Archivio del Tag ‘Covid-19’
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Grimaldi: virus e dittatura sanitaria, il vero sogno dell’élite
Non voglio dire che il Covid-19 sia il risultato di una pianificazione lucida e programmata, per quanto ci sarebbero elementi che lo farebbero pensare (perché c’è una storia di crimini programmati lucidamente, con provocazioni mondiali per raggiungere certi fini, a partire dall’11 settembre al Golfo del Tonchino). Non abbiamo la possibilità di dire al pubblico che c’è stato un criminale disegno. Però quando il coltello è capitato nelle mani di chi sa maneggiarlo, lo hanno sempre utilizzato per i propri scopi. Si dovrebbe parlare di un complotto che fa uso di un virus che sconvolga il mondo e che ridisegni l’assetto geopolitico nonché il quadro dei rapporti di classe. La storia ci dirà che questo coltello verrà utilizzato per degli scopi che si sono sempre ripromessi le élite, cioè arrivare ad un potere assoluto, totalitario. Ristabilire un nuovo paradigma sociale, che veda una riduzione dell’autonomia dell’autodeterminazione da parte delle masse, e una concentrazione di potere e di ricchezza al vertice. Al vertice vediamo nuovi protagonisti, tutti quelli che hanno il controllo della salute come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i medici, i ricercatori. Una categoria laica che sta scalando le posizioni del potere e del prestigio prendendo il posto della Chiesa, che si è sempre data per fine il controllo su vita, salute e morte delle persone.
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Garavelli, primario: la quarantena uccide l’Italia, non il virus
Quanto può durare, un paese bloccato in una quarantena? Colleghi psichiatri mi dicono che la gente comincia a soffrire. Forse, Covid farà più morti per le patologie psichiatriche (omicidi, litigi in famiglia e tra vicini) e per la crisi sociale e la fame che indurrà, che di per se stesso. Dobbiamo affrontare il toro per le corna: se le misure quarantenarie non dimostrano di funzionare, e se il virus non finisce la sua corsa per ragioni climatiche, allora bisogna pensare a qualcos’altro. Non bisogna bloccare il paese: abbiamo strumenti di chemioterapia e di chemioprofilassi analoghi a quelli a disposizione dell’India per contrastare la malaria. Abbiamo un farmaco come il Plaquenil (l’idrossiclorochina) che si sta dimostrando assolutamente efficace, e non solo per il trattamento delle forme acute in fase iniziale, determinando nella maggior parte dei casi lo sfebbramento in terza giornata e soprattutto riducendo il Covid e quindi la pressione sugli ospedali. Soprattutto: essendo un farmaco di lunga durata (22 giorni), che si concentra nelle cellule dell’alveo respiratorio, e che ha una larga tradizione d’impiego nella profilassi della malaria, con il Plaquenil potremmo anche fare una politica “coloniale”, come quella inaugurata in India dagli inglesi nei confronti della malaria. Abbiamo il coraggio di fare queste scelte?
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Radio, radar, satelliti e 5G: e arriva, puntuale, la pandemia
Nel 1918, dopo l’enorme pandemia dell’influenza Spagnola, hanno chiesto a Rudolf Steiner a cosa fosse dovuta. Lui rispose: i virus sono semplicemente le escrezioni di una cellula avvelenata. I virus sono delle parti di Dna o Rna, o di qualche altra proteina, che vengono espulse dalla cellula. Si formano quando la cellula è avvelenata, non sono la causa di niente. Oggi, improvvisamente, scopriamo che nel circolo polare artico i delfini stanno morendo: per un contagio, o magari per qualche schifezza finita in mare, come il greggio della super-petroliera Exxon Valdez? Se date un’occhiata alle teorie correnti sui virus, l’ultima conferenza del Nih (il Dipartimento della salute degli Usa) parla della complessità dei virus, e vedrete che corrisponde esattamente alle teorie correnti su cosa sono realmente i virus. Ho un esempio drammatico di ciò, nella mia vita. Durante la mia infanzia, fuori da casa mia c’erano degli acquitrini. Erano pieni di rane, che mi svegliavano di notte. Col tempo tutte le rane sono sparite. Quanti di voi pensano che le rane avessero una malattia genetica? Quanti pensano che le rane avessero un virus? Quanti pensano che qualcuno abbia sversato del Ddt nell’acqua? Questo è infatti quello che è successo.Ogni pandemia, negli ultimi 150 anni, corrisponde a un salto di qualità nell’elettrificazione della Terra. Come si spiega l’epidemia di Spagnola nel 1918? Alla fine dell’autunno del 1917 c’era stata l’introduzione delle onde radio, intorno al mondo. Quando esponete un qualsiasi essere vivente a un nuovo campo elettromagnetico, lo avvelenate: qualcuno ne viene ucciso, e gli altri entrano in una specie di ibernazione; vivono un po’ di più, e più malati. Con la Seconda Guerra Mondiale è iniziata una nuova pandemia, a causa dell’introduzione dei radar su tutta la Terra, improvvisamente ricoperta dai nuovi campi magnetici emessi dai radar. Era la prima volta che gli esseri umani subivano quel tipo di esposizione. Nel 1968, poi, c’è stata l’influenza di Hong Kong: è stata la prima volta che, nella fascia protettiva della cintura di Van Allen – il cui ruolo principale è quello di incorporare i raggi cosmici provenienti dal Sole, dalla Luna, da Giove, e distribuirli a tutti gli esseri viventi terrestri – sono stati posti dei satelliti che emettono delle frequenze radioattive. In sei mesi c’è stata una nuova epidemia “virale”. In realtà, la gente è stata avvelenata, anche se pensava di subire un’epidemia influenzale.Nel 1918, la sanità di Boston deciss di analizzare la caratteristica contagiosa di una epidemia: che lo crediate o no, hanno preso centinaia di persone che avevano l’influenza, hanno prelevato ciò che avevano nel naso e l’hanno iniettato in soggetti sani, che non avevano l’influenza. Neanche una volta sono riusciti a far ammalare qualcuno. L’hanno ripetuto più e più volte, e non sono riusciti a dimostrare il contagio. L’hanno fatto pure con dei cavalli, che sembrava avessero preso l’influenza Spagnola; gli hanno messo dei sacchi sulle teste: il cavallo starnutiva dentro il sacco, e poi infilavano il sacco attorno alla testa del cavallo seguente. Nessun cavallo si è ammalato. Potete leggere tutto ciò in un libro che si chiama “L’arcobaleno invisibile”, di Arthur Firstenberg. Ad ogni stadio di elettrificazione della Terra ha corriposto, entro sei mesi, una nuova pandemia influenzale. Non ci sono altre spiegazioni, per la Spagnola. Come ha potuto propagarsi, dal Kansas al Sudafrica in appena due settimane, in modo tale che il mondo intero manifestasse i medesimi sintomi nello stesso momento, nonostante i mezzi di trasporto dell’epoca fossero la nave e il cavallo? Non ci sono spiegazioni, per questo. Infatti ammettono: non sappiamo come sia successo.Riflettete: tutte queste onde radio e altre frequenze, che avete in tasca o tra le mani, vi permettono di inviare un segnale in Giappone, e arriva all’istante. Voi magari non credete che esista, un campo elettromagnetico capace di comunicare a livello mondiale nel giro di qualche secondo: semplicemente, non ci prestate attenzione. Aggiungo che c’è stato un salto di qualità drammatico, durante gli ultimi sei mesi, per quel che riguarda l’elettrificazione della Terra. Sono certo che molti di voi sanno di cosa si tratta. Si chiama 5G. Ora ci sono 20.000 satelliti che emettono radiazioni, proprio come quelle emesse nella vostra tasca o nella vostra mano, dai dispositivi elettronici che usate continuamente. Tutto questo – mi spiace doverlo dire – non è compatibile con la salute. Le frequenze dei dispositivi che usiamo destrutturano l’acqua presente nel nostro corpo. Finisco con un indovinello: qual è la prima città al mondo interamente coperta dal 5G? Whuan, esatto.Quindi cominciamo a pensarci: siamo in una crisi esistenziale di un’ampiezza tale, che gli esseri umani non hanno mai visto. Non gioco a fare il profeta del Vecchio Testamento: è davvero qualcosa che non ha precedenti, la messa in orbita di centinaia di migliaia di satelliti nella fascia protettrice della Terra. In effetti, ciò non ha a che vedere con la questione dei vaccini. Un anno fa ho avuto un paziente che era in piena forma, che faceva surf. Era elettricista, installava dei sistemi Wi-Fi per delle persone molto ricche. Gli elettricisti hanno un tasso di mortalità molto elevato, ma lui stava bene. Poi si ruppe un braccio e gli hanno messo una placca metallica nell’arto. Tre mesi più tardi non poteva più scendere dal letto, aveva un’aritmia cardiaca. Fu il crollo totale. La sensibilità dipende dalla quantità di metallo che avete in corpo, come anche dalla qualità dell’acqua nelle vostre cellule. Quindi, quando si inizia ad iniettare dell’alluminio nel corpo, le persone diventano dei ricettori per assorbire maggiormente i campi elettromagnetici. E questa è una “tempesta perfetta”, visto il tipo di danni di cui sta facendo esperienza tutta la nostra specie, adesso.