Archivio del Tag ‘finanza’
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Grecia fuori controllo, ora manifestano anche gli agenti
Di quel che sta accadendo in Grecia non ne parla praticamente nessuno. Se qualche cenno si fa delle manifestazioni in Spagna e Portogallo, la Grecia viene ignorata o al massimo si menziona l’ennesimo “sciopero”. Invece, la situazione per le strade di Atene e delle altre città greche sta degenerando, come racconta tra gli altri l’“Independent”. Sentite che storie: «La polizia ha sparato granate immobilizzanti e gas lacrimogeni, quando decine di migliaia di manifestanti hanno invaso le strade di Atene per lo sciopero nazionale contro le nuove misure di austerity che dovranno tagliare salari, pensioni e sanità per l’ennesima volta. Dozzine di giovani, con i volti nascosti da caschi e bandane, hanno tirato bottiglie molotov e pietre alla polizia che ha risposto al fuoco nel tentativo di disperdere la folla infuriata intorno al Parlamento. Si pensa che oltre 50 mila persone abbiano partecipato alla manifestazione solo ad Atene».
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Pd: le primarie del nulla, al guinzaglio dei diktat europei
Risulta praticamente impossibile prendere sul serio commentatori, alcuni con curriculum prestigioso e buona produzione scientifica, che affermano che «il Pd ha un programma innovativo», oppure che «Bersani ha superato lo scoglio delle regole sulle primarie». Si possono comprendere le dinamiche di posizionamento, sottintese a queste affermazioni, ma si deve evidenziare anche che in certi commentatori è ormai conclamata l’incapacità di capire che è finito un mondo. Quello in cui in cui, assieme al posizionamento entro il più importante partito dello schieramento progressista, si potevano negoziare spazi di autonomia politica e personale. Ricordando che, effetto dei tagli sull’onda dell’antipolitica e del potere reale sull’Italia che passa tra Bruxelles e Berlino, si stanno esaurendo anche i margini concreti per i posizionamenti di carriera tramite la politica istituzionale.
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Post-crescita, risorse ormai esaurite: c’è vita dopo il Pil?
Se non conoscete Richard Heinberg, vi consiglio di seguire il suo ormai annoso blog “Museletter”. Richard è uno dei migliori divulgatori nel campo ambiente, risorse ed economia. Il suo ultimo post racconta della presa di coscienza del governo australiano per quanto riguarda la situazione delle materie prime. Il ministro delle Risorse ha appena dichiarato alla Tv americana “Abc” che «il boom delle risorse è finito». L’Australia è un Paese minerario, e conta molto sulle esportazioni di materie prime per la propria economia, tanto da aver molto investito in infrastrutture e porti per rifornire il mondo. La crisi globale però si fa sentire: Europa e Usa sono in flessione, di conseguenza la Cina cala la produzione industriale, e ciò si ripercuote sul commercio australiano che esporta meno metalli e carbone.
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Barnard: padroni del nostro destino, la politica ci ascolti
Nel febbraio 2012, praticamente da solo, Paolo Barnard ha organizzato il primo summit sulla Modern Money Theory (Mmt), a Rimini. Il risultato fu sorprendente: 2.200 persone paganti giunte da tutta Italia. Nulla di simile si era mai verificato in Italia, e forse in Europa. Ora, a distanza di qualche mese, Paolo Barnard, giornalista già co-fondatore di Report ma da qualche anno confinato quasi in un esilio informativo che ne fa un raro esempio di giornalista-attivista, rilancia: a fine ottobre, prima a Rimini (20-21) e poi a Cagliari (27-28) si svolgeranno altre due conferenze. Il titolo è esplicito: “Non eravamo i Piigs. Torneremo Italia”. Relatori, Warren Mosler e Mathew Forstater, statunitensi, e Alain Parguez, francese, economista circuitista ed ex consigliere economico di Mitterrand (e quindi molto addentro alle vicende che portarono all’unificazione monetaria europea).
