Archivio del Tag ‘golpe’
-
Ungheria: Frankenstein o la Bce, di che golpe morire?
Il 2 gennaio 2012 circa centomila ungheresi sono scesi in piazza per protestare contro la nuova Costituzione che è entrata in vigore proprio quel giorno. Come i “Ragazzi della Via Paal” si sono avviati a una battaglia già perduta, e i cui effetti si faranno sentire, drammaticamente, nei mesi a venire. È uno degli avamposti sperimentali dove la crisi europea sta arroventandosi e nei quali non è al momento possibile immaginare esiti e sviluppi. Un parlamento nelle mani del premier Viktor Orbán, e del suo partito personale, ha modificato radicalmente, avvalendosi di una schiacciante maggioranza, la legge fondamentale dello Stato ungherese.
-
Moneta sovrana: facciamo tremare il vero potere mondiale
Oltre 700 attivisti italiani per un evento mondiale: imparare i fondamenti della Modern Money Theory direttamente dagli economisti americani che guidarono la “resurrezione” dell’Argentina dopo il disastro del 2001 provocato dalla privatizzazione neoliberista di un’economia subalterna al dollaro. Mai più denaro “privato”, prestato magari a tassi d’usura come fa la Bce dominata dalla Germania. Lorenzo Bini Smaghi, ormai in uscita dall’esecutivo della Banca Centrale Europea, ha clamorosamente smentito Mario Draghi: «E’ inutile nasconderci dietro le regole per evitare di agire», ha dichiarato al “Financial Times”: «Se c’è un pericolo di deflazione e recessione economica, la Bce deve iniettare fondi nel sistema». Esattamente quello che Draghi, sempre al “Financial Times”, ha spiegato che non farà mai: niente aiuti, fin che resterà in piedi l’euro.
-
Rigore? No, sovranità: così l’Argentina ha fatto il miracolo
Esattamente dieci anni fa, tra il 19 e il 20 dicembre 2001, l’Argentina esplodeva. Fernando de la Rúa, ultimo presidente di una notte neoliberale durata 46 anni, appoggiato da una maggioranza nominalmente di centro-sinistra, sparava sulla folla (i morti furono una quarantina) ma era costretto a fuggire dalla mobilitazione di un paese intero. Le banche e il Fondo Monetario Internazionale gli avevano imposto di violare il patto con le classi medie sul quale si basa il sistema capitalista: i bancomat non restituivano più i risparmi e all’impiegato Juan Pérez, alla commerciante María Gómez, all’avvocato Mario Rodríguez era impedito di usare i propri risparmi per pagare la bolletta della luce, la spesa al supermercato, il pieno di benzina.
-
Spagnoli traditi: Rajoy eseguirà il diktat segreto della Bce
Svalutazione dei salari e mini-contratti di precariato? No, grazie. Il premier spagnolo Zapatero preferì lasciare, piuttosto che ridursi ad eseguire gli ordini imposti dalla Bce: che la scorsa estate, attraverso una lettera riservata, rivolse alla Spagna un diktat analogo a quello destinato all’Italia, che segnò l’inizio della fine del governo Berlusconi. Lo ha rivelato il nuovo premier iberico, Mariano Rajoy, incontrando imprenditori e sindacati: la banca centrale di Francoforte, “braccio armato” della Commissione Europea, è riuscita a piegare al proprio volere anche Madrid, sapendo che sarebbe stato facile colpire un leader come Zapatero, in forte calo di consensi dato il severo giudizio degli spagnoli aggrediti dalla crisi. Di male in peggio: sarà Rajoy ad eseguire le severe prescrizioni del diktat respinto da Zapatero, che prevede drammatici tagli sociali.
-
Denaro per noi, non contro di noi: tutti a lezione da Wray
Decenni di crisi e di stentata sopravvivenza grazie all’aiuto dello Stato. Poi arriva l’uomo di Detroit, e che fa? Appena la Fiat rialza la testa, anziché rilanciare il lavoro, ne approfitta per demolire cinquant’anni di diritti: fine dell’umanesimo operaio. E’ la globalizzazione, si giustifica Marchionne. La dittatura della finanza: un padrone remoto che emana diktat e impone contratti-capestro, prendere o lasciare. Il tutto, nell’assordante impotenza della politica, ridotta a subire gli ordini impartiti dai tecnocrati di Bruxelles, i maggiordomi dei veri padroni del mondo: le grandi multinazionali, il super-potere finanziario che ricatta popoli interi con lo spettro del debito. Come se ne esce? In un solo modo: recuperando sovranità. A cominciare dalla moneta: non più un cappio al collo, ma una leva formidabile a nostra completa disposizione, progettata per il nostro benessere dal nostro maggiore “sindacato”: lo Stato.
-
Le lacrime dei tecnocrati incaricati di farci piangere
La ministra Elsa Fornero piange nell’annunciare i sacrifici agli italiani? Niente facili ironie, per favore, su questo «ceto di tecnocrati pazzi», che «piange per il massacro sociale che impone ai deboli: massacro fatto in nome di una crescita che non arriverà». Marino Badiale, dalla trincea critica di “Alternativa”, sanziona nel modo più netto lo stile d’esordio del governo Monti: «Non si può scherzare su ciò che questa gente dalla lacrima facile sta facendo: stanno distruggendo il nostro paese, le nostre speranze, il nostro futuro, le nostre vite. E lo fanno, nei casi migliori, per una fede irrazionale in quelle stesse teorie economiche che hanno portato alla crisi, e che non faranno che peggiorarla». Oppure, nel caso peggiore, agiscono per conto di super-poteri internazionali che «vogliono rapinare ciò che in questo paese non è stato ancora rapinato».
