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Abbandonare l’Italia, oppure resistere alla “dittatura”?
Ormai la stessa voce si rincorre ovunque, anche sui canali web più battuti, come quello di Claudio Messora: abbandonare l’Italia. Per scappare dove? Ovunque i cittadini non siano obbligati a subire il ricatto psico-sanitario, degno di una dittatura. Tutto era cominciato con il grottesco Conte, capace di imporre il lockdown e di invitare a Roma gli “specialisti” cinesi per farsi spiegare (da loro) come gestire la Grande Emergenza, che da noi è letteralmente esplosa dopo aver ignorato il piano pandemico dell’Oms, proibito le autopsie e negato le cure nel frattempo messe a punto dai medici. Poi è arrivato Draghi, con un imperativo categorico: riparire il paese. Ma a una condizione: prima, sottoporre l’intera popolazione alla “timbratura digitale” corporea, presentata come “campagna vaccinale” (mutuando quindi il termine da un presidio sanitario che appartiene alla storia della medicina moderna: il vaccino, ossia l’inoculo dell’agente patogeno depotenziato).Stavolta la faccenda è diversa: niente patogeno. In compenso, nei preparati compare l’ossido magnetico del grafene, virtualmente adatto a “dialogare a distanza” con le antenne 5G nel frattempo installate in tutta la penisola. Chi chiama “no vax” i tanti cittadini che ancora resistono all’imposizione del Tso, magari accusandoli di avere “paura del vaccino”, forse dimentica che a scatenare l’indignazione dei più è semmai il disprezzo che il governo mostra nei loro confronti, calpestando le libertà elementari: fino al punto di arrivare all’ingiunzione ricattatoria più estrema, la perdita del posto di lavoro. Di fronte a questo, cambia l’ordine di grandezza del ragionamento: se oggi mi costringi a questo, sulla base di invenzioni fraudolente (e continuando a ignorare le terapie domiciliari), domani che cosa arriverai a impormi? Ergo: se cedo oggi, non rischio forse di consegnarmi a un futuro da pecorella “cinese”, col suo bravo certificato provvisorio di buona condotta?Questo il sentimento dei tanti milioni di italiani finora restii a cedere: il loro timore è quello di veder archiviato anche l’ultimo residuo scampolo di democrazia. Di qui la tentazione di fare i bagagli, fuggendo all’estero: Spagna, Danimarca, Est Europa, Gran Bretagna. Persino la Russia di Putin, ad alcuni, appare oggi preferibile alla nuova “democratura” italica, dove la marchiatura di massa è potuta procedere (e nemmeno con successo) solo ricorrendo alla menzogna, alla minaccia e all’uso della forza. Si susseguono manifestazioni di piazza contro il Green Pass, c’è chi raccoglie firme per un referendum. Ma il governo Draghi tira dritto, come se gli italiani non esistessero proprio: forse potrebbe fermarlo solo uno sciopero generale, a oltranza. Qualcosa di ultra-utopico, però, se si considera il profilo politico della Cgil di Landini. In compenso, si moltiplicano i fenomeni di resistenza individuale: nuove piattaforme web prenotano bambini e docenti per dribblare la scuola statale, trasformata in gabbia per animaletti domestici dotati di museruola e lasciapassare.Di fronte all’estrema intimazione – quella del trattamento digitale obbligatorio, spacciato per sanitario – rischia davvero di rompersi il patto sociale, come avverte Massimo Cacciari, specie se dalla politica non emerge una sola voce in grado di opporsi a una simile, tenebrosa deriva. Lasciare l’Italia, come ormai si ventila anche dalle parti di “ByoBlu”? Dal canto suo, una voce come quella di Nicola Bizzi si sfoga: perché invece non denunciare l’Italia a livello internazionale, lanciando una sorta di embargo come quelli che colpiscono le dittature? Gli italiani all’estero sono 4 milioni, mentre sono ben 200 milioni i cittadini di origine italiana che abitano i quattro lati del mondo: non è possibile che restino insensibili al grido di dolore che dovessere sorgere dalla madrepadria dei loro antenati. Cosa sta succedendo, in Italia? Se lo domandano un po’ dappertutto: ma da noi ne parla pubblicamente solo “La Verità”, il quotidiano di Maurizio Belpietro, l’unico a svolgere ancora funzioni giornalistiche.Non che il resto del mondo emetta segnali rassicuranti: in Germania molti politici vorrebbero imitare l’Italia, mentre nella Francia di Macron è stato cacciato da Marsiglia un luminare come il professor Didier Raoult, scopritore dell’efficacia dell’idrossiclorochina. Anche da noi i caduti non si contano più: se Giuseppe De Donno è stato trovato appeso a una corda, a Mantova, dopo aver sperimentato con efficacia il plasma iperimmune (e aver vagheggiato l’apertura di un centro clinico speciale, per guarire i malati usando proprio la plasmaferesi), a Novara un medico in prima linea come il primario infettivologo Pietro Luigi Garavelli, con alle spalle brillanti successi nelle terapie-Covid, è arrivato a gettare la spugna: sta valutando la possibilità di abbandonare la professione medica. Uno spettacolo terribile, al quale assistono sgomenti milioni di italiani: quelli che sanno perfettamente quante decine di migliaia di pazienti sono stati guariti, da casa, dai medici coraggiosi come quelli di “Ippocrate”.L’aria che tira, in alcuni paesi leader dell’Occidente, non è equivocabile: negli Usa, 24 Stati sono sul piede di guerra contro Biden, che ha manifestato l’intenzione di rendere obbligatoria la “timbratura”, per tutti. Il che fa pensare a qualcosa di sinistro: nessuna ragione, al mondo (men che meno, il morbo “pandemico” di Wuhan), autorizza la necessità sanitaria di misure così categoriche, evidentemente motivate da ben altre finalità. Colpisce la gran fretta dei “vaccinatori”: come se davvero – ipotizza qualcuno – temessero la scadenza del 2024, astrologicamente propizia ai grandi rivolgimenti sociali, di portata epocale, magari corroborata da possibili interventi “esopolitici” come quelli evocati da chi si interroga sulla curiosa coincidenza della “disclosure aliena”, o almeno sull’apertura – di punto in bianco – dei dossier ufficiali che ammettono l’esistenza degli Ufo, ribattezzati Uap. Fantapolitica? Lo è anche l’agenda del Green New Deal, secondo cui le variazioni climatiche dipenderebbero dalle emissioni umane.L’Italia traccia le strade, diceva Steiner. Nel bene e nel male: è italiano il copyright del fascismo, ma anche quello del Rinascimento (la maggiore rivoluzione culturale del millennio precedente). Era italiano anche il più clamoroso Grande Reset del primo millennio: l’avvento del cristianesimo romano, reso brutalmente obbligatorio da Teodosio. Non è certo la prima volta, che le persone finiscono in trappola. Stavolta la corda potrebbe spezzarsi? Dipende: basta non aspettarsi più niente, dalla politica. E’ la tesi di un alchimista come Michele Giovagnoli, secondo cui l’élite che manovra i governi è addirittura antica, vecchia di migliaia di anni, abituata a impartire ordini disumani. Oggi i dominatori mostrano una gran fretta, come se temessero di avere i giorni contati. Lasciare l’Italia? Giovagnoli suggerisce un Piano-B: resistere. Perché – dice – l’aggressività del potere tradisce la sua debolezza, la sua fragilità.Numeri: è ancora molto consistente, la quota di cittadini decisi a non subire il ricatto. E metà di quelli che hanno ceduto l’hanno fatto per disperazione, maledicendo chi li ha costretti. Non è propriamente un vanto, per un governo che parla di rilancio della nazione: che razza di economia ci si può attendere, da una società post-democratica imbrogliata e letteralmente piegata con l’intimidazione e la coercizione? La partita è aperta, dicono gli ottimisti: oltre metà del mondo non ne vuole più sapere, di quest’incubo fabbricato da pericolosi cialtroni. Nel mirino a quanto pare resta soprattutto l’Occidente: è l’uomo bianco, a essere vessato e colpito. Si era illuso che fosse irreversibile, la sontuosa libertà relativa che gli sembrava di aver raggiunto? Tragico errore di valutazione, se è vero che diversi italiani – scopertisi soli, traditi e abbandonati da qualsiasi organizzazione politica – ora accarezzano davvero l’idea di scappare come profughi, lasciandosi alle spalle il paese più bello del mondo.Ormai la stessa voce si rincorre ovunque, anche sui canali web più battuti, come quello di Claudio Messora: abbandonare l’Italia. Per scappare dove? Ovunque i cittadini non siano obbligati a subire il ricatto psico-sanitario, degno di una dittatura. Tutto era cominciato con il grottesco Conte, capace di imporre il lockdown e di invitare a Roma gli “specialisti” cinesi per farsi spiegare (da loro) come gestire la Grande Emergenza, che da noi è letteralmente esplosa dopo aver ignorato il piano pandemico dell’Oms, proibito le autopsie e negato le cure nel frattempo messe a punto dai medici. Poi è arrivato Draghi, con un imperativo categorico: riaprire il paese. Ma a una condizione: prima, sottoporre l’intera popolazione alla “timbratura digitale” corporea, presentata come “campagna vaccinale” (mutuando quindi il termine da un presidio sanitario che appartiene alla storia della medicina moderna: il vaccino, ossia l’inoculo dell’agente patogeno depotenziato).
