Archivio del Tag ‘farmaci’
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Usa, rivoluzione colorata: così Cadavere imbrogliò Buffone
Indiscrezioni su un’esercitazione per una Rivoluzione Colorata perfetta e autoctona, nome in codice Blu, sono trapelate da un importante think tank che ha la propria sede nelle stesse contrade imperiali che, per prime, avevano concepito l’idea di Rivoluzione Colorata. Non tutte le informazioni che divulgheremo sul’esercitazione Blu sono state declassificate. Questo potrebbe suscitare una dura risposta da parte del Deep State, anche se uno scenario simile era già stato esplorato da un’organizzazione chiamata Transition Integrity Project. Entrambi gli scenari dovrebbero essere considerati una sorta programmazione predittiva, con il Deep State che prepara in anticipo l’opinione pubblica su come andranno esattamente le cose. Le regole standard del manuale della perfetta Rivoluzione Colorata, di solito, la fanno iniziare nella capitale dello Stato-nazione X, durante una tornata elettorale, con i “ribelli” che combattono per la libertà e che godono del pieno sostegno dei media nazionali ed internazionali. Blu riguarda un’elezione presidenziale nel regno dell’Egemone. Nella simulazione, il presidente in carica, nome in codice Buffone, è di colore rosso. Lo sfidante, nome in codice Cadavere, è di colore blu.Blu, la simulazione, è stata di un livello superiore, perché, a differenza di quelle passate, il punto di partenza non è stata una semplice insurrezione, ma una pandemia. E non una pandemia qualsiasi, ma una pandemia globale, veramente cattiva, con un esplosivo tasso di mortalità inferiore all’1%. Per una fortunata coincidenza, questa letale pandemia ha permesso agli operatori di Blu di promuovere il voto per corrispondenza come procedura elettorale sicura e socialmente distanziante. Il tutto poi collegato ad una serie di sondaggi, che prevedevano una quasi inevitabile vittoria elettorale di Blu, magari anche un’Onda Blu. La premessa è semplice: abbattere l’economia e fare le scarpe presidente in carica, la cui missione dichiarata è portare l’economia ad una forte espansione. Allo stesso tempo, convincere l’opinione pubblica che andare di persona alle urne è un pericolo per la salute. Il comitato di produzione di Blu non ha corso rischi, annunciando pubblicamente che avrebbe contestato qualsiasi esito che osasse contraddire il risultato preconfezionato: la vittoria finale di Blu in un organo democratico bizzarro, anacronistico e contorto chiamato “collegio elettorale”.Se dovesse in qualche modo vincere Rosso, Blu aspetterebbe fino a quando ogni singolo voto non sarà stato contato e debitamente contestato ad ogni livello di giurisdizione. Facendo affidamento sull’enorme supporto dei media e sul marketing dei social media spinto al parossismo, Blu proclama che “in nessun caso” sarebbe consentito a Rosso di dichiarare vittoria. Arriva il giorno delle elezioni. La verifica dei voti procede senza intoppi, il conteggio delle schede arrivate per posta, il conteggio di quelle di giornata, conteggi aggiornati al minuto, però soprattutto a favore di Rosso, specialmente nei tre Stati da sempre essenziali per la conquista della presidenza. Rosso è in testa anche in quelli che vengono definiti “swing States”, gli “Stati incerti.” Ma, proprio mentre una rete televisiva annuncia prematuramente la vittoria di Blu in uno Stato che, presumibilmente, avrebbe dovuto essere di Rosso, prima della mezzanotte il conteggio dei voti viene fermato nelle principali aree urbane dei principali Stati incerti con governatori Blu, ma con Rosso in vantaggio.Gli scrutatori Blu smettono di contare, per verificare se sia plausibile lo scenario di una vittoria blu senza dover visionare le schede arrivate per posta. Il loro meccanismo preferito è manipolare la “volontà del popolo”, mantenendo un’illusione di equità. In ogni caso, possono sempre fare affidamento, come Piano B, su schede postali a volontà, calde e fredde, fino a quando Blu non riesce ad intrufolarsi in due Stati incerti particolarmente importanti, stati che Rosso si era già aggiudicato in una precedente elezione. Ecco cosa succede. A partire dalle 2 del mattino, e più tardi nella notte, pacchi di voti “magici” arrivano in questi due Stati chiave. L’improvviso “aggiustamento” verso l’alto include il caso di un lotto di oltre 130.000 voti, tutti da una singola contea, pro-Blu e senza neanche un voto per il Rosso, un miracolo statistico grande come lo Spirito Santo. Ingolfare le urne è la tipica truffa messa in atto nella Rivoluzione Multicolorata di questa Repubblica delle Banane.Gli scrutatori di Blu utilizzano il collaudato metodo che viene utilizzato nei mercato dei futures sull’oro, quando con un improvviso calo dei naked shorts si fa scendere il prezzo dell’oro, proteggendo così il dollaro Usa. Gli scrutatori di Blu giocano sul fatto che la compiacente alleanza fra media mainstream e Big Tech non metterà in dubbio che, beh, all’improvviso, il voto si è spostato verso il blu con un margine di 2 a 3 o di 3 a 4. Scommettono che non verranno poste domande su come mai, in alcuni stati, una previsione di voto dal 2% al 5% a favore di Rosso si sia trasformata in una tendenza dallo 0,5% all’1,4% a favore di Blu, intorno alle 4 del mattino. E sul perché questa discrepanza si sia verifica quasi simultaneamente in due Stati incerti. E sul perché alcune circoscrizioni abbiano generato più voti di quanti fossero i votanti. E su come mai negli Stati incerti, il numero di questi ultramisteriosi voti per Blu supera di gran lunga i voti espressi per i candidati al Senato di questi Stati, quando è noto che il totale dei votanti nelle elezioni per Camera/Senato è tradizionalmente paragonabile a quello delle votazioni presidenziali. E l’affluenza alle urne in uno di questi Stati sarebbe stata dell’89,25%.Il giorno dopo a quello delle elezioni sono apparse vaghe spiegazioni sul fatto che uno dei possibili scarichi di voti postali [ballot dump] sia stato solo un “errore materiale”, mentre in un altro stato conteso non è stata data alcuna giustificazione per l’accettazione di schede senza timbro postale. Gli operatori di Blu si rilassano, visto che l’alleanza tra media mainstream e Big Tech spazza via ogni lamentela, definendola una “teoria del complotto”. Non si può dire che i due candidati alla presidenza facciano tutto il possibile per perorare la propria causa. Nome in codice Cadavere, in un lapsus freudiano, aveva rivelato che il suo partito aveva messo in piedi il progetto di frode più ampio e “diversificato” mai realizzato. Non solo Cadavere sta per essere indagato per una losca truffa di tipo informatico. È un paziente con demenza di stadio 2, con una personalità in rapido disfacimento, mantenuto a malapena funzionale dai farmaci, che però non possono impedire alla sua mente di spegnersi lentamente. Nome in codice Buffone, fedele al suo istinto, ha messo le mani avanti, dichiarando che l’intera votazione è una frode, ma senza offrire la prova decisiva. Così viene continuamente smentito dall’alleanza media mainstream/Big Tech e accusato di diffondere “false affermazioni”.Tutto questo mentre un’astuta, vecchia e amareggiata maneggiona non solo aveva dichiarato che l’unico scenario ammissibile era una vittoria di Blu, ma si era anche già posizionata per un incarico della massima importanza. Blu prevede anche che Rosso intraprenda immediatamente un’azione risoluta: arruolare di un esercito di avvocati che chiedano la verifica di tutti i registri elettorali per spulciare, rivedere e verificare ogni singola scheda elettorale per corrispondenza, un vero e proprio processo di analisi forense. In ogni caso, Blu non può prevedere quante false schede verranno smascherate dai riconteggi. Mentre Cadavere è pronto a cantar vittoria, Buffone pensa al gioco lungo ed è disposto ad andare fino alla Corte Suprema. Lo schieramento di Rosso aveva già previsto tutto, poiché conosceva perfettamente quali sarebbero state le mosse di Blu. La Controrivoluzione Rossa ha il potenziale di dare scacco matto strategico a Blu. Si tratta di un attacco su tre fronti, perchè Rosso può avvalersi della Commissione Giustizia, del Senato e del Procuratore Generale, tutti sotto l’autorità di nome in codice Buffone fino al giorno dell’insediamento.Lo scopo del gioco, dopo una feroce battaglia legale, è rovesciare Blu. I migliori strateghi di Rosso hanno la possibilità, su richiesta della Commissione Giustizia, di istituire una Commissione Senatoriale, o richiedere un Consigliere Speciale, che sarà nominato dal Dipartimento di Giustizia, per indagare su Cadavere. Nel frattempo, per certificare il vincitore delle presidenziali, sono necessari due voti del collegio elettorale, ad un mese di distanza. Queste votazioni avverranno nel mezzo di una o forse due indagini incentrate su Cadavere. Qualsiasi Stato rappresentato al collegio elettorale può opporsi all’investitura di un Cadavere sotto inchiesta; in questo caso sarebbe illegale per quello stato consentire ai suoi grandi elettori di certificare i risultati presidenziali dello Stato. Cadavere potrebbe anche essere messo sotto impeachment dal suo stesso partito, in base al 25° Emendamento, a causa del suo irreversibile declino mentale. Il caos risultante dovrebbe essere risolto da una Corte Suprema di tendenza Rossa. Non esattamente il risultato sperato da Blu.Il nocciolo della questione è che questo gioco di think-tank trascende sia Rosso che Blu. Riguarda il gioco finale del Deep State. Non c’è niente come una massiccia operazione psicologica in un’arena del Wrestling sotto il segno del divide et impera per scatenare una guerra dei poveri, con metà della folla che si ribella contro quello che percepisce come un governo illegittimo. Lo 0,00001% intanto osserva comodamente dall’alto una carneficina non solo metaforica. Anche se il Deep State, usando i seguaci di Blu, non avrebbe mai permesso a nome in codice Buffone di prevalere, ancora una volta, il divide et impera potrebbe essere visto come il risultato meno disastroso per il resto del mondo. In teoria, un contesto di guerra civile distrarrebbe lo Stato Profondo dal bombardare altri paesi nel Sud del mondo, vista la distopica farsa di “democrazia” che sta mettendo in atto. Oppure, un blocco all’interno dell’Impero del Caos potrebbe incoraggiare ancora più avventure all’estero, come indispensabile diversivo, necessario per mandare avanti la baracca.(Pepe Escobar, “Banana Follies: la madre di tutte le Rivoluzioni Colorate”, da “Unz.com” del 6 novembre 2020, articolo tradotto da Markus per “Come Don Chisciotte”).Indiscrezioni su un’esercitazione per una Rivoluzione Colorata perfetta e autoctona, nome in codice Blu, sono trapelate da un importante think tank che ha la propria sede nelle stesse contrade imperiali che, per prime, avevano concepito l’idea di Rivoluzione Colorata. Non tutte le informazioni che divulgheremo sul’esercitazione Blu sono state declassificate. Questo potrebbe suscitare una dura risposta da parte del Deep State, anche se uno scenario simile era già stato esplorato da un’organizzazione chiamata Transition Integrity Project. Entrambi gli scenari dovrebbero essere considerati una sorta programmazione predittiva, con il Deep State che prepara in anticipo l’opinione pubblica su come andranno esattamente le cose. Le regole standard del manuale della perfetta Rivoluzione Colorata, di solito, la fanno iniziare nella capitale dello Stato-nazione X, durante una tornata elettorale, con i “ribelli” che combattono per la libertà e che godono del pieno sostegno dei media nazionali ed internazionali. Blu riguarda un’elezione presidenziale nel regno dell’Egemone. Nella simulazione, il presidente in carica, nome in codice Buffone, è di colore rosso. Lo sfidante, nome in codice Cadavere, è di colore blu.
