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Magaldi: perché mi fido di Draghi, nonostante i vaccini
Gioele Magaldi continua a scommettere su Mario Draghi: non ha ancora cambiato paradigma, su come affrontare il Covid, però sta facendo da rompighiaccio per uscire, definitivamente, dal tunnel dell’austerity. La prova? Non vuol saperne, di aumentare le tasse. Massone progressista, già iniziato alla superloggia “Thomas Paine”, nel 2014 Magaldi ha arricchito la narrazione sui retroscena del potere con il bestseller “Massoni”, edito da Chiarelettere, che indica – per la prima volta – l’esistenza di un livello decisionale apicale, super-massonico (quello delle Ur-Lodges) che condizionerebbe le stesse strutture “paramassoniche” – Bilderberg, Trilaterale, Davos – che a loro volta orientano notoriamente i media e la politica dei governi, a prescindere dai risultati elettorali. Dello stesso Draghi, Magaldi ha offerto la seguente interpretazione: nato in seno alla tradizione keynesiana (quella di Federico Caffè), assai prima del Britannia (e della sparizione di Caffè, nel 1987) approdò al nascente mainstream neoliberista, dominato dai gruppi massonici neo-conservatori che si sono inventati l’ordoliberismo dell’euro-sistema.Una cavalcata folgorante, quella di Super-Mario: direttore del Tesoro (privatizzazioni), Banca Mondiale, Goldman Sachs, Bankitalia e Bce. Dottrina: agevolare il privato, colpire la capacità di spesa dello Stato e sottoporre la politica all’ipocrita “pilota automatico” della finanza, cioè all’esclusivo interesse privatistico dei gruppi dominanti. Poi, il ravvedimento: l’evocazione della Mmt (il ritorno a Keynes) già prima di lasciare Francoforte, e quindi l’appello del 2020 sul “Financial Times” per il nuovo “whatever it takes”, stavolta giustificato dall’emergenza economica innescata dal Covid. Tradotto: emissione oceanica di denaro, per prestititi non destinati a trasformarsi in debito da ripagare. Cos’è successo, nella testa dell’ex super-banchiere, ancora a capo del Gruppo dei Trenta? Magaldi lo spiega così: dopo trent’anni (in cui ha brillato, come demolitore dell’Italia), Draghi ha disertato dalla corrente supermassonica “neoaristocratica”, cioè oligarchico-reazionaria, per tornare alle origini e offrirsi, alla massoneria sovranazionale progressista, come Grande Pentito, pronto a mettere il suo intatto prestigio a disposizione della causa: il ritorno alla sovranità democratica, dunque al ruolo generoso dello Stato nell’economia.Sta accadendo proprio questo, dice Magaldi, fiducioso nel metodo-Draghi per la “resurrezione” del paese, cominciando dal Recovery Fund nella modalità gestionale inevitabilmente iper-tecnocratica disegnata dall’ex capo della Bce. Solo un peso massimo mondiale come Draghi – è sottinteso – avrebbe potuto puntare a cambiare davvero il paradigma economico, declinato in Italia negli ultimi tre decenni dall’infausta Seconda Repubblica, nata dal golpe bianco di Tangentopoli e sopravvissuta (agonizzante) nella finta alternanza tra centrodestra e centrosinistra: schieramenti entrambi sottomessi ai diktat della massoneria reazionaria che ha sin qui pilotato l’Ue, utilizzando il peso politico-economico dell’élite tedesca per imporre la sanguinosa follia del rigore di bilancio. Poi è arrivato il Covid, e tutto è cambiato: anche nel grande potere. Da una parte la filiera del rigore assoluto, decisa a usare la pandemia (e la Cina) per distruggere l’Occidente soffocando libertà e democrazia, e dall’altra l’élite antagonista, decisa a dare battaglia a tutto campo.Ci crediate o no, insiste Magaldi (già sostenitore di Trump), l’avvento del gruppo che sostiene Joe Biden è stato positivo: nemmeno Trump aveva avuto il coraggio mostrato da Biden (ovvero da Janet Yellen, e da Draghi) nell’ultimo G7, che ha dichiarato guerra ai paradisi fiscali, impegnandosi per un’equa tassazione, finalmente, a carico delle multinazionali. Altri segnali? Sì: dopo la “bastonatura” di Bill Gates, maschera del “terrorismo sanitario” e bio-politico, ora viene ridimensionato anche il sodale Anthony Fauci, fino a ieri intoccabile. E a proposito, si domanda Magaldi: che fine ha fatto il Great Reset nella versione da incubo distopico, risuonato al Forum di Davos? Magaldi rimprovera i “complottisti” disattenti: il loro dogmatismo, dice, è perfettamente speculare a quello del mainstream, che è in malafede quando dipinge il Covid come un male terrificante e quasi incurabile. Bene ha fatto, Michele Santoro, a protestare in televisione: agli italiani, rinchiusi in casa da Conte, non è stato permesso nemmeno di ascoltare voci scientifiche alternative, come quella di Montagnier, Premio Nobel per la Medicina.D’accordo, e Draghi? Sull’approccio al Covid siamo ancora ben lontani dalla soluzione, ammette Magaldi: è grave che non sia stato ancora predisposto un adeguato protocollo per le terapie domiciliari, ed è grave che non sia stata nemmeno riconosciuta ufficialmente la loro efficacia (cosa che avrebbe reso impossibile l’autorizzazione d’emergenza per i vaccini). Magaldi è sempre stato per “lasciar correre” il virus: immunità di gregge. Non è contrario ai vaccini “genici”, purché non li si imponga come unico rimedio. A Draghi, aggiunge, va comunque riconosciuto di aver cambiato i parametri per valutare la gravità della situazione: non più il numero di “casi”, cioè semplici contagi (spesso asintomatici), ma le ospedalizzazioni. E’ però vero che, se ci si cura a casa in modo tempestivo, è difficilissimo finire all’ospedale: meglio sarebbe basarsi, al massimo, sull’affollamento delle terapie intensive. Però intanto l’aria è cambiata, il rigorismo di Speranza è stato stoppato. E le sospirate riaperture, in Italia (al netto dei “ristori” insufficienti) stanno comunque procedendo meglio e più velocemente, rispetto ad altri grandi paesi europei.Va tutto bene, allora? Niente affatto: c’è da temere che, in autunno, il “partito della paura” rialzerà la testa. La notizia, semmai – secondo Magaldi – è un’altra: s’è finalmente messo in moto un insieme di forze, che ieri dormivano o addirittura remavano contro. E’ questa, la novità incarnata da Draghi: un possibile Piano-B di lungo respiro, che avrà bisogno di tempo per potersi esprimere, lottando contro i “neoaristocratici”. Piccolo paradigma italiano: oggi, Draghi invita a non temere l’assenza di “coperture” finanziarie, visto che il debito pubblico può sempre essere virtualmente ripagato. E’ l’esatto contrario di quanto affermava quand’era a capo della Bce, nella Torre dell’Austerity di cui è ancora prigioniero il Pd del “montiano” Enrico Letta, così come la “sinistra” di Speranza (leggasi D’Alema e Bersani) che vorrebbe sempre introdurre una patrimoniale, in ossequio ai grandi padroni del vapore che in questi tre decenni – quando Draghi era ancora con loro – non hanno fatto altro che impoverire la base per arricchire il vertice della piramide sociale.La cattiva notizia, semmai, è che la politica è assente: quelle di cui parla Magaldi sono “guerre” tra élite, mille miglia al di sopra di qualsiasi dibattito parlamentare alla portata del comune cittadino, diligentemente disinformato dai media. I discussi vaccini “genici”? Sono gli italiani – prima ancora del generale Figliuolo – a fare la fila per ottenere il sospirato inoculo. Lega e Fratelli d’Italia? Non hanno mosso un dito, quand’erano all’opposizione, per contrastare la “dittatura sanitaria” del Conte-bis, inclusi lockdown e coprifuoco. Come dire: da un tunnel così buio non si può pretendere di uscire in pochi mesi. E se i media continuano a essere colonizzati in modo pressoché totalitario, seguitando a raccontare l’opposto della verità e censurando ogni voce eretica, non si può nemmeno sperare che gli italiani si rendano conto di quello che sta avvenendo davvero, lassù, nel mondo di cui parla Gioele Magaldi, con le sue frequenti esternazioni – a volte complete, a volte no – riguardo ai complessi disegni delle “aristocrazie massoniche” che si starebbero dando battaglia per disegnare la fisionomia del nuovo mondo, quello del post-Covid.Gioele Magaldi continua a scommettere su Mario Draghi: non ha ancora cambiato paradigma, su come affrontare il Covid, però sta facendo da rompighiaccio per uscire, definitivamente, dal tunnel dell’austerity. La prova? Non vuol saperne, di aumentare le tasse. Massone progressista, già iniziato alla superloggia “Thomas Paine”, nel 2014 Magaldi ha arricchito la narrazione sui retroscena del potere con il bestseller “Massoni”, edito da Chiarelettere, che indica – per la prima volta – l’esistenza di un livello decisionale apicale, super-massonico (quello delle Ur-Lodges) che condizionerebbe le stesse strutture “paramassoniche” – Bilderberg, Trilaterale, Davos – che a loro volta orientano notoriamente i media e la politica dei governi, a prescindere dai risultati elettorali. Dello stesso Draghi, Magaldi ha offerto la seguente interpretazione: nato in seno alla tradizione keynesiana (quella di Federico Caffè), assai prima del Britannia (e della sparizione di Caffè, nel 1987) approdò al nascente mainstream neoliberista, dominato dai gruppi massonici neo-conservatori che si sono inventati l’ordoliberismo dell’euro-sistema.
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Montagnier: follia i vaccini mentre la pandemia è in atto
Vaccinare le persone mentre l’epidemia è in corso? Errore madornale, avverte l’invettivologo Pietro Luigi Garavelli, primario a Novara: un rischio dal quale ci aveva messo in guardia lo stesso Albert Sabin, “inventore” del vaccino antiopolio. Il problema? Il vaccino “irrobustisce” il virus, anziché spegnerlo, inducendolo a generare continue varianti. Avvertimento ora rilanciato dallo stesso Jean-Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina dopo aver isolato il virus Hiv, quello dell’Aids. «Vorrei capire come sia possibile che, se parla un Burioni qualsiasi, ciò che dice viene ripreso alla lettera da tutti i media, seppur smentito dai fatti (come molte volte è accaduto con le parole dei virologi che affollano le nostre Tv)». E se parla un Nobel come Luc Montagnier? «Oscurato o bollato come teorico senza fondamento: una cosa, per me, davvero inspiegabile», protesta il blogger Francesco Amodeo, in un video ripreso da “Radio Radio”.«Ricorderete oltretutto quando l’anno scorso Montagnier dichiarò che ci fossero evidenze che il Covid sia stato creato in laboratorio: una tesi che offese così tanto l’establishment che, da quel momento, tentò di screditare in maniera aggressiva la sua dichiarazione». Oggi, afferma Amodeo, gli esperti mondiali stanno facendo marcia indietro sull’origine del coronavirus, e interi paesi chiedono un’inchiesta indipendente. Persino il virologo Anthony Fauci, che all’epoca di Trump smentiva categoricamente questa ipotesi, oggi dice che non la si può più escludere. «Montagnier, dunque, non era pazzo. E perché allora dobbiamo ignorarlo oggi, che dice cose altrettanto gravi, ma che hanno purtroppo riscontro nella realtà dei fatti?». Il Premio Nobel francese ha infatti rilasciato una nuova intervista, in cui ha dichiarato che il programma di vaccinazione contro il coronavirus «è un errore inaccettabile». Secondo Montagnier, infatti, è proprio la vaccinazione che starebbe provocando le varianti.«Gli anticorpi creati dal vaccino costringono il virus a trovare nuove soluzioni, quindi le varianti sarebbero il risultato della vaccinazione stessa», riassume Amodeo. «Secondo Montagnier, gli epidemiologi tacciono su un fenomeno che conoscono bene, noto come “Antibody-Dependent Enhancement”, cioè: potenziamento dipendente dagli anticorpi. Che significa? Che questi anticorpi favoriscono una certa infezione. Per Montagnier, la tendenza sta avvenendo in ogni paese dove la curva della vaccinazione è seguita dalla curva dei decessi». Lo stesso Montagnier annuncia che sta conducendo esperimenti sui pazienti che sono stati infettati dal coronavirus dopo aver ottenuto il vaccino: in questo modo, sostiene, dimostrerà che proprio loro stanno creando varianti resistenti al vaccino. Accuse gravissime, sottolinea Amodeo, che non possiamo certo ritenere infondate. Ovviamente i nostri media non le approfondiscono, «perché i nostri Burioni ci dicono che queste cose non sono vere». E quindi, «restiamo in attesa che la storia torni a smentirli: sulla nostra pelle».Per chi avesse ancora dubbi sulla gestione del Covid, non importa sotto quale governo, vale ricordare che lo stesso Garavelli giudica insensate le stesse misure di distanziamento, utili solo nel caso di “virus da contatto”, come l’Ebola. Altrettanto evidente la sudditanza dell’esecutivo di Mario Draghi rispetto al “paradigma vaccinale” imposto, a livello internazionale, dall’establishment sanitario largamente privatizzato. Anche in Italia, i “vaccini genici” (ancora sperimentali) vengono presentati come unica soluzione possibile, dopo aver oscurato per un anno – in modo criminale, denuncia Massimo Mazzucco – le varie terapie nel frattempo messe a punto per guarire dal Covid: se fossero state riconosciute, i “vaccini genici” non avrebbero mai potuto ottenere l’autorizzazione di emergenza (da parte di entità come l’Ema e l’Aifa, i cui dirigenti provengono da Big Pharma). Vaccinazioni che Draghi non ha esitato a imporre al personale sanitario, e che ora Jean-Luc Montagnier definisce addirittura dannose e pericolose, se somministrate a pandemia ancora in corso.Vaccinare le persone mentre l’epidemia è in corso? Errore madornale, avverte l’infettivologo Pietro Luigi Garavelli, primario a Novara: un rischio dal quale ci aveva messo in guardia lo stesso Albert Sabin, “inventore” del vaccino antiopolio. Il problema? Il vaccino “irrobustisce” il virus, anziché spegnerlo, inducendolo a generare continue varianti. Avvertimento ora rilanciato dallo stesso Jean-Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina dopo aver isolato il virus Hiv, quello dell’Aids. «Vorrei capire come sia possibile che, se parla un Burioni qualsiasi, ciò che dice viene ripreso alla lettera da tutti i media, seppur smentito dai fatti (come molte volte è accaduto con le parole dei virologi che affollano le nostre Tv)». E se parla un Nobel come Luc Montagnier? «Oscurato o bollato come teorico senza fondamento: una cosa, per me, davvero inspiegabile», protesta il blogger Francesco Amodeo, in un video ripreso da “Radio Radio“.