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Chiesa: i criminali al governo ci trascinano verso la Grecia
Guardavo le manifestazioni per l’accoglienza veramente calorosa riservata alla signora Merkel ad Atene e pensavo che dovremmo denunciare fin da subito il governo Monti e tutta la classe politica italiana: per istigazione a delinque, perché ci stanno portando in Grecia. Perché stanno portando il nostro paese allo scontro sociale, al muro contro muro. Cioè: sono loro i fomentatori dei disordini. Chiedono sacrifici che, oltre a colpire la vita di milioni di persone, non servono a nulla – come già le cifre stanno dimostrando. La cura da cavallo a cui siamo stati sottoposti negli ultimi due anni non ha prodotto nulla: siamo in recessione. Ma con queste misure, nuovamente annunciate, andremo ancora più in giù: ci sarà meno occupazione, cioè meno soldi in tasca alla gente, più precarietà, meno domanda, aziende che chiudono, entrate dello Stato che diminuiscono, altri tagli alla spesa, altra recessione. E’ una spirale verso il basso, che non prevede risalita.
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Biologico? No, grazie. Come suicidare l’Italia che funziona
Non abbiamo più soldi, e quindi vi chiudiamo. Anzi, meglio: per ora vi svuotiamo, così nessuno potrà dire che abbiamo spento il “motore” dell’agricoltura biologica. La Provincia di Torino è irremovibile: vuole mettere in liquidazione il Crab, il prestigioso sportello del Bio piemontese – punto di riferimento per tutto il comparto dell’agricoltura biologica italiana – dato che la Regione Piemonte non intende rinnovare il proprio impegno finanziario. Piccole cifre: il centro, dislocato in val Pellice, costa 280.000 euro all’anno, di cui però solo un terzo a carico degli enti locali: il resto proviene da finanziamenti a progetto, che gli stessi ricercatori si procurano attivando fondi speciali europei. Non stiamo parlando dell’Ilva di Taranto, ma di un minuscolo ufficio con appena 7 operatori: vittime della brutale “spending review” del governo Monti, 4 di loro resterebbero a casa.
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Agenda-suicidio, da rottamare: anche Fassina boccia Monti
L’agenda Monti? Da rottamare. Lo afferma Stefano Fassina, responsabile economico del Pd. Se il governo tecnico voluto da Napolitano e sostenuto da Bersani ha aiutato l’Italia a uscire dall’imbarazzo internazionale del crepuscolo berlusconiano, dopo quasi un anno di emergenza conviene guardare in faccia alla realtà: nessuna delle soluzioni prospettate da Monti sta funzionando, perché il rigore e i tagli mortificano l’economia senza nessuna speranza. «Come correttamente riflesso dagli spread sui titoli decennali dei Piigs – sostiene Fassina – i rischi di rottura della moneta unica e di disgregazione europea sono sempre più elevati». Perché? «Per scelte politiche inadeguate ad affrontare il problema di fondo dell’euro: le divergenze di competitività tra le sue aree», troppo disomogenee, come sapevano bene, «fin dall’inizio», i padri fondatori dell’euro.
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Parguez: l’euro creato per azzopparci, ecco come e perché
In questo mio contributo dedicato ai coraggiosi esponenti della Modern Money Theory in Italia, intendo enfatizzare la straordinaria natura della crisi dell’eurozona. Siamo al termine di un modo di produrre, del capitalismo dinamico inteso in termini marxiani. È la regressione verso un sistema parassitario e decadente, un’economia di puri “rentier” che si alimentano attraverso le banche e le altre istituzioni finanziarie che estraggono risorse dall’economia reale grazie alle permanenti politiche di deflazione applicate dagli Stati. Una regressione simile appare ovvia nel momento in cui si osservano i livelli di disoccupazione in Europa, in particolare in Francia, Belgio e Olanda. Per esempio, in Olanda la disoccupazione effettiva eccede il 50, 60% della forza lavoro! Questo condurrà al drammatico collasso dei redditi anche per chi ancora gode di un normale lavoro
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Italia sovrana: manifesto democratico per salvare il paese
Dato che la nostra economia rimane a livelli di depressione del tutto artificiosi. Dato che la Bce offre fondi legati a condizionalità che mantengono in vita la nostra depressione economica. Dato che la Bce non ha mostrato alcuna intenzione di ammorbidire quelle condizionalità. Dato che la Ue non ha mostrato alcuna intenzione di ridurre la disoccupazione ammorbidendo i limiti ai deficit di bilancio nazionali dettati da Maastricht. Dato che la Ue e la Bce hanno mancato di riconoscere il ruolo dei Deficit Positivi per sostenere la piena occupazione, la produzione aziendale e i risparmi. Dato che l’inflazione da eccesso di domanda non è un pericolo finché la produzione non si riduce drammaticamente. Dato che noi consideriamo le politiche che deliberatamente sostengono livelli alti di disoccupazione un crimine contro l’umanità.
