Archivio del Tag ‘emergenza’
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Draghi, l’Innominato: rifondare il futuro, vincendo la paura
Nei “Promessi Sposi”, l’Innominato è un potente masnadiero al quale i malvagi si rivolgono per il loro piano, che infatti va in porto, fino a quando è lo stesso Innominato – convertitosi al bene – a farlo saltare per aria, aprendo la strada alla felicità di Renzo e Lucia. In attesa di capire quanto possa esservi di realmente manzoniano, in Mario Draghi, risuonano le parole che ha pronunciato il 18 agosto 2020 – data storica, probabilmente – nel santuario cattolico militante del Meeting di Rimini, di fronte al silenzio urlante di una politica italiana azzerata da decenni di grigiore e ora letteralmente annichilita dal coronavirus, o meglio dalla gestione della paura – nazionale e mondiale – come unica bussola per il futuro. E qui si erge, di colpo, il gigante Mario Draghi: la prudenza sanitaria è obbligatoria, ma la sola paura non è accettabile. Urge un futuro degno di questo nome, e si chiama gioventù. Possiamo chiudere bottega, se “suicidiamo” un’intera generazione condannandola al panico perpetuo, sembra dire l’ex banchiere centrale, nei giorni in cui i media – a reti unificate, e in modo ridicolo – trasformano in untori i giovani della movida, scambiando i contagi per malattie.
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Medico: chi oggi teme ancora il virus è un malato di mente
Questi non li recuperi più. Andati. Per sempre. Non c’è psicoterapia che possa guarirli, non c’è psichiatra al mondo. Sono un esercito di persone rese clinicamente psicotiche. Il terrorismo di media, governo e istituzioni ha fatto presa alla perfezione, provocando danni psicologici irreversibili. Sono vittime. Non vanno schernite, non vanno offese. Vanno profondamente compatite, aiutate e comprese. Sono quelli che ancora oggi hanno paura del virus, nonostante l’emergenza sia terminata da tre mesi. Nonostante da tre mesi le terapie intensive siano deserte. Oggi il virus, nella peggiore delle ipotesi, fa gli stessi danni del raffreddore. In terapia intensiva non ci entra nessuno nemmeno per sbaglio, nonostante i contagi non si siano mai arrestati. Quando ci comunicano i dati sui nuovi contagi o quando ci avvisano di nuovi focolai, è come se ci stessero aggiornando sul numero dei raffreddati. Focolai di persone sanissime, tutti asintomatici, che non si sarebbero nemmeno mai accorti di essere contagiati se non gli avessero fatto il discutibilissimo tampone. Sono quelli rimasti a marzo, con in mente ancora le immagini scioccanti degli intubati, dei furgoni dell’esercito che portano via le bare.Sono rimasti a marzo. Si sono persi quattro mesi di errori e progressi terapeutici, di autopsie, di trombosi venose, di clorochina ed eparina, di terapia domiciliare, di protocollo off label, di carica virale quasi azzerata. Sono ancora a marzo. Gli basterebbe guardare i dati delle terapie intensive degli ultimi tre mesi per tranquillizzarsi ma niente, nulla può guarirli in questo momento, nulla può restituire loro la lucidità. Ripongono una fiducia totale e incondizionata nei confronti dei media e delle istituzioni. Mai potrebbero dubitare. Non potrebbero mai accettare l’idea di essere ingannati o manipolati. Non potrebbero mai pensare che media, governo e istituzioni possano essere corrotti da chi ha smisurati capitali e specifici interessi. Crollerebbero tutte le certezze, crollerebbe il mondo intero. Per questo si fidano ciecamente e non mettono mai in discussione nulla. E’ quasi una forma di autodifesa. Preservano una visione fanciullesca della realtà che li aiuta sicuramente a vivere meglio ma in alcuni casi può diventare parecchio pericolosa.Sono quelli in prima fila per il vaccino, anche senza sperimentazione, pazienza. Gli hanno ripetuto all’infinito che potranno tornare a vivere solo dopo il vaccino e così sarà. Un vaccino contro qualcosa che purtroppo non è vaccinabile, contro qualcosa che non rappresenta più un pericolo, già da tre mesi. Sono quelli che gridavano di stare a casa, che urlavano al runner, che denunciavano i vicini, che strillavano di non riaprire così presto. Hanno contribuito a mandare in default il paese, hanno sostenuto ideologicamente i mandanti e i complici esecutori di questo scempio epocale. Sono quelli che normalmente cadono per primi. Se non è per un vaccino sarà per qualcos’altro. Una medicina sbagliata o una non presa, come il Plaquenil. Totalmente scoperti, sempre in balia delle persone sbagliate, manipolati e indotti all’autolesionismo. Sono quelli che non vanno scherniti e non vanno offesi. Vanno solo profondamente compatiti, aiutati e compresi.(Francesco Oliviero, dichiarazioni recentemente rilasciate a “Database Italia”. Il dottor Olivero è medico pneumologo e psichiatra).Questi non li recuperi più. Andati. Per sempre. Non c’è psicoterapia che possa guarirli, non c’è psichiatra al mondo. Sono un esercito di persone rese clinicamente psicotiche. Il terrorismo di media, governo e istituzioni ha fatto presa alla perfezione, provocando danni psicologici irreversibili. Sono vittime. Non vanno schernite, non vanno offese. Vanno profondamente compatite, aiutate e comprese. Sono quelli che ancora oggi hanno paura del virus, nonostante l’emergenza sia terminata da tre mesi. Nonostante da tre mesi le terapie intensive siano deserte. Oggi il virus, nella peggiore delle ipotesi, fa gli stessi danni del raffreddore. In terapia intensiva non ci entra nessuno nemmeno per sbaglio, nonostante i contagi non si siano mai arrestati. Quando ci comunicano i dati sui nuovi contagi o quando ci avvisano di nuovi focolai, è come se ci stessero aggiornando sul numero dei raffreddati. Focolai di persone sanissime, tutti asintomatici, che non si sarebbero nemmeno mai accorti di essere contagiati se non gli avessero fatto il discutibilissimo tampone. Sono quelli rimasti a marzo, con in mente ancora le immagini scioccanti degli intubati, dei furgoni dell’esercito che portano via le bare.
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Pd-M5S: messaggio all’Ue per sacrificare il disastroso Conte
Questo governo è nato l’anno scorso con l’unica motivazione di bloccare Salvini. Non ha mai avuto un progetto, ma soltanto uno scopo negativo. Anche per questo, dopo un anno di vita, ha prodotto risultati disastrosi. In più ha creato un piedistallo a Conte. Il capo del governo si è imposto su Di Maio e Zingaretti perché dalla mancanza di una visione politica dei partiti di maggioranza ha ricavato un grande spazio di manovra, che la pandemia di Covid-19 ha aumentato. Per “risultati disastrosi” mi riferisco all’incapacità del governo in materia economica, che è davanti a tutti. Il punto è che questi risultati così carenti non interessano né al Pd né ai 5 Stelle. Li infastidisce piuttosto il fatto che Conte sia diventato il dominus della maggioranza. Da qui il “patto di ferragosto” tra Pd e 5 Stelle, che va visto come il tentativo da parte di M5S e Pd di superare la loro debolezza, tentando di stipulare alleanze locali. Diventeranno un solo partito? Impossibile dirlo, adesso: pur essendo da un anno insieme al governo, non hanno elaborato una visione. Essenzialmente per un motivo: il M5S è nato come forza di contestazione della “casta”; ma la casta, intesa come principale forza di governo, è sempre stata il Pd.I Cinquestelle sono arrivati in Parlamento nel 2013, quando c’era il governo Monti e il Pd dava la linea, poi si sono susseguiti vari governi ispirati dal Pd fino al 2018. Tra le due forze, M5s e Pd, l’opposizione era totale. Nel 2019 si sono messi insieme senza uno straccio di riflessione. Ora cercano di creare le condizioni per fare un’alleanza, ma ciò implica che il M5S cambi pelle. Cosa dovrà diventare? Una specie di partito di estrema sinistra, disposto ad allearsi con il partito della sinistra di governo. Non è una peculiarità italiana: mi viene in mente l’esempio di Podemos in Spagna, che ha una consistenza non molto lontana dai 5 Stelle e governa con i socialisti. Ora l’obiettivo di M5S e Pd è dare una base politica all’alleanza. Una prima indicazione verrà dalle elezioni regionali prossime venture. Poi c’è il dato strategico: l’Italia attraversa la più grave crisi dal dopoguerra. Sembra che M5S e Pd vogliano farcelo dimenticare, ma non è possibile nascondere a lungo la polvere sotto il tappeto. Dove sta la questione? Avere una strategia vuol dire capire cosa fare, davanti a un cumulo di problemi enormi. Il Pil registra una caduta dell’11-12%, il debito pubblico lieviterà al 180% del Pil. Intorno a noi la situazione internazionale diventa sempre più complessa e difficile, dalla Libia al Libano, dal Mediterraneo orientale ai rapporti con la Cina.Siamo al centro di una grande area di crisi e non abbiamo una linea di difesa degli interessi nazionali. A settembre, quando riprenderà la vita politica, questi nodi faranno tutt’uno con l’emergenza economica. Affrontare problemi di tale gravità con un’alleanza che non è un’alleanza è veramente un azzardo. In questo patto per sopravvivere: qual è l’elemento più