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Cure proibite, per lanciare i vaccini: spiegata la strage
Ha idea, Roberto Speranza, di quante persone sono morte per il Covid, nell’ultimo anno, a causa delle cure non autorizzate? Migliaia? Tutti pazienti che potevano essere salvati, se solo non fossero stati ostacolati in ogni modo i medici che avevano scoperto come guarirli, spesso da casa, senza nemmeno ricorrere all’ospedale. Massimo Mazzucco snocciola i numeri della strage: e spiega anche perché è stata provocata, da che cosa. L’imputato numero uno ha un nome preciso: il vaccino. Se fossero state approvate le terapie salva-vita, sarebbe stato impossibile (per l’Ema, e quindi per l’Aifa) accordare ai vaccini-Covid l’autorizzazione d’emergenza per la loro somministrazione. Normalmente, per approvare un vaccino servono 3-5 anni di sperimentazioni. La procedura emergenziale può scattare solo in un caso: quando non esistono alternative, cioè cure. Ecco perché le cure (che esistono e funzionano) sono state sistematicamente boicottate: se fossero state approvate, addio vaccini.Piccolo particolare: in attesa dei vaccini, l’Italia ha ufficialmente registrato 120.000 morti. Quanti di questi pazienti sarebbero ancora vivi, se ai medici fosse stato permesso di curarli con i farmaci nel frattempo individuati come rimedio efficace? Nel video-denuncia “Covid, le cure proibite”, Mazzucco documenta i capi d’accusa che ormai emergono in modo schiacciante: tutte le terapie vincenti (almeno una decina) sono state regolarmente oscurate e combattute per poter presentare il vaccino come unica soluzione, e – sempre per imporre la vaccinazione di massa – sono state imposte le peggiori restrizioni: lockdown, coprifuoco, zone rosse. Un ricatto: tornerete liberi solo quando vi sarete vaccinati. Ma attenzione, si tratta dell’ennesimo imbroglio: è infatti prevista una vaccinazione periodica e frequente, dall’incubo non si uscirà mai. E naturalmente: le terapie salva-vita, quelle che renderebbero superfluo il vaccino, restano nel cassetto.Nel suo reportage, Mazzucco non entra nel merito del piano vacciale più controverso della storia. Quelli somministrati sono farmaci “genici” sperimentali, impropriamente chiamati vaccini: non immunizzano completamente il corpo, e lasciano che il soggetto vaccinato possa restare contagioso. Non solo: presentano un serio rischio fisico immediato, in termini di reazioni avverse, mentre non si conoscono le conseguenze a lungo termine di un inoculo Rna-Dna che va a insediarsi nelle cellule, interagendo con il genoma umano. In questo caso, Mazzucco – autore di video-reportage che hanno fatto storia, come quelli sull’11 Settembre, trasmessi anche da “Canale 5″ in prima serata – si concentra sul più pazzesco degli scandali: quello delle “cure proibite”. Un copione invariabile, drammatico: scoperta la terapia, viene immediatamente screditata e poi messa al bando. Una dopo l’altra, le autorità sanitarie italiane hanno regolarmente respinto tutte le cure – efficaci – che i medici avevano scoperto, per contrastare il Covid.L’elenco è avvilente, grida vendetta: e a protestare (inutilmente, finora) sono proprio i medici, cui è stato materialmente sottratto lo strumento terapeutico per guarire i pazienti. Incredibilmente, il protocollo nazionale parla ancora di Tachipirina – farmaco inutile, in caso di Covid, se non dannoso – e si limita a raccomandare la “vigilante attesa”. Di cosa, se non dell’aggravamento? Mazzucco cita i vip prontamente curati e guariti nel 2020, non proprio giovanotti: Berlusconi, Briatore, lo stesso Trump. Rimessi in sesto in pochissimi giorni, nonostante la loro età avanzata. Come? Non certo con la “vigile attesa”: li hanno curati tempestivamente, con i farmaci adatti. Quelli a cui il cittadino normale continua a non avere accesso, visto che ai medici di famiglia non è ancora stato affidato un protocollo idoneo. Attenzione: si tratta di farmaci normalissimi. Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, spiega come “domare” l’incendio Covid ricorrendo a semplici antinfiammatori: funzionano purché si agisca celermente, cioè dopo i primi sintomi.I medici dell’associazione Ippocrate, che curano il Covid in modo volontaristico data la latitanza delle autorità sanitarie, hanno messo a punto un prontuario specifico: precisi farmaci (di uso comune) per ogni singola fase della malattia. I numeri sono dalla loro parte: si parla di migliaia di guarigioni da casa, evitando il ricovero. A Roma, il dottor Mariano Amici dimostra di aver guarito il 100% dei suoi pazienti – non meno di 2.000 persone – con la somministrazione, in fase precoce, di normali antinfiammatori. Nel video-reportage di Mazzucco, sul tema intervengono i sanitari dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna: le morti per Covid sono finite, assicurano, quando hanno cominciato a curare i pazienti direttamente nelle loro case, rinunciando cioè alla “vigile attesa” (che determinava il ricovero di malati ormai in gravi condizioni). Carta vincente, le cure precoci domiciliari: quelle che il ministero di Speranza ha appena chiesto e ottenuto, dal Consiglio di Stato, di non autorizzare.Mazzucco rievoca le tappe del calvario. Capitolo primo, le vitamine: consigliate da molti medici come sostanze utili per la prevenzione e, in dosi elevate, per la guarigione. Ma guai a dirlo: contro la “bufala” delle vitamine anti-Covid si sono scatenati prima i virologi televisivi, e a ruota i media. Risultato: vitamine bocciate. Ma non per tutti: Mazzucco esibisce un documento dei carabinieri che (già a marzo 2020) invitava i miltari dell’Arma ad assumere ogni mattina le vitamine C e D. Lo schema si ripete in modo scandaloso di fronte a ogni altra scoperta medica: anziché essere incoraggiati, i sanitari che hanno individuato una terapia efficace vengono zittiti, oscurati, screditati e boicottati. Succede a Giuseppe De Donno (Mantova), il primo ad aver sperimentato la plasmaferesi: guarigioni garantite, in poche ore, a chi riceve trasfusioni con il sangue dei pazienti guariti. Niente da fare nemmeno per Elena Campione dell’università romana di Tor Vergata, che ha scoperto i benefici della lattoferrina: sostanza naturale e antivirale, contenuta nel latte materno, che spiega il motivo per cui i bambini non vengono colpiti dall’infezione.Un caso-limite è quello dei cortisonici: nell’aprile 2020, sempre Roberto Speranza non ha degnato di risposta i 30 luminari italiani che gli segnalavano i grandi risultati ottenuti con farmaci a base di cortisone. Ironia della sorte, due mesi dopo è stata la stessa Oms a complimentarsi coi medici inglesi, che a loro volta avevano scoperto le virtù del Desametasone. Ma niente da fare, la consegna è sempre la stessa: negare l’evidenza per affossare le cure. E pazienza, se nel frattempo i malati – lasciati a casa in “vigile attesa” – continuano a morire, o arrivano in ospedale con la salute ormai gravamente compromessa proprio perché rimasti per giorni senza cure. E’ così che ha funzionato, la macchina del terrore: negare le terapie è “servito” esattamente ad alzare il numero dei ricoveri, delle terapie intensive, permettendo ai politici, ai media e agli “scienziati di corte” di recitare all’infinito il mantra della paura e dell’attesa messianica dell’unico possibile rimedio, il vaccino.Per questo, aggiunge Mazzucco, nonostante i risultati lusinghieri sono state biocciate tutte le altre soluzioni terapeutiche nel frattempo emerse: la quercetina scoperta dal Cnr, l’ozonoterapia praticata con successo all’ospedale di Udine, l’adenosina (introdotta a Reggio Calabria dai medici Sebastiano Macheda e Pierpaolo Correale), e persino un antiparassitario come l’ivermectina, che ha permesso alla Repubblica Ceca di veder crollare di colpo i decessi per Covid. Tradotto: a Praga si è smesso di morire, in Italia no. Culmine della vergogna, il caso dell’idrossiclorochina associata a un antibiotico come l’azitromicina: terapia sperimentata con successo in Francia dal professor Didier Raoult, uno dei maggiori virologi al mondo, ma poi abbandonata dopo uno studio (falsato da dati inventati) pubblicato sul “Lancet”. Poi la rivista si è corretta, scusandosi: quello studio era da buttare, la clorochina (antimalarico in uso da decenni) non è affatto pericolosa, in dosi appropriate. Ma il divieto di usarla, in Italia, è rimasto: anche dopo la scoperta della frode scientifica del “Lancet”.Domanda: quale organizzazione criminale potrebbe mai progettare e attuare un piano simile, fondato sulla disinformazione e sul boicottaggio delle guarigioni, a costo di provocare decine di migliaia di morti? Qualunque ne sia l’origine, dice Mazzucco, ne conosciamo il coordinatore: Big Pharma. Anche in Italia, tutti i decisori sono strettamente controllati dalle farmaceutiche, che ottengono il consenso dei media a suon di milioni in termini di pubblicità. In cambio, giornali e televisioni fanno parlare – come oracoli – solo e sempre determinanti esponenti del mondo scientifico (i vari Bassetti, Pregliasco, Crisanti, Galli, Burioni e Lopalco, perfettamente funzionali al business farmaceutico-vaccinale). Ferreo anche il controllo sul governo, esercitato da un Comitato Tecnico-Scientifico composto da dirigenti dell’Aifa, del ministero della salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, tutti «baroni legati a Big Pharma, che non si sognerebbero mai di contraddire le farmaceutiche».Nel Cts, ricorda Mazzucco, c’erano anche Ranieri Guerra, indagato per il piano pandemico non aggiornato né applicato, e lo stesso Walter Ricciardi, consulente di Speranza. «Due anni fa, Ricciardi dovette dimettersi da direttore dell’Iss dopo che emersero i suoi conflitti d’interesse con le case farmaceutiche». Questi, sottolinea Mazzucco, sono i personaggi che stabiliscono cosa chiudere, e fino a quando: il controllato e il controllore sono lo stesso soggetto, Big Pharma, che agisce attraverso i suoi ramificati canali, anche istituzionali. «La stessa Ema è zeppa di dirigenti che provengono da Big Pharma, tramite il meccanismo delle “porte girevoli”: l’attuale direttrice, Emer Cooke, quella che ripete che “i benefici dei vaccini superano i rischi”, viene dalla lobby europea delle industrie farmaceutiche». E’ vero, purtroppo: la Cooke è stata a lungo in forza alla Efpia, European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations.Nell’Epfia, conferma Wikipedia, Emer Cooke ha lavorato per 8 anni come lobbysta delle “Big 30″, incluse Pfizer, AstraZeneca, Novartis e Johnson & Johnson. «Secondo voi chi l’ha messa a dirigere l’Ema, Gesù Bambino?». Non solo: «Credete che sia l’Unione Europea, coi nostri soldi, a finanziare la sua agenzia del farmaco? Errore: l’agenzia vive di fondi pubblici solo per il 16%, dato che l’84% del denaro che serve al suo funzionamento proviene dalle aziende farmaceutiche, sotto forma di autorizzazioni per i medicinali». Domanda retorica: qualcuno può davvero pensare che l’Ema (da cui di fatto dipende anche l’Aifa) sia un ente autonomo e quindi scientificamente affidabile, indipendente, che ha a cuore solo la salute dei cittadini, e non invece – anche e soprattutto – quella dei bilianci miliardari del complesso industriale farmaceutico che la foraggia quasi completamente?Tragedia e farsa si sommano, nell’impietosa ricostruzione di Mazzucco, fino all’epilogo tanto atteso: lo sdoganamento anticipato dei famosi “vaccini genici”. «Per i preparati vaccinali, la procedura d’emergenza (quindi con sperimentazione molto limitata) può avvenire solo a certe condizioni». Una su tutte: «Non deve esistere nessuna cura disponibile, per la malattia in questione, altrimenti il vaccino non la può ricevere, l’approvazione d’emergenza». Vale per la statunitense Food and Drug Administration: a febbraio, nell’autorizzare i vaccini-Covid, la Fda ha ricordato che non deve esistere «una adeguata, approvata e disponibile alternativa al prodotto». Idem l’Ema: il vaccino «deve rispondere a una necessità medica non soddisfatta, ovvero una patologia per la quale non esiste un metodo soddisfacente di diagnosi, prevenzione o cura autorizzato dalla comunità (o, anche se questo metodo esistesse, il nuovo prodotto medicinale deve rappresentare un importante vantaggio terapeutico per i malati)».E dato che «nessun vaccino potrà mai rappresentare un importante vantaggio terapeutico, rispetto a una medicina che agisce subito», ecco che «le medicine normali non vengono autorizzate», scandisce Mazzucco. «Abbiamo svelato l’arcano: le cure non sono mai state riconosciute non perché non funzionino, ma perché sapevano fin dall’inizio che – riconoscendo una qualunque cura valida – non si sarebbe potuta ottenere l’autorizzazione d’emergenza per il vaccino». Ragiona il reporter: «Se per ipotesi i vaccini non esistessero (cioè, se non fossero mai stati “inventati”), secondo voi come si competerebbe la sanità, rispetto al Covid? Ovvio: curerebbe i malati senza indugi, con tutte le terapie disponibili, e anzi rafforzandole con ulteriori ricerche (proprio quelle che finora sono state accuratamente evitate, privando i medici di sperimentazioni su vasta scala)». Insiste Mazzucco: «Paradossalmente, il vaccino non è la soluzione: è il problema». Vero, se è stato la vera causa del rifiuto di somministrare terapie salva-vita.«Pensateci: potremmo tornare a vivere tranquillamente, domattina, riaprendo tutto e curando le persone appena si ammalano, con le varie terapie ormai disponibili (lasciando libere di vaccinarsi, ovviamente, le persone che lo desiderano)». E invece, questo non accade. «Quello che non è accettabile – ripete Mazzucco – è che il vaccino sia imposto come unica condizione per riavere le nostre libertà. Si chiama ricatto, e si chiama anche crimine: perché nel frattempo muoiono mogliaia di persone che si potrebbero salvare». E’ così: «Le nostre libertà ci vengono negate intenzionalmente, proprio per obbligarci ad accettare la vaccinazione come unica via d’uscita». Lo dice apertamente la professoressa Leana Wen, docente di politiche della salute alla George Washington University. «La Wen è tra i “top doctors” americani, scrive sul “Washington Post” e appare spesso come commentatrice televisiva. E’ stata anche premiata dal Forum di Davos tra i “giovani leader globali”».Una grande opinion maker, Leana Wen: nel 2019, “Time Magazine” l’ha definita “una delle 100 persone più influenti del mondo”. Di fronte al fatto che Stati come Florida e Texas stanno già riaprendo tutto, anche con pochi cittadini vaccinati, alla “Cnn” si è lasciata scappare la seguente ammissione: «Ci sono milioni di persone che per qualche ragione temono i vaccini, e non capiscono quale possa esserne il vantaggio, per loro. Noi dobbiamo spiegargli bene che il vaccino è il loro lasciapassare, per tornare alla vita com’era prima della pandemia. E la finestra di tempo per farlo si sta restringendo, per legare le riaperture alla situazione vaccinale: altrimenti, se si riapre tutto, quale sarà la “carota”?». La carota: il premio. «Come faremo a incentivare le persone a farsi vaccinare? Ecco perché il Cdc e l’amministrazione Biden devono affermare con forza: se sarete vaccinati, guardate quante cose potrete fare, quante libertà potrete riavere. Viceversa, la gente tornerà a godersi queste libertà in ogni caso».Capito, come funziona? Massimo Mazzucco lancia un appello severo e accorato ai giornalisti, finora reticenti o addirittura complici del sistema “bastone e carota”, fatto di cure negate, migliaia di vittime e “terrorismo sanitario” per spingere il popolo bue verso l’imbuto previsto fin dall’inizio, quello del vaccino. «Voi, che continuate a chiamare “negazionista” chiunque protesti per questa situazione assurda, finirete per passare alla storia come i nuovi collaborazionisti», dice Mazzucco agli operatori dei media. «Gli uomini di Vichy sono passati alla storia per aver aiutato il nazismo in Francia; voi passerete alla storia per aver aiutato il vacci-nazismo che si sta cercando di instaurare: e come c’è stata una Norimberga per i nazisti, ci sarà sicuramente una Norimberga anche per voi». E dunque: «Smettetela di fare i servi delle case farmaceutiche, e tornate a mettervi dalla parte dei cittadini, prima che sia troppo tardi».Il secondo messaggio, al termine del suo lungo video, Mazzucco lo dedica a tutti quelli che dicono: «Non vedo l’ora