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Draghistan, il regime del ricatto: nessuno peggio di noi
Chi è che dà di matto sul Covid, Mario Draghi o Zoran Milanović? Quest’ultimo nome non appare mai, nei media italiani, chiusi nella loro bolla provinciale. Figuriamoci se lo pronunciano i parlamentari, i governanti, prigionieri di questa bolla e pronti a imprigionarvi tutti gli italiani. Milanović è semplicemente il presidente della Croazia, un paese membro dell’Unione Europea, della Nato, del Consiglio d’Europa. E’ un esponente storico del Partito Socialista Europeo, lo stesso di tanti illustri colleghi di questo Parlamento schiacciato dai decreti. Ebbene, il 10 settembre scorso, il signor Milanović ci ha spiegato in modo chiaro quanto di più antitetico si possa immaginare, rispetto al Green Pass nostrano. Pur in un discorso in cui valorizza l’opportunità del vaccino, infatti, il presidente croato dice, testualmente: «Il delirio dei media per il Covid-19 è eccessivo. Dovremmo conoscere lo scopo di tutto questo delirio. Se qualcuno mi dice che l’obiettivo è sradicare completamente il coronavirus, gli dirò che è una follia: è impossibile. Ciò che conta ora è l’adeguamento e la ripresa della vita normale». E aggiunge: «E’ folle sostenere la cultura ossessiva della sicurezza».Sottolineo: la cultura ossessiva della sicurezza. Dice ancora Milanović: «Nessuno può essere assolutamente sicuro e protetto, non c’è vita senza il rischio di malattie». Puntando sui media, Milanović aggiunge: «Quel che fanno equivale a seminare il panico. E sono gli unici a farlo, dall’inizio della pandemia. Semplicemente, non esiste una sicurezza assoluta che escluda ogni possibilità di ammalarsi. Le persone sviluppano migliaia di malattie più gravi, mentre da un anno e mezzo commentiamo soltanto il Covid. Da mesi sento solo pareri senza senso». E chiude così: «Basta, tormentare la gente chiedendo ossessivamente di vaccinarsi a chi non vuole». Molti di voi, chiusi nella bolla tutta italiana della paura, la bolla esclusivamente italiana della paura, si chiederanno: ma è diventato matto, questo presidente? Non è mica saggio come i nostri capi, che ci dicono che dobbiamo avere tanta paura, “paurissima”. E’ stato proprio Draghi, infatti a dire: «Non ti vaccini? Ti ammali e muori, oppure fai morire gli altri. Non ti vaccini, contagi, così lui e lei muoiono». Sembra una vecchia gag.E mentre sillabava questa paura primordiale della morte, senza distinzioni tra gli anziani che rischiano e i ragazzini che non rischiano nulla, ha giustificato il Green Pass più rigido del pianeta, il lasciapassare più opprimente e illogico, la limitazione più vasta e senza precedenti, in tutto l’Occidente, delle libertà personali, del lavoro, della scuola, dell’università, del viaggio. Non contenti, Draghi e gli altri suoi profeti della paura hanno esteso sempre di più un sistema di estorsione, quella che Milanović avrebbe chiamato “cultura ossessiva della sicurezza”. Allora ripeto la domanda, ma stavolta per tutti i paesi europei e tutti i governi del continente: chi è il folle, sul Covid, Mario Draghi o Zoran Milanović? Be’, questo referendum europeo è stato già fatto. Nessun paese si sogna di chiedere, alle persone sane, le cose che chiede – anzi, impone – il governo Draghi. Nessun governo fomenta la paura per far dimenticare, nel mentre, i regali miliardari che i tecnocrati di Draghi fanno agli oligarchi che si mangiano le autostrade e le banche.Nessun governo europeo si è voluto spingere dove si spinge il governo italiano, e nessuno ha gestito le cose in modo peggiore: tutti hanno sostanzialmente meno contagi e meno morti. Forse perché trattano le persone come cittadini, non come sudditi. E forse credono nella normale persuasione, non nel bullismo. Noi de “L’Alternativa” vediamo, già ora, 46 alternative: gli altri 46 membri del Consiglio d’Europa fanno meglio. Il governo Draghi ha ingabbiato, unico al mondo, un’intera Repubblica nata libera, trasformandola in un sistema che ha trasformato ogni casa in una dogana, ogni ufficio in una frontiera, ogni scuola in un check point, ogni aula in un confine, ogni piazza in una succursale della questura, ogni mensa in una segregazione. Mentre i cittadini di mezzo mondo vengono liberati dalle restrizioni, i sudditi del Draghistan sono gravati ogni settimana di nuovi ricatti. E quest’ultimo decreto è l’apoteosi dei ricatti, perché oltre ai cittadini ricatta il “tempio della democrazia”, il Parlamento, che non può più discutere né correggere nulla, bombardato dai voti di fiducia.Viene promessa una cosa impossibile, l’immunità di gregge, mentre quello che si vuole davvero – coi voti di fiducia a raffica, sulla riforma della giustizia – è l’impunità di gregge. Vogliono mettere mano al bilancio dello Stato con la riorganizzazione del Recovery Plan, per consegnare i piani miliardari a degli avventurieri che cianciano di transizioni ecologiche e sanitarie per creare le condizioni della loro impunità, se qualche giudice vorrà mettere becco nelle loro scorribande. Ecco perché a Draghi, e a tutta questa maggioranza irresponsabile, non serve un paese che si riprende davvero: serve un paese impaurito, un paese esausto. Serve un popolo che, per non cadere nell’indigenza, deve credere e obbedire – combattere no, quello mai. Il governo Draghi vuole un popolo passivo che accetti di avere una libertà a rate, che non discuta mai questo stato di emergenza interminabile, mentre altrove è già terminato. Vuole educare una generazione di giovani a essere pronta a terze e quarte dosi, in cambio di briciole di libertà.Se ne parla con una leggerezza che fa venire i brividi: nessun principio di prudenza. Ministri che non saprebbero distinguere un virus da un paracarro sono già certi che tutto sarà sicuro anche per i bambini. Senza nessun criterio scientifico estendono il Green Pass per i vaccinati da 9 a 12 mesi: neanche i pubblicitari della Pfizer sono così spudorati. E almeno, loro fanno il mestiere. Vorrei chiedere a Speranza: ma lei che mestiere fa, signor ministro, oltre a fare il Ministro della Paura? Non sa che contagiamo anche da vaccinati? E allora non ha senso, il Green Pass. In tutta Europa i tamponi sono praticamente gratis: lo volete riconoscere, questo? Si trovano a ogni angolo di strada, e non si assilla la gente. Perciò le adesioni ai vaccini avvengono nel rispetto della dignità umana. Invece, qui in Italia i prezzi dei tamponi sono il paradiso degli speculatori sanitari, oltre ogni giustificazione economica o scientifica. È un ricatto politico da estorsori ed eversori, particolarmente odioso verso i poveri. Ed è anche una forma di austerity mascherata, che dà al governo l’immenso potere di sacrificare interi settori economici. Qualcuno, ai piani alti – con banche compiacenti – comprerà le aziende fallite a prezzo vile.C’è un problema-democrazia: sentiamo una marea di personalità che “scomunicano” con furore ogni forma di dissenso. Quel che proponiamo è un ritorno alla scienza, alla razionalità, al buon senso. Basta, con questo maccartismo fuori tempo. L’Italia ha meno dell’1% della popolazione mondiale, ma crede fortemente che, anche per il rimanente 99% dell’umanità, la questione Covid sia affrontata negli stessi modi, con le stesse “virustar” a dominare gli schermi. Vi diamo una notizia: fuori dalla bolla-Italia, esiste un mondo intero “Burioni free”. Un mondo che ha sì cambiato, com’è giusto, la propria profilassi, ma fa meno drammi: e fa stare meglio la gente. E non si sogna di manomettere le libertà con un Green Pass che può prestarsi a ogni abuso. Ogni tanto l’Italia vuole sperimentare l’originalità di nuove misure autoritarie, con il plauso di un sistema dei media che ormai “vuole i colonnelli”, impedendo al popolo di conoscere le libertà godute da altri paesi. E finisce per sperimentare le solite vecchie catastrofi. Non andrà tutto bene: noi non daremo il Green Pass al governo della catastrofe. Ora più che mai occorre che costruiamo l’Alternativa alla catastrofe.