debole, M5s o il Pd? Finora i sacrifici principali li ha fatti il Pd, perché per tenere insieme l’alleanza di governo ha dimenticato la propria storia. È nato come partito a vocazione maggioritaria, adesso vuole il proporzionale e non riesce a ottenerlo. Aveva una vocazione produttivista e vi ha rinunciato. Ha sempre difeso la centralità del Parlamento, dai tempi del Pci a quelli di Berlusconi, e adesso vota il taglio dei parlamentari sulla base di motivazioni anti-casta. Sarà il Pd a diventare grillino? Ci sono fattori strutturali, a impedirlo. Il Pd è un partito organizzato ed è il riferimento primario di forti interessi internazionali. La cosa più rilevante che ha fatto questo governo è stata quella di presentarsi con il cappello in mano in Europa per chiedere più soldi possibili. Li ha ottenuti, peraltro a debito.Ma adesso l’establishment europeo, che secondo me è stato l’artefice vero della nascita del governo Conte 2, è molto preoccupato: perché vede che in Italia c’è un gran pullulare di spese che fanno salire il debito. I bonus non aiutano l’economia, e la cassa integrazione non può durare in eterno. È evidente che, in vista dei passaggi gravi e difficili dell’autunno 2020 e di tutto il 2021, fino all’elezione del presidente della Repubblica, va costruita una guida più salda. Altrimenti l’Italia creerà problemi a tutti. Vuol dire mandare a casa Conte? In Europa viene vista con favore ogni operazione che possa favorire un consolidamento politico, e il rafforzamento – sulla carta – dell’alleanza M5S-Pd è considerato un fatto positivo. Dopodiché, che questa maggioranza continui a essere guidata da Conte o che i due partner preferiscano un altro assetto, è una cosa che decideranno le circostanze. Dunque Conte è sacrificabile. È quasi una legge fisica: più sono deboli i partiti che lo sostengono, più si rafforza il premier in apparenza non politico. Più i partiti si rafforzano, meno determinante diventa il leader non politico. Che cosa potrebbe guastare l’ordito di questo quadro? Alla fine ciò che decide è la gravità della crisi economica.(Antonio Pilati, dichiarazioni rilasciate a Federico Ferraù per l’intervista “Zingaretti-Di Maio, messaggio all’Ue per sacrificare Conte”, pubblicata sul “Sussidiario” il 16 agosto 2020. Saggista, già commissario dell’Agcom, Pilati è stato presidente della Fondazione Rosselli).Questo governo è nato l’anno scorso con l’unica motivazione di bloccare Salvini. Non ha mai avuto un progetto, ma soltanto uno scopo negativo. Anche per questo, dopo un anno di vita, ha prodotto risultati disastrosi. In più ha creato un piedistallo a Conte. Il capo del governo si è imposto su Di Maio e Zingaretti perché dalla mancanza di una visione politica dei partiti di maggioranza ha ricavato un grande spazio di manovra, che la pandemia di Covid-19 ha aumentato. Per “risultati disastrosi” mi riferisco all’incapacità del governo in materia economica, che è davanti a tutti. Il punto è che questi risultati così carenti non interessano né al Pd né ai 5 Stelle. Li infastidisce piuttosto il fatto che Conte sia diventato il dominus della maggioranza. Da qui il “patto di ferragosto” tra Pd e 5 Stelle, che va visto come il tentativo da parte di M5S e Pd di superare la loro debolezza, tentando di stipulare alleanze locali. Diventeranno un solo partito? Impossibile dirlo, adesso: pur essendo da un anno insieme al governo, non hanno elaborato una visione. Essenzialmente per un motivo: il M5S è nato come forza di contestazione della “casta”; ma la casta, intesa come principale forza di governo, è sempre stata il Pd.
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Carpeoro: il Governo della Paura è stato salvato dal Covid
Era tutto previsto, le cose stanno andando esattamente come avevamo preventivato. Per cui, prepariamoci a momenti difficili. Può darsi che, se aumentano nuovamente i contagi, forse il governo riuscirà a tenere più sotto controllo l’ordine pubblico, perché altrimenti le proteste per i problemi economici esploderebbero al 100%. Se invece la gente ha paura di morire, magari perché gli si mette addosso una paura matta di morire, forse sta più tranquilla. Gli stessi media paventano il rischio di nuove chiusure. Ormai i problemi sono così gravi, e il buco è così profondo, che al potere fa gioco. Da un lato molta gente è stanca, di questi inganni; ma se c’è la paura, prevale quella. Stanno anche cercando di veicolare il messaggio secondo cui adesso i colpiti sono i giovani, non i vecchi, e questo è molto esemplificativo (penso ovviamente alle ripercussioni sulla scuola). Purtroppo, questo governo ha scoperto che, grazie alla paura, può sopravvivere senza limiti. La tendenza peraltro riguarda anche i governi di altri paesi, perché – comunque – un problema sanitario c’è; ma trovo che in nessun’altra parte del mondo venga cavalcato nel modo in cui viene cavalcato in Italia. Sui giornali i giovani vengono incolpati per atti normalissimi, come il fatto di organizzare delle cene? E’ il linguaggio che ha scelto il potere, perché gli è funzionale; e quindi, tutti i servi del potere si allineano.La proroga dello stato d’emergenza? Il problema non si pone: se non ci fosse stata l’emergenza, tutto sarebbe stato illegale fin dal principio. Bisogna capire se c’era davvero l’emergenza, all’inizio, e come questa emergenza è stata interpretata. Io potrei anche riconoscere che ci fosse un’emergenza; il problema è la sua declinazione. E’ emerso che il Comitato Tecnico-Scientifico aveva suggerito di non imporre il lockdown nazionale, ma di chiudere solo alcune Regioni? Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. Cosa si muove, a livello di sovragestione? Niente, perché le sovragestioni sono strumenti di conservazione. La sovrastruttura sfrutta le occasioni che le si presentano; ma se c’è una caratteristica che non ha mai avuto, è la propensione alla progettazione. E’ uno strumento opportunistico: man mano che si presentano le possibilità, le sfrutta. Il nostro governo è stato “salvato” dal coronavirus, come anche tutti i governi pericolanti degli altri paesi. Autoritarismo? Penso anche alle dittature vere e proprie, dalla Turchia alla Bielorussia: mi delude il fatto che la gente ormai accetti sempre più passivamente la dittatura. Penso anche alla Cina, alla stessa Ungheria: c’è una tolleranza diffusa, da parte dei popoli, nei confronti di questi sistemi.E che dire di Zingaretti, che impone nel Lazio il vaccino antinfluenzale? Il vaccino antinfluenzale rappresenta forse la pagina più vergognosa della storia dei vaccini, in Italia. Chi un po’ conosce i dati medici, sa che non esiste niente di più inutile del vaccino antinfluenzale (e non voglio definirlo dannoso, perché non ho le competenze per affermarlo: so però che è sicuramente inutile). Se avessero individuato un prodotto erboristico a base di acido acetico, come raccomandava Paracelso, avrebbero fatto scoperte simpatiche. Invece domina Big Pharma, che punta ovviamente al suo business? Certo, ma la colpa è anche nostra; l’Italia ha il record mondiale della vendita di medicinali da banco: al primo mal di testa corriamo in farmacia per riempirci di cachet, alcuni dei quali dannosissimi. Mario Monti alla guida della commissione Oms per ridisegnare la sanità in Europa? E’ come fare Dracula presidente dell’Avis. Sotto il suo governo, la sanità subì tagli devastanti. Monti scalpitava per tornare in pista, anche perché il suo nome deve comunque girare, dato che si candiderà per la presidenza della Repubblica, e quindi aveva bisogno di rispolverare l’argenteria.(Gianfranco Carpeoro, dichiarazioni rilasciate a Fabio Frabetti nella diretta web-streaming su YouTube “Carpeoro Racconta” del 15 agosto 2020).Era tutto previsto, le cose stanno andando esattamente come avevamo preventivato. Per cui, prepariamoci a momenti difficili. Può darsi che, se aumentano nuovamente i contagi, forse il governo riuscirà a tenere più sotto controllo l’ordine pubblico, perché altrimenti le proteste per i problemi economici esploderebbero al 100%. Se invece la gente ha paura di morire, magari perché gli si mette addosso una paura matta di morire, forse sta più tranquilla. Gli stessi media paventano il rischio di nuove chiusure. Ormai i problemi sono così gravi, e il buco è così profondo, che al potere fa gioco. Da un lato molta gente è stanca, di questi inganni; ma se c’è la paura, prevale quella. Stanno anche cercando di veicolare il messaggio secondo cui adesso i colpiti sono i giovani, non i vecchi, e questo è molto esemplificativo (penso ovviamente alle ripercussioni sulla scuola). Purtroppo, questo governo ha scoperto che, grazie alla paura, può sopravvivere senza limiti. La tendenza peraltro riguarda anche i governi di altri paesi, perché – comunque – un problema sanitario c’è; ma trovo che in nessun’altra parte del mondo venga cavalcato nel modo in cui viene cavalcato in Italia. Sui giornali i giovani vengono incolpati per atti normalissimi, come il fatto di organizzare delle cene? E’ il linguaggio che ha scelto il potere, perché gli è funzionale; e quindi, tutti i servi del potere si allineano.
