Archivio del Tag ‘elezioni’
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Il lavoro non è un diritto? Fornero delira, gli altri tacciono
Il ministro Fornero, in una intervista rilasciata al “Wall Street Journal”, ha dichiarato che il lavoro non è un diritto. «We’re trying to protect individuals not their jobs. People’s attitudes have to change. Work isn’t a right; it has to be earned, including through sacrifice». Traduzione: «L’atteggiamento delle persone deve cambiare: il lavoro non è un diritto ma va guadagnato, anche con il sacrificio». Ergo: il lavoro non è un diritto. Vorrei ricordare alla professoressa Fornero che la Repubblica Italiana è una Repubblica fondata sul lavoro. Lo dice la Costituzione sulla quale lei ha giurato. Lo dice la Costituzione che tutto il mondo ci invidia. Lo dice la Costituzione italiana già all’articolo 1, e lo ribadisce in maniera ancora più chiara ed inequivocabile all’articolo 4.
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Uscire dall’euro: slogan a parte, è caduto l’ultimo tabù
Singolare: proprio Berlusconi, protagonista di una clamorosa auto-rottamazione politica, al punto da agevolare i suoi liquidatori col piano Monti-Napolitano, ora sembra sul punto di “resuscitare” agitando la propaganda anti-euro. Per contro, proprio grazie al redivivo Cavaliere, nell’agenda politica italiana cade l’ultimo tabù: quello dell’intoccabilità quasi sacrale della moneta unica europea, valuta comune ma non pubblica, non “sovrana”, appaltata alla Bce per la regia privata della grandi banche e di un unico attore pubblico, la Germania di Angela Merkel che «non dà segni di ragionevolezza». Uscire dall’euro? Ebbene sì: ora se ne parla apertamente. E, con Berlusconi, il tema farà irruzione nella prossima campagna elettorale. Semplicismo e fede nei miracoli? Attenzione, avverte Aldo Giannuli: «Una uscita improvvisa dall’euro – o peggio ancora un suo crollo improvviso – determinerebbe molti più mali che benefici e rischieremmo di spezzarci la schiena».
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Il Telegraph: muoia la Grecia, un piano deciso dall’inferno
L’establishment europeo è felice per la vittoria di Nuova Democrazia ed è disponibile a tenere ancora in vita un paziente che non riesce più a respirare. Ma, questa sensazione, non potrà andare avanti ancora per molto. I nuovi leader della Grecia hanno ricevuto un mandato dall’inferno. In un modo o nell’altro quasi il 52% del voto popolare è andato a partiti che si opponevano al salvataggio previsto dal Memorandum. Comunque la nazione non ha accettato le politiche di austerità della troika. La sinistra dura del partito Syriza di Alexis Tsipras adesso è forse più pericolosa all’opposizione, con un gran numero di seggi in Parlamento, e potrà tartassare il governo senza assumersene la responsabilità, dato che lo Stato sta mandando a casa 150 mila lavoratori del settore pubblico, un quinto del totale.
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Giannuli: a casa Monti e il suo governo di tecnici cialtroni
Monti? No, grazie. L’economista Aldo Giannuli boccia senza appello il governo dei tecnocrati: «Rare volte, in politica, è stato possibile assistere ad un fallimento più pieno, palese e veloce di quello che sta accadendo al governo Monti». Doveva essere il governo dei tecnici puri, insensibili alle ragioni politiche e si è dimostrato «un governo di destra». Non solo in economia, anche in materie come la giustizia o i diritti civili. Doveva essere un governo dei “competenti”, la crema dell’intellighenzia manageriale, amministrativa, diplomatica, e «si sta dimostrando un governo di cialtroni incompetenti senza pari: pensate alla figuraccia della Fornero sugli esodati che, per di più, anziché prendere il primo aereo per il Tibet, dove ritirarsi in solitaria meditazione cercando di farsi dimenticare, si scaglia contro i dirigenti dell’Inps meditando di cacciarli perché hanno osato smentirla dati alla mano».
