Archivio del Tag ‘figli’
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Il mondo fino a ieri: se governa la saggezza, non il potere
Recentemente è stato tradotto e pubblicato per Einaudi il libro dell’antropologo premio Pulitzer Jared Diamond che già dal titolo, “Il mondo fino a ieri. Che cosa possiamo imparare dalle società tradizionali”, si pone a confronto con la modernità. Nelle isole del Pacifico e dalle testimonianze sugli Inuit, sugli Indios dell’Amazzonia, sui San del Kalahari, sui Nuer o sugli Andamani e molti altri popoli, emerge il mondo di ieri e qui, fuori da una scontata nostalgia, torna per confrontarsi con la verità stessa della vita, che – ereticamente, per i contemporanei – non è fatta di desideri individuali da trasformare in diritti. Dai viaggi in aereo ai telefoni cellulari, dall’alfabetizzazione all’obesità, la maggior parte di noi dà per scontate le caratteristiche della modernità, ma la società umana, per la quasi interezza dei suoi svariati milioni di anni di vita, non ha conosciuto nulla di tutto ciò. E se il baratro che ci divide dai nostri antenati primitivi può apparirci incolmabile, osservando le società tradizionali ancora esistenti, o esistenti fino a poco tempo fa, possiamo farci un’idea di com’era il nostro antico stile di vita.
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Chi tifa per piazza Taksim, ben oltre i confini della Turchia
«Io dalla Bulgaria non passo, grande problema». Mehmet Demir, camionista turco di 36 anni che da 58 giorni non vede sua moglie e i suoi due bambini, non ne vuole sapere di portarci a Istanbul lungo la vecchia via camionabile, quella che dalla Slovenia passa da Croazia e Serbia per poi rientrare in Europa per il boccaporto più marcio, Romania e Bulgaria. Ha paura che la polizia gli chieda una mazzetta. «Sempre fanno questo», biascica in un italiano stentato. E se sul Tir ci sono anche due giornalisti, è ancora più probabile che ci fermino. Così ci guarda, con gli occhi neri cerchiati di sangue, e col dito disegna nell’aria un nuovo itinerario: dopo Belgrado si va giù in picchiata verso la Macedonia, si passa in Grecia e si imbocca la via Egnatia, che di storia ne ha vista passare certamente anche più della vecchia pista camionabile.
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Selvaggi, ma pacifici: i nostri antenati odiavano la guerra
Primo tabù infranto: la guerra non è nella natura dell’uomo. Secondo: a scatenarla non è la penuria, ma l’ingiustizia nella distribuzione delle risorse in tempi di abbondanza. Sono due ricercatori della finlandese Åbo Akademi, Douglas Fry e Patrick Söderberg, a fare a pezzi l’assunto cardinale del primo degli antropologi inglesi, Thomas Hobbes, per il quale la vita era «nasty, brutish and short». Il “brutish” era riferito a quell’incessante muovere guerra di tutti contro tutti che contraddistingueva lo “stato di natura”. Ebbene, tutto questo – su cui si basa l’egemonia planetaria anglosassone – è semplicemente falso. Lo affermano i due studiosi, il cui lavoro è apparso nell’ultimo numero di “Science” e su “Internazionale”. Fry e Söderberg hanno esaminato i comportamenti di 21 diverse tribù di cacciatori-raccoglitori tutt’ora nomadi, dislocate in tutti i continenti. Risultato: le aggressioni sono quasi sempre individuali e quasi mai organizzate. La guerra? Una pratica molto tarda, che quindi non può avere a che fare con lo “stato di natura” dell’essere umano.
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Noi, oppressi dal debito: gli schiavi di Roma stavano meglio
Da una parte l’umanità e dall’altra il denaro – che ha vinto la sua guerra millenaria, e ora impone la sua legge dura e spietata. Se Roma evitava almeno di spillare tasse agli schiavi, a spremere anche loro provvide il feudalesimo, cioè la condizione storica alla quale stiamo tornando, come “profetizzato” in tempi non sospetti da Giuliano Amato. Di questo passo, con l’eclissi storica della sovranità, non ci saranno più diritti di nessun tipo: cittadini e popoli saranno semplicemente ridotti a chiedere l’elemosina, pronti anche a combattere le guerre di clan organizzate dei nuovi imperi. Analisi storica suggestiva, firmata dall’economista greco Dimitris Kazakis: che, attraverso fonti eterodosse – da Tacito a Engels, fino a Hitler – “spiega” che il dramma nel quale stiamo sprofondando, in primis come Eurozona, è paragonabile soltanto al più spaventoso cataclisma della storia dell’Occidente, ovvero la caduta dell’Impero Romano.