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Il generale Mini: Covid, guerra civile nel New World Order
Le guerre del futuro saranno collocate in un Nuovo Ordine Mondiale, anche se le guerre sono sostanzialmente sempre le stesse dal 500 avanti Cristo, da quando Sun Tzu delineò “L’arte della guerra” e fino allo scoppio della bomba nucleare. L’approccio ai conflitti del futuro, però, sarà molto diverso e nebuloso per i decisori pubblici: saremo tutti soldati di queste nuove guerre, ma bisogna stabilire con quali mezzi. La guerra globale si combatterà sia per un Ordine Mondiale che per il profitto. Inoltre, si scontreranno attori statali e non. Questi due gruppi possono agire anche contemporaneamente, sovrapponendosi o confondendosi. Esistono false guerre scatenate al solo scopo di accedere alle risorse, che si concretizzano attraverso il terrorismo e la guerra civile (come in Libia, Siria e Iraq). In questi casi ci si rende conto che, senza interessi interni ed esterni, gli scontri non si sarebbero mai verificati. Ci sono anche delle false guerre giustificate da motivi umanitari: ma cosa c’è di umanitario in una guerra che provoca 300.000 morti? E’ sempre esistita una guerra per le risorse, in senso generale, ma oggi non la si fa solo per accaparrarsi quelle tradizionali.La guerra è volta anche ad appropriarsi dei beni comuni: i cosiddetti “global commons” come gli oceani, i fondali sottomarini, l’Artide, l’Antartide, l’atmosfera, lo spazio esterno, il cyberspazio. Tutto è circondato da una grande ipocrisia, che colloca qualsiasi episodio in una sorta di zona grigia, dove tutto si confonde. Ci sono guerre ambigue, in cui non si sa chi è il vincitore, e guerre ibride dove convergono anche una serie di fattori tradizionali. Il potere militare è aumentato a dismisura, con crescenti investimenti economici, che in questo periodo di pandemia sono bloccati. Il Deep State? E’ quella parte dell’establishment che cerca di conservare l’equilibrio precedente e la gerarchia, in un contesto in cui tutti gli Stati sono in profonda competizione tra loro. Una possibile guerra sarà quella combattuta dalla “generazione zero”, cioè quella dei giovani nati tra il 2002 e il 2022: toccherà a loro avviare o evitare il conflitto nucleare. Al momento non ci sono le condizioni, perché chi possiede l’ordigno può attivarlo, ma certamente non sarà in grado di resistere alle reazioni che si verificheranno.Le guerre, oggi, sono diffuse e vengono considerate piccole, da chi le vede dall’esterno, mentre sono immense per chi è costretto a viverle in prima persona. Ma, tra un decennio, il campo di battaglia cambierà. Tra il 2030 e il 2050 ci saranno guerre nel cyberspazio, con super-soldati e piattaforme a controllo autonomo, guidate dall’intelligenza artificiale. In quel contesto, saranno impiegati nei combattimenti meno uomini; ma questo, paradossalmente, comporterà anche meno riguardi verso la vita umana. Per questo nuovo tipo di guerra, non a caso, è in corso la realizzazione di progetti di sopravvivenza. Penso anche al Super-Robot ed effetto sciame, che si basa sulle tre leggi della robotica di Isaac Asimov, coniate intorno agli anni ’50: la prima è quella di non recare danno agli umani; la seconda è che il robot deve obbedire agli ordini impartiti dall’uomo; la terza è che il robot deve pensare alla propria sopravvivenza, purché non sia in contrasto con le altre due leggi precedenti. Nel suo “Discorso sulla servitù volontaria, Étienne de La Boétie dice: «Il padrone usa, per distruggerci, i mezzi che noi stessi gli forniamo».Nella guerra globale emergono due concetti importanti, che possono essere accumunati all’attuale periodo del Covid-19: il primo è che questo virus può essere considerato come un livellatore sociale, che incide sulla sovrappopolazione del pianeta; il secondo è che può paragonarsi a una guerra di distruzione di massa, in cui le cose sembrano apparentemente più chiare, ma allontanano dalla comprensione della realtà. I morti ci saranno, ma le conseguenza economiche e sociali saranno ancora peggiori. Pandemia e guerra? Quella del Covid-19 è un’epidemia davvero strana, che non si sa da dove arrivi e che è risultata imprevedibile, sebbene fosse stata ipotizzata anche dall’intelligence statunitense. Più propriamente, potrebbe trattarsi di una guerra civile: e lo si può notare dai comportamenti della società, dove le persone sono viste come potenziali untori e quindi da abbattere. In condizioni di emergenza, tra l’altro, all’interno degli ospedali sembra che si sia dovuto decidere chi salvare e chi no.Si dovrà considerare e paragonare quello che viene chiesto ai virologi e quello che si vuole sapere dall’intelligence. Ovvero, le informazioni che servono per legittimare le scelte politiche, aspetto importante per comprendere quanto sta accadendo. Di sicuro è che attualmente la cura al virus non è stata ancora trovata. Le guerre biologiche mettono a nudo le vulnerabilità dell’intero sistema sociale perché, quando si ammalano gli anziani, si registra l’inadeguatezza dell’organizzazione. Quando qualcuno parla di eutanasia praticata alle persone anziane, questa non è altro che la conseguenza della cattiva organizzazione dei sistemi sanitari, che sono strutturati in base a logiche privatistiche, in funzione degli utili e non dei bisogni della collettività. Alla Conferenza di Yalta – con Roosevelt, Churchill e Stalin – si disegnarono i destini del mondo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Oggi, il Nuovo Ordine Mondiale è nelle mani di Trump, Putin e Xi Jinping, con tarature differenti rispetto agli statisti del 1945, ma che certamente definiranno l’ordine che impatterà sul futuro dell’umanità, con esiti totalmente imprevedibili.(Fabio Mini, dichiarazioni rilasciate l’11 maggio 2020 in video-conferenza al “Master in Intelligence” dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri; testo riassunto da “Kong News” e ripreso da “Mitt Dolcino”. Generale di corpo d’armata, Mini è stato capo di Stato maggiore del comando Nato per il Sud Europa, e dal gennaio 2001 ha guidato il comando interforze delle operazioni nei Balcani. Dall’ottobre 2002 all’ottobre 2003 è stato comandante delle operazioni di pace a guida Nato, nello scenario di guerra in Kosovo, nell’ambito della missione Kfor. Analista geopolitico, saggista ed esperto di strategia militare, scrive per “Limes”, “Repubblica”, “L’Espresso” e “Il Fatto Quotidiano”).Le guerre del futuro saranno collocate in un Nuovo Ordine Mondiale, anche se le guerre sono sostanzialmente sempre le stesse dal 500 avanti Cristo, da quando Sun Tzu delineò “L’arte della guerra” e fino allo scoppio della bomba nucleare. L’approccio ai conflitti del futuro, però, sarà molto diverso e nebuloso per i decisori pubblici: saremo tutti soldati di queste nuove guerre, ma bisogna stabilire con quali mezzi. La guerra globale si combatterà sia per un Ordine Mondiale che per il profitto. Inoltre, si scontreranno attori statali e non. Questi due gruppi possono agire anche contemporaneamente, sovrapponendosi o confondendosi. Esistono false guerre scatenate al solo scopo di accedere alle risorse, che si concretizzano attraverso il terrorismo e la guerra civile (come in Libia, Siria e Iraq). In questi casi ci si rende conto che, senza interessi interni ed esterni, gli scontri non si sarebbero mai verificati. Ci sono anche delle false guerre giustificate da motivi umanitari: ma cosa c’è di umanitario in una guerra che provoca 300.000 morti? E’ sempre esistita una guerra per le risorse, in senso generale, ma oggi non la si fa solo per accaparrarsi quelle tradizionali.
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Conte, dittatore a sorteggio: cabaret, nel paese in rovina
In effetti aveva ragione lui, Giuseppe Conte. Passerà alla storia. L’Italia sarà un caso da studiare, unico, speciale, da manuale. Abbiamo inventato un modello senza precedenti: un regime monocratico, para-dispotico, semi-dittatoriale, in cui l’uomo solo al comando, l’autocrate, non è un dittatore venuto da un golpe militare, non è il capo di un partito o un movimento che conquista il potere, non è un duce salito su dal popolo che marcia sulla capitale e dispone di un consenso popolare e una milizia agguerrita, non è il discendente di una dinastia che decide di incoronarsi monarca assoluto, non è un tecnocrate andato al potere come Massimo Esperto che poi sospende la democrazia per governare coi pieni poteri e non è nemmeno il viceré, il proconsole, il governatore insediato da una potenza straniera alla guida di un paese colonizzato. Ma è un signore chiamato in fretta e furia a Palazzo Chigi per sostituirne un altro che non piaceva a Mattarella e all’Establishment, uno rimediato sull’agendina del capetto di un partito. Così venne sorteggiato un professoricchio di terza fila dal curriculum taroccato, un avvocaticchio subappenninico mai notato nella vita della repubblica, uno che non è mai passato dalle urne, da governi dei tecnici, da commissioni di garanti, da riconoscimenti, da selezioni di miss Italia.Uno arrivato lì per caso, un paio d’anni fa, con una borsa da travet, e insediatosi prima semplicemente come mimo e figurante, prestanome di un’alleanza. E poi giusto un anno fa, con una giravolta che fa impallidire tutti i traditori della storia, insediatosi come Ponte Girevole, come Zelig, come Buono per Tutte le Stagioni. E infine assurto al ruolo di Autocrate grazie a un virus che ha colpito il mondo. Fu allora che approfittando della disgrazia, aggirando il parere dei comitati tecnico-scientifici, snobbando il Parlamento, facendo slalom tra i poteri, giocando di sponda tra due intronati capi-delegazione del governo, più un furbetto giocoliere fiorentino che voleva stupire coi suoi poteri speciali seppur malefici, fu allora, dicevo, che il Passante di Daunia, variante umana del passante di Mestre, si insinuò, si insediò, s’impose. Eccolo, lo Zar Vanesio di tutte le Italie, assistito solo dal suo gran ciambellano cubalibre RoccoCasalino; cominciò a sparare decreti a raffica, istruzioni per l’uso della vita pubblica e privata, soldati e forze armate per le strade d’Italia al fine di arrestare il virus, che si rendeva inafferrabile; ordinò sequestri di intere nazioni in casa, rivolse messaggi diretti alla nazione tutta, appelli da Comandante Unico della Nave Italia a tutti i passeggeri, sparò promesse fantasmagoriche assolutamente prive di fondamento di soldi, benefici, godurie varie, più una selva di autoincoronamenti, autoincensamenti, autoacclamazioni.Da ultimo piegò persino i servizi segreti alla sacra corona dauna, cioè a se stesso. Tutto questo nel mutismo istituzionale di Mattarella, nel balbettamento fesso dei suoi alleati, nella disattenzione dell’Europa, mentre il suo governo dava spettacolo di cabaret dell’assurdo coi suoi ministri tirabusciò e sottosegretari da cancan che mostravano le giarrettiere della loro estrosa ignoranza a scuola, in tribunale, in storia e geografia, in lavoro ed economia, e in ogni altro settore. