Archivio del Tag ‘credito’
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Biologico? No, grazie. Come suicidare l’Italia che funziona
Non abbiamo più soldi, e quindi vi chiudiamo. Anzi, meglio: per ora vi svuotiamo, così nessuno potrà dire che abbiamo spento il “motore” dell’agricoltura biologica. La Provincia di Torino è irremovibile: vuole mettere in liquidazione il Crab, il prestigioso sportello del Bio piemontese – punto di riferimento per tutto il comparto dell’agricoltura biologica italiana – dato che la Regione Piemonte non intende rinnovare il proprio impegno finanziario. Piccole cifre: il centro, dislocato in val Pellice, costa 280.000 euro all’anno, di cui però solo un terzo a carico degli enti locali: il resto proviene da finanziamenti a progetto, che gli stessi ricercatori si procurano attivando fondi speciali europei. Non stiamo parlando dell’Ilva di Taranto, ma di un minuscolo ufficio con appena 7 operatori: vittime della brutale “spending review” del governo Monti, 4 di loro resterebbero a casa.
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Agenda-suicidio, da rottamare: anche Fassina boccia Monti
L’agenda Monti? Da rottamare. Lo afferma Stefano Fassina, responsabile economico del Pd. Se il governo tecnico voluto da Napolitano e sostenuto da Bersani ha aiutato l’Italia a uscire dall’imbarazzo internazionale del crepuscolo berlusconiano, dopo quasi un anno di emergenza conviene guardare in faccia alla realtà: nessuna delle soluzioni prospettate da Monti sta funzionando, perché il rigore e i tagli mortificano l’economia senza nessuna speranza. «Come correttamente riflesso dagli spread sui titoli decennali dei Piigs – sostiene Fassina – i rischi di rottura della moneta unica e di disgregazione europea sono sempre più elevati». Perché? «Per scelte politiche inadeguate ad affrontare il problema di fondo dell’euro: le divergenze di competitività tra le sue aree», troppo disomogenee, come sapevano bene, «fin dall’inizio», i padri fondatori dell’euro.
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Parguez: l’euro creato per azzopparci, ecco come e perché
In questo mio contributo dedicato ai coraggiosi esponenti della Modern Money Theory in Italia, intendo enfatizzare la straordinaria natura della crisi dell’eurozona. Siamo al termine di un modo di produrre, del capitalismo dinamico inteso in termini marxiani. È la regressione verso un sistema parassitario e decadente, un’economia di puri “rentier” che si alimentano attraverso le banche e le altre istituzioni finanziarie che estraggono risorse dall’economia reale grazie alle permanenti politiche di deflazione applicate dagli Stati. Una regressione simile appare ovvia nel momento in cui si osservano i livelli di disoccupazione in Europa, in particolare in Francia, Belgio e Olanda. Per esempio, in Olanda la disoccupazione effettiva eccede il 50, 60% della forza lavoro! Questo condurrà al drammatico collasso dei redditi anche per chi ancora gode di un normale lavoro
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Italia sovrana: manifesto democratico per salvare il paese
Dato che la nostra economia rimane a livelli di depressione del tutto artificiosi. Dato che la Bce offre fondi legati a condizionalità che mantengono in vita la nostra depressione economica. Dato che la Bce non ha mostrato alcuna intenzione di ammorbidire quelle condizionalità. Dato che la Ue non ha mostrato alcuna intenzione di ridurre la disoccupazione ammorbidendo i limiti ai deficit di bilancio nazionali dettati da Maastricht. Dato che la Ue e la Bce hanno mancato di riconoscere il ruolo dei Deficit Positivi per sostenere la piena occupazione, la produzione aziendale e i risparmi. Dato che l’inflazione da eccesso di domanda non è un pericolo finché la produzione non si riduce drammaticamente. Dato che noi consideriamo le politiche che deliberatamente sostengono livelli alti di disoccupazione un crimine contro l’umanità.
