Archivio del Tag ‘democrazia’
-
Marchionne? Prepara il peggio, mentre Berlusconi ci distrae
Caro Marchionne, non ci incanti: la tua visione del lavoro in fabbrica trasforma gli operai in schiavi senza diritti. Prendere o lasciare? Tutta colpa della globalizzazione, che impone nuove regole alle aziende? Signornò, non ci stiamo: e daremo battaglia, insieme alla Fiom, perché colpire il lavoro significa cancellare la democrazia. Questi i tamburi di guerra della mobilitazione per il 16 ottobre a Roma: una nutrita pattuglia di intellettuali, tra cui lo scrittore Andrea Camilleri, attraverso “Micromega” lancia la sua sfida: «Marchionne calpesta diritti, come Berlusconi la Costituzione». E mentre il premier «ci distrae con le sue variazioni comiche», dice Lidia Ravera, il supermanager Fiat, «zitto zitto», azzera cinquant’anni di battaglie civili.
-
Sos: l’impero è cieco, sta arrivando la catastrofe finale
Ogni movimento alternativo vede un pezzo del mosaico: quello che ci manca è costruire un’adesione d’insieme, trasformando i singoli temi in un discorso politico, cioè in reale rappresentanza nelle istituzioni, nel Parlamento. E’ fondamentare capire che o noi ci riuniamo e trasformiamo queste miriadi di esperienze alternative che avviano la transizione in un programma politico, oppure noi saremo sconfitti. Perché arriverà prima di noi la crisi, e perché questa crisi sarà devastante dal punto di vista democratico. Perché quelli che hanno il potere sono in gran parte stupidi e incolti, ma non tutti. C’è già chi pensa e c’è già chi sa che verrà il momento in cui “loro” gestiranno la penuria di beni.
-
Perkins: io, sicario dell’economia, pagato per rovinarvi
Ero un sicario dell’economia (un Ehm, economic hit man), parte di un gruppo d’élite di moderni “killer professionisti” che promuovono gli interessi delle grandi multinazionali e di alcuni settori del governo americano. Avevo una qualifica altisonante – Chief Economist – e uno staff di economisti, consulenti d’impresa e analisti finanziari super qualificati che producevano imponenti relazioni che potevano legittimare qualunque cosa, ma il mio vero lavoro era ingannare e saccheggiare il Terzo Mondo.
-
L’eterno derby ad personam fa naufragare l’Italia
Michele Santoro che attacca in prima serata la Rai che vorrebbe impedirgli di condurre con serenità “Annozero”, programma di successo con bilancio in attivo (4 milioni di euro l’anno), i giornali della famiglia Berlusconi che agitano dossier su Fini per la storia della casa a Montecarlo finita al cognato, i finiani che giurano si tratti di carta straccia di cui accusano direttamente i servizi segreti, mentre salta il vertice Unicredit e frana tra mille crisi occupazionali l’Italia ad personam ancora senza un ministro per lo sviluppo economico e col Parlamento occupato da incresciose “compravendite” di deputati per scongiurare la nascita di un “governo tecnico” e blindare il premier pericolante da possibili rischi processuali. Uno spettacolo desolante, accusa Piero Ostellino dal “Corriere della Sera”.
-
Se votiamo oggi, Berlusconi si avvicina al Quirinale
Un governo d’emergenza per risolvere due problemi, l’attuale legge elettorale e il monopolio televisivo, e poi tornare alle urne con regole nuove. Se non si ricuce lo strappo tra Berlusconi e Fini, andare alle elezioni anticipate con la “legge porcata” sarebbe un suicidio. Lo afferma la politologa Barbara Spinelli, scrittrice ed editorialista de “La Stampa”, di fronte ai recenti sviluppi politici: «ultimo atto» o solo «ultima scena di uno dei tanti atti della tragedia berlusconiana?». Comunque sia, «non è un bello spettacolo». E il sipario non sembra chiudersi: da questa situazione «di fine regno», in realtà Berlusconi «ha la possibilità di uscire restando in sella e pesando sulla vita politica italiana in modo molto più forte di quanto immaginiamo».
-
Sankara: la mia rivoluzione si chiamava felicità
«La nostra rivoluzione avrà valore solo se, guardando intorno a noi, potremo dire che i Burkinabé sono un po’ più felici grazie a essa. Perché hanno acqua potabile e cibo abbondante e sufficiente, sono in splendida salute, perché hanno scuola e case decenti, perché sono meglio vestiti, perché hanno diritto al tempo libero; perché hanno l’occasione di godere di più libertà, più democrazia, più dignità. La rivoluzione è la felicità. Senza felicità, non possiamo parlare di successo». Così Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso, definiva il senso della sua azione, tredici giorni prima del colpo di stato del 15 ottobre 1987 nel corso del quale sarebbe stato assassinato.
