Archivio del Tag ‘governo’
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Sordi: sarà atroce tornare poveri, dopo esser stati ricchi
Sembra che fàmo a gara a chi magna de più, ci bombardano di pubblicità televisiva, che io la vieterei, e tutti a consuma’. Vedi ’ste trattorie, piene di culoni che màgnano? Ma che te magni? Io magno un supplì e me basta. No, dice, siccome tu sei ricco di supplì ne magni dieci. Ah, sì? Allora guarda, io so’ ricco davero, ma non è che quando entro in trattoria, siccome c’ho i soldi, magno tutto quello che c’è. Vedi ‘sto goccetto de vino? Mi basta per essere felice. E invece no, dice, siccome sei ricco te bevi tutta ’a botte. Anzi no, te compri la vigna. Importiamo un sacco di carne anche se sappiamo che ci fa male. Prima la mangiavamo la domenica, ce se faceva il sugo. Adesso il pupo non mangia lo spezzatino, vuole il filetto, e importiamo il filetto. E tutti a spendere. Ma state attenti, non c’è niente di peggio che diventare poveri dopo essere stati ricchi.
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Opposizione non pervenuta: non osa denunciare Bruxelles
Ce lo dice lo spread: per ora, i padroni dell’universo non stringeranno il cappio. Hanno un piano, diverso da quello di Draghi: permettere al governo Napolitano-Letta di “resistere” fino all’autunno, cioè alle elezioni tedesche. Nel frattempo, Enrico “Ponzio Pilato” Letta lavorerà sull’unico punto che trova il pieno accordo di tutto il Palazzo: varare una legge elettorale il più in fretta possibile, che sia peggiore del Porcellum. Obiettivo: impedire a chiunque di insidiare il potere. Tagliando fuori Grillo e, intanto, logorandolo, ovvero «aiutandolo nel compito non difficile in cui è già impegnato: logorare se stesso». Giulietto Chiesa è netto: se l’unica risposta alla crisi è a Bruxelles, Grillo deve “prendere l’aereo” e correre in cerca di alleati, «che ci sono», anziché «limitarsi a controllare i conti del Palazzo», mentre il sistema-Italia sta per saltare in aria e “nonno Napolitano” «resta, armi in pugno, a difendere Maastricht e Lisbona, per portare l’Italia in Grecia (a nuoto)».
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Siamo già in guerra, ma speriamo tocchi prima a loro
C’è una guerra in atto. Terroristi in giacca e cravatta fanno annunci, programmano azioni di carta e mietono vittime. Barclays, Deutsche Bank e Jp Morgan hanno investito massicciamente nel settore delle commodities agricole, negli ultimi anni, per sfidare Goldamn Sachs e Morgan Stanley: queste cinque banche controllano il 70% degli scambi sui prodotti agricoli in tutto il mondo. Dall’oggi al domani, questi terroristi da 800.000 dollari l’anno possono decidere di mandare a puttane 40 milioni di persone in un botto solo, e l’hanno già fatto alltre volte. Milioni di persone, nei paesi poveri, vedono il prezzo dei prodotti alimentari salire alle stelle, e si trovano in crisi senza neanche sapere perché. E la loro crisi non è come la nostra – dove devi rinunciare all’iphone-8 e accontentarti dell’iphone-7 per mandare sms con scritto “viva la mona” – no, la loro crisi è diversa: è che, da un giorno all’altro, non sai se mangerai oppure no.
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Lupi farà la guardia ai cantieri Tav, alla faccia della crisi
Il superministero di Corrado Passera non c’è più. Forse per esigenze di spartizione, forse per presa d’atto dei fallimentari risultati del banchiere prestato alla politica, Enrico Letta torna all’antico, separando sviluppo economico da infrastrutture e trasporti. Sul primo spezzone chiama il sindaco di Padova, Flavio Zanonato, bersaniano per fede politica e anche per riconosciuto pragmatismo. Sul secondo lascia accomodare Maurizio Lupi, 53 anni, uomo di Cl, da sempre vicinissimo a Roberto Formigoni e alla Compagnia delle Opere. La nomina di Lupi caratterizza il governo Letta in modo netto: chiude la strada a ogni ripensamento sulla politica delle grandi opere. L’ex assessore milanese è sempre stato schieratissimo in favore di ogni iniziativa che abbia un significativo contenuto di cemento. Il Tav prima di tutto, ma anche il ponte sullo Stretto di Messina, il Mose di Venezia, strade e autostrade e via elencando.