(Thomas Cowan, estratto del video “Rudolf Steiner, i virus e l’elettrificazione della Terra”, pubblicato il 19 marzo 2020 sul canale YouTube “L’Ortolana” e ripreso da “La Voce del Trentino”. Per avere un’idea della preoccupazione che il filmato sta suscitando, basta dare un’occhiata alle moltissime pagine web che, scagliandosi contro il medico statunitense, alimentano la disinformazione quotidiana, promossa dalla crociata neo-medievale contro il pluralismo scientifico. Illuminanti, in questo senso, gli attacchi pubblicati da siti umoristici come “Butac” e lo spassoso “Open”, diretto da Enrico Mentana, che arriva a definire “guru” il fondatore dell’antroposofia, presentando Steiner come “ispiratore del nazismo magico”. Ai burloni di “Butac”, “Open” e colleghi, forse vale ricordare la recente sentenza della magistratura italiana che, sulla scorta di evidenze medico-scientifiche, ufficializza la correlazione tra salute – tumori, addirittura – ed esposizione a radiofrequenze elettroniche, anche solo quelle dei comuni smartphone 4G).Nel 1918, dopo l’enorme pandemia dell’influenza Spagnola, hanno chiesto a Rudolf Steiner a cosa fosse dovuta. Lui rispose: i virus sono semplicemente le escrezioni di una cellula avvelenata. I virus sono delle parti di Dna o Rna, o di qualche altra proteina, che vengono espulse dalla cellula. Si formano quando la cellula è avvelenata, non sono la causa di niente. Oggi, improvvisamente, scopriamo che nel circolo polare artico i delfini stanno morendo: per un contagio, o magari per qualche schifezza finita in mare, come il greggio della super-petroliera Exxon Valdez? Se date un’occhiata alle teorie correnti sui virus, l’ultima conferenza del Nih (il Dipartimento della salute degli Usa) parla della complessità dei virus, e vedrete che corrisponde esattamente alle teorie correnti su cosa sono realmente i virus. Ho un esempio drammatico di ciò, nella mia vita. Durante la mia infanzia, fuori da casa mia c’erano degli acquitrini. Erano pieni di rane, che mi svegliavano di notte. Col tempo tutte le rane sono sparite. Quanti di voi pensano che le rane avessero una malattia genetica? Quanti pensano che le rane avessero un virus? Quanti pensano che qualcuno abbia sversato del Ddt nell’acqua? Questo è infatti quello che è successo.
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Lutto in casa Kennedy, e va a fuoco la casa di Mario Draghi
Draghi e Kennedy: due nomi ora anche nelle pagine di cronaca nera, pochi giorni dopo l’uscita mondiale del brano “Murder Most Foul”, in cui Bob Dylan rievoca il complotto del Deep State costato la vita a John Kennedy, ucciso a Dallas nel 1963, mettendolo in qualche modo in relazione con l’attuale emergenza coronavirus. Una denuncia clamorosa, quella di Dylan, in contemporanea con quella di Mario Draghi sulle pagine del “Financial Times”, in cui l’ex presidente della Bce – richiamandosi al New Deal di Roosevelt – invoca la fine del rigore finanziario, se si vuole ricostruire l’economia disastrata dalla pandemia. Pochi giorni dopo le esternazioni di Dylan e Draghi, è scomparsa nel nulla Maeve Kennedy Townsend McKean, nipote quarantenne di Bob Kennedy, fratello di John, a sua volta assassinato (a Los Angeles, nel 1968). A una settimana dalla scomparsa – in mare – Maeve Kennedy è stata quindi ritrovata cadavere il 7 aprile, lungo le coste del Maryland. E in serata, a migliaia di chilometri di distanza – a Città della Pieve – i vigili del fuoco sono dovuti accorrere per spegnere lo strano incendio innescatosi nella residenza italiana di Mario Draghi. Le fiamme hanno intaccato il tetto dell’abitazione (sempre il tetto era stato incenerito dal rogo della cattedrale parigina di Notre-Dame, esattamente un anno fa, dando il destro a suggestive interpretazioni simbologiche tra chi sospetta l’origine dolosa del disastro).Secondo il “Corriere dell’Umbria”, i pompieri intervenuti a Città della Pieve, al confine con la Toscana, avrebbero rilevato nella canna fumaria l’origine dell’incendio che ha poi attaccato il tetto della casa italiana di Draghi. L’ex presidente della Banca Centrale Europea, ricorda il giornale, è anche «il potenziale candidato alla presidenza del Consiglio nella successione a Giuseppe Conte in caso di governo di unità nazionale». Secondo Gioele Magaldi, massone progressista e presidente del Movimento Roosevelt (nonché autore del saggio “Massoni”), Mario Draghi – fino a ieri militante nell’ala più reazionaria della massoneria sovranazionale, responsabile dell’austerity europea che ha sabotato l’economia – si sarebbe avvicinato al circuito della massoneria progressista, del quale (assicura Magaldi) fa parte lo stesso Bob Dylan, la cui canzone kennedyana – pubblicata non a caso in piena emergenza coronavirus – richiama l’attenzione su John Kennedy per ricordare la fine violenta delle speranze in un mondo migliore, imposta da un attentato particolarmente infame, che vide coinvolti la Cia, l’Fbi e tre diversi futuri presidenti americani (Johnson, Nixon e Bush senior).Sempre secondo Magaldi, Draghi sarebbe ora sceso in campo per sostenere la “controffensiva democratica” delle forze che – in tutto il mondo, in modo trasversale – tentano di opporsi alla “politica del coronavirus”, che in base al modello cinese sperimentato a Wuhan con la benedizione dell’Oms impone severe restrizioni alle libertà personali, che qualcuno spera diventino permanenti. Magaldi denuncia la “filiera del rigore” inaugurata nel 1975 dal manifesto “La crisi della democrazia” sollecitato dalla Commissione Trilaterale dominata da Kissinger, il potente “massone neoaristocratico” che per primo sdoganò la Cina con l’intento di farne un modello anche per un futuro Occidente post-democratico, quello che si intravede oggi sotto le legislazioni speciali introdotte grazie alla paura del virus. Nel suo lavoro editoriale, Magaldi fa risalire proprio all’uccisione di John Kennedy (seguita a ruota da quelle di Bob Kennedy e Martin Luther King) la fine della speranza in un Occidente migliore, prospero e libero dall’angoscia, patria dei diritti sociali e civili. Dopo di allora, a partire dal golpe cileno del 1973, il neoliberismo è andato direttamente al governo, fino a produrre in Europa la catastrofe socio-economica che ha schiantato l’Italia, fermandone la corsa (il Belpaese era la quinta potenza industriale del mondo, prima che Mani Pulite rottamasse la classe politica della Prima Repubblica).Fa impressione, intanto, l’ennesimo lutto in casa Kennedy ad appena una settimana di distanza dall’omaggio di Dylan a Jfk (oltre 2 milioni e mezzo di visualizzazioni su YouTube, in pochi giorni, per “Murder Most Foul”). Il corpo senza vita di Maeve Kennedy Townsend McKean è stato ritrovato in mare nella Baia di Chesapeake. Il cadavere di Maeve è stato localizzato a sette metri di profondità, quattro chilometri più a sud rispetto alla casa di sua madre a Shady Side, nel Maryland, dove giovedì sera la donna era uscita in canoa insieme al figlio Gideon, di 8 anni, che risulta ancora disperso. Madre e figlio sarebbero stati visti per l’ultima volta allontanarsi a bordo di un kajak: secondo fonti di stampa «stavano cercando di recuperare una palla, ma a causa della corrente non erano più riusciti a tornare a riva». Maeve è la figlia di Kathleen Kennedy Townsend, vice-governatrice del Maryland, a sua volta figlia di Robert Kennedy, fratello di John. Era sposata con David McKean, avvocato di diritti civili a Washington, ed era madre di quattro figli. Lavorava come dirigente alla Georgetown University di Washington, dove risiedeva con la famiglia.Inevitabilmente, i giornali riparlano della “maledizione” della famiglia Kennedy, dopo le perdite di John e Bob. Qualche mese fa era morta un’altra nipote di Robert Kennedy, Saoirse Hill, deceduta a 22 anni «in seguito a un mix letale di droga e farmaci». Un altro fratello di John e Bob, Joseph Kennedy, era morto nel ’44 durante la Seconda Guerra Mondiale, mentre una sorella, Kathleen, aveva perso la vita nel ’48 in un incidente aereo. Risale al 1984 la morte di David Kennedy, figlio di Robert, ucciso «da