-
Farefuturo: vergogna, Berlusconi è davvero il Caimano
Eravamo convinti che fosse un semplice dibattito politico, il confronto tra due idee di centrodestra. Eravamo convinti che si trattasse di un normale dialogo tra idee diverse, opzioni diverse, leadership complementari. Eravamo sinceramente convinti che tutto potesse scorrere tranquillamente nei canali della democrazia interna a un partito. Era una sicurezza che derivava da una certezza cresciuta negli anni: Berlusconi non era il Caimano descritto dagli antiberlusconiani di professione; Berlusconi era un leader atipico ma liberale; Berlusconi non era uno da “editti bulgari”; certo, Berlusconi aveva tante questioni personali e aziendali (quante se ne potrebbero elencare) ma era comunque un leader con un sogno
-
Bocca: povera Italia, almeno Mussolini non rubava
«Tutti i regimi, alla fine, cadono», anche se quello di Berlusconi ancora non si sa né come né quando cadrà. Parola di Giorgio Bocca, decano dei giornalisti italiani, novant’anni il 18 agosto. Partigiano, giornalista, è un pezzo della storia del giornalismo italiano. E oggi, scrive Gianni Barbacetto sul “Fatto Quotidiano”, assiste allo spettacolo di giornali e tv poveri di notizie e ricchi invece di silenzi, omissioni, pettegolezzi, dossier e ricatti. «E’ un momento difficile per la nostra democrazia», sostiene Bocca, autore di inchieste taglienti, reportage e saggi spietati sulla mala-Italia di ieri e di oggi, un paese ormai «senza regole», senza diritti né futuro.
-
Bocca: in Italia la mafia ha più fortuna della democrazia
Che cosa vuol dire super partes? Peraltro, è giustificato rimanersene super partes quando tutto ti rotola attorno? Se ho una critica per Napolitano, è proprio per la sua freddezza, per la sua distanza. Francamente, certe volte, non capisco il suo silenzio. Di fronte a un’emergenza come quella che stiamo vivendo, popolata di ladri e truffatori, credo che dovrebbe sentire il bisogno di intervenire più spesso. Nella crisi devastante del paese, ci sta anche la crisi dell’informazione. Informazione di regime: televisioni, giornali… asserviti, con rare eccezioni. Berlusconi riesce a imporre ovunque la sua visione propagandistica delle cose. Gli basta mezzo punto in percentuale in più di qualcosa per gridare al miracolo
-
Grillo avverte la Casta: farete i conti con noi anche a Roma
«Il “Movimento 5 Stelle” si presenterà alle elezioni politiche, che siano ora o nel 2013, e alle elezioni comunali del 2011 che riguardano molti capoluoghi di provincia come Milano, Torino, Bologna e Genova». L’annuncio, non del tutto inatteso e comunque clamoroso, arriva direttamente da Beppe Grillo attraverso il suo blog: sarà la crisi economica, in autunno, a far deragliare il governo Berlusconi, quando saranno esauriti gli ammortizzatori sociali. Si annuncia un salto nel buio. Il rimedio provvisorio? Un governo tecnico di larghe intese, ammette Grillo, per votare il più tardi possibile e con una nuova legge, più democratica. Ma se la situazione dovesse precipitare, avverte, i “grillini” sono già pronti a sfidare lo sbarramento del 4% per varcare la soglia del Parlamento.
-
Addio al regime, Fini ha stracciato il patto col diavolo
Un governo balneare, di fine regime: è tutto quello che resta della «grande illusione berlusconiana» che prometteva di cambiare l’Italia e durare per «almeno tre legislature». Dopo la rottura definitiva decretata ufficialmente da Fini, è quasi certo che il terzo esecutivo Berlusconi, nato due anni fa con la più schiacciante maggioranza parlamentare della storia repubblicana, «non arriverà a concludere nemmeno la sua prima legislatura». E attenzione, non tramonta solo un’illusione di governo: muore anche l’illusione di una nuova destra, moderna ed europea, «che in questo Paese, sotto le insegne del Cavaliere non ha e non avrà mai la possibilità di esistere».
-
P3, fango e ricatti: ma la libertà è più forte della paura
Mentre Berlusconi parla di «calunnie» e «campagne furibonde» contro il governo, c’è in realtà un metodo nel lavoro della cosiddetta P3, che è venuto alla luce con chiarezza: è fatto di affari privati legati al comando pubblico, di istituzioni statali usate a fini personali, di relazioni privilegiate intorno a uomini potenti (Denis Verdini, Marcello Dell’Utri), di personaggi influenti arruolati per premere su personalità decisive – soprattutto nella giustizia – e infine di faccendieri svelti di mano e pronti a tutto, anche a essere bollati dal premier come «pensionati sfigati» quando la rete è scoperta. Ma per riuscire, il metodo ha bisogno di qualcosa in più: infangare, delegittimare, distruggere.