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Per Bruxelles siamo solo bestiame: fanno zootecnia sociale
Tanto rumore per il solito commissariamento del governo italiano. Si dà grande risalto mediatico al fatto che Pd e Pdl si mettano insieme, per nascondere la vera notizia: «Lo fanno per imporre decisioni prese al di fuori dell’Italia, sebbene si dimostrino rovinose». Ci portano al macello: con metodi di “allevamento” sperimentati precisamente nella zootecnia. Parola di Marco Della Luna, scettico nei confronti del governo Letta per un motivo semplicissimo: «Il potere politico è nelle mani di chi ha le leve macroeconomiche, soprattutto di decidere quanta moneta mettere in circolazione, a chi darla, a che tassi, a che condizioni, e di decidere se e quanto lo Stato possa investire, anche a deficit, per indurre l’attivazione dei fattori di produzione, l’occupazione, la crescita», oltre che «decidere sulla regolazione dei cambi valutari e regolamentare le importazioni di beni, servizi e capitali». Quindi, il conflitto d’interessi «non è tra Pd e Pdl, ma tra chi impone quelle decisioni e la gente che ne subisce gli effetti».
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Barnard: ci stanno portando in Kosovo, schiavi sottopagati
Il peggio dell’economia a senso unico noi ancora non l’abbiamo subito, anche se siamo sul punto di. Il grande esperimento delle “riforme”, del “rigore”, delle Austerità, fu inflitto come “laboratorio”, a partire dal crollo del muro di Berlino, a tutto l’Est europeo. Quando l’impero sovietico crollò nell’arco di pochi mesi, le porte dell’Est europeo si spalancarono ai falchi del Libero Mercato e dietro di esse c’erano masse di miserabili sbandati disposti a lavorare per pochi centesimi, assieme a intere economie da spolpare. Le élite d’Europa e degli Usa non avevano mai sognato nulla del genere. E’ ovvio che non sto dicendo che le dittature comuniste erano in alcun modo raccomandabili, ma lo sfruttamento di quelle genti che seguì il loro crollo è stato moralmente rivoltante. Qui di seguito alcuni dati scientifici, ma poi anche un dato aneddotico che, a mio parere, vale più di qualsiasi librone.
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E dopo l’inciucio i ragli di Renzi: sulla crisi, idee zero
Renzi è andato vicino all’incarico di premier già questa volta, e molti pensano che presto lo diventerà. Ma qual è il fondamento della sua auto candidatura? Vuole guidare l’Italia, verso dove? Riporto dalla sua intervista su “Repubblica” del 22 aprile, Renzi: «Il Pd dica che governo vuole, eviti le formule. La smetta con gli aggettivi e inizi con i sostantivi. Si faccia avanti con le sue idee, e le imponga al nuovo governo». Tito: «Lei ha qualche suggerimento?». Renzi: «Basta con le discussioni tecniche, basta annunciare provvedimenti di legge che poi non si realizzano mai. Bisogna semplificare e sburocratizzare. Nei primi cento giorni di governo si semplifichi la normativa sul lavoro». Tito: «Vuole misure più liberiste?». Renzi: «Io voglio qualcosa che crei più occupati, che consenta ai giovani di trovare lavoro». Se un asino potesse ragliare di economia, non farebbe peggio.
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Barnard: altro che Liberazione, ci vogliono sterminare
Siamo in guerra, ma ufficialmente nessuno ce l’ha detto. Al processo di Norimberga contro la gerarchia nazista, il procuratore generale Benjamin Ferencz sancì che la guerra d’aggressione contro una nazione sovrana sarebbe stato da quel momento considerato «il crimine supremo». Bene, ci risiamo: quello che ci sta accadendo, dice Paolo Barnard, non è altro che «la pianificazione e l’esecuzione di una guerra d’aggressione guidata da Germania e Francia per distruggere nazioni, popoli, economie, e per depredare risorse, esattamente come fu la Seconda Guerra Mondiale». Amaro 25 Aprile: dov’è finita la libertà conquistata col sangue dei partigiani? Se il fiore della Resistenza fu la Costituzione democratica, ora quel documento sta diventando carta straccia. Il nemico si chiama Eurozona: è micidiale, perché priva la repubblica del potere vitale di spesa pubblica a favore dei cittadini. Norme brutali, quelle di Bruxelles, figlie dell’ideologia neoclassica: lo Stato non serve, anzi ostacola il business perché tutela il popolo. Va neutralizzato, svuotato, paralizzato. E amputato del suo potere sovrano fondamentale: la libera creazione di denaro.
