Archivio del Tag ‘Giappone’
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La peste atomica che continua a minacciare il mondo
Da Chernobyl a Fukushima, ci ricordiamo del terrore nucleare solo quando ci esplode in faccia. Ma il problema è vastissimo e sotterraneo: una piaga mondiale, generalmente silenziata dai media. I numeri fanno spavento: migliaia di esplosioni e test militari, centinaia di centrali atomiche civili, alcune delle quali funestate da decine di incidenti pericolosi. Emergenze a parte, c’è un corollario spettrale: tonnellate di scorie radioattive che non si sa come smaltire, rifiuti atomici finiti in mare, un’infinita gamma di patologie di origine ambientale, tumori e leucemie. Il nucleare è comunque una bomba innescata, anche quando non “impazzisce”. E nel frattempo minaccia il mondo in silenzio, da decenni. Il velo si squarcia solo quando esplode la tragedia, come ora nel Sol Levante.
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Germania, stop alle centrali: l’Europa rinuncia al nucleare?
Mentre di ora in ora si aggrava l’allarme in Giappone per la centrale di Fukushima scossa dal devastante terremoto che ha provocato migliaia di vittime, la Germania ha deciso di sospendere la propria attività nucleare: la cancelliera Angela Merkel ha bloccato il prolungamento del ciclo operativo dei 16 reattori atomici tedeschi ancora in funzione, mentre l’Austria chiede un riesame dell’energia nucleare a livello europeo e la stessa Svizzera ha bloccato la procedura per l’autorizzazione di tre nuovi siti. Mentre a Fukushima si teme l’ipotesi peggiore – la fusione del “nocciolo” nucleare del reattore in avaria – l’Europa sembra orientata verso un drastico cambio di rotta: basta col nucleare, via libera alle energie rinnovabili.
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Nucleare: l’inutile follia dell’uomo che si crede Dio
Presidenti, capi di governo, ministri, parlamentari, capi delle multinazionali dell’energia, tecnici specializzati, ingegneri, scienziati, direttori di centrali: loro e le loro sicurezze, i loro calcoli, i loro studi, la loro tecnologia, la modernità, le magnifiche sorti e progressive. Eccolo il loro progresso, la loro modernità, i loro calcoli, la loro infallibilità: un mostro fuori controllo che tiene in sospeso ancora una volta il mondo intero. Ma non doveva essere un caso su milioni che si verificassero eventi del genere? Più che un caso su milioni, ormai siamo a casi ciclici e sempre più frequenti. Lo diciamo da sempre, il nucleare a livello mondiale produce così poca energia in percentuale che basterebbero pochi interventi di risparmio energetico per decretarne la fine immediata.
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Terremoto, centrali indifese: diventano bombe atomiche
Il nucleare è indifeso di fronte al terremoto: ogni centrale potrebbe trasformarsi in una bomba devastante. E’ la drammatica lezione che arriva dal Giappone piegato dal sisma e dallo tsunami, 1600 morti accertati e 10.000 dispersi, mentre sale a 170.000 il numero delle persone sfollate dalla regione di Fukushima dove è a rischio di esplosione un secondo reattore atomico, con conseguenze purtroppo imprevedibili. Non ha retto il dispositivo di sicurezza: troppo forte l’intensità del movimento tellurico. Ma se le centrali nipponiche potevano resistere a scosse appena inferiori, quelle che vorrebbe costruire l’Italia sarebbero ancora più fragili e pericolose.
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Fukushima, lo tsunami smaschera il “nucleare sicuro”
«Terremoto in Giappone, scatta l’allarme nucleare. Evacuate 2000 persone residenti vicino alla centrale di Fukushima. Umberto Veronesi mette a disposizione il suo giardino». La fulminante battuta appare sul sito www.danieleluttazzi.it. Un terremoto terribile come quello giapponese, nel colpire al massimo grado un paese che porta in sé tutte le contraddizioni dello sviluppo più spinto, è un evento che parla a tutte le società e le fa riflettere sul loro futuro. Parla anche a noi in Italia. Il gravissimo incidente nucleare di Fukushima ci racconta ad esempio senza equivoci che la truffa del “nucleare sicuro” è una delle questioni più urgenti da smascherare. Con il referendum ne avremo l’occasione.
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Giappone, terremoto nucleare: torna l’incubo Chernobyl
Cinquantamila persone evacuate: torna l’incubo nucleare in Giappone dopo il devastante terremoto di magnitudo 8.9 e gli tsunami dell’11 marzo che hanno provocato diverse centinaia di morti, forse migliaia. A Fukushima, dove si trova una delle 55 centrali del Sol Levante, un’esplosione ha provocato il crollo della gabbia esterna di un reattore atomico ed è stato rilevato cesio radioattivo nei pressi dell’impianto. Anche se per l’Agenzia giapponese sulla sicurezza nucleare sono «improbabili» gravi danni al reattore, l’area è stata comunque evacuata in un raggio di 20 chilometri. Allontanata la popolazione anche da un secondo impianto vicino, quello di Fukushima 2: la tv pubblica ha invitato gli abitanti delle zone limitrofe a «non uscire di casa» e «tappare le finestre».
