Archivio del Tag ‘euro’
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Barnard dai carabinieri: ho denunciato Monti e Napolitano
Attentato contro l’integrità e l’indipendenza dello Stato, associazione sovversiva e cospirazione politica. E poi: usurpazione di potere, attentato contro la Costituzione e contro i diritti politici del cittadino. Nomi e cognomi dei denunciati: nientemeno che il premier Mario Monti e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Oggi, alle ore 18,50 – scrive Paolo Barnard l’8 aprile – presso la caserma dei Carabinieri di via Paolo Poggi 70 a San Lazzaro di Savena, ho denunciato il Golpe Finanziario e i suoi golpisti italiani». Primo ministro e Capo dello Stato, accusati personalmente di infedeltà alle istituzioni: un atto fortemente simbolico, attraverso il quale il giornalista e saggista formalizza la sua denuncia contro il “sequestro” della sovranità nazionale per via monetaria, esplicitato lo scorso febbraio al summit di Rimini insieme ai professori americani della Modern Money Theory.
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Necro-economia: la fabbrica della morte ci sta devastando
Limitata e sporadica, la depressione è esistita sempre, e con più nomi nominata: spleen, cafard, acedia, taedium vitae, etc. Oggi è epidemica, pandemica, colpisce chiunque. Dove ci sono molti libri, là ha un luogo di elezione, si fissa, non la mandi più via. Contro questo pervasivo malessere (mal-di-essere) non tengono benesseri sociali o personali, e i farmaci (psicofarmaci, antidepressivi, sonniferi, Prozac) alimentano una sterminata industria, interessata ad attenuarla senza guarirla: a creare e diffondere il morbissimo della Dipendenza. Tutto l’Occidente, e ormai resta poco che non sia Occidente, è fondamentalmente depresso psichicamente: la condizione esistenziale delle città (e di non-città non esiste quasi più nulla, nemmeno i deserti) è generatrice incessante di ogni forma di depressione.
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La casta che ha ucciso la politica ora la chiama antipolitica
Allarme “antipolitica”: di fronte al verdetto dei sondaggi, ora la casta ha paura. Bersani, alleato di Berlusconi nel sostegno al governo Monti, finge di stupirsi del successo annunciato per il movimento di Beppe Grillo. E persino Vendola, a metà del guado – tra la foto-ricordo del summit di Vasto e la tentazione di smarcarsi dal vecchio centrosinistra – oggi taccia di “populismo” l’ex comico genovese. Il momento è cruciale: Monti sta smantellando quel che resta del nostro Stato sociale, inaugurando una restaurazione autoritaria epocale. E alla disaffezione degli italiani – solo uno su due alle urne, stando alle intenzioni di voto – si aggiunge anche il disgusto per la tangentopoli leghista, mentre chi ieri strillava contro le cricche e le caste oggi sostiene il “governo dei banchieri” insieme a Silvio Berlusconi.
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Ricchi contro poveri: chi ha voluto questa nuova guerra
La lotta di classe dopo la lotta di classe. Il titolo dell’ultimo saggio di Luciano Gallino racconta lo storico ribaltamento in atto: è il turbo-capitalismo che ha ingranato la quarta contro le conquiste dei movimenti operai ottenute fino agli anni ‘70. Oggi i lavoratori sono sempre più divisi, costretti a una guerra tra poveri. L’attacco all’articolo 18, ma anche semplici frasi come quella di Monti: «Le aziende non assumono perché non possono licenziare». Un disegno ben preciso: una lotta di classe alla rovescia. «Sono idee che circolano da decenni – dice Gallino – e fanno parte della controffensiva iniziata a fine anni ‘70 per superare le conquiste che i lavoratori avevano ottenuto a caro prezzo dalla fine della guerra». Dottrine neoliberiste «imposte adesso con la forza, combattendo i sindacati, comprimendo i salari e tagliando le spese sociali».