di vaccinarmi, così almeno questo incubo finirà». Magari. «Non illudetevi: non finirà. Il tira e molla delle restrizioni continuerà all’infinito». Facile profezia: «Ci faranno respirare un po’ quest’estate, e poi in autunno arriverà la “quarta ondata”, così imporranno nuove restrizioni e magari daranno la colpa a quelli che si saranno “divertiti troppo” durante l’estate. Incolperanno anche i non vaccinati, per cercare di metterci gli uni contro gli altri». Mazzucco è pessimista: «State tranquilli che non basterà una sola vaccinazione, per farla finita: ci saranno i richiami, perché ci saranno mille, nuove meravigliose “varianti”, e dovremo abituarci a vaccinarci tutti, ogni anno». Non ci credete? Male. «Ci sarà una terza dose, poi il richiamo annuale», dice Albert Bourla, presidente della Pfizer. «Deve diventare un’abitudine: una volta all’anno dovremo vaccinarci», conferma l’immunologo genovese Matteo Bassetti.E se qualcuno aveva sperato che con Mario Draghi sarebbe finita, la colossale farsa, si deve amaramente ricredere: «Dovremo continuare a vaccinarci, per gli anni a venire – ha appena annunciato il nuovo primo ministro – perché ci saranno delle varianti, e quindi i vaccini andranno adattati». Che caso: la Pfizer intanto ha già previsto rincari del 900%. «Una dose costerà fino a 175 dollari: che pagheremo noi, con in soldi delle nostre tasse». Pfizer e Moderna – aggiunge Mazzucco – hanno appena cominciato le sperimentazioni su bambini di 6 mesi, ed entro novembre sarà pronto il vaccino per il neonati (e i bambini fino a 11 anni)». Chiosa il reporter: «Questa idea di vaccinarsi pur di uscire dall’incubo è una pia illusione: significa uscire dalla gabbia del lockdown per entrare nella gabbia più grande, quella delle vaccinazioni permanenti. Che poi è il sogno di Big Pharma: una società in cui tutte le persone sane si abituino comunqe a vaccinarsi regolarmente, a tutte le età, una o più volte all’anno, pena la restrizione delle loro libertà. Questo è quello che vogliono ottenere, e stanno per riuscirci».Quindi, conclude Massimo Mazzucco, vedete voi in che mondo volete vivere: «Un mondo libero, dove ci vengono garantite da subito delle cure valide (e dove chi vuole potrà anche vaccinarsi, se lo desidera), oppure un mondo di schiavi, ricattati dalle continue restrizioni e condannati a circolare con il passaporto vaccinale in tasca per andare allo stadio, in discoteca, a trovare i parenti anziani nelle case di risposo». Violando la Costituzione, il governo Draghi ha già imposto il vaccino ai sanitari: in teoria, la Carta proibisce di sottoporre cittadini a Tso con farmaci ancora sperimentali. Il grande avvocato tedesco Reiner Fuellmich, insieme a mille colleghi e 10.000 medici di tutto il mondo, sta preparando le carte per ottenerla, la Nuova Norimberga. Nella geografia della strage, spicca l’Italia di Giuseppe Conte e Roberto Speranza: alle cure negate (”proibite”, per dirla con Mazzucco) corrisponde un numero spaventoso di vittime, abbandonate in “vigile attesa” della morte.Ha idea, Roberto Speranza, di quante persone sono morte per il Covid, nell’ultimo anno, a causa delle cure non autorizzate? Migliaia? Tutti pazienti che potevano essere salvati, se solo non fossero stati ostacolati in ogni modo i medici che avevano scoperto come guarirli, spesso da casa, senza nemmeno ricorrere all’ospedale. Massimo Mazzucco snocciola i numeri della strage: e spiega anche perché è stata provocata, da che cosa. L’imputato numero uno ha un nome preciso: il vaccino. Se fossero state approvate le terapie salva-vita, sarebbe stato impossibile (per l’Ema, e quindi per l’Aifa) accordare ai vaccini-Covid l’autorizzazione d’emergenza per la loro somministrazione. Normalmente, per approvare un vaccino servono 3-5 anni di sperimentazioni. La procedura emergenziale può scattare solo in un caso: quando non esistono alternative, cioè cure. Ecco perché le cure (che esistono e funzionano) sono state sistematicamente boicottate: se fossero state approvate, addio vaccini.
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Sumeri, fenici e romani in America: la nostra vera storia
Chi siamo? Da dove veniamo? Dobbiamo imparare dai bambini: loro si chiedono sempre il perché di tutto. Io amo Platone, il suo metodo dialogico. Maieutica, in greco, significa ostetricia: farti nascere, stimolarti a trovare le risposte dentro di te. Nessuno di noi ha la verità in tasca, ma ognuno ha la capacità di arrivare a individuare una verità possibile. Il termine “verità” probabilmente è troppo grande, da usare. Però possiamo parlare di menzogna, questo sì. Da storico, ho sempre voluto indagare nei retroscena, della storia e della realtà che viviamo. E mi sono reso conto che tutto ciò che ci è stato insegnato è stato sempre finalizzato ad un solo obiettivo: il mantenimento dello status quo, il potere di chi comanda. Triste realtà: la storia la scrivono sempre i vincitori. I vinti, chiunque siano – i Troiani sconfitti dagli Achei, i Greci sconfitti dai Persiani, gli abitanti dell’Amazzonia sconfitti dalla deforestazione – non riescono mai a scriverla, la verità: vengono ridotti al silenzio. Sbagliatissimo: perché la ricostruzione del nostro passato riguarda tutti noi, sia i vincitori che i vinti, quelli che non hanno avuto la parola. E l’insegnamento della storia è sempre stato finalizzato a salvaguardare il potere di chi ha vinto.Quante bugie ci hanno raccontato, a partire dalla preistoria? Come ci sono state raccontate, le origini dell’umanità? Quante mistificazioni sono state perpetrate? In materia di storia e archeologia, lo Smithsonian Institute è una delle principali istituzioni culturali degli Stati Uniti, dove gestisce decine di musei. Ebbene, di recente è stato condannato da un tribunale federale americano, dopo una serie di denunce, per aver deliberatamente distrutto – nel corso di svariati decenni – migliaia di reperti archeologici “scomodi”. Perché mai distruggere un reperto archeologico? Perché tutto quello che va a infrangere il paradigma dominante è tabù: è vietato. Quest’anno c’è stata una censura terribile, su Internet, che continua tuttora. Ora, abbiamo a che fare con una situazione particolare: e chi mi conosce sa bene che, da un anno, sto combattendo una battaglia per la verità. Perché ci stanno raccontando parecchie bugie, su tanti fronti. Bugie sempre finalizzate al potere, al controllo, al dominio sulle masse. E la censura, purtroppo, fa parte di questo gioco: come nei tempi antichi, e poi nel medioevo e oltre.Fino al Sei-Settecento è rimasta il vigore la cosiddetta Santa Inquisizione: se personaggi come Galileo se la sono cavata abiurando, altri – come Giordano Bruno – hanno pagato con la vita il loro impegno a sostenere delle verità che il potere pretendeva di negare, di nascondere. E’ bene studiare, quindi, la vera origine e il reale percorso delle grandi civiltà. Ma soprattutto, è importante capire perché ci hanno imposto dei dogmi. Come mai la storia è piena di dogmi? Vengono chiamati “paradigmi”, ma in realtà sono veri e propri dogmi di fede. Io mi sono poi laureato in storia, ma la mia grande passione è sempre stata l’archeologia. Eppure faticavo: già ai tempi dell’università io ragionavo con la mia testa, e mi scontravo con i docenti. Mi dicevano: guarda che queste cose non le puoi dire. Non mi hanno mai detto: le tue osservazioni sono sbagliate. Macché: implicitamente mi davano ragione; ma mi spiegavano che certe cose non le potevo dire, perché infrangevano il famoso paradigma. Si deve sempre diffidare di chi pretende di essere un dispensatore di verità, da accettare come dogmi di fede.Si deve poter parlare di tutto: anche di Atlantide, e di altri continenti perduti. Perché mai, specie nella nostra civiltà occidentale, ci è sempre stato negato di conoscere un certo passato? Ho partecipato sul campo a tanti scavi archeologici (in Turchia, in Iran, in vari altri paesi) e conosco bene l’ambiente dell’archeologia. In effetti, tutto quello che non è coerente con i paradigmi vigenti, viene deliberatamente nascosto. Ci sono migliaia di reperti “scomodi” che sono stati distrutti. Ci sono siti “scomodi” che sono stati ricoperti e nascosti, addirittura vietandone l’accesso. E ci sono migliaia di reperti archeologici che vengono tuttora nascosti negli scantinati dei musei. E c’è un perché: danno fastidio. Potrebbero portare le persone a riflettere su altre sfaccettature della verità. Attraverso le civiltà antiche, ad esempio, si può arrivare a capire come si sono imposte le grandi religioni monoteistiche. Non voglio urtare la suscettibilità di nessuno, il mio atteggiamento è di grande rispetto; faccio però notare che Ebraismo, Cristianesimo e Islam hanno un comportamento dogmatico, esclusivistico.Io parlo di tutto: anche di come un’antica civiltà, di impronta matriarcale (presente in Europa fino alla tarda Età del Bronzo), sia stata poi soppiantata da una nuova cultura, di tipo patriarcale, che ha stravolto completamente gli antichi schemi della società. Anche questo viene generalmente omesso, dalla storiografia: viene taciuto, perché “scomodo”. Ancora oggi, infatti, ci troviamo in una società patriarcale, e quindi è diventato scomodo (quasi eretico) parlare di quello che c’era prima, e spiegare perché l’antica società matriarcale sia stata sostituita con il modello patriarcale. La Guerra di Troia è stata una delle vicende più epocali della storia antica. Molti pensano che sia stata semplicemente una guerra commerciale, per il controllo del traffico marittimo tra l’Egeo e il Mar Nero. Niente di più falso: quella fu una guerra di religione, e di cultura. Fu veramente l’apice dello scontro fra matriarcato e patriarcato. La civiltà troiana era fondata sul matriarcato e sul culto delle antiche divinità, gli dèi Titani, mentre gli avversari incarnavano una società patriarcale e bellicosa. Gli Achei si scontrarono con Troia per eliminare una cultura avversa.Il paradigma dominante deforma la storiografia anche riguardo al lungo arco del medioevo, a partire da quelle che sono state considerate eresie. Come mai il Cristianesimo ha considerato eretiche tante altre dottrine? Come mai è stata perseguitata quella che è stata chiamata stregoneria? Alludo a decine di migliaia di donne: non particavano magia, non celebravano oscuri rituali; semplicemente, praticavano ancora un rapporto simbiotico con le forze della natura (come già le loro antenate, per millenni). Conoscevano le proprietà curative delle erbe, secondo una tradizione millenaria: perché sono state torturate e condannate al rogo come streghe? Bisogna riflettere, su tutti questi sconvolgenti aspetti del nostro passato: perché purtroppo non riusciremmo mai a comprenderlo a fondo, il presente che viviamo, e nemmeno il futuro che ci attende, se non conosciamo davvero il nostro passato, cioè tutti gli errori che abbiamo commesso, e soprattutto tutti gli inganni che ci hanno propinato.Vogliamo parlare di quella che è considerata la scoperta dell’America? Il mio ultimo libro si intitola “I Minoici in America e le memorie di una civiltà perduta”. A scuola ci hanno insegnato che l’America è stata scoperta da Cristoforo Colombo nel 1492. Una data simbolica, con la quale si vuole chiudere il medioevo e far iniziare l’età moderna. Ma poi, prove alla mano (dati archeologici), ci accorgiamo che in America ci sono andati tutti, prima di Colombo. Nel Gran Canyon del Colorado hanno trovato addirittura delle tombe egizie. Ovunque, in Brasile, le rocce sono piene di incisioni in lingua fenicia. Un manoscritto custodito nella biblioteca di Rio de Janeiro documenta il ritrovamento di un’antica città greca. Se andiamo in Messico, nel sito di Comalcalco (nella regione del Chiapas), sembra di essere a Ostia antica: è l’unica città dell’area Maya non edificata con pietre, ma con mattoni, secondo le tecniche edilizie romane. Mattoni con impressi i marchi dei fabbricanti, come usavano i costruttori romani (ci sono pure i loro nomi, infatti).Sempre in Messico sono state trovate delle teste di terracotta prettamente romane. Monete romane sono state trovate ovunque, nel territorio americano. Addirittura, un capo indiano dell’importante tribù dei Nasi Forati, sconfitto nel 1878 dal neonato esercito degli Stati Uniti, prima di essere costretto a trasferirsi in una riserva insieme al suo popolo, volle donare un omaggio al generale che l’aveva battuto sul campo: era il ciondolo che portava al collo, con – incastonata – una tavoletta in terracotta di origine sumera, scritta in caratteri cuneiformi. La sua tribù se l’era tramandata, di generazione in generazione, da millenni. Questa tavoletta – oggi esposta in un museo, in America – è stata tradotta. E’ una banalissima tavoletta d’archivio, che contiene una transazione commerciale: è la ricevuta d’acquisto di alcune capre, comprate per compiere un sacrificio propiziatorio alla vigilia di un lungo viaggio. Quindi, qualcuno – in Mesopotamia – ha comprato delle capre e le ha sacrificate, forse per propiziare la fortuna in vista del lungo viaggio che stava per intraprendere; ma questo viaggio l’ha portato dall’altra parte dell’Oceano, insieme alla ricevuta d’acquisto delle capre: quella tavoletta è finita in America.In Bolivia, negli anni ‘80, è stato scoperto un grande vaso rituale in pietra, per libagioni e offerte votive, che al proprio interno ha iscrizioni in sumero: cuneiforme sumerico, come quello della tavoletta del navigatore. Gli esempi analoghi sono centinaia. In Canada, ad esempio, è pieno di iscrizioni celtiche. Poi sappiamo – perché è documentato – di una flotta salpata da Portovenere, vicino a La Spezia, nel 1442: una flotta di navi fiorentine, comandata da Amerigo Vespucci (non quello che conosciamo: era suo nonno, e anche lui si chiamava Amerigo). Il 4 luglio di quell’anno, questa flotta arrivò all’estuario del fiume San Lorenzo, sulla costa atlantica del Canada, cinquant’anni prima del viaggio di Colombo. Di queste cose non troverete notizia, nei libri di storia, perché l’America era uno dei massimi segreti di Stato della famiglia Medici, che a Firenze iniziarono a importare l’oro americano: erano bravi banchieri, sapevano il fatto loro. Io ho trovato le prove di quel viaggio, e anche i nomi delle navi (che erano sette) e dei loro comandanti. La data di arrivo è stata tramandata, dai padri costituenti degli Stati Uniti: la festività del 4 Luglio non l’hanno creata a caso, ma in ricordo dell’arrivo delle navi fiorentine in America.(Nicola Bizzi, dichiarazioni rilasciate nella video-conferenza “Ripensare la storia”, su YouTube il 1° aprile 2021, a cura della Libera Università di Nuova Pedagogia, presso cui lo stesso Bizzi, storico e editore di Aurora Boreale, terrà un corso on line di storia “divergente”, dal titolo “Ripensare la storia: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo”. Un ciclo di 15 incontri per riflettere e per comprendere le nostre origini e il nostro ruolo su questo pianeta, immaginando anche il futuro che ci attende. Per informazioni sulle modalità di partecipazione al corso, basta inviare un’mail a: nuovapedagogia@gmail.com).Chi siamo? Da dove veniamo? Dobbiamo imparare dai bambini: loro si chiedono sempre il perché di tutto. Io amo Platone, il suo metodo dialogico. Maieutica, in greco, significa ostetricia: farti nascere, stimolarti a trovare le risposte dentro di te. Nessuno di noi ha la verità in tasca, ma ognuno ha la capacità di arrivare a individuare una verità possibile. Il termine “verità” probabilmente è troppo grande, da usare. Però possiamo parlare di menzogna, questo sì. Da storico, ho sempre voluto indagare nei retroscena, della storia e della realtà che viviamo. E mi sono reso conto che tutto ciò che ci è stato insegnato è stato sempre finalizzato ad un solo obiettivo: il mantenimento dello status quo, il potere di chi comanda. Triste realtà: la storia la scrivono sempre i vincitori. I vinti, chiunque siano – i Troiani sconfitti dagli Achei, i Greci sconfitti dai Persiani, gli abitanti dell’Amazzonia sconfitti dalla deforestazione – non riescono mai a scriverla, la verità: vengono ridotti al silenzio. Sbagliatissimo: perché la ricostruzione del nostro passato riguarda tutti noi, sia i vincitori che i vinti, quelli che non hanno avuto la parola. E l’insegnamento della storia è sempre stato finalizzato a salvaguardare il potere di chi ha vinto.