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Balene, stop alla mattanza: Sea Shepherd piega il Giappone
Il Giappone alza bandiera bianca: per ora sospende la caccia alla balena e probabilmente annullerà la “missione” in corso nelle acque dell’Antartico. La flotta baleniera nipponica, autorizzata ancora una volta a compiere l’ennesima mattanza – bottino, mille cetacei – si arrende per ora agli eco-pirati di Paul Watson, leader dell’associazione Sea Sheperd: con le loro veloci imbarcazioni d’assalto, i “pastori del mare” si interpongono tra arpioni e balene, ostacolando le operazioni di macelleria marittima condotte con l’alibi assurdo della ricerca scientifica. Impossibile manovrare in un mare brulicante di spericolati incursori, scesi in campo a difesa delle balene.
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Afghanistan, l’America si arrende ai brogli di Karzai
Otto anni di guerra, 250 miliardi di dollari e centinaia di caduti. Malgrado ciò, gli Usa si arrendono ai brogli coi quali Hamid Karzai ha vinto le elezioni-farsa che lo hanno confermato presidente. Il 1° novembre la proclamazione, dopo il ritiro dello sfidante Abullah dal ballottaggio, imposto dall’Onu. Un presidente zoppo, scaricato da Obama, chiacchierato per i legami coi signori della guerra e della droga. E’ quanto propone oggi la “democrazia” esportata con le armi in Afghanistan da George W. Bush, l’uomo che voleva distruggere Al-Qaeda e sconfiggere i Talebani, tuttora padroni incontrastati di gran parte del paese.
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Gaza, crimini di guerra: l’Onu condanna Israele
Condanna a Israele, per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Da Ginevra, con 25 voti a favore, il Consiglio per i diritti umani dell’Onu denuncia il governo di Tel Aviv: uso sproporzionato della forza, violenze a Gerusalemme Est e disumana punizione collettiva inflitta ai palestinesi di Gaza. Dopo nove mesi, il 16 ottobre la comunità internazionale ha adottato il Rapporto Goldstone, emettendo la prima sentenza sui 22 giorni dell’operazione Piombo Fuso, scandita dal lancio di bombe al fosforo bianco che hanno trasformato Gaza in un inferno: «Una grave violazione del diritto umanitario internazionale».
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Grillo: non fermerete la rivoluzione della verità
Kamikaze della perestrojka: così lo staff di Gorbaciov etichettò, all’epoca, l’oscuro e ambiguo Boris Eltsin, che strattonava l’uomo del Cremlino per affrettare le riforme e poi, una volta al potere, instaurò la “democratura” di Mosca, in seguito corretta – a modo suo – da Vladimir Putin. Non corre quei rischi il kamikaze dell’antipolitica italiana, Beppe Grillo, il pirata della Rete, principe delle incursioni mediatiche più esplosive degli ultimi anni, da quando cioè il crollo del Muro di Berlino ha trascinato con sé anche i rottami della Prima Repubblica italiana, traslocati precariamente nella Seconda, ereditati da Silvio Berlusconi e “smascherati”, prima che da chiunque altro, dal comico genovese.
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Perché i media non possono dire la verità
C’è qualcosa di ingenuo in alcune delle critiche che vengono rivolte quotidianamente ai mezzi di comunicazione di massa: che essi non sollevino alcuni problemi; che essi non trattino alcuni temi; che essi utilizzino un determinato linguaggio; che essi sostengano sistematicamente e all’unisono determinati interessi; che essi oscurino giornalisti o politici che contrastino quegli interessi (ma invero, in questo momento storico, di simili politici non se ne vede nemmeno l’ombra). Critiche ingenue, perché hanno ad oggetto profili che non possono essere se non come sono. Sicché si pretendono, diremmo quasi infantilmente, dalla “libera stampa” e dalla “libera televisione”, contegni, scelte, indirizzi
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L’Egitto: una follia il canale tra Suez e il Mar Morto
Il canale di collegamento tra il Mar Morto e il Mar Rosso rappresenterebbe una catastrofe ambientale. Lo ha sostenuto il 27 luglio il generale egiziano Ahmed Fadel, presidente della società del Canale di Suez, in occasione delle celebrazioni del 53° anniversario della nazionalizzazione di quest’ultimo. «’Il progetto del canale tra il Mar Morto e il Mar Rosso è una follia. Se realizzato, potrebbe causare eruzioni vulcaniche e terremoti, a causa della vicinanza con la faglia africana», ha detto Fadel. «L’ecosistema del Mar Rosso sarebbe compromesso per sempre».