(Pino Cabras, “Noi siamo l’alternativa a questo governo della catastrofe”, discorso pronunciato in una conferenza alla Camera il 22 settembre 2021. Eletto deputato coi 5 Stelle e poi fuoriuscito dal gruppo grillino, Cabras – storico collaboratore di Giulietto Chiesa – è l’animatore del neonato movimento “L’Alternativa c’è”).Chi è che dà di matto sul Covid, Mario Draghi o Zoran Milanović? Quest’ultimo nome non appare mai, nei media italiani, chiusi nella loro bolla provinciale. Figuriamoci se lo pronunciano i parlamentari, i governanti, prigionieri di questa bolla e pronti a imprigionarvi tutti gli italiani. Milanović è semplicemente il presidente della Croazia, un paese membro dell’Unione Europea, della Nato, del Consiglio d’Europa. E’ un esponente storico del Partito Socialista Europeo, lo stesso di tanti illustri colleghi di questo Parlamento schiacciato dai decreti. Ebbene, il 10 settembre scorso, il signor Milanović ci ha spiegato in modo chiaro quanto di più antitetico si possa immaginare, rispetto al Green Pass nostrano. Pur in un discorso in cui valorizza l’opportunità del vaccino, infatti, il presidente croato dice, testualmente: «Il delirio dei media per il Covid-19 è eccessivo. Dovremmo conoscere lo scopo di tutto questo delirio. Se qualcuno mi dice che l’obiettivo è sradicare completamente il coronavirus, gli dirò che è una follia: è impossibile. Ciò che conta ora è l’adeguamento e la ripresa della vita normale». E aggiunge: «E’ folle sostenere la cultura ossessiva della sicurezza».
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Vanden Bossche: vaccini-suicidio, la pagheremo cara
Questi vaccini-Covid sono un vero suicidio di massa: un errore che pagheremo carissimo. Lo afferma il professor Geert Vanden Bossche, virologo di grande esperienza internazionale, in prima linea nella produzione dei vaccini. Già docente universitario in Belgio e in Germania, Vanden Bossche ha lavorato ai vaccini Gsk, Novartis e Solvay. A lungo attivo nella Bill & Melinda Gates Foundation e nella Gavi, rappresentando anche l’Oms, ha contestato la sicurezza del vaccino contro l’Ebola. Capo dello sviluppo sui vaccini del Centro tedesco per la ricerca sulle infezioni e attualmente è cosulente di Biotech Vaccine, Vanden Bossche contesta radicalmente la campagna in corso. Spiega: la vaccinazione di massa nel mezzo di una pandemia promuove la selezione e l’adattamento di “varianti di fuga immunitaria”, caratterizzate da un aumento di infettività e resistenza agli anticorpi diretti contro la proteina spike, diminuendo così la protezione nei vaccinati e compromettendo i non vaccinati.«Questo già spiega perché il programma di vaccinazione di massa dell’Oms non solo non è in grado di generare l’immunità di gregge, ma porta anche a una sostanziale erosione della protezione immunitaria potenziale della popolazione». Questo, perché la vaccinazione di massa universale «promuoverà presto la propagazione dominante di “varianti di fuga” dagli anticorpi neutralizzanti altamente infettive», e quindi «non offrirà più alcuna protezione agli individui immunizzati». Nel frattempo, «un’elevata pressione infettiva continuerà a mettere sotto pressione il sistema di difesa immunitaria innato dei non vaccinati». In altre parole: più persone saranno vaccinate, e peggio sarrà per tutti. «Ogni ulteriore aumento dei tassi di copertura vaccinale contribuirà ulteriormente a forzare il virus verso la resistenza. E l’aumento dell’infettività del virus, combinata con l’evasione dall’immunità antivirale, comporterà inevitabilmente un ulteriore tributo da pagare in termini di salute e vite umane».Secondo Geert Vanden Bossche, come riportato in un intervento ripreso da “Voci dall’Estero”, per «prevenire la rapida diffusione di varianti selezionate di “fuga immunitaria” nell’intera popolazione, vaccinata o meno», è assolutamente necessario «interrompere immediatamente il programma di vaccinazione di massa». Va sostituito con un farmaci antivirali e terapie precoci. E’ un fatto: «Parallelamente alla vaccinazione universale, la prevalenza di ceppi più infettivi è aumentata rapidamente». Attenzione: «Contrariamente ai vaccini vivi, quelli prodotti dalle moderne tecnologie vaccinali non riescono a indurre l’immunità sterilizzante». Questa omissione, spiega lo scienziato, porta inevitabilmente alla selezione e all’adattamento di varianti sempre più infettive, e alla fine costringe il virus – per poter sopravvivere – a resistere alle barriere che gli vengono frapposte.«Come abbondantemente riportato in letteratura, i soggetti vaccinati non solo diffondono varianti di Sars-CoV-2, ma ora stanno anche sviluppando sempre più infezioni sintomatiche». E così, spiega il professore, «gli alti tassi di copertura vaccinale alla fine trasformano le popolazioni in eccellenti terreni di coltura per questo tipo di varianti resistenti al vaccino». Secondo Vanden Bossche, «la circolazione delle varianti altamente infettive sarà ancora molto problematica, poiché il loro contributo alla pressione infettiva virale complessiva non può più essere mitigato né nei vaccinati, né in coloro che hanno precedentemente contratto la malattia Covid-19». Quanto ai vaccinati, anche se i loro anticorpi naturali non vengono più soppressi, «ora diventano ancora più vulnerabili rispetto all’inizio della pandemia, perché le varianti in circolazione che oggi si trovano ad affrontare hanno acquisito un livello più elevato di infettività».Più aumenterà la pressione immunitaria a livello di popolazione, più è probabile che le varianti selezionate naturalmente e più infettive troveranno un terreno fertile adatto alla loro espansione, e più velocemente queste varianti più infettive inizieranno a prevalere. «Quanto più velocemente le varianti infettive in circolazione continueranno a riprodursi, sino a diventare la popolazione virale dominante, tanto più rapidamente aumenteranno i tassi di morbilità e mortalità, prevalentemente nella parte non vaccinata della popolazione». Sempre secondo il parere del professore, l’estensione della campagna vaccinale produrrà varianti sempre più problematiche. Per questo, dice, «è ragionevole concludere che il proseguimento della vaccinazione di massa porterà inevitabilmente a tassi di morbilità e mortalità relativamente più elevati nei vaccinati rispetto ai non vaccinati».Il rafforzamento della difesa immunitaria innata della popolazione, aggiunge, diventerà ancora più importante quando le varianti più infettive (resistenti ai vaccini) diventeranno dominanti. Ciò significa che l’immunità di gregge resterà un miraggio. «È difficile immaginare come la somministrazione di un vaccino di richiamo “aggiornato” possa non far altro che far precipitare la resistenza virale». La campagna vaccinale, per Vanden Bossche, sembra quindi destinata a costare salatissima, in