Archivio del Tag ‘dominio’
-
Montagnier: suicidano l’umanità coi non-vaccini Covid
Tutto quello che stiamo vivendo è un’impresa che è stata costruita nel tempo. Non è un caso che questa pandemia sia scoppiata proprio in questo momento. È stato un lungo lavoro di coordinamento di operazioni di marketing con il coinvolgimento di case farmaceutiche, medici, scienziati e anche di governi, perché sono loro che poi hanno deciso di applicare questo programma, un programma di un gruppo. Siamo in un’epoca di vera follia. Tutte le attività umane, economiche, culturali e sociali sono state turbate da questo sconvolgimento. Le misure attualmente in vigore in Italia, in realtà, sono molto simili anche in Francia, Inghilterra ed in altri paesi europei. È stato tutto concertato da questo gruppo, e i popoli devono adeguarvisi. Accusano noi di essere dei complottisti, ma sono loro che hanno fatto un complotto. Ci sarà una speranza se decideremo di vivere in un mondo razionale e giusto che accoglie anche ciò che non è previsto, ovvero ciò che non è previsto da questo gruppo che vuole guidarci e dominarci.Vaccini anti-Covid? Non sono vaccini: sono miscele di composti di biologia molecolare che possono essere dei veri e propri veleni. Sono inutili, pericolosi e anche inefficaci: non impediscono la trasmissione del virus e non evitano i casi più gravi, come invece dicono. Negli ospedali ci sono persone vaccinate che sono state infettate e contagiate dalle varianti, contro le quali questi vaccini non sono efficaci. Ritengo un crimine, poi, che vengano vaccinati i bambini: perché, se anche al momento possono sopportare gli effetti immediati di questo vaccino, potrebbero poi subire quelli a lungo termine, che ancora non conosciamo. E’ possibile che nei prossimi anni si sviluppino malattie che siano anche trasmissibili per diverse generazioni. Così come è possibile che ci siano conseguenze neurologiche sulle persone che oggi hanno già ricevuto il vaccino. La campagna vaccinale di massa, su scala planetaria, potrebbe diventare un rischio anche per l’ambiente, attraverso l’inquinamento delle acque reflue. E non solo: inquinamento anche elettromagnetico, provocato dalla nuova tecnologia 5G.Ci sono studi che hanno dimostrato come nel vaccino Pfizer sia presente l’ossido di grafene, una sostanza che è in grado di modificare le proprietà magnetiche degli altri componenti. Forse non è un caso che, prima che iniziasse tutta questa situazione, abbiano iniziato a installare tutte quelle antenne, a Wuhan. E non è vero che i vaccini sono l’unica soluzione e per giunta obbligata: si può guarire senza. Rivolgo un appello a tutti i medici: il loro dovere è informarsi. Scopriranno che ci sono dei farmaci attivi che, se somministrati all’inizio delle infezioni, possono portare alla guarigione. Metodi alternativi e anche meno costosi, per il sistema sanitario. Per esempio, antibiotici come l’azitromicina che, se somministrati da subito, possono portare a vincere questa battaglia. L’informazione dev’essere presentata in un certo modo: si privilegiano determinati vaccini anziché altri, mentre si ignorano gli aspetti che ne evidenzierebbero l’inefficacia e il pericolo. E se qualcuno lo fa notare, allora quella persona viene eliminata. È una vera e propria realtà di menzogna, quella in cui viviamo. Di fatto, l’uomo sta lavorando alla propria scomparsa.(Jean-Luc Montagnier, estratti dall’intervento pronunciato nel corso dell’evento medico organizzato a Firenze, ad agosto, da “Atto Primo” e “Ippocrate”. Medico, biologo e virologo francese, il professor Montagnier ha vinto il Premio Nobel per la Medicina nel 2008).Tutto quello che stiamo vivendo è un’impresa che è stata costruita nel tempo. Non è un caso che questa pandemia sia scoppiata proprio in questo momento. È stato un lungo lavoro di coordinamento di operazioni di marketing con il coinvolgimento di case farmaceutiche, medici, scienziati e anche di governi, perché sono loro che poi hanno deciso di applicare questo programma, un programma di un gruppo. Siamo in un’epoca di vera follia. Tutte le attività umane, economiche, culturali e sociali sono state turbate da questo sconvolgimento. Le misure attualmente in vigore in Italia, in realtà, sono molto simili anche in Francia, Inghilterra ed in altri paesi europei. È stato tutto concertato da questo gruppo, e i popoli devono adeguarvisi. Accusano noi di essere dei complottisti, ma sono loro che hanno fatto un complotto. Ci sarà una speranza se decideremo di vivere in un mondo razionale e giusto che accoglie anche ciò che non è previsto, ovvero ciò che non è previsto da questo gruppo che vuole guidarci e dominarci.
-
Giovagnoli: io non ho nessuna intenzione di suicidarmi
«Non ho nessuna intenzione di suicidarmi. Ripeto: non ho proprio nessuna intenzione di lasciare questo mondo». Suona particolarmente inquietante, il messaggio che Michele Giovagnoli ha consegnato al pubblico, il 29 agosto, attraverso un video su Facebook. Ogni volta, in poche ore, le sue dirette web-streaming ormai raggiungono anche 50-60.000 persone, da quando ha intrapreso il tour “Agorà d’Amore”: una maratona nelle piazze delle principali città italiane, in cui lui – alchimista e saggista, promotore di straordinari corsi nei boschi – invita le persone in mondo gandhiano a non avere paura, a non lasciarsi spaventare dalle intimidazioni psico-sanitarie dell’establishment e a resistere alle crescenti restrizioni disposte col pretesto del Covid. La sua ricetta è la seguente: «Restare immobili, in un momento come questo: ognuno di noi deve rimanere saldo nelle sue certezze e “fermo come un larice”, la conifera alpina che sa sfidare i venti più forti». Perché evocare l’ombra del suicidio? Forse perché Michele Giovagnoli non crede affatto al suicidio della persona cui ha dedicato il suo tour: il dottor Giuseppe De Donno.
-
Bio-tracciamento universale, il Green Pass è solo l’inizio
C’è un filo rosso che unisce pandemia, vaccinazione, Green Pass e 5G all’Identità Digitale Universale, ID2020, riservata entro dieci anni ad ogni essere umano vivente sul pianeta. Esistono precise agende e organismi che, di ID2020, hanno programmato organizzazione e obiettivi: è tutto alla luce del sole, senza complotti e senza misteri. Questi i fatti salienti, dei quali dovrete necessariamente tenere conto. Si tratta di un progetto, redatto da organizzazioni non governative, organico all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e ai successivi sviluppi. Il Green Pass – che, come i fatti dimostrano, si sta espandendo a sempre più categorie – altro non è che un graduale, progressivo avvicinarsi alla attribuzione della Identità Digitale Universale. Si tratta di un codice unico universale, della evoluzione tecnologica dei documenti di identificazione che abbiamo sempre avuto: patente, carta d’identità, codice fiscale, passaporto, e così via.Il Green Pass, divenuto finalmente ID2020, non sarà più discriminatorio: perché tutti ne saranno in possesso; cadrà quindi questa inutile pregiudiziale. L’identità digitale diverrà il passo ineludibile, per ottenere la piena cittadinanza. Certamente, restringerà in assoluto le maglie del controllo, perché traccerà tutti gli aspetti della nostra esistenza, 24 ore su 24: dal battito del cuore al conto in banca, dai gusti sessuali al colore della ultima t-shirt acquistata online. ID2020 è parte integrante dell’operazione Grande Reset, detto anche Quarta Rivoluzione Industriale. Garantirà il controllo capillare, in tempo reale – via 5G, “l’Internet delle cose” (umane) – di ogni individuo: geolocalizzazione, spostamenti, dati biomedici, sociali e finanziari. La figura di Vittorio Colao nel governo non è casuale, come non sono casuali la sua amicizia con Bill Gates, la sua organicità al Gavi (l’alleanza vaccinale) e le sue esperienze tecnologiche in Vodafone.L’ID2020 è doverosamente legato alla vaccinazione universale, perché il tracciamento è realizzato attraverso nanoparticelle e punti quantici indiettati direttamente col siero. Questo spiega il motivo della psico-pandemia Covid, artatamente creata per convincere e costringere la massa ad accettare questo trattamento. Per il controllo dell’animale umano si tratta di una assoluta necessità, visto il numero della popolazione, più simile a una colonia di formiche che a un branco di scimmie. Sarà inevitabile accettarlo, pena l’esclusione dal consorzio civile. A questo ci dobbiamo rassegnare, a meno che non si organizzi una sanguinosa rivolta: ipotesi assolutamente improbabile, vista la natura docile, paurosa e sottomessa della madria umana. Nascerà così la post-umanità, il simbionte da tempo preconizzato.ID2020 è una organizzazione non governativa; un consorzio pubblico-privato, nato tra corporazioni globaliste, associazioni non-profit e istituzioni. I soci fondatori sono Microsoft, Rockefeller Foundation, Gavi, Accenture e Ideo-Org, con alleanze allargate ad altre corporazioni tecnologiche e Ong. Nato nel 2015, il progetto venne presentato l’anno successivo alle Nazioni Unite, nell’ambito del “Sustainable Development Goal”, parte integrante della più vasta Agenda 2030 dell’Onu. ID2020 è inoltre collegato all’agenda dell’Oms “Immunization 2030” che vide l’Italia capofila, firmataria a Washington nel 2017 della “Global Health Security Agenda”, sottoscritta da Beatrice Lorenzin (allora ministro della salute) il presidente Barack Obama. Firma che, come tutti ricorderanno, portò all’approvazione dei 12 vaccini pediatrici obbligatori.L’azione di ID2020 si basa sul presupposto, totalmente inventato, che tutti gli umani hanno diritto all’identità digitale, sottolineando come – nel mondo – ancora una persona su sette non disponga di documenti identificativi, e come i documenti di identità comunque esistenti siano arcaici, inadeguati e non sicuri, quindi non idonei. ID2020 persegue il rilascio di un codice unico universale, collegato sin dalla nascita alla certificazione vaccinale. Si è creata, a questo proposito, la “ID2020 Alliance”, nella quale il registro vaccinale diviene la piattaforma biomedica di ogni operazione successiva. Il tutto, garantito da un sistema blockchain. I punti quantici e le nanoparticelle iniettate coi vaccini, una pratica già in uso da almeno dieci anni, registrano e trasmettono le nostre condizioni biologiche, ci geolocalizzano e tracciano ogni nostra minima attività (di studio, di lavoro, di consumo, di socializzazione). I dati sono trasmessi – in tempo reale, via 5G – alle Big Data Bank, ma sono rilevabili sempre e comunque anche con banalissimi dispositivi smartphone. L’obiettivo evidente è il tracciamento (e quindi il controllo, attraverso sofisticati e potentissimi algoritmi) di ogni individuo presente sul pianeta.(Giovanni Angelo Cianti, “Si scrive Green Pass, si legge ID2020”, video-messaggio pubblicato su “Rumble” il 24 agosto 2021).C’è un filo rosso che unisce pandemia, vaccinazione, Green Pass e 5G all’Identità Digitale Universale, ID2020, riservata entro dieci anni ad ogni essere umano vivente sul pianeta. Esistono precise agende e organismi che, di ID2020, hanno programmato organizzazione e obiettivi: è tutto alla luce del sole, senza complotti e senza misteri. Questi i fatti salienti, dei quali dovrete necessariamente tenere conto. Si tratta di un progetto, redatto da organizzazioni non governative, organico all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e ai successivi sviluppi. Il Green Pass – che, come i fatti dimostrano, si sta espandendo a sempre più categorie – altro non è che un graduale, progressivo avvicinarsi alla attribuzione della Identità Digitale Universale. Si tratta di un codice unico universale, della evoluzione tecnologica dei documenti di identificazione che abbiamo sempre avuto: patente, carta d’identità, codice fiscale, passaporto, e così via.