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Abbiamo di fronte mesi terribili, avvelenati dalle menzogne
«Abbiamo di fronte dei mesi terribili, in ogni senso. Saranno terribili dal punto di vista economico per molti di noi, ma saranno terribili soprattutto da un punto di vista psicologico per tutti noi, perché ormai la barriera fra il mainstream e quelli che ancora pensano con il proprio cervello è diventata un solco invalicabile. E chi sta da questa parte è destinato a soffrire moltissimo, psicologicamente, perché vede chiaramente come le forze dall’altra parte siano centinaia di volte superiori alle nostre». Parole di Massimo Mazzucco, destinate agli utenti del suo blog, “Luogo Comune”, irrequieti di fronte all’inesorabile sfacelo che si sta manifestando in tutta la sua potenza: paesi verso il baratro del lockdown, economia votata alla catastrofe, società “impazzita” e ospedali descritti come presi d’assalto da migliaia di persone spaventate. In più: totale assenza di piani ordinati per scongiurare il peggio, curando a casa la maggioranza dei pazienti. Teoria e pratica del delirio, elevato a sistema: “Come organizzare un disastro”, titolava già a fine marzo il blog di Paolo Franceschetti, parlando del “diario folle del coronavirus”. La tesi: è stato fatto tutto il contrario di quello che il buon senso avrebbe suggerito, se davvero la volontà fosse stata quella di trovare soluzioni.Ad aggiungere sconcerto, fra le tante, è l’ultima intervista di “ByoBly” al professor Pietro Luigi Garavelli, primario infettivologo dell’Ospedale Maggiore di Novara: la corsa autunnale al pronto soccorso nasce dall’inerzia delle autorità, che non hanno predisposto nessun protocollo per creare una diga contro l’epidemia di coronavirus, abilitando i medici di famiglia a intervenire tempestivamente con procedure concordate e farmaci efficaci, ormai notissimi. Peggio: a quasi un anno dall’inizio del dramma, non esiste ancora neppure un unico protocollo ospedaliero nazionale, valido per tutto il paese. E un farmaco salvavita come l’idrossiclorochina, in primavera rivelatosi decisivo nelle fasi iniziali della malattia Covid-19, non è più prescritto da nessuno (salvo esplicita richiesta, del medico e del paziente), dopo la “guerra” con cui Big Pharma – tramite un articolo menzognero del “Lancet” – si è sbarazzata del celebre antimalarico, collaudatissimo ma poco costoso. La tragedia è un’altra ancora: come la stessa “ByoBlu” precisa, l’intervista a Garavelli non viene neppure proposta su YouTube, per evitare l’oscuramento del canale social.Siamo a questo: la verità – clinica, nella fattispecie – è diventata clandestina, come negli anni bui delle peggiori dittature, che pensavamo relegati nelle pagine dei libri di storia (oltre che nell’attuale Cina, ormai vicinissima). Vergogna urlante: da YouTube sono spariti gli esemplari video girati da “Come Don Chisciotte”, storica voce indipendente dei blog italiani. Immagini imbarazzanti: il pronto soccorso dell’ospedale Sacco di Milano (quello dell’arcigno professor Galli) praticamente deserto, con solo tre persone in attesa, e le vie di Stoccolma – capitale della Svezia che ha rifiutato lockdown e mascherine, puntando sull’immunità di gregge – affollate di umanità tranquilla, a zonzo per i negozi, con l’ospedale principale della città completamente libero da qualsiasi intasamento. Notizie raggelanti dal Canada, dove un deputato dell’Ontario, Randy Hillier, ha scoperto che il governo di Ottawa pensa a lockdown estesi fino all’estate 2021 e a imprecisati “campi di detenzione” per eventuali renitenti.Dal caos rabbioso di questi giorni, in Italia, emergono voci come quelle di Guido Bertolaso, già capo della Protezione Civile: segnala che gli ospedali ricevono dalle Regioni 2.000 euro al giorno per ogni paziente, a prescindere dalla gravità delle sue condizioni di salute, dando quindi forma a una sorta di grottesco business dei ricoveri, dove gli anziani in crisi respitoria vengono contati insieme agli asintomatici positivi al tampone, semplicemente spaventati dall’allarmismo televisivo e non intercettati, a monte, da nessuna rete sanitaria ragionevole costituita dai medici di base. Se l’intero Occidente sembra in preda al panico, coi governi che appaiono in stato confusionale, l’Italia eccelle: il dicastero della sanità è tuttora retto dal ministro che ad aprile rifiutò di rispondere ai 30 specialisti che gli segnalavano l’efficacia del banale cortisone, mentre a Palazzo Chigi, all’ombra dell’oscuro premier venuto dal nulla, opera la “task force” contro le “fake news” che censura il web, oscurando le notizie scomode e privando i cittadini dell’unica fonte potenzialmente attendibile di informazioni vitali.Paura, angoscia, insicurezza e rabbia: c’è chi ancora perde tempo a insultare chi la pensa diversamente. Il culmine della follia passeggia sui social, esibendo il revival fotografico di medici e infermieri presentati come gli “eroi” della “prima ondata”, testimonial viventi della verità ufficiale, quella del Grande Terrore, drammaticamente superiore a quella dei poveri scettici, trasformati (medici e scienziati compresi) in mentecatti irresponsabili e incorreggibili “negazionisti”. Visto?, dicono: avevamo ragione noi. La soluzione? Tremare di paura, a vita. Trincerarsi in casa per sempre, e obbedire a qualsiasi ordine. Vietato pensare, vietato informarsi, vietato ragionare sulla base di dati certi. Vietato parlare, vietato respirare, vietato dissentire o anche solo avanzare perplessità. Vietatissimo smascherare i tanti imbrogli di questa storia sanguinosamente fraudolenta e verminosa, fatta di decretazione emergenziale e terapie proibite, autopsie pazzescamente negate e salme incenerite d’imperio, nel silenzio spettrale – televisivo – dei cortei funebri di camion militari.La verità è altrove: un pensiero che era solo un sospetto, e che oggi esplode davanti agli occhi di chiunque abbia un briciolo di cervello ancora funzionante, non ancora disabilitato dalla disinformazione terroristica quotidiana, imposta a mano armata da un mainstream che ha gettato la maschera e ormai si mostra violento e aggressivo, con la vocazione totalitaria di chi non tollera più la minima voce dissonante e quindi la emargina, la soffoca, la spegne. A prescindere dalle libere opinioni di ciascuno – in materia sanitaria o politica – non può sfuggire il carattere esiziale del momento, se persino un alto prelato come l’ex nunzio apostolico negli Usa sostiene che il maledetto virus che ha paralizzato il mondo è stato solo il mezzo per instaturare una sorta di dittatura planetaria, destinata ad azzerare la democrazia e le libertà dell’individuo, la sua dignità di essere umano, dando corso a un piano “infernale” di dominazione definitiva, capace di archiviare nel modo più spietato l’intera nostra civiltà, ovvero la modernità forgiata alla fine del Settecento dalle rivoluzioni massoniche contro l’assolutismo dell’Ancien Régime sorretto dal plurisecolare oscurantismo vaticano, nemico della scienza del progresso.In uno dei suoi tanti capolavori, “Piccolo testamento”, Eugenio Montale evoca il giorno in cui «spenta ogni lampada, la sardana si farà infernale», e allora «un ombroso Lucifero scenderà su una prora del Tamigi, dell’Hudson, della Senna, scuotendo l’ali di bitume semi-mozze dalla fatica, a dirti: è l’ora». Il grande poeta pensava alla marea hitleriana della Seconda Guerra Mondiale. Quella il corso – la Terza? – obbliga gli spettatori frastornati, molti dei quali atterriti dalla rovina economica che sta per inghiottire le loro famiglie per prime (poi seguiranno anche le altre, inevitabilmente), a farsi qualche domanda sulla natura di questo potere, abbondantemente bugiardo, che sta abilmente “sovragestendo” il panico in tutte le sue declinazioni: sanitaria, sociale, economica, politica, psicologica. Tutto crolla, giorno per giorno: lavoro, scuola, consumi, sicurezza, Pil, certezze, visione del futuro. E la perdita di ogni riferimento socio-culturale, persino antropologico, viene spacciata come fatalità a cui rassegnarsi, verso una “nuova normalità” vagamente mostruosa.Il Grande Terrore sta dettando i tempi della sua agenda: si è imposto come un tiranno, ringhiando, e riducendo al silenzio qualsiasi potenziale antagonista. La vita stessa è diventata una questione di coronavirus. Nessuna umanità, da parte dei reggenti: nessuna compassione, nessuno sforzo di sincera comunicazione, di condivisione. Regna il caos, l’incorenza assoluta: si abbaiano ordini, non si spiega mai niente. Ricorda qualcosa, questo? Qualcosa che non avremmo mai voluto rivedere? E’ precisamente di questo, che molti forse hanno bisogno, per cominciare a capire – meglio tardi che mai – in che razza di guaio è sprofondato, il genere umano preso in giro per decenni con leggende economiche e religioni scientiste? Domande inevitabili: in mezzo all’oceano di mediocrità e incapacità esibite a ogni livello politico, governativo e amministrativo, si può leggere anche il filo rosso (o meglio, nero) di una regia sapiente, al servizio dell’apocalisse? L’eventuale guarigione, par di capire, non potrà che passare dalla capacità di trovare finalmente una risposta – chiara, seria – all’unico quesito, decisivo, sulla vera origine di questa crisi, i cui effetti (devastanti) sono solo una conseguenza, aggravata dallo stato comatoso del sistema-mondo.«Abbiamo di fronte dei mesi terribili, in ogni senso. Saranno terribili dal punto di vista economico per molti di noi, ma saranno terribili soprattutto da un punto di vista psicologico per tutti noi, perché ormai la barriera fra il mainstream e quelli che ancora pensano con il proprio cervello è diventata un solco invalicabile. E chi sta da questa parte è destinato a soffrire moltissimo, psicologicamente, perché vede chiaramente come le forze dall’altra parte siano centinaia di volte superiori alle nostre». Parole di Massimo Mazzucco, destinate agli utenti del suo blog, “Luogo Comune“, irrequieti di fronte all’inesorabile sfacelo che si sta manifestando in tutta la sua potenza: paesi verso il baratro del lockdown, economia votata alla catastrofe, società “impazzita” e ospedali descritti come presi d’assalto da migliaia di persone spaventate. In più: totale assenza di piani ordinati per scongiurare il peggio, curando a casa la maggioranza dei pazienti. Teoria e pratica del delirio, elevato a sistema: “Come organizzare un disastro”, titolava già a fine marzo il blog di Paolo Franceschetti, parlando del “diario folle del coronavirus”. La tesi: è stato fatto tutto il contrario di quello che il buon senso avrebbe suggerito, se davvero la volontà fosse stata quella di trovare soluzioni.
