Archivio del Tag ‘Finanziaria’
-
Italia, ancora più rigore: Bruxelles ordina, Monti esegue
Torna a farsi sentire la frusta della Troika, preoccupata per l’inconsistenza provinciale della politica italiana ancora in stallo, ma i poteri forti sanno di poter contare sul loro uomo: Mario Monti. Che, «con la sua squadretta di demolitori», ha appena partorito il Def, documento di economia e finanza, primo passo dell’iter della “legge di stabilità”, erede della vecchia “finanziaria”. Obiettivo di Bruxelles: fare pressione per condizionare l’assetto del paese, gli orientamenti della spesa pubblica, i rapporti tra imprese e lavoro, il carico fiscale. «La Commissione Europea – scrive il blog “Contropiano” – ha “riscoperto” che l’Italia presenta molte “debolezze”: perdita di competitività dell’economia, forte indebitamento dello Stato, fragilità del settore bancario». Il tutto è contenuto in un rapporto sugli squilibri macroeconomici nell’Unione, che contiene anche un giudizio negativo sulle possibilità di evoluzione della situazione.
-
Tringali: a chi conviene l’euro, la nostra grande rovina
Debito pubblico, Berlusconi e la casta, la corruzione, la mafia? Aggravanti, ma non certo la causa della crisi, nonostante le chiacchiere di chi ripete che non saremmo “capaci di stare al pari con gli altri paesi dell’Europa migliori di noi”. Ormai, sostiene Fabrizio Tringali, anche l’opinione pubblica l’ha capito: l’origine della crisi, italiana ed europea, sta tutta nell’adozione della moneta unica, l’euro, che «ha unito economie molto diverse tra di loro». Così quelle più forti, Germania in primis, hanno finito per schiacciare quelle più deboli. Verità palese, ancorché negata, anche se «le criticità dell’unione monetaria europea erano assolutamente note già trent’anni fa». Nessun mistero: se la crisi finanziaria americana esplosa nel 2007-2008 era stata ben poco prevista, quella dell’euro era invece chiaramente segnalata sui radar degli economisti. In Italia, già durante il regno di Giulio Andreotti.
-
Debito, Tav e Mose sottobanco: le Salerno-Reggio di domani
Sul sito del governo italiano è stato pubblicato il disegno di legge di stabilità e la relazione illustrativa. A pagina 23 si trova l’articolo 8, “Finanziamento di esigenze indifferibili”. Sono 23 commi racchiusi in due pagine e mezza. Compararne alcuni è istruttivo. Partiamo da quello che più ci interessa, il 7. Recita: “Per il finanziamento di studi, progetti, attività e lavori preliminari, lavori definitivi della nuova linea ferroviaria Torino-Lione è autorizzata la spesa di 60 milioni di euro per l’anno 2013, di 100 milioni di euro per l’anno 2014 e di 530 milioni di euro per l’anno 2015”. Di sfuggita, notiamo che il totale fa 690, cioè 100 milioni in meno di quanto proposto nella prima versione della legge e annunciato dai media. Comunque, quasi 700 milioni in tre anni per la Torino-Lione. Ma quei 100 milioni – vedremo – saltano fuori da un’altra parte.
-
La scommessa di Hollande: il rigore lo paghino i ricchi
La Francia di Hollande si adegua al dettato del Fiscal Compact, ma con la nuova legge di bilancio presentata ieri ha già sostanzialmente annunciato che non lo rispetterà in alcune sue prescrizioni. Il governo Ayrault ha presentato una manovra da quasi 40 miliardi, fortemente squilibrata sull’aumento delle entrate fiscali, al fine di ottenere i risparmi imposti dal trattato sui bilanci europei. Nel 2017 però, anche nelle previsioni del governo, non arriverà il pareggio di bilancio prescritto dal Fiscal Compact, così come il raggiungimento di un deficit al 3% nel Pil nel 2013 appare assai complicato. Un obiettivo impossibile, ha già sottolineato il presidente dell’Assemblea nazionale Claude Bartolone.
-
Barnard: politica della carenza, dobbiamo tornare sudditi
Ci stanno uccidendo, deliberatamente: quella che sembra una crisi accidentale, Paolo Barnard la definisce “politica della carenza”. Un piano prestabilito: con nomi e cognomi, mandanti, moventi, procedure concordate. «Parlo di ciò che colpisce al cuore i diritti umani e la dignità umana riscattati dopo 5.000 anni di abietta schiavitù in Europa». Incredibile ma vero. Peccato che le “sentinelle” dell’Occidente, gli intellettuali, non lo vogliano ammettere: la stragrande maggioranza di loro «sceglie di ignorare gli aspetti più micidiali della recente evoluzione storico-economica europea per un motivo che non è sempre convenienza o asservimento a un potere, ma è qualcosa di molto più umano: terrore». Molti studiosi «si fanno prendere dal panico», causato dal fatto che in effetti «le cose stanno veramente come noi diciamo». Loro non sono equipaggiati per affrontarle, e la violenza della loro reazione – siamo complottisti, pagliacci, prezzolati, dementi – è proporzionale a quel terrore».