-
Covid, guarirete da casa: la tardiva verità dei mascalzoni
Giuseppe Conte lavorava col favore delle tenebre? Mario Draghi, in compenso, approfitta del solleone estivo: risale al 16 agosto la firma dell’accordo Stato-Regioni, con il quale l’indecente ministro della sanità (non a caso sempre lo stesso, dal 2019) prende finalmente atto della sensazionale notizia: di Covid si può anche morire, ma solo se si viene abbandonati a se stessi, a casa, senza cure, per giorni e settimane (Tachipirina e vigile attesa, lo storico protocollo della vergogna). Dopo un anno mezzo – e 130.000 morti, stando ai dati ufficiali – la scoperta dell’acqua calda diventa legge: se curati subito, i pazienti colpiti dalla sindrome Covid difficilmente finiranno all’ospedale. Lo avevano gridato decine di medici, per un anno, mentre i pazienti – non curati, e ormai gravi – finivano al pronto soccorso, spesso fuori tempo massimo, a ingrossare il bollettino di guerra e il tragico show inaugurato a Bergamo con la sfilata notturna dei camion militari carichi di bare. Qualcuno pagherà mai, per tutto questo?Non è finita: si scopre che i famosi farmaci monoclonali (basati sull’intuizione di Giuseppe De Donno, quella del plasma iperimmune) sono già disponibili dal 7 agosto. E non solo: il direttore dell’Aifa, Giuseppe Magrini, in un’intervista al “Corriere della Sera” (l’8 agosto) ha annunciato che il 30 settembre avrà termine la Grande Campagna Vaccinale di Massa, incentivata dalla “macelleria democratica” introdotta con il Green Pass e il Tso obbligatorio imposto brutalmente a medici, infermieri, insegnanti e studenti, da parte di un governo che ora preme anche sui bambini e, in ogni caso, vieta ai “renitenti” l’accesso a bar e ristoranti, cinema e teatri, mostre e musei, palestre, discoteche, stadi sportivi, concerti e mezzi di trasporto pubblici (per ora, i treni a lunga percorrenza). Misure che sfidano la Costituzione e irritano una parte del sistema giudiziario (Magistratura Democratica), dato il carattere pericolosamente discriminatorio, che ha spinto più d’uno a parlare di “apartheid”.A insorgere (come in Piemonte) sono gli stessi operatori preposti ai controlli, che annunciano che si rifiuteranno di effettuare le verifiche per scoprire chi è davvero in possesso del lasciapassare: l’avvertimento – pubblico – arriva da Protezione Civile, Croce Rossa, Anpas e Associazione Nazionale Carabinieri, mentre la stessa Regione Piemonte scrive al Garante della Privacy per spiegare perché gli esercenti piemontesi non intendono trasformarsi in gendarmi, rendendo grottesco un provvedimento adottato (in questi termini) solo dalla Francia di Macron, oltre che dall’Italia di Draghi e Mattarella. Sullo sfondo, i segnali in arrivo parlano chiaro: cure domiciliari, farmaci monoclonali e fine del tour de force del generale Figliuolo, che ormai intuisce prossima la soglia che vedrà il 70% degli italiani disposti a subire l’inoculo genico, impropriamente chiamato “vaccino”. Tutti indizi che lasciano presagire l’avvicinarsi della fine dell’incubo psico-sanitario inaugurato dal folle lockdown nazionale del 2020 e proseguito con zone rosse e coprifuoco.Scontata la responsabilità dei medici ospedalieri, incolpevoli, che nel marzo 2020 si calcola abbiano contribuito alla morte di moltissimi pazienti, cui fu somministrato ossigeno anziché eparina: i sanitari scambiarono per polmoniti le tante trombo-flebiti improvvisamente c comparse. Resta però il nodo – tutto politico – della questione: i corpi furono inceneriti senza esequie, e soprattutto senza effettuare autopsie, come richiesto dal ministero della sanità. Proprio la violazione di questa pazzesca disposizione permise poi, ai sanitari, di cominciare a “leggere” correttamente la patologia, trovando infine le contromisure cliniche. Con però un enorme limite oggettivo: all’ospedale finivano persone (quasi sempre anziane e già molto malate) ormai alle prese con difficoltà respiratorie acute e la compromissione grave degli organi vitali. Ai medici ospedalieri – rianimatori, in primis – fu quindi chiesto qualcosa di mostruoso: dover necessariamente scegliere chi salvare e chi no, data la marea dei ricoveri simultanei.E tutto questo, dopo che il governo Conte aveva “dimenticato” di aggiornare e comunque attuare il piano dell’Oms per l’emergenza pandemica, che avrebbe verosimilmente limitato i danni, attraverso misure tempestive e selettive. Ma peggio: nonostante la catastrofe della primavera 2020, le negligenze criminose e i reiterati avvertimenti di moltissimi medici (come quelli che ad aprile segnalarono a Speranza l’efficacia di farmaci come il cortisone, senza ricevere uno straccio di risposta dal ministro), si è continuato stolidamente – nell’ultimo semestre di Conte e nel primo di Draghi – a ignorare la scoperta dell’acqua calda, che poi sarebbe questa: se si viene curati in modo ordinario ma tempestivo, a casa, e con farmaci normalissimi, è quasi impossibile finire all’ospedale, anche se si è molto anziani. Lo dimostra il bilancio esibito dai medici-eroi dell’associazione Ippocrate: 60.000 guarigioni domiciliari su 60.000 pazienti, senza neppure un ricovero.Una verità semplicemente insopportabile – ha spiegato Massimo Mazzucco, nel reportage “Covid, le cure proibite” (nel frattempo rimosso da YouTube) – per chi aveva già deciso, da chissà quanto tempo, che dall’incubo di dovesse uscire in un solo modo: con l’inoculo del materiale genico abusivamente chiamato “vaccino”. Spiega Mazzucco: se fosse stata ammessa per tempo, in via ufficiale, l’esistenza di efficaci terapie (quella che viene ammessa oggi, con oltre un anno di ritardo), sarebbe stato impossibile ottenere dall’Ema, e quindi dall’Aifa, l’autorizzazione per i “vaccini genici”, che per legge hanno lo status di farmaci “sperimentali” fino al 31 dicembre 2023. Chiaro, no? Convalidando le cure precoci, sarebbe stato impossibile somministrare quei farmaci, non ancora testati per anni, come invece i vaccini veri e propri. Domanda Mazzucco: quante persone sono morte, nel frattempo, perché lasciate senza cure per troppi giorni e quindi ricoverate ormai tardi? Quante vittime è costato, questo scherzetto che intanto ha fruttato decine di miliardi?E a proposito di business: quello dei tamponi, finora usati come bocca della verità per quantificare i contagi, vale almeno dieci volte tanto, rispetto a quello dei “non-vaccini”. Kery Mullis, Premio Nobel per la Chimica, è l’inventore del test Pcr: ha dichiarato che, se si vuole, si scopre qualsiasi virus in chiunque. Affermazione clamorosa, che i debunker del mainstream (quelli che fanno sparire i video da YouTube) si sono affrettati a smentire in ogni modo: Mullis non avrebbe mai sconsigliato di utilizzare il tampone come cartina di tornasole per il coronavirus. Peccato che a confermarlo siano fior di medici: se si aumentano le “amplificazioni” del campione, portandole a 40-45 (contro le 20-25 consigliate) dal prelievo biologico può emergere di tutto, anche tracce di vecchie influenze, che è facilissimo protocollare come “Covid”. Il dottor Mariano Amici – 2.000 pazienti Covid curati e guariti nelle loro case, a Roma, nel giro di un anno – è diventato famoso, in televisione (fino a essere “cacciato” da Bruno Vespa) facendo risultare “positivo al Covid” un frutto come il kiwi, sottoposto a tampone.I grandi media – tutti asserviti al potere della narrazione dominante (salvo rarissime eccezioni) – hanno partecipato all’operazione psico-terroristica, incoraggiata da Conte anche con moneta sonante: per un anno e mezzo, non hanno fatto altro che amplificare il panico e silenziare chiunque annunciasse soluzioni. Negli ultimi mesi, non potendo più esibire tenebrose processioni di feretri, hanno finto di scambiare i contagi (chiamandoli “casi”) per vere e proprie patologie ospedaliere, sposando in pieno il delirio dei due governi-Covid e dei loro tecnocrati, installati nei posti di comando, a cui hanno fatto eco – ininterrottamente – i virologi televisivi nostrani (tra gli scienziati meno quotati al mondo, stando al ranking ufficiale che si basa sulla reale attività scientifica prodotta). Mai ascoltato un Nobel come Montagnier, e men che meno gli eminenti epidemiologi anti-Ebola che, attraverso la Great Barrington Declaration, già nel 2020 denunciarono la follia delle restrizioni, completamente inutili per il Covid, raccomandando invece l’unica via maestra: le terapie domiciliari sollecite.Così si è arrivati al doppio disastro: la strage sanitaria, divenuta anche umanitaria – con numeri in realtà non controllabili – e la strage politico-democratica, con le proibizioni imposte da Conte (inaudite e terribili, ma temporanee) ora trasformate nella versione di Draghi (meno drastiche ma altrettanto vessatorie, e in più a carattere potenzialmente permanente), di fronte a un ipotetico virus che – lo ha ammesso il Cdc, l’istituto superiore di sanità Usa – non è mai stato neppure “isolato” con certezza, ma solo “sequenziato”. Non a caso, infatti, il “rivoluzionario” preparato genico spacciato per vaccino, celebrato da Big Pharma come vanto della Scienza, non contiene l’agente patogeno, come invece i normali vaccini antinfluenzali: non lo contiene perché, tecnicamente, non esiste? Domanda non peregrina: il professor Stefano Scoglio, candidato al Nobel per la Medicina nel 2018, ha ricordato che lo stesso virus Hiv potrebbe non essere mai esistito, come tale.Non si tratterebbe di una frode scientifica, ha chiarito un chimico farmaceutico come Matt Martini, ma di un possibile, colossale abbaglio: le particelle molecolari oggi chiamate ancora “virus Rna”, un giorno, potrebbero rivelarsi una chimera? Ossia: impronte di materia mai davvero isolate, e “lette” come tali solo in base ad algoritmi digitali, cioè senza ordinari riscontri biologici da laboratorio? Se questa ipotesi fosse confermata, come suggeriscono alcuni scienziati di livello mondiale – aggiunge Martini – la stessa scienza potrebbe trovarsi di fronte alla storica necessità di rivedere i propri paradigmi. Ma intendiamoci: si tratta di riflessioni che in Italia hanno spazio solo su media indipendenti e minuscoli, di nicchia, subito bollati come “complottisti” da chi riesce a non vomitare di fronte allo spettacolo della menzogna offerto dall’establishment, salvo accanirsi verso chi tenta di trovare risposte, in un habitat dove la verità è diventata reato, dove i medici-coraggio come De Donno vengono trovati impiccati, e dove le cure precoci – la scoperta dell’acqua calda – arrivano solo dopo i “vaccini genici” (che non immunizzano nessuno dalla possibilità di contrarre il contagio, e di contagiare il prossimo) imposti con il disgustoso ricatto del Green Pass.Giuseppe Conte lavorava col favore delle tenebre? Mario Draghi, in compenso, approfitta del solleone estivo: risale al 16 agosto la firma dell’accordo Stato-Regioni, con il quale l’indecente ministro della sanità (non a caso sempre lo stesso, dal 2019) prende finalmente atto della sensazionale notizia: di Covid si può anche morire, ma – in pratica – solo se si viene abbandonati a se stessi, a casa, senza cure, per giorni e settimane (Tachipirina e vigile attesa, lo storico protocollo della vergogna). Dopo un anno e mezzo – e più di 130.000 morti, stando ai dati ufficiali – la scoperta dell’acqua calda diventa legge: se curati subito, i pazienti colpiti dalla sindrome Covid difficilmente finiranno all’ospedale. Lo avevano gridato decine di medici, per un anno, mentre i pazienti (non curati, e ormai gravi) finivano al pronto soccorso, spesso fuori tempo massimo, a ingrossare il bollettino di guerra e il tragico show inaugurato a Bergamo con la sfilata notturna dei camion militari carichi di bare. Qualcuno pagherà mai, per tutto questo?
-
Siamo sotto attacco, perché il nostro risveglio è in atto
Noi siamo esseri solari in crescita, figli del sole: tutta la materia di cui siamo fatti (perfino il nostro spirito, la nostra anima) è composta da pezzi di sole. Tutto, anche la fisica di cui è fatta la Terra. Il sole è il logos degli antichi cristiani, è il creatore del sistema solare, della razza umana, di tutti gli esseri che abbiamo attorno. E secondo le grandi indicazioni iniziatiche, il sole è anche l’essere dell’amore: infatti emette raggi di luce e calore verso tutti, non guarda in faccia a nessuno. Ama tutti e, nel farlo, perde anche un po’ di pezzi di se stesso, senza avere nulla in cambio. E’ come dovremo imparare ad essere noi: ci vuole ancora un po’ di tempo, ma questa è la strada. Il sole, che è l’essere che presiede alla nostra evoluzione, nel momento in cui vede un’aggressione enorme alla nostra etica, ai nostri corpi (fisico e sottile) – un’aggressione che vuole indebolire le forze vitali di cui siamo fatti, che presiedono alle nostre forze fisiche – produce un’accelerazione delle forze vitali che a noi, come Terra, arrivano tutte dal sole, a cominciare dall’energia che fa crescere le piante.Il sole tiene in piedi anche noi: gli indiani lo chiamavano “prana”. E dato che i gruppi anti-sole (anti-amore) vogliono indebolire le nostre forze, il sole – per compensare questo – ci sta mandando più etere: è questo, il riscaldamento climatico. E’ chiaro che questa cosa non piace, ai vari Club di Roma e ai loro padroni, però è quello che sta succedendo. Ho controllato, sui grafici dei climatologi: ogni volta che la temperatura aumentava di parecchio, sulla Terra stava accadendo qualcosa di forte, spiritualmente. Per esempio: durante la vita del Cristo, la temperatura era più alta di adesso; dopo la sua morte, è sprofondata di diversi gradi al di sotto della temperatura attuale. Poi è risalita quando c’era il monachesimo illuminato, e anche all’epoca dei Templari, poi con i Medici, e ancora durante la Rivoluzione Francese; poi è crollata, per ricominciare a salire negli anni Sessanta, quando io dico che è cominciato l’attuale fenomeno del risveglio della nostra coscienza.Così si capiscono