un’overdose di farmaci», mentre nel ’97 è scomparso un altro dei figli, Michael, in un incidente sulle piste di sci. Ancora: nel ‘99 aveva perso la vita uno dei figli di Jfk, John, insieme alla moglie e alla cognata, in un incidente aereo lungo la costa di Martha’s Vineyard, in Massachusetts. Nel 2011, infine, ancora una morte prematura: quella di Kara, figlia di Edward Kennedy, «stroncata da un infarto». Lo stesso anno si sarebbe suicidata Mary Richardson, moglie di Robert Kennedy jr., notissimo avvocato, in prima linea – insieme all’attore Robert De Niro – contro gli abusi delle campagne vaccinali e la correlazione tra vaccini e autismo. Robert junior è l’ennesimo Kennedy che dà fastidio al potere (in questo caso, sanitario: quello che si sta affermando a livello modiale, grazie alla gestione “cinese” del coronavirus raccomandata dall’Oms). Un contesto sinistro, che fa da contorno anche alla morte di Maeve Kennedy?Draghi e Kennedy: due nomi ora anche nelle pagine di cronaca nera, pochi giorni dopo l’uscita mondiale del brano “Murder Most Foul”, in cui Bob Dylan rievoca il complotto del Deep State costato la vita a John Kennedy, ucciso a Dallas nel 1963, mettendolo in qualche modo in relazione con l’attuale emergenza coronavirus. Una denuncia clamorosa, quella di Dylan, in contemporanea con quella di Mario Draghi sulle pagine del “Financial Times”, in cui l’ex presidente della Bce – richiamandosi al New Deal di Roosevelt – invoca la fine del rigore finanziario, se si vuole ricostruire l’economia disastrata dalla pandemia. Pochi giorni dopo le esternazioni di Dylan e Draghi, è scomparsa nel nulla Maeve Kennedy Townsend McKean, nipote quarantenne di Bob Kennedy, fratello di John, a sua volta assassinato (a Los Angeles, nel 1968). A una settimana dalla scomparsa – in mare – Maeve Kennedy è stata quindi ritrovata cadavere il 7 aprile, lungo le coste del Maryland. E in serata, a migliaia di chilometri di distanza – a Città della Pieve – i vigili del fuoco sono dovuti accorrere per spegnere lo strano incendio innescatosi nella residenza italiana di Mario Draghi, proprio mentre a Bruxelles era riunito l’Eurogruppo. Le fiamme hanno intaccato il tetto dell’abitazione (sempre il tetto era stato incenerito dal rogo della cattedrale parigina di Notre-Dame, esattamente un anno fa, dando il destro a suggestive interpretazioni simbologiche tra chi sospetta l’origine dolosa del disastro).
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Magaldi: l’Oms cinese e il nuovissimo Ministero della Verità
Taci, il nemico ti ascolta. Siamo arrivati al Minculpop all’amatriciana del sempre più sconcertante “avvocato del popolo”, capace di chiudere gli italiani in casa lasciandoli anche senza soldi? Di male in peggio: ora sarà l’orwelliano Ministero della Verità a vigilare sulle notizie somministrabili ai sudditi, in tema di coronavirus. Nella nuova “Unità per il monitoraggio delle notizie false”, voluta dal sottosegretario Andrea Martella (Pd, ovviamente) monteranno la guardia «specialisti della comunicazione e del fact-checking», spiega “Repubblica”, quotidiano di proprietà di John Elkann (Fiat-Fca). Nomi del calibro di Riccardo Luna, editorialista di “Repubblica”, nonché Francesco Piccinini (direttore di “Fanpage”) e David Puente, “responsabile fact-checking” per il giornale online “Open”, fondato da Enrico Mentana (firmatario, con Grillo e Renzi, del “Patto per la Scienza” guidato da Roberto Burioni, che ha appena chiesto alla magistratura di spegnere “ByoBly”, il video-blog di informazione indipendente più amato e seguito dagli italiani). La task force messa in piedi da Martella a Palazzo Chigi? «Ridicola e grottesca, oltre che preoccupante», la definisce Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt.«Stiamo ancora aspettando – dice Magaldi – che i grandi media (quelli che secondo il governo sarebbero depositari della verità unica) facciano ammenda per le tante fake news ufficiali spacciate in queste anni, a partire da quella sulle inesistenti “armi di distruzione di massa” di Saddam Hussein». Quanto al cosiddetto complottismo, Magaldi accusa: «Spesso, alimentare tesi vistosamente strampalate è funzionale a chi detiene il potere, per screditare in partenza qualsiasi voce alternativa». Magaldi è allarmato per la folle situazione in cui versa l’Italia: libertà drasticamente azzerata ed economia prossima al coma, «grazie a un governo che prende per il naso lavoratori, famiglie e aziende, senza fornire precise garanzie sulla ripresa». Un “suicidio” di massa, scandaloso: «Ancora non è stato dato un concreto aiuto materiale a chi è stato costretto a restare a casa e non ha risorse per far fronte alle necessità anche solo alimentari della famiglia». L’economista Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt, ha le idee chiarissime: «Non resta che emettere moneta sovrana: moneta di Stato, “non a debito”, non convertibile in euro e spendibile solo in Italia, fondamentale per impedire che la nostra economia crolli».A insospettire Magaldi è anche l’incredibile confusione cui stiamo assistendo: «Fa pensare al motto massonico “ordo ab chao”: il caos è quello che purtroppo stiamo già vivendo, e temo che il “nuovo ordine” che si prepara possa rivelarsi inquietante, cioè senza un ritorno alla piena libertà di prima. Troppe voci continuano a prefigurare un futuro in cui dovremo rinunciare alle possibilità di movimento a cui, da sempre, eravamo abituati». Un sospetto che viene dalla Cina, o meglio dall’Oms, il cui presidente – il politico etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus – è ora accusato dal “Wall Street Journal” di aver “coperto” il grave ritardo con cui le autorità di Pechino hanno diffuso le notizie sulla iniziale diffusione del Covid-19, salvo poi raccomandare (anche all’Italia) il modello-Wuhan, cioè il “coprifuoco”, come unica possibile strategia antivirus. «L’Etiopia ha strettissimi legami con la Cina: è uno snodo centrale, strategico, per l’egemonia cinese sull’Africa». Anche per questo, secondo Magaldi, è ben poco rassicurante la longa manus protesa dall’Oms, che è presente anche nel governo italiano (con Walter Ricciardi, ingaggiato in qualità di super-consulente del ministro della sanità Roberto Speranza).«Noi comunque non staremo con le mani in mano – avverte Magaldi – specie se poi la riapertura dell’Italia dovesse essere ulteriormente rinviata». Il Movimento Roosevelt, che sta attrezzando uno “sportello legale” per assistere i cittadini alle prese coi decreti dello stato d’emergenza, ha inoltre in cantiere una “task force costituzionale” per «difendere i cittadini da eventuali abusi, accuse e vessazioni civili e penali di palese natura antidemocratica, liberticida e anticostituzionale». Magaldi prevede un ampio ricorso, appena possibile, in tutte le sedi giudiziarie, a maggior ragione «se qualcuno tentasse, come già si ventila, di rafforzare ulteriormente i poteri straordinari dell’esecutivo, approfittando sciaguratamente della situazione emergenziale». Non è tutto: «A giorni – conclude Magaldi – presenteremo al governo le nostre proposte per cominciare finalmente ad assistere gli italiani, sul piano economico. Se venissero ignorate – avverte – potremmo anche decidere di violare la legge, in modo nonviolento e democratico, con azioni dimostrative nelle piazze».Taci, il nemico ti ascolta. Siamo arrivati al Minculpop all’amatriciana del sempre più sconcertante “avvocato del popolo”, capace di chiudere gli italiani in casa lasciandoli anche senza soldi? Di male in peggio: ora sarà l’orwelliano Ministero della Verità a vigilare sulle notizie somministrabili ai sudditi, in tema di coronavirus. Nella nuova “Unità per il monitoraggio delle notizie false”, voluta dal sottosegretario Andrea Martella (Pd, ovviamente) monteranno la guardia «specialisti della comunicazione e del fact-checking», spiega “Repubblica”, quotidiano di proprietà di John Elkann (Fiat-Fca). Nomi del calibro di Riccardo Luna, editorialista di “Repubblica”, nonché Francesco Piccinini (direttore di “Fanpage”) e David Puente, “responsabile fact-checking” per il giornale online “Open”, fondato da Enrico Mentana (firmatario, con Grillo e Renzi, del “Patto per la Scienza” guidato da Roberto Burioni, che ha appena chiesto alla magistratura di spegnere “ByoBly”, il video-blog di informazione indipendente più amato e seguito dagli italiani). La task force messa in piedi da Martella a Palazzo Chigi? «Ridicola e grottesca, oltre che preoccupante», la definisce Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt.
