Archivio del Tag ‘giustizia’
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Fini, il male minore e il futuro della libertà
Da quando ricopre la terza carica dello Stato, Gianfranco Fini ha un’aspirazione che lo domina, costante: quella a esser statista oltre che uomo politico, e a scorgere nelle trasgressioni istituzionali di Berlusconi pericoli che lui, anche se solitario, vuol diminuire o combattere. Il suo magistero, come quello di Napolitano, è delicato: egli rappresenta la nazione, non può esser presidente di parte. Ma Fini ha osato molto, ultimamente, fino a praticare quella che Albert Hirschman chiama l’autosovversione: esprimendosi su temi essenziali come l’immigrazione, i diritti civili, il testamento biologico, la laicità.
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Anni di piombo, Fofi: l’eterno ricatto del terrorismo
Il bel libro sul padre scritto da Benedetta Tobagi, la fiction di De Maria “La prima linea”, la ristampa del bel libro di Licia Pinelli sul marito Pino, il saggio storico di De Luna sugli anni settanta sono solo alcuni dei tanti titoli recenti o recentissimi che evocano i nostri “anni di piombo”, quelli nei quali uno come me si svegliava la mattina con la paura di leggere sui giornali la notizia di un morto ammazzato dai terroristi – Brigate rosse o Prima Linea non cambiava niente – o di qualche terrorista ammazzato dalla polizia che in qualche modo aveva conosciuto o sfiorato.
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Giustizia, referendum contro la riforma salva-premier
Un referendum contro la riforma della giustizia se la maggioranza dovesse insistere con il disegno di legge presentato in Senato per introdurre il “processo breve” che eviterebbe a Berlusconi le udienze sui casi Mills e Mediaset. «Siamo pronti a raccogliere firme per un referendum», annuncia il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero: «Il Pdl usa un problema vero, quello della durata dei processi, per un vantaggio privato: l’impunita’ del premier». Secondo l’ex ministro, «Berlusconi ha una sola priorità, quella di salvarsi dai processi, mentre il Paese va a ramengo».
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Livorno, si riapre il caso Lonzi: massacro in cella?
Un corpo nudo, riverso sulla branda, tra lenzuola imbrattate di sangue. Il volto livido e tumefatto, con il sangue che inonda la fronte e l’occhio sinistro, è quello di un giovane di 29 anni, Marcello Lonzi, arrestato per il tentato furto di un’auto e morto l’11 luglio 2003 nel carcere di Livorno. Il referto parla di morte naturale: infarto. Dopo anni, in seguito al drammatico caso di Stefano Cucchi, la madre di Marcello Lonzi si è fatta coraggio, tornando a chiedere giustizia per il figlio: la Procura di Livorno ha riaperto l’inchiesta.
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Troppi in prigione, e per pochi giorni: follia inutile
«Questo carcere è né più né meno che una follia». Lo afferma il sociologo Luigi Manconi: tra il 2002 e il 2007, la percentuale di reclusi per non più di dieci giorni rappresenta oltre la metà di tutti coloro che passano attraverso il carcere. Un dato costante negli anni, non alterato dal recente indulto: oltre la metà degli imputati lasciano il carcere dopo esservi rimasti solo 10 giorni, e circa il 35% esce dopo 48 ore. «Serve altro – si domanda Manconi – per proclamare il fallimento totale dell’istituto della pena detentiva, specie quando è anticipata, nel nostro sistema di giustizia?».
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La droga di Giovanardi e gli zombie che hanno ucciso Cucchi
Suscita rabbia e pena, una pena grande, il sottosegretario Carlo Giovanardi, cattolico imbruttito dal rancore, che ieri mattina ha pronunziato alla radio parole feroci contro Stefano Cucchi. Secondo Giovanardi, Stefano se l’è cercata quella fine perché «era uno spacciatore abituale», «un anoressico che era stato pure in una comunità», «ed era persino sieropositivo». Giovanardi dice che i tossicodipendenti sono tutti uguali: «diventano larve», «diventano zombie». E conclude: «È la droga che l’ha ridotto così».