meglio anche i recenti esperimenti di geoingegneria per filtrare i raggi del sole: tutta la strategia nella quale siamo coinvolti è contro il sole, l’amore, l’essere che vuole svilupparsi dentro di noi facendo il bene. Dagli anni Sessanta, la gente si è data da fare nell’ecologia, ha cominciato ad amare gli animali e le piante, ha inziato a occuparsi di solidarietà (che prima non esisteva). E ha cominciato a farsi delle domande, a uscire un po’ alla volta dalle ideologie, dalle religioni: a cercare il bene vero, non quello che gli era stato presentato per secoli. E’ chiaro che questa, per i poteri abituati a dominare, è una situazione di emergenza da allarme rosso. E quindi se ne devono inventare di tutti i tipi, per bloccarci: per bloccare le forze d’amore, anche quelle che vengono dal cosmo. Solo che non sanno con chi hanno a che fare, non se ne rendono conto: né nel caso delle forze d’amore che sono nel cosmo, né nel caso di quelle che sono dentro di noi. Tant’è vero che, più ce ne fanno, più una parte di noi cresce e diventa consapevole: è quello che sta succedendo oggi.Quando facevo l’analista per panel internazionali, governativi (quei gruppi che si riuniscono per capire come stanno le cose, e dirlo ai governi), la mia specialità era il mondo islamico. E a un certo punto, nell’Islam, ho visto comparire un Islam che non c’era. E’ cominciato con Bin Laden: un Islam estremista, anomalo, cattivo, con la comparsa di strani abbigliamenti, turbanti neri, barbacce lunghe da ceffi da teatro. Nell’Islam non c’era, tutto questo. Qualcuno, quindi, li ha addestrati e gli ha detto: conciamoci così, perché così si vestivano ai tempi di Maometto (come se noi andassimo da loro vestiti da crociati). La sensibilità occidentale doveva essere messa in emergenza nel vedere quei ceffi, con le bandiere nere (che nell’Islam non ci sono: sarebbero verdi). Hanno ripreso costumi arcaici, che erano scomparsi: il taglio delle mani, le lapidazioni. Abitudini sopravvissute – guarda in po’ – soltanto in Arabia Saudita, dove ha sede la setta retriva dei wahhabiti, messi al potere dalla massoneria inglese. Quello è un Islam finto, però drammatico: armato, addestrato, istruito su come mettere in scena il teatro dell’orrore, le decapitazioni dei prigionieri vestiti di arancione.E’ un conflitto, scelto nella nostra epoca, per tenere in vita una malattia dell’umanità. Perché le guerre sono malattie: vengono fatte per creare vortici di odio e di violenza. Non le vince mai nessuno, le guerre. Il senso di quella dell’Afghanistan è palese: gli americani stanno per anni in un posto (e si trascinano dietro anche noi italiani) per perderla, la guerra, peggiorando ulteriormente lo scenario. Conquistano l’Iraq per destabilizzarlo. Poi l’Occidente detronizza Gheddafi per destabilizzare la Libia. E cosa ci guadagna? Niente: la destabilizzazione, e i morti. Perché una delle strategie di questi gruppi è quella di creare vortici di paura, nel mondo (vortici di violenza, di rabbia), che guastano il risveglio umano e arrivano fino a noi. Come? Col terrorismo, creando una guerra asimmetrica. Quando facevo l’analista, trent’anni fa, i satelliti permettevano di leggere tranquillamente anche le targhe delle auto. Adesso ti fanno anche le radiografie, però Bin Laden non lo trovavano mai. Basterebbe una settimana, per catturare tutti quei tragici figuranti. Ma non viene fatto: perché il terrore viene sfruttato, come emergenza.Così, i terroristi vengono inviati anche nelle nostre città, in Occidente: quando serve, qualcuno viene accoltellato, si fa esplodere una bomba, viene creato il fenomeno dell’immigrazione non controllata; la gente si spaventa, comincia a temere e odiare gli immigrati, e per giunta poi c’è anche qualche immigrato che veramente fa il male. E’ tutto combinato, tutto contro la nostra anima. Al tempo in cui lavoravo per quei panel, periodicamente si diceva: se non ci armiamo abbastanza (con missili, caccia, atomiche) i sovietici conquisteranno Parigi in tre giorni, e poi cosacchi faranno abbeverare i loro cavalli alle fontane di San Pietro. Ricordo l’imbarazzo degli esperti, chiamati periodicamente a valutare davvero la situazione: l’Urss non aveva la minima possibilità di sopraffare la Nato, data l’immesa disparità di forze. Ma questo, gli esperti non riuscivano mai a metterlo nero su bianco: era proibito dire la verità, altrimenti sarebbe venuta meno l’emergenza costruita sul pericolo russo.La stessa cosa si fa con le altre minacce: le si usa per terrorizzarci. Covid, Afghanistan, riscaldamento climatico, Greta (e tutto quello che vi pare). Fate caso alla attenta regia delle cose: il terrorismo “islamico” è sempre pronto, come conferma il ritorno dei Talebani. Lo stesso Isis non è sparito, l’Africa è piena di luoghi nelle mani di Al-Qaeda o dell’Isis. Sono sempre lì, pronti all’uso: ogni tanto qualcuno ammazza un prete o dà fuoco a una chiesa. Ma bisogna mettersi nei panni del regista cinematografico di tutte queste operazioni. Direbbe: in questa puntata c’è già la scena del Covid, quindi non mischiamo le cose. Appena il Covid cala, mandiamo avanti gli incendi estivi e l’Afghanistan. Qual è l’obiettivo di questa regia? L’anima delle persone. La nostra psiche è l’unico vero obiettivo: il terreno di conquista di queste guerre non sono le banche, i territori, le risorse. No, l’obiettivo siamo noi: la nostra anima, la psiche degli esseri umani (che è in fase di risveglio, e proprio per questo viene messa sotto attacco).Chi teme davvero il nostro risveglio? I personaggi sotto i riflettori, quelli che conosciamo, non sanno nulla. Pare che sappiano tutto loro: il grande leader, ma anche il “gran maestro” massone della superloggia quacquacquà. Rappresentano un livello basso: stanno lì in cambio di denari, di potere e di ambizione. In realtà, sono quelli che meno sanno. Quand’ero il consigliere di alte cariche, mi rendevo conto del fatto che più si saliva di livello, fino ai primi ministri, e meno ne sapevano. E quelli sopra di loro? Be’, quelli comandano davvero: e sono gente che fa il male per il male. Quanti sono? Quattro persone? Cinque? Dodici? Loro sì, hanno i loro addentellati: e, per conto dei loro capi spirituali, svolgono il compito di cercare di frenare lo sviluppo umano. Ma, più lo fanno, più la gente cresce: perché, sopra di loro, ci sono gli “esseri spirituali del bene”, quelli che vogliono la nostra evoluzione, che li stanno usando – da alcune migliaia di anni, non di più – per crearci un’opposizione, in modo che noi cresciamo, sviluppando il nostro vero Io.Uno spettacolo al quale stiamo assistendo, in questi giorni, è l’enfatizzazione mediatica degli incendi stagionali. Fa troppo caldo? Qualcuno sostiene che sia colpa nostra: lo dice la piccola Greta, poveretta, ma lo dice pure l’Ipcc Panel dell’Onu, proprio adesso, cavalcando con straordinario tempismo gli incendi, innescati in simultanea da centinaia, migliaia di piromani stranamente sincronizzati. I media ci dicono che i roghi sarebbero davvero ingigantiti dal “climate change”, anche se gli stessi scienziati pagati dall’Onu ammettono una variazione di appena un grado, in cento anni. Per fortuna, ora arriva l’epocale Green New Deal, cioè i miliardi stanziati (teoricamente) per l’emergenza sanitaria. Obiettivo: abbandonare il petrolio e passare all’elettrico. E dove mai lo si ricaverà, quell’immenso quantitativo di energia elettrica? Vuoi vedere che tra un po’ spunterà – altrettanto magicamente – il verdissimo “nucleare nuovo”, sul quale si è appena pronunciato Roberto Cingolani, ministro del governo Draghi, che qualcuno ha inserito tra le fila dei soliti 5 Stelle?Oggi, lo vediamo, aumentano in modo esponenziale le nostre difficoltà, specie da quando si è insediato Draghi a Palazzo Chigi. Ve lo confesso: sono proprio contento, che al governo ci sia Draghi. Tutto quello che ci sta imponendo – il vaccino-Covid, il “green pass” obbligatorio – rappresenta una cartina di tornasole: ti rendi conto di chi è chi. Certo, devono succedere cose, per capire chi sta con chi. Abbiamo capito che tutto l’arco costituzionale (o meglio, incostituzionale) dipendeva dai capi di Draghi già prima che arrivasse Draghi; solo, faceva finta che ci fosse la democrazia. Oggi, con la scusa dell’emergenza, si sono detti: be’, possiamo passarci sopra, alla democrazia; possiamo rispondere direttamente al padrone, che fa un governo nel quale i ruoli fondamentali sono del Club di Roma, dei finanzieri, dei mondialisti. Così, spudoratamente. Ecco: siamo in risveglio, e il risveglio è il momento di guardare chi è con chi. Anche nel mondo new age, alcuni “guretti” vari di sono scoperti. Bene: utile. Grazie a Draghi.(Fausto Carotenuto, dichiarazioni rilasciate a Fabio Frabetti nella diretta del 15 agosto 2021 sul canale YouTube di “Border Nights”. Già analista d’intelligence, Carotenuto ha fondato il network “Coscienze in Rete”, di ispirazione steineriana, e nel 2005 per UnoEditori ha pubblicato il saggio “Il mistero della situazione internazionale”, lettura in chiave spiritualistica della geopolitica e della stessa piramide invisibile dell’attuale potere mondiale).Noi siamo esseri solari in crescita, figli del sole: tutta la materia di cui siamo fatti (perfino il nostro spirito, la nostra anima) è composta da pezzi di sole. Tutto, anche la fisica di cui è fatta la Terra. Il sole è il logos degli antichi cristiani, è il creatore del sistema solare, della razza umana, di tutti gli esseri che abbiamo attorno. E secondo le grandi indicazioni iniziatiche, il sole è anche l’essere dell’amore: infatti emette raggi di luce e calore verso tutti, non guarda in faccia a nessuno. Ama tutti e, nel farlo, perde anche un po’ di pezzi di se stesso, senza avere nulla in cambio. E’ come dovremo imparare ad essere noi: ci vuole ancora un po’ di tempo, ma questa è la strada. Il sole, che è l’essere che presiede alla nostra evoluzione, nel momento in cui vede un’aggressione enorme alla nostra etica, ai nostri corpi (fisico e sottile) – un’aggressione che vuole indebolire le forze vitali di cui siamo fatti, che presiedono alle nostre forze fisiche – produce un’accelerazione delle forze vitali che a noi, come Terra, arrivano tutte dal sole, a cominciare dall’energia che fa crescere le piante.
-
La Bibbia Nuda: quando finirà l’equivoco del “libro sacro”
Il noto docente e divulgatore scientifico Alessandro Barbero ha ribadito ultimamente un celebre “mantra” universalmente noto, ovvero che la storia la scrivono i vincitori. Da sempre e in ogni senso. La storia dell’umanità è stata scritta, riscritta, trascritta e insegnata, divulgata in tanti modi, certamente affascinanti, ma pur sempre pilotati. I “vincitori” sono coloro che poi impongono la loro politica, i loro usi e costumi e, per scendere nello specifico sono “le caste”, i detentori della publica fides e che nel nostro paese sono rappresentate in modo particolare dalla Chiesa Cattolica Romana e dalle Università. Qualcuno diceva che «la casta è casta e va sì rispettata», ma qui ormai «si è perso il senso e la misura»… è semplicemente una questione di spartizione dei poteri. Non è voler denigrare il meraviglioso Ateneo italiano, il più antico del mondo, se notiamo come spesso, purtroppo, e con vivo rammarico di tanti, esso sia ridotto a mero “esamificio”, puntellato da baronie con la passione dell’immortalità, che si autoperpetuano per nepotismo (e non solo). E così non mancano gli studenti ridotti a polli in batteria, spesso abbandonati a loro stessi, ridotti a macchine di memorizzazione…E quando, pertanto, gli ambienti “certificatori” della conoscenza umana si pongono come i soli detentori della sapienza, non si pongono nemmeno il problema di accettare ciò che si permette di mettere in discussione una tradizione granitica e monolitica, fiera dei suoi secoli. Ammettere che la storia debba essere riscritta proprio non può andare. Troppe cattedre tremerebbero, troppi fiumi di inchiostro sigillati dagli stessi apparati accademici sarebbero da buttare nella raccolta differenziata della carta. Eh no. Decisamente questi signori non gradiranno mai che coloro che non siano “esplicitamente designati” mettano le mani nella loro marmellata! L’allearsi pertanto di atei e bigotti nella comune difesa dogmatica di questa “Tradizione” non concede sconti. Magari alla fine si può anche bonariamente accettare l’idea di un Omero vissuto nel Nord Europa, di un Galileo occultista che praticava arti magiche ma che in fin dei conti era un buon uomo, ma ci sono argomenti tenuti volontariamente tabù. Le Scritture sono uno di questi.Quindi, affermare o solo ipotizzare che la Sacra Scrittura non sia poi così tanto sacra e che da secoli si perpetuano errori madornali di traduzione è anti-scientifico, è da complottisti. È da stupidi. Peccato che chiunque abbia avuto a che fare con il mondo delle traduzioni, in special modo quando si opera con le lingue antiche, saprà troppo bene come esistono termini che sono intraducibili per definitionem; oppure più semplicemente che noi, con gli occhi di chi vive comunque un’altra realtà, non sappiamo rendere quello che volevano dire loro. Sono centinaia gli esempi che vengono insegnati in filologia classica. Ne vorrei citare uno, molto banale ma bello. Nell’Iliade, dire “glaucopide Atena” non significa nulla. Tradotto alla lettera da Rosa Calzecchi Onesti con “Atena dagli occhi azzurri”, è stato proposto di renderlo con “Atena dall’aspetto del color del mare”, un epiteto che meglio rende una divinità. Alla luce di tutto ciò è lecito domandarci se, tutto sommato, il libro “Antico Testamento” doveva divenire qualcosa in più rispetto alle centinaia di poemi epici antichi e che in qualche modo la sua storia, il suo essere tramandato e tradotto, è stato modificato.A dire quindi che «la Bibbia è un libro ispirato da Dio» va bene anche alla scienza, in quanto sono secoli di granitica tradizione che ha dato lavoro e fama a troppe persone. Ma se