Archivio del Tag ‘energia’
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Terrore nucleare, ma Berlusconi prova ad evitare il voto
Ricorrendo alla fiducia per la quarantatreesima volta, il governo Berlusconi IV ieri ha ottenuto l’approvazione della Camera dei deputati al cosiddetto decreto Omnibus, contenente la modifica alla legge che dovrebbe evitare al popolo italiano di esercitare il proprio diritto di esprimersi sulla scelta di costruire sul proprio territorio reattori nucleari. Una scelta di disprezzo verso la democrazia diretta che lo strumento del referendum rappresenta, da parte di una forza che fa dell’espressione della libertà la propria bandiera. Ma anche una scelta cieca alla realtà energetica di un mondo in cui (a livello di fonti primarie), il nucleare rappresenta un esiguo 6 %
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Ecomafie, non Green Economy: il Salento in rivolta
«Aiuto, il Salento sta morendo». Di cemento? Sì, ma non quello dei soliti palazzi. Il nuovo nemico ha un nome suggestivo e ingannevole: green economy. Che per il “Forum ambiente e salute”, network di comitati e associazioni per la difesa del territorio, in Puglia fa rima con devastazione, malversazioni spregiudicate e persino infiltrazioni mafiose per il facile riciclaggio di denaro sporco. «La green economy industriale sta devastando il nostro futuro». Paradosso? Forse, se l’avvenire che gli ambientalisti temono è fatto di «morte distese di ciminiere, mega pale eoliche e deserti di pannelli fotovoltaici, di cemento, di asfalto, di cave e discariche persino nucleari», là dove crescono gli uliveti più belli d’Italia, davanti a una costa tra le più affascinanti del Mediterraneo.
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Niente rinnovabili: dopo Fukushima, Italia allo sbando
Mercoledì il Senato ha deciso: le centrali nucleari, almeno per ora, non si faranno. Lo stop è stato votato ufficialmente “al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche” sui “profili relativi alla sicurezza nucleare”. Ma quanto durerà l’acquisizione delle “evidenze”? Per ora non è dato saperlo. «Nei prossimi anni, se le evenienze scientifiche daranno delle garanzie maggiori, si potrà riprendere il programma nucleare», ha dichiarato ieri il sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia. Quanti anni passeranno? E soprattutto: nel frattempo saranno adottate strategie alternative?
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La profezia di Technocracy: il libero mercato ci sterminerà
Siamo senz’acqua, senza più suolo fertile sufficiente, senza materie prime abbondanti. E non abbiamo soluzioni: il “sistema dei prezzi”, quello che regola l’economia mondiale, sa solo prelevare risorse e fare business, evitando di pensare al futuro, mentre il mondo sta letteralmente scoppiando a causa del boom demografico. «A lungo termine, le attività connesse al Sistema dei Prezzi portano alla rovina. Quando le risorse saranno esaurite, cosa accadrà? Quel momento sta arrivando». Sembra una profezia del terzo millennio, invece ha una data sbalorditiva: 1948. Già allora, l’americano Howard Scott elaborò la risposta: “Tecnocracy”. Gestione lungimirante di suoli, acque, rifiuti, crescita controllata: sviluppo sostenibile, all’indomani di Hiroshima.
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Nucleare italiano: la nuova mappa della paura
L’incubo nucleare giapponese porta Paesi come Germania e Stati Uniti a prendere in seria considerazione l’abbandono dell’atomo. In Italia, invece, la linea del governo «non cambia». Per il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, quella degli anti-nuclearisti italiani non è altro che uno «sciacallaggio politico a fini domestici». Per la maggioranza di governo, il ritorno all’energia atomica è una scelta non negoziabile. Fra i problemi da prendere in considerazione, però, resta quello della collocazione delle future centrali. E delle scorie radioattive da esse prodotte. Non solo perché l’Italia, come il Giappone, è un Paese a elevato rischio sismico. Ma perché 16 regioni su 20, anche governate dal centro-destra, hanno già detto che non vorranno centrali atomiche sul proprio territorio.
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Nucleare: l’inutile follia dell’uomo che si crede Dio
Presidenti, capi di governo, ministri, parlamentari, capi delle multinazionali dell’energia, tecnici specializzati, ingegneri, scienziati, direttori di centrali: loro e le loro sicurezze, i loro calcoli, i loro studi, la loro tecnologia, la modernità, le magnifiche sorti e progressive. Eccolo il loro progresso, la loro modernità, i loro calcoli, la loro infallibilità: un mostro fuori controllo che tiene in sospeso ancora una volta il mondo intero. Ma non doveva essere un caso su milioni che si verificassero eventi del genere? Più che un caso su milioni, ormai siamo a casi ciclici e sempre più frequenti. Lo diciamo da sempre, il nucleare a livello mondiale produce così poca energia in percentuale che basterebbero pochi interventi di risparmio energetico per decretarne la fine immediata.