termini di vite umane. «Vi è quindi l’obbligo morale ed etico di procedere immediatamente con un piano d’azione chiaro, dichiarato un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale». Primo punto: «Stop alla vaccinazione di massa». E quindi: «Non procedere con richiami di vaccinazioni aggiornate». La soluzione? Farmaci antivirali. Testualmente: «Implementare una chemioprofilassi antivirale a livello globale per ridurre la pressione infettiva virale».Aggiunge il professore: «Occorre fornire – a costo zero – un trattamento multifarmaco precoce a tutti i pazienti che ne hanno bisogno». E intanto «lanciare campagne per promuovere diete e stili di vita sani», cercando di «guadagnare tempo per lo sviluppo di uno sterilizzatore immunologico universale», anche perché «non c’è modo che la pandemia di Sars-CoV-2 possa essere controllata dagli attuali, imperfetti vaccini C-19». L’uso di vaccini imperfetti per controllare una pandemia (di un virus altamente mutabile, che causa un’infezione virale acuta e autolimitante), di fatto «aumenterà solo il tributo che la natura imporrà sulla salute e sulle vite umane in cambio della concessione di una licenza per ricostruire l’immunità di gregge». Ribadisce Vanden Bossche: «Una pandemia può essere risolta definitivamente solo se la popolazione sviluppa una robusta immunità che protegga dal virus. Questo avviene naturalmente. E nessuno degli attuali vaccini C-19 induce l’immunità sterilizzante». Al contrario: sviluppando varianti infinite eroderanno sia l’immunià innata, sia quella acquisita con gli inoculi.Questi pseudo-vaccini-Covid sono un vero suicidio di massa: un errore che pagheremo carissimo. Lo afferma il professor Geert Vanden Bossche, virologo di grande esperienza internazionale, in prima linea nella produzione di (veri) vaccini. Già docente universitario in Belgio e in Germania, Vanden Bossche ha lavorato ai vaccini Gsk, Novartis e Solvay. A lungo attivo nella Bill & Melinda Gates Foundation e nella Gavi, rappresentando anche l’Oms, ha contestato la sicurezza del siero contro l’Ebola. Capo dello sviluppo vaccinale del Centro tedesco per la ricerca sulle infezioni e attualmente consulente di Biotech Vaccine, Vanden Bossche contesta radicalmente la campagna in corso. Spiega: la vaccinazione di massa nel mezzo di una pandemia promuove la selezione e l’adattamento di “varianti di fuga immunitaria”, caratterizzate da un aumento di infettività e resistenza agli anticorpi diretti contro la proteina spike, diminuendo così la protezione nei vaccinati e compromettendo i non vaccinati.
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Draghi, Greta e l’ultimo delirio: i lockdown “climatici”
Lo storico fiorentino Nicola Bizzi non è certo un futurologo, ma spesso le sue previsioni risuonano poi nella cronaca. L’ultimissima ha preceduto le notizie di oggi, che vedono Mario Draghi in prima linea nel disegnare la nuova emergenza mondiale, quella climatica. E’ destinata a rimpiazzare il sempre più logoro spauracchio del Covid, vale a dire la più grande “pandemia di asintomatici” della storia, per citare la bocconiana eretica Ilaria Bifarini. L’economista è autrice de “Il Grande Reset”, saggio esemplare che mostra come si possa approdare all’orrenda “nuova normalità” dopo aver letteralmente inventato l’apocalisse sanitaria, negando le cure allo scopo di scatenare la crisi ospedaliera e il panico globale, per arrivare dritti al vero risultato atteso, fin dall’inizio, dall’élite di Davos: la digitalizzazione corporea definitiva dell’homo sapiens, a scopo di dominio, usando come alibi la profilassi sanitaria obbligatoria, cioè il Tso che il governo Draghi oggi impone in modo brutale e sfrontato, chiamandolo addirittura “vaccino”.
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Perché il diavolo ha questa gran fretta di finire il lavoro
Se ti rubo il tempo, è per impedirti di ragionare: sta proprio nella velocità, la destrezza del baro. Solo che stavolta non si tratta del gioco delle tre carte: è come se ce ne fosse una quarta, rimasta coperta, che potrà uscire dal suo nascondiglio solo domani, quando sarà ormai troppo tardi. “Una fretta del diavolo”, si dice, non a caso. Una gran fretta: agire adesso, subito, bruciando tutti sul tempo. Prima che capiscano, prima che si accorgano di quello che sta davvero succedendo. Prima che si rendano conto della reale destinazione del convoglio sul quale stanno salendo, a mandrie, mentre l’altoparlante alla stazione gracchia qualcosa che oscilla tra il rassicurante e l’inquietante, in una babele organizzata in modo formidabile, da un anno e mezzo a questa parte. E’ la marcia trionfale della menzogna, oggi completata dal suo corollario naturale: la coercizione non più temporanea, ma permanente. Della serie: c’era una volta la fiaba dei diritti umani, nel paese dei sognatori che amavano parlare di libertà e democrazia.L’Agenda procede a spron battuto: si è letteramente messa a volare, da quando a Palazzo Chigi è piombato l’Eletto. La sua missione, ormai evidente: accelerare l’attuazione dell’Agenda, usando come alibi l’economia da risollevare (operazione per quale – è sottinteso – occorre prima sgombrare il campo dallo sciaguratissimo inciampo della cosiddetta crisi pandemica). A mali estremi, estremi rimedi: tutto giusto, se lo spettacolo corrispondesse alla realtà. Come sappiamo, invece, il male sanitario non è affatto estremo. E’ un male curabilissimo, come tanti altri. Per renderlo incurabile basta proibire prima le autopsie e poi le terapie e i relativi farmaci. Basta scoraggiare i medici minacciando di radiarli, e il gioco è fatto: qualcuno, prima o poi, penzolerà da una corda. I media collaborano, con un zelo da impero asiatico medievale: chi manifesta dubbi è cestinato come mentecatto, mentre i salotti televisivi sono ancora affollati di parole maleodoranti. E nessuno – nessuno – chiede mai conto delle terapie negate: un crimine “necessario”, un anno fa, per autorizzare in emergenza il siero universale dell’Agenda.Gli ordini sono chiari: chiudere, restringere, costringere. Anche gettando la maschera, finalmente, facendo la faccia feroce. Anche ricorrendo al ricatto più brutale, visti i successi della campagna di digitalizzazione forzata, truccata da incombenza sanitaria. Come sempre, le operazioni di macelleria non riescono benissimo: trapelano informazioni, si odono muggiti preoccupanti, emergono numeri da strage silenziosa. Si può ridere in faccia fin che si vuole, a chi parla di grafene e di nano-chip, ma non si ottiene niente: se prima non si racconta la verità, o almeno non si ammette che di chiaro, in tutta questa storia, non c’è proprio nulla. Ah, quelli della Terra Piatta. Quelli delle Scie Chimiche (che prima del duemila non esistevano, e la cui presenza oggi non spiega – seriamente – nessuno). Un dialogo tra sordi? Naturalmente, inevitabilmente: la sensazione è che l’umanità si stia dividendo. Speciazione: tra gli uni e gli altri si va ormai scavando un canyon invalicabile, una distanza forse irrecuperabile. Se oggi non mi dici la verità, tutta la verità, io di te non mi fiderò mai più.Tradotto: non ti ascolterò, non ti voterò, non ti leggerò. Era quello che qualcuno voleva, fin dall’inizio? Si puntava all’estremizzazione delle posizioni che poi finisce sempre per nuocere, alle vittime? D’altro canto, a proposito di estremismo: che cosa hanno propinato, i governi, negli ultimi venti