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F-35, spreco criminale: è un insulto all’Italia che agonizza
Ogni famiglia, soprattutto in questo momento di grave crisi economica, sa benissimo che per far quadrare il bilancio familiare si deve dare spazio alle priorità e tagliare le cose superflue e non necessarie. Se una cosa superflua una famiglia non può permettersela, la si elimina, perchè le priorità sono altre. È uno dei principi basilari che ogni genitore conosce benissimo. Principio che governo ed esponenti della maggioranza trasversale, sotto l’egida del presidente della Repubblica, sembrano non conoscere. In questo momento di gravissima crisi economica, mentre moltissimi piccoli artigiani e piccoli commercianti sono sommersi di tasse e non riescono a far fronte alle pretese dello Stato, il governo e la maggioranza Pd, Pdl e “Scelta Civica” pensano di usare decine di miliardi di euro di soldi pubblici per acquistare inutili, difettosi e superflui aerei da guerra. Ma le priorità, come tutti sanno, sono altre. Qualsiasi buon padre di famiglia, trovandosi al governo del paese, avrebbe applicato il principio delle priorità e lo avrebbe fatto perché ama la sua famiglia.
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Grillo: misure di guerra, o in autunno l’Italia salta in aria
Ho girato l’Italia in camper, incontrando l’Italia dimenticata dalla politica e ignorata dall’informazione, e ho detto al presidente della Repubblica che servono misure straordinarie, pari a quelle di un’economia di guerra: siamo un paese in macerie, e quelle misure straordinarie non possono più aspettare oltre, neppure un giorno. Non abbiamo più tempo, l’Italia si avvia verso la catastrofe. Chi è oggi al governo del paese è responsabile dello sfacelo, sono gli stessi che hanno distrutto l’economia. Questa classe politica non è in grado di risolvere alcun problema, perché essa stessa è il problema. Il governo delle larghe intese, voluto fortemente da Napolitano, tutela soltanto lo status quo e gli interessi di Berlusconi, che in qualsiasi paese normale, di democrazia occidentale, non sarebbe ammesso ad alcuna carica pubblica, tantomeno in Parlamento. La nazione è una pentola a pressione che sta per saltare, mentre – ormai da mesi – il governo Letta si balocca con il rinvio dell’Imu, la cancellazione di un punto dell’Iva, senza trovare una soluzione.
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Alternativa: fermiamo i golpisti di quest’Europa mostruosa
Un club planetario a vocazione totalitaria sta distruggendo l’Europa dei popoli, la nostra vita, la nostra democrazia, la nostra libertà. Il nostro futuro è in grave pericolo. Gradualmente, senza che ce ne rendessimo conto, siamo stati consegnati nelle mani di un’oligarchia senza patria e senz’anima, il cui unico collante è il delirio di onnipotenza derivante dal possesso del denaro infinito che essa crea. Coloro che ci hanno condotto a questo guado sono i maggiordomi dei “proprietari universali”: i proprietari finali delle azioni di banche, fondi e corporations internazionali, persone che nessuno di noi conosce, che nessuno ha mai eletto ma che determinano le nostre vite. Essi, sostenuti da parlamenti formalmente eletti, ma in realtà nominati dall’alto, hanno consegnato il potere politico ed economico – un tempo prerogativa degli Stati – a strutture prive di ogni legittimazione democratica. Queste strutture sono le impalcature di un nuovo ordine mondiale in via di costruzione.
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Ida Magli: bugiardi e traditori, ci lasciano in pasto all’Ue
È diventato difficile in Italia, dagli ultimi giorni del 2011 ad oggi, rendersi conto del passare del tempo, cercare di padroneggiarlo rievocando gli avvenimenti e tentare di fare il punto della situazione. In realtà si è trattato di un tempo-non-tempo, affondato per i cittadini in una specie di limbo, immobile ed oscuro, di cui non si sa nulla perché non è stato mai sperimentato in precedenza e dal quale quindi si aspetta che siano gli esperti, i politici a traghettarci, nella nostra veste di “ombre”, verso la luce. Ma i politici sanno bene che questa strada non esiste perché l’unica possibile comporterebbe rimettere in questione l’Unione Europea, cosa che nessuno vuole fare e neanche osa porre di fronte a sé. Ripetono, perciò, che si vede la luce in fondo al tunnel ma è il tunnel che non è per nulla un tunnel, ossia un corridoio da percorrere per raggiungere una meta: è invece la situazione, è la realtà.