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Avviso agli italiani: scordiamoci il centrosinistra, è morto
In fondo dobbiamo ringraziare Monti per aver convocato un vertice di sostegno al governo con Abc. Sarà così ancora più chiaro, anche a coloro che nella sinistra, nei sindacati e nei movimenti non riescono o non vogliono capire, che la maggioranza che governa è quella di Monti, Bersani, Berlusconi e Casini, protetti ed ispirati da Giorgio Napolitano. E sarà altrettanto chiaro che, se si vuole davvero cambiare a favore dei diritti sociali e civili, del lavoro e dei beni comuni, bisogna costruire una alternativa contro questa maggioranza. Il fatto invece che in Italia si parli di liste civiche annesse al centrosinistra – quale? – e di immettere i contenuti del lavoro sempre nello stesso ipotetico schieramento – dove? – aggrava solo le nostre difficoltà.
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Grillo: morti i partiti, salvare l’Italia toccherà a tutti noi
«Ora mi tocca diventare moderato, sennò questi partiti spariscono troppo rapidamente. La liquefazione del sistema è talmente veloce che domani rischiamo di svegliarci e non trovarli più. E poi come si fa? Non siamo pronti a riempire un vuoto così grande». Parola di Beppe Grillo, a colloquio con Marco Travaglio per l’intervista-fiume pubblicata il 13 giugno dal “Fatto Quotidiano”. Secondo gli ultimi sondaggi de “La7”, il Movimento 5 Stelle è attualmente il secondo soggetto politico italiano, davanti al Pdl e a soli 5 punti dal Pd. Questione di mesi, e anche il partito di Bersani potrebbe venir scavalcato dal “sarcastic comedian” di cui si sta occupando tutta la stampa europea. Il prossimo Parlamento? «Me lo sogno pieno di rappresentanti di tante liste civiche, movimenti di gente perbene. Ragazzi, professori, esperti. I nostri di Cinquestelle, i No-Tav, quelli dell’acqua pubblica, dei beni comuni, gli altri referendari».
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Francesi in pensione a 60 anni, noi a 70 col pannolone
Beh, anche in Francia come da noi il nuovo governo, in appena un mese, ha messo mano alle pensioni. Ma con una piccola, sottilissima differenza: l’ha fatto per riportare indietro l’età pensionabile. Dopo il taglio ai costi della politica, ecco un altro figurone di Hollande. Una parte dei cittadini francesi potrà di nuovo, da pochi giorni, dire addio al lavoro ad appena 60 anni. E tanti saluti alla riforma così caldeggiata e promossa da Sarkozy che aveva portato la pensione francese a 62 anni. Paese che vai, governo che trovi. Qui da noi il nuovo governo tanto caro a certuni ha sbattuto tutti in pensione a 70 anni, versando appena qualche lacrima non certo di pentimento. Qual è la differenza tra noi e la Francia?
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Anche Landini nel Rigor Montis del Pd, il Partito Defunto?
Barack Obama ci ha fatto la lezione: ha detto che noi europei siamo cattivi, troppo austeri. E’ bene che diamo avvio alla crescita e quindi apriamoci, facciamo come la Federal Reserve: stampiamo anche noi gli euro. Non si sa bene che gioco è, ma la cosa importante da rilevare è che nessuno, dico nessuno, si è messo a ridere. Come quando il nostro Marchionne dichiarò che avrebbe prodotto 6 nuovi milioni di automobili – e nessuno rise, neanche la Camusso. E ora Obama: lui parla, gli altri stanno a sentire e dicono: vuoi vedere che avrà pure ragione? Eppure: Lehman Brothers non l’abbiamo fatta noi, l’hanno fatta loro – prima crescere e poi fallire. I derivati li hanno inventati loro, e così i subprime. E così le centinaia di trilioni che hanno inventato, e che hanno invaso il nostro mercato, creando le crisi dei debiti sovrani. Facciamo ammenda? Vediamo se avrà voglia di fare ammenda anche la Merkel.