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Norimberga-Covid, commessi crimini da pena di morte
«E’ prevista la pena di morte, per chiunque cerchi semplicemente di infrangere i Codici di Norimberga». Nel silenzio più assordante, sono partiti i procedimenti legali per crimini contro l’umanità nei confronti di Cdc, Oms e del Gruppo di Davos. Il celebre avvocato tedesco Reiner Fuellmich – scrive “Truth11.com” – guida un team composto da 1.000 avvocati e addirittura 10.000 medici di tutto il mondo». L’accusa: la campagna-Covid condotta a livello planetario costituisce un attacco ai diritti umani, un crimine contro l’umanità e una grave violazione del Codice di Norimberga, nato dalle carte dei processi che si svolsero al termine della Seconda Guerra Mondiale nella Germania nazista e in particolare da quelle del cosiddetto “Processo ai dottori”, contro i medici nazisti che avevano perpetrato torture e sperimentazioni disumane contro innocenti in numerosi campi di sterminio, tra cui quelli di Auschwitz e Birkenau.Il 19 agosto del 1947, ricorda “Linkiesta”, ben 23 medici nazisti furono condannati dal tribunale militare americano per aver condotto esperimenti pseudoscientifici nei lager: i prigionieri furono sottoposti a esperimenti disumani con farmaci, gas e veleni. Il documento, annota Gilberto Corbellini su “Treccani.it”, ha finora ispirato diverse leggi nazionali e documenti internazionali «volti a prevenire abusi della sperimentazione umana e a promuovere la dottrina del consenso informato». Il Codice di Norimberga del 1947 fu quindi il primo documento riconosciuto per dare un limite alle sperimentazioni umane. I principî contenuti al suo interno furono elaborati da due medici consulenti del tribunale statunitense, Andrew Ivy e Leo Alexander, sviluppati in dieci punti. «Il primo e più importante, su cui si fonda tuttora la ricerca clinica, è il consenso informato, ovvero la volontà e il consenso della persona coinvolta, di partecipare a un determinato studio clinico».Per accettare di partecipare alla sperimentazione, il soggetto deve essere adeguatamente informato e messo in grado di comprendere l’argomento in questione, in modo da prendere una decisione consapevole. Nel giugno del 1964, a Helsinki – ricorda sempre “Linkiesta” – furono adottati i principî etici della Dichiarazione di Helsinki, sviluppati dall’Associazione Medica Mondiale (World Medical Association, Wma). «Nacque così uno dei documenti cardine dei principi etici della ricerca clinica, incorporato poi nelle legislazioni nazionali. La Dichiarazione recepiva e ampliava i punti del Codice di Norimberga». Tra questi venne mantenuto il principio del consenso informato, e introdotta per la prima volta «la necessità che i protocolli di ricerca clinica e le procedure per ottenere il consenso venissero esaminate da comitati etici indipendenti operanti all’interno delle stesse istituzioni in cui vengono condotte le ricerche».Secondo i 1.000 legali e i 10.000 medici ora coordinati dall’avvocato Fuellmich – come riporta sul suo blog Agostino Conte, traducendo “Truth11.com”, siamo di fronte alla più grave ed evidente violazione di tutti i punti-cardine del Codice di Norimberga. In sintesi: «Una prima accusa è di frode, per l’utilizzo improprio dei test Pcr (tamponi) con numeri di cicli inappropriati, con un 90% di casi Covid che vengono così invalidati». Altra frode, secondo legali e scienziati, «per le diagnosi di morte associate falsamente al Covid-19». Poi si denuncia la aperta violazione dell’articolo 32 della Convenzione di Ginevra del 1949, sull’utilizzo di vaccini sperimentali, visto che il documento vieta «gli esperimenti medici o scientifici non necessari». Gli avvocati menzionano anche l’articolo 147: è proibito «condurre esperimenti biologici su persone». Per lo staff di Reiner Fuellmich, sono stati infranti tutti i 10 punti-chiave del Codice di Norimberga.Il consenso volontario è essenziale? Certo, ma in questo caso «nessuno informa dei danni che i vaccini possono causare». Inoltre, «blocchi, restrizioni o limitazioni della libertà discriminano chi non vuole accettare di inocularsi questa terapia genica». L’articolo 2 del Codice di Norimberga raccomanda di produrre «risultati fruttuosi», non procurabili con altri mezzi? «Esistono trattamenti medici che curano il Covid-19, senza dover ricorrere all’utilizzo di una terapia genica sperimentale». All’articolo 3, altra raccomandazione: servono esperimenti di base sui risultati della sperimentazione animale e sulla storia naturale della malattia. «Non sono stati effettuati test sugli animali, ma si sta procedendo alla sperimentazione direttamente sull’uomo», accusano gli avvocati internazionali. Articolo 4: evitare tutte le sofferenze e le lesioni non necessarie. Di nuovo: «Secondo le fonti ufficiali, vi sono stati in America 4.000 decessi e 50.000 danneggiati da vaccino, in Europa 7.000 decessi e 365.000 danneggiati».All’articolo 5, il Codice di Norimberga ordina di non condurre nessun esperimento, se c’è motivo di pensare che si verificheranno lesioni o morte. Nell’articolo seguente, ribadisce: il rischio non dovrebbe mai superare il vantaggio. «Il Covid-19 ha un tasso di recupero del 98-99%, mentre l’utilizzo della terapia genica, in base a deceduti ed affetti da danni collaterali supera di gran lunga questo rischio», sottolinea l’avvocato Reiner Fuellmich. Come dire: perché mettere a repentaglio la salute delle persone, quando dal Covid si guarisce regolarmente con le appropriate cure precoci? Sempre per il Codice di Norimberga (articolo 7) deve esservi un’attenta preparazione anche contro la possibilità remota di lesioni, invalidità o morte. «Tutte le fasi pre-immissione normali per un vaccino sono state saltate», denunciano legali e medici. «Gli studi su questa sperimentazione alla fase 3 non termineranno prima del 2022-2023. I vaccini sono stati approvati in virtù di un’emergenza e imposti ad una popolazione disinformata».La sperimentazione – dice ancora il Codice, all’articolo 8 – deve essere condotta da persone scientificamente qualificate. «Solo politici, media e attori affermano che questo vaccino è sicuro ed efficace», protesta Reiner Fuellmich. «Pochi i dottori, e nemmeno specialisti nel settore». In altre parole: a spingere i “vaccini genici” sono solo le chiacchiere, «e la propaganda non è certo scienza medica». Ancora il Codice (articolo 9) raccomanda che chiunque debba «avere la libertà di portare a termine l’esperimento in qualsiasi momento». E dunque non ci siamo, nemmeno qui: «Nonostante le proteste di oltre 85.000 medici, infermieri, virologi ed epidemiologi, l’esperimento è ancora in corso, oltre al fatto che si stiano forzando cambi di legislazione per rendere conformi questi cosiddetti vaccini». Per lo stesso Codice, poi (articolo 10) lo scienziato «deve portare a termine l’esperimento in qualsiasi momento, se esiste una probabile causa che provochi lesioni o morte».«È chiaro, visionando i dati statistici, che questo esperimento sta provocando morti e lesioni», afferma l’avvocato Reiner Fuellmich. «Ma tutti i politici, le compagnie farmaceutiche e i cosiddetti esperti – aggiunge – non stanno facendo alcun tentativo per impedire a questo esperimento di terapia genica di infliggere danni a un pubblico disinformato». In riferimento invece ai cosiddetti vaccini- Covid, alcuni requisiti fondamentali non vengono rispettati: «Non forniscono immunità dal Covid: viene dichiarato che ne attenuerebbero semplicemente i sintomi, e anche con doppia vaccinazione si può essere ancora infettati e trasmettere il virus». Non solo: i “vaccini genici” «non riducono le morti per infezione, in quanto anche chi ha ricevuto la doppia vaccinazione è deceduto». In generale, quindi, «questa terapia genica non blocca la circolazione del virus, né la sua diffusione». Ribadiscono Fuellmich e i suoi 10.100 consulenti: «I crimini contro l’umanità colpiscono tutti noi. Sono un crimine contro di te, i tuoi figli, i tuoi genitori, i tuoi nonni, la tua comunità, il tuo paese e il tuo futuro».«E’ prevista la pena di morte, per chiunque cerchi semplicemente di infrangere i Codici di Norimberga». Nel silenzio più assordante, sono partiti i procedimenti legali per crimini contro l’umanità nei confronti di Cdc, Oms e del Forum di Davos. Il celebre avvocato tedesco Reiner Fuellmich – scrive “Truth11.com” – guida un team composto da 1.000 avvocati e addirittura 10.000 medici di tutto il mondo». L’accusa: la campagna-Covid condotta a livello planetario costituisce un attacco ai diritti umani, un crimine contro l’umanità e una grave violazione del Codice di Norimberga, nato dalle carte dei processi che si svolsero al termine della Seconda Guerra Mondiale nella Germania nazista e in particolare da quelle del cosiddetto “Processo ai dottori”, contro i medici nazisti che avevano perpetrato torture e sperimentazioni disumane contro innocenti in numerosi campi di sterminio, tra cui quelli di Auschwitz e Birkenau.