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Virus e vaccino, per arrivare al mondo post-umano di Colao
Stanno cercando in ogni modo di prolungare l’emergenza, paventando rischi maggiori di quelli probabilmente effettivi. Più il tempo passa, più verrà indebolito il nostro sistema economico, il nostro tessuto sociale. Più è distrutto, più è facile rifarlo in un altro modo: con nuovi criteri e nuovi padroni, capaci di comprare più facilmente quello che costerà di meno, o i settori che saranno semi-distrutti. Ci stanno imponendo un’emergenza che sembra infinita: tengono alta la paura del Covid, perché altrimenti non potrebbero più presentarci il vaccino come unica possibile vie d’uscita. Ma c’è dell’altro, ed è anche peggio: mentre il Comitato Tecnico-Scientifico sta usando il virus per distruggere l’economia, la task-force per la ricostruzione (ancora più pericolosa) pensa di sfruttare la crisi per cambiare per sempre l’economia, sottraendola al controllo degli italiani. Cts e task-force sono due “corni” di un unico demone. Il Cts è fatto di scienziati abbondantemente venduti al potere, ed è espresso da organismi internzionali come l’Oms e l’Onu. Per loro l’unica salvezza sarà il “messia” vaccino. Ovviamente, il Cts si guarda bene dal dire che la vera salvezza sta innanzitutto nel rafforzare il proprio sistema immunitario. Suggerimenti e indicazioni, da loro? Zero: la gente deve stare male per poi potersi vaccinare, e vacciandosi stare ancora peggio, e quindi assumere ancora più farmaci. Indovinate per chi lavorano, questi?Poi c’è il secondo “corno”, la task-force di Colao. Lavora per la ripresa? Non è così, faranno altro. L’ha detto lo stesso Colao: «Non si può sprecare una crisi». E’ un’opportunità unica, per cambiare la struttura economico-sociale del paese. Conoscendoli, significa: globalizzarla, meccanizzarla, robotizzarla, dandola ancora più in pasto alla finanza internazionale, sottraendola agli italiani che lavorano, all’iniziativa individuale, e mascherandola persino da Green New Deal e da ottimistica ripresa dopo il Covid. Vittorio Colao sta a Londra, loro si parlano via web. E’ una sorta di nuvola nera, quella che incombe sopra Palazzo Chigi. Gli uomini della task-force parlano ai loro maggiordomi del governo, a questi burattini prestati ai poteri da masse incoscenti di italiani, che li hanno votati (e nel caso di Conte, nemmeno li hanno votati). E allora scopriamola, la pericolosità di questa task-force e del potere vero che rappresenta. Vittorio Colao è un uomo della finanza internazionale. In questo momento è il grande profeta del 5G, della cosiddetta transizione digitale. E’ passato per Morgan Stanley, McKinsey, poi Rcs, poi Omnitel, Vodafone e ora General Atlantic, un mega-fondo da 35 miliardi di dollari che già lavora (con una task-force sua) studiando come intervenire nel tessuto socio-economico della ripresa.Come? Comprando, stravolgendo e finanziando solo chi vuole, nell’ambito dell’imminente programma, una sorta di Piano Marshall nel quale useranno un’economia distrutta dalla crisi per ricostruirla come voglino loro. Vogliono cioè meccanizzarci, tecnologizzarci, verticalizzarci, centralizzarci, mondializzarci. Come dice Colao: «Le peggiori crisi sono quelle che si sprecano». E attenti ai professori della task-force: sembrano italiani, ma sono “amerikani” (con la kappa), allevati nelle grandi università del potere mondiale. Per esempio Enrico Moretti, della Berkeley. Apprezzatissimo da Obama, Moretti vuole una società nella quale le piccole e medie imprese (e il turismo) non siano più al centro. A guidare tutto devono essere solo i colossi connessi all’elettronica, sul modello Seattle-Microsoft. Moretti teorizza la necessità di smontare il tessuto economico e sociale italiano, in cambio di strutture mondiali nelle mani della grande finanza. Poi c’è Marianna Mazzuccato, della London University. Dice: bisogna dare allo Stato, e non più ai privati, la guida della rivoluzione tecnologica. Vuole un dirigismo centralista, che faccia affluire solo a qualcuno i soldi delle nostre tasse, a danno della nostra libera impresa, finora fiorente.A completare il “tridente” dei professori “amerikani” è Raffaella Sadun, economista della Harvard Business School. Sogna manager sempre più abili nella transizione tecnologica dall’umano al post-umano. Poi c’è Roberto Cingolani, che oggi lavora a Leonardo (armamenti). E’ un fisico, esperto in robotizzazione. Accanto a loro c’è Stefano Simontacchi, potentissimo avvocato d’affari: ci sarà bisogno, infatti, di far affluire nei posti giusti il mare di soldi in arrivo. E attenti ancora: nella task-force di Colao ci sono gli uomini del famigerato Club di Roma: Enrico Giovannini, Francesco Starace. Il Club di Roma fu fondato a metà del ‘900 da un potere “nero” come il centro studi della Fiat, attraverso il brillante manager Aurelio Peccei. La sua specialità: usare (o creare) emergenze. C’è la sovrappopolazione? Loro fanno finta che questo sia un problema. C’è il riscaldamento climatico? Idem: fingono che sia un’emergenza. C’è un problema di acqua, nel mondo? Lo fanno diventare un dramma planetario, attraverso il quale si faranno le guerre. Le risorse terrestri sono meno disponibili? Loro raccontano che fra vent’anni saranno esaurite: lo dicevano già negli anni ‘70, e non si sono affatto esaurite.Gli uomini del Club di Roma sfruttano le emergenze per fare strategia della tensione. Per dire poi: serve più controllo, gli Stati non bastano, serve più mondialismo, occorrono strutture internazionali. Sono grandi artefici del mondialismo, e agiscono sempre nello stesso modo: sfruttando le emergenze, o creandole. Sono specialisti, in questo. E quindi perché non dovrebbero buttarsi a pesce nell’emergenza attuale, per dirigere poi la società nella direzione indicata dal loro club, che è da sempre al servizio dei peggiori poteri mondialisti? Questa task-force avrà a disposizione una quantità incredibile di soldi, gestita dai grandi poteri come l’Ue. Una parte è già stata destibnata al Green New Deal, creato grazie alla finta emergenza climatica. Tantissimi soldi, e per fare cosa? Per digitalizzare il mondo e inondarlo di auto elettriche? E perché il Green New Deal non parla di ridurre i campi elettromagnetici? Li vuole anzi aumentare, tra 5G e satelliti. Vogliono meno imprese, meno libertà. E noi saremo incastrati nella ragnatela di un web sempre più pervasivo e invasivo. Bastone e carota: la cupola dei virologi, questa sorta di Papato finto-scientifico, usa il virus come una volta si adoperavano i terroristi per fare strategia della tensione. Obiettivo: portarci alla carota, cioè il vaccino. Che sarà solo il primo passo, verso il mondo disumano per il quale lavorano questi poteri che oggi maneggiano il Covid nel modo che vediamo, disastrando deliberamente l’economia.(Fausto Carotenuto, dichiarazioni rilasciate nel video “Una cupola contro di noi, dove vogliono portaci”, pubblicato su YouTube già nel maggio scorso e ora rilanciato da “Coscienze in Rete”).Stanno cercando in ogni modo di prolungare l’emergenza, paventando rischi maggiori di quelli probabilmente effettivi. Più il tempo passa, più verrà indebolito il nostro sistema economico, il nostro tessuto sociale. Più è distrutto, più è facile rifarlo in un altro modo: con nuovi criteri e nuovi padroni, capaci di comprare più facilmente quello che costerà di meno, o i settori che saranno semi-distrutti. Ci stanno imponendo un’emergenza che sembra infinita: tengono alta la paura del Covid, perché altrimenti non potrebbero più presentarci il vaccino come unica possibile vie d’uscita. Ma c’è dell’altro, ed è anche peggio: mentre il Comitato Tecnico-Scientifico sta usando il virus per distruggere l’economia, la task-force per la ricostruzione (ancora più pericolosa) pensa di sfruttare la crisi per cambiare per sempre l’economia, sottraendola al controllo degli italiani. Cts e task-force sono due “corni” di un unico demone. Il Cts è fatto di scienziati abbondantemente venduti al potere, ed è espresso da organismi internazionali come l’Oms e l’Onu. Per loro l’unica salvezza sarà il “messia” vaccino. Ovviamente, il Cts si guarda bene dal dire che la vera salvezza sta innanzitutto nel rafforzare il proprio sistema immunitario. Suggerimenti e indicazioni, da loro? Zero: la gente deve stare male per poi potersi vaccinare, e vacciandosi stare ancora peggio, e quindi assumere ancora più farmaci. Indovinate per chi lavorano, questi?
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Sileri: follia bloccare l’Italia facendo “terrorismo” sul Covid
In terapia intensiva ci sono ancora molti posti e la crescita dei ricoverati non è esponenziale. Il numero dei positivi è altissimo, ma la maggior parte di loro non è malata: bisogna distinguere e non creare inutile terrorismo. Stiamo paralizzando un paese in attesa di omologare i test salivari: inconcepibile. È assurdo, quello a cui stiamo assistendo, con migliaia di persone che prendono d’assalto i pronto soccorso per sintomi sovrapponibili a quello del Covid, oppure file interminabili per fare un tampone. Avere più offerta diagnostica, più semplice del tampone e fruibile dai medici di medicina generale (nelle farmacie o nel privato e, perché no, anche negli studi dentistici) aiuterebbe il sistema in toto. La prima cosa da fare è aumentare la capacità diagnostica. Dividiamo la popolazione in tre fasce: basso, medio e alto rischio. Usiamo il test rapido antigenico per coloro che sono a basso e medio rischio e sottoponiamo solo la terza fascia al tampone; così si riescono a mappare 400.000 persone al giorno e non sprechiamo tamponi per soggetti che, non essendo contatti stretti, non sono a rischio elevato.Facciamo troppi tamponi alle persone sbagliate. Se io risulto positivo, si può fare il tampone ai miei assistenti, ma non a tutto il piano. Per gli altri basta un test antigenico rapido o salivare (che costa un quinto, e hai il risultato in un’ora anziché in cinque giorni). Con il Covid bisogna agire come con tutte le altre patologie. Nello screening del cancro del colon si prevede l’esame occulto fecale, e solo se questo dà un risultato positivo si procede alla colonscopia. Il vaccino non sarà una cosa rapida. Servono mesi per produrlo, come avviene per quello influenzale. E poi ancora non sappiamo quanto in realtà protegge e quali sono i suoi effetti collaterali. Credo arriverà prima il farmaco rispetto alla profilassi. Molte terapie le stiamo applicando già. Confido più di tutte in quella degli anticorpi monoclonali oppure nell’utilizzo di preparati iperimmuni ricavati dal siero dei guariti. Quanto al modo in cui il governo sta affrontando questa ondata dell’epidemia, io sono per allargare il tavolo del Comitato Tecnico Scientifico e renderne più trasparenti le logiche e le modalità operative. Mi pare doverosa la trasparenza di questi tempi: non si possono affidare a consulenti di nomina governativa decisioni fondamentali per tutto il paese.Il 25 marzo 2023, quando sarà finito tutto questo, mi si troverà al San Raffaele di Milano, dove ho vinto un concorso del 2016. E’ l’ospedale dove lavora anche Alberto Zangrillo, che ha ricevuto critiche da chi non ne capisce. Io ho avuto il Covid, e quando sono stato male io stesso dissi a molti che, se qualcosa fosse andato storto, il San Raffaele sarebbe stata la sede per il ricovero. Zangrillo disse che il coronavirus era “morto”? Ha usato un’espressione infelice, ma molti degli addetti ai lavori hanno capito benissimo che cosa intendesse: che il virus non arrivava più in terapia intensiva. Ora sì, il virus circola, più persone rischiano di andare in terapia intensiva. Ma ci sono differenze. Durante la prima ondata si moriva in casa e il medico arrivava due giorni dopo il decesso. Ora non è più così. Gli scienziati hanno punti di vista personali differenti, ma anche rivalità accese. Le parole di Zangrillo sono state strumentalizzate. Mi sembra che a volte molti miei colleghi in camice utilizzino la Tv per sfide e scopi personali. Io andrò al San Raffaele di Milano perché è l’eccellenza in Italia.(Pierpaolo Sileri, dichiarazioni rilasciate a “Libero”, riprese il 26 ottobre 2020 da molti giornali e dall’agenzia AdnKronos. Viceministro della salute, il dottor Sileri è un chirurgo con 25 anni di esperienza ospedaliera).In terapia intensiva ci sono ancora molti posti e la crescita dei ricoverati non è esponenziale. Il numero dei positivi è altissimo, ma la maggior parte di loro non è malata: bisogna distinguere e non creare inutile terrorismo. Stiamo paralizzando un paese in attesa di omologare i test salivari: inconcepibile. È assurdo, quello a cui stiamo assistendo, con migliaia di persone che prendono d’assalto i pronto soccorso per sintomi sovrapponibili a quello del Covid, oppure file interminabili per fare un tampone. Avere più offerta diagnostica, più semplice del tampone e fruibile dai medici di medicina generale (nelle farmacie o nel privato e, perché no, anche negli studi dentistici) aiuterebbe il sistema in toto. La prima cosa da fare è aumentare la capacità diagnostica. Dividiamo la popolazione in tre fasce: basso, medio e alto rischio. Usiamo il test rapido antigenico per coloro che sono a basso e medio rischio e sottoponiamo solo la terza fascia al tampone; così si riescono a mappare 400.000 persone al giorno e non sprechiamo tamponi per soggetti che, non essendo contatti stretti, non sono a rischio elevato.
