Archivio del Tag ‘crisi’
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Giulietto Chiesa: voglio 100 volontari della verità
«Noi diremo la verità. Quella che conosciamo. Sappiamo che è in corso la più vasta e drammatica crisi che il genere umano abbia mai dovuto affrontare. Sappiamo che per difendere la sopravvivenza del genere umano bisognerà combattere». Si chiama “Alternativa” l’ultima sfida di Giulietto Chiesa: un appello per costruire un gruppo trasversale che si incarichi di scuotere la politica italiana. «Ho bisogno di 100 persone, uomini e donne», disposti a impegnarsi per colmare «la voragine tra la casta politica e i cittadini».
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Palazzetti: energia dall’auto, Fiat imiti Volkswagen
La crisi della Fiat, con il rischio di cassa integrazione per migliaia di operai, potrebbe rivelarsi l’occasione per mettere in atto un piano di riconversione che sfrutti la microgenerazione di energia. I mezzi tecnici ci sono già. Ciononostante, probabilmente, niente di tutto ciò sarà fatto. Da tempo sentiamo parlare della crisi della Fiat e della possibile riconversione dello stabilimento di Termini Imerese. Eppure in Italia, un Paese nel quale ogni 1000 abitanti ci sono 768 autovetture, si sente ancora parlare di “ecoincentivi” e di rilancio dell’industria automobilistica.
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Arancia Metalmeccanica: aiutare chi è senza stipendio
Cinque euro per tre chili di arance biologiche siciliane, coltivate in terre confiscate alla mafia. E’ la formula di “Arancia Metalmeccanica”, l’autorionica campagna con la quale la Federazione della Sinistra – facendo il verso al film di Stanley Kubrick – sta girando le fabbriche italiane per sostenere gli operai che hanno perso il lavoro: «Per ogni retina di arance venduta, metà del ricavato va ai produttori siciliani, e metà ai lavoratori in lotta per riconquistare il posto». Banchetti, presidi, fabbriche: a suon di arance, una cassa comune per aiutare chi è rimasto senza stipendio.
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Giulietto Chiesa: se torna la menzogna nucleare
Mentre la crisi mondiale ha inghiottito la profumata menzogna del progresso economico senza limiti, mentre il pianeta continua a rimandare le irrimandabili decisioni sul suo futuro energetico e ripropone la rassicurante menzogna dei «passi avanti», l’Italia, o meglio, il governo Berlusconi offre come soluzione nazionale la menzogna verde dell’energia nucleare. Cosa importa se ancora non siamo stati in grado di risolvere i problemi legati al fallito esperimento atomico, di cui il territorio italiano porta ancora il peso.
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Ferrero: la Fiat è nostra, l’abbiamo mantenuta noi
Montezemolo, quando dice che la Fiat con lui alla guida non ha mai ricevuto un euro dallo Stato, è come Pinocchio. Il fatto è che le bugie hanno le gambe corte. Sono cinquant’anni che la Fiat riceve finanziamenti, in via diretta e indiretta, da parte dello Stato e fa ottimi affari con essi, scaricando sulle spalle dello Stato i destini e i posti di lavoro dei suoi dipendenti. Anzi, visto che con la montagna di soldi versati in tutti questi decenni dallo Stato alla Fiat, è lo Stato italiano che può rivendicare a buon diritto di essere il suo socio di maggioranza.
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Riconversione: unico vero incentivo per salvare la Fiat
Incentivi? No, grazie. Mentre l’ad della Fiat, Sergio Marchionne, gela il governo (e il presidente del Senato, Renato Schifani) sulla possibilità di utilizzare anche per il 2010 aiuti statali a sostegno del mercato dell’auto in cambio della rinuncia alla chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, per i cui lavoratori è intervenuto anche il Papa, il Movimento per la Decrescita Felice segnala la mancanza assoluta di idee nuove per rilanciare l’occupazione: «Basterebbe riconvertire l’industria differenziando la produzione, come farà la Volkswagen, che userà i motori delle auto per farne co-generatori che garantiranno il futuro di azienda e dipendenti».