una supposizione è una deduzione logica sulla base degli argomenti, io ho il diritto di pormi il “se davvero” è così. Nessuno lo ha fatto prima? Almeno non in modo così dichiarato, aperto, trasparente? E’ perché forse nessuno ne ha avuto il coraggio. Il coraggio di alzare la voce e rivendicare che la grammatica è grammatica, e dichiarare che alcuni termini ebraici sono intraducibili. E se ci si ostina a tradurli è per creare una sub-grammatica ad hoc, una grammatica falsa creata per far stare in piedi l’impalcatura Bibbia-Libro Sacro. I cattolici romani sono in evidente malafede (e lo sanno). I protestanti sono dei buonisti (e lo sanno pure loro, e fa comodo soprattutto ai cattolici). Rimangono le frange di Evangelici con movimenti praticamente indipendentisti, chiese acefale di stampo carismatico, lefevriani e integralisti.Poi, se vogliamo dare retta ai teologi e agli esegeti “professionisti”, essi ci rassicurano dicendoci che la Bibbia in fondo è come l’armadio di famiglia, ovvero un luogo dove “c’è un po’ di tutto”, in cui si sono stratificate le cose più e meno importanti. Ma che sollievo (mi viene da dire)! Quindi, chi crede deve basare la sua fede su un’accozzaglia di storie sparpagliate chiaramente mitologiche, allegoriche, mitopoietiche. Non so perché, ma non mi sentirei così tranquillo a sapere che il “mio” libro sacro, da cui dipende la mia vita, la mia condotta morale, il mio destino futuro, è un guazzabuglio di storie e miti! Ma un po’ di buon senso non guasterebbe, se prendessimo effettivamente atto che, se prendi la Bibbia alla lettera, è anacronistica e piena di errori scientifici, storici e geografici. Se interpretata ci dobbiamo porre delle domande: con quale criterio scegliamo cosa interpretare e cosa no? O, se interpretiamo tutto, non rischiamo di farne nascere migliaia di religioni diverse? Se tutto è un simbolo, possiamo dubitare di tutti i personaggi menzionati, no?La Bibbia non è niente altro che un testo mitologico di una delle tante “religioni” che dovrebbero essere studiate antropologicamente, storicamente e culturalmente… stop! Per il resto, non dovrebbe essere in alcun modo presa a riferimento. Quello che nessun detrattore di Mauro Biglino potrà mai dire è che egli si voglia professare ennesimo “nuovo profeta” di una qualche corrente. Nulla di più fuori strada. Il “biglinanesimo” non esiste. Perché non può esistere! Ciò che esiste è invece ragionamento e studio, è l’uso della razionalità, è assenza di pregiudizio. E a me, per natura scettico e libero pensatore, piace molto ragionare usando il criterio, navigare nell’oceano del dubbio, alla ricerca continua e ossessiva di nuove ipotesi e nuove tesi che spighino tanti perché su cui religioni, filosofie e la stessa scienza non hanno ancora dato una risposta. E forse questa risposta non la troveremo. Oppure un domani ci andremo molto vicini. Quante volte è stato detto che la scienza è dovuta tornare indietro sui suoi passi? Perché non era possibile spiegare tutto, o meglio: non bastavano più le spiegazioni tradizionali.Gustavo Rol, a chi gli domandava come facesse a realizzare quei prodigi di cui decine di persone sono state testimoni oculari, diceva: «Ci sono cose che io oggi ho trovato e posso fare. Domani le scoprirà e le potrà fare anche la scienza». Perché in fondo diamo troppo per scontato il principio di Lavoisier, che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma: un concetto che, nella sua semplicità disarmante, è profondamente vero. Certamente siamo ad un passaggio, a un giro di boa storico. Da storico mi emoziono moltissimo quando passeggio per chiese e cimiteri e leggo vecchie e antiche lapidi di religiosi, sacerdoti, membri di confraternite, che hanno scritto la storia nel piccolo e nel grande, hanno creduto in un ideale che non potevano che avere come certezza assoluta; hanno predicato per vite intere, fatto sicuramente del bene, in nome di una elaborazione ben costruita a tavolino. Tanto rispetto per il loro operato, ma tanto sgomento per il fatto che l’essere umano ha, per sua natura, bisogno fisiologico di cercarsi, individuarsi, categorizzarsi in un determinato gregge. E se fra 10, 50 o 100 anni l’Antico Testamento non si leggerà più come testo sacro, cosa succederà? Perché la questione non è se, ma quando.Credo personalmente che, alla luce del libro “La Bibbia nuda” e dei ragionamenti puliti e lineari di Mauro Biglino, ci dobbiamo serenamente preparare. Col ragionamento, con lo studio, con la maturazione di un senso critico giusto, nessuno si meraviglierà se, purtroppo, la Bibbia ha causato milioni di morti. Se si sono imposte delle caste. Se veniamo trattati come vitelli all’interno di recinti ben precisi. Biglino ci insegna in un modo squisitamente “paterno”, razionalmente disarmante, a stimolare il nostro senso critico. Con un metodo che oserei definire kantiano. Elegantemente pulito e lineare. Non posso poi non menzionare, seguendo i ragionamenti condotti da Biglino, curiose coincidenze che mi ritornano alla mente… Ad esempio una filmografia hollywoodiana che, da sempre, si rivela ampiamente informata sui fatti… Chi si ricorda la scena di “Ghostbusters”, di Ivan Reitman, quando un terrorizzato Dan Aykroyd si sente chiedere dal famigerato “Gozer il gozeriano”: «Sei tu un dio?».E tutta la trama sembra perfettamente rispettare l’immagine di questi “esseri con poteri sovrumani”, venerati come divinità pagane nell’antichità, che si risvegliano e pretendono il loro tributo. E allora che dire di cult quali “Cocoon” (1985), ovviamente “Stargate” (1994), “The Arrival” (1996), “Contact” (1999), fino a “Prometheus” (2012)… Sapevano già trent’anni fa che gli antichi Elohim erano degli extraterrestri? Insomma, ancora una volta, da questo libro, uscito nel momento storico giusto, emerge un Biglino vincente. Che “si commenta da solo” con ragionamenti che si offrono al pubblico raziocinio della coscienza. Caro Mauro, ancora una volta “facesti come quei che va di notte, / che porta il lume dietro e sé non giova, / ma dopo sé fa le persone dotte”. E quindi, alla fine, noi “facciamo finta”.(Gianluca D’Elia, recensione a “La Bibbia nuda”, libro-intervista di Giorgio Cattaneo con Mauro Biglino, Tuthi, 345 pagine, 23 euro. D’Elia è bibliotecario all’Augusta di Perugia, prima biblioteca italiana ad aver inserito tra i suoi volumi “La Bibbia Nuda”, ora disponibile anche su “Il Giardino dei Libri”).Il noto docente e divulgatore scientifico Alessandro Barbero ha ribadito ultimamente un celebre “mantra” universalmente noto, ovvero che la storia la scrivono i vincitori. Da sempre e in ogni senso. La storia dell’umanità è stata scritta, riscritta, trascritta e insegnata, divulgata in tanti modi, certamente affascinanti, ma pur sempre pilotati. I “vincitori” sono coloro che poi impongono la loro politica, i loro usi e costumi e, per scendere nello specifico sono “le caste”, i detentori della publica fides e che nel nostro paese sono rappresentate in modo particolare dalla Chiesa Cattolica Romana e dalle Università. Qualcuno diceva che «la casta è casta e va sì rispettata», ma qui ormai «si è perso il senso e la misura»… è semplicemente una questione di spartizione dei poteri. Non è voler denigrare il meraviglioso Ateneo italiano, il più antico del mondo, se notiamo come spesso, purtroppo, e con vivo rammarico di tanti, esso sia ridotto a mero “esamificio”, puntellato da baronie con la passione dell’immortalità, che si autoperpetuano per nepotismo (e non solo). E così non mancano gli studenti ridotti a polli in batteria, spesso abbandonati a loro stessi, ridotti a macchine di memorizzazione…
-
Sugli Ufo, mezze verità. Cosa sta arrivando, dallo spazio?
Perché sono così irrisorie, le attesissime rivelazioni sugli Ufo da parte degli Usa, che pure ora ammettono l’esistenza del fenomeno dopo decenni di silenzi e bugie? Se lo domanda lo storico Nicola Bizzi, appassionato studioso di archeologia e mitologia. Bizzi avanza un’ipotesi: stanno forse per ammettere l’alleanza terrestre con una “razza” aliena? Temono infatti che nel 2024 tutto diverrebbe di dominio pubblico, nel caso dallo spazio giungessero ben altri alieni? Per la precisione, potrebbero essere in arrivo i nostri antichi, veri “creatori”: nel caso, potrebbero liberare l’umanità dal giogo schiavistico imposto dagli attuali dominatori extraterrestri, quelli che da millenni pilotano i poteri terreni e condizionano le menti attraverso le religioni? Tesi che Bizzi rilancia, in un appassionante excursus tra storia e giornalismo d’inchiesta, ufologia e antropologia, conquiste scientifiche e tecnologiche, miti dell’antichità, fantascienza e conoscenze di oggi. La paura del ritorno degli alieni “buoni” ha forse motivato anche l’attuale crisi planetaria, scatenata in termini di Great Reset per il controllo della popolazione? E’ in corso addirittura una guerra inter-planetaria, che sta per approdare sulla Terra? E dunque: siamo sul punto si scoprire, definitivamente, che la stessa umanità ha davvero origini aliene, finora risolutamente negate?E’ stato calcolato che, se la nostra civiltà dovesse collassare, tutti i manufatti umani – inclusi gli edifici in cemento armato – verrebbero letteralmente disgregati dalla vegetazione. Fra 1-2 milioni anni non resterebbe più niente, dell’attuale ciclo di civiltà terrestre, se non uno strato di carbonio e metalli pesanti. Uno strato dello spessore di appena alcuni centimetri, diffuso in modo uniforme in tutto il mondo. Sarebbe il residuo dell’interazione dell’attuale umanità con il nostro pianeta. Ma uno strato simile esiste già, in tutto il mondo: viene chiamato Limite Kt e risale alla fine dell’Era Mesozoica, cioè al periodo che vide la scomparsa dei grandi dinosauri, circa 65 milioni di anni fa. Potrebbe significare che 65 milioni di anni esisteva una civiltà, non sappiamo se umana o di altra natura, di cui resta solo quel misero strato di carbonio e metalli pesanti. Questo è inquietante, ma la dice lunga su come non sappiamo niente, del vero passato del nostro mondo, dove la comparsa dell’uomo non è ancora stata spiegata: la nostra possibile origine aliena viene dibattuta dagli scienziati solo a porte chiuse, perché metterebbe in crisi qualsiasi teoria finora sviluppata sulla nostra genesi.Io ho trovato ridicoli i recenti annunci, da parte degli Usa, di ipotetiche rivelazioni sugli Ufo. Hanno semplicemente confermato quello che aveva appena ammesso la marina statunitense, ovvero che lo spazio aereo viene costantemente violato da velivoli di varia natura, che le autorità (ufficialmente) sostengono di non essere in grado di verificare e classificare. E’ la scoperta dell’acqua calda, ma senza sincerità: sanno benissimo che molti velivoli attraversano i cieli, con il pieno consenso degli apparati militari e della politica americana. Consenso, poi, è una parola grossa: perché gli intrusi, in realtà, fanno quello che vogliono. Negli anni ‘50 e ‘60, l’Unione Sovietica apriva il fuoco, contro gli “oggetti volanti non identificati”; ha smesso di farlo quando certi velivoli, rispondendo al fuoco, hanno raso al suolo le basi militari sovietiche. E così, alla fine, con gli alieni sono scesi a patti anche loro. Notevole l’ipocrisia: sanno benissimo che questi velivoli scorrazzano impunemente dove vogliono. Ora si sono decisi a confermarci ufficialmente che esistono, però tacciono completamente sui retroscena della questione.Con alcune civiltà aliene, gli Stati Uniti hanno stipulato veri e propri trattati già ai tempi di Eisenhower. E’ tutto documentato: ne ha parlato a lungo, nei suoi libri, il colonnello Philip Corso, che negli ultimi anni della sua vita ha deciso di vuotare il sacco. Il colonnello Corso aveva altissimi incarichi, strettamente segreti: si occupava proprio dell’interazione con queste civiltà non terrestri. Un’interazione che, in passato, aveva riguardato altre nazioni: la Germania di Hitler era stata a sua volta in contatto con alcune civiltà aliene, che – non sappiamo in cambio di che cosa – le avevano trasferito tecnologie avanzate (che nella Seconda Guerra Mondiale sono poi state impiegate solo in minima parte, dato che quelle applicazioni erano ancora in fase di sperimentazione). Poi è toccato agli Stati Uniti: hanno concesso basi terrestri e libertà di sorvolo, ricevendo in cambio alcune “gocce” di tecnologia. Secondo alcune interpretazioni, che ritengo verosimili, il recente balzo tecnologico globale (dal transistor al microchip, fino quindi all’informatica e alla telefonia) sarebbe in buona parte il prodotto di “retroingegneria aliena”, incluso l’impiego del grafene, materiale magnetico ora rilevato nei “vaccini genici” anti-Covid.Le missioni lunari della Nasa (poi proseguite in silenzio) all’epoca delle missioni Apollo erano state finanziate da una grande compagnia di telecomunicazioni, la At&T, dopo che sulla Luna, oltre alle basi spaziali aliene attualmente in funzione, erano state individuate basi molto antiche: strutture in rovina, coperte da enormi cupole trasparenti, costruite con un materiale che alla At&T interessava molto. Ed è grazie a questo materiale, prelevato nel contesto delle missioni Apollo, che è stata realizzata su scala globale la fibra ottica. Teniamo conto del fatto che le forze armate di potenze come Usa, Russia e Cina sono trent’anni avanti, rispetto alla società civile: le super-tecnologie di cui dispongono le rilasciano a noi civili solo quando ormai, per loro, sono diventate obsolete. Una dinamica che la fantascienza ha anticipato, mostrando tecnologie strabilianti che poi, decenni dopo, sono diventate di uso comune. Ma il problema di fondo è un altro: non possono ammettere che con civiltà aliene sono stati stipulati trattati, taciuti all’opinione pubblica. Perché allora, proprio adesso, si ufficializzano determinate ammissioni, come quella sulla reale esistenza degli Ufo?Secondo alcune interpretazioni, questo è dovuto a un fatto: negli ultimi anni, a violare