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Noi, “plebaglia europea” ingannata dai trattati-capestro
«Ma cosa crede, la plebaglia europea: che l’euro l’abbiamo creato per la loro felicità?». Parole, testuali, dell’economista francese Jacques Attali, gran maestro – insieme a Jacques Délors – di leader storici del centrosinistra italiano, come Massimo D’Alema. A raccontare lo sconcertante aneddoto è Alain Parguez, già consigliere di François Mitterrand. Il professor Parguez era presente al summit organizzato lo scorso febbraio a Rimini da Paolo Barnard con gli economisti neo-keynesiani della Modern Money Theory, gli uomini che hanno “resuscitato” l’Argentina. Tesi: chi è dotato di moneta sovrana non può temere il debito pubblico, che invece diventa un’autentica tragedia se gli Stati non possono più stampare moneta, ma sono costretti a prenderla in prestito, a caro prezzo. L’Europa? Praticamente, un caso unico al mondo di suicidio finanziario organizzato, pianificato all’insaputa di mezzo miliardo di persone, cioè noi.
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Traditi ed esodati: non accettate caramelle dalla Fornero
Gli è stato detto «ti diamo uno scivolo per la pensione», «ti paghiamo due anni di stipendio se firmi l’esodo volontario dall’azienda», «non devi avere preoccupazioni per il tuo futuro perché dopo ti aspetta la pensione»; 350.000 persone vicine ai sessant’anni hanno creduto, hanno accettato e ora si trovano “esodate” dopo la riforma della pensione del Governate di Varese. L’esodato non lavora e non è pensionato. L’azienda che se ne è liberata non lo vuole indietro neppure con il lifting. E’ un aspirante barbone che deve fare una marcia nel deserto senza reddito per 5/6/8 anni senza un euro in tasca. Gli esodati tengono di solito una famiglia da mantenere. Il numero di chi è finito nel limbo della miseria va almeno moltiplicato per due. Quindi 700.000. Le dimensioni di una grande città italiana. Come farà a sopravvivere questa gente? Si venderà la casa se ne ha una o vivrà di carità?
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E bravo il Mago Monti, che ci salva a modo suo: rovinandoci
Cara Signora Ida, Caro Signor Ugo. Lo dovete sapere, il governo Monti vi sta ingannando, e con lui i telegiornali e i giornali. Vi abbassano la pensione tassandovi, tutto costerà di più dalla benzina ai servizi, siete già più poveri oggi e domani sarà peggio, per voi e per tutti. Ecco cosa succede. Quante volte avete sentito le parole “risanare i conti dello Stato, per tornare a crescere”? Ok, tante volte, ogni giorno in Tv. Bene. Signora Ida e Signor Ugo, in che modo il governo di Monti sta facendo il “risanamento”? Spendendo di meno per noi (i famosi tagli) e tassandoci di più. Ok. Ma cosa accade esattamente? Accade che ciò che il governo non spende per noi (ad esempio servizi o stipendi e pensioni), saremo noi a doverlo spendere pescando nei nostri risparmi o facendo debiti, oppure facendo rinunce anche serie.
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Italia regina del gas: Snam fa gola ai mandanti di Monti
«I gruppi finanziari mangiano la carne cruda dei lavoratori solo quando hanno finito la ciccia vera, ed è la fine di quella ciccia a preparare l’ecatombe». Domanda: cosa c’è ancora di veramente divorabile in Italia? Ovvero: cosa fa del nostro paese una realtà tuttora capace di forza economica e soprattutto geopolitica, lasciandogli rilevanti carte strategiche da giocare sullo scacchiere globale dove si decidono le sorti di interi popoli? Risposta semplicissima: le grandi infrastrutture utili, come quella del gas, messa a punto da un colosso come Snam i cui bilanci vanno a gonfie vele e probabilmente preoccupano chi ha fatto di tutto, finora, per spolpare l’Italia. Mentre i giornali parlano solo di legge elettorale e articolo 18, che qualcuno definisce “armi di distrazione di massa”, Stefano Serafini di “Alternativa” propone una domanda scomoda: siamo certi di sapere quale sia il vero compito di Mario Monti?