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Carpeoro: il Governo della Paura è stato salvato dal Covid
Era tutto previsto, le cose stanno andando esattamente come avevamo preventivato. Per cui, prepariamoci a momenti difficili. Può darsi che, se aumentano nuovamente i contagi, forse il governo riuscirà a tenere più sotto controllo l’ordine pubblico, perché altrimenti le proteste per i problemi economici esploderebbero al 100%. Se invece la gente ha paura di morire, magari perché gli si mette addosso una paura matta di morire, forse sta più tranquilla. Gli stessi media paventano il rischio di nuove chiusure. Ormai i problemi sono così gravi, e il buco è così profondo, che al potere fa gioco. Da un lato molta gente è stanca, di questi inganni; ma se c’è la paura, prevale quella. Stanno anche cercando di veicolare il messaggio secondo cui adesso i colpiti sono i giovani, non i vecchi, e questo è molto esemplificativo (penso ovviamente alle ripercussioni sulla scuola). Purtroppo, questo governo ha scoperto che, grazie alla paura, può sopravvivere senza limiti. La tendenza peraltro riguarda anche i governi di altri paesi, perché – comunque – un problema sanitario c’è; ma trovo che in nessun’altra parte del mondo venga cavalcato nel modo in cui viene cavalcato in Italia. Sui giornali i giovani vengono incolpati per atti normalissimi, come il fatto di organizzare delle cene? E’ il linguaggio che ha scelto il potere, perché gli è funzionale; e quindi, tutti i servi del potere si allineano.La proroga dello stato d’emergenza? Il problema non si pone: se non ci fosse stata l’emergenza, tutto sarebbe stato illegale fin dal principio. Bisogna capire se c’era davvero l’emergenza, all’inizio, e come questa emergenza è stata interpretata. Io potrei anche riconoscere che ci fosse un’emergenza; il problema è la sua declinazione. E’ emerso che il Comitato Tecnico-Scientifico aveva suggerito di non imporre il lockdown nazionale, ma di chiudere solo alcune Regioni? Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. Cosa si muove, a livello di sovragestione? Niente, perché le sovragestioni sono strumenti di conservazione. La sovrastruttura sfrutta le occasioni che le si presentano; ma se c’è una caratteristica che non ha mai avuto, è la propensione alla progettazione. E’ uno strumento opportunistico: man mano che si presentano le possibilità, le sfrutta. Il nostro governo è stato “salvato” dal coronavirus, come anche tutti i governi pericolanti degli altri paesi. Autoritarismo? Penso anche alle dittature vere e proprie, dalla Turchia alla Bielorussia: mi delude il fatto che la gente ormai accetti sempre più passivamente la dittatura. Penso anche alla Cina, alla stessa Ungheria: c’è una tolleranza diffusa, da parte dei popoli, nei confronti di questi sistemi.E che dire di Zingaretti, che impone nel Lazio il vaccino antinfluenzale? Il vaccino antinfluenzale rappresenta forse la pagina più vergognosa della storia dei vaccini, in Italia. Chi un po’ conosce i dati medici, sa che non esiste niente di più inutile del vaccino antinfluenzale (e non voglio definirlo dannoso, perché non ho le competenze per affermarlo: so però che è sicuramente inutile). Se avessero individuato un prodotto erboristico a base di acido acetico, come raccomandava Paracelso, avrebbero fatto scoperte simpatiche. Invece domina Big Pharma, che punta ovviamente al suo business? Certo, ma la colpa è anche nostra; l’Italia ha il record mondiale della vendita di medicinali da banco: al primo mal di testa corriamo in farmacia per riempirci di cachet, alcuni dei quali dannosissimi. Mario Monti alla guida della commissione Oms per ridisegnare la sanità in Europa? E’ come fare Dracula presidente dell’Avis. Sotto il suo governo, la sanità subì tagli devastanti. Monti scalpitava per tornare in pista, anche perché il suo nome deve comunque girare, dato che si candiderà per la presidenza della Repubblica, e quindi aveva bisogno di rispolverare l’argenteria.(Gianfranco Carpeoro, dichiarazioni rilasciate a Fabio Frabetti nella diretta web-streaming su YouTube “Carpeoro Racconta” del 15 agosto 2020).Era tutto previsto, le cose stanno andando esattamente come avevamo preventivato. Per cui, prepariamoci a momenti difficili. Può darsi che, se aumentano nuovamente i contagi, forse il governo riuscirà a tenere più sotto controllo l’ordine pubblico, perché altrimenti le proteste per i problemi economici esploderebbero al 100%. Se invece la gente ha paura di morire, magari perché gli si mette addosso una paura matta di morire, forse sta più tranquilla. Gli stessi media paventano il rischio di nuove chiusure. Ormai i problemi sono così gravi, e il buco è così profondo, che al potere fa gioco. Da un lato molta gente è stanca, di questi inganni; ma se c’è la paura, prevale quella. Stanno anche cercando di veicolare il messaggio secondo cui adesso i colpiti sono i giovani, non i vecchi, e questo è molto esemplificativo (penso ovviamente alle ripercussioni sulla scuola). Purtroppo, questo governo ha scoperto che, grazie alla paura, può sopravvivere senza limiti. La tendenza peraltro riguarda anche i governi di altri paesi, perché – comunque – un problema sanitario c’è; ma trovo che in nessun’altra parte del mondo venga cavalcato nel modo in cui viene cavalcato in Italia. Sui giornali i giovani vengono incolpati per atti normalissimi, come il fatto di organizzare delle cene? E’ il linguaggio che ha scelto il potere, perché gli è funzionale; e quindi, tutti i servi del potere si allineano.
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Giornalisti, non tradite gli italiani: ne va della salute di tutti
Mi chiamo Massimo Mazzucco, sono un regista documentarista; sono il direttore di un sito che si chiama “luogocomune.net” e anche di un canale video che si chiama “Contro Tv”. Visto che il tema di oggi è l’informazione, ho deciso di rivolgermi direttamente a tutta la categoria dei giornalisti, perché ovviamente siete voi l’ingranaggio cruciale che manda avanti il meccanismo delle informazioni. Voi giornalisti avete scelto un lavoro bellissimo: informare la gente. Posso solo immaginare quanto sia stato bello, per ciascuno di voi, il momento in cui avete avuto la folgorazione professionale e avete capito che questo era il mestiere che volevate fare. E immagino anche che ciascuno di voi abbia intrapreso la propria carriera con lo spirito più nobile, che è quello di rispettare sempre la verità e di portare a conoscenza degli altri i fatti nudi e crudi, senza permettere a nessuno di inquinarli con ideologie o con falsificazioni. Poi magari molti di voi hanno scoperto, nel corso della carriera, che non è sempre possibile raccontare la verità nuda e cruda, e che bisogna in certi casi adeguarsi a quella che viene chiamata “la linea editoriale”: non è altro che un eufemismo per le cose che si possono dire e quelle che non si possono dire, nel mondo di oggi.Ovviamente, per ciascuno di voi scatta il conflitto tra quella che era la mission originaria della vostra professione e la necessità di non perdere il posto (perché tutti abbiamo famiglia, tutti abbiamo bisogno di lavorare; e nessuno, al giorno d’oggi, può permettersi di mandare a gambe per aria la sua carriera solo per perseguire il proprio idealismo). Però è anche vero che ciascuno deve porre un limite, etico e morale: deve tirare una linea rossa, al di là della quale non bisogna comunque andare. Se il tuo direttore ti chiede di non attaccare un certo personaggio perché magari fa parte del suo stesso schieramento politico, allora la cosa ci può anche stare. Se il direttore ti chiede di non dare una notizia positiva su Putin, perché altrimenti esci dalla linea atlantista del giornale (e magari poi gli americani si arrabbiano), ci può anche stare. Fin che si tratta di politica e di schieramenti, la cosiddetta linea editoriale è comprensibile: fa parte dei giochi. Ma quando ci va di mezzo la salute delle persone, la salute dei tuoi concittadini, allora lì non si può più accettare di tacere. Lì voi avete delle responsabilità ben precise.Se ad esempio esce la notizia che il ministro Speranza ha ricevuto una lettera da 30 medici italiani, i quali gli raccontano di aver curato decine di malati di Covid con i cortisonici e lui l’ha completamente ignorata, e poi un mese dopo ti ritrovi l’Oms che elogia i medici britannici per aver fatto la stessa identica scoperta, allora questo voi lo dovete denunciare: perché vuol dire che abbiamo un ministro della salute totalmente incompetente, che si lascia sfuggire delle possibili cure, e che a causa della sua negligenza magari ha lasciato anche morire molte persone, che invece potevano essere salvate. Io ho fatto un video, a questo proposito, che si intitola “Ministro Speranza, dia le dimissioni”. Ma io sono piccolino, non ho l’audience che avete voi nel mainstream. Quindi, in casi come questo, voi avete il dovere – l’obbligo morale – di denunciare un fatto del genere, e di informare adeguatamente le persone: perché ne va della loro salute, e anche della loro vita.Idem per il caso dell’idrossiclorochina: avete tutti fatto dei titoloni cubitali, per dirci che l’idrossiclorochina non solo non curava il Covid ma addirittura poteva essere dannosa, solo perché lo diceva il “Lancet”; ma poi, quando è venuto fuori che la ricerca del “Lancet” era una frode plateale, basata su dati assolutamente inesistenti, voi avete lato la smentita in tre paragrafi piccoli piccoli a pagina 15, e nessuno l’ha vista: tant’è vero che ancora oggi l’Istituto Superiore di Sanità non autorizza l’uso dell’idrossiclorochina contro il Covid. Mentre doveva essere tutto il contrario: la notizia che l’idrossiclorochina era dannosa andava presa con le pinze, visto che è un medicinale che si usa in tutto il mondo da oltre 50 anni; e quando la ricerca del “Lancet” ha rivelato la frode, quella doveva essere messa in prima pagina a titoli cubitali: la gente deve sapere che c’è qualcuno che manipola le ricerche scientifiche per un proprio tornaconto personale. E da chi deve venire a saperlo, se non da voi che avete scelto come mestiere quello di informare?Altro caso clamoroso: Zingaretti mette l’obbligo per il vaccino antinfluenzale a tutti gli over-65, nella sua regione, con la scusa che in questo modo faremo prima a distinguere i malati di Covid. Ora, a parte che questa è una giustificazione senza il minimo fondamento scientifico (è una barzelletta, in realtà, e non ci vuole un genio per capirlo), ma c’è addirittura il fatto opposto: ovvero che la vaccinazione antinfluenzale rischia di aumentare le possibilità di contrarre il coronavirus. È uscita una ricerca del Pentagono, nei mesi scorsi, che dice che per il noto fenomeno chiamato “interferenza virale”, chi fa il vaccino antinfluenzale ha il 36% in più di possibilità