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Debiti e default, i fondi-avvoltoio su Grecia e Argentina
La trama è quasi comica. Eppure si tratta di una faccenda tremendamente seria, tanto per le sue implicazioni finanziarie quanto per l’implicito e inquietante monito lanciato a tutti i Paesi sull’orlo di una crisi contabile. La protagonista è una nave dal nome epico ed altisonante, Libertad: misura 100 metri circa di lunghezza, vanta un pregevole design anni ’50 e possiede una valutazione di mercato compresa tra i 10 e i 15 milioni di dollari. Lo scenario è il porto di Tema, in Ghana, dove l’imbarcazione è tuttora bloccata con il suo equipaggio di 220 persone dopo un’ordinanza di un tribunale locale che ne ha decretato il sequestro di fronte a un possibile pignoramento. Il motivo? Un ammontare indefinito di “tango bond” non pagati ad un creditore molto speciale: il fondo-avvoltoio (vulture fund) Nml, un veicolo d’investimento di proprietà della Elliot Capital Management, società finanziaria registrata nelle paradisiache, in senso fiscale, Isole Cayman.
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Regioni in rosso? Ringraziate l’euro, non certo i Fiorito
Nell’Italia dell’euro, cioè nel Paese dove ogni singolo centesimo speso dallo Stato o dalle amministrazioni pubbliche va restituito ai mercati di capitali privati a tassi d’usura, sia la spesa pubblica che, a maggior ragione, la spesa pubblica sprecata/rubata si traducono in crescenti tasse e tagli ai servizi per i cittadini. Per forza: uno Stato come oggi è l’Italia che non può più emettere a costo zero la propria moneta e che deve invece usare una moneta di proprietà di altri (la Bce e i mercati), non ha scelta se non quella di pescare dalla nostre tasche ciò che deve restituire. Ergo: gli spreconi/ladroni alla Fiorito, oggi con l’euro, ci fanno un danno aggiuntivo enorme, oltre a essere laidi. Questo deve farvi capire che il reale problema degli sprechi pubblici oggi non sono gli sprechi di per sé, ma il fatto che tali sprechi sono denominati in una moneta straniera per l’Italia. Infatti…
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Giulietto Chiesa: come difendersi dal declino che ci aspetta
A sinistra l’ideologia della crescita, con tutti i suoi corollari, è entrata come il burro, trasmigrando dalla crescita socialista dei piani quinquennali alla crescita infinita del capitalismo totale. Non vedono la necessità di fare i conti con i “limiti allo sviluppo”. Cambiare i consumi, senza ridurli, diventerà presto praticamente impossibile. O si dimostra che questa affermazione è errata, oppure si deve affrontare la questione della decrescita. Non è soltanto una economia in crescita geometrica ad essere insostenibile, comunque la si voglia presentare. Anche un’economia stazionaria, a crescita zero, è comunque insostenibile alla lunga. Anch’essa porta, sebbene più lentamente, al confine con i limiti. Puntare a un’economia stazionaria equivale a condannare a morte il capitalismo come lo conosciamo oggi. Infatti non c’è capitalismo che non cresce e un capitalismo a crescita zero è una contraddizione in termini. Eppure nemmeno essa sarà sufficiente a evitare una catastrofe strategica.