Archivio del Tag ‘diritti’
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Banche a rischio: così Draghi può ridurre l’Italia in schiavitù
A esclusivo vantaggio delle élite dei maxi-speculatori finanziari, la Bce di Draghi può obbligare Monti a sottoporre l’Italia alle nuove schiavitù create con i “salvataggi” dei fondi salva-Stati, «semplicemente chiudendo i rubinetti alle banche italiane a piacimento da un giorno all’altro». Questo, sostiene Paolo Barnard, «causerebbe il collasso del sistema economico privato italiano, la bancarotta del Paese e la nostra fine all’inferno. E la Bce lo farà, l’ha già fatto». Un meccanismo micidiale, avverte il giornalista-attivista, promotore italiano della Modern Money Theory contro la “dittatura” dell’euro, moneta “privata” che impoverisce gli Stati dell’Eurozona aggravando la crisi e garantendo profitti favolosi ai dominus della finanza franco-tedesca, protagonisti di un disegno egemonico neo-feudale che punta a svuotare gli Stati della loro sovranità democratica, tagliando diritti che si pensavano acquisiti per sempre.
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La grande crisi ha già rottamato le non-ricette di Renzi
Tagli spietati, ancora più duri delle inaudite mutilazioni finora inferte dal governo Monti. La non-ricetta di Matteo Renzi è già stata ampiamente rottamata dalla crisi: lo sostiene Gad Lerner, dopo l’ultima sortita del sindaco fiorentino alla Fondazione Metropolitan: una serata di raccolta fondi con alcuni big della finanza milanese. “Sbloccare la crescita dell’Italia: un progetto rivoluzionario”. Incontro organizzato da Davide Serra, che è il fondatore di Algebris, «un hedge fund nato nel paradiso fiscale delle Cayman», come ricorda – piuttosto perfidamente – il “Corriere della Sera”. Presenti il numero uno di Deutsche Bank Italia, Flavio Valeri, il presidente di Lazard e Allianz Italia, Carlo Salvatori, nonché l’ex direttore generale di Bpm, Enzo Chiesa. Con loro Andrea Soro di Royal Bank of Scotland, l’uomo d’affari Francesco Micheli e l’amministratore delegato di Amplifon, Franco Moscetti.
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Silenzio su Eurogendfor, la strana super-polizia europea
Si chiama Eurogendfor: una sigla apparentemente innocua, per quella che in italiano diventa “Gendarmeria europea”. Circondata dallo strano silenzio della stampa, il nostro Parlamento ha ratificato l’oscuro Trattato di Velsen, che il 18 ottobre 2007 ha istituito questa strana gendarmeria: una forza militare sub-europea indipendente. Ne fanno parte i paesi dotati di polizia militare: Francia, Spagna, Portogallo, Olanda e Italia. Secondo il Trattato, Eurogendfor è una sorta di super-polizia sovranazionale a disposizione dell’Unione Europea, dell’Ocse, della Nato. Una task-force rapidamente schierabile, composta esclusivamente da elementi delle forze di polizia con status militare, per la gestione delle crisi e dell’ordine pubblico. In Italia è previsto che in futuro sparirà addirittura l’Arma dei carabinieri: in parte gli effettivi saranno assorbiti dalla polizia, in parte da Eurogendfor.
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Guerra e clima: quello che Obama e Romney non dicono
Quando lo spettacolo quadriennale delle elezioni arriva al culmine, è utile chiedersi come le campagne di propaganda politica trattano dei problemi cruciali che dobbiamo affrontare. La risposta semplice è: male o per nulla. Se è così, sorgono alcune importanti domande; perché, e che cosa possiamo fare a riguardo? Ci sono due argomenti di importanza assoluta, perché è in gioco il destino della nostra specie: il disastro ambientale e la guerra nucleare. Il primo appare regolarmente sulle prime pagine dei giornali. Il 19 settembre, per esempio, Justin Gillis ha scritto sul “New York Times” che lo scioglimento del ghiaccio del Mare Artico si era fermato per un anno, «ma non prima di aver demolito il record precedente – e aver lanciato nuovi avvertimenti sul rapido ritmo dei cambiamento nella regione».