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Travaglio: viva Napolitano, e la stampa si copre di ridicolo
Il “Foglio” e “Libero” – il primo in modo spiritoso, il secondo con le mèches – smentiscono quel che abbiamo scritto negli ultimi giorni e di cui facciamo ammenda: cioè che tutti i media siano genuflessi ai piedi di Sua Castità e del suo governissimo. Essi anzi manifestano una sbarazzina tendenza alla critica che rasenta il vilipendio. Per esempio il “Corriere”, che assume la guida dell’opposizione con il commento al vetriolo di Antonio Polito: «Discorso breve, severo ma intriso di commozione: una lezione di virtù repubblicana». E di Paolo Valentino: «Ci sono discorsi che cambiano la storia di un Paese. Come quello di Abraham Lincoln nel 1863 a Gettysburg… O come Lyndon Johnson, che nel 1964 pronuncia il celebre we shall over come e chiude la segregazione razziale… Il discorso di Giorgio Napolitano ha la forza retorica, l’altezza d’ispirazione e la dirompenza politica che lo rendono già un’opera prima… ha aperto una nuova pagina, restituendo dignità alla parola e regalandoci un testo di etica pubblica senza precedenti nella storia repubblicana. In un altro Paese, lo farebbero studiare nelle scuole».
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Hollande: diritti gay per mascherare le purghe neoliberiste
La chiamano “primavera francese”, in consonanza con le celebrate rivolte arabe: in apparenza, un milione di cittadini è sceso in piazza per opporsi al nuovo disegno di legge sui matrimoni gay, adozioni incluse, ma in realtà la folla protestava contro le nuove politiche neoliberali del detestato governo Hollande, che ha reagito con la brutalità della polizia antisommossa e l’arresto di 67 dimostranti. Stando ai sondaggi, il “compagno” Hollande è il presidente di gran lunga più impopolare di sempre: il suo partito, teoricamente socialista, «va avanti con le sue politiche neoliberali, stavolta d’accordo con sindacati docili». La malvagia Strega dell’Ovest è morta, ma il suo spirito è ancora con noi, dice Israel Shamir, riferendosi alla Thatcher. I ministri “con conti all’estero” stanno rovinando i francesi: col nuovo “accordo nazionale”, le aziende potranno aumentare le ore di lavoro, ridurre i salari al minimo e applicare la “mobilità lavorativa” coatta: chi rifiuta il trasferimento può essere licenziato su due piedi e senza indennizzo.
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Alto rischio: il bunker dei partiti e lo spettro della violenza
Che la situazione sia ormai esplosiva – sul piano civile, istituzionale, economico e ambientale – l’hanno compreso un po’ tutti, ad eccezione dei soliti noti che, in queste ore, si preparano con il sostegno attivo di Napolitano a formare un governo di larghe intese. Insomma, la rabbia cresce un po’ ovunque e Grillo, in varie occasioni, ha fatto bene a ricordare che l’entrata in politica del “Movimento 5 Stelle” ha permesso di canalizzare questa energia potenzialmente distruttiva in un progetto pacifico rispettoso della Costituzione. Il fatto stesso di aver indirizzato il malcontento e il malessere popolare verso il Parlamento a qualcuno non sembra così utile. Un articolo di Valerio Lo Monaco esprime bene la difficoltà dei critici del sistema ad integrare emozioni e prospettive di cambiamento conservando un minimo di buon senso.
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Rottamato il Pd, da D’Alema a Renzi: fine dell’equivoco
Di Bersani, Prodi e Marini non è neppure il caso di dire. Ne esce male tutto il Pd che ormai è solo la sigla di Psico Dramma. Non esiste più come soggetto politico, probabilmente si scinderà e forse neppure in due soli pezzi, ha dissipato un consenso che non rivedrà mai più neppure con il cannocchiale, ha la base in rivolta ed ha perso ogni contatto con il paese. Ma quello che è più singolare è che perdono tutte le sue correnti (o meglio, le sue tribù). Ovviamente ne esce disintegrato il gruppo bersaniano che perde il suo punto di riferimento e che non sa a che santo votarsi. Ma perde anche Dalema: è riuscito ad ammazzare la candidatura di Prodi, ma si è suicidato, perché questa è la premessa del suo vero pensionamento (finalmente!). Non è riuscito ad andare al colle, non è più parlamentare, il suo gruppo è individuato come quello dei “traditori” ed è odiatissimo da tutti.