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Vaccini e bugie: terrorismo, per pecore disposte a tutto
Il professor Mariano Bizzarri, della Sapienza, li chiama con il loro nome: terroristi. Sa di cosa parla: ha appena pubblicato uno studio su “Nature” per insegnare a misurare (davvero) l’entità della cosiddetta pandemia e il suo andamento, incluse le ovvie “varianti”, facendo a meno di autentiche barzellette come l’indice Rt o i mitici tamponi, che non rilevano nessun virus ma solo frammenti di Rna. Test sballati, pieni di falsi positivi. E tra i veri positivi, soggetti asintomatici che (anche nel 90% dei casi) non sono affatto contagiosi. La mortalità italiana? In linea con quella degli ultimi anni, secondo l’Istat. Semmai, i veri guai li avremo tra poco, dice Bizzarri: troppi malati non-Covid sono stati trascurati e si sono aggravati. La letalità del virus? Bassissima. La malattia Covid? Curabile da casa, senza ricoveri, se solo ai 30.000 medici di base fosse finalmente fornito un protocollo nazionale efficace, non come quello – delinquenziale – che la ghenga di Roberto Speranza si ostina a diffondere, senza i farmaci-salvavita e senza l’ombra di sostanze fondamentali per la prevenzione, come la vitamina D, dall’utilità ormai conclamata.In attesa che un giorno la strage di Stato (causata dalle cure negate, o comunque ritardate) possa essere esaminata compiutamente in sede giudiziaria, gli italiani – in grande maggioranza – dopo aver subito senza fiatare lo stato d’emergenza clandestinamente introdotto a gennaio 2020, poi gli inutili e catastrofici lockdown e ora anche il coprifuoco alle soglie dell’estate, continuano ad accettare bovinamente il demenziale distanziamento e persino la tragicomica, dannosa, illegale vessazione della mascherina all’aperto. Non solo: corrono a vaccinarsi, traviati dalla disinformazione del governo cialtrone, e accettano pure l’arbitrio del “pass vaccinale” come precondizione per viaggiare, lesionando in questo modo i diritti democratici di chi ancora ragiona, e si ribella all’idea che – per esempio – la vaccinazione venga imposta (violando la Costituzione) al personale sanitario, obbligato a subire un Tso con materiale farmacologico ancora solo sperimentale, di dubbia efficacia (molti vaccinati sono risultati ancora contagioso) e senza nessuna garanzia di innocuità, a detta delle stesse case produttrici.Questo non è più un paese civile: la democrazia è stata largamente sospesa, la Carta costituzionale aggirata. L’abuso è stato elevato a legge: ma solo per decreto, quindi resta impugnabile in sede legale. Lo ricorda un sindacato di polizia, il Supu, che avvisa gli agenti: se sanzionano qualcuno perché non indossa la mascherina, commettono virtualmente alcuni reati (e il multato può rivalersi in tribunale, chiedendo ai verbalizzatori un risarcimento fino a 15.000 euro). I tribunali hanno ricominciato a funzionare: Camerino e Reggio Emilia hanno annullato sanzioni inflitte per violazione del coprifuoco, ricordando che è illegale (un governo può imporlo solo in caso di guerra o in virtù di una precisa legge, che in questo caso non esiste). L’Italia che resiste rischia il posto di lavoro, se esercita la professione medica o quella infermieristica. Se invece opera nel turismo, nella ristorazione e nello spettacolo, può morire tranquillamente di fame. Chi lotta per garantire informazioni veritiene viene censurato e deriso, spento, bannato, emarginato e intimidito.Ricapitolando: nessuno ancora si domanda come mai un intero paese (come tanti altri, nel mondo occidentale) sia stato paralizzato, colpito e affondato con armi precise, come la disinformazione, che hanno alimentato l’ignoranza e fatto esplodere la paura. Una sindrome influenzale curabilissima, che ha ucciso quasi solo anziani affetti da malattie gravi, si avvale tuttora di una narrazione bugiarda che la equipara a una patologia incurabile, da cui ci si salverebbe solo vaccindosi. L’altissima percentuale di reazioni avverse, anche mortali, ha l’aria di essere solo l’antipasto di una possibile strage: lo afferma Robert Kennedy Junior, che quasi supplica le persone affinché non cadano nell’errore di vaccinarsi, illudendosi di immunizzarsi da una malattia che centinaia di medici hanno dimostrato essere curabile da casa, se presa per tempo, con farmaci di uso comune. Eppure, gli italiani corrono a ricevere la sospirata dose: sembrano impazziti, ottenebrati dal terrorismo televisivo.Se ascoltassero gli orami numerossimi medici che da un anno guariscono regolarmente i loro pazienti affetti da Covid, scoprirebbero che la realtà (quella vera) è un’altra. E cioè che i 120.000 morti attribuiti al coronavirus sono un’invenzione, e che le curve epidemiche misurate con l’indice Rt sono una scemenza di cui oggi gli scienziati sorridono. Ma tanti italiani non leggono, non si informano, non ascoltano. Sono perduti, se ancora danno retta ai pagliacci in televisione e prestano fede ai resoconti dei giornali pagati per scrivere il contrario della verità. Ai tempi del governo Conte, l’Operazione Corona doveva durare fino a tutto il 2023, secondo i piani. Notorio il copione: lockdown, terapie sbagliate in ospedale, niente cure precoci a casa, terrorismo mediatico quotidiano. Poi il programma è cambiato: da questo orrore bisogna uscire, per tappe (ma senza ammettere di aver preso in giro 60 milioni di persone, ammazzandone migliaia). Come chiudere lo spettacolo della morte? Col vaccino, s’è deciso ai piani alti. Ed ecco Draghi: vaccini a tappeto, e ancora niente cure domiciliari.Lo scandalo delle cure negate è la vera cartina di tornasole di questa clamorosa impostura terroristica: se i pazienti fossero curati a casa, i ricoveri per Covid rivaleggerebbero (statisicamente) con quelli per appendicite, e quindi addio emergenza, addio panico, addio tutto: addio fantastiliardi per la gestione emergenziale, per il grassissimo affare delle terapie geniche sperimentali (quelle che si insiste nel chiamare vaccini), e addio alla madre di tutte le cuccagne, il mega-business dei tamponi. Basta accendere il computer per capire quello che sta succedendo: il web è pieno di canali non ancora oscurati, in cui sono i medici a fornire l’esatta versione dei fatti. Ma non suscitano entusiasmo, questi medici coraggiosi, tra le pecore che semmai si scaldano per lo scudetto dell’Inter al termine di un campionato disputato in stadi-fantasma, o per le trovate politiche del rapper-influencer più tatuato d’Italia. Ridono, i terroristi: non hanno nulla da temere, in fondo. Servirebbe una pacifica disobbedienza di massa. E invece si corre dietro al vaccino, cioè alla menzogna, in un paese che sembra aver sfrattato la dignità.Il professor Mariano Bizzarri, della Sapienza, li chiama con il loro nome: terroristi. Sa di cosa parla: ha appena pubblicato uno studio su “Nature” per insegnare a misurare (davvero) l’entità della cosiddetta pandemia e il suo andamento, incluse le ovvie “varianti”, facendo a meno di autentiche barzellette come l’indice Rt o i mitici tamponi, che non rilevano nessun virus ma solo frammenti di Rna. Test sballati, pieni di falsi positivi. E tra i veri positivi, soggetti asintomatici che (anche nel 90% dei casi) non sono affatto contagiosi. La mortalità italiana? In linea con quella degli ultimi anni, secondo l’Istat. Semmai, i veri guai li avremo tra poco, dice Bizzarri: troppi malati non-Covid sono stati trascurati e si sono aggravati. La letalità del virus? Bassissima. La malattia Covid? Curabile da casa, senza ricoveri, se solo ai 30.000 medici di base fosse finalmente fornito un protocollo nazionale efficace, non come quello – delinquenziale – che la ghenga di Roberto Speranza si ostina a diffondere, senza i farmaci-salvavita e senza l’ombra di sostanze fondamentali per la prevenzione, come la vitamina D, dall’utilità ormai conclamata.
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Operazione Corona: i golpisti vorrebbero farla franca
Un colpo di Stato mondiale, progettato contro una vittima in particolare: la nostra società occidentale. Doveva scattare nel 2022, ma la crisi bancaria dei Repo ne ha accelerato i tempi. Ora il golpe è fallito, ma ha lasciato macerie: ha disastrato la democrazia e rottamato l’economia, proprio come volevano i golpisti, ingigantendo la paura e trasformando i cittadini in docilissime pecore, private delle libertà più elementari in nome di un pericolo virtuale, manipolato da cima a fondo. Ormai è cominciata una grande retromarcia, segretamente pattuita, ma a caro prezzo: non si può smontare da un giorno all’altro un “giocattolo” come quello, che ha distribuito miliardi e sta ancora arricchendo intere filiere di beneficiari, migliaia di persone. E il fardello più inquietante è quello rappresentato dai vaccini “genici” in circolazione: aleggia il vecchio incubo del depopolamento, predicato da una certa élite. Una cosa è certa: l’establishment del lockdown spera di passarla liscia, evitando una nuova Norimberga che metta in chiaro i crimini commessi. E il governo Draghi servirebbe proprio a questo: a far uscire l’Italia dall’emergenza, incanalandola però nei binari del Grande Reset in corso. E soprattutto: assolvendo la politica che ha eseguito gli ordini golpisti.In altre parole, anche il finale dovrà avere il sapore della farsa: avremo “sconfitto il virus” – si dirà – grazie ai sacrifici imposti con i lockdown, e poi soprattutto grazie alla vaccinazione di massa (imposta col ricatto, nonostante la Costituzione vieti di disporre Tso sulla base di farmaci ancora sperimentali). Tra tante voci eretiche, quella di Nicola Bizzi – storico e fondatore delle Edizioni Aurora Boreale – spicca per la precisione delle denunce solitarie, il tempismo delle previsioni e la lucidità delle analisi. Il saggio “Operazione Corona”, che oggi è il libro più censurato d’Italia, parla di un “colpo di Stato globale”: un golpe «finalizzato innanzitutto a un Grande Reset economico, finanziario e sociale, e in secondo luogo anche a una drastica riduzione delle libertà civili e democratiche, su scala planetaria». Secondo alcuni indizi doveva essere attuato solo nel 2022, ma a bruciare i tempi – nel settembre 2019 – sarebbe stata la crisi dei Repo, le compensazioni interbancarie tra banche centrali: non c’era più denaro per garantire i prestiti, e l’unica soluzione consisteva nell’arresto improvviso dell’economia, trovando un espediente adatto (il provvidenziale virus mediatico).Lo spiega l’economista Andrea Cecchi nei capitoli economici di “Operazione Corona”: la cosiddetta pandemia è stata una crisi pianificata, visto che il mondo si era trovato sull’orlo di un vero e proprio collasso economico, all’insaputa dell’opinione pubblica. «Certi “padroni del vapore” se la sono vista brutta: rischiavano che il loro giocattolo finanziario si inceppasse», dice Bizzi, in un recente video su YouTube. «Forum di Davos, Fmi e vari altri poteri sovranazionali hanno quindi dovuto anticipare questa operazione, architettando il presunto rilascio di un virus e creando una situazione senza precedenti». Quando mai s’è visto, nella storia delle epidemie, che si isolino le persone sane? «Logiche economiche: la vera funzione dei lockdown è stata quella di bloccare l’economia paralizzando la domanda, la richiesta di credito e la circolazione del denaro, così da demolire l’economia a tappe preordinate». Una vera e propria “demolizione controllata”, come quella delle Torri Gemelle. «Per fare tutto questo si sono serviti della Cina, che ha avuto il suo tornaconto (è stato l’unico paese col Pil in crescita, nel 2020) ma in realtà non è la principale colpevole».Facile, usare la Cina: «Serviva un paese totalitario, per inaugurare la logica del lockdown: e solo la Cina poteva farlo, perché il regime cinese esercita un controllo mostruoso sulla popolazione». All’inizio, dice Bizzi, si era pensato al Brasile: ipotesi subito scartata, però, per l’opposizione del presidente Bolsonaro e per la stessa indole della popolazione brasiliana, assai meno docile di quella cinese. Ma attenzione: la Cina ha chiuso completamente solo l’Hubei, la regione di Wuhan, senza fermare il resto del paese. Certo, ha collaborato perfettamente alla farsa del terrorismo psicologico: «In televisione ha mostrato persone che cadevano come morte, per strada, o in preda a convulsioni. E ancora: migliaia di persone ammassate su letti da campo allestiti in palazzetti dello sport, tutti con convulsioni simultanee: cose che poi non abbiamo mai visto, in Occidente – neanche in Italia, paese che è stato il vero epicentro di tutta questa macchinazione. Quelli cinesi erano chiaramente personaggi che recitavano un copione del terrore molto ben studiato, attraverso una Oms completamente controllata da Pechino».Chi ha buona memoria, aggiunge Bizzi, ricorderà uno spettacolo molto simile: quello della cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Londra nel 2012. «Incredibilmente, tutto quello che poi è successo oggi era stato raffigurato, in maniera coreografica (incluso Boris Johnson, su un letto d’ospedale) in quell’inquietante rappresentazione». Finalmente, nel 2020 lo schema è stato applicato: al mondo è stata imposta «questa idea folle e criminale di lockdown, termine che in inglese significa “carcere duro”». Colpo di Stato globale, pianificato nei minimi dettagli. «E i governi, specie quelli occidentali, hanno applicato alla lettera un “pacchetto” preconfezionato, imposto a esecutivi che sapevano molto bene, con largo anticipo, cosa sarebbe accaduto». Già nel giugno scorso, Bizzi era stato il primo a portare allo scoperto il caso della Bielorussia, passato sotto silenzio. «La Bielorussia è l’unico paese europeo a essersi rifiutato di applicare qualunque misura di contenimento: non ha attuato lockdown né chiusure, e non ha mai minimamente toccato le libertà dei cittadini. E chiaramente è stata demonizzata».In una seduta del governo, il presidente Lukashenko – ricordando ai suoi ministri di aver appena respinto una lauta proposta dell’Oms (92 milioni di dollari) per fare un lockdown “come in Italia”, ha spiegato che l’offerta era stata decuplicata dal Fmi: 900 milioni, per introdurre restrizioni “all’italiana”. «Prove alla mano – aggiunge Bizzi – ho poi dimostrato che i vertici italiani (i servizi segreti, il governo e le più alte cariche dello Stato) erano stati informati già dal mese di agosto del 2019 che sarebbe stato necessario applicare un lockdown, nel nostro paese». Sei mesi di anticipo, quindi, sulla cronologia ufficiale degli eventi? Bizzi invita a osservare certi dettagli: «Sono state potenziate in modo incredibile le forze dell’ordine, incluse le polizie municipali: aumenti di organico, mezzi, camionette, aerei, elicotteri, droni, attrezzature elettroniche. Un’operazione del genere non la fai in due settimane, servono mesi di preparazione». Ovvia deduzione: era tutto preordinario, dall’autunno 2019. E anche il nostro governo, come gli altri dell’Europa occidentale, «ha ricevuto finanziamenti a pioggia, presumibilmente da parte di organizzazioni come il Fmi, per poter garantire la tenuta di un futuro lockdown».Di questo, si sono preoccupati: di come attuare il “carcere duro”. «E non certo di potenziare la sanità e gli ospedali, o di assicurare una prevenzione sanitaria (che nel caso di una pandemia sarebbe dovuta essere la cosa più logica)». Nicola Bizzi li definisce «branco di assassini». Scandisce: «A questi signori non è mai importato niente, della salute degli italiani». Aggiunge: «Non sappiamo cosa si sia effettivamente scatenato. Ma sappiamo che questo virus, o presunto tale – come ha ben documentato Matteo Martini, in “Operazione Corona” – non è stato mai isolato». Seriamente? «Certo: e questo sta venendo fuori, perché il governo giapponese ha fatto un’interrogazione internazionale: ha dimostrato che il virus non è stato mai isolato. Soprattutto, il Giappone ha sfidato tutti i governi (soprattutto quelli dell’Occidente) a dimostrarne l’isolamento: e nessuno ha risposto». Sostanzialmente, quindi, «non c’è nessuna prova che il virus sia mai stato isolato: hanno solo fatto infiniti “sequenziamenti”, la cui utilità è tutta da spiegare. E in compenso, hanno attuato la frode della Pcr: dico frode, perché sappiamo che quello dei tamponi non è un metodo diagnostico riconosciuto. Un’operazione, peraltro, dal costo esorbitante: in un anno, per i tamponi, in Italia abbiamo speso un ammontare equivalente a 10 leggi finanziarie».Per Bizzi, però, il cuore della questione-lockdown non è il business degli approfittatori. A monte, si tratta di una decisione imposta dal super-potere mondiale che controlla le banche centrali. E a valle, una mera questione di ordini da eseguire. «A differenza di alcuni paesi del Nord Europa e dell’Est Europa, che hanno dimostrato molta più autonomia e libertà, i governi dell’Europa occidentale (Italia e Germania, Francia, Spagna) sono totalmente eterodiretti. Non hanno autonomia decisionale: tutte le decisioni importanti non vengono prese nelle sedi istituzionali (governo, Parlamento) ma nell’alveo di organizzazioni sovranazionali». Quali? «Spesso si parla del Bilderberg e della Trilaterale, ma anche queste sono organizzazioni di potere intermedie, che hanno il compito di ratificare, imponendole ai governi, decisioni che sono prese ancora più in alto». Ecco perché Bizzi ricorre a termini impegnativi: «Questo è un piano diabolico, lasciatemelo dire: mira alla distruzione completa dei diritti democratici dei cittadini e del modello stesso di democrazia occidentale».Sono stati abili, i golpisti: hanno operato con la programmazione neurolinguistica, e tutte le mosse dei governi sono state calcolate. «Dalla durata stessa dei lockdown fino ai messaggi lanciati dai media, è stata tutta un’operazione calcolata a tavolino in modo che attecchisse sulle masse, proprio secondo le tecniche della Pnl». Gli architetti della crisi che ha travolto il pianeta hanno unito molteplici interessi: «Per esempio quelli del Forum di Davos, per avviare questa “quarta rivoluzione industriale” fondata sul mito di una falsa “green economy” che in realtà vuole portare al transumanesimo, all’abolizione del contante, alla distruzione dei più basilari diritti degli esseri umani». Come reagire, dunque? «Il dovere principale di chi ha un minimo di raziocinio, e quindi ormai ha capito con che cosa abbiamo a che fare, è quello di resistere con ogni mezzo, cercando di fare corretta informazione: non dobbiamo permettere che questo piano vada avanti, dobbiamo gettare più sabbia possibile nei suoi ingranaggi». Non è facile: gli italiani – dice Bizzi – ci sono cascati: hanno creduto alla storia che è stata loro raccontata.