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Debiti e default, i fondi-avvoltoio su Grecia e Argentina
La trama è quasi comica. Eppure si tratta di una faccenda tremendamente seria, tanto per le sue implicazioni finanziarie quanto per l’implicito e inquietante monito lanciato a tutti i Paesi sull’orlo di una crisi contabile. La protagonista è una nave dal nome epico ed altisonante, Libertad: misura 100 metri circa di lunghezza, vanta un pregevole design anni ’50 e possiede una valutazione di mercato compresa tra i 10 e i 15 milioni di dollari. Lo scenario è il porto di Tema, in Ghana, dove l’imbarcazione è tuttora bloccata con il suo equipaggio di 220 persone dopo un’ordinanza di un tribunale locale che ne ha decretato il sequestro di fronte a un possibile pignoramento. Il motivo? Un ammontare indefinito di “tango bond” non pagati ad un creditore molto speciale: il fondo-avvoltoio (vulture fund) Nml, un veicolo d’investimento di proprietà della Elliot Capital Management, società finanziaria registrata nelle paradisiache, in senso fiscale, Isole Cayman.
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Una black list per schedare chi non arriva a fine mese
Fra gli usurai e gli estorsori che che grazie alla crisi economica vedono fiorire la propria opera di sciacallaggio, accanto a mostri come Equitalia ed ai vari istituti bancari, anche l’Autorità per l’energia sembra decisa a ritagliarsi un posto di primo piano. Lo sciacallo energetico, impegnato da tempo nel mettere in ginocchio una cospicua parte delle famiglie italiane, ha infatti annunciato proprio ieri il quarto rialzo consecutivo di luce e gas dall’inizio del 2012, rispettivamente dell’1,4% per la bolletta della luce e dell’1,1% per quella del gas, motivando la decisione con l’aumento del prezzo del petrolio riscontrato negli ultimi 3 mesi. Un aumento in realtà assai risibile e di natura estemporanea che ha fatto seguito ad un lungo periodo di calo del prezzo del greggio, di fatto mai tradotto in diminuzione delle bollette.
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Ecco chi sono i “rentiers” che campano sulla nostra rovina
Crisi epocale, indotta con la “politica della carenza” dalle élites che intendono restaurare l’antico potere feudale su masse sterminate di sudditi, anziché di cittadini. La brutta notizia? Ci stanno riuscendo, truccando le carte: l’austerity diventa una virtù, che tutti accettano. Paolo Barnard, giornalista e saggista, denuncia senza mezzi termini i “rentiers” che sono all’origine della crisi, culminata col disastro dell’Eurozona e la fine delle sovranità finanziarie, a scapito di milioni di cittadini. I nobili di ieri, i latifondisti, gli oligarchi, e ora gli speculatori finanziari. «Scomparsi duchi e baroni, e i latifondisti delle corti borboniche, i “rentiers” hanno dovuto modernizzarsi, cioè apprendere un mestiere almeno di facciata, pur sempre ricavando le loro fortune dal sudore e dalle abilità di altri». Per Barnard, «la famiglia Agnelli in Italia è un esempio». Gli Agnelli, «forse i più inetti produttori di auto del mondo occidentale per quasi un secolo», sono sopravvissuti e hanno goduto di immensi privilegi «grazie allo sfruttamento di generazioni di immigrati meridionali e a sussidi di denaro pubblico in quantità grottesca».
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Barnard: politica della carenza, dobbiamo tornare sudditi
Ci stanno uccidendo, deliberatamente: quella che sembra una crisi accidentale, Paolo Barnard la definisce “politica della carenza”. Un piano prestabilito: con nomi e cognomi, mandanti, moventi, procedure concordate. «Parlo di ciò che colpisce al cuore i diritti umani e la dignità umana riscattati dopo 5.000 anni di abietta schiavitù in Europa». Incredibile ma vero. Peccato che le “sentinelle” dell’Occidente, gli intellettuali, non lo vogliano ammettere: la stragrande maggioranza di loro «sceglie di ignorare gli aspetti più micidiali della recente evoluzione storico-economica europea per un motivo che non è sempre convenienza o asservimento a un potere, ma è qualcosa di molto più umano: terrore». Molti studiosi «si fanno prendere dal panico», causato dal fatto che in effetti «le cose stanno veramente come noi diciamo». Loro non sono equipaggiati per affrontarle, e la violenza della loro reazione – siamo complottisti, pagliacci, prezzolati, dementi – è proporzionale a quel terrore».
