Archivio del Tag ‘Germania’
-
Recessione: l’Italia perderà un milione di posti di lavoro
Cinque anni di crisi e un milione di posti di lavoro bruciati. Sono le dure previsioni del Centro studi di Confindustria, secondo cui sull’Eurozona cade «l’inverno della recessione», stagione nerissima che «in Italia è iniziata prima e risulterà più marcata». Addirittura è previsto un crollo del Pil di 2 punti percentuali entro la prossima primavera. Meno drammatiche, ma altrettanto serie, le stime dell’Abi, l’associazione bancaria italiana, che prevede un calo del Pil dello 0,7% nel 2012 e una sostanziale stagnazione nel 2013. A farne le spese saranno soprattutto i lavoratori: secondo Confindustria, è «molto probabile» che scarseggino le risorse per la cassa integrazione, che aumentino i licenziamenti e che il tasso di disoccupazione s’impenni fino al 9% alla fine del 2012.
-
Spagnoli traditi: Rajoy eseguirà il diktat segreto della Bce
Svalutazione dei salari e mini-contratti di precariato? No, grazie. Il premier spagnolo Zapatero preferì lasciare, piuttosto che ridursi ad eseguire gli ordini imposti dalla Bce: che la scorsa estate, attraverso una lettera riservata, rivolse alla Spagna un diktat analogo a quello destinato all’Italia, che segnò l’inizio della fine del governo Berlusconi. Lo ha rivelato il nuovo premier iberico, Mariano Rajoy, incontrando imprenditori e sindacati: la banca centrale di Francoforte, “braccio armato” della Commissione Europea, è riuscita a piegare al proprio volere anche Madrid, sapendo che sarebbe stato facile colpire un leader come Zapatero, in forte calo di consensi dato il severo giudizio degli spagnoli aggrediti dalla crisi. Di male in peggio: sarà Rajoy ad eseguire le severe prescrizioni del diktat respinto da Zapatero, che prevede drammatici tagli sociali.
-
Monti, rigore senza crescita: l’Europa si suicida in Italia
L’Islanda ha dichiarato il default e ha rotto i patti. Sfortuntamente, l’Italia è un paese molto più grande: difficile rompere i patti, perché dipenderebbe da noi il futuro dell’Unione Europea. Non si vuole finire, tra un anno, peggio di oggi? Allora Monti non dovrebbe incontrarsi prima di tutto con la Merkel e con Sarkozy, ma con Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda. Dovrebbe andare a Bruxelles e dire: scusate, noi vogliamo rinegoziare tutto. Dobbiamo stracciare il Trattato di Maastricht e ricominciare un processo costituente europeo con la partecipazione dei popoli europei, e a questo punto ridiscutiamo tutto: il meccanismo di finanziamento degli Stati, questo debito sovrano, è una grande truffa. Siccome siamo decisivi, l’Europa dovrebbe ascoltarci. Se noi andiamo a finire dove ci vogliono mandare, i tedeschi dove vanno a venderli i loro prodotti? Di fatto, sono dei suicidi senza saperlo.
-
Monti e Draghi condannano l’Italia: salvano solo gli usurai
La manovra e il governo Monti? Non sono “inevitabili”. E per favore, lasciamo perdere l’equità: quello che sta avvenendo è tutto fuorché equo. Quella di Monti non è una “medicina amara”; non è nemmeno una cura: è una vera e propria tragedia, peraltro evitabilissima. Ne è convinto il professor Bruno Amoroso, prestigioso docente di economia internazionale all’Università di Roskilde in Danimarca. I problemi di cui Monti si occupa, dice Amoroso, non hanno niente a che vedere con l’urgenza della crisi, che deriva «da una gigantesca truffa dovuta allo strapotere di gruppi finanziari internazionali». E sono ancora loro i beneficiari della manovra: Italia ed Europa aiutano solo le banche, veicolo del disastro, e tagliano la capacità dello Stato di sostenere l’economia e le famiglie.
-
Lerner: pessima Europa, se comanda solo la Germania
Sarò pure un attempato residuo della metà del secolo scorso – venuto al mondo neanche dieci anni dopo la catastrofe bellica, affiliato alla generazione dei baby boomers, e quindi coscritto dalla Fornero a sfondare i quarant’anni lavorativi – ma a me un’Europa a guida tedesca che si separa dall’Inghilterra suona malissimo. Mi fa paura. Sto sbagliando? Sono rétro? Concedetemi almeno che mi trovo in buona compagnia. Lo stesso concetto trovo espresso con brutalità da Joschka Fischer, l’ex leader sessantottino addentratosi nella memoria dei crimini commessi dal suo popolo, divenuto protagonista del pacifismo tedesco, poi ministro degli Esteri e vicecancelliere allorquando l’Unione Europea fu allargata a est: «Il continente germanizzato è un’idea malsana»
-
Macché Rigor Montis: ripudiamo l’euro e quest’Europa
E’ la sindrome del cammello, che un cattivo padrone carica ogni volta di pesi a malapena sopportabili: benzina, tasse, balzelli. Pretesto: risanare il fardello che ci trasciniamo, 1.900 miliardi di debito. «Una corsa folle – protesta Pino Cabras – che non può essere risolta con le soluzioni imposte dalla tecnocrazia europea subalterna a Wall Street». Una parte della sinistra si è accodata, senza batter ciglio, alla ricetta di Mario Monti, «questo tecnico che agirebbe per regole oggettive», quasi fosse super-partes e devoto a leggi naturali, fisiologiche, che non possono essere messe in discussione. L’alternativa? Non esiste, alzano le spalle intellettuali come Massimo Cacciari: le regole son queste, rassegnamoci e lasciamo fare ai “tecnici”.