di contrarre il coronavirus. Anche il ministero della salute inglese ha detto la stessa cosa: chi fa il vaccino antinfluenzale rischia più degli altri di contrarre il coronavirus. Trovate tutto nel mio video intitolato “Messaggio a Zingaretti”, che sta su YouTube. Quindi, in questo caso, non solo siamo di fronte a una violazione dei diritti della persona, obbligando il cittadino a un trattamento sanitario con il quale magari non è d’accordo, ma siamo anche di fronte a un rischio sanitario sostanziale per tutta la popolazione. Se voi non date queste informazioni correttamente, rischiate di diventare complici di un eventuale aggravamento della situazione del Covid in autunno: tenete presente queste cose, non fate finta di non averle sentite.Ora, io capisco; voi direte: ma se il mio direttore non mi permette di dare certe notizie, io cosa ci posso fare? Certamente, finché combattete da soli, la vostra è una battaglia persa. Se continuate da soli a insistere per pubblicare notizie del genere, è chiaro che prima o poi rischiate di perdere il posto, o di ritrovarvi a fare la cronaca rosa nei paesini di provincia. Ma voi non dovete combattere da soli, ciascuno la propria battaglia personale: voi potete unirvi, potete organizzare dei comitati di redazione; potete condividere queste informazioni tra di voi e, dopo, andate tutti insieme dal direttore, e dire: guardi direttore, noi abbiamo queste informazioni; le abbiamo verificate: sono valide, sono importanti; e abbiamo l’obbligo morale di renderle pubbliche. A quel punto, se il direttore si trova davanti una redazione compatta, che chiede cose nel nome della salute dei vostri concittadini, non penso che possa far finta di niente. Anche perché voi, eventualmente, potete poi denunciarlo pubblicamente, se non vi dà retta. Quindi, coraggio: organizzatevi. Non state solamente lì seduti a fare da passacarte per le veline dell’Ansa. Non è questo, il mestiere che avete scelto. Datevi da fare, tirate fuori il vostro orgoglio. Fate le vostre ricerche personali, e cercate di rendere alla nazione il servizio che siete stati chiamati a svolgere: quello di informare correttamente le persone su quello che accade, e che riguarda direttamente la salute di tutti noi.(Massimo Mazzucco, video-messaggio “Appello ai giornalisti” trasmesso alla Camera il 30 luglio 2020 nell’ambito della conferenza stampa “Coronavirus: emergenza sanitaria o democratica?” promossa da Sara Cunial. Il video, diffuso su YouTube, è ripreso dal blog “Luogo Comune”).Mi chiamo Massimo Mazzucco, sono un regista documentarista; sono il direttore di un sito che si chiama “luogocomune.net” e anche di un canale video che si chiama “Contro Tv”. Visto che il tema di oggi è l’informazione, ho deciso di rivolgermi direttamente a tutta la categoria dei giornalisti, perché ovviamente siete voi l’ingranaggio cruciale che manda avanti il meccanismo delle informazioni. Voi giornalisti avete scelto un lavoro bellissimo: informare la gente. Posso solo immaginare quanto sia stato bello, per ciascuno di voi, il momento in cui avete avuto la folgorazione professionale e avete capito che questo era il mestiere che volevate fare. E immagino anche che ciascuno di voi abbia intrapreso la propria carriera con lo spirito più nobile, che è quello di rispettare sempre la verità e di portare a conoscenza degli altri i fatti nudi e crudi, senza permettere a nessuno di inquinarli con ideologie o con falsificazioni. Poi magari molti di voi hanno scoperto, nel corso della carriera, che non è sempre possibile raccontare la verità nuda e cruda, e che bisogna in certi casi adeguarsi a quella che viene chiamata “la linea editoriale”: non è altro che un eufemismo per le cose che si possono dire e quelle che non si possono dire, nel mondo di oggi.
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I medici italiani sconfiggono il Covid, ma il governo li ignora
Tutto sembra interessare, al governo Conte, fuorché proteggere gli italiani dal coronavirus nel modo più ovvio: curandoli. Le terapie ormai esistono e sono collaudate, ma l’esecutivo si comporta come se non ci fossero. E continua a parlare del vaccino come unica possibile soluzione, nonostante medici famosi come il milanese Alberto Zangrillo e il genovese Matteo Bassetti ripetano che è semplicemente insensato seguitare ad avere paura del Covid-19 come avveniva a marzo, quando ancora non si sapeva come affrontarlo. E’ ormai stato accertato, invece, che moltissimi degenti classificati come vittime del virus sono stati letteralmente uccisi dall’ossigenazione forzata ricevuta in terapia intensiva: l’ossigeno era letale perché quei malati non erano affetti da polmonite, ma da trombo-flebite. Un dramma che si sarebbe probabilmente evitato, se il ministero della sanità non avesse inspiegabilmente scoraggiato le autopsie. Quanti i morti, a proposito? Non si sa ancora: il governo dovrà finalmente rendere pubblici i dati, come richiesto dal Tar del Lazio in seguito a un esposto dei legali della Fondazione Einaudi. A denunciare il governo per aver trascurato le cure salva-vita sono scienziati come il virologo Giulio Tarro e il ricercatore Pasquale Bacco: hanno depositato un esposto alla procura di Roma insieme al magistrato Angelo Giorgianni a nome dell’associazione “L’Eretico”, che rappresenta 2.000 medici e giuristi.«Le cure c’erano – dicono Tarro, Bacco e Giorgianni – ma sono state ignorate». In sostanza: è stata l’ostinata negligenza del governo Conte a trasformare in una strage (35.000 morti) la comparsa del coronavirus? Sotto accusa, la “malagestione” dell’emergenza Covid sotto il profilo medico-scientifico, epidemiologico e giuridico. «Approcci diagnostici sbagliati, cure inappropriate, misure di contenimento del contagio e di sicurezza scriteriate, in vigore ancora oggi». Scrivono Tarro e colleghi: «Siamo stati noi a uccidere le persone, anche se in buona fede, perché si era dinanzi ad una situazione nuova». Di fatto, «in terapia intensiva è stata applicata una cura sbagliata». Accusano i sanitari: «Si diceva di non utilizzare gli antinfammatori, che ora invece sono alla base della nuova terapia». Addirittura clamorosa la “crociata” sin qui condotta, specie in Italia, contro qualsiasi cura efficace contro il Covid. Completamente ignorato il professor Pietro Garavelli, primario a Novara, tra i primi a certificare l’efficacia del Plaquenil, farmaco a base di idrossiclorochina. Inaudito il “giallo” legato a questo antimalarico, ampiamente sperimentato: il 22 maggio, uno studio su “The Lancet” lo ha improvvisamente definito pericoloso; a ruota, l’Oms lo ha prontamente sconsigliato, invitando gli ospedali a farne a meno, salvo poi rimangiarsi tutto non appena, il 2 giugno, sempre “The Lancet” ha ritrattato le affermazioni dello studio, scusandosi con i lettori e i medici.In Italia, è stato letteralmente linciato – sui media – il dottor Giuseppe De Donno, di Mantova, autore di una scoperta illuminante: per guarire dal Covid basta una trasfusione di sangue donato da pazienti guariti. E mentre proprio il Plaquenil (la demonizzata idrossiclorochina) è stato alla base della guarigione di un gran numero di pazienti, altri medici – sempre italiani – hanno scoperto nuove soluzioni, ancora più pratiche, per trasformare il Covid in una malattia non preoccupante, normalmente curabile anche da casa. Già a metà aprile, il ministro Roberto Speranza aveva ricevuto una comunicazione urgente da 30 specialisti italiani, contenente la seguente notizia: per fermare il Covid basta il cortisone. Incredibile ma vero, Speranza non si è degnato nemmeno di rispondere, a quella tempestiva segnalazione. Due mesi dopo, sono stati gli inglesi a pervenire alla medesima conclusione: il Desametasone sperimentato in Italia è efficacissimo contro il Covid. Stavolta, la notizia è stata convalidata dall’Oms: ulteriore scorno, per un governo – quello italiano – che sembra impegnato a scoraggiare in ogni modo i medici che trovano cure capaci di azzerare la paura del virus.L’ultimo ritrovato (italiano, ancora una volta) viene da Reggio Calabria: l’oncologo Pierpaolo Correale ha collaudato un nuovo approccio terapeutico semplicissimo, mediante aerosol, che spegne l’infiammazione in soli cinque giorni. Nulla di tutto questo, però, sembra destare il minimo interesse da parte di Speranza, dei tecnici del ministero e di Walter Ricciardi, l’ex super-consulente di Big Pharma (poi dirigente dell’Oms) messo a guardia dell’emergenza Covid in Italia, a metà strada tra Speranza e Conte. Al contrario, il governo – che continua a paventare “seconde ondate” autunnali, presentandole come minacciose (come se le cure non esistessero ancora) – insiste nel raccomandare l’uso della mascherina, dichiarata inutile dalla stessa Oms, oltre che potenzialmente dannosa per la salute. «Da sole, le mascherine non proteggono dal Covid», ha dichiarato già il 6 giugno il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. «Non raccomandiamo l’uso esteso di mascherine, perché non è associato ad alcun beneficio», ha ribadito in questi giorni Mike Ryan, a capo del programma emergenze sanitarie dell’Oms: «Nell’indossare mascherine non c’è nessun particolare beneficio che sia stato dimostrato». In che mondo vivono, Conte e Speranza? In un universo virtuale, parallelo a quello dei medici (italiani) che ormai il Covid l’hanno sconfitto?Tutto sembra interessare, al governo Conte, fuorché proteggere gli italiani dal coronavirus nel modo più ovvio: curandoli. Le terapie ormai esistono e sono collaudate, ma l’esecutivo si comporta come se non ci fossero. E continua a parlare del vaccino come unica possibile soluzione, nonostante medici famosi come il milanese Alberto Zangrillo e il genovese Matteo Bassetti ripetano che è semplicemente insensato seguitare ad avere paura del Covid-19 come avveniva a marzo, quando ancora non si sapeva come affrontarlo. E’ ormai stato accertato, invece, che moltissimi degenti classificati come vittime del virus sono stati letteralmente uccisi dall’ossigenazione forzata ricevuta in terapia intensiva: l’ossigeno era letale perché quei malati non erano affetti da polmonite, ma da trombo-flebite. Un dramma che si sarebbe probabilmente evitato, se il ministero della sanità non avesse inspiegabilmente scoraggiato le autopsie. Quanti i morti, a proposito? Non si sa ancora: il governo è finalmente stato invitato a rendere pubblici i dati, come richiesto dal Tar del Lazio in seguito a un esposto dei legali della Fondazione Einaudi. A denunciare l’esecutivo per aver trascurato le cure salva-vita sono scienziati come il virologo Giulio Tarro e il ricercatore Pasquale Bacco: hanno depositato un esposto alla procura di Roma insieme al magistrato Angelo Giorgianni a nome dell’associazione “L’Eretico”, che rappresenta 2.000 medici e giuristi.
