Archivio del Tag ‘famiglie’
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Grecia senza cibo e medicine, i bambini muoiono di fame
Duecento casi di bambini in pericolo, denutriti, «perchè i loro genitori non sono in grado di alimentarli come si deve». Non è il medioevo, è la Grecia del 2011. «Quando ho letto questa notizia – confessa Debora Billi – pensavo fosse l’esagerazione di qualche blog catastrofista, tanto mi sembrava incredibile». Invece è l’Ansa, che cita il sito “Newsit”. E’ la maggiore agenzia di stampa italiana a confermare la storia: quei 200 piccoli europei sono davvero alle prese con la fame, e i loro insegnanti «fanno la fila per prendere un piatto di cibo per i loro alunni che non hanno da mangiare». Questa non è più crisi, è catastrofe umanitaria: «Il ministero della pubblica istruzione, che in un primo momento aveva definito la denuncia come “propaganda”, si è visto costretto a riconoscere la gravità del problema».
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Monti e Draghi condannano l’Italia: salvano solo gli usurai
La manovra e il governo Monti? Non sono “inevitabili”. E per favore, lasciamo perdere l’equità: quello che sta avvenendo è tutto fuorché equo. Quella di Monti non è una “medicina amara”; non è nemmeno una cura: è una vera e propria tragedia, peraltro evitabilissima. Ne è convinto il professor Bruno Amoroso, prestigioso docente di economia internazionale all’Università di Roskilde in Danimarca. I problemi di cui Monti si occupa, dice Amoroso, non hanno niente a che vedere con l’urgenza della crisi, che deriva «da una gigantesca truffa dovuta allo strapotere di gruppi finanziari internazionali». E sono ancora loro i beneficiari della manovra: Italia ed Europa aiutano solo le banche, veicolo del disastro, e tagliano la capacità dello Stato di sostenere l’economia e le famiglie.
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Soliles: donazioni e microcredito per difendersi dalla crisi
Disoccupati meno soli di fronte alla crisi, grazie a un’idea forte: scommettere sulle proprie capacità e creare nuovi servizi, aziende sociali, economia quotidiana e piccole iniziative salva-famiglie. Lo sportello si chiama Soliles, “solidarietà all’impresa e al lavoro etico e sociale”. Missione: raccoglie fondi per sostenere persone in difficoltà, da affiancare e trasformare in operatori attivi e fiduciosi: «Quest’anno – spiega Giovanni Acquati, tra i fondatori della finanza etica italiana – abbiamo seguito decine di immigrati nella loro ricerca di credito». Strumento operativo: l’associazione Mairi, che garantisce mutuo aiuto tra immigrati residenti in Italia. Ultimo impegno di Soliles: il progetto di sviluppo locale “Pl’in”, ovvero “prendi l’iniziativa”: «Lo stiamo proponendo in tutta Italia, specie in Sardegna, per affrontare in maniera innovativa la crescente disoccupazione».
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Denaro per noi, non contro di noi: tutti a lezione da Wray
Decenni di crisi e di stentata sopravvivenza grazie all’aiuto dello Stato. Poi arriva l’uomo di Detroit, e che fa? Appena la Fiat rialza la testa, anziché rilanciare il lavoro, ne approfitta per demolire cinquant’anni di diritti: fine dell’umanesimo operaio. E’ la globalizzazione, si giustifica Marchionne. La dittatura della finanza: un padrone remoto che emana diktat e impone contratti-capestro, prendere o lasciare. Il tutto, nell’assordante impotenza della politica, ridotta a subire gli ordini impartiti dai tecnocrati di Bruxelles, i maggiordomi dei veri padroni del mondo: le grandi multinazionali, il super-potere finanziario che ricatta popoli interi con lo spettro del debito. Come se ne esce? In un solo modo: recuperando sovranità. A cominciare dalla moneta: non più un cappio al collo, ma una leva formidabile a nostra completa disposizione, progettata per il nostro benessere dal nostro maggiore “sindacato”: lo Stato.
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Barnard: sarà un strage, riusciranno dove Hitler fallì
L’Europa collassa, salta l’Eurozona, crollano tutte le nostre economie tranne una: quella tedesca. Scenario che riporterà il Vecchio Continente alla situazione precedente il 1999, ma a condizioni da sogno per la Germania. Che, con un euro a due velocità o anche col suo ritorno al marco, sarà vista dai mercati come l’unica scialuppa di salvezza su cui dirottare capitali, mentre noi rimarremo a secco, agonizzanti. In più, i veri manovratori della Merkel, e cioè le mega-industrie dell’export “neomercantile” della Germania, si troveranno con decine di milioni di lavoratori europei a due passi da casa, disposti a sgobbare per loro a ritmi da lager e con stipendi da Cina. E l’impero germanico dell’export si presenterà al mondo dei grandi mercati del domani (Brasile, Cina, India, Est asiatico) con prodotti a prezzi competitivi. Ironia della storia: trionfale dominio teutonico, proprio là dove Hitler fallì.
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Viale: crescita per uscire dal debito? Siamo al delirio
Ultima legge-capestro, il pareggio di bilancio da inserire addirittura nella Costituzione. Norma che il 30 novembre alla Camera è stata votata senza batter ciglio dalle anime morte del Pd e del Pdl, che contro ogni evidenza si ostinano a scommettere sulla manovra di Mario Monti: recuperare il disavanzo con una chimera ormai tragicamente ridicola, la “crescita”, e far pagare a lavoratori e pensionati gli interessi di un disastro perfetto, costruito dalla rendita finanziaria basata sul debito-truffa e dalla più gigantesca evasione fiscale d’Europa. In arrivo una “cura” drastica, ingiusta e soprattutto inutile, protesta il sociologo Guido Viale: per “rimedi” come quelli prospettati da Monti servirebbero tassi di crescita come quelli della Cina, mentre l’Italia è ormai in recessione e il resto dell’Europa sta per entrarci.