-
Tav, la talpa occulta della Casta che ci scava nelle tasche
Probabilmente non vincerà nessuno e perderemo tutti. Sulle grandi opere si sta scommettendo il futuro delle nostre economie, in particolare in Italia, perché le architetture finanziarie che si costruiscono su queste grandi opere sono meccanismi per scavare un debito pubblico occultato nella contabilità di società di diritto privato. Il cosiddetto project financing, del quale si riempiono la bocca molti politici quando le risorse pubbliche vengono a mancare, è esattamente il meccanismo che ha prodotto la crisi del 2009. In quel caso, il debito era costruito su finanziamenti privati; in questo caso, l’impacchettamento del debito è costruito sul debito pubblico. E il project financing è esattamente questo: una talpa, che provoca un debito pubblico futuro che prima o poi, inevitabilmente, emergerà. Questa talpa è già partita da molti anni – dall’inizio degli anni ’90, dal “dopo Tangentopoli” in poi – ed emergerà, prima o poi, perché è un debito occultato.
-
Senza politica, ci faranno a pezzi anche tornando alla lira
Euro? Maneggiare con cura. Liquidare la moneta unica, che siamo costretti a prendere il prestito dalla Bce? Attenzione: recuperare sovranità monetaria non risolve nulla, se non si recupera al tempo stesso sovranità politica. Quando l’Italia era monetariamente sovrana, non lo era politicamente: dal punto di vista economico, diplomatico e militare, la nostra era notoriamente una sovranità limitata. Chi rappresenta lo scontro in corso come una lotta egemonica della Germania contro l’Europa del Sud dimentica un dettaglio cruciale: gli Usa. All’impero americano, l’euro non è mai piaciuto: e oggi Washington potrebbe usare i Pigs per contrastare Berlino, indebolendo l’Europa. Mario Monti non è solo l’uomo della Goldman Sachs: sta scrutando l’orizzonte per capire chi vincerà. Sicuro già di sapere chi sarà sconfitto: tutti noi, ormai privi di qualsiasi potere contrattuale.
-
Barnard: sarà un strage, riusciranno dove Hitler fallì
L’Europa collassa, salta l’Eurozona, crollano tutte le nostre economie tranne una: quella tedesca. Scenario che riporterà il Vecchio Continente alla situazione precedente il 1999, ma a condizioni da sogno per la Germania. Che, con un euro a due velocità o anche col suo ritorno al marco, sarà vista dai mercati come l’unica scialuppa di salvezza su cui dirottare capitali, mentre noi rimarremo a secco, agonizzanti. In più, i veri manovratori della Merkel, e cioè le mega-industrie dell’export “neomercantile” della Germania, si troveranno con decine di milioni di lavoratori europei a due passi da casa, disposti a sgobbare per loro a ritmi da lager e con stipendi da Cina. E l’impero germanico dell’export si presenterà al mondo dei grandi mercati del domani (Brasile, Cina, India, Est asiatico) con prodotti a prezzi competitivi. Ironia della storia: trionfale dominio teutonico, proprio là dove Hitler fallì.
-
Decide tutto Bruxelles, il nostro voto non conta più
La democrazia europea è praticamente finita: gli spagnoli possono ancora bocciare Zapatero, ma il governo Rajoy dovrà vedersela innanzitutto con Bruxelles, i cui tecnocrati non-eletti avranno l’ultima parola sul futuro della Spagna, così come su quello degli altri paesi membri, fino ai casi limite dell’Italia e della Grecia, già sostanzialmente commissariate. Giro di vite definitivo: il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, e quello della Commissione europea, José Manuel Barroso, hanno annunciato che nelle prossime settimane presenteranno un piano per rafforzare ulteriormente i poteri di “sorveglianza, intervento e sanzione” degli organi tecnocratici centrali europei nei confronti degli Stati membri.
-
E se a riscrivere la Finanziaria fosse la valle di Susa?
Ho appena letto il messaggio di Claudio Giorno a proposito della battaglia che in India sta mobilitando decine di migliaia di persone contro la corruzione diffusa in tutte le pubbliche istituzioni e nei partiti politici di quel paese. Anche io tendo ad osservare attentamente gli eventi internazionali degli ultimi mesi e a considerarli come sintomi di un malcontento ormai mondiale contro questo modello economico (finanz-capitalista e ultramonopolista) globalizzato che sta distruggendo le basi stesse della convivenza civile, della democrazia e addirittura del capitalismo e che i partiti politici (tutti, per lo meno in Italia) si sono rivelati incapaci di governare e regolamentare.
-
Trasfusioni, 80.000 infettati: il sangue degli innocenti
Morti o ammalati per trasfusioni di sangue infetto: in Italia sono 80.000 negli ultimi trent’anni, 409 le vittime accertate e solo fino al 2001. Appena 700 quelle che hanno ottenuto un risarcimento, mentre altre 5.000 persone che attendono i soldi dallo Stato potrebbero non vedere un euro in caso di prescrizione del reato, mentre la Finanziaria taglia l’indennità prevista per le vittime di trasfusioni “sporche”. Da 18 giorni, un gruppo di persone infettate per colpa di una trasfusione sbagliata (colpite da malattie come l’Hiv, l’epatite B o C) stazionano giorno e notte con un camper davanti a Montecitorio: attendono che il ministro della Salute Ferruccio Fazio o qualcuno della maggioranza li riceva e si prenda un impegno scritto.
-
Salvare Radio Radicale, emendamento bipartisan
Radio Radicale rischia un pesante ridimensionamento o addirittura la chiusura. A denunciarlo sono i Radicali, che chiedono il rinnovo della convenzione con il ministero dello Sviluppo Economico che darebbe all’emittente 10 milioni di euro lordi in tre anni. A tal proposito, è stato presentato un emendamento alla Finanziaria sottoscritto da 202 senatori di tutti gli schieramenti.