«I nostri connazionali hanno dimostrato una grande incoscienza, e hanno accettato con estrema leggerezza le misure liberticide varate dai governi Conte e Draghi. L’illusione – portata anche dalla televisione – che i governi stessero togliendo la libertà ai cittadini per ragioni sanitarie, emergenziali, ha davvero attecchito, e ha fatto sì che molte persone si adeguassero». Questo, fatalmente, acquisce il senso di isolamento di chi, come Bizzi, alla versione ufficiale non ha mai creduto. «Io sapevo da tempo dove si sarebbe andati a parare, e quando sono arrivate le prime notizie dalla Cina mi sono detto: ecco, ci siamo. Per un mese intero, a febbraio 2020, nessuno ha spiegato che il governo Conte aveva introdotto lo stato d’emergenza già il 31 gennaio: volevano il maggior numero possibile di morti, volevano scatenare il panico e alimentare il terrore». Unica presenza anomala, nell’Italia di quei primi mesi: la Russia. «Non scordiamoci la missione della brigata di militari russi accorsi in Lombardia, specializzati in guerra batteriologica: per la prima volta nella storia, mezzi militari della Russia in un paese Nato. Erano venuti per capire come mai il problema fosse partito proprio dall’Italia».Una missione rimasta in sordina, quella dei russi. «Hanno trovato molte cose, anche se poi le evidenze sono state secretate. Pare sia stato qualcosa di batteriologico, a esser stato rilasciato sul nostro territorio. Non ne ho le prove: se questo fosse vero, però, farebbe emergere complicità criminali inaudite». Ora, però, siamo di fronte a svolte impreviste: ci stiamo forse avvicinando a un capovolgimento della situazione. «Ho ragione di essere ottimista», perché gli esecutori nazionali del piano «hanno semplicemente aggirato la Costituzione, che non è mai stata né sospesa né archiviata, né modificata: gli articoli della Costituzione sono perfettamente in vigore, così come le leggi antiterrorismo – che fra l’altro vietano di circolare a volto coperto (è reato penale)». Inutile spaventarsi: «Non hanno valore le multe comminate da certi emuli della Gestapo, che magari indossano l’uniforme della polizia municipale e sembrano in preda a un delirio di onnipotenza».Bizzi ricorda le scene a cui abbiamo assistito, nel 2020: persino donne anziane malmenate, gettate a terra solo perché non indossavano la mascherina. «Alcuni sindaci erano arrivati a imporre nei supermercati una spesa minima di 50 euro, con vecchi in coda che magari non avevano 10 euro in tasca. Cosa hanno subito, queste persone, grazie a certi amministratori locali? Qui nessuno è esente da colpe». Per Bizzi la verità sta venendo a galla molto in fretta: «E non dobbiamo permettere che certi personaggi la passino liscia. Tutti – dalle più alte cariche dello Stato, fino ai più piccoli amministratori locali – sono stati complici di questo grande inganno, di questa colossale macchinazione, che ha portato a un’indebita, incostituzionale repressione delle libertà. Misure come il coprifuoco: vogliamo scherzare? Neanche nel ‘44 venivano applicate in questo modo». Ma attenzione: «Non bisogna avere timore delle uniformi: polizia e carabinieri hanno giurato, sulla Costituzione, e si trovano a gestire una situazione che non sopportano più».«Io sono in contatto con sindacati delle forze dell’ordine, che da mesi esprimono tutto il loro dissenso: si stanno rifiutando di sanzionare i cittadini, stanno cominciando a ribellarsi anche loro», assicura Bizzi. In più, ci sono forti segnali di un capovolgimento internazionale della situazione: questo ci fa ben sperare. Essendo stata risolta la crisi dei Repo già nell’autunno 2020, «è venuto meno il motore economico di questo colpo di Stato globale: non c’è più una ragione economica per disporre nuovi lockdown allo scopo di fermare l’economia, che infatti si sta riprendendo». Bizzi segnala che è in corso di attuazione anche il Quantum Financial System, che scardinerà completamente gli attuali parametri economici globali (sulla possibilità di emissione monetaria illimitata). Non siamo mai stati completamente soli: la Russia di Putin, quella che aveva inviato i suoi specialisti in Italia, si è smarcata per prima: dimostrando quanto fosse artificiosa, l’intera operazione-paura. «Mosca ha applicato un lockdown solo inziale e molto blando, poi due mesi fa ha rimosso le ultime restrizioni. E ha fatto una mossa molto intelligente: è la stata la prima a lanciare il suo vaccino».Lo Sputnik – dice Bizzi – non è un vaccino mRna: è solo una sorta di antinfluenzale rafforzato, in Russia proposto unicamente su base volontaria. «Da noi invece si tenta di imporre – con la persuiasione, il ricatto e la minaccia – una vaccinazione sperimentale mRna. Agghiacciante: milioni di italiani si sono messi in coda come tanti lemming, pronti a lanciarsi nel precipizio. Si stanno suicidando, e non se ne rendono conto: hanno subito un vero e proprio lavaggio del cervello». Ma anche la geografia mondiale del fronte-vaccini suggerisce he questa operazione stia finendo: «Due terzi dei governi mondiali si sono di fatto smarcati, rifiutando i vaccini mRna (Pfizer, Moderna). Non solo: inaugurando le terapie domiciliari, hanno abbattuto la narrazione dell’ospedalizzazione. Hanno dimostrato che è una montatura: semplicemente assumendo determinati farmaci si evita il ricovero. Una soluzione che in Italia viene ostacolata con ogni mezzo: Speranza è ricorso al Consiglio di Stato. Hanno il terrore che venga messa in crisi la narrazione delle terapie intensive intasate».Già a febbraio, a Bizzi era stato riferito che «sarebbe stato raggiunto un accordo, nell’ambito di una trattativa internazionale fra certe organizzazioni di potere». In pratica, ai golpisti del Covid avrebbero detto: «L’operazione è fallita, è stato raggiunto appena il 20% degli obiettivi prefissati. La verità sta venendo a galla, rischiate una nuova Norimberga. Quindi vi diamo una “timeline”: se dal 12 aprile iniziate una de-escalation per chiudere questa operazione con le buone, vi permettiamo di uscirne puliti». Vale a dire: se i governi si atterranno a questa direttiva, cominceranno a dire che i contagi stanno calando. E se ne vanteranno: «Abbiamo sconfitto il terribile virus grazie ai vostri sacrifici», sarà il refrain. «E cercheranno di uscirne a testa alta. Perché il loro obiettivo è proprio quello: scongiurare una nuova Norimberga. E quindi: evitare che vengano alla luce tutte le responsabilità, a ogni livello, dal Quirinale all’ultimo Comune. Facile attaccare Conte: è indifendibile, ha firmato i provvedimenti più spregevoli. Ma tutti si dimenticano che qualcuno, al di sopra di lui, certe cose le ha autorizzate».Questi signori, quindi, secondo Bizzi «puntano a salvaguardare il sistema», cioè «a impedire che per loro finisca molto male, dal punto di vista giuridico (anche penale)». Erano dunque programmate, le riaperture: graduali, per tenere in piedi la credibilità retroattiva della farsa. «Un mese dopo la segnalazione che avevo ricevuto – racconta sempre Bizzi – Boris Johnson ha annunciato che la Gran Bretagna avrebbe riaperto proprio il 12 aprile, in concomitanza con altre riaperture europee, come quella della Spagna (anche più dura dell’Italia, nella repressione). Ebbene: da un mese la Spagna ha riaperto locali, palestre e piscine, autorizzando anche concerti con migliaia di persone. Sono riaperture chiaramente pianificate: non è che possono dire, da un giorno all’altro, “abbiamo scherzato, vi abbiamo presi in giro”. Non possono riaprire tutto di colpo: perderebbero la faccia, e dovrebbero rinunciare improvvisamente a interessi economici che sono mostruosi». Un oceano di soldi: «Qualcuno è stato appena messo da parte, ma non c’è solo Arcuri: in tanti stanno ancora guadagnando, da questa operazione».Nicola Bizzi parla di «servigi da pagare a migliaia di persone, negli apparati statali: e questa cosa non la si può interrompere da un giorno all’altro». Aggiunge: «La mia impressione – confermata da alcune informative che ricevo – è che ci sia stato un motivo preciso dietro al licenziamento di Conte, con la necessità poi di mettere in piedi questo governo, che peraltro non mi piace per niente». Mario Draghi? «Come ben sappiamo, ha più scheletri nell’armadio di Nosferatu: conosciamo il suo passato e le sue malefatte». Per Bizzi il governo Draghi resta pericoloso: «Un esecitivo che conferma Speranza alla sanità e inserisce al proprio interno personaggi come Colao è tutt’altro che raccomandabile». Per contro, la sua funzione sarebbe quella di «portare l’Italia a una de-escalation, a una uscita graduale da questa operazione, a tappe pianificate (ma in modo da lasciare indenne la politica, facendola uscire a testa alta». Torneremo a respirare, dunque, ma i “collaborazionisti” la faranno franca. «E questo non è accettabile: dobbiamo esigere che ci vengano restituite le libertà che la Costituzione ci garantisce».Se l’Operazione Corona è scattata per motivi finanziari – dice ancira Bizzi – sicuramente è stata sfruttata dai pericolosi fanatici che coltivano apertamente precisi piani mondiali per il depopolamento. Ci sono personaggi come il francese Jacques Attali (mentore di Macron), o come lo stesso Bill Gates, che da trent’anni ci dicono in faccia che siamo in troppi, sulla Terra, e che occorre ridurre forzatamente (con le buone o con le cattive) la popolazione globale, che sta sfuggendo al loro controllo finanziario e politico. «Non è vero che siamo in troppi, per le risorse terrestri. E’ vero invece che le risorse sono mal distribuite: l’1-2% detiene il 90% della ricchezza, non vuole perderne il controllo e la vuole incrementare ulteriormente». Le lezione da trarre? I golpe esistono, ma non sempre vanno in porto come previsto. «Questa operazione era partita con “pacchetti precofenzionati” a cui tutti avrebbero dovuto adeguarsi, e invece molti paesi se ne sono smarcati fin da subito: l’Africa, per esempio, non ha aderito al piano. I paesi dell’Africa nera e del Nordafrica non volevano veder distrutta la loro economia, e soprattutto non volevano partecipare a un piano genocida: perché è qui il vero nodo della questione».Già negli anni ‘80, Jacques Attali scriveva: nel futuro prossimo – visto che non possiamo più ridurre la popolazione coi campi di concentramento e le esecuzioni sommarie – sarà necessario ridurla con altri sistemi: anche con certe terapie iniettabili, che la gente stessa sarà spinta a richiedere. «E infatti ci siamo arrivati», secondo Bizzi, che segnala un sito americano molto inquietante, “Deagel.com”, che si occupa di armamenti. Nel 2017 aveva presentato strane proiezioni statistiche demografiche, immaginando – Stato per Stato – la popolazione mondiale nel 2025. Il sito dichiarò di essersi basato su fonti di intelligence (senza citare quali) e su dati di organizzazioni internazionali (probabilmente la Fao, il Fmi, l’Oms). Un quadro allarmante, che vedeva tutto l’Occidente depopolato. Un’Italia ridotta a 40 milioni di abitanti, una altrettanto drastica riduzione prevista per Francia e Spagna, e una Germania con una popolazione destinata a crollare (da 80 a 28 milioni). Analoga previsione per gli Usa: appena 90 milioni di abitanti, contro gli attuali 320. Stessa sorte per il Canada, mentre il fenomeno non avrebbe investito gli altri paesi del mondo, sostanzialmente stabili.«So che le stime sono andate correggendosi, col tempo, ma la tendenza resta: a essere colpite – secondo “Deagel” – sarebbero solo l’Europa occidentale e il Nord America, più l’Australia e la Nuova Zelanda: cioè quei paesi che hanno adottato le misure più restrittive, applicando alla lettera i dettami di questo colpo di Stato globale, incluse le vaccinazioni forzose (i vaccini mRna)». C’è un nesso, tra queste previsioni e quello che sta realmente avvenendo o che avverrà? Nel 2017 qualcuno già “sapeva” che in Occidente sarebbe stata introdotta una vaccinazione mRna, e che questa – magari – sarebbe stata tale da produrre un simile depopolamento? «Diciamo c’è di che riflettere», dice Bizzi. «La mia opinione – sostiene – è che questa sia una “guerra” contro l’umanità occidentale, contro la nostra civiltà». Guardiamoci attorno: «I paesi africani, asiatici ed est-europei hanno respinto al mittente le richieste dell’Oms. Il vero fulcro di questa operazione sono L’Europa e il Nord America». E’ un fatto: «Stiamo vivendo un’epoca di censura, di medioevo orwelliano», conclude Bizzi. «Io non possiedo tutte le risposte, però mi sto adoperando affinché le verità vengano alla luce».(Il libro: “Operazione Corona, colpo di Stato globale”, Edizioni Aurora Boreale, 588 pagine, euro 22,80. Bizzi ne è co-autore, editore e curatore insieme a Matteo Martini, chimico farmaceutico, che esamina gli aspetti scientifici e virologici dell’affare-coronavirus, dimostrando la premeditazione dell’esplosione pandemica. Un medico come il dottor Stefano Scoglio, già candidato al Nobel, approfondisce invece gli aspetti clinici della sindrome Covid. Il biologo David Suraci, a sua volta, affronta il tema vaccini, denunciando i pericoli della vaccinazione mRna. All’economista Andrea Cecchi e al giornalista Luca La Bella, analista finanziario, il compito di illuminare i retroscena bancari che sarebbero all’origine della crisi, mentre l’avvocato Marco Della Luna, già autore di “Oligarchia per popoli superflui”, approfondisce gli aspetti giuridici introdotti con le restrizioni. Gli psicologi Alfonso Guizzardi e Alessandro Gambugiati, infine, analizzano le tecniche di manipolazione adottate e i danni psicologici inferti alla popolazione, soprattutto agli anziani e ai bambini. In vetta alle classifiche, “Operazione Corona” è stato realizzato a tempo di record per offrire una panoramica completa ed esaustiva sulla considetta pandemia, illuminandone le principali zone d’ombra).Un colpo di Stato mondiale, progettato contro una vittima in particolare: la nostra società occidentale. Doveva scattare nel 2022, ma la crisi bancaria dei Repo ne ha accelerato i tempi. Ora il golpe è fallito, ma ha lasciato macerie: ha disastrato la democrazia e rottamato l’economia, proprio come volevano i golpisti, ingigantendo la paura e trasformando i cittadini in docilissime pecore, private delle libertà più elementari in nome di un pericolo virtuale, manipolato da cima a fondo. Ormai è cominciata una grande retromarcia, segretamente pattuita, ma a caro prezzo: non si può smontare da un giorno all’altro un “giocattolo” come quello, che ha distribuito miliardi e sta ancora arricchendo intere filiere di beneficiari, migliaia di persone. E il fardello più inquietante è quello rappresentato dai vaccini “genici” in circolazione: aleggia il vecchio incubo del depopolamento, predicato da una certa élite. Una cosa è certa: l’establishment del lockdown spera di passarla liscia, evitando una nuova Norimberga che metta in chiaro i crimini commessi. E il governo Draghi servirebbe proprio a questo: a far uscire l’Italia dall’emergenza, incanalandola però nei binari del Grande Reset in corso. E soprattutto: assolvendo la politica che ha eseguito gli ordini golpisti.