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Barnard: nessuna certezza da tamponi e test sierologici
Allora, facciamo “non-chiarezza” sui tamponi e sui test per il Cov-2. Non è una battuta, perché nella scienza c’è una confusione tremenda, su questi test, e voi cittadini dovete assolutamente sapere le cose, per essere informati su cosa vi fanno. Ho fatto una raccolta dei dati affidabili, nella più alta letteratura scientifica possibile (”New England Journal of Medicine”, “The Lancet”, “Science”, “Mit Technology Review”), e cerco si spiegarmi nella maniera più semplice. I test per rilevare il Cov-2 (che è il nome del virus) e la Covid-19 (che è il nome della malattia) sono due: il tampone, nasale o laringo-faringeo, e l’esame del siero sanguigno. I tamponi sono validi per trovare il Cov-2 attivo nella persona “adesso”; perché, sul tampone, viene fatto l’esame Rt-Pcr, che rileva i pezzi di Rna virale, specifici proprio del Cov-2; poi li amplifica, e li vede con una buona precisione, al netto di qualche possibile errore. Quindi, un tampone Rt-Pcr “positivo” ti dice che hai il virus “adesso”; ma se tu l’hai avuto in passato, la Rt-Pcr non lo vede più, e dà “negativo”. Può sembrare una buona notizia, ma invece c’è un grosso problema. Un soggetto che esce “negativo”, dal tampone, non sarà mai se, in passato, ha avuto il contagio, oppure no. Quindi non saprà mai se in questo momento è immune, o no. In soldoni, essere “negativi” all’Rt-Pcr ci dice per certo che non siamo spargitori di contagi “adesso”, a non ci assicura che domani non ci contageremo.Per capire se uno è mai stato contagiato, e se ha sviluppato la famosa immunità, va fatto l’esame sierologico (l’esame del sangue). Ma, anche qui, le cose non sono sicure – per niente. I test sierologici del momento, se l’esito è “positivo” rilevano di sicuro la presenza, nel soggetto, di anticorpi ai coronavirus – che sono una classe, una famiglia di virus molto noti, che possono procurare problemi che vanno dal semplice raffreddore alla Sars. Ma i test sierologici hanno difficoltà a rilevare con precisione proprio gli anticorpi specifici, relativi al solo Cov-2. E questo è il grande problema. C’è una gara frenetica, fra le “biotech corporations”, per produrre oggi un test sierologico che sia totalmente affidabile, in questo – cioè: che, di certo, risponda solo agli anticorpi del solo Cov-2. Infatti, nessuno dei test sierologici in circolazione dà questa certezza. Si parla di possibili errori: potrebbero dirti che sei “positivo al Cov-2″, mentre in realtà sei “positivo” a qualsiasi altro coronavirus. Nei test, si parla di errori in percentuali rilevanti, dal 20% in su. Il problema è quello della “cross reactivity”, cioè: nel coronavirus del raffreddore, in quello della Sars e in quello del Cov-2, gli aminoacidi delle “spike” che spuntano dai virus (la loro “corona”), sono identici al 60-70%, per cui il sistema immunitario si sbaglia facilmente.I problemi del test sierologico, poi, non finiscono qui. Se risulti “positivo” agli anticorpi ma stai bene, non sai se sei ancora infettivo o meno. Quindi è difficile dirti: «Tu non sei più un pericolo per gli altri, torna pure a lavorare». Né sai se sei “positivo” agli anticorpi, se per caso sei a poche ore dallo scoppio della malattia. Solo l’essere “positivo” al test sierologico e stare bene (ma da lungo tempo) ti dice che, probabilmente, sei diventato immune. Ma ancora non si sa quanto duri, un’immunità al Cov-2: in letteratura scientifica c’è chi dice che duri solo un mese, c’è chi dice di più (non si sa). Infine, se sei nei primi giorni del contagio – cioè: ti sei infettato ieri sera, e oggi pomeriggio fai l’esame sierologico – l’esame non vede ancora gli anticorpi, perché il sistema immunitario ci mette del tempo, a comparire sulla scena. Quale sarebbe, allora l’ideale? Sarebbe: risultare “positivi” al test sierologico, ma “negativi” al tampone Rt-Pcr. Spiego: col test sierologico “positivo” sai che sei stato esposto a un coronavirus (e speri che sia questo Cov-2, e non un altro), ma una Rt-Pcr “negativa” ti dice – di certo, o quasi – che non l’hai più. Al momento, purtroppo, le cose stanno così. Certezze assolute non ce ne sono: zero.Oggi, poi, c’è una corsa frenetica ad approvare dei test (sia tamponi, che esami sierologici) che vadano di fretta. Però, più vanno in fretta, e meno sono accurati – cioè: non c’è “validation”, come si dice in termini scientifici. Pensate che una Rt-Pcr fatta bene ci mette delle ore; e va ripetuta due volte, per avere due “positivi” (o due “negativi”) consecutivi. Quindi occorrono giorni, per avere il risultato. Quanto ai test sierologici, abbiamo visto i problemi che hanno. Quando vi dicono che stanno uscendo questi kit che in 5 minuti rivelano se hai il coronavirus o no, vi raccontano delle clamorose balle. Questi kit non sono affidabili, e non lo saranno fino a che la tecnologia non sarà andata molto avanti. Questo è lo stato delle cose, ora ne siete informati. Mi dispiace non potervi tranquillizzare di più, ma questa è la situazione.(Paolo Barnard, “Facciamo la non-chiarezza su tamponi e test Cov-2″, video pubblicato su YouTube il 5 aprile 2020 e ripreso da “Come Don Chisciotte”).Allora, facciamo “non-chiarezza” sui tamponi e sui test per il Cov-2. Non è una battuta, perché nella scienza c’è una confusione tremenda, su questi test, e voi cittadini dovete assolutamente sapere le cose, per essere informati su cosa vi fanno. Ho fatto una raccolta dei dati affidabili, nella più alta letteratura scientifica possibile (”New England Journal of Medicine”, “The Lancet”, “Science”, “Mit Technology Review”), e cerco si spiegarmi nella maniera più semplice. I test per rilevare il Cov-2 (che è il nome del virus) e la Covid-19 (che è il nome della malattia) sono due: il tampone, nasale o laringo-faringeo, e l’esame del siero sanguigno. I tamponi sono validi per trovare il Cov-2 attivo nella persona “adesso”; perché, sul tampone, viene fatto l’esame Rt-Pcr, che rileva i pezzi di Rna virale, specifici proprio del Cov-2; poi li amplifica, e li vede con una buona precisione, al netto di qualche possibile errore. Quindi, un tampone Rt-Pcr “positivo” ti dice che hai il virus “adesso”; ma se tu l’hai avuto in passato, la Rt-Pcr non lo vede più, e dà “negativo”. Può sembrare una buona notizia, ma invece c’è un grosso problema. Un soggetto che esce “negativo”, dal tampone, non sarà mai se, in passato, ha avuto il contagio, oppure no. Quindi non saprà mai se in questo momento è immune, o no. In soldoni, essere “negativi” all’Rt-Pcr ci dice per certo che non siamo spargitori di contagi “adesso”, a non ci assicura che domani non ci contageremo.