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo una Dittatura per Caso, dove il premier ha vinto la presidenza a tombola e poi si è impossessato del tombolone; un presidenzialismo senza voto, col gratta e vinci, un potere nato dall’allineamento di tre testicoli alle slot machine. E la beffa aggiuntiva è che il livello della classe politica è così basso, a cominciare dai suoi alleati e protettori istituzionali, che il sorteggiato, il coniglio dauno uscito dal cilindro di Mattarella, fa la sua figura, sembra perfino più serio e affidabile dei politici, arraffa consensi, si mette i partner nel taschino, appare se non brillante almeno in brillantina, impomatato e fiabesco come un Mago Zurlì delle Istituzioni.Ma intanto può spacciarsi per un Taumaturgo in quanto è attorniato da ministri che possono concorrere solo allo Zecchino d’oro. Io ci scherzo perché è agosto, perché ho voglia di essere leggero e vacanziero, perché non ho voglia di occuparmi di questo miserabile teatrino chiamato politica, perché non saprei come e con chi esercitare la lettura “politologica” e attraverso quali categorie della politica. Sono saltati tutti i parametri e ogni residua decenza. Ma il paese rispecchia il premier per caso, l’autocrate vinto con la schedina. Siamo in un paese in cui laqualunque può ereditare venti milioni di euro in un colpo solo, una megacasa milionaria, un appannaggio di un milione all’anno (pari a cento appannaggi di olgettine), affittarsi uno yatch da sessantamila euro a settimana per scorrazzare lei e la sua fidanzata. E così sputare in faccia alla miseria degli italiani. Tutta questa fortuna non perché imprenditrice, inventrice, scienziata, e nemmeno attrice, cantante, indossatrice, femme fatale o almeno mamma dei figli di un nababbo, moglie di un sultano, amante-prostituta di gran lusso (Pascà, pigghia a scopa e scop i’ scaal! Direbbero a Napoli).Non mi interessa polemizzare col lesbo-animalismo della suddetta, sindacare sui suoi gusti sessuali o insinuare che chi la paga tanto vuole che tenga la bocca cucita. Ma no, fatti loro. È che non riesco a sopportare che milioni di persone debbano vivere nel momento peggiore della loro vita, tra incertezza sul lavoro, sulla casa, sulla famiglia, e nessuno abbia nulla da obiettare, da criticare “fortune” di questo tipo e vetrine annesse. E se lo fai, è moralismo o invidia… Ma non vi un po’ schifo tutto questo? Ma quando in un paese uno per caso diventa dittatore, una per casa diventa milionaria, una comitiva di scappati di casa si fa chiamare governo, poi capite dove va a finire un paese, la sua fiducia nel futuro, negli altri, in se stesso… E che scala di priorità, di valori, di stimoli può coltivare un ragazzo che vive nell’era casalina. Benvenuti nell’Italia per caso, dove tutto va a caso di cane.(Marcello Veneziani, “La dittatura a sorteggio, il paese a caso”, da “La Verità” del 9 agosto 2020).In effetti aveva ragione lui, Giuseppe Conte. Passerà alla storia. L’Italia sarà un caso da studiare, unico, speciale, da manuale. Abbiamo inventato un modello senza precedenti: un regime monocratico, para-dispotico, semi-dittatoriale, in cui l’uomo solo al comando, l’autocrate, non è un dittatore venuto da un golpe militare, non è il capo di un partito o un movimento che conquista il potere, non è un duce salito su dal popolo che marcia sulla capitale e dispone di un consenso popolare e una milizia agguerrita, non è il discendente di una dinastia che decide di incoronarsi monarca assoluto, non è un tecnocrate andato al potere come Massimo Esperto che poi sospende la democrazia per governare coi pieni poteri e non è nemmeno il viceré, il proconsole, il governatore insediato da una potenza straniera alla guida di un paese colonizzato. Ma è un signore chiamato in fretta e furia a Palazzo Chigi per sostituirne un altro che non piaceva a Mattarella e all’Establishment, uno rimediato sull’agendina del capetto di un partito. Così venne sorteggiato un professoricchio di terza fila dal curriculum taroccato, un avvocaticchio subappenninico mai notato nella vita della repubblica, uno che non è mai passato dalle urne, da governi dei tecnici, da commissioni di garanti, da riconoscimenti, da selezioni di miss Italia.
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Il terrorismo Covid è un’iniziazione inconscia per l’umanità
Il canale video “Truthstream” ha recentemente pubblicato un interessante video che spiega come la crisi del coronavirus e il modo in cui le autorità la affrontano, hanno tutte le caratteristiche di un iniziazione rituale. Nel 2018 i creatori di Truthstream Media avevano già pubblicato un video che mostrava come la società di oggi stia passando attraverso un’iniziazione inconscia (”Does Society Realize It Is Being Initiated?”). Nei video vennero discussi alcuni fatti particolari, che in questo scritto cercherò di sintetizzare. Quando si sente parlare di iniziazione rituale, si pensa generalmente a delle società segrete come la massoneria. Spesso non ci si rende conto che il simbolismo occulto di tali società lo si può trovare in tanti ambiti della società. Per esempio, la piramide e “l’occhio onniveggente” si trovano sulla banconota da un dollaro, nel grande sigillo degli Stati Uniti e sull’edificio della Corte Suprema in Israele. L’architettura del Campidoglio americano mostra ciò che realmente è, un tempio. Anche il suo interno, con i suoi oggetti d’arte e i murales, è una vetrina di simbolismo occulto. Le cerimonie pubbliche sono spesso intervallate da atti simbolici. La cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici 2012 a Londra è stata un macabro spettacolo, con un tema notevole, un’epidemia da virus.
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Sfregio all’Italia: l’Oms chiede a Monti di riformare la sanità
«Ora sì, che può partire un completo, sicuro e definitivo “stai sereno!”, di renziana memoria. E ci aggiungerei un bell’“andrà tutto bene”: così, giusto per non farsi mancare nulla». In altre parole, siamo fritti: perché sul nostro futuro torna a incombere il peggiore dei fantasmi, quello di Mario Monti. Non bastavano «task-force, comitati tecnico-scientifici e Dpcm in stile imperiale, ad abrogare intere parti fondamentali della nostra Costituzione e dei diritti fondamentali di ognuno di noi», atti d’imperio basati proprio su verbali «stranamente posti sotto segreto di Stato». Pensavamo di aver toccato il fondo? Errore, scrive Marco Ludovico: «Ora infatti si inizia a ballare sul serio, dopo le prove tecniche e gli esperimenti sociali effettuati per tutta la prima metà di questo sciagurato anno di sventura». E’ infatti in arrivo una super-commissione «presieduta dall’esimio Mario Monti, direttamente nominata e istituita proprio da quell’Oms che così tanto bene ha fatto, in questa emergenza, da procurare una decisione senza precedenti, come quella dello stop ai finanziamenti da parte degli Usa, lasciando quindi come suo principale finanziatore non un altro Stato, ma quello che era il suo secondo finanziatore principale, ovvero l’altrettanto esimio Bill Gates».Ora, scrive Ludovico sul blog del “Movimento Roosevelt”, già il solo fatto che una organizzazione mondiale così potente come l’Oms possa avere fra i suoi primi finanziatori non gli Stati che vi aderiscono, ma un singolo soggetto privato, dovrebbe far tremare i polsi. «Se ci aggiungiamo che ora direttamente l’Oms istituisce questa super-commissione, citata come “paneuropea”, e che per giunta questa sarà presieduta da una vecchia ma purtroppo non tramontata conoscenza come Mario Monti, cosa ci potremmo mai aspettare? Nulla di buono – continua Ludovico – soprattutto se all’analisi di chi la compone e presiede aggiungiamo l’analisi degli scopi e degli obiettivi». Il primo: “Ripensare i sistemi sanitari di tutta Europa”, nientemeno. «Ovviamente, dopo il grande successo che gli interventi del professor Monti hanno avuto sul nostro sistema sanitario nazionale in un solo anno di governo, come non pensare a lui addirittura per tutta l’Europa?». E’ cronaca: lo scorso marzo, in piena emergenza Covid, tutti i medici ospedalieri italiani (e tutti i loro pazienti) hanno “ringraziato” Monti per i suoi famosi tagli alla sanità, non meno di 30 miliardi, che si calcola abbiano messo in croce le terapie intensive e fatto mancare migliaia di posti letto.Altro obiettivo della super-commissione montiana: “Ripensare tutto il sistema economico per una crescita sostenibile”. Protesta Ludovico: com’è possibile affidare un simile compito a un personaggio che, sempre in un solo anno, è riuscito a far registrare la peggior serie di trimestri nella storia, in termini di crescita del Pil, riuscendo anche a far letteralmente esplodere il debito pubblico? Corollario: Monti fece scempio dei diritti sociali che ormai sembravano inalienabili e scontati. «Se poi ci aggiungiamo anche quella parolina, ormai tanto di moda, “sostenibile” – scrive Marco Ludovico – allora ogni speranza di benessere per la collettività può tranquillamente essere abbandonata», a meno che non si ami la visione malthusiana dell’economia in un mondo che andrebbe “sfoltito”, riducendone la popolazione, «e anche qui, guarda caso, le coincidenze fra attori, idee e progetti è spaventosamente coincidente». L’Oms assicura che tutte le scelte dovranno avere la salute come priorità? Su questo non c’è molto da aggiungere, dice Ludovico, visto che abbiamo appena sperimentato «cosa intendono, “certe persone” e certe istituzioni, con questo termine». Un obiettivo «molto nobile nelle premesse, ma deleterio nella sua declinazione pratica, che nulla ha avuto a che vedere né con la salute né tantomeno con il benessere collettivo».Ciliegina sulla torta, il famoso Mes che tanto ci ha appassionato: siamo passati dal “non lo chiederemo mai” al “ma sì, quasi quasi conviene”, se è senza condizioni (solo che poi abbiamo scoperto che le condizioni le aveva, eccome, aggiunge Ludovico). Dunque: il Mes per che cosa obbligava a spenderli, i soldi eventualmente chiesti in prestito? Per le spese sanitarie legate all’emergenza Covid. E chi è, adesso, a decidere come si spendono i soldi in ambito sanitario per l’emergenza virus? Davvero lui, il sepolcrale Mario Monti? Il massone ultra-reazionario, il tecnocrate bocciato dagli italiani e ora recuperato dalla micidiale, mefitica Oms? «Sicuramente, è tutto solo un simpatico equivoco frutto di coincidenze del destino», conclude Marco Ludovico, sarcastico. «Ma io – aggiunge – sono sempre rimasto fedele a quanto sostenuto da Andreotti: a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si prende. E ultimamente, purtroppo, il fatto che non ci sia nemmeno più il pudore di cercare di nascondere o velare certe azioni e decisioni, rende questa facoltà di azzeccarci preoccupantemente alta». E’ l’agenzia “AdnKrons” a confermare la notizia: tutto vero, l’Oms vuole proprio Monti a capo della task-force europea per ridisegnare la sanità. Ennesimo sfregio all’Italia: siamo la vittima principale, in Europa, di chi ha trasformato il coronavirus in una specie di inferno.«Ora sì, che può partire un completo, sicuro e definitivo “stai sereno!”, di renziana memoria. E ci aggiungerei un bell’“andrà tutto bene”: così, giusto per non farsi mancare nulla». In altre parole, siamo fritti: perché sul nostro futuro torna a incombere il peggiore dei fantasmi, quello di Mario Monti. Non bastavano «task-force, comitati tecnico-scientifici e Dpcm in stile imperiale, ad abrogare intere parti fondamentali della nostra Costituzione e dei diritti fondamentali di ognuno di noi», atti d’imperio basati proprio su verbali «stranamente posti sotto segreto di Stato». Pensavamo di aver toccato il fondo? Errore, scrive Marco Ludovico: «Ora infatti si inizia a ballare sul serio, dopo le prove tecniche e gli esperimenti sociali effettuati per tutta la prima metà di questo sciagurato anno di sventura». E’ infatti in arrivo una super-commissione «presieduta dall’esimio Mario Monti, direttamente nominata e istituita proprio da quell’Oms che così tanto bene ha fatto, in questa emergenza, da procurare una decisione senza precedenti, come quella dello stop ai finanziamenti da parte degli Usa, lasciando quindi come suo principale finanziatore non un altro Stato, ma quello che era il suo secondo finanziatore principale, ovvero l’altrettanto esimio Bill Gates».