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L’inferno neoliberale: la peggior colpa del genocida Videla
Jorge Rafael Videla, il dittatore argentino dei 30.000 desaparecidos, muore in carcere da sconfitto, da ergastolano, da genocida. Come ha detto Estela Carlotto, la leader delle nonne di Plaza de Mayo, «era un uomo disumanizzato» ed è fin troppo semplice applicare a lui la categoria arendtiana di “banalità del male” di chi mise metodicamente in atto un sistematico piano genocidiario, tendente al sequestro di persona di massa, al furto di ogni bene mobile e immobile delle sue vittime, all’assassinio e alla sparizione di persone. Lasciò i figli senza genitori e i genitori senza figli. Ciò succede in molte guerre di sterminio, ma a Videla e ai suoi non bastava. Perciò, peculiarità creola dell’orrore, volle che i morti restassero senza nome, i desaparecidos, e i vivi – i figli di questi, spesso appena neonati – restassero senza identità. Le puerpere venivano lasciate in vita solo fino al parto e centinaia di bambini furono smistati a caso «per salvare la società occidentale e cristiana».
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Vasapollo: fingeranno di allentare la morsa, temono rivolte
Questo governo apparentemente dovrà far vedere che propone la realizzazione anche di politiche sociali perché la gente non ce la fa più, ormai non c’è speranza di futuro per i giovani; non si parla di precarietà del lavoro, è precarietà della vita. Per non parlare di come vivono gli immigrati nel nostro paese, in condizioni disagiate, di miseria e repressione. Ormai disoccupazione e precarietà sono questioni che toccano drammaticamente persone adulte e non solo i giovani. Si parla di suicidi e di atti di follia, ma la gente non diventa improvvisamente pazza; ci si ritrova a 50 anni con due o tre figli senza sapere cosa dargli da mangiare, come pagare l’affitto o il mutuo della casa, una vita da buttare senza un futuro, perché riproporsi sul mondo del lavoro dopo un licenziamento a quell’età è di una difficoltà incredibile.
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Pronti a tutte le partenze, con alle spalle l’Italia perduta
Mai dimenticare chi siamo stati, di che Italia siamo figli, come ha vissuto e in cosa sperava la generazione che ci ha preceduto. Solo così, un giorno, potremo impugnare la vita dalla parte giusta, ribellandoci allo spettacolo quotidiano dello sfascio della nazione, in preda alla tragedia sociale della mancanza di lavoro. Svegliarsi dall’incubo e scoprire di dover lottare per il proprio futuro può essere una scoperta amara e allo stesso tempo appassionante: lo racconta in modo magistrale il giovane Marco Balzano, insegnante milanese e romanziere tradotto anche in Germania. “Pronti a tutte le partenze”, ovvero: come lasciare la sonnolenta provincia di Salerno per catapultarsi nella grande Milano, per stringere una strana alleanza con due profughi della globalizzazione, un cinese e un marocchino. E poi spiccare il volo fino a Lisbona, il paese martoriato dall’austerity dove oggi l’anziano patriarca democratico Mario Soares scongiura i portoghesi di sbattere la porta in faccia agli avvoltoi di Bruxelles.
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Barnard: altro che Liberazione, ci vogliono sterminare
Siamo in guerra, ma ufficialmente nessuno ce l’ha detto. Al processo di Norimberga contro la gerarchia nazista, il procuratore generale Benjamin Ferencz sancì che la guerra d’aggressione contro una nazione sovrana sarebbe stato da quel momento considerato «il crimine supremo». Bene, ci risiamo: quello che ci sta accadendo, dice Paolo Barnard, non è altro che «la pianificazione e l’esecuzione di una guerra d’aggressione guidata da Germania e Francia per distruggere nazioni, popoli, economie, e per depredare risorse, esattamente come fu la Seconda Guerra Mondiale». Amaro 25 Aprile: dov’è finita la libertà conquistata col sangue dei partigiani? Se il fiore della Resistenza fu la Costituzione democratica, ora quel documento sta diventando carta straccia. Il nemico si chiama Eurozona: è micidiale, perché priva la repubblica del potere vitale di spesa pubblica a favore dei cittadini. Norme brutali, quelle di Bruxelles, figlie dell’ideologia neoclassica: lo Stato non serve, anzi ostacola il business perché tutela il popolo. Va neutralizzato, svuotato, paralizzato. E amputato del suo potere sovrano fondamentale: la libera creazione di denaro.