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Stefano Cucchi morto senza difesa, “ucciso dallo Stato”
Picchiato, denutrito e senza nemmeno un avvocato. Le ultime ore di Stefano Cucchi assomigliano sempre più a un calvario che ieri, sua sorella Ilaria, ha dignitosamente sintetizzato così: «Non è giusto passare gli ultimi giorni da solo e in quelle condizioni, come è successo a mio fratello». L’ultima verità raggela il sangue quasi come le foto dei suoi martoriati 45 chili: Stefano si è lasciato morire di fame e sete, come testimonia il documento dell’ospedale Pertini, per protestare contro chi gli ha impedito perfino un contatto con un legale, negandogli il primordiale diritto alla difesa.
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De Cataldo: lo scandalo civile della morte di Cucchi
«Ho simbolicamente chiesto scusa a Cucchi. Condivido gli appelli perché emerga la verità e perché sia fatta giustizia. Chiedo però a voi commentatori televisivi, a voi onorevoli esternatori, a voi persone che si indignano a comando, di ricordare questa morte. Ricordarla quando chiederete il carcere duro per chi spaccia; dimenticherete i tossicodipendenti e i malati nelle celle di sicurezza; vi lamenterete dei giudici che “liberano” i delinquenti che i poliziotti, rischiando la vita, arrestano; maledirete i benefici penitenziari e la legge Gozzini;
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Luttazzi: i nonni con la social card acquisteranno pistole
Con la crisi economica che c’è, sono felice di avere questo governo e questi ministri. Felice in un senso nauseato. Credo che l’Italia sia un test, perché se le cose andassero davvero come si dice, gli italiani sarebbero incazzati. Ah, sono incazzati? Non è un test. Questi ministri rovesciano in piazza gente sempre più furibonda, prontamente identificata dalla polizia; il tutto nell’oblio coordinato del tg unico.
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Battiato: scandali e menzogne, avanti così e lascio l’Italia
Franco Battiato si dichiara pronto a lasciare l’Italia, disgustato dai “rincoglioniti” in Parlamento, quelli al governo e quelli che fingono di fare opposizione. Lo afferma in un’intervista al “Fatto Quotidiano”, sull’onda del successo dell’ultimo singolo, “Inneres auge”, che Marco Travaglio definisce «una splendida invettiva che si avventa sugli scandali berlusconiani e sulla metà d’Italia che vi assiste indifferente e imbelle», scritta con parole definitive: “Uno dice: che male c’è a organizzare feste private con delle belle ragazze per allietare primari e servitori dello Stato? Non ci siamo capiti: e perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti?”.
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Orrore in cella, diritti sospesi: appello al Quirinale
Intervenga il presidente della Repubblica, «perché un Paese civile non può permettersi l’ennesimo caso di ’sospensione’ della democrazia». Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, insieme al Pdci sollecita il Quirinale perché sia stabilita rapidamente la verità sul caso di Stefano Cucchi, il giovane romano morto dopo l’arresto per pochi grammi di droga. La famiglia, alla quale è stato impedito di vedere il ragazzo, ne ha scoperto all’obitorio il corpo martoriato dalle percosse subite. «Fino all’ultima goccia di sangue, fino all’ultima goccia di vita io e mia moglie ci batteremo perché si faccia chiarezza su mio figlio»
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Intercettazioni, Ingroia: chi ha paura della verità
Le intercettazioni sono decisive per la lotta alla mafia: senza di esse, le prove sarebbero spesso soltanto indiziarie, affidate alle sole rivelazioni dei pentiti. La mafia le teme, perché sa che proprio dalle intercettazioni sono nate le vittorie dell’antimafia, e non solo. Alcuni “misteri” italiani, tra cui l’assassinio del presidente dell’Eni, Enrico Mattei, potrebbero essere risolti grazie alla rilettura di registrazioni. Lo afferma da Palermo il procuratore aggiunto antimafia Antonio Ingroia, autore di un lungo intervento su “Il Fatto Quotidiano” che ricostruisce il ruolo strategico delle intercettazioni nella lotta al crimine in Italia.