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Magaldi: chi vi multa rischia di pagarvi 15.000 euro
«Serve una rivoluzione silenziosa: disobbedire in massa a tutte le restrizioni imposte con decreti scritti da mentecatti, in aperta violazione della Costituzione». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, avverte le forze dell’ordine: è lo stesso Supu (sindacato unitario personale in uniforme) a spiegare ai suoi iscritti che sono passibili di denuncia, se comminano sanzioni sulla base di norme incostituzionali come l’obbligo di portare la mascherina all’aperto. «Attraverso gli avvocati del suo servizio di Sostegno Legale – annuncia Magaldi – il Movimento Roosevelt, che ha assistito moltissimi italiani colpiti da sanzioni nel periodo del lockdown, sta ora valutando la possibilità di rivalersi sugli agenti che comminassero ulteriori sanzioni, inclusa quella per violazione del coprifuoco: i verbalizzatori ne risponderebbero personalmente in sede civile, con richiesta di risarcimenti pecuniari». Il Supu è esplicito: si rischia la condanna a sborsare 15.000 euro, più le spese processuali.Citando la gerarchia delle leggi, e qindi la debolezza dei Dpcm (che non hanno forza di legge), il Supu ricorda che gli ufficiali e gli agenti di pubblica sicurezza, nell’atto di emettere un verbale nei confronti dei cittadini sprovvisti di mascherina, commettono una serie di reati: istigazione a commettere delitti (articolo 414 del codice penale) e violenza privata (articolo 610), nonché procurato allarme (658), abuso di autorità (608) e attentato ai diritti politici del cittadino (articolo 294). Il sindacato di polizia cita anche l’articolo 28 della Costituzione, mettendo in guardia gli agendi dal contestare il mancato uso della mascherina: «Potreste essere perseguiti individualmente, sia penalmente e civilmente». A conferma di questo – scriveva il Supu, già nel settembre scorso – esistono già «sentenze di giudici di pace che hanno annnullato i vostri verbali». Idem il coprifuoco: «Il base alla Costituzione – sottolinea Magaldi – il coprifuoco può essere imposto solo in caso di guerra: eventuali sanzioni per la sua eventuale violazione, quindi, saranno immancabilmente annullate».Nel frattempo, però, lo stato d’emergenza (con i suoi decreti “illegali”) sta letteralmente devastando interi settori dell’economia italiana. «E’ inaudito che moltissimi alberghi siano ancora chiusi, a Roma, una delle maggiori mete turistiche al mondo, per colpa di restrizioni folli. Ed è altrettanto demenziale – aggiunge Magaldi – che possano restare aperti solo i ristoranti con dehors». Dal leader “rooseveltiano”, un appello accorato agli esercenti: «Riaprite tutto, perché la vostra disobbedienza onora la Costituzione. Se vi multano, non temete: il verbale finirà cestinato. Piuttosto: denunciate chi vi sanziona e chiedetegli i danni, così recupererete almeno un po’ dei soldi che avete perso, nell’ultimo anno». Magaldi non scherza: «Sto istigando chi mi ascolta a violare le disposizioni, ne sono consapevole. E so quello che dico: non è legittimo imporre vessazioni come il coprifuoco, che la Costituzione ammette solo in caso di guerra».Magaldi rivendica con orgoglio le violazioni commesse sabato 1° maggio a Roma, in occasione della Festa del Lavoro: «Come largamente annunciato a mezzo stampa, noi del Movimento Roosevelt ci siamo riuniti e quindi assembrati nel pomeriggio, poi abbiamo cenato al ristorante (al chiuso) e infine abbiamo infranto il coprifuoco, passeggiando a Campo dei Fiori verso mezzanotte, sotto la statua di Giordano Bruno, come già avevamo fatto lo scorso 17 febbraio, quando i giornali tentarono di presentarci come disobbedienti clandestini colti sul fatto, nonostante avessimo preannunciato l’iniziativa». Allora, la polizia aveva almeno identificato i presenti. «Stavolta invece non s’è proprio vista: era presente nella piazza un’ora prima, ma non più al nostro arrivo. Eppure, a poca distanza, era costante il passaggio di pattuglie: non possono non averci visti. Nel caso – ribadisce Magaldi – confermo tutte le infrazioni da noi commesse, nuovamente alla luce del sole: restiamo a disposizione, per qualunque chiarimento».Insiste Magaldi: perché la polizia non è intervenuta? «Non sarà che questo coprifuoco è essenzialmente una buffonata? Non sarà che viene rispettato solo in virtù della paura immotivata di troppi cittadini, trasformatisi in “pecoroni” e proprio per questo vessati da norme surreali, che sarebbero spazzate via da una disobbedienza diffusa?». Il presidente del Movimento Roosevelt rileva anche l’atteggiamento civile e cordiale dimostrato dai poliziotti che l’indomani, domenica 2 maggio, sono intervenuti in un parco della capitale, dove gli attivisti “rooseveltiani” (con tanto di bandiere) si erano dati appuntamento, per un pic-nic e una partita a pallone. «Gli agenti ci hanno spiegato che era stata loro segnalata una manifestazione politica non autorizzata», racconta Magaldi. «Mi domando chi abbia potuto fare una simile segnalazione: magari qualcuno vicino a Virginia Raggi oppure a Roberto Speranza, due cialtroni che hanno osato invitare gli italiani alla delazione, come ai tempi del nazismo e della Stasi comunista nella Germania Est».Magaldi elogia gli agenti intervenuti: preso atto che non era in corso nessuna manifestazione, si sono complimentati con il Movimento Roosevelt per il suo impegno nella difesa dei diritti democratici. «Alla fine ci siamo anche stretti la mano, come si fa tra uomini: evitando cioè di toccarci coi gomiti, in modo grottesco, come forse farebbe solo un orango». Pur apprezzando gli allentamenti varati da Draghi già il 26 aprile, Magaldi però stigmatizza «l’arrendevolezza con cui Draghi ha lasciato al ministero della sanità (che è putrescente, da cima a fondo) anche la gestione di questa fase di riaperture, troppo prudenti». E lancia un’accusa: «Esperti di statistica confermano che sono infondati i numeri dell’emergenza, sulla base dei quali in questi mesi si sono decise le sorti di milioni di persone, che hanno visto distruggere le loro speranze di una vita serena e lavorativamente attiva». Ai ristoratori, un appello: «Riaprite tutti, anche a cena, senza più temere sanzioni: e vedrete che i gestori del panico saranno travolti, da una disobbedienza basata sul rispetto della Costituzione».«Serve una rivoluzione silenziosa: disobbedire in massa a tutte le restrizioni imposte con decreti scritti da mentecatti, in aperta violazione della Costituzione». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, avverte le forze dell’ordine: è lo stesso Supu (sindacato unitario personale in uniforme) a spiegare ai suoi iscritti che sono passibili di denuncia, se comminano sanzioni sulla base di norme incostituzionali come l’obbligo di portare la mascherina all’aperto. «Attraverso gli avvocati del suo servizio di Sostegno Legale – annuncia Magaldi – il Movimento Roosevelt, che ha assistito moltissimi italiani colpiti da sanzioni nel periodo del lockdown, sta ora valutando la possibilità di rivalersi sugli agenti che comminassero ulteriori sanzioni, inclusa quella per violazione del coprifuoco: i verbalizzatori ne risponderebbero personalmente in sede civile, con richiesta di risarcimenti pecuniari». Il Supu è esplicito: si rischia la condanna a sborsare 15.000 euro, più le spese processuali.
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Un anno intero senza più Giulietto Chiesa: e che anno
Un anno intero, senza Giulietto Chiesa: e che anno. Brutalizzati da un potere sbrigativo e di colpo palese, scoperto, sfrontato. Tutti rinchiusi in casa, trattati come bestie. Interi settori dell’economia distrutti, la socialità azzerata grazie al terrorismo mediatico-sanitario. Popolazioni destabilizzate e portate sull’orlo della follia, disinformate in modo aggressivo e violento. I portavoce della catastrofe impegnati a terrorizzare il pubblico in televisione, e gli eretici reietti completamente silenziati, isolati, ostracizzati, insultati e diffamati, demonizzati come criminali anche se medici, avvocati, magistrati, scienziati Premi Nobel. Il mondo capovolto: la bugia al potere, e la verità sfrattata come mai prima, nella storia. Il tutto, in un silenzio spaventoso dove a pesare è l’omertà di chiunque abbia un po’ di visibilità, e ha scelto di tacere. Tacere su cosa? Sull’evidenza: si incarcerano intere nazioni sulla base di una patologia virale perfettamente curabile da casa, ma presentata come inaffrontabile per gonfiare all’infinito i numeri dell’emergenza, onde imporre – anche col ricatto – la vaccinazione universale perpetua, oltre naturalmente ai diktat grotteschi di un regime che cancella diritti e libertà.«Ce l’hanno con noi: ci hanno dichiarato guerra». Giulietto Chiesa non ha fatto in tempo a vederne l’esplosione, ci ha lasciati quando ancora i medici non avevano finito di capire con che cosa avessero a che fare. Però la guerra – quella dei pochissimi contro tutti gli altri – Giulietto l’aveva vista arrivare, eccome: sotto forma di conflitti imperialistici, di terrorismo fatto in casa, di manipolazione finanziaria a scopo predarorio, a danno di intere comunità nazionali. Da giornalista (già comunista, e vicino alla Russia) l’ex corrispondente de “L’Unità”, della “Stampa” e del “Tg5″ aveva sempre fiutato, con largo anticipo, le direttrici delle faglie sotterranee che avrebbero terremotato il mondo, sotto la sferza di un’élite a vocazione totaliaria e ormai incontenibile, dopo il crollo geopolitico dell’Urss. Fu il primo, in Italia – nel saggio “La guerra infinita”, immediato bestseller eppure mai recensito sui giornali – a denunciare come interamente falsa, la versione ufficiale sugli attentati dell’11 Settembre. Avvertimento esplicito: se esitono poteri capaci di tanto, prepariamoci pure al peggio. Gli costò caro, quel libro: Giulietto Chiesa fu letteralmente espulso dai salotti del mainstream, trattato come un pericoloso pazzo visionario.E’ esattamente l’assenza di voci come la sua, dotate di solida cultura e profondità storiografica, a rendere ancora più orfana e più squallida la cronaca di oggi, appiattita sull’agenda delle menzogne. Un menù disgustoso, cui tenta di opporsi un manipolo di eroi civili, mentre la maggioranza degli italioti ancora circola per strada con la mascherina e corre a fare la fila per un vaccino che – ammettono gli stessi fabbricanti – non è detto che sia efficace, né innocuo. Giulietto Chiesa si è perso le elezioni americane più scandalose della storia, l’insediamento truffaldino alla Casa Bianca della banda golpista che organizzò le rivoluzioni colorate, e ora la cessione dell’Italia – chiavi in mano – a Mario Draghi. Non c’era già più, Giulietto, quando Twitter e gli altri organi del Grande Fratello silenziarono il presidente degli Stati Uniti, ancora in carica, come se fosse un fuorilegge. Senza più informazione – ripeteva Giulietto – addio democrazia. Ed eccoci qui, infatti: costretti a rincasare alle 22, da un potere che ha introdotto (senza colpo ferire) una misura bellica come il coprifuoco. Anche questa abiezione, Giulietto Chiesa se l’è risparmiata. Ma sapeva dove saremmo arrivati: «Siamo in guerra», ripeteva. «Ce l’hanno con noi, e non si fermeranno davanti a niente».(Giorgio Cattaneo, 26 aprile 2021).Un anno intero, senza Giulietto Chiesa: e che anno. Brutalizzati da un potere sbrigativo e di colpo palese, scoperto, sfrontato. Tutti rinchiusi in casa, trattati come bestie. Interi settori dell’economia distrutti, la socialità azzerata grazie al terrorismo mediatico-sanitario. Popolazioni destabilizzate e portate sull’orlo della follia, disinformate in modo aggressivo e violento. I portavoce della catastrofe impegnati a terrorizzare il pubblico in televisione, a reti unificate, e gli eretici reietti completamente silenziati, isolati, ostracizzati, insultati e diffamati, demonizzati come criminali anche se medici, avvocati, magistrati, scienziati Premi Nobel. Il mondo capovolto: la bugia al potere, e la verità sfrattata come mai prima, nella storia. Il tutto, in un silenzio spaventoso dove a pesare è l’omertà di chiunque abbia un po’ di visibilità, e ha scelto di tacere. Tacere su cosa? Sull’evidenza: si incarcerano intere nazioni sulla base di una patologia virale perfettamente curabile da casa, ma presentata come inaffrontabile per gonfiare all’infinito i numeri dell’emergenza, onde imporre – anche col ricatto – la vaccinazione universale perpetua, oltre naturalmente ai diktat grotteschi di un regime che cancella diritti e libertà, mentre blatera di Green Deal e di riconversione ecologica per sudditi obbedienti.
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La missione di Draghi e l’inferno dell’ipocrisia pandemica
Ristoranti riaperti ma solo se hanno tavoli all’esterno: per cenare come ai vecchi tempi, come se fossimo in un paese libero, bisognerà attendere un altro mese, fino al 1° giugno. Non solo: permane una “legge di guerra” come l’infame coprifuoco, nell’Italia delle Regioni “colorate”, dove – per passare da un territorio all’altro, se di diverso “colore” – i sudditi dovranno esibire un certificato che dimostri che sono stati vaccinati o che sono appena risultati negativi al tampone. C’è qualcosa di serio, in tutto questo? No: i non-cerebrolesi ormai sanno che i tamponi non sono attendibili, e che i cosiddetti “vaccini Covid” (terapie geniche ancora sperimentali) non garantiscono affatto che il soggetto vaccinato non sia più contagioso. E nonostante questo, il governo ne ha imposto l’inoculo al personale sanitario: violando la Costituzione, oltre che il Codice di Norimberga che vieta i Tso con farmaci non collaudati. E addio diritti umani, dunque. Ma il governo Draghi non doveva dire basta, a tutto questo? Non doveva farla finita, dopo un anno di “arresti domiciliari” imposti da Conte, Speranza, D’Alema e soci, in linea con i compagni di merende del potere cinese?