lo spazio aereo (degli Usa e di altre nazioni) sarebbero state anche componenti nuove. Quando gli Usa sostengono di non essere in grado di verificare l’identità degli intrusi, probabilmente non mentono: sapendo benissimo quali sono i loro alleati, sanno anche che – da qualche tempo – nuove civiltà (che non conoscono, e con cui non hanno nessun accordo) vanno e vengono, a spasso nei nostri cieli. Sarebbe stata questa nuova presenza, di fatto, a mettere in allarme le civiltà aliene già presenti qui, alcune da molto tempo, altre da epoche più recenti: temono l’arrivo di altre forze, che potrebbero essere loro ostili? L’allarme coinvolgerebbe le stesse forze armate americane, se è vero che – a loro volta – non sanno a chi appartengano alcuni dei velivoli che sorvolano il loro spazio. Sonde orbitali come la Soho, che monitorano il Sole, da circa tre anni stanno rilevando l’arrivo di enormi astronavi, che sfrutterebbero una sorta di “portale dimensionale”.Si tratta di astronavi gigantesche, che appaiono dal nulla in prossimità del Sole e si dirigono poi verso il sistema solare esterno, passando quindi vicino alla Terra, a Venere e a Marte, in direzione di Giove e Saturno. Non so dire di cosa si tratti, ovviamente. Ma so che c’è grande fermento, anche in ambienti d’intelligence. C’è chi teme che possa essere prossimo (addirittura si parla del 2024) il ritorno in forze, nel sistema solare, di determinate civiltà aliene che sarebbero state costrette a lasciare la Terra alcuni millenni fa. La loro partenza sarebbe stato l’esito di una guerra, combattuta attorno a 21.000 anni fa, cioè verso il 19.000 avanti Cristo. Quella guerra – estesa anche su altri sistemi stellari – avrebbe visto sconfitte determinate civiltà aliene che erano presenti sul nostro pianeta. Secondo certe fonti, questa civiltà avrebbe avuto caratteristiche umanoidi e avrebbe contribuito alla manipolazione genetica dei nostri “antenati” primati, quindi alla creazione di una parte di umanità. Questa civiltà starebbe dunque tornando, e andrebbe a scompaginare lo status quo attuale, su cui c’è stato sempre il massimo segreto.Pare ad esempio che la Nasa sia soltanto uno specchietto per le allodole, per distrarre l’opinione pubblica. Un hacker molto coraggioso, lo scozzese Gary McKinnock, violando i siti della Nasa, del Pentagono e di alcune agenzie dell’intelligence militare Usa, vent’anni fa riuscì a scoprire l’esistenza di quella che viene definita “flotta spaziale segreta”, di fatto ammessa, a suo tempo (di proposito o meno, non si sa) dallo stesso Ronald Reagan, che in televisione disse che le astronavi Usa era in grado di trasportare fino a 300 persone, quando lo Space Shuttle si limitava a 4-5 astronauti. Già prima della creazione dell’attuale Space Force finalmente ufficializzata da Trump, a gestire i programmi spaziali segreti (con fondi neri, pressoché illimitati) è sempre stata la marina militare Usa: e le navi spaziali scoperte da McKinnock erano classificate Usss, con la tripla S (Unites States Space Ship). Questa “flotta spaziale segreta” avrebbe realizzato basi permanenti sulla Luna e, dalla fine degli anni ‘70, altre basi anche su Marte, su alcuni asteroidi orbitanti nel sistema solare e addirittura su alcuni satelliti di Giove.Tempo fa sono circolate immagini che mostrerebbero una delle basi presenti su Marte: edifici che sembrano chiaramente terrestri, in quanto circondati da enormi distese di pannelli solari (tecnologia energetica che si può considerare “antiquata”, dunque nostra). Già negli anni ‘80 sarebbe stata varata l’operazione Uomo della Luna: tutte operazioni molto oltre il top secret (”cosmic secret”, oserei dire). Chiaramente, certe flotte utilizzano una tecnologia molto avanzata, di stretto appannaggio militare. Forze armate votate al silenzio? Non sorprende: il segreto protegge regolarmente molti aspetti delle “missioni di pace” terrestri, oltre alle missioni “coperte”. Tanti soldati morti vengono archiviati come vittime di incidenti, per non ammettere l’esistenza di operazioni clandestine, fuori dalle regole d’ingaggio. Figuriamoci se possono ammettere operazioni nello spazio, su altri pianeti del sistema solare.Tornando a noi: sono attendibili, le voci che parlano di un ritorno non preventivato di forze che sarebbero state costrette a lasciare la Terra 20 millenni fa? Se questo ritorno fosse reale, magari previsto proprio per il 2024, potrebbe essere una delle tante ragioni dell’improvvisa accelerazione imposta a certi piani di “nuovo ordine mondiale”, in termini di controllo sociale. La verità è che, sulla Terra, c’è un potere (anche politico, oltre che economico) che esula davvero da quello che noi, normalmente, conosciamo come “la politica”. E’ vero che l’agenda politica è sempre stata dettata da organizzazioni sovranazionali che controllano i governi e l’economia del pianeta; ma a quanto pare esiste ben altro, al di sopra. Molti se lo domandano: cosa c’è, ai vertici della piramide del potere? Ebbene: ci sono anche delle realtà non umane.Alcune informazioni, comunque, non circolano solo in ambito ufologico: sono diffuse anche a livello di intelligence, presso agenzie governative statunitensi, britanniche, israeliane e anche di alcuni paesi asiatici. Se è vero che questa presenza esiste, e che parecchie nazioni avrebbero accordi con diverse, distinte “razze” aliene stabilmente stanziate sul nostro pianeta, queste presenze sarebbero qui per mero interesse. La Francia, ad esempio, avrebbe accordi politici con alcune di queste “razze” (una, sopra le altre), mentre gli israeliani a loro volta avrebbero accordi con una “razza”, molto particolare: un’intesa che avrebbe motivi storici, perché l’alleanza sarebbe già stata stretta in passato. Gli Stati Uniti, poi, avrebbero accordi con almeno tre di queste “razze” aliene. Secondo gli ufologi, poi, anche la Turchia avrebbe proprie truppe nello spazio, però nell’ambito della flotta spaziale americana (i turchi non avrebbero una propria flotta).Qui però dobbiamo sfatare una visione secondo me fuorviante e molto perniciosa: anche in ambito ufologico ed “esopolitico” si tende a umanizzare certe civiltà aliene, perché noi siamo sempre portati a ragionare in un’ottica umana, antropocentrica, e a rapportare secondo il nostro punto di vista tutto quello che immaginiamo. Noi riteniamo – secondo me, sbagliando in pieno – che una civiltà capace di viaggiare nello spazio, infinitamente più avanzata di noi sul piano tecnologico, debba per forza essere evoluta anche da un punto di vista etico. Questa è una grande idiozia, che nasce da un ragionamento prettamente umano. In modo idilliaco, new age, tendiamo a considerare benevole certe civiltà aliene, solo perché molto avanzate. Ma chi ci autorizza a pensare che queste civiltà siano davvero benevole? Se avessero veramente a cuore le nostre sorti, intanto interagirebbero direttamente con l’intera umanità, e lo farebbero da tempo. E invece no: da millenni, si limitano a controllare i nostri governi, a manipolare la coscienza dei terrestri: pare che certe civiltà abbiano creato a tavolino anche determinate religioni monoteistiche, per far sì che l’umanità non si ponesse domande e restasse sempre soggiogata. E questo avverrebbe da epoche incredibilmente remote.Ho parlato spesso delle tracce della presenza aliena nel passato, attraverso reperti archeologici, raffigurazioni, testi antichi. Sappiamo che autori come Zecharia Sitchin hanno interpretato alla lettera certe tavolette sumere, da cui traspare una vera e propria civiltà aliena all’origine della civiltà sumerica. Del resto, i Sumeri ci parlano proprio della “creazione” dell’uomo. E dobbiamo essere consapevoli del fatto che buona parte di ciò che è contenuto nella Bibbia è di derivazione mesopotamica, dunque sumerica. I Sumeri parlano della “creazione”, a opera degli Annunaki, di una parte dell’umanità: una certa umanità, nella quale si identificavano. E chi erano, i “creatori” Annunaki? I Sumeri li definiscono dèi: una schiera di dèi, provenienti da un pianeta da loro chiamato Nibiru, che in sumero-accadico significa “colui che attraversa”. Per i Sumeri, in possesso di elevatissime cognizioni astronomiche, Nibiru ha un’orbita ellittica lunghissima, che lo porterebbe a intersecare il sistema solare interno (il nostro) ogni 3.600 anni.Negli ultimi decenni sono stati scoperti numerosi pianeti trans-plutoniani, con orbita effettivamente ellittica, ospitati nella vastissima Fascia di Kuiper: e Nibiru (non ancora identificato, ufficialmente), sarebbe uno di questi; ritengo però inverosimile che la ipotetica patria degli Anunnaki possa davvero ospitare la vita, restando lontanissima dal Sole per periodi di tremila anni, a meno che ad essere abitato non sia il suo sottosuolo. Resta il fatto che – stando sempre alle tavolette sumere – gli Anunna avrebbero creato la “loro” umanità per mere esigenze lavorative. Erano interessati all’oro, metallo che era necessario per renderli longevi, e quindi erano attratti dai giacimenti auriferi terrestri. Per l’estrazione mineraria, secondo la tradizione mitologica sumera, si servirono inizialmente degli Igigi: una sorta di dèi minori, cugini sfortunati degli Anunnaki. Poi gli Igigi si sarebbero ribellati, rifiutando lo sfruttamento cui erano sottoposti, e allora gli Anunna avrebbero “creato” una certa umanità, attorno a 200.000 anni fa, per rimpiazzare gli Igigi (non certo per altruismo: servivano minatori e operai per lavori pesanti).Curiosamente, l’Homo Sapiens appare proprio attorno ai 200.000 anni fa. E nessun paleontologo (darwiniano o di altra scuola) è in grado di spiegare l’improvviso, incredibile balzo evolutivo rappresentato dal Sapiens. La natura terrestre è molto lenta: la nascita di nuove specie, per gli scienziati, richiederebbe centinaia di migliaia di anni (se non milioni di anni). Balzi evolutivi come quello del Sapiens non sono concepibili, a livello scientifico, se non in termini di almeno mezzo milione di anni, e solo per apportare minime variazioni. Invece il Sapiens è comparso di colpo, 200.000 anni fa, con una massa cerebrale quasi doppia rispetto a quella dell’Homo Erectus. Tra le due specie, gli anelli di congiunzione non sono mai stati trovati. Al contrario: reperti fossili mostrano che, 200.000 anni fa, l’Homo Erectus era sul punto di estinguersi, dopo aver abitato la Terra per milioni di anni. Non è credibile, che sia proprio una specie in declino ad evolvere, di colpo, raddoppiando le dimensioni del proprio cranio.Nell’illuminante libro “Resi umani”, scritto da Mauro Biglino con il biologo molecolare Pietro Buffa, si sostiene che tutte le evidenze portino a pensare al ruolo di “attori terzi”, nella creazione di una consistente parte dell’umanità. Altro elemento inspiegabile è la nascita del Cro-Magnon, che appare in maniera repentina e misteriosa, soprattutto in Europa, attorno a 35-40.000 anni fa. Di fatto è un ramo del Sapiens incredibilmente evoluto, con una elevatissima intelligenza, che nasce già formato, con una propria civiltà che di fatto pare sorgere dal nulla. Non mancano le corrispondenze storico-mitologiche: all’epoca dell’origine del Sapiens, che secondo la mitologia sumerica fu originato dagli Anunna per lavorare nelle miniere, appartengono i resti di un’enorme città, in Sudafrica, vicino alle grandi miniere d’oro del paese africano. Una seconda umanità, poi – secondo la tradizione mitologica eleusina – sarebbe stata originata dai figli del titano Giapeto: Atlante, Menezio, Prometeo ed Epimeteo.I testi eleusini (tradizionali, non storici) descrivono i Titani come i “creatori” dell’umanità di tipo mediterraneo, cioè occidentale, poi definita – secondo me impropriamente – caucasica. Secondo quei testi, questa nuova “creazione” sarebbe avvenuta attorno ai 35-40.000 anni fa: datazione che collima perfettamente con la nascita del Cro-Magnon, che alcuni testi identificano come “l’uomo di Atlantide”, civiltà sorta in Atlantide e da lì poi diramatasi nelle Americhe e in Europa, partendo dal Mediterraneo, inclusi quindi il Nordafrica e il Vicino Oriente. Quindi avremmo avuto due distinte “creazioni”: e chi ci dice che non siano state molte di più? In realtà, noi non conosciamo niente, del nostro passato. Secondo alcune interpretazioni, tutti i rami dell’attuale umanità oggi presenti sulla Terra sarebbero il frutto di varie interazioni (genetiche) operate da “attori terzi”, alieni, in epoche storiche anche diverse.Il sequenziamento del genoma umano è stato compiuto solo negli anni ‘90. Il Dna è composto da due “eliche”, una delle quali è definita Dna-spazzatura: semplicemente, non ci dicono che cos’è. Secondo alcuni scienziati, conterrebbe la nostra effettiva memoria genetica. Io non ho competenze, al riguardo: certo, l’interpretazione è molto suggestiva. Il solo fatto che lo definiscano “spazzatura” perché non ne vogliono spiegare la funzione, be’, la dice lunga. Quindi, non meravigliamoci se certi temi sono sempre stati secretati: se già è difficile, per il potere costituito, ammettere l’esistenza di civiltà aliene dotate di tecnologie tali da permetter loro di scorrazzare nel nostro sistema solare, frequentando anche la Terra, potete immaginare quanto sia difficile riconoscere che l’attuale umanità sia frutto di diverse e molteplici ibridazioni genetiche con civiltà aliene. Questo sconvolgerebbe tutti i paradigmi della scienza, della storia, dell’archeologia. Non mi meraviglia, quindi, che certe questioni vengano affrontate esclusivamente tra addetti ai lavori, in congressi nei quali gli scienziati sono vincolati al silenzio.In realtà, noi non sappiamo niente: non sappiamo da quanto tempo esista, l’umanità. Sappiamo solo quello che la paleontologia ammette. Ma Esiodo, ne “Le opere e i giorni”, ci dice che la nostra è la Quinta Umanità: ne sarebbero quindi esistite altre quattro. Umanità diverse dalla nostra, che in epoche precedenti avrebbero vissuto sul nostro pianeta con le loro