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Militari russi in Italia: perché sono qui e cosa fanno per noi
“Dalla Russia con amore” era soltanto un vecchio film di spionaggio. Ma dalla sera del 21 marzo, ovvero da quando Vladimir Putin telefona a Giuseppe Conte e concorda una missione russa di aiuti all’Italia – messa sotto scacco dal coronavirus – il titolo diventa qualcosa di nuovo e mai visto sul nostro territorio: 8 squadre mobili di virologi e medici militari russi, aerei carichi di autocarri verde scuro dall’inconfondibile targa nera, sistema di disinfezione aerosol, nonché attrezzature mediche, mascherine in grande quantità. Tutto diretto a Pratica di Mare, che per i russi non è semplicemente una base militare sul litorale romano, ma piuttosto il luogo di storici accordi e della mediazione italiana tra Usa e Russia. Inevitabilmente la scelta di Putin caduta sui militari ha scatenato e continua a scatenare polemiche nel nostro paese, benché fosse stata concordata al più alto livello bilaterale. Ma poco è stato spiegato. In primis non è stato detto che in Russia il top della sanità è proprio quella militare: un comparto con strutture ospedaliere separate, personale qualificatissimo e anche produzione di strumenti e apparecchi medicali.Sì, perché anche se l’industria della difesa russa ce la ricordiamo per il Kalashnikov, o per il carro armato T-34 contro i nazisti a Berlino, oggi fa anche altro. Compresi i respiratori o “dispositivi per la ventilazione meccanica”. Come gli Aventa-M, il cui disegno spiccava a marzo sulle scatole scaricate dagli aerei militari russi a Pratica di Mare. Top di gamma, valore di listino pari a 14.000 euro ciascuno prodotto da Upz-Ojsc Ural Instrument-Making Plant (parte della holding statale Rostec). Si tratta di dispositivi mobili che lavorano sull’inalazione-espirazione, dotati di un generatore di flusso integrato e un moderno controllo touch. In Russia ne vengono prodotte 600 unità al mese. E ancora mascherine antivirus Spiro-302, tute per la protezione totale e molto altro. Insomma la scelta di Putin, che ha fatto scandalizzare alcuni osservatori, equivale a dire: vi mando il meglio. E non solo in Italia, perché secondo la stampa russa, dozzine di Aventa sono stati mandati anche a New York.Il ministero della difesa russo all’inizio parlava di circa 100 persone pronte per l’Italia, con i principali specialisti nel campo della virologia e dell’epidemiologia. Le 8 squadre mediche e infermieristiche comprendono ciascuna un medico generico, un anestesista-rianimatore, un epidemiologo, un’infermiera anestesista e, inoltre, unità dotate di complessi ad alte prestazioni per la disinfezione di edifici e strade. La Regione Lombardia ha poi parlato di 150 persone destinate all’Ospedale degli Alpini a Bergamo. Da Pratica di Mare, infatti, dopo una serie di riunioni con rappresentanti della difesa e della Protezione civile italiana, la colonna dei russi, composta da 22 automezzi, scortata dai carabinieri e divisa in due parti, ha risalito il nostro stivale, passando per Firenze e Bologna, e arrivando a Bergamo. Da qui è partita anche un’azione di disinfezione delle strutture maggiormente interessate dall’epidemia. A partire dalla ben nota Martino Zanchi. Sinora sono stati disinfettati migliaia di metri quadrati di locali interni e strade di accesso.Aleksey Spirinchev, a capo del gruppo che si occupa della disinfezione, spiega che non si tratta di sostanze fortemente inquinanti, ma di alcool: «In tre settimane qui sono morte 20 persone, noi stiamo aiutando a debellare il virus dalle stanze. Tutti i locali vengono trattati con alcool al 70% che è abbastanza efficace, sia contro i virus che contro i batteri». I medici e i militari russi dopo il 26 marzo hanno visitato numerose strutture, compresi piccoli comuni, come Gromo, Cene, Brembate di Sopra, Clusone, Alzano Lombardo e anche Valbondione, piccolo Comune dell’alta Val Seriana, dove il sindaco Romina Riccardi aveva tolto la bandiera europea. Mosca aveva parlato inoltre di 1 milione di mascherine e 200.000 test per l’infezione da coronavirus donati dal famoso uomo d’affari cinese, Jack Ma, membro onorario della Russian Geographical Society, una specie di club esclusivo guidato da Putin. Ovviamente, più che l’opinione pubblica italiana, c’è per Putin quella russa, che inizia a conoscere solo ora il coronavirus. E che potrebbe vedere non di buon occhio tante elargizioni. Al di là della retorica, il ministero della difesa russo ha messo subito in chiaro: non si tratta soltanto di aiuto, ma anche di un’utile esercitazione. L’esperienza acquisita nell’eliminazione delle conseguenze del Covid-19 in Italia sarà «nell’interesse dello Stato» russo.(”Militari russi in Italia: perché sono qui e cosa fanno”, da “Analisi Difesa” del 5 aprile 2020).“Dalla Russia con amore” era soltanto un vecchio film di spionaggio. Ma dalla sera del 21 marzo, ovvero da quando Vladimir Putin telefona a Giuseppe Conte e concorda una missione russa di aiuti all’Italia – messa sotto scacco dal coronavirus – il titolo diventa qualcosa di nuovo e mai visto sul nostro territorio: 8 squadre mobili di virologi e medici militari russi, aerei carichi di autocarri verde scuro dall’inconfondibile targa nera, sistema di disinfezione aerosol, nonché attrezzature mediche, mascherine in grande quantità. Tutto diretto a Pratica di Mare, che per i russi non è semplicemente una base militare sul litorale romano, ma piuttosto il luogo di storici accordi e della mediazione italiana tra Usa e Russia. Inevitabilmente la scelta di Putin caduta sui militari ha scatenato e continua a scatenare polemiche nel nostro paese, benché fosse stata concordata al più alto livello bilaterale. Ma poco è stato spiegato. In primis non è stato detto che in Russia il top della sanità è proprio quella militare: un comparto con strutture ospedaliere separate, personale qualificatissimo e anche produzione di strumenti e apparecchi medicali.
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Virus, strage colposa: Taormina denuncia il governo Conte
Il coronavirus potrebbe scatenare anche un Armageddon giudiziario. Avvocati e semplici cittadini, con la Rete a fare da cassa di risonanza, hanno innescato una valanga pronta ad abbattersi sul governo, reo (a loro dire) di non aver tutelato abbastanza gli italiani dall’implacabile virus che continua a mietere vittime. A capo della protesta è il legale Carlo Taormina, già viceministro dell’interno nel governo Berlusconi, nel 2001. L’avvocato annuncia il terremoto legale che attenderebbe il premier, perché dietro la sua iniziativa c’è un esercito di italiani: «Ringrazio le oltre 700.000 persone che mi hanno, in un solo giorno, voluto sostenere nella denuncia da me presentata alla Procura di Roma contro i responsabili di questa autentica strage colposa di Stato». Il tema, ovviamente, è il Covid-19: il numero dei morti sarebbe legato, secondo Taormina, «ai 40 giorni di ritardo nel chiudere tutto». Nella denuncia, il legale parla di «gravissime condotte omissive messe in atto dai nostri governanti e dai consulenti che li hanno assistiti». E così, aggiunge, «una massa di contagiati si è trasformata in una massa di morti».Tra post e video pubblicati sul social – osserva il “Tempo” – il giurista spara a zero, definendo non solo «cialtroni» i governanti e «tromboni» i medici che stanno affrontando l’urgenza, ma minaccia di denunciare anche i magistrati che non dovessero riconoscere la responsabilità del governo Conte-bis e delle autorità sanitarie. In sostanza, Taormina collega il numero dei morti all’iniziale indecisione dell’esecutivo: c’è voluto oltre un mese, prima di arrivare alla decisione di mettere in quarantena l’intera Italia. L’avvocato si riferisce al periodo compreso tra il 31 gennaio e i primi di marzo, in cui «nessuna forma di tutela è stata assunta». Secondo Taormina, troppi contagiati «muoiono perché non assistiti o non assistibili, per mancanza di respiratori e letti di terapia intensiva». Famoso “principe del foro”, l’ex sottosegretario spiega il senso della denuncia che ha depositato presso la magistratura inquirente della capitale: il mandato all’autorità giudiziaria, in sostanza, è per capire se – di fronte alle migliaia di vittime – ci siano state omissioni gravi, imputabili a incompetenza delle autorità.Lo stesso Taormina – scrive il quotidiano “Libero” – chiede alle autorità di «comunicare quante sono state le persone morte in casa, nonostante una richiesta di soccorso medico», e quante altre sarebbero morte fuori degli ospedali, ovvero «fatte rimanere a crepare nelle autoambulanze perché non c’erano respiratori o letti di terapia intensiva». Altri pazienti ancora, infine, secondo Taormina satebbero deceduti negli ospedali «perché si è scelto di farli morire per salvare altre vite», magari più giovani. Per il giornale di Feltri, l’iniziativa di Taormina rischia di trasformarsi «in una bomba giudiziaria sul governo». La premessa principale è che il “coprifuoco” sarebbe una diga contro il contagio, o comunque gli effetti patologici del virus. Non tutti, nella comunità scientifica, condividono questa visione: in Svezia, ad esempio, si lascia ai cittadini ampia facoltà di circolazione. Se poi risultasse – come ipotizzato – che il virus può diffondersi “nell’aria, sotto forma di aerosol”, è ovvio che le misure restrittive si rivelerebbero un sacrificio inutile. Tuttavia, la linea del “coprifuoco” è quella adottata dal governo, con conseguenze catastrofiche per l’economia. Linea che, secondo Taormina (e i 700.000 firmatari della denuncia) sarebbe stata imposta in ritardo e con troppe incongruenze.Il coronavirus potrebbe scatenare anche un Armageddon giudiziario. Avvocati e semplici cittadini, con la Rete a fare da cassa di risonanza, hanno innescato una valanga pronta ad abbattersi sul governo, reo (a loro dire) di non aver tutelato abbastanza gli italiani dall’implacabile virus che continua a mietere vittime. A capo della protesta è il legale Carlo Taormina, già viceministro dell’interno nel governo Berlusconi, nel 2001. L’avvocato annuncia il terremoto legale che attenderebbe il premier, perché dietro la sua iniziativa c’è un esercito di italiani: «Ringrazio le oltre 700.000 persone che mi hanno, in un solo giorno, voluto sostenere nella denuncia da me presentata alla Procura di Roma contro i responsabili di questa autentica strage colposa di Stato». Il tema, ovviamente, è il Covid-19: il numero dei morti sarebbe legato, secondo Taormina, «ai 40 giorni di ritardo nel chiudere tutto». Nella denuncia, il legale parla di «gravissime condotte omissive messe in atto dai nostri governanti e dai consulenti che li hanno assistiti». E così, aggiunge, «una massa di contagiati si è trasformata in una massa di morti».