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Esodati, dramma sociale: anche l’Inps smentisce la Fornero
Gli esodati? Sono 390.000, anche se il governo ne tutela solo 65.000. La guerra dei numeri che si combatte sulla pelle dei lavoratori registra l’ennesimo colpo di scena, grazie alle cifre fornite dall’Inps. La massa reale delle persone che potrebbero aver diritto ad andare in pensione sulla base delle vecchie regole, secondo il decreto “Salva-Italia” e il “Milleproroghe”, emerge infatti in modo incontrovertibile dalla relazione che l’istituto di previdenza sociale ha inviato al ministero del Lavoro prima della firma del decreto che ha fissato in appena 65.000 il numero dei salvaguardati. A conti fatti, l’Inps mette nero su bianco un buco normativo su almeno 330.000 lavoratori, ora certificato anche nei numeri: la stragrande maggioranza degli esodati non potrà quindi accedere alla pensione, a differenza della minoranza tutelata dalla Fornero.
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Panico: se salta Atene, chiudono i bancomat in tutt’Europa
Stop ai bancomat di tutta Europa e persino controlli speciali alle frontiere, se la Grecia dovesse “ripudiare” il debito e uscire dall’euro: le autorità centrali di Bruxelles pensano a una procedura d’emergenza di fronte a un possibile “worst case scenario”. «Non succede, ma se succede sono pronti», scrive “La Stampa”. In realtà, l’Unione Europea è convinta che esista una via d’uscita – e cioè l’ammorbidimento della stretta creditizia su Atene – ma intanto non può fare a meno di ragionare sull’ipotesi dell’uscita traumatica della Grecia da un’Eurozona sempre più traballante: cento miliardi per tamponare l’emorragia delle banche spagnole e «tre mesi di tempo» per interventi risolutivi salva-euro, come ha confermato alla “Cnn” la direttrice del Fmi, Christine Lagarde, facendo eco al super-finanziere George Soros.
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Pucciarelli: ecco perché il Pd non è un partito di sinistra
In Italia esistono tre destre: la destra di Berlusconi, che si traduce nel fare gli interessi di Berlusconi; la destra dei tecnocrati, che si traduce nel fare gli interessi di chi ha di più; e poi il Pd, che si traduce nel fare gli interessi di chi ha di più. Cosa cambia fra tecnocrati e Pd? Che i tecnocrati lo fanno con naturalezza, nel Pd lo si fa con lo zelo tipico di chi vuole emendarsi dalle colpe passate. In questo caso, aver militato in un partito denominato “comunista”. Il dirigente piddino ha perduto (volutamente, pervicacemente) ogni legame col proprio passato alla fondazione del Pd stesso. Con la scusa di disfarsi dei vecchi simboli – ricordate?, tutto quell’armamentario fatto di bandiere rosse, feste dell’Unità, la dizione “di sinistra”, le sezioni trasformate in circoli e così via – ha consentito a se stesso di fare il salto di qualità: abiura totale in cambio del fedele servizio alla Causa. Cioè levarsi dai coglioni il mondo del lavoro per sposare il mondo dei datori di lavoro. Scusate se è poco.
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Sangue e menzogne, scandalo mondiale senza fine
All’alba del fatidico 11 settembre 2001, la data che ha cambiato in peggio la storia del mondo scatenando una guerra dopo l’altra col pretesto della lotta al terrorismo internazionale, il cielo degli Stati Uniti era l’area più controllata del pianeta, ma in modo clamorosamente anomalo: qualcuno si era infatti premurato di organizzare ben 7 esercitazioni militari, tutte concentrate nello stesso giorno, in modo da allontanare l’aviazione e lasciar libero il corridoio aereo utilizzato dai dirottatori diretti alle Torri Gemelle. La sicurezza americana ha mentito su tutto: sono le ultime conclusioni del “Consensus Panel”, la commissione indipendente di esperti convocata sulla strage del secolo. Smentita, dati alla mano, l’incredibile versione ufficiale: una cortina di menzogne, stesa dal governo e dai media per impedire al pubblico di scoprire dove fossero e cosa stessero davvero facendo, in quelle ore, i quattro uomini-chiave dell’apparato Usa