civiltà e il loro ciclo evolutivo. Che siano esistite umanità diverse dalla nostra lo testimonia anche la scoperta di numerosissimi scheletri di giganti: affiorati in Sardegna, negli Usa, in Nordafrica, nel Medio Oriente. Giganti alti anche tre metri e mezzo: lasciano presumere l’esistenza di un ramo collaterale dell’umanità, oggi apparentemente scomparso. Era un ramo collaterale anche il Neanderthal: è stato ormai dimostrato che non c’è nessuna correlazione tra il Neanderthal, il Sapiens e il Cro-Magnon. Non c’è nessuna discendenza diretta. Fino agli anni ‘50 si ipotizzava che il Sapiens derivasse dal Neanderthal, e invece no: erano simili e vissuti contemporaneamente, ma in modo distinto. Probabilmente il Neanderthal non si è neppure estinto: è stato assimilato dal Sapiens e dal Cro-Magnon.Volendo prendere Esiodo alla lettera, in un’epoca remotissima potrebbero essere esistiti altri cicli evolutivi, e le prove ci sono. All’interno di miniere di carbone, in strati geologici risalenti al Carbonifero (300 milioni di anni fa) sono stati scoperti manufatti di origine intelligente, tra cui una campana d’argento con misteriose decorazioni; e poi oggetti lavorati, utensili, un crogiolo per la fusione dei metalli, e addirittura una catena d’oro. Chi li ha realizzati? Non lo sappiamo. Di certo è stata una civiltà intelligente, attorno a 300 milioni di anni fa, quindi più antica di quella che sarebbe testimoniata dallo strato di carbonio e metalli pesanti che i geologi chiamano Limite Kt, risalente a 65 milioni di anni fa. Dunque: non sappiamo praticamente niente, del nostro vero passato. E questo ci autorizza a porci infinite domande. Tra queste, anche quella che rimbalza in questo periodo: avremo una vera e propria “disclosure”, sul ruolo alieno nelle nostre origini e sul potere che forze aliene esercitano al di sopra dei governi terrestri? Secondo me sì: e la stanno facendo gradualmente, a tappe controllate, perché ritengono che non sia più rimandabile.Già da anni, soprattutto attraverso il cinema di Hollywood, stanno preparando l’opinione pubblica all’incontro con la realtà aliena. Bisogna vedere in quale direzione andrà, questa “disclosure”, perché non possono dire tutto: non potranno mai ammettere che l’umanità discende da svariate, differenti ibridazioni. Non potranno mai ammettere di averci preso in giro per millenni, di averci sottomessi con la piena complicità di civiltà aliene che hanno sempre fatto quello che hanno voluto, qui. Secondo me c’è un motivo, per il quale oggi si stanno decifendo a fare certe rivelazioni: probabilmente, dallo spazio, sta arrivando qualcosa di nuovo, di imprevisto. Qualcosa che potrebbe anche rappresentare una vera liberazione, per il genere umano: perché, se è vero che stanno tornando i nostri “creatori” (o almeno, i “creatori” di una buona parte dell’umanità), questo andrà a scompaginare tutto. E tra uno, due o tre anni, potrebbero addirittura ammettere di avere contatti con una civiltà aliena. Potrebbero anche fingere che questa civiltà sia appena arrivata, mentre magari è qui da millenni.Così, potrebbero presentare questi alieni come dei benevoli benefattori del genere umano: potrebbero cioè dire che ci concedono tecnologia, risorse scientifiche e mediche, per poi dirci – dopo qualche mese – che in realtà sono venuti qui per metterci in guardia, perché un’altra civiltà, sempre proveniente dallo spazio profondo (una civiltà ostile, però) vorrebbe invadere la Terra, e quindi loro sarebbero qui per proteggerci. E chissà, potrebbero usare noi terrestri come carne da cannone, nello scontro con i nostri veri “creatori”, che magari sono in arrivo proprio per liberarci. Questo è uno scenario particolare, al quale mi piace pensare: lo ritengo plausibile. Alcuni dei “creatori” in arrivo potrebbero essere già qui, in una sorta di missione di intelligence, per capire che aria tira, sulla Terra. Non solo avrebbero sul terreno delle loro avanguardie, ma addirittura (già dalla fine degli anni ‘90, secondo certe fonti) sarebbe in atto una nuova guerra, nello spazio. Questa guerra sarebbe arrivata nel nostro sistema solare da diversi anni: dapprima nel sistema solare esterno, mentre oggi sarebbe arrivata a Marte. Quindi la guerra potrebbe avvicinarsi presto anche alla Terra: me lo riferiscono alcune fonti, che si dichiarano ben informate.(Nicola Bizzi, dichiarazioni rilasciate nella trasmissione “Sdm Confini Esopolitiche”, luglio 2021, sul canale YouTube “Radioascolto live”. Editore di Aurora Boreale, appartenente alla tradizione misterica eleusina, Bizzi è tra le voci italiane che oggi si sforzano di interpretare la crisi che stiamo vivendo, mettendola in relazione con le conoscenze e le potenti suggestioni del passato più remoto).Perché sono così irrisorie, le attesissime rivelazioni sugli Ufo da parte degli Usa, che pure ora ammettono l’esistenza del fenomeno dopo decenni di silenzi e bugie? Se lo domanda lo storico Nicola Bizzi, appassionato studioso di archeologia e mitologia. Bizzi avanza un’ipotesi: stanno forse per ammettere l’alleanza terrestre con una “razza” aliena? Temono che tutto diverrebbe di dominio pubblico, nel caso dallo spazio entro il 2024 giungessero ben altri alieni? Per la precisione, potrebbero essere in arrivo i nostri antichi, veri “creatori”: nel caso, potrebbero liberare l’umanità dal giogo schiavistico imposto dagli attuali dominatori extraterrestri, quelli che da millenni pilotano i poteri terreni e condizionano le menti attraverso le religioni? Tesi che Bizzi rilancia, in un appassionante excursus tra storia e giornalismo d’inchiesta, ufologia e antropologia, conquiste scientifiche e tecnologiche, miti dell’antichità, fantascienza e conoscenze di oggi. La paura del ritorno degli alieni “buoni” ha forse motivato anche l’attuale crisi planetaria, scatenata in termini di Great Reset per il controllo della popolazione? Sarebbe in corso addirittura una guerra inter-planetaria, in procinto di approdare sulla Terra? E dunque: siamo sul punto di scoprire, definitivamente, che la stessa umanità ha davvero origini aliene, finora risolutamente negate?
-
Il fu Marco Travaglio e la fine di trent’anni di non-politica
A quale vero potere risponde, Mario Draghi? E verso dove sta cercando di portare l’Europa, attraverso la storica riconversione dell’Italia, da colonia politica di secondo piano a possibile primattore sullo scacchiere europeo e internazionale? Domande sospese, all’interno del tempo breve (anzi, brevissimo) imposto dalla super-crisi che si racconta sia stata innescata da una pandemia di origine virale. Un’emergenza esplosa proprio nel momento in cui stava per spezzarsi lo schema di dominio del capitalismo globalizzato dal neoliberismo, deciso a fare della Cina la manifattura del mondo, e a ridurre l’Europa – separata dal Grande Est – a una succursale atlantica azzoppata dalle recessioni finanziarie artificiali (austerity) e dal dumping sociale e occupazionale rappresentato dall’immigrazione di massa, proveniente da un’Africa predata sanguinosamente dagli stessi strateghi dell’esodo, mascherati da profeti buonisti della religione dell’accoglienza umanitaria.Nel deprimente panorama politico italiano, che il “nuovo” Draghi ha messo letteralmente in freezer commissariando il presente e il futuro del paese, spicca la parabola piuttosto imbarazzante di Marco Travaglio, ottimo polemista, acclamato in televisione (e anche nei teatri) quando vestiva i panni di gladiatore dell’antiberlusconismo. Giorgio Bocca, mai tenero col Cavaliere, si rammaricava della visione ristretta di Travaglio, limitata al solo profilo giudiziario degli eventi; lo riteneva incapace di una vera lettura storico-sociologica, prerogativa del giornalismo autentico (che ai tempi di Bocca ancora esisteva). Altri, come l’ispido Paolo Barnard, hanno accusato Travaglio di essere un sostanziale “gatekeeper”, un finto oppositore funzionale all’establishment – come del resto lo stesso Beppe Grillo. Altri ancora, infine, hanno notato l’ortodossia neoliberista del “Fatto Quotidiano” (a lungo incarnata da Stefano Feltri, ospite del Bilderberg), imputando al giornale anche una visione ultra-atlantista in politica estera e l’assenza di coraggio nel valutare le imprese degli Usa, spesso poco edificanti, specie nel loro opaco rapporto con i terrorismi recenti.Non deve stupire, in fondo, il fatto che oggi Travaglio rischi di sfiorare il patetico, nella sua difesa postuma dell’infimo Giuseppe Conte, arrivando persino a insultare l’ex sodale Grillo, ormai in rotta di collisione con il detronizzato, imbarazzante “avvocato del popolo”. Un’intera fetta di elettorato italiano, infatti, ha finto di scambiare per un vero pericolo il modesto Salvini: e agendo unicamente contro Salvini ha preteso di fare di Conte una figura politica reale, tridimensionale, come se Conte esprimesse davvero un pensiero, una linea, un’idea di paese. Esauritosi lo slancio dell’effimero Salvini, ecco che anche Conte è finito nel nulla da cui era sbucato, lasciando il suo paladino Travaglio con in mano un pugno di mosche. Pare sia bastata una telefonata con Grillo, il mandante originario dell’ectoplasma-Conte, per consentire a Draghi di mettere in cassaforte la riforma Cartabia della giustizia, osteggiata da Travaglio e da Conte ma non da Grillo, che ha impiegato cinque minuti a indurre i pentastellati ad ammainare anche la loro ultima bandiera, quella giustizialista.Proprio l’Italia forcaiola aveva fatto la fortuna di Travaglio, poi di Grillo, e prima ancora della Lega Nord. La caccia al nemico: era il riflesso psicologico all’origine della rottamazione della Prima Repubblica, imposta in realtà dal sommo potere atlantico. Era piena di difetti, l’Italia di Craxi e Andreotti, e probabilmente non avrebbe superato l’esame della storia: una volta caduta l’Unione Sovietica, avrebbe perso comunque la sua ragion d’essere. Ma il disastro neoliberale – imposto dalle altissime sfere – in Italia è stato declinato in modo straccione, con un tifo calcistico tra falsa destra e falsa sinistra, allineate entrambe al medesimo copione finto-europeista imposto dai poteri superiori. Nulla che il giornalismo (non solo di Travaglio) abbia saputo registrare, preferendo appiattirsi – come la stessa politica, del resto – sulla semplicissima fabbricazione del nemico apparente, l’Uomo Nero che è causa di ogni sciagura, il Male da abbattere in un orizzonte narrativo più metafisico che politico, in una sostanziale parodia della verità.E’ questo il palcoscenico sul quale si sono alternati, in modo spesso caricaturale, personaggi come Berlusconi e Renzi, le stesse controfigure del Pd, il finto rivoluzionario Grillo, il finto statista Conte. L’Italia ha assaggiato il morso del grande potere con l’autoritarismo privatizzatore e spietatamente antipopolare dell’oligarca Romano Prodi, braccio armato del potere cinese, e oggi si ritrova completamente alla mercé di un Mario Draghi che, un tempo partner di Prodi nella strategia di demolizione del paese, ormai opera in tutt’altra direzione, cioè verso un potenziale recupero di sovranità almeno economica. Ridotti a fantasmi, i partiti stanno a guardare (rendendo insopportabile, nauseante, lo spettacolo della sub-politica italiana). Sta a guardare la stessa stampa, che Draghi lo osannava già ieri, quando – con il suo “pilota automatico” – condannava il paese a subire la concorrenza sleale della Germania. In tutto questo, Marco Travaglio sembra diventato minuscolo: si limita a fare le pulci a un governo che detesta, solo perché è sostenuto da Salvini ed è costato la poltrona al diletto “Giuseppi”.E se Travaglio sembra auto-candidarsi a un declino malinconico, non è che i colleghi stiano molto meglio: tanto per cambiare si spellano le mani per applaudire Draghi, brillando nell’arte minore del servilismo, e senza neppure osare mettere in discussione, almeno giornalisticamente, la brutalità della campagna “vaccinale” anti-Covid, basata su profilassi geniche ancora solo sperimentali, sostanzialmente imposte aderendo alla falsa narrazione della pandemia come catastrofe irreparabile, e continuando incredibilmente a fingere che le terapie domiciliari non esistano. Nemmeno Travaglio, del resto, “vede” il problema: preferisce restare nel piccolo cortile delle liti tra comari, gli scandalosi diktat di Grillo e i mormorii dell’impresentabile Conte. L’elettorato non sembra essere da meno: non pretende soluzioni, si accontenta dell’abbattimento periodico e rituale del “puzzone” di turno. E’ come se la politica – intesa come scienza del costruire, secondo progetti – fosse stata “spenta” trent’anni fa. L’agonia terminale ha richiamato in servizio il “nuovo” Draghi, che però agisce in solitaria, bypassando il Parlamento: il suo Recovery è stato esaminato a Bruxelles, non certo in aula. Lo stato d’emergenza non è solo di oggi e non è soltanto sanitario: e Draghi lo rende semplicemente evidente, anche se Travaglio e colleghi non paiono essersene accorti.A quale vero potere risponde, Mario Draghi? E verso dove sta cercando di portare l’Europa, attraverso la storica riconversione dell’Italia, da colonia politica di secondo piano a possibile primattore sullo scacchiere europeo e internazionale? Domande sospese, all’interno del tempo breve (anzi, brevissimo) imposto dalla super-crisi che si racconta sia stata innescata da una pandemia di origine virale. Un’emergenza esplosa proprio nel momento in cui stava per spezzarsi lo schema di dominio del capitalismo globalizzato dal neoliberismo, deciso a fare della Cina la manifattura del mondo. Corollario: ridurre l’Europa – separata dal Grande Est – a una succursale atlantica azzoppata dalle recessioni finanziarie artificiali (austerity) e dal dumping sociale e occupazionale rappresentato dall’immigrazione di massa, proveniente da un’Africa predata sanguinosamente dagli stessi strateghi dell’esodo, mascherati da profeti buonisti della religione dell’accoglienza umanitaria.