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Sorpresa, l’Italia regalò miliardi a Morgan Stanley: perché?
Oltre due miliardi e mezzo di euro – l’equivalente di mezza riforma delle pensioni – finiti in gran silenzio nelle casse della Morgan Stanley, super-banca americana, in virtù di una strana clausola stipulata nel lontano 1994, quando a dirigere le operazioni era un certo Mario Draghi, allora a capo dello staff tecnico del Tesoro. Ora che lo Stato italiano ha versato tutti quei soldi alla Morgan, dice Gad Lerner sul suo blog, è lecito domandarsi: chi prese all’epoca quella decisione? E in base a quali motivazioni? Secondo il “Financial Times”, negli anni ’90 la banca d’affari americana vendette al governo italiano una montagna di “titoli derivati” facendo ricorso a un’insolita clausola legale, a tutto vantaggio del colosso finanziario statunitense: libero di sciogliere l’impegno non appena avesse cessato di garantirgli maxi-rendite, scaricate poi sul debito e quindi sulle tasse degli italiani.
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Augé: hanno ucciso il futuro, ma noi ce lo riprenderemo
«La crisi provocata dalla finanza ci ha rubato il futuro. Lo ha letteralmente seppellito sotto le paure del presente. Tocca a noi riprendercelo». Come? Dividendo in parti uguali il frutto della conoscenza, la famosa mela che Eva rubò dall’albero proibito. Marc Augé, uno dei più celebri antropologi del mondo, ammette: l’impresa si è fatta quasi disperata, perché l’avvenire è diventato un incubo per la maggior parte delle persone. Soprattutto per due motivi: l’accelerazione impressa alle nostre esistenze dalle nuove tecnologie e la crisi della finanza. «Una miscela esplosiva, che ha cambiato l’esperienza individuale e collettiva del tempo: facendo dilagare l’incertezza e rendendo epidemico il timore di ciò che ci aspetta. I giovani temono di non trovare un lavoro, di non poter progettare il loro avvenire e si sentono bloccati in un eterno presente fatto di precarietà. I loro padri invece hanno paura di perdere la pensione, l’assistenza sociale, di finire in miseria».
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Monti, lo stalinista americano che devasterà gli italiani
I colpi di Stato? Oggi non si fanno più coi carri armati, ma con un’abile gestione extraparlamentare di magistrati, giornalisti ed economisti. «È il post-moderno, bellezza!», ironizza il filosofo Costanzo Preve, che denuncia due golpe: «Quello di Monti del 2011 non è il primo ma il secondo, dopo quello di Mani Pulite del 1992», un “colpo di stato giudiziario” per abbattere il sistema partitico della Prima Repubblica, «non certo più corrotto di quello venuto dopo, ma pur sempre garante di un certo assistenzialismo sociale e di una sovranità monetaria dello Stato nazionale, sia pure all’interno dello schieramento post-bellico americano». Stavolta non c’è stato neppure bisogno di manette: «Sono bastati i mercati internazionali e soprattutto la regia di Napolitano, il rinnegato ex-comunista passato al servizio degli americani».
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La domenica delle salme: e noi non decidiamo più niente
“Il ministro dei temporali, in un tripudio di tromboni, auspicava democrazia con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni”. E’ la nostra eterna “domenica delle salme”: cambiano solo le Repubbliche e i nomi dei ministri, ma i temporali evocano lo stesso suono di campane a morto. L’unica differenza percepibile è il peggioramento costante, e senza più neppure la consolazione civile di cantori come Fabrizio De André, che sapevano – loro sì – maneggiare parole difficili come verità, libertà, dignità. Il Brasile non consegna all’Italia l’ex terrorista Battisti perché il nano-premier è il primo a sparare sulla giustizia italiana, scriveva il coro del mainstream, affollato di “regine del tua culpa”. Oggi Berlusconi non c’è più, eppure gli inglesi fanno scorrere sangue italiano in Nigeria senza neppure avvertire Roma, messa alla gogna mondiale con l’arresto di due marò in India.