mesi? Menzogne e restrizioni, censure, divieti, obblighi disonesti e fraudolenti, calunnie, violenze e barzellette spacciate per scientifiche. Stanno arrivando, a grandi passi, esattamente dove volevano: cioè al pieno dominio su masse largamente spaventate, disinformate e depistate dalla verità. Milioni di persone isolate, rese diffidenti e raggirate senza pietà, con un cinismo favoloso. A migliaia, addirittura, messe in pericolo di vita: lasciate marcire nella paura e nella malattia. Ieri rinchiuse in casa, oggi imprigionate dentro un passaporto alieno, anomalo e mostruoso: quello dell’Agenda. Il tragico lasciapassare (antichissimo, feudale) per poter tornare ad accedere a una parvenza di normalità, sia pure strettamente sorvegliata.A chi paventa i rischi della cibernetica applicata al corpo umano, evocando un destino da organismi geneticamente modificati, magari pilotabili a distanza, forse vale la pena ricordare che tutti i Racconti delle Origini, compreso quello biblico, parlano – secondo i più recenti esegeti – della nostra comparsa sulla Terra esattamente nella veste di Ogm, di super-scimmie improvvisamente evolutesi attraverso procedure di clonazione. Non è un caso, probabilmente, che sia proprio la genetica il vero campo di gioco del siero dell’Agenda. Né che parlino quasi solo di genetica, e con la massima disinvoltura, personaggi come Mark Zuckerberg ed Elon Musk, custodi di sofisticati progetti (tenuti segreti, per ora) sulle possibili interazioni tra cervello umano e intelligenza artificiale. Nanocristalli di ossido magnetico per monitorare “da remoto” l’attività cerebrale, realizzando una perfetta simbiosi uomo-macchina? La chiamano Brain Computer Interface. Roberto Cingolani, oggi ministro, è un fan dichiarato dei “quantum cubes”. Letteralmente: un nano-robot che lavora dentro l’organismo umano, come fosse un anticorpo artificiale.Pigola il povero Salvini: l’Italia sarebbe il primo paese, in Europa, a imporre l’aberrazione del lasciapassare. Poi però smette di lamentarsi, il leghista, perché deve correre a seguire la fondamentale campagna elettorale per le amministrative (roba seria, finalmente). Dall’alto del suo palazzo, l’Eletto non fa una piega: è qui per eseguire i dettami dell’Agenda. Di lui si racconterà che avrà fatto miracoli – in campo economico – esorcizzando il fantasma dell’austerity, cioè il grande alibi del ciclo precedente, insieme al suo gemello sanguinoso (il terrorismo). Mezzi ormai superati, da quando sul pianeta ha fatto irruzione, in prima classe e con precedenza assoluta, sua maestà il presunto virus. Presunto, certo: solo sequenziato al computer, mai isolato biologicamente in laboratorio. Ma niente paura: per le spiegazioni sono disponibili Galli e Crisanti, Cartabellotta, Burioni, Pregliasco, Bassetti e tutti gli altri autorevolissimi scienziati che hanno illuminato gli italiani in tutti questi mesi, convalidando le scelte responsabili del valoroso ministro della salute. E adesso, eccoci all’ultimo giro di valzer: mettersi in fila, tutti. Ma subito, di corsa: da metà ottobre. Come se il diavolo, improvvisamente, avesse davvero una gran fretta.Se ti rubo il tempo, è per impedirti di ragionare: sta proprio nella velocità, la destrezza del baro. Solo che stavolta non si tratta del gioco delle tre carte: è come se ce ne fosse una quarta, rimasta coperta, che potrà uscire dal suo nascondiglio solo domani, quando sarà ormai troppo tardi. “Una fretta del diavolo”, si dice, non a caso. Una gran fretta: agire adesso, subito, bruciando tutti sul tempo. Prima che capiscano, prima che si accorgano di quello che sta davvero succedendo. Prima che si rendano conto della reale destinazione del convoglio sul quale stanno salendo, a mandrie, mentre l’altoparlante alla stazione gracchia qualcosa che oscilla tra il rassicurante e l’inquietante, in una babele organizzata in modo formidabile, da un anno e mezzo a questa parte. E’ la marcia trionfale della menzogna, oggi completata dal suo corollario naturale: la coercizione non più temporanea, ma permanente. Della serie: c’era una volta la fiaba dei diritti umani, nel paese dei sognatori che amavano parlare di libertà e democrazia.
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“I vaccini aggravano il Covid: crimine contro l’umanità”
Gibilterra ha raggiunto un tasso di vaccinazione del 99% dal 1° giugno. La conseguenza è stata un aumento giornaliero del 2.500% dei casi di Covid. Visto che il vaccino è inutile, perché spingere per la vaccinazione obbligatoria e i passaporti Covid? Non ha alcun senso, per la salute pubblica. Lo afferma un analista del calibro di Paul Craig Roberts, già viceministro di Reagan. Anthony Fauci e Rochelle Walensky del Cdc parlano di “pandemia dei non vaccinati”? «Notate come i leccapiedi di Big Pharma pronuncino ogni giorno parole identiche, a comando». Riassume Craig Roberts: «Ci sono due ragioni per le infezioni da Covid: una è il vaccino mRna, che diffonde il Covid; l’altra è il rifiuto dell’establishment medico occidentale di prevenire e curare il Covid con idrossiclorochina o ivermectina». Evidenze schiaccianti: «La massiccia epidemia di nuovi casi di Covid nei paesi più vaccinati – Israele 84%, Islanda 95%, Gibilterra 99% – ha reso completamente chiaro che il vaccino mRna non protegge dall’infezione da Covid». Anzi, il “vaccino genico” è la fonte del problema: allunga la vita al virus, all’infinito, rendendo cronica l’emergenza.Ma il fallimento del vaccino mRna – aggiunge Roberts, sul suo blog – è molto più grave del fatto di non proteggere: «Il “vaccino” stesso provoca malattie e decessi identici a malattie e decessi da Covid, come indica l’enorme numero di decessi e danni alla salute nei database delle reazioni avverse al vaccino; il “vaccino” crea varianti in grado di sfuggire alla risposta immunitaria, e i vaccinati sono contagiosi e pericolosi per i non vaccinati». In altre parole, le nuove esplosioni infiammatorie che ora stanno travolgendo i paesi più vaccinati «sono causate dalla vaccinazione stessa». Secondo Craig Roberts, «continuare a vaccinare le persone rischia di provocare così tanti morti, invalidità permanenti e politiche totalitarie controproducenti da portare al collasso della società». E’ quanto sostengono «scienziati e autorità mediche di alto livello, che vantano conoscenze di gran lunga superiori rispetto ai tirapiedi di Big Pharma, come Fauci e Walensky, sostenuti dai media americani che continuano a dire che ci sarebbe “una pandemia di non vaccinati” quando i focolai sono concentrati tra i vaccinati nei paesi più vaccinati».A scandalizzare Roberts c’è anche il silenzio omertoso della stampa, che ignora il clamoroso conflitto d’interessi che investe personaggi come Fauci e la Walensky, i quali «beneficiano dei profitti dei vaccini». Tutti d’accordo: pagati per mentire? «La “crisi Covid” è, dall’inizio alla fine, una crisi prefabbricata. E lo scopo del vaccino mRna è peggiorare la crisi, che porterà a misure sempre più controproducenti, fino a minacciare non solo la libertà ma la vita stessa», scrive l’analista, ricordando che in India e in Africa è bastato usare l’ivermectina per sgonfiare il problema Covid. «Se avete bisogno di ulteriori prove della sua efficacia, c’è il presidente della Tokyo Medical Association che annuncia in una conferenza stampa che l’ivermectina è un trattamento sicuro e valido per l’infezione da Covid, e raccomanda che tutti i medici in Giappone inizino immediatamente ad usarla per trattare i pazienti di Covid. Eppure le autorità mediche pubbliche occidentali – non giapponesi, indiane e africane – e i media di regime continuano a mentire spudoratamente, dicendo che l’ivermectina non è sicura. Dicono questa bugia solo per profitto, o per un motivo più oscuro?».