-
Nausea terminale, di fronte all’Impero della Menzogna
Menzogne, menzogne, menzogne. E poi ancora menzogne. Come sempre, più di sempre. Con una differenza: se esiste, un Piano-B, non è politicamente rappresentato, alla luce del sole, da nessuna forza politica. Il mondo sembra dormire, traumatizzato dalla farsa pandemica e narcotizzato dalla farsa terapeutica, la recita della profilassi definita “vaccinale”. Uno spettacolo con risvolti mediatici anche inquietanti e minacciosi, messo in piedi – si dice – per difendersi dai rischi di un contagio provocato da un virus che ora è di moda raccontare che sia “scappato” dal laboratorio cinese di Wuhan, ma – come ha clamorosamente ammesso lo stesso Cdc, l’istituto superiore di sanità americano – non è mai stato neppure isolato, cioè misurato biologicamente, identificato con certezza. E’ stato solo sequenziato, “spiato” nel suo apparente comportamento, ma non certificato nella sua reale, incontrovertibile esistenza. Dunque: esiste davvero, il Sars-Cov-2, o invece è solo un equivoco? E’ una sorta di frode scientifica? E’ un colossale abbaglio? E’ il replay del famosissimo virus Hiv che negli anni ‘80 fece da battistrada, a livello mondiale, nell’imporre un drastico congelamento della socialità, all’insegna della paura?Sul canale YouTube di “Border Nights”, ne ha parlato recentemente a “L’orizzonte degli eventi” il dottor Stefano Scoglio, candidato al Premio Nobel per la Medicina nel 2018 e co-autore del notevolissimo instant book “Operazione Corona” (Aurora Boreale), curato da Nicola Bizzi e Matt Martini. Risultato: YouTube ha rimosso il video della trasmissione, e ha imposto a “Border Nights” una settimana di oscuramento. Il vero problema – dice Gianfranco Carpeoro, altra voce della galassia “Border Nights” – non è neppure YouTube, ma sono gli Stati: che consentono a un soggetto privato (che quasi non paga tasse) di fare quello che vuole, dello spazio – pubblico – alla base del suo business planetario. Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt (nel quale milita lo stesso Carpeoro) segnala che, all’ultimo G7, sia Mario Draghi che Joe Biden hanno spinto per mettere fine allo strapotere delle multinazionali come quelle di Big Tech, che accumulano fantastiliardi grazie al dumping fiscale e utilizzano slealmente il loro enorme peso finanziario per imporre le politiche che vogliono, o meglio che vuole l’élite “malthusiana” che sogna la decrescita forzata dell’umanità, da imporre con ogni mezzo.Il terrorismo stragista e le guerre dei Bush, il terrore finanziario e quello climatico, ora anche il terrore sanitario. Il paradigma è granitico, a vocazione totalitaria. E’ evidente che una parte dell’élite vi sta opponendo, cercando di declinare il “qui e ora” anche attraverso una complessa, ambivalente geopolitica a doppio fondo, dove nessuno dice la verità perché probabilmente non può dirla. Certo non la dice Romano Prodi, che – come annotava il sempre efficace Paolo Barnard – ha criticato le “cicale sovraniste” europee mentre lodava le “cicale” cinesi, che fanno esattamente quello che, da noi, lo stesso Prodi non voleva si facesse: deficit spending, creazione di denaro a costo zero per supportare la domanda, cioè l’economia reale. E’ quel deficit spending (dare, anziché prendere) sul quale ha impegnato la sua ultima scommessa il “nuovo” Mario Draghi, in un’Italia massacrata dai lockdown, dove tiene ancora banco il cabaret grottesco di due figure come Conte e Grillo, tallonate dal grottesco Letta, senza che il mitologico Berlusconi e gli impalpabili Salvini & Meloni riescano a dire che, prima di inventarsi qualsiasi incresciosa Green Card, bisognerebbe innanzitutto preoccuparsi di assicurare alla popolazione la certezza di cure domiciliari, attraverso un normale protocollo terapeutico nazionale, evidentemente proibitivo perché proibitissimo, visto che distruggerebbe la statura semi-divina del “vaccino genico” come unica soluzione possibile.Menzogne, allora: ipocrisia e menzogne, ancora e sempre, più che mai, a reti unificate, in mezzo alla follia del secolo. Un luminare genovese il lunedì spiega che la terribile Variante Delta è solo un raffreddore, ma il martedì ipotizza possibili lockdown autunnali selettivi, riservati cioè a quella parte di popolazione che rifiutasse ancora di sottoporsi alla profilassi sperimentale genica che il mainstream si ostina a chiamare “vaccino”, ben sapendo che di vaccino non si tratta (intendendo per vaccino l’inoculo di un agente patogeno depotenziato). Di fronte allo tsunami che stava per manifestarsi, nella primavera 2020, una figura originale come l’alchimista Michele Giovagnoli osò offrire un suggerimento: state fermi, o sarete travolti. Intendeva dire: non puoi arrestare un’alluvione, con mezzi convenzionali (politici, ragionevoli), perché la forza della piena travolgerà comunque tutto. Se alla fine i danni sono stati in qualche modo limitati, non lo si deve alla politica visibile: lo si deve a segmenti di élite che hanno remato contro il disegno totalitario, e tuttora si stanno giocando percentuali tattiche di relativo successo, nella misura in cui riescono a sfruttare l’emergenza – da altri provocata – per contrastare i dogmi del dominio di ieri, quello finanziario.Anni fa, lo stesso Barnard raccontò un episodio curioso: a tarda notte, in una birreria di Bologna, ricevette una stretta di mano da un personaggio famosissimo, che però Barnard non riconobbe. Era Roberto Mancini, non ancora allenatore della nazionale di calcio: gli disse che lo stimava, ammirava il suo coraggio e apprezzava la sua opera di divulgatore giornalistico politico-economico. Oggi Mancini è un po’ l’eroe degli Europei azzurri, mentre Barnard è letteralmente scomparso dai radar. Lo si può capire: non ha retto. Il suo ultimo Capodanno pubblico lo spese sotto le finestre dell’ambasciata londinese dell’Ecuador, dove Julian Assange – da rifugiato scomodo, perseguitato dai democraticissimi Stati Uniti – era diventato prigioniero, pronto per essere tradotto nel carcere dove si trova tuttora. Tra l’altro: non era ancora esploso lo tsunami definitivo, lo spettacolo del Covid, e il Pentagono non si era ancora messo a parlare di Ufo. C’era grande amarezza, per l’assenza di politica, ma la politica non era ancora clinicamente morta, di fronte all’enormità (sociale, psicologica, antropologica) di quanto va accadendo, al punto da rendere problematico e frustrante anche l’aggiornamento di un semplice blog. Non basta aver ragionato di tutto e ascoltato chiunque: il risultato è davvero scoraggiante. Dopo tanti anni, scegliere il silenzio può rivelarsi una necessità fisiologica.Menzogne, menzogne, menzogne. E poi ancora menzogne. Come sempre, più di sempre. Con una differenza: se esiste, un Piano-B, non è politicamente rappresentato, alla luce del sole, da nessuna forza politica di qualche peso, in Parlamento. Il mondo sembra dormire, traumatizzato dalla farsa pandemica e narcotizzato dalla farsa terapeutica, la recita della profilassi definita “vaccinale”. Uno spettacolo con risvolti mediatici anche inquietanti e minacciosi, messo in piedi – si dice – per difendersi dai rischi di un contagio provocato da un virus che ora è di moda raccontare che sia “scappato” dal laboratorio cinese di Wuhan, ma – come ha clamorosamente ammesso lo stesso Cdc, l’istituto superiore di sanità americano – non è mai stato neppure isolato, cioè misurato biologicamente, identificato con certezza. E’ stato solo sequenziato, “spiato” nel suo apparente comportamento, ma non certificato nella sua reale, incontrovertibile esistenza. Dunque: esiste davvero, il Sars-Cov-2, o invece è solo un equivoco? E’ una sorta di frode scientifica? E’ un colossale abbaglio? E’ il replay del famosissimo virus Hiv che negli anni ‘80 fece da battistrada, a livello mondiale, nell’imporre un drastico congelamento della socialità, all’insegna della paura?
-
Biglino: la menzogna al potere, con Davos o con Viganò
L’arcivscovo Carlo Maria Viganò condanna il Grande Reset che è in corso in questo momento. Dice cose assolutamente condivisibili: sono anche cose che, normalmente, vengono dette dai complottisti. Da un lato, però, possiamo (e dobbiamo) dire: ma che bravo, questo alto prelato della Chiesa, che ha il coraggio di denunciare una serie di eventi, situazioni, decisioni e programmi che stanno condizionando il presente e si preparano a condizionare la nostra vita, ancora di più, per il futuro. E quindi: bravissimo. Il problema qual è? Questo: si coglie la lotta tra due poteri, che si contendono il controllo del mondo. Perché monsignor Viganò, in realtà, è il sostenitore della restaurazione dell’antico potere della Chiesa. Alla base c’è un concetto biblico che, ancora una volta, condiziona le nostre vite: ed è per questo che è importante, sapere ciò che la Bibbia dice. Secondo Viganò, alla base di quanto sta accadendo oggi c’è «una grande menzogna, annunciata già dalle Sacre Scritture». E perlando del diavolo, che lui dà per vero e vivente, si domanda: «Cosa possiamo aspettarci, dal padre della menzogna?».Dice Viganò: «E’ nostro dovere svelare l’inganno di questo Grande Reset, perché dietro a tutto questo c’è il piano diabolico che distrugge l’opera della creazione e vuole vanificare la redenzione». Ora, noi abbiamo già visto più volte come la creazione, nella Bibbia, non ci sia (non c’è proprio: non c’è neppure il termine che la identifichi). Vanificare la redenzione? Ma “redenzione” da che cosa, visto che il peccato originale nella Bibbia non c’è, e quindi noi non dobbiamo essere redenti da nulla? Non nasciamo macchiati dal peccato originale, dunque possiamo vivere assolutamente tranquilli: non abbiamo bisogno di nessuna redenzione di questo tipo. «Alla base di questo modus operandi – insiste Viganò – c’è sempre e comunque una menzogna». E questo modus operandi «vuole distruggere ciò che la civiltà ha faticosamente costruito, nel corso dei millenni, sotto l’ispirazione della grazia divina». Cioè: per lui, la civiltà e la costruzione storica sono ispirate dal Dio della Bibbia: Dio che, nella Bibbia (lo abbiamo già visto moltissime volte) non c’è.Quindi, lui parla di menzogna – da parte di coloro che gestiscono il Grande Reset – proprio indicando la necessità di attuare cambiamenti radicali attraverso un falso pretesto. Dimentica però che la stessa costruzione del Cristianesimo romano ha alla base la madre di tutte le menzogne: cioè l’esistenza di un Dio nell’Antico Testamento e la definizione di Gesù Cristo come figlio di quel Dio. Ed è in questo che sta la lotta tra questi due grandi poteri: da un lato c’è un potere laico, che sta indubbiamente cercando di condizionare la vita del pianeta, e dall’altro c’è questo potere religioso, che vede la disgregazione al suo interno (ormai sotto gli occhi di tutti) e vorrebbe restaurare il suo antico potere. E allora identifica il nemico in questo potere laico, che probabilmente sostituirà il potere della Chiesa: potere che la Chiesa ha esercitato per duemila anni.Quando cita il comunismo, Viganò ne parla come di un grande male, e giustamente (quando parla dello stalinismo, dello sterminio dei kulaki – 30 milioni di persone in due anni). Poi fa anche un cenno al nazismo: dice che è stato prima finanziato e poi combattuto, col pretesto di disgregare l’Europa, ma non fa neanche un cenno alle vittime del nazismo. Questo mi ricorda un altro grande inganno, un’altra grande falsità: quella delle profezie di Fatima. Per quanto riguarda il XX Secolo, infatti, la cosiddetta Madonna di Fatima ha parlato del “grande male” che sarebbe stato il comunismo, ma non ha fatto un solo cenno – non una sola parola – nei confronti del nazismo. E qui, nelle parole di Viganò, ritroviamo lo stesso concetto reazionario della Chiesa: grande attenzione al male comunista, e scarsissima attenzione al male nazista.Quindi, attenzione: se è vero che alla base del Grande Reset ci sono menzogne (che non hanno origini “diaboliche”, ma nascono dalla mentalità degli uomini che vogliono garantirsi il potere e costruire il dominio dei pochi sui molti), alla base dell’altra grande struttura di potere, quella che vuole combattere contro il Grande Reset, c’è la volontà (il tentativo, il desiderio) di restaurare un potere che per duemila anni ha condizionato e programmato la vita delle persone, uccidendone decine di milioni. Mi fa un po’ sorridere, monsignor Viganò, quando dice che uno dei modi in cui il Grande Reset si è realizzato, nel corso degli ultimi decenni, è stata l’industrializzazione, e quindi il convincere i contadini a lasciare il lavoro dei campi per passare all’impiego sicuro nelle fabbriche. Quelli che hanno la mia età ricordano molto bene il lavoro capillare dei parroci di campagna, che convincevano i contadini ad andare a lavorare nelle fonderie, nelle industrie, nelle raffinerie di petrolio.Ce li ricordiamo tutti, quei sacerdoti che partecipavano a quello che, adesso, l’alto prelato del Vaticano condanna come un comportamento funzionale al “grande inganno” del Grande Reset. Quindi, come sempre: teniamo le menti aperte. Perché se da un lato prendiamo atto che tutta una serie di denunce fatte da Viganò sono vere, dobbiamo però ricordarci che sono fatte nel nome di un potere che avrebbe tanta voglia di restaurare se stesso, di riprendere il controllo totale delle coscienze degli uomini, sulla base di una menzogna che sta alla base di tutte le menzogne. Quindi, quando condanna le menzogne degli altri, questo potere dovrebbe pensare alle sue menzogne, che hanno procurato decine di milioni di morti. Sofferenze inutili, che ancora stanno procurando le lotte tra le religioni nel nome di un Dio. Quindi, ascoltiamo bene Viganò. Ma stiamo attenti a non distinguere tra un bene e un male, perché in realtà la volontà di potere si incrocia, e si sta combattendo. Ed è per questo che è importante conoscere sia l’uno che l’altro potere. Per parte mia, io cerco di diffondere un po’ di conoscenza biblica.(Mauro Biglino, dal video “Da quale pulpito…”, pubblicato sul canale YouTube “Il vero Mauro Biglino il 20 giugno 2021).https://www.youtube.com/watch?v=Bn6S7yW8KF8L’arcivescovo Carlo Maria Viganò condanna il Grande Reset che è in corso in questo momento. Dice cose assolutamente condivisibili: sono anche cose che, normalmente, vengono dette dai complottisti. Da un lato, però, possiamo (e dobbiamo) dire: ma che bravo, questo alto prelato della Chiesa, che ha il coraggio di denunciare una serie di eventi, situazioni, decisioni e programmi che stanno condizionando il presente e si preparano a condizionare la nostra vita, ancora di più, per il futuro. E quindi: bravissimo. Il problema qual è? Questo: si coglie la lotta tra due poteri, che si contendono il controllo del mondo. Perché monsignor Viganò, in realtà, è il sostenitore della restaurazione dell’antico potere della Chiesa. Alla base c’è un concetto biblico che, ancora una volta, condiziona le nostre vite: ed è per questo che è importante, sapere ciò che la Bibbia dice. Secondo Viganò, alla base di quanto sta accadendo oggi c’è «una grande menzogna, annunciata già dalle Sacre Scritture». E perlando del diavolo, che lui dà per vero e vivente, si domanda: «Cosa possiamo aspettarci, dal padre della menzogna?».
