Archivio del Tag ‘Europa’
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L’Egitto: una follia il canale tra Suez e il Mar Morto
Il canale di collegamento tra il Mar Morto e il Mar Rosso rappresenterebbe una catastrofe ambientale. Lo ha sostenuto il 27 luglio il generale egiziano Ahmed Fadel, presidente della società del Canale di Suez, in occasione delle celebrazioni del 53° anniversario della nazionalizzazione di quest’ultimo. «’Il progetto del canale tra il Mar Morto e il Mar Rosso è una follia. Se realizzato, potrebbe causare eruzioni vulcaniche e terremoti, a causa della vicinanza con la faglia africana», ha detto Fadel. «L’ecosistema del Mar Rosso sarebbe compromesso per sempre».
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Biogas da Chernobyl: un’idea per la Campania avvelenata
Un team irlandese-bielorusso ha pensato di sfruttare le avvelenatissime ed improduttive terre intorno alla centrale di Chernobyl, producendo biocarburanti. «Alla fine – scrive Debora Billi su “Megachip” – hanno trovato il modo di produrre energia pulita da una centrale nucleare. Certo, prima è dovuta “esplodere”, ma tant’è: l’idea è comunque ottima, vista la situazione». Perché allora non pensare di sfruttarla anche nelle aree della Campania avvelenate dalle discriche abusive della camorra?
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Ricchi e poveri, chi ridurrà le emissioni di gas serra?
Ancora una volta il botta e risposta fra Paesi industrializzati e Paesi “in via di sviluppo” ha evidenziato le responsabilità storiche dei primi nei problemi legati ai cambiamenti climatici. Punto in comune è la tecnologia, che viene però vista più come un modo per proseguire sulla stessa strada, che non un aiuto utile a cambiare rotta e mentalità. Questa settimana la presidenza europea di turno, quella svedese, ha approfittato della sua posizione alla testa dell’Unione durante i primi negoziati bilaterali sul clima per far notare alla Cina che anche dalle cosiddette “economie emergenti” ci si aspetta una riduzione delle emissioni di gas serra.
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Ilisu, no alla diga-mostro: la Turchia rispetti i Curdi
Nessuna tutela per i 60.000 abitanti, tutti curdi, che sarebbero stati sommersi dalle acque del Tigri: per questo, l’Europa rinuncia alle dighe di Ilisu e lascia la Turchia senza i mezzi necessari per realizzare il gigantesco sistema di bacini artificiali (22 sbarramenti e 19 centrali idroelettriche), il cui costo è stimato sugli 80 miliardi di dollari. Gli istituti finanziari europei si ritirano quindi dal progetto, accusando il governo turco di non aver rispettato i diritti delle popolazioni coinvolte. Per la prima volta, osserva il network “PeaceReporter”, le autorità europee adottano un rigido profilo etico nell’approccio verso una grande opera pubblica.
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Moresco: ma le migrazioni sono la storia dell’uomo
C’erano anche ragazzi che battevano, pedofili pavesi che si aggiravano in piena notte in mezzo ai topi, alle macerie, alla merda. Io avevo conosciuto molti anni prima quel posto. Allora era la seconda fabbrica di Pavia, e io ho vissuto per alcuni anni in quella città, mandato lì dal mio gruppo rivoluzionario. Allora andavo ogni giorno davanti alla sua facciata e la conoscevo attraverso gli uomini e le donne che ci lavoravano dentro e che uscivano a fine turno dalle sue portinerie. Adesso, in un’età diversa della mia vita, penetravo all’incontrario dentro le sue viscere dove vivevano accampati, al posto degli operai di allora, i miserabili di questa nuova epoca
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Giulietto Chiesa: se Obama prova a salvare il mondo
«Ho l’impressione che le parole pronunciate da Obama non siano finte. Anche i giri di parole che usa indicano che è un uomo sincero. Ha compreso qualcosa di nuovo: forse più di molti suoi collaboratori e di qualsiasi rappresentante dell’élite americana, capisce che la situazione è cambiata radicalmente». Giulietto Chiesa, intervistato da Ivan Antonov delle “Izvestija”, scommette sul presidente Usa come massimo interprete dei tempi e grande riformatore del pianeta, capace di imprimere una decisiva svolta democratica, mettendo fine alla dittatura dell’economia unilaterale.