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Gallino: operai sui tetti, il lavoro tornerà solo fra 5-7 anni
Operai asserragliati sui tetti: per lottare contro la crisi e, innanzitutto, ricordare – con l’aiuto della televisione – il loro diritto elementare alla sopravvivenza. Il sociologo torinese Luciano Gallino, che si è scagliato contro chi vuole dimenticare la classe operaia, sostenendo che è proprio l’oblio dei media e dei politici a spingere i lavoratori a forme eclatanti di protesta, ora avverte: la crisi è più vasta di quanto le apparenze (televisive) suggeriscano, per uscirne occorrerà un periodo molto lungo, di almeno cinque-sette anni.
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Monicelli: abusi e scandali, per il potere si arriva a uccidere
Mario Monicelli ha raccontato, senza indulgenza e per mezzo secolo, i vizi nazionali. Che film girerebbe per raccontare questa sinistra impegnata a rincorrere gonne o notti proibite? «Un film durissimo. Una farsa senza sconti. La farsa è il tipo di racconto meno accomodante che esista». Attori? «Buster Keaton o Totò. Nel rappresentare il livello di questa classe politica, non voglio far piangere. Per disperarsi, i motivi, comunque, non mancherebbero». Così il grande regista toscano, 95 anni, intervistato da Malcom Pagani per “Il Fatto Quotidiano”.
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Susa, No-Tav a valanga: no allo scempio, in nome dell’Italia
In bilico nei sondaggi, se Mercedes Bresso perdesse la presidenza del Piemonte per pochi voti, sa che lo dovrebbe anche alla valle di Susa, che il 23 gennaio ha risposto con un corteo popolare di proporzioni addirittura clamorose alle voci – tendenziosamente alimentate – che davano ormai per esaurita la protesta contro l’alta velocità Torino-Lione. Al centro-sinistra, che dopo ogni sconfitta elettorale rimpiange puntualmente di aver perso (a favore della Lega Nord, ad esempio) la propria capacità di rappresentare territori, la valle di Susa manda un avvertimento esplicito, firmato da almeno 40.000 persone
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Airaudo: Tav senza futuro, figlia dell’economia della crisi
Mi aspettavo questa risposta, penso che il movimento popolare fosse forte e chi gufava – confondendo l’iniziativa di contrasto e di presidio sulle trivelle con l’opinione diffusa contro la Tav in valle di Susa – si sbagliava: non c’è il riflusso del movimento, l’opinione è molto forte e, dentro questa crisi, pensare di investire le poche risorse pubbliche su grandi infrastrutture vuol dire avere ancora in mente l’economia che ha generato questa crisi. E quindi credo che questo movimento oggi stia dando una lezione pacifica, di democrazia, di determinazione e di consenso.
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Anche la Fiom in corteo per fermare la Torino-Lione
Autoporto di Susa, sabato 23 gennaio 2009, ore 14. «No alla Tav, no ai sondaggi: fuori le mafie dalla valle di Susa, no al partito trasversale degli affari». Un appuntamento importante, la grande manifestazione popolare con la quale i No-Tav contano di misurare la propria forza, dimostrando di essere maggioranza, a dispetto dei “poteri forti” che li danno per sconfitti. Dopo la visita del leader della sinistra Paolo Ferrero e quella, a sorpresa, di Beppe Grillo, il movimento riceve aiuti anche dai metalmeccanici: Giorgio Airaudo, segretario della Fiom piemontese, annuncia che parteciperà alla marcia di sabato contro la Torino-Lione.
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Bocca: dai fascisti al Sultano, il presente che fa paura
Nell’anno del suo novantesimo anno, Giorgio Bocca si volta e lancia uno sguardo alle spalle. Viene in mente la prima pagina del quotidiano “Il Giorno” del 12 aprile 1961: «Mi volto, e vedo Eichmann», uno dei più semplici e più efficaci «attacchi» mai pubblicati su un giornale. Anche oggi, quando si volta, vede il Male. Sono i mali del nostro Paese. Li elenca nell’indice del suo nuovo libro, in uscita il 27 gennaio (”Annus Horribilis”), I fascisti al governo, La marea nazista, La dittatura morbida, Il tiranno che vuole essere amato, Il sultano, Il populista, Papi, La grande crisi, Criminalità globale, Tramonto dell’operaismo, Le nuove guerre, Sulla modernità.