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Il massone Bob Dylan, Kennedy e i golpisti del coronavirus
Vide il corpo di Kennedy sobbalzare in avanti, e capì che Chuck Nicoletti lo aveva colpito alla schiena, sparando dal palazzo accanto a quello in cui era appostato il futuro capro espiatorio Lee Oswald. Il presidente era ferito, ma in modo non mortale. Un’intuizione millimetrica, lo spazio di un secondo: poi la limousine si sarebbe allontanata dalla fatale collinetta dell’agguato. Fu in quel preciso istante che il secondo killer sparò a sua volta, con il suo Fireball, facendogli saltare il cervello e ribaltando all’indietro il corpo di Jfk. «Sono stato, io a esplodere il colpo mortale», dice James Files – detenuto negli Usa per altri reati – nel documentario (mai distribuito nel circuito televisivo) che svela la vera storia dell’omicidio, realizzato in mondovisione il 22 novembre 1963 a Dallas. Versione confermata in punto di morte da Howard Hunt, allora numero due della Cia. Per l’assassinio del secolo, gli 007 reclutarono la mafia di Chicago. Se ne accorse Zack Shelton, agente dell’Fbi, subito messo a tacere. Altra fonte, un “pentito”: il criminale Chaucey Holt. Conferma Tosh Plumlee, pilota della Cia: fu lui a trasportare a Dallas i gangster incaricati di eliminare Jfk.Alla vigilia, in un drammatico summit nella città texana, il piano venne convalidato dal Deep State: con lo stesso Howard Hunt, nella villa del petroliere Clint Murchinson c’era Edgar Hoover (Fbi) insieme al vice di Kennedy, Lyndon Johnson, e ad altri due futuri presidenti degli Stati Uniti, Richard Nixon e George Bush. Potere criminale: ma perché riparlarne oggi, come fa Bob Dylan, suggerendo un collegamento tra quell’atroce mattanza e il coronavirus? «State attenti e mettetevi al riparo», ha scritto Dylan sul suo sito, il 27 marzo, presentando l’esplosiva “Murder Most Foul”, regalata al pubblico “worldwide”, in modo sorprendente e spettacolare. Una strepitosa ballad lunga 1016 secondi (quasi 17 minuti) che ripercorre “l’omicidio più ignominioso”, facendo di Kennedy il simbolo di un’America che si stava svegliando, anche sulle ali della musica, per uscire dall’incubo della guerra fredda e della segregazione razziale, del terrore nucleare, del Vietnam.Perché farlo proprio adesso? Perché diventa così loquace, un solitario come Dylan, sempre ultra-reticente con la stampa? Probabilmente, la domanda contiene già la risposta: era indispensabile lanciare un avvertimento, sia pure filtrato dall’eleganza del linguaggio artistico. Un messaggio però anche esplicito, con indizi messi lì apposta per lasciarsi decodificare: l’invito a “suonare il numero 3, il numero 9″, cioè la perfezione dell’armonia. Roba da esoteristi: come il massonico 33, evocato a proposito dei “fratelli” che avrebbero organizzato “l’inferno”, a Dallas. «Nessun mistero: Bob Dylan è, da sempre, un massone radicalmente ultra-progressista», afferma – clamorosamente – Gioele Magaldi, evidentemente autorizzato a dare ufficialmente la notizia. «Dylan milita nei medesimi circuiti massonici progressisti ai quali appartengo anch’io», aggiunge Magaldi, che nel 2014 – nel saggio “Massoni”, edito da Chiarelettere – ha denunciato le trame anche golpiste e terroristiche della supermassoneria reazionaria.L’accusa: è stata la superloggia “Hathor Pentalpha”, fondata dai Bush, ad architettare l’11 Settembre e il crollo delle Torri Gemelle, per poi inventarsi anche l’Isis. Se qualche sprovveduto crede ancora alla storiella degli aerei che avrebbero abbattuto le Twin Towers (cadute per “demolizione controllata”, come ormai dimostrato da oltre tremila architetti e ingegneri americani), proprio l’omicidio Kennedy – giudiziariamente irrisolto, dopo oltre mezzo secolo – sta lì a ricordare a tutti che, a volte, “l’impossibile” diventa possibilissimo. Tant’è vero che qualcuno ci lascia la pelle: anche in modo inimmaginabile, persino se si tratta di un intoccabile come il presidente degli Stati Uniti. Magaldi mette in fila gli eventi: la stessa élite reazionaria, che nel 1975 usò la Trilaterale di Kissinger per dichiarare guerra alla democrazia sociale, oggi sovragestisce la crisi planetaria della pandemia secondo il modulo Wuhan, fondato sulla sospensione della libertà costituzionale.Attenti, avverte Magaldi: fu proprio il club di Kissinger a sdoganare la Cina, aprendola al mercato globale, per farne una specie di Frankenstein: formidabile efficienza economica, ma niente democrazia. Un modello perfetto da trapiantare in un futuro Occidente distopico, raggelante, oggi con il pretesto psico-sanitario del coronavirus, il coprifuoco imposto a tutti (provvisorio, ma con la prospettiva che le libertà di ieri non tornino mai più). Ed ecco, allora, Bob Dylan. «La sua uscita – sottolinea Magaldi – è perfettamente sincronizzata con l’altrettanto clamorosa lettera di Mario Draghi al “Financial Times”, in cui l’ex presidente della Bce (fino a ieri massone neoaristocratico, e oggi tornato ai lidi keynesiani delle origini) dichiara guerra alla “teologia” del rigore neoliberista, evocando addirittura il New Deal rooseveltiano: cioè la necessità di ricorrere a massicci aiuti di Stato per svincolare l’economia dal ricatto della finanza speculativa. Un regime che tuttora strangola l’Italia nella morsa dell’Ue, proprio adesso che il paese ha un bisogno drammatico di fondi che non si trasformino in debito».Draghi e Dylan, strano tandem: in modo diverso paiono dire la stessa cosa. Ovvero: siamo ormai giunti a un bivio esiziale, messi di fronte – con l’accelerazione planetaria della pandemia – a una scelta di campo ormai ineludibile: se la globalizzazione solo finanziaria porta dritti a Wuhan, l’alternativa sta nel riscrivere da zero le regole del mondo. E chi, meglio di John Kennedy, riuscì a esplicitare questo concetto? Era il sogno della New Frontier: un mondo unito, pacificato e libero. Di recente, s’è scoperto un carteggio segreto con Nikita Krushev: i due leader impegnavano Usa e Urss a mettere fine alla guerra fredda entro il 1970. Ma a costare la vita a Kennedy, probabilmente, fu altro: per esempio, la decisione di stampare direttamente banconote di Stato, svincolate dal sistema bancario. Ed ecco che Jfk, riletto oggi, sembra parlare direttamente a noi, alle prese con le maschere dell’euro-rigore “tedesco”. Ma chi era, veramente, Kennedy?«Tra le altre cose, il presidente assassinato a Dallas era un inziato eleusino», rivela lo storico fiorentino Nicola Bizzi, che nel sorprendente libro “Da Eleusi a Firenze” mette a fuoco l’ascendenza “eleusina” del Rinascimento italiano. Ovvero: la regia occulta, nel potere della signoria medicea, della tradizione misterica risalente al 1300 avanti Cristo, quando – secondo la narrazione – la dea Demetra avrebbe rivelato ai fedeli di Eleusi, alle porte di Atene, l’origine “atlantidea” della nostra specie, “creata” dagli dei Titani come Poseidone, signore dei mari. Kennedy eleusino? «Di più: era anche un templare, direttamente collegato a Dante Alighieri». Lo sostiene Luca Monti, autore del volume “Firenze, città santa dei templari”, pubblicato da Aurora Boreale, editrice di cui è titolare lo stesso Bizzi. Collegato alla rete odierna del templarismo, Monti spiega: l’autore della Divina Commedia ereditò la guida segreta dell’Ordine del Tempio dopo il rogo in cui fu arso vivo l’ultimo gran maestro ufficiale, Jacques de Molay. E il collegamento con il presidente assassinato a Dallas? «Il successore dell’Alighieri-templare fu Gherarduccio dei Gherardini, antenato di