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Energia fai da te: unica soluzione per un futuro sicuro
Energie rinnovabili per archiviare nucleare e petrolio? Incentivi o meno, c’è un intoppo tra il dire e il fare: non ci sarà nessuna svolta verso l’energia pulita di massa se il potere economico continuerà a pensare la green economy come scelta strategica per far ripartire la crescita economica. Lo afferma Maurizio Pallante, teorico italiano della decrescita: inutile puntare sulle fonti rinnovabili, se le si pensa come un fattore di continuità e non di cambiamento rispetto a un sistema produttivo ormai al capolinea. La “rivoluzione” verde funzionerà solo se si avrà il coraggio di abbandonare l’attuale sistema. Serve una Perestrojka energetica: fine dei grandi monopoli, per lasciar spazio a migliaia di piccoli impianti autonomi, messi in rete fra loro, come Internet. Da consumatori dobbiamo diventare produttori: di energia a filiera corta.
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Terremoto, centrali indifese: diventano bombe atomiche
Il nucleare è indifeso di fronte al terremoto: ogni centrale potrebbe trasformarsi in una bomba devastante. E’ la drammatica lezione che arriva dal Giappone piegato dal sisma e dallo tsunami, 1600 morti accertati e 10.000 dispersi, mentre sale a 170.000 il numero delle persone sfollate dalla regione di Fukushima dove è a rischio di esplosione un secondo reattore atomico, con conseguenze purtroppo imprevedibili. Non ha retto il dispositivo di sicurezza: troppo forte l’intensità del movimento tellurico. Ma se le centrali nipponiche potevano resistere a scosse appena inferiori, quelle che vorrebbe costruire l’Italia sarebbero ancora più fragili e pericolose.
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Menzogne nucleari, bloccato lo spot televisivo: ingannevole
Una partita a scacchi, in apparenza giocata alla pari, ma in realtà mirata a creare un pregiudizio pro-nuclearista. Pubblicità ingannevole, insomma, a favore del ritorno dell’energia atomica in Italia: per questo l’Istituto per l’Autodisciplina pubblicitaria ha bloccato la messa in onda del discusso spot promosso dal Forum nucleare italiano. Grande soddisfazione da Greenpeace che, proprio in risposta allo spot, aveva lanciato la contro-campagna “Energia nucleare, il problema senza la soluzione”, che sul web ha raggiunto in pochi giorni le 200.000 visite. In sordina l’annuncio del blocco dello spot. Gli ecologisti temono la congiura del silenzio, aggravata dalla possibile data del referendum per ribadire il “no” italiano al nucleare: il ministro Maroni lo propone il 12 giugno, in periodo balneare.
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Blowin’ in the wind: basta il vento a dare energia al mondo
The answer, my friend, is blowin’ in the wind: dopo Bob Dylan, a scommettere sul vento per avere una risposta definitiva – in questo caso, sull’energia – è un professore di Harvard. Si chiama Michael McElroy, insegna scienze del pianeta e ha scoperto che la sola forza dell’aria, se adeguatamente sfruttata, sarebbe sufficiente a produrre 42 volte l’energia oggi utilizzata nel mondo. Basterebbe solo attrezzarsi con pale eoliche nei punti giusti della terra: in pole position Russia, Canada e Stati Uniti. Senza dimenticare la Cina: disponendo generatori sullo 0,5% del suo territorio – un’area grande quanto la Francia – il colosso asiatico riuscirebbe a rispondere completamente alla sua nuova, mostruosa fame di energia.
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Rivoluzione edilizia: posti di lavoro grazie alla decrescita
Emergenza lavoro? Per battere la crisi non serve la ripresa della crescita. Può sembrare un ossimoro, ma non lo è: l’occupazione del futuro, fatta di lavoro utile, può venire solo con la decrescita. Lo sostiene Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, che ricorre all’esempio dell’edilizia: le case-colabrodo, che in Italia sprecano in riscaldamento i due terzi dell’energia che bruciano, finiscono per gonfiare il Pil – alla voce “consumi energetici” – ma sono costose, inquinano e contribuiscono all’alterazione del clima. Invertire la rotta? Basta ristrutturare gli alloggi, isolandoli meglio: costeranno meno, non inquineranno più. E i cantieri daranno lavoro a migliaia di addetti. Decrescerà il Pil, ma non certo il benessere.
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Il Wwf: salvare il mondo, solo energia pulita dal 2050
Se vuole, il mondo può ancora salvarsi, fermando il terremoto climatico e mettendo la propria economia al riparo dalle crisi che colpiscono petrolio e gas: entro il 2050 potremmo avere, da fonti rinnovabili, tutta l’energia di cui abbiamo bisogno. A due condizioni: tagliare gli sprechi (dimezzando l’energia oggi bruciata per il riscaldamento degli edifici) e investire ogni anno 3,5 trilioni di euro per trasformare gli edifici e sviluppare gli impianti alternativi di generazione energetica. Ad affermarlo è l’ultimo rapporto di Wwf international, che studia la possibilità di mettere fine alla dipendenza dalle fonti fossili, utilizzando le nuove tecnologie già a disposizione. Sarebbe «un’assicurazione sull’instabilità dei prezzi di gas e petrolio», dice il direttore delle politiche energetiche del Wwf, Stephan Singer.