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Diario: nella casbah di Torino, per vincere la paura
Paura degli immigrati? Niente di meglio, per vincerla, che traslocare «nella tana del lupo», ovvero il quartiere di Porta Palazzo, a Torino, dove in pochi isolati convivono 55 etnie, attorno al più grande mercato multietnico d’Europa. E dove, nei vicoli dietro le bancarelle, territorio delle baby-gang, prospera il maggiore supermarket piemontese della droga. Un anno all’inferno, tra scippi e violenze, risse e rapine quotidiane. Per poi scoprire che, a distanza ravvicinata e prese le dovute cautele, Porta Palazzo «è una gran confusione di genti e di cose, di esasperazioni e di speranze». Non proprio un paradiso, ma uno spettacolo: di colori, lingue, profumi, voci e storie.
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Eccesso di crescita: crisi globale al buio, senza soluzioni
Sbagliato paragonare la crisi globale in corso con la Grande Depressione americana del ‘29: allora l’impero era all’alba dell’espansione, oggi non sa più come attutire il declino, mentre il dollaro diventa carta straccia e l’Occidente s’inchina alla Cina. Lo afferma Giulietto Chiesa, su “Galatea European Magazine”. Il vero problema? Il volume della crisi, prodotta dal modello della crescita illimitata: supera di gran lunga l’intero Pil mondiale. Nessuno lo ammette e, lungi dal prendere contrimisure radicali, si cerca di salvare la leadership finanziaria responsabile del disastro, facendo pagare la catastrofe alla popolazione del pianeta.
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Comunisti italiani fuori dall’Europa, Ferrero si dimette
Si è dimesso Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, all’indomani del risultato elettorale delle europee, dove la sua lista “anticapitalista” costruita con Oliviero Diliberto (Pdci) e i socialisti di Cesare Salvi ha soltanto sfiorato il quorum del 4%, necessario per raggiungere il Parlamento di Strasburgo. Ferrero, imitato da Diliberto, ha “rimesso il mandato” alla segreteria del Prc, che nel fine settimana deciderà se confermargli la fiducia. Al tempo stesso, con Diliberto e Salvi, Ferrero ha dato vita a un coordinamento politico per superare le vecchie forme-partito e lanciare una nuova formazione politica della sinistra italiana.
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Il modello-Torino e i rumeni, lavoratori silenziosi
«Solo i razzisti sanno già tutto, io imparo qualcosa ogni giorno. Sinceramente, spero di poter morire nella mia casa, assistito da una donna rumena». Fredo Olivero, dell’ufficio migranti dell’arcidiocesi di Torino, sintetizza così il sapore dell’intenso incontro del 28 aprile al Gruppo Abele, dove l’associazione Fratia ha aperto un ciclo di convegni dal titolo “Conoscere la Romania”. Una realtà, quella dell’immigrazione rumena, che a Torino ha trovato una città-laboratorio, nella quale decine di migliaia di rumeni si sono insediati senza fare rumore. «Sono gran lavoratori silenziosi, per questo piacciono ai torinesi», dice Olivero, «malgrado il ministro Maroni e il suo “pacchetto insicurezza”».
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Moretti: ripensare il mondo, per bio-regioni
Le città non devono sparire, ma cambiare, mettendosi al servizio delle loro bio-regioni. Così parlò Giuseppe Moretti, referente italiano dei bioregionalisti, intervistato da Daniel Tarozzi per Terranauta. Bioregionalismo? «E’ la possibilità di rinnovare la nostra cittadinanza sulla Terra, rispettando tutti gli esseri viventi». Da Francesco d’Assisi alla spirale della crisi planetaria: «La nostra non è un’ideologia, ma un’attitudine di buon senso e di umiltà». Meglio allora considerare la Terra come un insieme naturale di bio-regioni
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Todorov: la paura dei barbari ci rende barbari
Il XX secolo è stato dominato, in Europa, dal conflitto tra regimi totalitari e democrazie liberali. All’ indomani della seconda guerra mondiale, dopo la disfatta del nazismo, questo conflitto ha assunto la forma di una guerra fredda globale, rafforzata in periferia da alcuni confronti «caldi» ben delimitati. Si trattava di una suddivisione della terra secondo criteri politici, anche se si aggiungevano altre caratteristiche: il terzo mondo era povero, l’ Occidente ricco, mentre nei paesi comunisti l’ esercito era ricco e la popolazione povera (ma non poteva dirlo).