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Il virus perfetto: stop all’economia, per salvare la finanza
In uno sforzo puramente teorico, nel cercare di dare un senso a quello che è accaduto e quello che sta accadendo, possiamo cercare di unire alcuni punti per arrivare ad avere un immagine e di concludere un ragionamento credibile. Ricostruiamo sommariamente le tappe. 2008 – Crisi dei mutui subprime: un eccesso di debito causa il collasso del sistema finanziario. Il problema non viene risolto, anzi, si decide di affrontarlo con nuovo debito in misura monumentale, rimandando le conseguenze e amplificandone la pericolosità. Seguono dieci anni di tassi a zero e crescita del debito incontrollata che non riescono a dare impulso all’economia. I tassi a zero e le emissioni monetarie finiscono nella finanza iper-speculativa. Chiunque si può indebitare per comprare azioni e scommettere nel mondo dei derivati. La bolla si gonfia in modo preoccupante. Settembre 2019 – La cuccagna sembra finire da un momento all’altro: la Banca Regolamenti Internazionali lancia l’allarme: qui scoppia tutto. Il 18 ottobre 2019 a New York andava in scena l’Event 201. I big del mondo si riuniscono per una simulazione che nel giro di poche settimane sarebbe diventata reale: le prove generali di un’epidemia di un nuovo coronavirus zoonotico trasmesso dai pipistrelli ai maiali alle persone.Il 20 gennaio 2020, gli stessi vertici delle nazioni e dei maggiori centri di potere si riuniscono nuovamente a Davos e, molto probabilmente, i capi di Stato e tutti i media ricevono il protocollo di azione su come comportarsi, tutti insieme, per le misure che tutti noi abbiamo dovuto subire, nostro malgrado. Fase finale: i militari vengono dispiegati sui territori, le libertà individuali vengono praticamente azzerate. L’economia viene congelata e le banche centrali, all’unisono, con la Federal Reserve in capofila, iniziano la creazione monetaria più insensata della storia del mondo, iniettando liquidità creata dal nulla direttamente nei conti reciproci con le banche commerciali, nelle grandi corporation, nei gestori dei fondi e anche direttamente al Tesoro, continuando a comprare titoli di Stato. Nel pieno della crisi economica dovuta alle misure adottate per il Covid, viene scatenata anche una guerra civile interna agli Stati Uniti sfruttando e fomentando l’odio razziale. Nel caos generalizzato, con gli Stati Uniti non più uniti, ma divisi come non mai, la Cina sembra uscire trionfante; e questo fa veramente presagire un disegno della fine di un’epoca, quella americana, e l’inizio di un nuovo mondo dominato dalla Cina.A questo punto abbiamo possiamo dire di avere quindi un disegno molto verosimile, che inizia con un problema economico globale estremamente drammatico che bisogna affrontare in modo urgente e concertato. Il mondo globalizzato si riunisce e si accorda su come gestire questa situazione. Cercherò adesso di dare un senso alle misure adottate, piene di contraddizioni, che risultano incomprensibili a tante persone di buon senso che hanno cercato di ragionare sul perché di misure così drastiche e spesso anche addirittura folli e scellerate. Per capire bene l’importanza che ha il mondo finanziario sul mondo reale, bisognerebbe avere un’educazione almeno basilare di come funzionano le banche, il denaro, i commerci, i mercati valutari, le compensazioni tra banche, mercati e nazioni, gli arbitraggi e il sistema bancario ombra, con la realtà intricatissima del mondo dei derivati e dei derivati Otc. Comunque, già aver visto e capito il film “Una Poltrona per Due” dà un’dea di come funzioni il sistema. In modo molto semplice, bisogna sapere che il mondo è tutto collegato. Non c’è niente che possa avvenire in una parte del mondo senza avere ripercussioni da un’altra parte.Quando si creano degli squilibri, bisogna intervenire per aggiustarli. Quando gli squilibri sono talmente giganteschi da compromettere l’esistenza stessa del mondo economico che conosciamo, allora le misure da adottare assumeranno una dimensione proporzionale al problema. Come abbiamo visto al punto 3, nel settembre 2019 stava per esplodere l’intero sistema economico. La Banca Regolamenti Internazionali ha lanciato l’allarme, e i paesi del mondo – tutti avviluppati l’un l’altro in un abbraccio economico controparte – hanno accettato, tutti insieme, di adottare le misure prescritte. La prescrizione è molto semplice: bisogna congelare l’economia. Perché bisogna congelare l’economia? Adesso ve lo spiego. È molto semplice. In un mondo super-indebitato, dove i debiti sorreggono le scommesse nel mondo finanziario, dove le scommesse si basano sul fatto che i tassi siano vicini o pari a zero, non si può far sì che i tassi d’interesse possano salire. Se i tassi salgono, diminuisce il valore del nominale dato a garanzia e si innesca la reazione a catena delle “margin call”. Questo evento sarebbe cataclismico per le banche, gli hedge fund, i fondi pensione e tutto il mercato dei titoli di Stato.Per disinnescare la reazione a catena, l’unico sistema possibile è quello di iniettarci dentro la tutta la liquidità necessaria. In un mondo in cui la gente fa fatica ad arrivare a fine mese, è difficile giustificare la semplicità con cui una banca centrale digita dei bit sul pc e crea soldi in modo illimitato. Se la gente capisse questa cosa direbbe: se è così facile, perché non dà i soldi direttamente a noi? Questo modo di ragionare mette in luce la grande ingenuità delle persone. La gente crede che le decisioni dei potenti vangano prese per il bene delle persone, mentre quella è l’ultima delle loro preoccupazioni. Le decisioni vengono prese per conservare la solidità della piramide di potere. Il potere, avendo tutti bisogno di soldi per sopravvivere, è ben saldo nelle mani di chi detiene il monopolio del creare i soldi, ovvero le banche, che sono un cartello. Lo slogan “andrà tutto bene”, messo sulla bocca dei fessi in tutto il mondo, voleva dire: andrà bene a noi, non a voi, poveri imbecilli! L’economia è stata quindi congelata per un semplicissimo motivo: per consentire alle banche centrali di creare migliaia di miliardi di nuovo debito e non creare inflazione (l’inflazione danneggia il creditore – la banca – e favorisce il debitore, quindi non deve accadere).Si pensa erroneamente che l’inflazione sia l’aumento dei prezzi, ma l’aumento dei prezzi è soltanto la conseguenza dell’inflazione. Inflazione vuol dire espansione: l’espansione della massa monetaria. Se le banche creano nuovi trilioni di dollari, inflazionano l’economia di nuova moneta disponibile. Se questa moneta inizia a circolare, ad esempio se c’è esuberanza economica, allora si crea inflazione, in modo proporzionale alla massa di nuova moneta messa in circolo. Quando questo accade, le banche hanno un solo modo per intervenire: alzare i tassi per drenare la liquidità. Ma adesso questo è impossibile, perché se si alzano i tassi si innesca l’esplosione delle “margin call” sui Repo e scoppia tutto. L’unica altra opzione per creare liquidità e impedire che circoli è quella di bloccare l’economia, guadagnando tempo prezioso per intervenire là dove ci sono le falle, cercando di tapparle una ad una gettandoci sopra palate di soldi.Ecco la verità di tutta questa triste vicenda, dove ci hanno raccontato di tutto tranne che il vero nocciolo della questione è il nocciolo economico; come sempre. Come in tutte le guerre e in tutte le cose che accadono: l’incipit è sempre economico. Tutto risulta di più facile comprensione, una volta preso atto che le persone, nel mondo, sono gestite come un gregge di pecore. Ci fanno fare quello che torna utile a loro. Le persone che ce lo impongono, i governanti visibili e le teste parlanti della Tv sono solo i cani da pastore. I mandriani sono le banche, proprietarie dei soldi e quindi di tutto il resto. Il sistema economico globale è basato sul debito, e per sua natura genera squilibri che con il tempo divengono esponenziali. Un modo di intervento diffuso era quello di organizzare guerre e dare origine a quello che Schumpeter definì “distruzione creativa”. Adesso è più difficile fare le guerre, perché mancano gli ideali; e i giovani, col fisico da Nintendo, non sono più adatti.Allora è stata scelta una strategia più trasversale: quella della minaccia di un virus invisibile, con cui tutti gli Stati sono obbligati a combattere, indebolendosi e indebitandosi. Sul campo di battaglia restano aziende, controllo delle risorse, devastazione; e il potere si consolida in sempre meno mani. Non sono mancati neanche i militari sul campo, a dare credibilità a tutta la messa in scena, mentre i media all’unisono ripetevano come un disco rotto: siamo in guerra contro il virus. È tutto collegato. E il collante che unisce tutto è il denaro. Siamo tutti dentro al gioco. Come un grande gioco del Monopoli. Quando giochiamo a Monopoli, sappiamo benissimo che i soldi che usiamo sono finti. Quello che ha valore sono le nostre emozioni che nascono durante lo svolgimento, mentre giochiamo. Imprevisti, probabilità, case, alberghi, ferrovie. Sono le nostre emozioni a dare valore a tutto ciò. Quella è la moneta autentica con cui paghiamo per stare al gioco.(Andrea Cecchi, “E’ tutto collegato”, dal blog di Cecchi del 7 agosto 2020).In uno sforzo puramente teorico, nel cercare di dare un senso a quello che è accaduto e quello che sta accadendo, possiamo cercare di unire alcuni punti per arrivare ad avere un immagine e di concludere un ragionamento credibile. Ricostruiamo sommariamente le tappe. 2008 – Crisi dei mutui subprime: un eccesso di debito causa il collasso del sistema finanziario. Il problema non viene risolto, anzi, si decide di affrontarlo con nuovo debito in misura monumentale, rimandando le conseguenze e amplificandone la pericolosità. Seguono dieci anni di tassi a zero e crescita del debito incontrollata che non riescono a dare impulso all’economia. I tassi a zero e le emissioni monetarie finiscono nella finanza iper-speculativa. Chiunque si può indebitare per comprare azioni e scommettere nel mondo dei derivati. La bolla si gonfia in modo preoccupante. Settembre 2019 – La cuccagna sembra finire da un momento all’altro: la Banca Regolamenti Internazionali lancia l’allarme: qui scoppia tutto. Il 18 ottobre 2019 a New York andava in scena l’Event 201. I big del mondo si riuniscono per una simulazione che nel giro di poche settimane sarebbe diventata reale: le prove generali di un’epidemia di un nuovo coronavirus zoonotico trasmesso dai pipistrelli ai maiali alle persone.