-
Un barbone mi disse: questo strazio durerà altri 10 anni
Qualche anno fa ero con mia madre seduto al tavolino di un bar, all’aperto. Parlavamo. Parlavamo della Rosa Rossa, di omicidi rituali, magia, Rosacroce, massoneria, servizi segreti. A poca distanza da noi, seduto per terra, c’era un senzatetto, che guardava assente davanti a sé. Mentre parlavamo mia madre mi dice sottovoce: «A me questo non mi convince. Ha qualcosa che non va». Rispondo: «Mamma, è solo un barbone, non ti lasciar suggestionare da queste cose di cui stiamo parlando. Se anche fosse una spia, sto parlando di argomenti di cui scrivo pubblicamente, non è che carpirà chissà quali segreti. Possiamo serenamente ignorarlo». La presi anche un po’ in giro, perché l’idea che quella persona ci stesse ascoltando, francamente, mi parve proprio assurda. Sennonché, quando decidemmo di andarcene, l’uomo si avvicinò a noi e disse: «Veramente interessante, il romanzo che lei ha raccontato a sua madre. Dovrebbe leggere il Conte di Montecristo. Lì c’è tutto ciò di cui lei parla: i Rosacroce, e persino la legge del contrappasso negli omicidi. Lo legga, mi raccomando».Mia madre e io rimanemmo ammutoliti. Lui se ne andò e io, una volta a casa, feci una ricerca e scoprii che Dumas, l’autore del Conte di Montecristo, era effettivamente un Rosacroce e quel romanzo parla, appunto, di Rosacroce. E simbolicamente, in effetti, è un romanzo rosacrociano. Qualche giorno fa, uscendo da un negozio di alimentari proprio di fronte al bar dove anni prima era accaduto questo fatto, incontro nuovamente questo strano soggetto (non l’ho riconosciuto, non essendo per niente fisionomista, ma ho presupposto fosse lui perché le modalità con cui mi si è avvicinato sono state pressocché identiche, oltre al modo di vestire inconfondibile). Mi ha detto: «Credi che questa pandemia finirà presto e tutto tornerà alla normalità? No. Niente affatto. In autunno ricominceranno con la storia delle chiusure, dei contagi e tutto il resto. Questa storia durerà ancora circa 10 anni, e molte persone moriranno. Alcuni moriranno per il vaccino, perché gli effetti a lungo termine si manifesteranno fra qualche anno. Altri moriranno di Covid e delle varie varianti. Alcuni accuseranno dell’aumento di contagi i non vaccinati; altri accuseranno i vaccinati, perché è grazie al vaccino che si sviluppano le varianti e perché i vaccinati possono contagiare i non vaccinati».«Ci saranno scontri e caos. Milioni di persone moriranno per fame, specialmente tra le popolazioni dell’Asia e dell’Africa, che non sono preparate a una crisi come questa. Fra dieci anni la popolazione mondiale sarà dimezzata. L’economia sarà in ginocchio, ma è quello che vogliono, perché grazie a questa crisi controlleranno meglio la popolazione. Il vaccino, come diceva già Steiner cento anni fa, serve per favorire lo scollegamento tra mente e corpo. Infatti quello che non viene detto è che questo vaccino fa ammalare e farà morire molte persone, ma altre invece le guarirà da malattie giudicate incurabili. Senza che la scienza medica ufficiale trovi un nesso tra i due fenomeni, molte persone guariranno da una serie di sintomi e malattie giudicate incurabili (e grideranno al miracolo, o ignoreranno la cosa, senza riuscire a spiegarla). Le malattie sono infatti il sintomo di qualcosa che l’anima non può sopportare, e che si scarica sul corpo come sintomo; se tu scolleghi l’anima dal corpo, il corpo paradossalmente può anche guarire; anche se, ovviamente, la persona senza saperlo sarà sempre più scollegata dal suo vero Sé».«Ovviamente chi ha prodotto i vaccini sa bene tutto questo; lo sanno da anni e i vaccini sono stati testati in segreto molti anni prima. A loro non interessa che la gente si ammali o guarisca a seguito del vaccino; a loro interessa che la gente sia più controllabile. E non hanno interesse a sterminare tutta l’umanità; hanno interesse a provocare dolore, perché le entità che stanno dietro a questa vicenda e che muovono i governanti e le popolazioni come burattini, si nutrono di sofferenza. A loro interessa la sofferenza, e se morissero tutti, non avrebbero più nutrimento. Al termine di questa situazione, ci saranno meno persone sulla Terra; alcune di loro saranno però più evolute e consapevoli; altre saranno ancora più schiave. Perché il male non può impedire a se stesso di produrre un bene come contraccolpo, e contribuisce all’evoluzione dell’umanità. E la morte non è un problema. La morte è solo un cambiamento di stato». Questo è il discorso che mi ha fatto, che io ho cercato di riassumere. Di tutte le cose strane che mi sono capitate nella mia vita, questa è una di quelle a cui ancora non riesco a dare una spiegazione razionale.(Paolo Franceschetti, “Un barbone mi disse”, dal blog “Petali di Loto” del 15 giugno 2021).Qualche anno fa ero con mia madre seduto al tavolino di un bar, all’aperto. Parlavamo. Parlavamo della Rosa Rossa, di omicidi rituali, magia, Rosacroce, massoneria, servizi segreti. A poca distanza da noi, seduto per terra, c’era un senzatetto, che guardava assente davanti a sé. Mentre parlavamo mia madre mi dice sottovoce: «A me questo non mi convince. Ha qualcosa che non va». Rispondo: «Mamma, è solo un barbone, non ti lasciar suggestionare da queste cose di cui stiamo parlando. Se anche fosse una spia, sto parlando di argomenti di cui scrivo pubblicamente, non è che carpirà chissà quali segreti. Possiamo serenamente ignorarlo». La presi anche un po’ in giro, perché l’idea che quella persona ci stesse ascoltando, francamente, mi parve proprio assurda. Sennonché, quando decidemmo di andarcene, l’uomo si avvicinò a noi e disse: «Veramente interessante, il romanzo che lei ha raccontato a sua madre. Dovrebbe leggere il Conte di Montecristo. Lì c’è tutto ciò di cui lei parla: i Rosacroce, e persino la legge del contrappasso negli omicidi. Lo legga, mi raccomando».
-
Cabras: l’Occidente esalta i diritti ma perseguita Assange
La prigionia e la libertà di JulianAssange costituiscono una questione cruciale del moderno Occidente. Quando Ernesto Balducci parlò dell’incontro dell’Europa con le popolazioni delle Americhe che c’erano prima di Colombo disse che «l’Uomo incontrò se stesso e non si riconobbe». Nacque cinque secoli fa una strana alienazione e doppiezza dell’Occidente, vero propulsore di meravigliose Carte dei diritti umani e capace nel contempo di perpetrare orribili genocidi. Anche oggi, con Assange, le libertà politiche occidentali incontrano se stesse e non si riconoscono. Il giornalismo occidentale incontra se stesso e non si riconosce. La giustizia democratica incontra se stessa e non si riconosce. Invece, riconoscere libertà politica, di parola, riconoscere la giustizia è ancora possibile. Da undici anni, Julian Assange è al centro di un caso diplomatico e giuridico. Nel 2006 aveva fondato il sito WikiLeaks con l’obiettivo di offrire uno spazio libero ai “whistleblower” disposti a pubblicare documenti sensibili e compromettenti, in forma anonima e senza la possibilità di essere rintracciati.Il sito ha fatto da palestra per il più efficace giornalismo investigativo degli ultimi anni, rivelando segreti e scandali, relativi, tra gli altri, a guerre, loschi affari commerciali, episodi di corruzione e di evasione fiscale. L’uomo che oggi langue da troppo tempo in una prigione britannica ha contribuito ad aumentare la consapevolezza di larghi strati della pubblica opinione mondiale rispetto a governi, uomini di potere, grandi lobby, reti di relazioni ed eventi, ben oltre la narrazione ufficiale. La sua Wikileaks ha consentito alla democrazia contemporanea di superare e mostrare i limiti del giornalismo tradizionale. Lasciare che Assange sia soggetto alle sue dure condizioni carcerarie è l’attentato definitivo – oltre che alla sua persona – al giornalismo investigativo, in un mondo che vede le leve dell’informazione in sempre meno mani. Avere invece un’informazione coraggiosa aiuta i parlamenti nel correggere i comportamenti opachi di vari governi.Parliamo di un dissidente che ha segnato a livello planetario un’epoca nuova nella tensione fra lo scrutinio democratico delle decisioni dei poteri di governo e la Ragion di Stato. La sua cattività pone un problema drammatico alla coscienza politica di tutto l’Occidente. Assange ha dato coraggio alla pratica del “whistleblowing” e dell’obiezione di coscienza, fino a farla riconoscere nelle leggi e nei codici etici a tutti i livelli. Niente retorica vuota sulla democrazia dal basso, Assange ha fatto una cosa pratica: un sistema che valorizzava il controllo dal basso e la democratizzazione dell’informazione nell’ambito di una rivoluzione tecnologica con un grande potenziale di liberazione per individui e popoli. La storia coraggiosissima di Julian Assange esige che sia riconosciuto il valore e il rango politico del suo attivismo, da sempre minacciato con ogni mezzo, che sia salvaguardata la sua incolumità, che non ci siano forzature politiche nelle procedure a cui sarà sottoposto.Si è fatto molti nemici, certo. Anche fra i giornalisti. Ce ne sono che si proclamano perfino difensori dei diritti umani. Ma, siccome una parte di loro li viola tutte le sere, privando la gente di una informazione decente, ovviamente non ama i disturbatori della quiete del Potere. C’è quello che condanna Assange dicendo che «gli Stati hanno bisogno delle loro zone d’ombra». C’è chi lo condanna perché ha rivelato segreti di Stato. C’è chi lo qualifica come agente di potenze nemiche. Chi afferma che è un «personaggio ambiguo». Assange non piace insomma a quella parte di giornalisti che non fanno tanto i giornalisti, quanto gli addetti alle pubbliche relazioni del Potere. Figuriamoci se possono assolverlo. Insomma, in troppi stanno zitti e lasciano che la minaccia colpisca tutti coloro che vorranno dire la verità. È normale che i governi e i potenti abbiano qualcosa da nascondere (che ci vuoi fare?); ma il compito dell’informazione, ineludibile, è quello di andare a scoprire i loro nascondigli e di rivelarli al pubblico, ai popoli. E se non lo fa, l’informazione, cessa di essere tale. Non è il momento di stare allineati e coperti.In oltre 15 anni, WikiLeaks ha diffuso più di 10 milioni di documenti classificati. Possiamo dire che ci sono 10 rivelazioni di Assange che hanno cambiato il modo di vedere il potere e li voglio elencare per inquadrare l’esatta dimensione di questa opera: gli archivi di Guantánamo; le notizie segrete sulle guerre e le torture, dall’Afghanistan e all’Iraq; i dispacci diplomatici dello scandalo Cablegate; i video sui civili bersagliati a Baghdad; i documenti dell’agenzia Stratfor sulla sorveglianza totale; le rivelazioni sui negoziati dei grandi accordi commerciali che diminuivano il peso delle democrazie a favore delle multinazionali; le magagne di tante e fortissime corporation dominanti; l’uso dello spionaggio globale come strumento geopolitico che ha diminuito la forza delle cancellerie europee; la messa a nudo del potere del clan dei Clinton e delle sue connessioni saudite; l’analisi spietata e dati alla mano dello strapotere del Big Tech nel determinare la morte della privacy per miliardi di individui.La mozione ricorda lo stato attuale delle condizioni di Assange. È una persecuzione contro una persona e una ritorsione contro il progetto WikiLeaks, ma rappresenta anche un brutto precedente per attivisti, giornalisti e “whistleblower” ovunque nel mondo. La sua detenzione – i cui presupposti erano già stati respinti nel 2015 dal Gruppo di lavoro dell’Onu sulla Detenzione Arbitraria e rivelatasi anche avvenire in condizioni gravosamente severe – nonché le eventualità di estradizione e persecuzione a vita negli Usa, sono uno scandalo denunciato dalle organizzazioni per i diritti umani. Nel novembre 2019 il relatore Onu sulla tortura ha dichiarato che Assange avrebbe dovuto essere rilasciato e la sua estradizione negata. Il Consiglio d’Europa ha fatto propria la dichiarazione. Nel dicembre 2020 lo stesso relatore Onu sulla tortura, oltre a rinnovare l’appello per l’immediata liberazione di Assange, ha chiesto, senza esito, che questi venisse almeno trasferito dal carcere ad un contesto di arresti domiciliari.Il 5 gennaio 2021 la giustizia britannica ha negato l’estradizione di Assange agli Stati Uniti per motivi di natura medica. Nonostante tutto, Assange è ancora detenuto in durissime condizioni nella prigione di Belmarsh. La mozione è semplice e impegna il governo a fare di tutto – anche in aderenza alle convenzioni internazionali e specificatamente alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali – affinché le autorità britanniche garantiscano la protezione e l’incolumità di Julian Assange e non procedano alla sua estradizione. Questo significa, di fatto, riconoscergli lo status di rifugiato politico e la protezione internazionale. Sarà un contributo alla libertà in grado di trovare le giuste vie diplomatiche senza morire di troppa prudenza. Viva la libertà! Viva Julian Assange!(Pino Cabras, “Riconoscere a Julian Assange lo status di rifugiato politico”; intervento alla Camera il 14 giugno 2021. Stretto collaboratore di Giulietto Chiesa, eletto deputato nel 2018 con i 5 Stelle, Cabras è oggi esponente del movimento “L’Alternativa c’è”).La prigionia e la libertà di JulianAssange costituiscono una questione cruciale del moderno Occidente. Quando Ernesto Balducci parlò dell’incontro dell’Europa con le popolazioni delle Americhe che c’erano prima di Colombo disse che «l’Uomo incontrò se stesso e non si riconobbe». Nacque cinque secoli fa una strana alienazione e doppiezza dell’Occidente, vero propulsore di meravigliose Carte dei diritti umani e capace nel contempo di perpetrare orribili genocidi. Anche oggi, con Assange, le libertà politiche occidentali incontrano se stesse e non si riconoscono. Il giornalismo occidentale incontra se stesso e non si riconosce. La giustizia democratica incontra se stessa e non si riconosce. Invece, riconoscere libertà politica, di parola, riconoscere la giustizia è ancora possibile. Da undici anni, Julian Assange è al centro di un caso diplomatico e giuridico. Nel 2006 aveva fondato il sito WikiLeaks con l’obiettivo di offrire uno spazio libero ai “whistleblower” disposti a pubblicare documenti sensibili e compromettenti, in forma anonima e senza la possibilità di essere rintracciati.