Archivio del Tag ‘G8 Genova’
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No-Tav, assedio infinito per “circondare” la polizia
Non si piega la resistenza civile della valle di Susa contro l’aggressione del governo, che ha inviato agenti antisommossa ad occupare con la forza l’area destinata ad ospitare il primo cantiere della Torino-Lione. Dopo la manifestazione oceanica del 3 luglio e la grande fiaccolata con ventimila dimostranti nel cuore di Torino, torna a scaldarsi il “fronte” valsusino di Chiomonte, dove i No-Tav col loro campeggio a ridosso del “fortino” eretto da polizia e militari (150 alpini della Taurinense) hanno avviato un “assedio” pacifico per denunciare la violenza dell’«invasione» del territorio. Per tutta la notte musica e cori partigiani, con bastoni sbattuti a ritmo contro i reticolati nonostante il massiccio impiego di idranti: «Non ci fermeremo, non daremo tregua alle truppe di occupazione».
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No-Tav, una strana felicità assediata
Sergio Berardo, voce e anima dei Lou Dalfin, è felice. Sorseggia l’ultimo bicchiere dopo il concerto che ha osato offrire il 10 giugno alla Libera Repubblica della Maddalena, il sito di Chiomonte in valle di Susa dove i No-Tav si attrezzano per resistere in caso di attacco da parte degli agenti antisommossa. Roccaforte? No: sembra il villaggio di Asterix. Si respira la stessa atmosfera gioiosa del G8 di Genova prima del fatale venerdì: centinaia di persone, giovani e famiglie. Tendopoli, letizia, piacere di esserci, orgoglio. Cucine da campo, birra, pizze, chitarre. Umanità. Il concerto è andato benissimo, attirando molto pubblico: strategia perfetta per allontanare il peggio. «Forse verranno anche gli Statuto – dice Mario, uno dei “difensori” – sempre che non scatti il blitz nella notte tra lunedì e martedì, con l’Italia ipnotizzata dai tele-talk sui referendum».
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Generazione rabbia: nessuno fermerà quel furore
Ho manifestato i miei sdegni e i miei aneliti per le strade d’Italia dal 1968 al 1977. Ho smesso di farlo a Bologna, una bella mattina di fine estate quando, arrivato in ritardo al corteo delle “mitiche” giornate contro la repressione, lo lasciai sfilare da cima a fondo senza trovare dove inserirmi, senza riconoscermi in nessuno dei gruppi, delle facce, degli slogan, degli abbigliamenti. Ero diventato troppo vecchio per quella roba, o troppo prudente, o troppo saggio, o troppo codardo; non so, ma ero davvero e definitivamente da un’altra parte.
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Roma brucia: la rabbia di una generazione abbandonata
Brucia piazza del Popolo, bruciano le strade di Roma, brucia la rabbia di decine di migliaia di studenti quando alle 13,41 viene annunciato il voto di fiducia a Berlusconi. Hai voglia di dire che tanto quello lì ha perso politicamente: i simboli sono importanti. E quella maledetta legge Gelmini fermata dalla rivolta delle scuole e delle università ora torna in campo. I tre voti che salvano il governo cancellano definitivamente la fiducia della piazza nella politica, cancellano il futuro di una generazione. E ne condannano un’altra alla precarietà. La stessa rabbia degli operai metalmeccanici arrivati da Padova o da Pomigliano che vedono il modello sociale di Marchionne puntare contro di loro come come i blindati della Polizia e della Finanza. Vedono tornare il panzer Sacconi lanciato a bomba contro lo Statuto dei lavoratori.
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G8 Genova, cent’anni di galera ai poliziotti violenti
La sentenza di secondo grado per la sanguinosa irruzione della Polizia nella scuola Diaz, durante il G8 del 2001 di Genova, ha ribaltato la decisione di primo grado condannando anche i vertici della polizia, l’apice della catena di comando. I vertici, dunque, sapevano cosa sarebbe successo quella notte. È stato così accolto il teorema della Procura genovese. Dopo oltre undici ore di camera di consiglio i giudici della terza sezione della Corte d’Appello hanno letto il dispositivo: un secolo di carcere per 25 imputati su 27.
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Deaglio: dal G8 in poi, ecco i ministri della paura
«Vergogna, vergogna», gridavano il 13 novembre 2008 i ragazzi presenti in aula alla lettura della sentenza per i fatti della Diaz, lo stesso grido che intonavano i manifestanti di Vicenza ai quali, il 6 settembre del 2008, veniva impedito di protestare per il raddoppiamento della base americana. Pochi mesi prima, da Napoli, il governo Berlusconi aveva presentato il suo programma: «Non saranno più accettate azioni di minoranze organizzate che calpesteranno la legalità».