Archivio del Tag ‘Forza Italia’
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I giudici: Dell’Utri mediò fra Cosa Nostra e Berlusconi
Il senatore Marcello Dell’Utri avrebbe svolto una attività di “mediazione” e si sarebbe posto quindi come “specifico canale di collegamento” tra Cosa nostra e Silvio Berlusconi. Lo scrivono i giudici della Corte d’Appello di Palermo nelle motivazioni, depositate il 19 novembre, della sentenza con la quale Dell’Utri è stato condannato il 29 giugno scorso a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Per i giudici, Dell’Utri «ha apportato un consapevole e valido contributo al consolidamento e al rafforzamento del sodalizio mafioso».
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Berlusconi al capolinea, ma i rivali sono divisi e confusi
Pensate davvero che esista il Partito democratico? Dopo la Prima Repubblica l’idea che si dovesse creare un sistema bipartitico ha portato alla creazione di due poli insostenibili: a destra ha generato la coalizione delle contraddizioni del Nord e del Sud, della destra liberale contro quella conservatrice e, nonostante, il successo elettorale, il governo ha dimostrato di non avere un programma preciso. Per questo sta cadendo a pezzi, che si parli di Casa o Popolo della Libertà. Dall’altra parte il Pd è una creazione artificiale e simmetrica basata sull’idea che il Paese debba avere un contraltare di sinistra a vocazione maggioritaria. Ma l’Italia non si esaurisce nel bipolarsimo.
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Mafia, 7 anni a Dell’Utri: la Cupola e l’ascesa di Fininvest
Concorso esterno in associazione mafiosa: condannato anche in appello (7 anni di reclusione) il senatore Marcello Dell’Utri, “architetto” politico di Forza Italia. Secondo l’accusa, Dell’Utri avrebbe avuto rapporti con personaggi di spicco di Cosa Nostra come Stefano Bontate, Mimmo Teresi e Vittorio Mangano, poi finito come “stalliere” nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi. Rapporti che sarebbero serviti a Dell’Utri per assicurarsi la “protezione” mafiosa per operazioni finanziarie e imprenditoriali da lui gestite per sé e nell’interesse delle società di Berlusconi. In cambio, i boss avrebbero trovato la strada spianata verso i salotti buoni della finanza milanese e nazionale.
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«Non fidarti di Fini», Craxi latitante avvertì Berlusconi
Raccontano le cronache politiche che il pranzo di giovedì tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini si è concluso con una “tregua armata”. Cioè, per uno come il premier, abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno, male. Eppure doveva saperlo che l’attuale presidente della Camera è un osso duro. Glielo aveva preconizzato, fin dal ‘95, Bettino Craxi, di cui martedì 19 gennaio ricorre il decennale della morte. «Diffida di Fini», gli intimava l’ex segretario socialista, latitante ad Hammamet, in Tunisia. E lo aveva raccontato, nero su bianco, in tre paginette, trovate dalla Digos, durante un sequestro di documenti ordinato dal sostituto procuratore di Mani Pulite
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“Berlusconi mafioso”, Sallusti: preparatevi allo scoop
«Silvio Berlusconi è mafioso e responsabile delle stragi avvenute agli inizi degli anni Novanta». Non è uno scherzo, è uno scoop in arrivo. «O meglio, è uno scherzo che i soliti noti stanno cercando di trasformare in una accusa giudiziar-politica». Lo afferma Alessandro Sallusti, condirettore del “Giornale”, organo di stampa berlusconiano diretto da Vittorio Feltri. Il 22 novembre, all’indomani degli ultimi rumors sulle trame siciliane di 15 anni fa, Sallusti rivolge un durissimo attacco all’ex pm Luigi De Magistris, ora europarlamentare dell’Idv, preannunciando imminenti “rivelazioni” alla base dell’ennesimo “complotto” contro il premier.
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Cedolin: tradita dai politici, la val Susa resta No-Tav
Esiste una domanda che quasi tutti, contrari o favorevoli all’alta velocità, semplici cittadini o uomini politici, fautori della crescita o attivisti della decrescita, sindacalisti, poliziotti o industriali, stanno continuando a porsi con sempre più insistenza. Quando fra qualche mese o qualche anno in val di Susa torneranno le ruspe per iniziare la costruzione del Tav Torino – Lione e la valle verrà nuovamente militarizzata come si trattasse dell’Afghanistan, la reazione popolare sarà dirompente e decisiva come lo fu nel 2005? Per tentare di darci una risposta occorre ripercorrere gli ultimi 3 anni, al fine di comprendere se ed in quale misura gli accadimenti succedutisi abbiano intaccato la compattezza del movimento No Tav
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Ronde nere a guardia del metrò di Milano
In testa porta il berretto azzurro, ma il suo cuore è nero. Vincenzo Scavo, presidente dei Blue Berets, è il tesserato numero 090203 del partito Destra nazionale Msi, la stessa formazione politica che organizza le “ronde nere” con divise da ventennio fascista. L´iscrizione di Scavo al partito è del 16 agosto 2003 e scadrà nel 2013. Fino a quel giorno, il capo dell´associazione a cui il Comune dà 220mila euro per fare vigilanza in metropolitana è “dirigente nazionale” del Msi di Gaetano Saya. L´uomo che guida le ronde regolari, che il vicesindaco Riccardo De Corato definisce «un contributo importante per la sicurezza delle fasce più deboli