John Fitzgerald Kennedy», nientemeno.Stupefacente? Be’, sì. Ma questo aiuta a leggere un po’ meglio tra le righe, persino nei riferimenti simbolico-esoterici di cui è gremito l’amletico testo del massone Dylan, “Murder Most Foul”. Va preso sul serio, Luca Monti? Fate voi. Nel 2016, intervistato da Paolo Franceschetti, si sbilanciò con questa previsione: «Nel 2020 succederà qualcosa di inaudito, a livello mondiale». La fonte? Numeri, ancora: nella Commedia di Dante, ricorre il 515. Le profezie contenute nel poema sono intervallate dal medesimo numero di versi, “centodieci e quinque”. «Io penso che questo 515 arriverà verso il 2020», disse Monti, spiegando: «Questo numero rappresenta anche la riunificazione; noi siamo tutti in potenza parti di Dio, particelle divine, e il 515 rappresenta la riunione di noi stessi col divino». Suggestioni da brividi? Certo, si tratta di materiale con cui Bob Dylan ha sempre dimostrato un’estrema confidenza: nessuno come lui ha saputo maneggiare – e con uno slang “pop”, per giunta – la stessa Bibbia e i simboli pescati nei territori dell’alchimia, dell’astrologia, dei tarocchi, della mitologia. Se Kennedy era anche un neo-templare e un iniziato “eleusino”, oltre che un celebrato campione della democrazia, suona sempre meno strano l’omaggio che il grande cantautore gli tributa, in mezzo al panico da coronavirus, come se “Murder Most Foul” fosse anche una dichiarazione di guerra, oltre che un esercizio di pietà.Cade dall’alto, il guanto di sfida lanciato dall’ex ragazzo di Duluth, con alle spalle sessant’anni di carriera, oltre 50 dischi e anche l’Oscar cinematografico per la colonna sonora di “Things have changed”. Il prestigio culturale di Bob Dylan è già scritto nella storia: Premio Pulitzer, Nobel per la Letteratura, Legion d’Onore francese, Premio Principe delle Asturie. Risale al ‘97 il riconoscimento dei Kennedy Center Honors, e al 2012 la Medaglia Presidenziale della Libertà (massimo “award” civile, negli Stati Uniti). Neppure il Dylan politico è una sorpresa, dai tempi di “Blowin’ in the wind” e “Masters of war”. Suo il primo atto d’accusa, frontale, contro la globalizzazione: “Union Sundown”, nel 1983, anticipa profeticamente la tragedia delle delocalizzazioni, in un mondo che sarebbe stato devastato dallo strapotere delle multinazionali. Forte l’attitudine a scendere in campo direttamente, in modo anche spericolato: l’affarista William Zantzinger dichiarò di essere stato rovinato, da Dylan, per la canzone “The lonesome death of Hettie Carroll”, domestica nera uccisa a bastonate. Il pugile afroamericano Rubin Carter, vittima di un caso giudiziario condizionato dal razzismo, fu letteralmente scarcerato in seguito alla campagna per la sua liberazione lanciata da Dylan con il brano “Hurricane”.«Siamo un paese costruito sulla schiena degli schiavi», disse, in prossimità dell’uscita dell’album “Tempest”, pubblicato nel 2012, in cui riecheggia la guerra civile americana nell’interpretazione del poeta Herny Timrod. Sempre rarissime, le interviste, ma quasi tutte memorabili. «Come spiegare la mia longevità artistica? Be’, da giovane ho fatto un patto con il “comandante in capo”». Tradotto: consacro la mia arte alla maggiore delle cause. Obiettivo: far fermentare il talento, alchemicamente, al servizio dell’umanità. Un modo per “tendere al divino”, per citare il 515 dantesco? Più esplicitamente: «Pensate alla trasfigurazione di Cristo, nel Getzemani». Simboli, certo. Positivi e negativi: «Ha vinto Walt Disney», sentenziò anni fa: «Quindi abbiamo perso tutti». Prigioneri della Matrix, in un mondo di plastica? Ecco, forse il velo potrebbe squarciarsi, oggi, di fronte al dramma del coronavirus che sembra distruggere ogni certezza. A patto però – e qui è il “templare” kennedyano che riemerge, il “massone progressista” – che si abbia il coraggio di metterci la faccia. Per esempio regalando ai senzatetto milioni di dollari, ricavati dal disco natalizio “Christmas in the heart” pensato nel 2009 per sfamare gli homeless d’America (gesto di liberalità squisitamente massonico, se non addirittura rosacrociano).A proposito: tra i leggendari Rosa+Croce, elusiva confaternita iniziatica capitanata nel secondo ‘900 dal pittore Salvador Dalì, un simbologo italiano come Gianfranco Carpeoro include il grande Freddie Mercury. E il suo gruppo – i Queen – è l’unico citato da Dylan nella sequenza finale di “Murder Most Foul”, in cui si dispiega lo splendore della colonna sonora degli irripetibili anni Sessanta. Un indizio rivelatore: siamo di fronte a una stretta parentela, non solo artistica? In recenti conferenze, insieme allo stesso Magaldi, Carpeoro ha svelato la cifra massonica di artisti come David Bowie e, in particolare, l’identità anche rosacrociana del massone progressista Michael Jackson, cresciuto nella Prince Hall Freemasonry, l’obbedienza dei neri americani. A costargli la vita, a quanto pare, sarebbe stata la canzone “They don’t care about us”, contro gli abusi del grande potere globalista. Un verso recita: «Tutto questo non succederebbe, se Roosevelt fosse ancora qui». Alla moglie di Franklin Delano, Eleanor, madrina della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il giovanissimo Bob Dylan dedicò “Dear Mrs. Roosevelt”, scritta dal suo antico maestro Woody Guthrie.Sempre Dylan fu tra le star che risposero all’appello di Michael Jackson, autore con Lionel Richie del brano corale “We are the World”, destinato a raccogliere fondi (campagna “Usa for Africa”) per assistere la popolazione dell’Etiopia colpita dalla spaventosa carestia del 1985. Oggi, a quanto sembra, siamo all’ennesimo appuntamento con la storia: si tratta di disseppellire John Kennedy, per aiutare il mondo a ritrovare il suo stesso coraggio. Cambiare tutto, senza paura: né del coronavirus, né nei suoi ipotetici “sovragestori”, che probabilmente sognano un pianeta di neo-sudditi, schiavizzati dal terrore dei virus (oggi il “corona”, domani chissà), e sottoposti alla dittatura orwelliana di una polizia sanitaria capace di imporre vaccini e microchip, azzerando la privacy e la libertà. Messaggio: il momento è cruciale. La sfida è lanciata: “Murder Most Foul” è nell’aria, ne sta parlando il mondo intero. «State al riparo, e state attenti», si congeda il quasi ottantenne Dylan. «E che Dio sia con voi».(Giorgio Cattaneo, 5 aprile 2020).Vide il corpo di Kennedy sobbalzare in avanti, e capì che Chuck Nicoletti lo aveva colpito alla schiena, sparando dal palazzo accanto a quello in cui era appostato il futuro capro espiatorio Lee Oswald. Il presidente era ferito, ma in modo non mortale. Un’intuizione millimetrica, lo spazio di un secondo: poi la limousine si sarebbe allontanata dalla fatale collinetta dell’agguato. Fu in quel preciso istante che il secondo killer sparò a sua volta, con il suo Fireball, facendogli saltare il cervello e ribaltando all’indietro il corpo di Jfk. «Sono stato, io a esplodere il colpo mortale», dice James Files – detenuto negli Usa per altri reati – nel documentario (mai distribuito nel circuito televisivo) che svela la vera storia dell’omicidio, realizzato in mondovisione il 22 novembre 1963 a Dallas. Versione confermata in punto di morte da Howard Hunt, allora numero due della Cia. Per l’assassinio del secolo, gli 007 reclutarono la mafia di Chicago. Se ne accorse Zack Shelton, agente dell’Fbi, subito messo a tacere. Altra fonte, un “pentito”: il criminale Chaucey Holt. Un pilota della Cia, Tosh Plumlee, conferma di aver trasportato a Dallas i gangster incaricati di eliminare Jfk.