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“Conte lavora in segreto per Trump, che può salvare l’Italia”
Siamo a un bivio storico: la fine del mondo nel quale siamo cresciuti o la resurrezione dell’umanità. L’aspetto più fastidioso è che niente è come sembra, e nessuno è quel che dice di essere. Avete dato a Trump del brutale razzista? Avete capito male: i “buoni” che lo contrastano in nome dei diritti (dei neri, magari) sono gli strumenti principali dell’Asse del Male, travestiti da operatori umanitari. L’altra cosa che molti non hanno ancora compreso è che il coronavirus non è stato un incidente sanitario, ma un progetto terroristico: una drammatica accelerazione per cancellare la democrazia. E persino nella cruciale Italia nessuno gioca a carte scoperte: nemmeno Conte. Sembra un mediocre burattino nelle mani della Merkel e di Macron, deciso a “suicidare” quel che resta del Belpaese: e invece, il devastante lockdown “cinese” che ha messo volutamente in ginocchio l’Italia è servito a rendere evidente il potere abusivo dell’Ue, vero cardine europeo del Nuovo Ordine Mondiale neoliberista, fondato sulla degradazione del cittadino, trasformato in suddito neo-feudale. E’ la tesi sviluppata da Mitt Dolcino sul suo blog, in cui si propone – in parallelo – la suggestiva analisi di Cesare Sacchetti, mutuata dal blog “La Cruna dell’Ago”.Identiche le conclusioni: il mondo è appeso alla rielezione del ruvido Donald Trump, frontman dello schieramento sotterraneo che – giocandosi tutto – oggi si oppone alla logica del dominio schiavistico che starebbe cercando di assestare il colpo di grazia alla popolazione del pianeta, sottomessa al regime psico-terroristico della nuova polizia sanitaria. Mitt Dolcino riprende le parole che Trump ha pronunciato il 6 agosto al Whirlpool Plant dell’Ohio, il vero “swing State” per antonomasia: chi vince in Ohio, poi arriva alla Casa Bianca (o appunto, ci resta). «Ho un sacco di nemici, là fuori», ha detto Trump. «Questa potrebbe essere l’ultima volta che mi vedrete, per un po’». Ha aggiunto: «Ho un sacco di nemici molto, molto ricchi, che non sono contenti di quello che faccio. Ma credo che abbiamo una sola possibilità di farlo, e nessun altro presidente farà quello che faccio io». Altrettanto interessante, segnala Dolcino, è la “lettera all’America” scritta due giorni prima dal generalissimo Michael Flynn, super-consigliere di Trump nel 2016 e prontamente silurato dal Deep State rivale attraverso la montatura del Russiagate.«Stiamo assistendo a un feroce assalto da parte dei nemici di tutto ciò che è buono, e il nostro presidente deve agire in modi senza precedenti da decenni, forse secoli», scrive Flynn: «La natura biblica del bene contro il male non può essere sottovalutata, mentre esaminiamo ciò che sta accadendo nelle strade d’America». Flynn accusa «il marxismo sotto forma di “antifa” e il movimento Black Lives Matter», che contesta in modo eversivo le forze dell’ordine. Per Flynn, «è in gioco il destino degli Stati Uniti», e quindi «il futuro stesso del mondo intero è minacciato». Al di là dei toni apocalittici, Flynn centra il bersaglio vero: il Deep State reazionario non si aspettava di perdere la Casa Bianca, nel 2016, cioè il posto di comando più importante, il controllo della potenza imperiale egemone. Come l’ex primate cattolico Carlo Maria Viganò, autore di una lettera in cui esorta Trump a combattere “le forze le male”, anche Flynn ricorre all’ambientazione simbolica con cui la teologia (cristiana) ha interpretato a modo suo la Bibbia: «Nessun nemico sulla terra è più forte delle forze unite di persone timorate di Dio e amanti della libertà», scrive Flynn.Il generale fa eco al documento indirizzato alla Casa Bianca dall’ex rappresentante vaticano negli Usa, noto esponente del clero più retrivo e tradizionalista, avverso alle libertà sociali e ai diritti civili. «Non possiamo più fingere che queste forze oscure se ne vadano con la sola preghiera». Le preghiere sono importanti, scrive Flynn, ma è necessaria un’azione: «Questa azione – avverte il generale – è necessaria a livello locale, statale e federale», oltre che «in ambito economico, mediatico, clericale ed ecclesiastico». In pratica, si tratta di «affrontare di petto quei “leader” della comunità che sono disposti a consentire alle forze oscure di andare oltre le proteste pacifiche e distruggere e violare la vostra sicurezza e protezione». Non lasciamoci intimidire, esorta Flynn: «Non temiamo coloro che gridano che siamo in minoranza: non lo siamo», aggiunge l’alto ufficiale, sicuro del fatto che «il bene è sempre più potente e prevarrà sul male». Insiste il generale: «L’America non cederà mai al male: gli americani lavorano insieme per risolvere i problemi». E conclude: «Siamo “una nazione sotto Dio” e sono le nostre libertà individuali che ci rendono forti».Cosa sta succedendo? «Da settembre ci sarà il cambio di passo», profetizza Mitt Dolcino. E in questo contesto «i sodali globalisti, quelli che hanno rovinato la vita a molti di voi che leggete, sono terrorizzati: i servizi segreti militari Usa “sono in full power”, ben rappresentati dall’anima del generale Flynn». Probabilmente, aggiunge Dolcino, le due più grandi criticità dei nostri tempi sono l’approssimazione generalizzata, ai vertici, e l’incapacità di accettare la rottura degli schemi. «Il secondo punto è chiaro: la mega-bomba di Beriut dimostra che non c’è più riluttanza nell’usare armi devastanti, atteggiamento che durante la guerra fredda impedì il ricorso all’atomica per paura del fallout nucleare». Il secondo problema è forse anche peggiore: «Consiste nel non avere un piano, nel fare male i “compiti a casa”: lo si è visto coi gialloverdi Salvini e Di Maio, incapaci di affrontare problematiche più grandi di loro».Lo stesso Mitt Dolcino accusa la Fondazione Einaudi – che ha preteso la desecretazione degli atti governativi sul Covid – di essere manovrata da ex ministri come Domenico Siniscalco (Morgan Stanley) e Giulio Terzi di Sant’Agata, fedele a Mario Monti. La zona rossa è stata estesa a tutta l’Italia, aggiunge Dolcino, dopo che a chiedere una “zona rossa economica” – ma solo per il Nord – erano stati il sindaco di Milano, Beppe Sala (Pd) e il presidente lombardo Attilio Fontana (Lega). Una sorta di secessione economica, a cui – secondo Dolcino – il governo Conte avrebbe risposto con il lockdown nazionale (e pure la mano pesante, come monito, contro le rivolte scoppiate nelle carceri. Tradotto: sia pure “costretto” a terrorizzare gli italiani riducendoli in bolletta, “Giuseppi” starebbe facendo il doppio gioco: ha deliberatamente peggiorato la situazione, per costringere anche i ciechi a capire che, con il guinzaglio di questa Ue, il Belpaese non ha scampo. La pensa così anche un osservatore come Alessandro Sieni, traduttore italiano delle suggestioni distillate dalla misteriosa sigla Q-Anon, che allude a una sofisticata operazione dell’intelligence di Trump per smantellare il regime neoliberista con l’aiuto di una parte di Deep State conquistata alla causa democratica.In termini più precisi, il massone progressista Gioele Magaldi mette a fuoco il problema: a battersi contro i grembiulini reazionari, grandi architetti di questa globalizzazione iniqua, è la massoneria “neoaristocratica”, che nel 2016 scelse di appoggiare il massone Donald Trump (né reazionario né progressista, ma disponibile a una battaglia – di portata epocale – per ripristinare la sovranità democratica). Nella sua lettera alla Casa Bianca, monsignor Viganò mostra di non conoscere l’identità massonica di Trump (o di fingere di non conoscerla), accusando “la massoneria” di essere responsabile del grande complotto per instaurare il Nuovo Ordine Mondiale. Una lettura alla quale si attiene lo stesso Sacchetti su “La Cruna dell’Ago”, rifiutandosi di distinguere tra progressisti e reazionari. Sacchetti addirittura si spinge a leggere l’importanza dell’Italia – e del suo ruolo, nella partita in corso – in quanto culla della cristianità, come se non sapesse che il Belpaese (dal Risorgimento all’Unità) è il frutto di un progetto squisitamente libero-muratorio e anticlericale, realizzato da massoni come Garibaldi e Cavour con il sostegno della massoneria proto-europeista che nel Settecento riuscì ad abbattere il dispotismo assolutistico delle monarchie clericali alleate del Vaticano, fondando lo Stato di diritto e la democrazia elettiva basata sul suffragio universale.Comunque sia, la tesi di Dolcino, Sacchetti e Sieni è che l’imbarazzante Conte sarebbe pronto a eseguire gli ordini di Trump, al momento opportuno: quando cioè gli Usa dovessero avvertire che “la ricreazione è finita”, accusando l’Ue di aver