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Rivoluzione e nausea, nell’oceano delle fake news ufficiali
Il 14 luglio 1789 venne presa d’assalto la Bastiglia, simbolo della tirannide assolutistica dell’Ancien Régime, mentre il 14 luglio 2016 fece 86 morti e oltre 300 feriti il camion bianco del franco-tunisino Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, lanciato come una bomba sulla folla dopo esser stato distrattamente “dimenticato” per giorni sulla Promenade des Anglais, il lungomare accuratamente sgomberato per accogliere l’anniversario nel migliore dei modi, coi fuochi d’artificio scintillanti sulle onde notturne della Costa Azzurra. Gli specialisti in oscuri presagi potrebbero almanaccare decine di indizi, per illuminare l’opacissima vigilia di questo indimenticabile 2020. In Italia lo spettacolo si declina in modo più casereccio, coi giornali che sparano in prima pagina il grido di un infermiere di Cremona che annuncia il ritorno dell’inferno; poi l’ospedale lo smentisce all’istante, ma per i narratori la notizia della direzione sanitaria (nessun allarme in corso, a Cremona) è del tutto trascurabile. Non fanno eccezione i colleghi francesi che nel 2015 archiviarono come suicidio la morte del commissario Helric Fredou, all’indomani della strage di Charlie Hebdo, su cui il poliziotto indagava. Silenzio anche sull’esito delle indagini, “tombate” dal segreto di Stato dopo la scoperta della manina della Dgse, i servizi segreti parigini, nella fornitura di armi ai terroristi, subito uccisi, non senza prima aver aver lasciato un passaporto in bella vista sull’auto usata per raggiungere la redazione del giornale satirico.Viviamo nel migliore dei mondi possibili, del resto. Wikipedia racconta ancora che a sparare a John Kennedy fu Lee Harvey Oswald, con un vecchio fucile Mannlicher-Carcano. L’arma rinvenuta nella stanza di Oswald era invece un Mauser 7,65: lo disse alla “Cnn” il vice-sceriffo di Dallas, Roger Dean Craig, presente nel corso della perquisizione. A beneficio del pubblico, magicamente, il fucile cambiò identità nei giorni seguenti, quando chi pilotava le indagini si accorse che il Mauser non avrebbe potuto esplodere i proiettili del Carcano, ritrovati sulla scena del crimine. A sparare a Kennedy – da una palazzina attigua a quella di Oswald – fu il mafioso Charles “Chuck” Nicoletti, coordinato da ganster trasportati a Dallas con un volo della Cia: lo racconta il pilota, Tosh Plumlee. A vuotare il sacco, in punto di morte, fu Howard Hunt, allora numero due dell’agenzia di intelligence: Jfk fu liquidato da loro, in complicità con l’Fbi, usando manovalanza mafiosa. La sera prima, a Dallas, il via libera definitivo scaturì da un summit a cui parteciparono il vicepresidente Lyndon Johnson e due futuri presidenti americani, Richard Nixon e George Bush senior. Anni dopo, l’agente Zack Shelton (Fbi) passò a un investigatore privato, Joe West, il nome di un secondo possibile killer: James Files. Il killer ha confermato di aver sparato a Kennedy il colpo letale con un fucile Fireball, facendogli esplodere il cranio.Detenuto fino al 2016 per altri reati, James Files attende ancora che qualcuno si degni di interrogarlo sulla vicenda, dopo quello che ha detto. Ovvero: se riesumerete il corpo di Kennedy gli troverete nella testa evidenti tracce di mercurio, minerale di cui era stato imbottito il proiettile del Fireball. Di Kennedy ha riparlato Bob Dylan il 27 marzo 2020 pubblicando sul web la canzone “Murder Most Foul”, che rievoca l’omicidio di Dallas. Il brano appartiene all’album “Rough and Rowdy Ways”, uscito il 19 giugno dopo altre anticipazioni, tra cui “False Prophet”, presentato da un’immagine eloquente: la morte vestita a festa sta bussando alla porta, con sottobraccio un pacco regalo e nell’altra mano una siringa. «Mettetevi al riparo», ha scritto Dylan accompagnando il brano su Kennedy: un modo per mettere il coronavirus in relazione diretta con il complotto che decretò la morte del presidente della New Frontier. Come dire: gli eredi di quella gente sono ancora in giro, e ora pensano di minacciare e terrorizzare il mondo, confiscando la libertà grazie a “falsi profeti” che si affrettano a somministrare ricette inquietanti e trattamenti sanitari obbligatori, dopo averci spiegato che non torneremo mai più alla vita di prima.I rumeni ricordano ancora il pallore di Nicolae Ceaușescu, travolto dalle proteste di piazza che il 21 dicembre 1989 interruppero il suo discorso dal palazzo presidenziale di Bucarest, tanto da spingerlo a scappare come un ladro, in elicottero. Nove anni prima, in una situazione analoga, il dittatore somalo Siad Barre fece sparare sulla folla che lo contestava. Non pochi dietrologi oggi considerano la tempesta Covid una sorta di colpo di coda, sferrato da un regime imparuito e forte morente, esteso da Wall Street a Pechino, infinitamente pervasivo e protetto dal grande mainstream che ancora oggi racconta che la colpa di ogni disgrazia è sempre da imputare ai cittadini comuni, incorreggibili. Non importa se persino il governo francese ha accreditato la versione del professor Jean-Luc Montagnier, scopritore del virus Hiv, secondo cui il Sars-CoV-2 uscito dal laboratorio di Wuhan era chiaramente un Rna modificato da mani umane, come quelle che da trent’anni tentano inutilmente di fabbricare un vaccino contro l’Aids. Fredde, in Italia, le reazioni alle parole di Montagnier: notoriamente, il Premio Nobel per la Medicina viene conferito a emeriti imbecilli.Non importa nemmeno che il laboratorio di Wuhan fosse strettamente controllato dall’Oms, il cui primo finanziatore privato è il “falso profeta” Bill Gates. Non importa che il primo farmaco impiegato con successo contro il Covid, l’idrossiclorochina, sia stato messo all’indice da “The Lancet” (e a ruota, da svariati governi), salvo poi assistere all’incresciosa ritrattazione degli autori dello studio, costretti ad ammettere che quell’antimalarico impedisce effettivamente che un malato di Covid si possa aggravare. E non importa neppure che trenta medici e scienziati italiani abbiano segnalato inutilmente al ministero della sanità l’efficacia decisiva di un altro farmaco, a base di normalissimo cortisone, senza aver avuto il minimo riscontro né da parte del ministro, né da funzionari del ministero. Due mesi dopo, la notizia del cortisone – la cui efficacia è stata certificata addirittura dall’Oms – ha fatto il giro del mondo, ripresa da medici inglesi che sono giunti alle stesse conclusioni dei colleghi italiani. Non importa nemmeno questo, ai padroni del discorso: l’unica cosa che pare interessi è mantenere l’allarme attorno a un fenomeno che sembra sia stato creato appositamente per scatenare il panico, nonostante le stesse statistiche – Istat, Iss – dimostrino che nei primi mesi del 2020 in Italia sono morte meno persone, per esempio, di quelle decedute negli anni precedenti, durante inverni caratterizzati da virulente epidemie influenzali.Non fa notizia neppure il fatto che il super-speculatore George Soros – fonte, il “Guardian” – abbia appena richiesto all’Unione Europea “una stretta sui social network”, che sarebbero ormai “una minaccia pubblica”. Lo sanno benissimo anche i giornalisti reclutati a Palazzo Chigi dal sottosegretario Andrea Martella, Pd, che dal suo Ministero della Verità monitora con attenzione le voci sgradite, in modo che poi i social media e i motori di ricerca – da YouTube a Google – trovino il modo di rimuovere o almeno rendere invisibili le voci più scomode. Inutile aggiungere che nemmeno questo fa notizia, nemmeno la nausea che milioni di italiani ormai provano per il disprezzo reiterato della verità, per la facilità con cui ogni possibile indizio finisce alla velocità della luce tra la cosiddetta spazzatura complottista, la discarica delle fake news, il paradiso delle bufale. E tutto questo, mentre il governo più sconcertante della storia – Conte e Di Maio, il fido Gualtieri, l’incredibile Azzolina, il grottesco Speranza (coi loro accessori Ricciardi, Arcuri e Colao) – ora si attrezza per blindare il paese ed eventualmente barricarlo in casa un’altra volta, dopo averlo lasciato senza assistenza economica. Gli spari sulla folla, nella storia italiana, risalgono a Portella della Ginestra (le cannonate, mezzo secolo prima, a Bava Beccaris). Memorabile lo spettacolo recente dei droni che inseguono pensionati, a spasso col cane. Per qualcosa che assomigli a una rivoluzione, invece, in Italia bisogna risalire agli anni che precedettero le gesta di Garibaldi.(Giorgio Cattaneo, “Rivoluzione”, dal blog del Movimento Roosevelt del 14 luglio 2020).Il 14 luglio 1789 venne presa d’assalto la Bastiglia, simbolo della tirannide assolutistica dell’Ancien Régime, mentre il 14 luglio 2016 fece 86 morti e oltre 300 feriti il camion bianco del franco-tunisino Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, lanciato come una bomba sulla folla dopo esser stato distrattamente “dimenticato” per giorni sulla Promenade des Anglais, il lungomare di Nizza accuratamente sgomberato per accogliere l’anniversario nel migliore dei modi, coi fuochi d’artificio scintillanti sulle onde notturne della Costa Azzurra. Gli specialisti in oscuri presagi potrebbero almanaccare decine di indizi, per illuminare l’opacissima vigilia di questo indimenticabile 2020. In Italia lo spettacolo si declina in modo più casereccio, coi giornali che sparano in prima pagina il grido di un infermiere di Cremona che annuncia il ritorno dell’inferno; poi l’ospedale lo smentisce all’istante, ma per i narratori la notizia della direzione sanitaria (nessun allarme in corso, a Cremona) è del tutto trascurabile. Non fanno eccezione i colleghi francesi che nel 2015 archiviarono come suicidio la morte del commissario Helric Fredou, all’indomani della strage di Charlie Hebdo, su cui il poliziotto indagava. Silenzio anche sull’esito delle indagini, “tombate” dal segreto di Stato dopo la scoperta della manina della Dgse, i servizi segreti parigini, nella fornitura di armi ai terroristi, subito uccisi, non senza prima aver aver lasciato un passaporto in bella vista sull’auto usata per raggiungere la redazione del giornale satirico.
