giulietto Chiesa e promosso da Megachip e Pentapolis, in collaborazione con Legambiente. Disponibile nelle librerie Feltrinelli, il nuovo numero approfondisce quella che nel titolo viene definita “la catastrofe dell’ottimismo”, in un’analisi critica e documentata della natura, delle cause, delle cifre, delle vittime e dei carnefici della crisi economica in atto. Presenti tra gli altri saggi di Luciano Gallino e Paolo Cacciari e interviste a Beppe Grillo e Loretta Napoleoni.
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Ecomafie, Lannes sotto tiro: non mollo, dovrete uccidermi
«Non sono un eroe e non temo la morte. Scrivo per passione, per amore della verità. Appartengo a una specie in via di estinzione. Non mollerò mai». Misteri d’Italia, corruzione, speculazioni, eco-mafie. Gianni Lannes, giornalista freelance per quotidiani e periodici e fondatore di “Italia Terra Nostra”, è un reporter sotto tiro: un’auto incendiata a luglio, promesse di morte arrivate via mail e, nei giorni scorsi, l’esplosione della seconda vettura. «Se pensano di intimidirmi così, perdono tempo. Possono soltanto ammazzarmi», dichiara in una lunga intervista concessa ad Antonella Beccaria per il blog “Xaaraan”.
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Clima: addio Copenaghen, Usa e Cina affossano il vertice
Contrordine, colleghi e compagni: il clima non è una priorità. O per meglio dire: sarebbe una priorità, ma mancano solo ventuno giorni alla Conferenza di Copenhagen e metterci d’accordo ormai è impossibile. Tanto vale sancirlo. Così, in un pragmatico abbraccio, Cina e Stati Uniti afflosciano il fondamentale vertice sul clima di dicembre. Lo fanno in separata sede, a Singapore, durante una colazione di lavoro a margine del vertice dell’Apec, l’organizzazione per la cooperazione economica dei paesi affacciati sul Pacifico.
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Stern: meno bistecche, così guariremo il pianeta
Milioni di persone minacciate da tifoni e uragani sempre più aggressivi, civiltà costiere destinate ad affondare negli oceani. Alle Maldive si stanno già attrezzando: nei giorni scorsi il governo è stato convocato sott’acqua, per lanciare un appello al resto del mondo contro il surriscaldamento del pianeta. E se la lotta ai cambiamenti climatici cominciasse nel piatto? Come? Rinunciando alle bistecche.
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Petrella: se la green economy diventa un alibi ipocrita
«I paesi potenti non hanno alcun interesse a modificare le cause strutturali del disastro climatico. Al contrario tutti sembrano ormai convinti, al Nord come al Sud, che la soluzione alla crisi mondiale passi per il rilancio della crescita, dell’economia di mercato, ma di colore verde (automobile verde, energia verde, abitazione verde…)». Lo afferma Riccardo Petrella su “Le Monde Diplomatique”, contestando l’abuso della “green economy”: riconvertire l’industria serve a poco, se non si ferma la crescita che produce emergenze come quella dell’acqua e quella dei rifiuti.