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Barnard: padroni del nostro destino, la politica ci ascolti
Nel febbraio 2012, praticamente da solo, Paolo Barnard ha organizzato il primo summit sulla Modern Money Theory (Mmt), a Rimini. Il risultato fu sorprendente: 2.200 persone paganti giunte da tutta Italia. Nulla di simile si era mai verificato in Italia, e forse in Europa. Ora, a distanza di qualche mese, Paolo Barnard, giornalista già co-fondatore di Report ma da qualche anno confinato quasi in un esilio informativo che ne fa un raro esempio di giornalista-attivista, rilancia: a fine ottobre, prima a Rimini (20-21) e poi a Cagliari (27-28) si svolgeranno altre due conferenze. Il titolo è esplicito: “Non eravamo i Piigs. Torneremo Italia”. Relatori, Warren Mosler e Mathew Forstater, statunitensi, e Alain Parguez, francese, economista circuitista ed ex consigliere economico di Mitterrand (e quindi molto addentro alle vicende che portarono all’unificazione monetaria europea).
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Orrore, premiati i boia dell’Europa: un Nobel da rifiutare
Di fronte a una notizia come quella che proviene da Oslo si resta sgomenti: servirebbe una mobilitazione internazionale per rifiutare il Nobel per la Pace incredibilmente assegnato alla tecnocrazia-fantasma che, abusando dei diritti dei popoli europei, governa il continente senz’ombra di democrazia e ormai lo affama in modo spietato, a colpi di diktat scellerati e sordi a ogni voce di protesta. Per come è attualmente costituita, l’Unione Europea – dominata da un direttorio di non-eletti, la famigerata Commissione – si configura come una struttura di potere arcaica, di natura imperiale e pre-moderna, nemica del diritto e delle libere Costituzioni degli Stati democratici sorti dall’immane lotta contro il nazifascismo tra le macerie del vecchio continente alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
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Semi proibiti: Bruxelles vieta la nostra sovranità alimentare
Dall’assalto alla sovranità monetaria (basti guardare l’approvazione del Fiscal Compact e/o del Mes) all’attacco alla sovranità alimentare. L’Unione Europea sembra che voglia, di fatto, smantellare pian piano tutti gli assi che ogni Stato membro tenta di giocarsi per mantenere un minimo di autonomia. Tutto ruota attorno ad una direttiva comunitaria – in vigore dal 1998 – che stabilisce come la commercializzazione e lo scambio di sementi sia di solo appannaggio delle ditte sementiere (come la Monsanto). Agli agricoltori questo commercio è vietato. Molte le realtà associative di volontari che si sono costituite per opporsi a questa assurda regolamentazione, distribuendo sementi presenti fuori dal catalogo ufficiale delle multinazionali.
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Nobel-scandalo all’Europa che ci ha dichiarato guerra
Dare il premio Nobel per la pace all’Unione europea è un po’ come dare il premio Oscar per la miglior interpretazione a un carciofo bollito. Di tante assurdità cui la giuria di Oslo ci aveva abituato nel tempo, questa è la più incredibile: sono mesi che diciamo che l’Europa non esiste e che i guai che ci sommergono sono provocati proprio da un continente burocratico e cavilloso, che strapaga i suoi dirigenti per occuparsi delle curvature delle banane, mentre lascia i cittadini a morire di fame. E mai come in questi mesi l’inefficienza disastrosa di Bruxelles ha minacciato la pace nel continente, portando la gente in strada da Atene a Madrid, esasperando gli animi, provocando incidenti e scontri.