È comprovato che possa essere impiegata anche l’idrossiclorochina, sia per la prevenzione che per la cura: e anch’essa viene demonizzata come pericolosa. In altre parole, le terapie esistono e funzionano benissimo. Ma vengono tuttora ostacolate. Dove? Solo da noi, in Occidente: «È soltanto nei paesi di lingua inglese, negli Stati Uniti, nell’Europa occidentale e in Israele che la popolazione non è in grado di ottenere un trattamento efficace e sicuro per l’infezione da Covid». Se così non fosse, tante persone non potrebbero essere «tradite» dai governi, cioè «infettate ripetutamente con il micidiale “vaccino” mRna». Aggiunge Craig Roberts: «Il folle “zar del Covid” israeliano sta sostenendo un quarto richiamo dell’identico vaccino che ha causato decine di migliaia di morti e centinaia di migliaia di eventi avversi, lo stesso vaccino che ha riempito gli ospedali israeliani di pazienti completamente vaccinati».Negli Stati Uniti, stessa musica: Fauci annuncia “vaccini di richiamo” ogni 8 mesi. «Ciò significa infinite reazioni avverse al “vaccino” e la comparsa infinita di nuove “varianti”. Ma significa anche profitti infiniti per Big Pharma, e questo è tutto ciò che conta». La politica Covid in corso di attuazione in Occidente non ha alcun fondamento scientifico, sostiene Craig Roberts: chiaramente, l’obiettivo non è la salute pubblica. «Vogliono più varianti, più casi di Covid, più morti e danni alla salute con cui spaventare le pecore, vendere più vaccini e imporre più violazioni delle libertà civili». Com’è possibile che, nell’America “libera e democratica” – si domanda l’analista – verità e fatti siano esclusi dalla discussione e non abbiano alcun impatto sulla politica di contrasto al Covid? «Come può essere che i principali scienziati e medici che mettono in guardia contro la crescente catastrofe dei vaccini vengano censurati e minacciati di perdere le loro licenze mediche e il loro impiego?».Questo è ciò che sta accadendo oggi negli Usa e in Canada, in Europa occidentale, in Australia e in Nuova Zelanda. «I veri esperti sono screditati, e al loro posto abbiamo la “Cnn” e i leccapiedi dei big farmaceutici». Nel frattempo, continua la guerra sporca contro i farmaci salva-vita. Ultimo capitolo, il 4 settembre: «Il sito di disinformazione “Coronavirus World Updates” ha lanciato con un clamore spaventoso una storia falsa, raccolta dalla rivista “Rolling Stone” sul pericolo dell’ivermectina, uno dei farmaci più sicuri che si conoscano, assunto settimanalmente nella maggior parte dell’Africa come prevenzione e trattamento per la cecità fluviale». L’articolo ha poi dovuto essere ritrattato: citava un medico che ha incolpato l’ivermectina per le persone che andavano in overdose assumendo dosaggi prescritti per animali di grossa taglia, come i cavalli. «Poi si è scoperto che il dottore s’era inventato l’intera storia». Ma il problema resta: «Le persone non possono ottenere un trattamento sicuro ed efficace per il Covid, perché un sistema medico incompetente e corrotto si limita a vaccinare, rifiuta di trattare l’infezione da Covid con dosi appropriate di idrossiclorochina o ivermectina, diffonde storie false per spaventare la gente e cerca di togliere le licenze mediche ai sanitari che stanno effettivamente salvando vite».Domanda: quanto è stato pagato, quel dottore, per la sua finta storia, poi finita su tutte le grandi testate? Ovvero: «Perché i media di regime lavorano con Big Pharma, Fauci e Walensky per ingannare le persone, impedire loro di ottenere cure sicure e causare morte e lesioni a un gran numero di persone? È l’odore dell’incompetenza o l’odore del male, a salire dalla professione medica americana e dai leccapiedi dei media?». Se le nostre autorità mediche «non riescono ad annientare le nostre vite con il vaccino mRna», cos’altro hanno in serbo per “finire il lavoro”? Paul Craig Robert ricorda che il direttore dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, è un protetto di Klaus Schwab, patron del World Economic Forum di Davos: un gruppo che sfrutta il terrorismo-Covid, orchestrato ad arte, per imporre al mondo il Grande Reset, cioè «la fine della vita come l’umanità l’ha conosciuta». Sintetizza Craig Roberts: «Se volete rovinarvi la salute e magari porre fine alla vostra vita, prendete il vaccino della morte. In alternativa, organizzatevi. Chiedete che si accertino le responsabilità di Biden, Fauci, Walensky, Big Pharma e dei media di regime».«Sulla loro coscienza sporca, questi sordidi criminali hanno un numero enorme di morti e danni permanenti alla salute», continua Roberts. «Queste sono le persone che dovrebbero essere incriminate, processate, condannate e giustiziate per omicidio di massa e lesioni di massa». Ma ci sono poche possibilità che ciò accada, anche «le persone moriranno e rimarranno invalide». E questo «è sempre il destino delle pecore che, nella loro stupidità, si fidano delle “autorità”». E il dramma ormai dilaga: «Nonostante tutte le prove che i vaccini mRna non riescano a proteggere dalle infezioni da Covid, causino enormi effetti negativi sulla salute e creino varianti che sfuggono alla risposta immunitaria, un numero enorme di strutture sanitarie e datori di lavoro richiedono l’inoculazione come condizione per l’impiego». Se le aziende e le università impongono l’inoculo, «sono responsabili per lesioni e decessi causati dal “vaccino” obbligatorio». Ulteriore piaga, l’obbligo vaccinale per medici e infermieri: «Tanti sanitari, specie nel Regno Unito, ormai preferiscono dimettersi: hanno troppo buon senso per prendere il vaccino, dopo aver visto le conseguenze avverse». Il crimine? Si negano le normali terapie. «È sorprendente che le persone in Africa soggette a cecità fluviale e malaria siano cento volte più al sicuro dal Covid degli americani e degli europei occidentali», conclude Roberts. «Che buffonata è il mondo occidentale. Non c’è da stupirsi che sia al collasso».Gibilterra ha raggiunto un tasso di vaccinazione del 99% dal 1° giugno. La conseguenza è stata un aumento giornaliero del 2.500% dei casi di Covid. Visto che il vaccino è inutile, perché spingere per la vaccinazione obbligatoria e i passaporti Covid? Non ha alcun senso, per la salute pubblica. Lo afferma un analista del calibro di Paul Craig Roberts, già viceministro di Reagan. Anthony Fauci e Rochelle Walensky del Cdc parlano di “pandemia dei non vaccinati”? «Notate come i leccapiedi di Big Pharma pronuncino ogni giorno parole identiche, a comando». Riassume Craig Roberts: «Ci sono due ragioni per le infezioni da Covid: una è il vaccino mRna, che diffonde il Covid; l’altra è il rifiuto dell’establishment medico occidentale di prevenire e curare il Covid con idrossiclorochina o ivermectina». Evidenze schiaccianti: «La massiccia epidemia di nuovi casi di Covid nei paesi più vaccinati – Israele 84%, Islanda 95%, Gibilterra 99% – ha reso completamente chiaro che il vaccino mRna non protegge dall’infezione da Covid». Anzi, il “vaccino genico” è la fonte del problema: allunga la vita al virus, all’infinito, rendendo cronica l’emergenza.