condannato l’Italia a questa agonia, dopo aver trasformato l’Europa stessa in un caposaldo mondiale dell’ordoliberismo finanziario, capace di allearsi col peggior Deep State americano (quello travestito da “dem”), a sua volta sintonizzato con il fascio-comunismo cinese, da cui è partita la trappola mondiale del Covid-19. «In autunno, l’Italia e il mondo subiranno un altro attacco da parte del mondialismo, probabilmente definitivo, con l’accelerazione dell’operazione terroristica del coronavirus», scrive Sacchetti. «Si decideranno gli equilibri mondiali da qui ai prossimi decenni: il nuovo ordine mondiale sta per lanciare il suo assalto finale all’Italia e al mondo intero». Per “La Crepa nel Muro”, «l’umanità si trova di fronte ad una battaglia epocale, che deciderà il destino di tutti per i prossimi anni a venire». Se vincerà questo mondialismo, l’uomo per come lo si conosceva sparirà definitivamente: «Non più essere pensante dotato di libero arbitrio, ma uomo-macchina sottoposto all’esecuzione di vaccini e impianti microchip sottocutanei, senza i quali non avrà più facoltà di fare nulla».Se invece vince la resistenza contro il mondialismo, aggiunge Sacchetti, ci sarà spazio per ricominciare a vivere in una società realmente umana, non più fondata sull’odio. «Ora tocca all’America», sintetizza Sacchetti, ricordando che Viganò ha chiesto a Trump di impedire che l’Italia venga divorata definitivamente dal neoliberismo mondialista. «E’ per questo che le élite lo vogliono a tutti i costi fuori dalla Casa Bianca, e lo stesso presidente americano lo ha lasciato chiaramente intendere in un suo recente intervento, nel quale ha detto che i suoi nemici sono potenti e molto ricchi, e che per un po’ potrebbe non farsi vedere pubblicamente». Il presidente degli Stati Uniti – si domanda Sacchetti – ha voluto avvertire che la sua vita è in pericolo? Trump deve quindi proteggersi fisicamente, prima delle elezioni di novembre? «Il Deep State non è certo nuovo a risolvere i suoi “problemi” in questo modo, e a questo proposito basti pensare all’omicidio del presidente Kennedy». Conclude Sacchetti, mescolando politica e religione: «I prossimi mesi decideranno cosa ne sarà dell’umanità. Per ora, solo un fatto appare certo: se la culla del cristianesimo mondiale viene liberata, il nuovo ordine mondiale non potrà sorgere. Adesso, come non mai, è il momento di pregare per Trump e per l’Italia».Siamo a un bivio storico: la fine del mondo nel quale siamo cresciuti o la resurrezione dell’umanità. L’aspetto più fastidioso è che niente è come sembra, e nessuno è quel che dice di essere. Avete dato a Trump del brutale razzista? Avete capito male: i “buoni” che lo contrastano in nome dei diritti (dei neri, magari) sono gli strumenti principali dell’Asse del Male, travestiti da operatori umanitari. L’altra cosa che molti non hanno ancora compreso è che il coronavirus non è stato un incidente sanitario, ma un progetto terroristico: una drammatica accelerazione per cancellare la democrazia. E persino nella cruciale Italia nessuno gioca a carte scoperte: nemmeno Conte. Sembra un mediocre burattino nelle mani della Merkel e di Macron, deciso a “suicidare” quel che resta del Belpaese: e invece, il devastante lockdown “cinese” che ha messo volutamente in ginocchio l’Italia è servito a rendere evidente il potere abusivo dell’Ue, vero cardine europeo del Nuovo Ordine Mondiale neoliberista, fondato sulla degradazione del cittadino, trasformato in suddito neo-feudale. E’ la tesi sviluppata da Mitt Dolcino sul suo blog.”.
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Silverstein: è stato Israele a bombardare il porto di Beirut
Israele ha fatto esplodere un deposito di munizioni di Hezbollah nel porto di Beirut. Ma non sapendo che un deposito vicino conteneva un’enorme quantità di nitrato di ammonio, sopraffatto dalle dimensioni della carneficina e della distruzione, il governo ha immediatamente negato il proprio coinvolgimento – ancor prima che qualcuno in Libano incolpasse Israele. Una fonte israeliana altamente informata mi ha detto, in via confidenziale, che Israele ha causato la massiccia esplosione nel porto di Beirut che ha ucciso oltre 100 persone e ne ha ferite migliaia. Il bombardamento ha anche praticamente raso al suolo il porto stesso e causato danni ingenti in tutta la città. Israele aveva preso di mira un deposito di armi di Hezbollah nel porto e aveva pianificato di distruggerlo con un dispositivo esplosivo. Tragicamente, l’intelligence israeliana non è stata sufficientemente diligente, perché non sapeva (o se lo sapevao, non gliene importava) che c’erano 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio in un magazzino proprio lì accanto. L’esplosione del deposito di armi ha incendiato il magazzino accanto, provocando la catastrofe che ne è derivata.Ovviamente è inconcepibile che gli agenti israeliani non si siano curati di appurare tutto ciò che riguardava il loro obiettivo, incluso ciò che si trovava nelle immediate vicinanze. La tragedia che Israele ha provocato è un crimine di guerra di immensa grandezza. La Corte Penale Internazionale ha già stabilito di indagare su Israele per i crimini di guerra commessi a Gaza nel 2014 durante Protective Edge. Ora, immagino che amplierà la portata delle indagini, includendo il criminale massacro, causato da negligenza, del 4 agosto. Sebbene Israele abbia regolarmente attaccato Hezbollah e depositi e convogli di armi iraniani in Siria, raramente ha intrapreso attacchi così sfacciati all’interno del Libano. Questo attacco nella capitale del paese segna un’escalation maggiore. La pura incoscienza di questa operazione è sorprendente. Un’operazione di questo tipo può avvenire solo in mezzo a disfunzioni politiche interne. Bibi (Natanyahu) è alle corde, e cerca disperatamente di cambiare argomento. Quando i suoi ufficiali dell’intelligence gli hanno portato il piano, probabilmente si è fregato le mani con gioia e ha detto: «Vai!».L’intelligence israeliana era naturalmente pronta a soddisfare il capo, e probabilmente ha “smussato” gli angoli per portare a termine l’attacco. Quando nessuno al volante dice “stop”, la barca colpisce un iceberg e affonda. Questo è probabilmente quello che è successo in questo caso. L’attentato israeliano ne richiama alla memoria altri simili, orchestrati dai suoi agenti a Beirut nel periodo precedente e successivo all’invasione del 1982. Il libro di Ronen Bergman sugli omicidi del Mossad, come pure Remy Brulin, hanno documentato molteplici attentati israeliani, durante questo periodo, che hanno provocato molte morti e distruzioni ai danni della popolazione civile della città. In questo caso, il danno è stato accidentale, ma questo non sarà di conforto per le migliaia di abitanti di Beirut, le cui vite sono diventate un inferno vivente a causa di questo crimine israeliano. Per inciso, l’ex membro della Knesset per il Likud, Moshe Feiglin, ha twittato una citazione della Bibbia sul disastro: «Non ci sono mai stati giorni così grandi in Israele come il 15 di Av [il giorno dell'attentato] e lo Yom Kippur».Certo, mi duole ammettere che il presidente Trump aveva ragione nella sua affermazione che l’esplosione è stata «un attacco terribile», e che l’informazione gli era stata trasmessa dai «suoi generali». In questo caso, avevano ragione loro. Potrebbero (e dovrebbero) esserci ripercussioni politiche interne, per questo disastro. Quando Netanyahu ha approvato l’attacco, è divenuto responsabile delle conseguenze. Nel 1982, una commissione d’inchiesta trovò Ariel Sharon colpevole dell’invasione del Libano e del massacro di Sabra e Shatila. Fu mandato in esilio politico per un decennio. Per lo meno, questo dovrebbe escludere Bibi dal guidare il paese. Questo sarebbe il risultato in qualsiasi nazione democratica in cui il leader fosse ritenuto responsabile dei suoi fallimenti. Ma ahimè, Israele non è un paese del genere, e Bibi sembra sempre riuscire a sottrarsi alle responsabilità per i suoi errori. La differenza adesso è che il leader israeliano è già sotto pressione, a causa della disastrosa risposta del suo governo al Covid-19 e dell’incombente processo per corruzione, con tre capi d’accusa. Questo potrebbe essere il punto di svolta.Normalmente, gli israeliani non batterebbero ciglio di fronte a un simile massacro. Sono affascinati dalla sofferenza che infliggono ai loro vicini arabi. Ma data la decrescente popolarità di Netanyahu, questo accadimento potrebbe accelerarne la fine. Israele non avrebbe potuto scegliere un momento peggiore per infliggere tale sofferenza al Libano. Il paese è in profonda crisi economica. Le aziende falliscono, le persone non hanno nulla da mangiare, i politici litigano