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Tagli ciechi: il Piemonte amputa l’eccellenza del Bio
Spending review, tagli orizzontali, trascuratezza degli enti pubblici: il disastro-Italia non risparmia nulla, neppure le poche eccellenze rimaste. Come il Crab, lo sportello piemontese per l’agricoltura biologica. Che, nell’indifferenza generale, rischia di chiudere. Poco importa se, pur costando 280mila euro all’anno, ne genera da solo oltre mezzo milione, attraverso l’assistenza diretta alle aziende agricole, o attività che spaziano dal monitoraggio dei suoli agli studi per limitare lo spreco di acqua, fino alla lotta biologica contro i parassiti. I progetti di questo centro, spesso sviluppati con la collaborazione di università italiane ed estere, sono frutto del lavoro dei suoi ricercatori. «Noi non sperperiamo il denaro pubblico, produciamo sostenibilità ambientale», fanno presente. «Eppure ci vogliono chiudere».
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Agenda-suicidio, da rottamare: anche Fassina boccia Monti
L’agenda Monti? Da rottamare. Lo afferma Stefano Fassina, responsabile economico del Pd. Se il governo tecnico voluto da Napolitano e sostenuto da Bersani ha aiutato l’Italia a uscire dall’imbarazzo internazionale del crepuscolo berlusconiano, dopo quasi un anno di emergenza conviene guardare in faccia alla realtà: nessuna delle soluzioni prospettate da Monti sta funzionando, perché il rigore e i tagli mortificano l’economia senza nessuna speranza. «Come correttamente riflesso dagli spread sui titoli decennali dei Piigs – sostiene Fassina – i rischi di rottura della moneta unica e di disgregazione europea sono sempre più elevati». Perché? «Per scelte politiche inadeguate ad affrontare il problema di fondo dell’euro: le divergenze di competitività tra le sue aree», troppo disomogenee, come sapevano bene, «fin dall’inizio», i padri fondatori dell’euro.
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Italia sovrana: manifesto democratico per salvare il paese
Dato che la nostra economia rimane a livelli di depressione del tutto artificiosi. Dato che la Bce offre fondi legati a condizionalità che mantengono in vita la nostra depressione economica. Dato che la Bce non ha mostrato alcuna intenzione di ammorbidire quelle condizionalità. Dato che la Ue non ha mostrato alcuna intenzione di ridurre la disoccupazione ammorbidendo i limiti ai deficit di bilancio nazionali dettati da Maastricht. Dato che la Ue e la Bce hanno mancato di riconoscere il ruolo dei Deficit Positivi per sostenere la piena occupazione, la produzione aziendale e i risparmi. Dato che l’inflazione da eccesso di domanda non è un pericolo finché la produzione non si riduce drammaticamente. Dato che noi consideriamo le politiche che deliberatamente sostengono livelli alti di disoccupazione un crimine contro l’umanità.
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Giulietto Chiesa: come difendersi dal declino che ci aspetta
A sinistra l’ideologia della crescita, con tutti i suoi corollari, è entrata come il burro, trasmigrando dalla crescita socialista dei piani quinquennali alla crescita infinita del capitalismo totale. Non vedono la necessità di fare i conti con i “limiti allo sviluppo”. Cambiare i consumi, senza ridurli, diventerà presto praticamente impossibile. O si dimostra che questa affermazione è errata, oppure si deve affrontare la questione della decrescita. Non è soltanto una economia in crescita geometrica ad essere insostenibile, comunque la si voglia presentare. Anche un’economia stazionaria, a crescita zero, è comunque insostenibile alla lunga. Anch’essa porta, sebbene più lentamente, al confine con i limiti. Puntare a un’economia stazionaria equivale a condannare a morte il capitalismo come lo conosciamo oggi. Infatti non c’è capitalismo che non cresce e un capitalismo a crescita zero è una contraddizione in termini. Eppure nemmeno essa sarà sufficiente a evitare una catastrofe strategica.