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Pass vaccinale e coprifuoco: la farsa Covid nell’era Draghi
Siamo seri: per quale motivo sarebbe pericoloso circolare, la sera, dopo il tramonto? E per quale ragione vincolare i movimenti delle persone al possesso di un pass sanitario che attesti l’esito di un tampone rinofaringeo (strumento ritenuto fallace anche al 90%) o l’avvenuta somministrazione di uno pseudo-vaccino Covid, che come sappiamo mantiene inalterata la contagiosità del soggetto, oltre a garantirgli una protezione immunologica solo teorica e probabilmente non superiore al 30% dei vaccinati? In che razza di follia collettiva siamo finiti, tutti quanti, se anche il governo Draghi (con incorporata Marta Cartabia, già presidente della Corte Costituzionale) prospetta l’introduzione di misure che calpestano il dettato costituzionale, cancellando le libertà fondamentali e gli stessi diritti umani? E come non condividere lo sgomento di Guido Crosetto, co-fondatore di Fratelli d’Italia, di fronte all’inaudita remissività degli italiani, pronti a subire senza fiatare, in tempo di pace, persino una misura di guerra come il coprifuoco?Punto particolarmente dolente: proprio la sottomissione di milioni di cittadini, totalmente passivi, rende possibile ogni virtuale abuso. Chi tace, di fronte alle peggiori imposizioni, compie un atto ostile nei confronti dei concittadini che, invece, ai soprusi si ribellano. Restano in minoranza, grazie al conformismo colposo della maggioranza ignorante, ipocrita, impaurita e sottomessa. All’insipienza si può sempre rimediare, informandosi; l’ignoranza è invece una colpa: chi non vuole sapere, o pensa di sapere tutto (che poi è la stessa cosa) danneggia in modo indiretto chi invece si informa, si documenta, e quindi tende a non rinunciare ai propri diritti democratici, compreso quello – sancito dal Codice di Norimberga – che tutela la libertà di avvalersi o meno di trattamenti sanitari solo sperimentali, non sufficientemente testati, quali sono appunto i “preparati genici” impropriamente ribattezzati “vaccini Covid”, fabbricati in pochi mesi con tecnologie avveniristiche, ma i cui effetti a medio termine – per ammissione delle stesse case farmaceutiche – non sono ancora noti.La sensazione è che si vadano stringendo le maglie di un lager collettivo sempre meno invisibile, fondato su dinamiche coercitive non democratiche, calate dall’alto e giustificate da una serie di notizie palesemente false. La prima: il Covid sarebbe una malattia sostanzialmente incurabile, e solo prevenibile attraverso il vaccino. La seconda: il distanziamento sociale sarebbe l’altra arma di cui disponiamo, per spegnere l’epidemia. Autorevolissimi esperti, tra cui Premi Nobel, sostengono l’esatto contrario. Ovvero: il Covid è pericoloso solo per alcuni soggetti, per lo più anziani e già malati, ma in ogni caso è perfettamente curabile da casa, se affrontato per tempo e con i farmaci giusti, come ormai dimostrano centinaia di medici, anche italiani, sulla scorta di migliaia e migliaia di guarigioni ottenute. E inoltre: il distanziamento serve solo ad allungare la vita a un virus che, se invece fosse lasciato “correre”, si trasformerebbe in un semplice raffreddore. I primi a dirlo – inascoltati – furono i luminari che un anno fa sottoscrissero la Dichiarazione di Great Barrington (tra i maggiori epidemiologi al mondo: quelli che debellarono l’Ebola).Noncuranti di tutto ciò, i governi occidentali – Stati Uniti, Europa, Italia – continuano imperterriti a vivere nella menzogna, lasciando che i cittadini convivano con il terrore: ripetono che il Covid è incurabile se non all’ospedale, dove spesso si giunge quando ormai è troppo tardi. Ribadiscono che se ne uscirà solo con i “vaccini” sperimentali (di dubbia efficacia, e di ancor più dubbia innocuità). E infine insistono – in modo pericoloso – con il delirio del distanziamento, pratica dimostratasi inutile (oltre centomila morti, solo in Italia) e dannosa, sia per l’economia (crollo del Pil) che per la sanità. La gestione mainstream dell’emergenza ha “tenuto vivo” il coronavirus, proprio limitando i contagi; e ora, sono i “vaccini” a rafforzarlo ulteriormente, inducendolo a sviluppare continue varianti. Senza contare i devastanti danni collaterali: la strage silenziosa causata dalle cure negate per le altre malattie, e il disastro psicologico che si è trasformato in patologia per milioni di persone, spaventate e disoccupate, costrette a restare in casa per mesi.E in questo delirio di bugie di Stato, inaugurato in modo storicamente imperdonabile da Giuseppe Conte, mai eletto da nessuno ma in compenso supportato dai 5 Stelle, dal Pd e da Leu, ora ci si mette anche il governo Draghi con la pazzia del prolungamento del coprifuoco alle porte dell’estate, le riaperture dei ristoranti “solo all’aperto” e, dulcis in fundo, il possibile pass vaccinale per transitare da una regione all’altra, se di diverso “colore” (dettaglio che lascia intuire, quindi, l’orientamento sciagurato a mantenere in piedi la farsa dittatoriale delle Regioni “colorate”, nemmeno fossimo in Corea del Nord). Si può comprendere che il governo Draghi non potesse operare una discontinuità netta e drastica, rispetto alla pesantissima eredità dell’esecutivo “cinese” di Conte. Era però lecito aspettarsi un allentamento ben più serio delle restrizioni, una tragica pagliacciata finora sorretta dal circo mediatico, che appare evidentemente a libro paga dei governi, oltre che dei potentissimi inserzionisti pubblicitari di Big Pharma.Se si propende per la buona fede di Mario Draghi, considerandolo in campo per rimediare ai disastri di Conte, ovvero dell’oligarchia mondialista neoliberale in salsa cinese, la sua imbarazzante timidezza rispetto alle riaperture non può che suonare inquietante: significa che persino Draghi, pur volendo riaprire l’Italia, in realtà non può ancora farlo. Il potere che ha imposto la logica suicida dei lockdown è ancora così schiacciante, a quanto pare, da pretendere che si mantenga in vita la grande farsa della narrazione Covid, inclusa la barzelletta dei “vaccini” come unica possibile via d’uscita. In realtà, prende forma quella che sembra essere una trappola, a carattere permanente, se è vero che gli inoculi “genici” dovranno essere ripetuti all’infinito, somministrati ogni anno o addirittura ogni sei mesi, rendendo eterno il business dei signori del coronavirus. Se poi addirittura questi Tso (illegittimi, come lo stesso coprifuoco) venissero davvero imposti come precondizione per poter tornare a circolare liberamente, saremmo di fronte alla morte clinica e definitiva della democrazia, per come l’abbiamo conosciuta.Siamo seri: per quale motivo sarebbe pericoloso circolare, la sera, dopo il tramonto? E per quale ragione vincolare i movimenti delle persone al possesso di un pass sanitario che attesti l’esito di un tampone rinofaringeo (strumento ritenuto fallace anche al 90%) o l’avvenuta somministrazione di uno pseudo-vaccino Covid, che come sappiamo mantiene inalterata la contagiosità del soggetto, oltre a garantirgli una protezione immunologica solo teorica e probabilmente non superiore al 30% dei vaccinati? In che razza di follia collettiva siamo finiti, tutti quanti, se anche il governo Draghi (con incorporata Marta Cartabia, già presidente della Corte Costituzionale) prospetta l’introduzione di misure che calpestano il dettato costituzionale, cancellando le libertà fondamentali e gli stessi diritti umani? E come non condividere lo sgomento di Guido Crosetto, co-fondatore di Fratelli d’Italia, di fronte all’inaudita remissività degli italiani, pronti a subire senza fiatare, in tempo di pace, persino una misura di guerra come il coprifuoco?
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Abusi e bugie: così stanno “riscrivendo” la Costituzione
Il giurista tedesco Otto Lenel diceva: il diritto comincia con il rispetto del fatto. Quando una prassi si sedimenta e la gente la accetta, si crea una “opinio legitimitatis”, che diventa la fonte del diritto, delle norme. Cosa stanno facendo i nostri governanti, da Conte a Draghi? Stanno abituando la popolazione, ma anche i giudici, ad accettare una riforma delle fonti del diritto: con provvedimenti amministrativi come i Dpcm (quindi non normativi, non legislativi), il governo sospende e modifica la Costituzione. Cioè: la fonte primaria del diritto diventano i decreti unilaterali del governo, semplici atti amministrativi, provvedimenti che invece – secondo i principi generali – dovrebbero essere sottoposti alla legge. Ora vedremo se, da parte della magistratura, ci sarà la volontà di far valere la legge (l’ordine, la gerarchia delle fonti), e quindi di sottoporre l’operato del governo alla conformità della legge e alla Costituzione: nel qual caso, tutto salterà. Se invece la magistratura verrà convinta ad essecondare questa grande riforma costituzionale in senso autocratico e tecnocratico, allora questa riforma probabilmente riuscirà.Ma noi abbiamo già un’Unione Europea strutturata in modo tale da dare potere a organismi esecutivi non democratici, come la Bce, la Commissione Europea e l’Ecofin, che rispondono alla comunità dei grandi banchieri internazionali. Siamo in un ambiente che è totalmente estraneo alla democrazia, e questa operazione di sovversione delle fonti del diritto, che il governo Draghi sta conducendo in continuità con il governo Conte, è semplicemente una uniformazione dell’ordinamento costituzionale italiano a quello che è già l’ordinamento del potere reale in Europa. Quando si vogliono fare grandi riforme, bisogna ottenere la collaborazione di molti soggetti. E il modo migliore per ottenerla è quello di offrire profitti. In questo caso ne sono stati offerti in termini di carriera a ministri, a sedicenti esperti televisivi, a giornalisti, ma anche e soprattutto a quell’apparato burocratico che ha gestito business come quello delle mascherine importate dalla Cina, dei banchi a rotelle, delle siringhe, dei vaccini.Poi questi vaccini hanno una proprietà fondamentale: essendo somministrati in tempo di pandemia, inducono l’insorgere di varianti (più correttamente, mutazioni). Albert Sabin, l’inventore del vaccino contro la poliomielite, diceva: non ha senso vaccinare contro i virus mutanti, perché – vaccinando – si stimola la mutazione. Queste vaccinazioni, quindi, probabilmente produrranno un effetto a catena: faranno nascere sempre nuove mutazioni, che richiederanno sempre nuovi vaccini, e il business crescerà all’infinito. Un business perpetuo, destinato a non raggiungere mai la saturazione del mercato. Più soddisfi la domanda, più la domanda cresce: è come cercare di dissetarsi con l’acqua di mare. I passaporti vaccinali? E’ chiaramente tutto illegale. Vincolare a pass sanitari la circolazione fra territori è contrario alle carte dei diritti dell’uomo e alla Costituzione. Ma se riescono a farli, se la popolazione li accetta, se li riesce a imporre magari con la violenza, allora questo verrà gradualmente accettato, e si formerà una “opinio legitimitatis”.La “green card” per condizionare la libera circolazione introduce un vulnus che non si vedeva da più di un secolo, e sarà sempre più così. Ed è solo l’inizio: cercheranno di introdurre progressivi strumenti di controllo degli spostamenti delle persone, del denaro e delle merci, con monitoraggio capillare e in tempo reale dei comportamenti. Andiamo verso una società controllata, gestita come la zootecnia. La società del futuro sarà come l’allevamento del bestiame, in cui l’allevatore esercita un potere assoluto sugli occupanti della stalla. “La fattoria degli animali”, di Orwell, ne è una perfetta anticipazione. Ribadisco il concetto espresso da Otto Lenel: il diritto nasce dal rispetto del fatto. Quando si stabilisce una prassi “contra legem” come i Dpcm, provvedimenti amministrativi usati per sospendere la Costituzione, e la società lo accetta, allora quello che era “contra legem” diventa “lex”: diventa la nuova Costituzione.Resta centrale il tema dell’onestà intellettuale nella comunicazione col popolo, con l’opinione pubblica: e il risultato inequivoco è che l’onestà intellettuale è sempre perdente. Non è mai esistita, una società realmente democratica. Tutte le società sono sempre state gestite da una élite che ha il controllo del grosso della ricchezza, del potere e della conoscenza politica. Ha il controllo della giustizia, dell’industria culturale, e oggi anche della ricerca tecnologica e scientifica, nonché delle comunicazioni di massa. La democrazia non esiste: al massimo abbiamo una rotazione delle élite. Lo sforzo del governo italiano, poi, è molto forte anche nella falsificazione dei dati: sia in sede di rilevazione, sia in sede di rielaborazione e presentazione statistica. Il Giappone, la Corea del Nord e Taiwan, molto esposti per la loro ubicazione geografica rispetto a Wuhan, pur non avendo quasi introdotto il lockdown (e non avendo quasi vaccinato), hanno avuto un tasso dichiarato di mortalità per il Covid insignificante, rispetto al nostro.L’Italia avrebbe un tasso di morti per Covid mi pare decuplo, rispetto alla media dei paesi simili. Questo perché l’Italia fa il suo dovere, in base agli accordi presi da Renzi con Obama, per fare del nostro paese il capofila della vaccinazione universale coatta. L’Italia purtroppo è sottoposta a un carico di menzogna (organizzata dalle istituzioni) che non ha pari, negli altri paesi. L’Italia inoltre falsifica i dati dei morti di Covid: lo so direttamente dalle agenzie di onoranze funebri. L’Italia falsifica con direttive anche scritte, che registrano come morto di Covid anche chi muore di altro. Nel presentare questi dati, poi, si omette di dire che i tamponi Pcr vengono usati contrariamente alle istruzioni del loro inventore, che raccomandava al massimo 24 “moltiplicazioni”; vengono fatti 35-45 cicli di “amplificazione”, privando così il tampone di qualsiasi valore veritativo.Così, secondo le stime, si costruisce un’apparenza di contagio pari a dieci volte la realtà. Per questa via, i “positivi” (veri o presunti, anche asintomatici) finiscono nel novero dei cosiddetti “casi”, insieme ai malati veri e propri, che possono avere sintomi più o meno rilevanti. Serve a spaventare la gente, che quando ha paura di morire accetta qualsiasi prevaricazione e qualsiasi illegalità: persino il nazismo, il fascismo sanitario. La gente ragiona poco anche quando non è spaventata, ma se è terrorizzata non ragiona proprio più. Molti però stanno aprendo gli occhi, oggi, di fronte al disastro economico, da cui dipende anche l’equilibrio psichico. E questo sta avvenendo grazie al coraggio di chi non ha mai smesso di informare i cittadini, contrastando la disinformazione.(Marco Della Luna, dichiarazioni rilasciate nella diretta su YouTube “Una dittatura è per sempre“, su “Visione Tv” il 20 aprile 2021. Avvocato cassazionista, Della Luna si è distinto per saggi come “Euroschiavi” e “Oligarchia per popoli superflui”. Nel 2020 è stato tra i co-autori del libro-denuncia “Operazione Corona, colpo di Stato globale”, edito da Aurola Boreale. «Di recente – racconta l’editore, Nicola Bizzi – abbiamo ripubblicato anche “Le chiavi del potere”, illuminante saggio di Della Luna che, a suo tempo, fu fatto ritirare dalle librerie su pressione di Romano Prodi, a cui quel libro dava fastidio»).Il giurista tedesco Otto Lenel diceva: il diritto comincia con il rispetto del fatto. Quando una prassi si sedimenta e la gente la accetta, si crea una “opinio legitimitatis”, che diventa la fonte del diritto, delle norme. Cosa stanno facendo i nostri governanti, da Conte a Draghi? Stanno abituando la popolazione, ma anche i giudici, ad accettare una riforma delle fonti del diritto: con provvedimenti amministrativi come i Dpcm (quindi non normativi, non legislativi), il governo sospende e modifica la Costituzione. Cioè: la fonte primaria del diritto diventano i decreti unilaterali del governo, semplici atti amministrativi, provvedimenti che invece – secondo i principi generali – dovrebbero essere sottoposti alla legge. Ora vedremo se, da parte della magistratura, ci sarà la volontà di far valere la legge (l’ordine, la gerarchia delle fonti), e quindi di sottoporre l’operato del governo alla conformità della legge e alla Costituzione: nel qual caso, tutto salterà. Se invece la magistratura verrà convinta ad assecondare questa grande riforma costituzionale in senso autocratico e tecnocratico, allora questa riforma probabilmente riuscirà.