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Vaccini Covid, l’Ema: 20.500 morti e 2 milioni di “feriti”
Più che una statistica, un vero bollettino di guerra: oltre 20.000 morti e quasi due milioni di feriti. E’ il bilancio europeo della campagna “vaccinale” basata sull’inoculo dei farmaci genici sperimentali introdotti per contrastare il Covid e, nel frattempo, rivelatisi largamente inefficaci: non solo non frenano l’epidemia, visto che i “vaccinati” restano contagiosi, ma non proteggono nemmeno le persone che si sono sottoposte al trattamento. Lo confermano ad esempio i dati di Israele e quelli diffusi dal ministero della sanità britannico: 9 contagiati su 10 erano stati “vaccinati”, mentre – tra i malati – hanno subito l’inoculo ben 4 ricoverati su 5. Tradotto: chi evita la dose ha meno probabilità di andare incontro agli effetti più critici della sindrome Covid? Se il dato inglese sfata la leggenda che circola anche in Italia, secondo cui il “vaccino” mitigherebbe i sintomi della patologia, a impressionare sono i numeri presentati il 31 luglio scorso dall’Ema, l’agenzia europea del farmaco, attraverso EudraVigilance, la sua piattaforma di farmacovigilanza. In pratica sarebbe in corso un’ecatombe: 20.595 morti sospette e 1.960.607 persone colpite da reazioni avverse, anche gravi.
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Dall’11 Settembre, demolizione controllata dell’umanità
Te la ricordi, quella vecchia storia? Gli aerei che picchiano contro i palazzi? L’America indifesa, il mondo attonito. L’inferno del fumo, le vittime, i soccorritori intossicati e sepolti dalla cenere. Quanto tempo è passato, da allora? Vent’anni. Cioè niente, in teoria, per i tempi della storia. In questo caso, invece, vent’anni sono tutto. Perché ci sono eventi che forgiano il presente, lo rifondano. Sono avvenimenti esiziali, rispetto ai quali esiste un dopo e un prima. Come si viveva, prima? Si era relativamente liberi, mediamente infelici oppure allegri, spensierati, ordinariamente annoiati o magari indignati dalla contabilità delle ingiustizie. La sensazione era che ogni avversità fosse comunque affrontabile, ogni opinione esprimibile e ogni soluzione discutibile, e che le conseguenze non fossero immediatamente globali. Buoni e cattivi recitavano insieme, nell’avanspettacolo della geopolitica, cioè ai piani bassi dove conta davvero il soldo, la paga del mercenario, il cospicuo fatturato occulto dei mandanti.
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La nostra paura è il loro cibo, ma sanno che perderanno
Aspettatevi qualche altra sorpresina fra il 7 e l’11 settembre, avverte il Santone dell’Amore, così battezzato dal “Resto del Carlino” durante una tappa del suo tour nelle piazze italiane. Michele Giovagnoli se la ride: il simpatico ragazzo che mi ha intervistato, dice, non riusciva a capire niente, di quello che gli dicevo. O meglio: non riusciva a concepire il fatto che sia semplicemente bellissimo, e oggi addirittura necessario, ritrovarsi in piazza per “abbracciare” i nostri simili, in un momento come questo. Alchimista, autore di saggi, conduttore di emozionanti stage formativi nei boschi: Giovagnoli è una delle voci che meglio fotografano lo stato di salute dell’altra Italia. Quella che piange e ricorda con affetto riconoscente Giuseppe De Donno, uno dei medici-eroi che, se fossero stati ascoltati, avrebbero costretto le autorità a mettere fine all’ormai interminabile emergenza. Un allarme costruito col pretesto del problema sanitario, ma in realtà tenuto in piedi in un solo modo: e cioè continuando a rifiutarsi di curare i malati, così da farli finire davvero all’ospedale (per poter seguitare a raccontare la cosiddetta pandemia).E tutto questo, ovviamente, allo scopo di poter somministrare “il cocktail servito nei peggiori bar di Caracas”, come lo chiama Giovagnoli, che precisa: non crediate che quel siero (che hanno il coraggio di chiamare “vaccino”, calpestando la storia della scienza) fosse il vero obiettivo, economico, di tutta la faccenda. Macché: quella è gente che, i soldi, li stampa. Il vero scopo, di tutto questo orrore? Sempre lo stesso: spaventarci per annichilirci, depotenziarci come essere umani, toglierci il sorriso (con le mascherine) e isolarci, ormai diffidenti l’uno dell’altro. E quindi: “spegnerci” il cuore. Perché l’organo al centro del nostro torace dispone di una tecnologia più sofisticata di quella del cervello, capace di emettere la frequenza che, per i “rettili” al potere, è la più temibile. Parla così, il Santone dell’Amore: e non scherza per niente. Il concetto lo va ripetendo da un anno e mezzo, ogni settimana, a colpi di dirette Facebook. Già a marzo 2020 avvertiva: state fermi, non reagite, non lasciatevi schiantare dalla rabbia per i lockdown. E’ quello che vogliono: mortificare la vostra frequenza del cuore. E dunque: sorridete, restate uniti e immergetevi nella natura.Da un mese insiste su una data: 9 ottobre. Sarà il termine entro il quale sarà ancora possibile “caricare forza”, in vista dell’azione: da parte loro, e da parte nostra. Vedrete, ribadisce: entro l’11 settembre intanto “abbaieranno” ancora, magari evocando l’obbligo (già esteso in modo ricattatorio, nei fatti, attraverso il Green Pass). E poi, a ottobre, passeranno alle vie di fatto. Cosa propone, il Santone dell’Amore? Semplice: resistere ancora, non cedere. Osserva: mentono sempre, sono quasi patetici. Si vantano dei successi della campagna “vaccinale”? Figurarsi: va così bene, la campagna, che ora farneticano di “obbligo”. Riassume Michele: prima hanno puntato sugli anziani, spaventandoli e mandando in giro un commissario vestito da generale. Poi hanno provato con i meno anziani, ma non ha funzionato. E dato che il tempo stringe, ora allungano gli occhi (e le mani) sui minori, sui bambini. I ragazzi li hanno intrappolati sfruttando la loro naturale esuberanza: la doppia dose per riconquistare la pizzeria, la discoteca, la palestra. I loro idoli, cantori della libertà? Tutti improvvisamente muti: non un cantante che abbia osato aprir bocca per denunciare il sopruso.Ora siamo al capolinea: la scuola “mascherata”, oppure “vaccinata”. I bambini? Per noi sono il futuro, per i “rettili” invece sono soltanto numeri: quelli oggi preziosi per rendere finalmente meno incresciosi i numeri della profilassi zootecnica a base di pozioni geniche sperimentali. Di qui l’appello alle madri: resistete, proteggeteli, e un giorno vi ringrazieranno. E’ gente pericolosa? Certo, risponde Giovagnoli. Ma li avete visti, in faccia? Non hanno emozioni. Sono come i rettili, quelli veri: per sopravvivere devono macinare carne. Loro non sono come noi, vivono in una frequenza fredda. Hanno bisogno della nostra paura: se ne nutrono. La nostra sofferenza è il loro cibo, da sempre. Il peggior torto che si può fare loro? Sorridere, mostrarsi felici. Indifferenti alle loro malefatte, e sempre più uniti e solidali, cioè amorevoli, cioè forti. Altra ricetta non esiste: ed è quella che i “rettili” temono davvero, come dimostra la loro ostinazione nel tentare di atterrirci.Resistenza? Sì: anche se ha un costo. Il treno col Pass? Non lo prendi. I locali che lo pretendono? Li boicotti. La scuola? La abbandoni. Notizie: c’è un’Italia (bannata dai media) che sta letteralmente insorgendo. Non in piazza, in silenzio: costruendo alternative. Genitori che si attrezzano con l’home schooling, insegnanti disponibili a trasferirvisi, medici disposti a cure “clandestine”, di fronte all’aut-aut ospedaliero o alla radiazione. Già