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Moneta sovrana: così l’America crea posti di lavoro
Due milioni di posti di lavoro creati: è il frutto della politica monetaria americana, di cui l’Europa avrebbe bisogno. «Due milioni di assunzioni aggiuntive, dal 2009 ad oggi, fanno la differenza tra la situazione sociale dell’Eurozona e quella degli Usa», spiega Federico Rampini. «Nonostante questo, la Federal Reserve non considera di avere esaurito il suo compito». Ma come può una banca centrale “creare” lavoro, e per di più in misura così consistente? Quali sono i meccanismi con cui agisce, e perché lo fa? «L’ultima di queste tre domande racchiude una differenza costituzionale tra la Fed e la Bce», aggiunge Rampini. «La banca centrale americana ha l’obbligo di perseguire il pieno impiego, non solo di lottare contro l’inflazione». E si vede: anche dall’attenzione che il governatore Ben Bernanke dedica all’analisi della disoccupazione.
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Spendere, non tagliare: pure i top-manager bocciano Monti
«Sia le multinazionali che i governi locali dovrebbero fornire fondi e consulenze per aiutare le piccole medie imprese», perché proprio le “Pmi” sono «fonte di impiego dinamico, che lungo una catena virtuosa finisce per beneficiare tutti i business». Multinazionali che aiutano le piccole imprese e Stati che – eresia – anziché tagliare spendono denaro pubblico, per sostenere il tessuto economico vitale rappresentato dai medio-piccoli? Sembra una piattaforma politica di ultra-sinistra e, per Paolo Barnard, lo è. Solo che i firmatari non sono i sindacati, ma proprio i top manager di alcune tra le massime imprese mondiali. «Forse non il top – dice Barnard – ma di sicuro la cosa di gran lunga più di sinistra sentita negli ultimi mesi, se si escludono le proposte della Modern Money Theory». Il memorandum è stato stilato nella riunione del “Business 20” di Los Cabos in Messico, estate 2012.
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Debito pubblico italiano: è la madre di tutte le menzogne
Nel 1981 la Banca d’Italia divorziò dal Tesoro e praticamente cessò di acquistare titoli di Stato. Da allora essi vennero dati in pasto, con interessi crescenti, prima al mercato interno, e poi alla speculazione finanziaria mondiale. Perché questo avvenne? Quali le conseguenze? In questi giorni la stampa tedesca ha attaccato con forza Draghi. Sulla “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, Holger Steltzner lo ha accusato di voler trasferire alla Bce i metodi della Banca d’Italia. Questa sarebbe al servizio dello Stato, di cui alimenterebbe le casse. Se ora la Bce finanziasse i debiti statali acquistandone i titoli, scatenerebbe l’inflazione e aggraverebbe la crisi dell’Eurozona. Come ha fatto notare anche il “Sole 24 Ore”, le critiche di Steltzner alla Banca d’Italia sono infondate.
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Via da Bruxelles e dall’euro: legge di iniziativa popolare
Moneta sovrana nazionale al posto dell’euro, riappropriazione dei diritti di signoraggio, liquidazione del capitale italiano versato alla Bce, esclusione dell’Italia dall’area Schengen e rescissione dagli obblighi relativi ai trattati “Basilea 2” e “Basilea 3” da parte del sistema bancario e creditizio italiano. E’ una rivoluzione, quella che il movimento “Libera Italia” affida a una legge di iniziativa popolare che, una volta approvata, costringa il governo a prendere le distanze da Bruxelles e dai suoi trattati-capestro, imposti d’imperio in questi anni senza mai una validazione referendaria. «E’ un segnale concreto di risveglio», spiega il sondaggista Bruno Poggi, segretario di “Libera Italia”. Una legge, dunque, che deleghi il governo a «negoziare sul recesso unilaterale dell’Italia dall’Ue». Obiettivo: «L’Italia fuori dall’Unione Europea, per poi rinegoziarne l’ingresso», sulla base di condizioni che rispettino la sovranità democratica.