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Zangrillo: nessuna seconda ondata, ora il Covid è curabile
Il messaggio che voglio dare anche a nome dei miei colleghi è: siamo tutti dalla stessa parte della scienza; la nostra iniziativa, pacata e responsabile, non è di contrapposizione, ma di divulgazione scientifica obiettiva. È innanzitutto una notizia positiva, che le autorità sanitarie devono recepire per quello che è: un messaggio da chi la clinica la vive quotidianamente, perché noi abbiamo vissuto in mezzo alla malattia, perché io mi sono spaventato personalmente, ho rischiato di prenderla, ho lavorato fin dall’inizio a fianco dei miei collaboratori per salvare delle vite umane. Secondo l’Oms, il Covid si comporterà come la Spagnola, tornando in autunno e mietendo molte vittime? Non ci sarà una seconda ondata perché nessuno di noi vuole rivederla. Poi non posso negare che in autunno inoltrato, con la ripresa del freddo, come per tutti i virus respiratori, si possa verificare un risveglio del Covid. Ma sono certo che sapremo controllare questa ripresa della viremia. Il crollo dei malati di coronavirus è ormai inequivocabile. Abbiamo verificato che la carica virale naso-faringea dei tamponi eseguiti in maggio era assolutamente più bassa rispetto a una popolazione omogenea, cioè con le stesse caratteristiche, di quanto lo fosse due-tre mesi fa. Questo warning della virologia è stato poi verificato a livello italiano e internazionale, trovando più conferme.Io non ricovero un paziente in terapia intensiva dal 18 aprile e non ricovero di fatto dall’inizio di maggio pazienti che arrivano al pronto soccorso del San Raffaele, grande ospedale metropolitano con uno dei pronto soccorsi più importanti della città, per una sintomatologia clinica da Covid. Al San Raffaele eseguiamo il tampone a tutti i malati che vengono ricoverati per le più diverse patologie: organiche, internistiche, chirurgiche, cardiovascolari, oncologiche. Ebbene, di questi pazienti non ce n’è uno nell’ultimo mese che sia stato ricoverato qui per ragioni correlate con l’infezione da Covid. Non siamo un caso isolato: dai contatti avuti con i colleghi di diversi ospedali, da Crema a Parma, da Bergamo al Niguarda, tutti dicono la stessa cosa. La malattia in Italia è completamente cambiata e come l’abbiamo conosciuta nelle sue forme gravi non c’è più. Tant’è vero che tutti i trial che prevedevano la somministrazione di farmaci per andare a perlustrare l’efficacia nella malattia di taluni antinfiammatori, antivirali o immunomodulatori, sono stati sospesi. Perché? Per mancanza di questi pazienti Covid. È da qui che nasce la mia dichiarazione “il virus è clinicamente morto”. Se l’ho fatto è perché ho veramente vissuto questa epidemia fin dal primo giorno, ho le idee chiare e forse anche un po’ di severità, di intolleranza verso coloro che parlano per sentito dire o verso coloro che non hanno mai visto un malato in corsia.Il lockdown ha dunque funzionato? Il documento firmato con Remuzzi, Bassetti, Gattinoni, Lorini e gli altri non è stato fatto per andare contro Brusaferro o Locatelli. Anzi, ho detto e confermo che non avrei voluto essere al posto del premier Conte; ho detto e confermo che Conte ha tenuto, sanitariamente parlando, il timone saldo; ho detto e confermo che ha dovuto compiere delle scelte che nella sostanza si sono rivelate vincenti e hanno fatto scuola, perché abbiamo chiuso il paese prima degli altri e forse lo abbiamo riaperto tempestivamente. Dal momento che gli italiani si sono comportati bene e abbiamo ribadito quali sono le norme da rispettare, ora arriva un supporto straordinario dall’evidenza clinica, che conferma i meriti dell’Iss e del governo sul fatto che le misure di contenimento hanno funzionato, meglio che in Francia, in Spagna, in Inghilterra o negli Stati Uniti. Abbiamo difeso Milano e abbiamo circoscritto l’epidemia in Lombardia nonostante il virus circolasse già tre mesi prima che fosse scoperto il paziente-1. Perché questo virus ha colpito come uno tsunami la Lombardia? Hanno giocato vari fattori: la densità demografica della regione, l’età media di talune zone e l’alta concentrazione di polveri sottili in Pianura Padana, che possono aver influito in misura negativa sul rapporto virus-recettore.Ci accusano di mandare segnali fuorvianti e incitare al “liberi tutti”? Due cose. Innanzitutto, ci tengo a dire che noi non ci poniamo in una logica di contrapposizione, perché le nostre osservazioni si basano su un paradigma inviolabile che è la definizione di scienza. La scienza è osservazione, valutazione, calcolo, esperienza. In secondo luogo, il nostro documento non dice “liberi tutti, d’ora in avanti ognuno faccia come crede”. Noi diciamo: se continuiamo a comportarci con buon senso, la situazione, come si vede, clinicamente sta migliorando. E penso che in determinate circostanze ambientali – gli spazi aperti o i luoghi tipici della vita estiva, in montagna o al mare – si possa abbandonare col tempo anche l’uso della mascherina. Oltre al buon senso, però, la prima misura deve essere quella dell’igiene personale: stare molto attenti alla detersione delle mani. La curva dei contagi ha ripreso a risalire? È quella che io chiamo la tempesta dei numeri: anche oggi 250 positivi, anche oggi 50 morti… Bisogna operare una netta separazione tra la positività al tampone e la malattia. Essere positivi oggi vuol dire, il più delle volte, essere debolmente positivi: non vuol dire essere malati. Non è corretto dare per automatico il passaggio tra numero dei positivi (che allo stato attuale sono per lo più debolmente positivi) e numero dei malati. Altrimenti li avrei in ospedale.Focolai in Germania, a Roma, in Calabria, a Mondragone nel Casertano e presso un’azienda di Bologna? Io non ho mai detto che il virus è scomparso, né che si sia modificato; e se qualcuno osa dire il contrario, dice una falsità. Ma dobbiamo altresì riconoscere che la carica virale ha una sua importanza. E a mio avviso la carica virale si è abbassata, per le mascherine e per il distanziamento sociale. Ma questo non impedisce al virus di svilupparsi in contesti ambientali di un certo tipo: che sono, appunto, quelli dei casi sopra citati. Ripeto: dobbiamo stare attenti, usare norme igieniche che evidentemente in quei contesti non sono state rispettate e fare in modo che all’interno degli spazi di associazione lavorativa vengano prese le opportune precauzioni. Ma a parte qualche ricovero, non si è verificato nulla di particolare. Sapere che la curva epidemica in Lombardia non si azzererà mai, a me importa relativamente, se coincide con il fatto che non ci si tornerà ad ammalare gravemente come una volta. Ancora oggi, però, si continuano a spaventare troppo le persone: è da irresponsabili, come ha fatto il professor Crisanti, continuare a dire che a settembre l’Italia tornerà come è oggi il mattatoio in Germania.L’Oms fa il paragone con la Spagnola? Non ci sarà una seconda ondata, in autunno: sono certo che sapremo controllare questa ripresa della viremia, perché conosciamo il virus, sappiamo come affrontarlo terapeuticamente, come gestirlo dal punto di vista organizzativo e soprattutto perché ci sarà una maggiore coesione tra l’istituzione ospedaliera e i medici del territorio, che prima non c’è stata. Al San Raffaele abbiamo studiato tutti i malati, eseguendo prelievi sierologici e prelievi a campione, per cui abbiamo creato una banca dati con migliaia di soggetti; e da questi nostri studi emergeranno evidenze fondamentali per sviluppare adeguati processi terapeutici utili a tenere sotto controllo le epidemie del futuro. Se è consigliabile che il prossimo autunno ci si vaccini contro l’influenza? Sì, invito caldamente le categorie a rischio a vaccinarsi contro l’influenza. Sono stato il primo, a metà aprile, a dire: prepariamoci a convivere con il Covid. E convivere con il Covid non vuol dire suicidarsi. Dire adesso “forse non faremo tornare i bambini a scuola, non dobbiamo prendere gli aerei, dobbiamo rimanere a casa” equivale a dire che dobbiamo morire.(Alberto Zangrillo, dichiarazioni rilasciate a Marco Biscella nell’intervista “Nessuna seconda ondata perché sappiamo cosa fare”, pubblicata dal “Sussidiario” il 27 giugno 2020. Primario di anestesia e rianimazione generale all’ospedale San Raffaele di Milano, già a maggio il professor Zangrillo fece scalpore definendo “clinicamente morto” il virus responsabile della sindrome Covid. Nei giorni scorsi, per ribadire che il virus non fa più paura perché i contagiati sono ormai solo “debolmente positivi” e inoltre i medici hanno trovato le opportune contromisure terapeutiche, Zangrillo ha firmato un documento insieme ad altri 9 colleghi scienziati: Matteo Bassetti, Arnaldo Caruso, Massimo Clementi, Luciano Gattinoni, Donato Greco, Luca Lorini, Giorgio Palù, Giuseppe Remuzzi e Roberto Rigoli).Il messaggio che voglio dare anche a nome dei miei colleghi è: siamo tutti dalla stessa parte della scienza; la nostra iniziativa, pacata e responsabile, non è di contrapposizione, ma di divulgazione scientifica obiettiva. È innanzitutto una notizia positiva, che le autorità sanitarie devono recepire per quello che è: un messaggio da chi la clinica la vive quotidianamente, perché noi abbiamo vissuto in mezzo alla malattia, perché io mi sono spaventato personalmente, ho rischiato di prenderla, ho lavorato fin dall’inizio a fianco dei miei collaboratori per salvare delle vite umane. Secondo l’Oms, il Covid si comporterà come la Spagnola, tornando in autunno e mietendo molte vittime? Non ci sarà una seconda ondata perché nessuno di noi vuole rivederla. Poi non posso negare che in autunno inoltrato, con la ripresa del freddo, come per tutti i virus respiratori, si possa verificare un risveglio del Covid. Ma sono certo che sapremo controllare questa ripresa della viremia. Il crollo dei malati di coronavirus è ormai inequivocabile. Abbiamo verificato che la carica virale naso-faringea dei tamponi eseguiti in maggio era assolutamente più bassa rispetto a una popolazione omogenea, cioè con le stesse caratteristiche, di quanto lo fosse due-tre mesi fa. Questo warning della virologia è stato poi verificato a livello italiano e internazionale, trovando più conferme.