il Piemonte avverte: non riusciremo a “inocularli” tutti, dunque rischiamo di chiudere pezzi di sanità per mancanza di personale. Le parole di Michele Giovagnoli sono pacifiche, ma non innocue: sono rivoluzionarie. Ricordano quelle del Sessantotto? Allora s’era in anticipo sui tempi, che oggi invece sarebbero maturi: perché i “rettili” hanno definitivamente gettato la maschera, non fanno nemmeno più finta di stare dalla nostra parte. Un italiano su tre sta facendo resistenza civile, uno su due non bada più alle vomitevoli menzogne dei media e alle ciance degli straccivendoli della politica.Solo un pazzo (o un cieco) potrebbe non vedere quello che sta accadendo: si ventila il ricorso alla coercizione, alla sopraffazione totalitaria. Che motivo ci sarebbere, per arrivare a questo – si domanda Giovagnoli – se il potere stesse davvero vincendo? La verità è l’esatto opposto: stanno perdendo, e hanno una paura matta di dover rinunciare a dominarci. Sanno che, per loro, il grande pericolo è il nostro risveglio: che sta avvenendo, anche grazie all’inaudita e velocissima progressione delle loro violenze. E’ grande, l’Italia che resiste: è fatta anche i poliziotti e pompieri che si fanno fotografare mentre pranzano all’aperto, fuori dalla mensa, insieme ai colleghi che ne sarebbero stati esclusi perché privi di Green Pass. Giovagnoli emoziona, e si emoziona: come nessun politico e nessun leader di nessun movimento, da millenni. Come se la politica stessa – tutta – fosse finita nella spazzatura, tra i rifiuti della storia e dell’evoluzione umana.Ci siamo, ripete: è la nostra grande occasione. Il momento è arrivato: stavolta saremo noi a tirarlo, il calcio di rigore. Costruendo un altro mondo, alimentato dall’amore: cioè l’energia solare che ci chiama dal cosmo. Per essere liberi e finalmente vivi, sapendo che – se sei arrivato fin qui – indietro non potrai tornare. Mai. Perché ora l’hai capito, con chi hai davvero a che fare. Hai capito che l’arcaico “rettile protozoico” ha paura di te, del bene che hai già iniziato a fare. Vede che non riesce più neppure a ricattarti con la miseria mensile dello stipendio. Gli serve altro: il tuo terrore. E vede che non funziona più, nemmeno quello. Gli scossoni saranno forti: Michele Giovagnoli non se lo nasconde. Se la politica meno peggiore punta ancora a recuperare i dormienti, lui è oltre: tempo perso. Se questa umanità continuerà a svegliarsi, è il sottinteso, riscriverà le regole. Ne ha bisogno, il mondo, di nuove regole? Eccome. Le si invoca inutilmente da secoli, da quando è comparsa la democrazia formale. Tutta preistoria, anche quella: se le persone si riconoscono e si abbracciano, dice Michele, il sistema trema e minaccia. Ed è esattamente quello che sta accadendo. L’ultimo latrato, prima del crollo e del cambio di paradigma.Aspettatevi qualche altra sorpresina fra il 7 e l’11 settembre, avverte il Santone dell’Amore, così battezzato dal “Resto del Carlino” durante una tappa del suo tour nelle piazze italiane. Michele Giovagnoli se la ride: il simpatico ragazzo che mi ha intervistato, dice, non riusciva a capire niente, di quello che gli dicevo. O meglio: non riusciva a concepire il fatto che sia semplicemente bellissimo, e oggi addirittura necessario, ritrovarsi in piazza per “abbracciare” i nostri simili, in un momento come questo. Alchimista, autore di saggi, conduttore di emozionanti stage formativi nei boschi: Giovagnoli è una delle voci che meglio fotografano lo stato di salute dell’altra Italia. Quella che piange e ricorda con affetto riconoscente Giuseppe De Donno, uno dei medici-eroi che, se fossero stati ascoltati, avrebbero costretto le autorità a mettere fine all’ormai interminabile emergenza. Un allarme costruito col pretesto del problema sanitario, ma in realtà tenuto in piedi in un solo modo: e cioè continuando a rifiutarsi di curare i malati, così da farli finire davvero all’ospedale (per poter seguitare a raccontare la cosiddetta pandemia).
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Patuelli: Draghi farà la storia, epocale taglio delle tasse
Se un uomo attento e prudente come Antonio Patuelli, imprenditore e banchiere ravennate con master in usi, costumi e virtù della società e dell’economia nostrana alza il telefono per soffiare sulle vele dell’ottimismo, significa che la nave Italia sta tappando le sue falle. Lo scrive Pietro Senaldi su “Libero”, intervistando il presidente dell’Abi. Segnali di ripresa, dopo la rivoluzione copernicana che il Covid ha imposto all’Europa? «La situazione è a un bivio, siamo molto scottati dall’esperienza dell’autunno scorso, quindi prudenti. Le prossime settimane saranno decisive sotto il profilo economico e sotto quello sanitario», annuncia Patuelli, secondo cui «Draghi farà molto, in questi mesi». Insiste: «Stiamo vivendo un momento simile a un immediato dopoguerra; forse per questo sono tornati di moda i valori del grande economista Federico Caffè, maestro di Draghi, e di Luigi Einaudi. Siamo alla vigilia di una fase decisiva», che per Patuelli (lo si indovina tra le righe) si avvarrà della grande competenza dell’ex capo della Bce.
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Londra, report: il Covid colpisce quasi solo i vaccinati
Ma tu guarda: il “vaccino genico” non ferma la diffusione del Covid. Anzi: le persone che hanno subito l’inoculo sperimentale sono le più colpite dalla presunta epidemia virale. Lo scrive “Affari Italiani”, illustrando l’ultimo report del ministero della salute britannico, datato 21 agosto, che monitora i dati dell’ultimo semestre. «Nel paese l’89% delle persone risultate contagiate per Covid erano vaccinate contro il virus. L’altro 11% è relativo a persone non vaccinate». La cosiddetta “variante Delta” sarebbe dominante, nel Regno Unito, dove avrebbe contagiato 386.735 soggetti, di cui 337.834 con un’età inferiore ai 50 anni. «Parlando degli over 50, 48.264 sono coloro che seppur vaccinati si sono contagiati, mentre solo 4.891 dei contagiati non erano stati vaccinati». Aggiunge “Affari Italiani”: «In proporzione, coloro che finiscono in emergenza sono un decimo, rispetto all’ammontare dei contagiati; ma la statistica depone ancora una volta a favore dei non vaccinati: il rapporto è di circa 4 vaccinati in emergenza contro uno non vaccinato».
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Giovagnoli: io non ho nessuna intenzione di suicidarmi
«Non ho nessuna intenzione di suicidarmi. Ripeto: non ho proprio nessuna intenzione di lasciare questo mondo». Suona particolarmente inquietante, il messaggio che Michele Giovagnoli ha consegnato al pubblico, il 29 agosto, attraverso un video su Facebook. Ogni volta, in poche ore, le sue dirette web-streaming ormai raggiungono anche 50-60.000 persone, da quando ha intrapreso il tour “Agorà d’Amore”: una maratona nelle piazze delle principali città italiane, in cui lui – alchimista e saggista, promotore di straordinari corsi nei boschi – invita le persone in mondo gandhiano a non avere paura, a non lasciarsi spaventare dalle intimidazioni psico-sanitarie dell’establishment e a resistere alle crescenti restrizioni disposte col pretesto del Covid. La sua ricetta è la seguente: «Restare immobili, in un momento come questo: ognuno di noi deve rimanere saldo nelle sue certezze e “fermo come un larice”, la conifera alpina che sa sfidare i venti più forti». Perché evocare l’ombra del suicidio? Forse perché Michele Giovagnoli non crede affatto al suicidio della persona cui ha dedicato il suo tour: il dottor Giuseppe De Donno.