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Barnard a Berlusconi: per il nostro bene, non si dimetta
«Presidente Berlusconi, per il bene dell’Italia non si dimetta». Firmato: Paolo Barnard. Autore di un drammatico appello al premier ormai uscente: l’Italia in queste ore è vittima di un «colpo di Stato finanziario di proporzioni storiche», per usare una definizione dell’economista americano Michael Hudson. «Le famiglie italiane e il Suo governo non devono pagare per colpe non loro», scrive Barnard a Berlusconi: «Lei deve dire alla nazione ciò che sta veramente accadendo, e chi ci ha condotti a questo dramma». E’ un piano franco-tedesco, dice Barnard, pensato fin dal lontano 1943 con un unico obiettivo: colpire l’Europa del Sud a beneficio di quella del Nord.
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Debito, verità-choc: l’Italia è più virtuosa della Germania
L’Italia non è fondamentalmente insolvente. Lo Stato italiano è uno dei pochi al mondo ad avere un avanzo primario, ovvero a incassare più di quello che spende, al netto degli interessi che paga sul debito pubblico. È in questi pasticci perché non ha un prestatore di ultima istanza, una banca centrale sovrana o una moneta sovrana. La struttura dell’euro ha trasformato uno Stato solvente in uno insolvente. Ha invertito l’alchimia. La posizione debitoria italiana è solida, perché non esiste solo il rapporto debito pubblico/Pil stabilito dal Trattato di Maastricht. Se tra i criteri di sostenibilità di un’economia si considera anche il debito privato, l’Italia risulta uno dei Paesi più stabili d’Europa.
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Barnard: Montezemolo, ultima maschera del vero potere
Fumo negli occhi: precisamente, «il linguaggio che il Vero Potere usa per dominarci con l’inganno». Mentre ce la prendiamo con la casta politica, che ad ogni famiglia costa 350 euro l’anno, l’élite finanziaria ci sfila di tasca 20.000 euro. Paolo Barnard torna all’attacco contro gli strateghi della crisi, “smascherando” l’ultimo apprendista stregone: Luca Cordero di Montezemolo, autore di una lettera al premier. Attenzione, meglio leggere tra le righe: «L’unica persona a cui di certo non si rivolge è Silvio Berlusconi». Ben altri i veri destinatari: l’alta finanza europea e internazionale. E’ una candidatura, quella di Montezemolo, che secondo Barnard suona così: “Io sono l’uomo dei mercati, al vostro servizio; leggete la mia retorica e apprezzate il modo in cui so elencare le vostre esigenze socialmente criminose, bilanciandole col necessario fumo negli occhi ai cittadini”.
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Crescita e debito-truffa, Viale: liberiamoci dalla schiavitù
È sempre più chiaro che non solo la Grecia e l’Italia, ma anche l’Europa, gli Stati Uniti e il mondo intero, stanno marciando verso una recrudescenza irreversibile della crisi in corso. La questione del debito – dei debiti: quelli delle “famiglie”, delle imprese, delle banche, dei “fondi”, degli Stati – ha offuscato quasi completamente la questione ambientale, a partire dai cambiamenti climatici e, a seguire, dell’acqua, della biodiversità, della deforestazione, dell’esaurimento delle risorse rinnovabili e non rinnovabili. Il pianeta Terra viene messo al tappeto da una “crescita” di prelievi e di emissioni che non è in grado di sostenere.
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Vogliono i soldi, i nostri: cercheranno di prenderci tutto
Da un po’ ci pensavo, ma mi accusavo da sola di complottismo esagerato. Ora leggo l’intervista a Ennio Doris su “Il Tempo” (orore, lo so) e devo ricredermi. Non sottovalutate le parole di uno come Doris. Spesso, e l’ho verificato svariate volte, quelli considerati più “fessi” sono poi coloro che spiattellano ingenuamente le più scottanti verità. E Doris sta dicendo in sintesi che sì, lo Stato italiano ha un debito stellare, i rating crollano, l’economia boccheggia ma ragazzi, voialtri avete un sacco di quattrini in tasca. E la finanza internazionale lo sa. Lo sa e li vuole. Ciascuno di noi ha qualcosa: che sia una casa, o dei risparmi in banca, o un po’ di Bot, o i versamenti per la pensione integrativa, un gruzzoletto di un’assicurazione, un quinto del terreno di nonna al paese.
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Fai da te, baratto anti-crisi: cosa sappiamo fare di utile?
Il “New York Times” racconta di come in Grecia si stia pian piano diffondendo un’economia basata sul baratto, su moneta locale, su autoproduzione e banche del tempo. Qualcuno sussurra che anche l’Italia sia destinata alla famosa “fine dell’Argentina”, dove la sussistenza di molte famiglie si basò a lungo sugli scambi di beni e servizi. Così mi sono chiesta: cosa sappiamo fare di utile? Se dovesse accadere un disastro come quello greco, con milioni di persone senza lavoro o con stipendi ancor più miseri di quelli odierni, chi riuscirà davvero a sopravvivere? La risposta è: chi ha qualcosa da vendere. Non solo patate e uova, ma anche conoscenze che possano essere utli agli altri.