-
Squali al lavoro: torturare l’Italia, per spolparla meglio
Ci arriva un trader-squalo della City finanziaria di Londra, che sta a guardare il disfacimento della pubblica finanza dello Stato italiano con un gomito appoggiato su una scatola vuota di un Big Mac, il caffè nella tazza di porcellana nell’altra mano e gli occhi che poggiano inespressivi sullo schermo del pc. E dice: «Stiamo assistendo al collasso al rallentatore del terzo più grande mercato di titoli di Stato, quello italiano… è atroce da guardare». E lui sta a Londra, non dentro al furgone del ragazzo di 26 anni che ho tirato fuori da un fosso ieri notte alle 2 e mezza dopo che si era schiantato contro un cancello di una casa di campagna per il troppo sonno.
-
Barnard: attenti, non c’è la Fed dietro all’euro-golpe
Non è stata la Federal Reserve, direttamente, a mettere in ginocchio l’Europa attraverso le super-banche di Wall Street spingendole a comprare i 641 miliardi del nostro debito e fidando nel fatto che poi le avremmo ripagate a suon di euro grazie al provvidenziale intervento della Bce. La manovra è stata più aggirante e raffinata: la super-finanza americana, certamente salvata dalla Fed con 29 trilioni di dollari, ha “inguaiato” le banche francesi e tedesche: sono state loro ad accollarsi il grosso del nostro debito, proprio grazie al sostegno arrivato da Wall Street. La finanza Usa non ha scommesso sull’euro, moneta zoppicante, ma sul tasso di interesse: i finanzieri americani hanno emesso a loro volta titoli di debito, i cui proventi hanno prestato a francesi e tedeschi, “sapendo” che ne avrebbero ricavato tassi maggiori.
-
Auerback: l’Unione Europea è un’associazione a delinquere
Imbranata nel salvare chi è nei guai – la crisi greca poteva essere risolta subito, se solo la Germania non avesse frenato la Bce – ma poi bravissima nel sovvertire la democrazia. L’Unione Europea? «Efficace e spietata quanto una ben rodata associazione a delinquere». Parola di Marshall Auerback, economista del Levy Institute di New York. Indignato per la doppia liquidazione, pressoché contemporanea, di Papandreou e Berlusconi, sostituiti da euro-burocrati non eletti e cresciuti nel vivaio della famigerata Goldman Sachs. Papademos e Monti? Due perfetti esemplari della «“mafia finanziaria” che ha distrutto il pianeta a partire dal 2008», ora al comando di Grecia e Italia con un unico mandato: far pagare alle famiglie il disastro dell’economia drogata dai finanzieri che dominano Bruxelles.
-
Distruggerci: Berlusconi non osava, Monti ci riuscirà
È caduto, finalmente, uno dei governi più corrotti e ridicoli dell’intera storia italiana. Purtroppo ciò non è avvenuto per effetto di una lotta popolare contro le iniquità sociali volute dal governo Berlusconi, né di una rinascita morale contro la corruzione del paese, né dell’emergere di un progetto politico di superamento delle follie del nostro attuale sistema politico-sociale. La fine del governo Berlusconi è, al contrario, l’effetto di un attacco concentrico dei ceti dirigenti nazionali e internazionali, che giudicavano Berlusconi (correttamente, dal loro punto di vista) troppo debole per operare il massacro sociale di cui essi hanno bisogno per mantenere il loro dominio e rimpinguare le loro casse.
-
Orrore, la Grecia in schiavitù: è stata venduta agli inglesi
La scoperta è di quelle agghiaccianti, e ci arrivo fra un attimo. Ma il senso di disperazione di chi scrive è che non so più a chi appellarmi. Questo colpo di Stato finanziario in Europa sta vomitando orrori su orrori man mano che gli si scava all’interno. Il mio lavoro è di scoprire e rendere pubblico ciò che scopro, ma per chi? Chi ha la determinazione di agire? Non voi, non i politici, non i sindacati, non la Chiesa. Chi allora? Chi? Ora la scoperta. I greci sono spacciati, non possiamo far più nulla. Dobbiamo lasciarli andare e vederli morire, come fossimo i pochi che sono riusciti a salire sull’ultima scialuppa rimasta e che devono rassegnarsi ad abbandonare gli altri naufraghi ai pescecani che li stanno già dilaniando.
-
Barnard a Berlusconi: per il nostro bene, non si dimetta
«Presidente Berlusconi, per il bene dell’Italia non si dimetta». Firmato: Paolo Barnard. Autore di un drammatico appello al premier ormai uscente: l’Italia in queste ore è vittima di un «colpo di Stato finanziario di proporzioni storiche», per usare una definizione dell’economista americano Michael Hudson. «Le famiglie italiane e il Suo governo non devono pagare per colpe non loro», scrive Barnard a Berlusconi: «Lei deve dire alla nazione ciò che sta veramente accadendo, e chi ci ha condotti a questo dramma». E’ un piano franco-tedesco, dice Barnard, pensato fin dal lontano 1943 con un unico obiettivo: colpire l’Europa del Sud a beneficio di quella del Nord.