-
Barnard: sarà un strage, riusciranno dove Hitler fallì
L’Europa collassa, salta l’Eurozona, crollano tutte le nostre economie tranne una: quella tedesca. Scenario che riporterà il Vecchio Continente alla situazione precedente il 1999, ma a condizioni da sogno per la Germania. Che, con un euro a due velocità o anche col suo ritorno al marco, sarà vista dai mercati come l’unica scialuppa di salvezza su cui dirottare capitali, mentre noi rimarremo a secco, agonizzanti. In più, i veri manovratori della Merkel, e cioè le mega-industrie dell’export “neomercantile” della Germania, si troveranno con decine di milioni di lavoratori europei a due passi da casa, disposti a sgobbare per loro a ritmi da lager e con stipendi da Cina. E l’impero germanico dell’export si presenterà al mondo dei grandi mercati del domani (Brasile, Cina, India, Est asiatico) con prodotti a prezzi competitivi. Ironia della storia: trionfale dominio teutonico, proprio là dove Hitler fallì.
-
Europa nemica, tagli e diktat: esautorati Stati e cittadini
L’accordo di Bruxelles sancisce la nascita di una nuova Europa basata sull’austerità e sul rigore di bilancio. E’ il trionfo dell’ideologia economica liberista più conservatrice e antisociale, che da scelta politica viene eretta a norma vincolante, come fosse una necessità oggettiva. Gli Stati rinunciano definitivamente al loro ruolo economico di stimolo alla crescita e allo sviluppo attraverso la sostenibilità del debito pubblico, e quindi attraverso la spesa pubblica, per perseguire un unico obiettivo: il raggiungimento del pareggio di bilancio per mezzo di drastici tagli alla spesa pubblica che ricadono, inevitabilmente, sulle fasce più povere della popolazione europea. E’ la sconfitta del sogno di un’Europa sociale e solidale, la vittoria dell’idea di Europa propria delle forze politiche di centrodestra, in particolare del centrodestra tedesco.
-
Krugman: il rigore è una follia, la cura ucciderà il malato
L’euro può essere salvato? Non molto tempo fa si diceva che la crisi poteva portare, nel peggiore dei casi, al default della Grecia. Ora si profila l’evenienza di un disastro di proporzioni assai maggiori. È vero che la pressione sui mercati si è un po’ allentata mercoledì. Si è allentata dopo il sensazionale annuncio dell’estensione delle linee di credito da parte delle banche centrali. Ma persino gli ottimisti ormai considerano l’Europa avviata alla recessione, mentre i pessimisti lanciano l’allarme sull’eventualità che l’euro diventi l’epicentro di una nuova crisi globale. Come mai siamo arrivati fin qui?
-
Napoleoni: la farsa è finita, l’Europa ci lascia affondare
«La cosa migliore per l’Italia sarebbe un default pilotato: rinegoziare il debito e ricominciare da zero. Ipotesi che questo governo non prenderà mai in considerazione, perché è un governo neoliberista, di euro-burocrati, che difenderà l’euro anche quando è indifendibile e sacrificando il futuro del paese». Loretta Napoleoni è drastica: siamo senza soldi, non ci sono vie d’uscita diverse e il 9 dicembre quasi certamente l’Europa ci saluterà. «E’ ora di smascherare la propaganda: Francia e Germania cercheranno di salvare le loro banche, prima che l’Italia. Quando tutti se ne renderanno conto, cioè fra pochi giorni, ogni scenario sarà possibile: compreso quello che sconvolse l’Argentina».
-
Euro-dittatura: potere assoluto a chi ha sbagliato tutto
Si sentono molte teorie del complotto sul perché le cose in Grecia e in Italia sono andate come sono andate. Ciò che sappiamo è che due premier eletti democraticamente sono stati rimossi dai bulli di Bruxelles. Non erano più accettabili. Nel caso del signor Papandreou, ha osato bestemmiare in pubblico, ha utilizzato la parola “referendum”: inaccettabile, doveva andarsene. Il signor Berlusconi? Era irrecuperabile. Le cose in Grecia possono sembrare gravi, ma in Italia abbiamo il signor Monti, ex commissario europeo, uno degli architetti della zona euro: disastro! Un non-eletto, neanche membro del Parlamento quando tutta questa storia ha avuto inizio. E ha composto una vetrina di persone, nessuna delle quali eletta democraticamente. Siamo davanti ad una mostruosità. E’ tutta una coincidenza? No, si tratta di controllo.
-
Svendere l’Italia in 30 giorni: l’ultimo diktat dei cannibali
Un nuovo diktat della Ue impone all’Italia di mettere immediatamente a mercato le residue quote pubbliche nelle grandi società strategiche (Eni, Enel, Finmeccanica etc.). Pena sanzioni economiche. I grandi gruppi capitalistici franco-tedeschi si preparano a fare shopping in Italia. Nella giornata di ieri, c’è stato un incontro che è passato abbastanza inosservato: quello tra il commissario europeo agli affari interni, Michel Barnier, e il presidente del Consiglio, Mario Monti. L’incontro è durato oltre due ore e mezza, ma non si è parlato delle misure anticrisi per l’Italia. La “questione” infatti era un’altra.