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Quasi un italiano su due rifiuta l’idea del vaccino anti-Covid
Oltre 4 italiani su 10 sarebbero poco propensi a vaccinarsi. È quanto emerge da una recente ricerca dell’Università Cattolica di Milano, scrive Andrea Pegoraro sul “Giornale”. Lo studio evidenzia che il 41% degli individui intervistati ritiene tra il “per niente probabile” o a metà tra “probabile e non probabile” la possibilità di una futura vaccinazione. L’indagine è stata condotta tra il 12 e il 18 maggio su un campione di 1000 persone, rappresentativo di tutta la popolazione italiana, ed è stata realizzata attraverso interviste web assistite da computer. La ricerca si è svolta nell’ambito del progetto Craft della Cattolica, campus di Cremona, ed è stata coordinata dalla professoressa Guendalina Graffigna insieme a Greta Castellini, Lorenzo Palamenghi, Mariarosaria Savarese e Serena Barello. Lo studio analizza la propensione al vaccino da un punto di vista territoriale, di età e di professione, senza dimenticare l’aspetto psicologico. A livello geografico le differenze non sono così marcate. Basti pensare che rispetto al dato nazionale, l’orientamento a non vaccinarsi risulta leggermente maggiore nel Centro Italia (43%).Qualche dato in più emerge incrociando il dato di base con i fattori socio-demografici. «In generale – spiega la profesoressa Graffigna, docente di psicologia dei consumi e direttore del centro di ricerca EngageMinds Hub dell’Università Cattolica – i più giovani (34% contro il 41% del totale campione) e i più anziani (29% contro il 41% del totale campione) sono meno esitanti nei confronti della vaccinazione. Più cariche di dubbi, invece, risultano le persone tra i 35 e i 59 anni (48% contro il 41% del totale campione)». La professoressa sottolinea poi che i pensionati e gli studenti si confermano più fiduciosi verso il vaccino, mentre gli operai e nella media impiegati e imprenditori sono più perplessi. «Arrivano informazioni interessanti dal profilo psicologico, in particolare dal giudizio sulla vaccinazione come atto di responsabilità sociale», osserva il “Giornale”: «Dalla ricerca emerge che chi ha un atteggiamento individualista nella gestione della salute e non considera il vaccinarsi come atto responsabile, tende a essere ancora più scettico verso un futuro programma vaccinale per il coronavirus (71% contro 41% del totale campione)».Al contrario, appaiono decisamente più propensi della media quanti ritengono che i loro comportamenti abbiano un valore importante per la salute collettiva. «Questi dati sono un campanello di allarme di cui tenere conto», conclude Graffigna, che è favorevole alla prospettiva del vaccino, «soprattutto perché segnalano la necessità di iniziare sin da subito con una campagna di educazione e sensibilizzazione dedicata alla popolazione in cui aiutare a comprendere l’importanza di vaccinarsi contro la Covid-19». Ipotesi che peraltro è caldamente sconsigliata da autorevoli clinici, per almeno due ragioni. La prima: non è affatto scontato che si possa sperimentare l’efficacia di una vaccinazione contro un virus così mutevole come quello che ha originato la sindrome Covid. La seconda: non si vede la ragione di ricorrere al vaccino per un problema che ormai – da moltissimi medici – è stato ridimensionato, come patologia perfettamente curabile con tranquillità: lo certifica implicitamente la stessa Oms, che ha appena convalidato l’efficacia delle cure con farmaci cortisonici. Una terapia inutilmente segnalata al ministro Speranza, due mesi fa, da 30 medici italiani. Se basta il cortisone per scacciare l’incubo-Covid, perché mai vaccinarsi?Oltre 4 italiani su 10 sarebbero poco propensi a vaccinarsi. È quanto emerge da una recente ricerca dell’Università Cattolica di Milano, scrive Andrea Pegoraro sul “Giornale“. Lo studio evidenzia che il 41% degli individui intervistati ritiene tra il “per niente probabile” o a metà tra “probabile e non probabile” la possibilità di una futura vaccinazione. L’indagine è stata condotta tra il 12 e il 18 maggio su un campione di 1000 persone, rappresentativo di tutta la popolazione italiana, ed è stata realizzata attraverso interviste web assistite da computer. La ricerca si è svolta nell’ambito del progetto Craft della Cattolica, campus di Cremona, ed è stata coordinata dalla professoressa Guendalina Graffigna insieme a Greta Castellini, Lorenzo Palamenghi, Mariarosaria Savarese e Serena Barello. Lo studio analizza la propensione al vaccino da un punto di vista territoriale, di età e di professione, senza dimenticare l’aspetto psicologico. A livello geografico le differenze non sono così marcate. Basti pensare che rispetto al dato nazionale, l’orientamento a non vaccinarsi risulta leggermente maggiore nel Centro Italia (43%).
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Bugiardi, spiegateci perché il Covid ha colpito la Lombardia
Inquinamento, antenne 5G e sovra-vaccinazioni (influenza e meningite). Tutto ciò ha a che fare con la strage Covid che ha devastato la Lombardia? «Soprattutto a causa degli inceneritori, quella tra Bergamo e Brescia è la zona più inquinata d’Europa: e tra fine 2019 e inizio 2020, in quell’area, ci sono stati 180.000 inoculi vaccinali, somministrati agli anziani», dice Marcello Pamio, nutrizionista, presente – fra gli altri – alla grande manifestazione (12.000 persone) organizzata a Firenze il 21 giugno dal Movimento 3V (Vaccini Vogliamo Verità), con oratori come Mauro Scardovelli e la coraggiosa parlamentare ex grillina Sara Cunial, promotrice del progetto di mobilitazione popolare R2020. Il tema: l’emergenza coronavirus nasconde un disegno totalitario. E nessuno, intanto, ci ha ancora spiegato perché la Lombardia è finita nell’occhio del ciclone: 238.000 contagi e oltre 16.500 morti, a fronte dei 4.000 di Piemonte e Veneto. Colpite in misura minore altre Regioni non lontane (1500 vittime in Liguria e 1000 nelle Marche), mentre nel resto d’Italia i numeri oscillano: da qualche centinaio a poche decine di decessi, ben al di sotto del bilancio di una normale influenza stagionale. Cosa c’è, dunque, dietro all’esplosione lombarda del fenomeno Covid? «Non lo sappiamo ancora, perché non ci vengono forniti i dati essenziali», dice un medico rianimatore, Stefano Manera.
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Speranza si dimetta: ignorò i medici che salvano dal Covid
Ministro Speranza, faccio questo video per chiedere pubblicamente le sue dimissioni, in quanto lei si è dimostrato palesemente incompetente nello svolgere il ruolo che gli è stato assegnato nell’attuale governo. Il motivo è molto semplice: il 24 aprile 2020, ovvero quasi due mesi fa, lei ha ricevuto una lettera a lei personalmente indirizzata, firmata da oltre 30 medici e operatori del Sistema Sanitario. Questa lettera iniziava dicendo: «Onorevole ministro, le rivolgiamo questo appello poiché riteniamo importante richiamare la sua attenzione su alcune nostre considerazioni finalizzate ad un miglior contenimento o ad una possibile più rapida soluzione della patologia che colpisce i pazienti coinvolti nella pandemia Covid-19». Dopo le dovute premesse, la lettera diceva: «Questo appello è quindi volto a richiamare la sua attenzione sulla necessità di promuovere l’adozione tempestiva e precoce, all’inizio della sintomatologia respiratoria e sospetta, rispetto all’odierna prassi, di una semplice terapia antinfiammatoria efficace, come quella cortisonica a medio o alto dosaggio. I cortisonici rappresentano i farmaci antinfiammatori che, quando utilizzati, stanno dando ottimi risultati anche nella Covid-19 in base ai dati rilevati nei pazienti trattati e alle evidenze che le alleghiamo – e che, se lo riterrà opportuno, le mostreremo più in dettaglio».In altre parole, questi medici le dicevano di aver ottenuto risultati incoraggianti, con i loro pazienti, utilizzando dei cortisonici nella prima fase della malattia, e si rendevano disponibili a farne conoscere la relativa documentazione. Dopodiché seguivano nella lettera tutte le spiegazioni di tipo scientifico che illustravano perché questa fosse, secondo loro, una terapia valida. Ora, in una fase acuta della crisi del Covid, dove le persone (secondo i dati ufficiali) morivano a centinaia ogni giorno, una lettera del genere – firmata da una trentina di specialisti del settore – avrebbe dovuto farla saltare sulla sedia, e farle interpellare immediatamente questi medici, per verificare appunto se la cura da loro proposta avesse o meno una validità. Io avrei fatto così: ho centinaia di cittadini che mi muoiono ogni giorno e, se dei medici mi scrivono di aver trovato un modo per curare i pazienti, io come minimo li faccio venire al ministero a spiegarmi bene di cosa si tratta. Questi non sono dei cretini qualunque: tra i vari firmatari ci sono professori di farmacologia, neurologi, medici pneumologi, medici chirurghi, anestesisti, cardiologi, professori di medicina, professori di farmacologia e tossicologia, ricercatori, professori di biologia farmaceutica, anatomopatologi. Eccetera, eccetera.Invece lei che cosa ha fatto? La lettera l’ha completamente ignorata: non solo non ha fatto convocare questi medici, ma non li ha nemmeno degnati di una risposta. Come se avesse ricevuto – non una lettera di 30 professionisti del settore – ma la lettera di un rompiscatole qualunque. Bene, facciamo adesso un salto in avanti. “Adnkronos” di oggi, 17 giugno 2020 – seconda notizie in home page: “Coronavirus, Oms: desametasone è svolta scientifica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità accoglie con favore i risultati dei primi studi clinici condotti nel Regno Unito sul desametasone, un corticosteroide (quindi cortisone) che si è dimostrato salvavita per i pazienti con forme gravi di Covid-19″. «È il primo trattamento che ha dimostrato di ridurre la mortalità nei pazienti con Covid-19 che richiedono supporto per ossigeno o ventilatore», ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. «Questa è una grande notizia», ha detto, «e mi congratulo con il governo del Regno Unito, l’Università di Oxford e i numerosi ospedali e pazienti nel Regno Unito che hanno contribuito a questa svolta scientifica salvavita».È contento, adesso, signor ministro? Non solo lei ha lasciato passare quasi due mesi, nei quali chissà quante delle persone morte magari potevano essere salvate con i cortisonici; ma adesso c’è pure la beffa, che il merito per questa scoperta se lo prendono gli inglesi, quando i nostri medici italiani erano arrivati alle stesse conclusioni già nel mese di aprile. Complimenti sinceri. Io, fossi in lei, darei le dimissioni domani mattina, perché qui i casi sono due: nella migliore delle ipotesi, lei è un totale incompetente che non ha minimamente capito l’importanza della lettera che ha ricevuto (e in una situazione come quella attuale, questo è un lusso che in Italia non ci possiamo permettere); nella peggiore delle ipotesi, invece, lei è vittima di pressioni da parte delle case farmaceutiche, le quali ovviamente non sono minimamente interessate a trovare una cura per il virus, perché loro vogliono a tutti i costi vendere il vaccino, appena sarà pronto, a tutta la popolazione mondiale. Io ovviamente voglio credere che il suo caso sia il primo, ovvero che lei sia semplicemente un incompetente. Ma in ciascuno dei due casi è chiaro che lei debba dare le dimissioni al più presto. Spero davvero che migliaia di cittadini le scrivono, nei prossimi giorni, per chiederle di andarsene, esattamente come sto facendo io in questo momento con questo video.(Massimo Mazzucco, video-editoriale tratto da “Contro Tv” del 17 giugno 2020, pubblicato anche su YouTube e ripreso sul blog “Luogo Comune”).Ministro Speranza, faccio questo video per chiedere pubblicamente le sue dimissioni, in quanto lei si è dimostrato palesemente incompetente nello svolgere il ruolo che gli è stato assegnato nell’attuale governo. Il motivo è molto semplice: il 24 aprile 2020, ovvero quasi due mesi fa, lei ha ricevuto una lettera a lei personalmente indirizzata, firmata da oltre 30 medici e operatori del Sistema Sanitario. Questa lettera iniziava dicendo: «Onorevole ministro, le rivolgiamo questo appello poiché riteniamo importante richiamare la sua attenzione su alcune nostre considerazioni finalizzate ad un miglior contenimento o ad una possibile più rapida soluzione della patologia che colpisce i pazienti coinvolti nella pandemia Covid-19». Dopo le dovute premesse, la lettera diceva: «Questo appello è quindi volto a richiamare la sua attenzione sulla necessità di promuovere l’adozione tempestiva e precoce, all’inizio della sintomatologia respiratoria e sospetta, rispetto all’odierna prassi, di una semplice terapia antinfiammatoria efficace, come quella cortisonica a medio o alto dosaggio. I cortisonici rappresentano i farmaci antinfiammatori che, quando utilizzati, stanno dando ottimi risultati anche nella Covid-19 in base ai dati rilevati nei pazienti trattati e alle evidenze che le alleghiamo – e che, se lo riterrà opportuno, le mostreremo più in dettaglio».