e si incolpano a vicenda, mentre non fanno nulla. Il Libano è come un cestino da basket. La sofferenza è ovunque. C’è poco interesse da parte dei suoi fratelli arabi, come l’Arabia Saudita, ad andare in suo aiuto. Se un paese non aveva bisogno di questa tragedia aggiuntiva, questo è il Libano. Ma ecco qui: Israele non sembra avere alcun senso di vergogna o moderazione quando si tratta di infliggere dolore ai suoi vicini. Naturalmente ci saranno degli scettici, persone che non crederanno alla mia fonte. Ma a loro faccio notare due evidenze.Di solito, se Israele ha intrapreso con successo un attacco terroristico (come quelli contro l’Iran), o rifiuterà di commentare, oppure una figura militare o politica di alto livello dirà qualcosa del genere: «Noi rifiutiamo di commentare, ma intanto qualcuno ha fatto un favore al mondo». In questo caso, Israele ha immediatamente negato ogni responsabilità. Perfino Hezbollah avrebbe detto che Israele non aveva causato il danno (probabilmente per proteggersi dall’inevitabile colpa di aver conservato le sue armi accanto a un edificio pieno di materiale esplosivo). Il secondo segnale rivelatore è che Israele non offre mai aiuti umanitari ai suoi vicini arabi. Durante la guerra civile siriana, l’unico gruppo a cui Israele offrì assistenza umanitaria furono i suoi alleati islamisti anti-Assad. Israele non ha mai offerto aiuti del genere in Libano, fino ad oggi. Ha invece causato decenni di morte e distruzione. Farlo ora è degno della sua faccia tosta.(Richard Silverstein, “Israele ha bombardato Beirut”, dal blog di Silverstein del 4 agosto 2020; post tradotto e ripreso l’indomani da Paola Di Lullo su “L’Antidiplomatico”. Silverstein, giornalista e blogger ebreo-americano, si definisce un «sionista progressista (critico)» che sostiene un «ritiro israeliano ai confini pre-67 e un accordo di pace internazionalmente garantito con i palestinesi». La stessa di Lullo segnala tre indizi: un video postato da “Repubblica”, in cui si vede un oggetto volante nero che lascia la zona, e i sospetti dell’esperto Danilo Coppe, intervistato dal “Corriere della Sera” e da “Fanpage”).Israele ha fatto esplodere un deposito di munizioni di Hezbollah nel porto di Beirut. Ma non sapendo che un deposito vicino conteneva un’enorme quantità di nitrato di ammonio, sopraffatto dalle dimensioni della carneficina e della distruzione, il governo ha immediatamente negato il proprio coinvolgimento – ancor prima che qualcuno in Libano incolpasse Israele. Una fonte israeliana altamente informata mi ha detto, in via confidenziale, che Israele ha causato la massiccia esplosione nel porto di Beirut che ha ucciso oltre 100 persone e ne ha ferite migliaia. Il bombardamento ha anche praticamente raso al suolo il porto stesso e causato danni ingenti in tutta la città. Israele aveva preso di mira un deposito di armi di Hezbollah nel porto e aveva pianificato di distruggerlo con un dispositivo esplosivo. Tragicamente, l’intelligence israeliana non è stata sufficientemente diligente, perché non sapeva (o se lo sapevano, non gliene importava) che c’erano 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio in un magazzino proprio lì accanto. L’esplosione del deposito di armi ha incendiato il magazzino accanto, provocando la catastrofe che ne è derivata.
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Cremaschi: finiremo come la Grecia, lo dice chi l’ha vissuto
In una intervista all’”Huffington Post”, Yanis Varoufakis smonta il tanto esaltato patto Ue e la retorica della vittoria dell’Italia, che ancora stupidamente l’accompagna. Il punto centrale del giudizio del ministro greco, licenziato perché si opponeva al memorandum che ha poi distrutto la Grecia, è semplicissimo. Il vertice Ue avrebbe dovuto cancellare le politiche di austerità e in primo luogo il patto di stabilità che le impone. Invece quel patto è stato solo sospeso e l’anno prossimo, come annuncia anche il vicepresidente della Commissione Ue Dombrovskis, tornerà in vigore. Paradossalmente proprio quando l’Italia potrebbe ricevere la prima tranche di aiuti e prestiti, tornerebbero in vigore quelle politiche ci hanno costretto a 38 miliardi di tagli sulla sanità. Così noi dovremmo accompagnare la spesa dei soldi che arrivano dalla Ue con la politica di rigore e riduzione del debito, che taglia i servizi e i diritti sociali. Esattamente la condizione della Grecia, che mentre con una mano riceveva prestiti dalla Ue, con l’altra li restituiva con gli interessi a banche e multinazionali, tedesche in primo luogo, tagliando e privatizzando tutto. Né vale la tesi che noi riceveremmo in questo caso anche aiuti a fondo perduto e non solamente prestiti.Intanto perché questi aiuti netti, cioè tenuto conto di ciò che il nostro paese verserà nelle casse Ue per costituire il fondo complessivo, al massimo saranno 25-30 miliardi, scaglionati in 4 o 5 anni. Questi soccorsi risibili, come li definisce Varoufakis, giungono ad un paese che solo quest’anno perderà 200 miliardi di Pil e che in tre decreti ha già speso per l’emergenza sociale 100 miliardi. Quindi pochi soldi che saranno inghiottiti dalle condizioni di rigore cui saremo sottoposti. Non c’è stata nessuna svolta in Europa, né nelle politiche di austerità, né in chi le guida: la Germania. Che avrebbe potuto fermare Rutte con una telefonata, ma che ha scelto di usarlo nella classica scena del poliziotto buono e di quello cattivo. Esattamente come avvenne per la Grecia, ci ricorda Varoufakis, che lo ha vissuto direttamente. Varoufakis è un europeista e spiega che proprio l’europeismo esce sconfitto da un patto che rafforza i nazionalismi, gli egoismi e il potere dell’austerità Ue. Per le stesse ragioni il Parlamento Ue ha quasi bocciato il patto di Bruxelles, lamentando i tagli che lo accompagnano, tagli alla spesa per la sanità, la ricerca, l’agricoltura. E sottolineando che la forte riduzione del peso degli aiuti a fondo perduto, da 500 a 390 miliardi, rischia di comprometterne ogni efficacia.Insomma gli “europeisti onesti”, assenti nel Parlamento e nei mass media italiani, sono i primi a dichiarare che il patto di Bruxelles è una svolta mancata, che dopo la pioggia di un po’ di soldi, tornerà nella Ue ancora più aspra la siccità delle politiche di austerità. Noi non siamo europeisti, ma ai tanti rassegnati o in malafede che ripropongono la solita frase della signora Thatcher – non ci sono alternative – ricordiamo la proposta alternativa dell’europeista Varoufakis. Una proposta elementare: sospendere per sempre il patto di stabilità. E noi aggiungiamo: imporre alla Bce di comprare ancor più e per sempre debito pubblico, come ora fanno tutte le banche centrali del mondo. Su questo terreno ci sarebbe stato lo scontro vero sull’austerità al vertice Ue, ma nessun governo questo scontro lo ha tentato, anzi neppure pensato, a partire da quello italiano. Tutti hanno agito, proposto e litigato nell’ambito dell’agenda che Merkel aveva definito con Macron: aiuti e prestiti una tantum proprio per non toccare nulla dell’impianto e delle regole dell’austerità Ue. Che torneranno subito, con le condizioni cui dovremo sottostare e i controlli che dovremo subire. Intanto però l’Italia sconfitta si atteggia a vincitrice, in attesa che le pressioni per il ricorso al Mes la riportino alla dura realtà.(Giorgio Cremaschi, “Finiremo come la Grecia, lo dice chi l’ha vissuto”, da “Come Don Chisciotte” del 25 luglio 2020).In una intervista all’”Huffington Post”, Yanis Varoufakis smonta il tanto esaltato patto Ue e la retorica della vittoria dell’Italia, che ancora stupidamente l’accompagna. Il punto centrale del giudizio del ministro greco, licenziato perché si opponeva al memorandum che ha poi distrutto la Grecia, è semplicissimo. Il vertice Ue avrebbe dovuto cancellare le politiche di austerità e in primo luogo il patto di stabilità che le impone. Invece quel patto è stato solo sospeso e l’anno prossimo, come annuncia anche il vicepresidente della Commissione Ue Dombrovskis, tornerà in vigore. Paradossalmente proprio quando l’Italia potrebbe ricevere la prima tranche di aiuti e prestiti, tornerebbero in vigore quelle politiche ci hanno costretto a 38 miliardi di tagli sulla sanità. Così noi dovremmo accompagnare la spesa dei soldi che arrivano dalla Ue con la politica di rigore e riduzione del debito, che taglia i servizi e i diritti sociali. Esattamente la condizione della Grecia, che mentre con una mano riceveva prestiti dalla Ue, con l’altra li restituiva con gli interessi a banche e multinazionali, tedesche in primo luogo, tagliando e privatizzando tutto. Né vale la tesi che noi riceveremmo in questo caso anche aiuti a fondo perduto e non solamente prestiti.