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L’Istat: nel marzo 2019, morti di polmonite 15.000 italiani
Numeri alla mano, nello stesso periodo di tempo, l’anno scorso, sono morte più persone per malattie respiratorie che quest’anno per Covid-19. La parte sommersa dell’iceberg è formata anche dai morti che nessuno ha mai censito, questo ormai lo ammette anche l’Istituto Superiore di Sanità. Riusciremo a capire quanti sono? Noi ci esprimiamo con i numeri che riusciamo a raccogliere e a validare. Quando affermiamo che nei primi 21 giorni di marzo al Nord i decessi sono più che raddoppiati rispetto alla media 2015-19 non è una impressione, ma un dato. Quando scriviamo che a Bergamo i decessi sono quasi quadruplicati passando da una media di 91 casi nel 2015-2019 a 398 nel 2020, riferiamo delle evidenze. Idem quando denunciamo «situazioni particolarmente allarmanti» nel Bresciano oppure un maggiore incremento dei decessi degli uomini e delle persone maggiori di 74 anni di età. Lavoriamo per ampliare queste conoscenza, ma dobbiamo tenere conto del fatto che la trasmissione dei dati è più lenta e complicata di quel che si vorrebbe in condizioni ordinarie, figuriamoci in un’emergenza sanitaria. Quando l’Istat fornisce un valore, quello è stato trattato secondo standard europei.Quanti morti erano già malati? Abbiamo tre tipi di morti: quelli che ricollegabili soprattutto al Covid, con o senza altre patologie; coloro che non muoiono di Covid ma per Covid, cioè ad esempio infartuati che in condizioni normali si salverebbero; i morti che non hanno contratto Covid. Noi siamo in grado di dare elementi sui decessi, distinguerli per 21 fasce d’età e farlo estraendo questi numeri dall’anagrafe centralizzata, in modo da dare ai decisori preziosi elementi di valutazione. Per l’approfondimento delle schede di morte c’è l’Istituto Superiore di Sanità. Questo, comunque, è un virus per vecchi. I dati che stanno emergendo circa la mortalità dicono chiaramente che colpisce in maniera molto prevalente persone anziane: è quasi un terribile processo di selezione naturale che elimina i soggetti deboli. Terribile. Ma ancor più terribile perché appare in qualche modo facilitato dalla nostra capacità di curarli. La chiamo “la maledizione degli anni pari”. Il 2019, come tutti gli anni dispari, ha visto una regressione dei decessi. L’anno pari inizia bene, ma poi arriva marzo, con un virus che falcia coloro che la morte aveva risparmiato.Dal 21 febbraio al 31 marzo sono morte 12.428 persone per Covid-19. Quanti sono i morti di influenza nel mese di marzo (nel quale, quest’anno, si sono concentrati i decessi di coronavirus) degli anni scorsi? Più che i morti per influenza, che è più difficile da attribuire come effettiva causa di morte, conviene ricordare i dati sui certificati di morte per malattie respiratorie. Nel marzo 2019 sono state 15.189 e l’anno prima erano state 16.220. Incidentalmente si rileva che sono più del corrispondente numero di decessi per Covid (12.352) dichiarati nel marzo 2020. Quale impatto economico stimiamo per il lockdown? Stiamo valutandolo. I dati economici relativi ai settori che hanno subito la sospensione delle attività mostrano come il lockdown coinvolga 2,2 milioni di imprese (il 48,8% del totale), oltre 7 milioni di addetti (il 42,8%), con un valore aggiunto annuo di poco meno di 300 miliardi. È ancora presto per definire scenari, anche se c’è poco da stare allegri, visto che, come abbiamo comunicato in questi giorni, l’epidemia Covid-19 è intervenuta in un momento in cui in Italia la fase di ripresa ciclica perdeva vigore, per via della Brexit, dei dazi statunitensi e del rallentamento della domanda tedesca.(Gian Carlo Blangiardo, dichiarazioni rilasciate a Paolo Viana per l’intervista “Nel 2019 a marzo 15mila morti per polmoniti varie”, pubblicata da “Avvire” il 2 aprile 2020. Blangiardo è il presidente dell’Istat, istituto nazionale di statistica).Numeri alla mano, nello stesso periodo di tempo, l’anno scorso, sono morte più persone per malattie respiratorie che quest’anno per Covid-19. La parte sommersa dell’iceberg è formata anche dai morti che nessuno ha mai censito, questo ormai lo ammette anche l’Istituto Superiore di Sanità. Riusciremo a capire quanti sono? Noi ci esprimiamo con i numeri che riusciamo a raccogliere e a validare. Quando affermiamo che nei primi 21 giorni di marzo al Nord i decessi sono più che raddoppiati rispetto alla media 2015-19 non è una impressione, ma un dato. Quando scriviamo che a Bergamo i decessi sono quasi quadruplicati passando da una media di 91 casi nel 2015-2019 a 398 nel 2020, riferiamo delle evidenze. Idem quando denunciamo «situazioni particolarmente allarmanti» nel Bresciano oppure un maggiore incremento dei decessi degli uomini e delle persone maggiori di 74 anni di età. Lavoriamo per ampliare queste conoscenza, ma dobbiamo tenere conto del fatto che la trasmissione dei dati è più lenta e complicata di quel che si vorrebbe in condizioni ordinarie, figuriamoci in un’emergenza sanitaria. Quando l’Istat fornisce un valore, quello è stato trattato secondo standard europei.
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Conte, piano-vergogna: cedere Autostrade alla Germania
L’accordo su Autostrade sarebbe a un passo, scrive “La Stampa”: Giuseppe Conte e i ministri Paola De Micheli (Pd, trasporti e infrastrutture) e Stefano Patuanelli (sviluppo economico) avrebbero raggiunto un accordo con Atlantia, la holding controllata dai Benetton, per un riassetto di Autostrade SpA che porrebbe fine al braccio di ferro tra l’esecutivo e la principale concessionaria delle autostrade italiane. «L’intesa – su cui ancora però non c’è un via libera definitivo anche da parte del Movimento Cinque Stelle – non prevede né la cancellazione della concessione autostradale ad Aspi, né tantomeno penali a carico dell’azienda dei Benetton», rivela Roberto Giovannini, sul quotidiano torinese della famiglia Elkann, proprietaria anche di “Repubblica” e “L’Espresso”. «Al contrario Atlantia, che oggi possiede l’88,06% di Autostrade per l’Italia, pur scendendo a una quota di minoranza, pari al 49% dell’azionariato resterebbe sostanzialmente il partner industriale principale; la quota di maggioranza di Aspi del 51% invece verrebbe acquisita alle attuali quotazioni di mercato da Allianz, il colosso tedesco delle assicurazioni, che già oggi possiede attraverso la Appia Investments Srl. il 6,94% della società».L’intesa raggiunta, che verrà sottoposta martedì al Consiglio di amministrazione di Atlantia (l’approvazione è scontata), prevede anche l’aumento da 2,8 a 4 miliardi dell’attuale piano di investimenti di Autostrade per il prossimo quinquennio, per la realizzazione della Gronda di Genova, un piano di manutenzione straordinaria della rete autostradale, e la finalizzazione del riassetto della Pisa-Livorno-Firenze. Infine, aggiunge sempre la “Stampa”, ribadito che non sarebbero previste penali, Atlantia e Autostrade si impegnano a mantenere per 2-3 anni l’attuale situazione di congelamento delle tariffe autostradali. L’intesa praticamente raggiunta, osserva Giovannini, «è molto distante dalle richieste di azzeramento della concessione autostradale a suo tempo avanzate dai Cinque Stelle, subito dopo il disastro del Ponte Morandi». Ancora nell’ultimo decreto legge “milleproroghe” era stata inserita una norma che sostanzialmente permetteva di togliere la concessione versando una penale limitata. «A suggerire al governo la necessità di cambiare strategia è stata la presa d’atto – corroborata da un parere formulato da una serie di giuristi – che in sede europea la clausola anti-Benetton nel milleproroghe verrebbe rapidamente cancellata».Resta aperto il discorso – ma in proiezione soltanto futura, nonostante i tentativi dell’ultimo minuto – un possibile coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti in Autostrade. Ricapitolando: mentre l’Italia di Conte (che ha chiuso in casa milioni di cittadini, fermando l’economia) continua a rivolgersi all’Unione Europea col cappello in mano, senza che Berlino e Parigi mostrino segnali di resipiscenza solidale neppure di fronte alla catastrofe coronavirus, la Germania, tramite Allianz, allunga le zampe sulla rete autostradale italiana, costruita dallo Stato (col deficit) e svenduta ai privati al governo D’Alema alla fine degli anni ‘90. Già quello, all’epoca, poteva essere considerato un crimine politico. E oggi, un governo disastroso che non riesce a fornire garanzie serie alle aziende che ha costretto a fermarsi, tratta in ginocchio con – proprio con la Germania della cara Ursula von der Leyen - la cessione di Austrostrade, magari in cambio di elemosine europee come il Mes “attenuato” per fronteggiare il coronavirus. Giuseppe Conte ha le ore contate, a Palazzo Chigi? Se èm vero, queste notizie di stampa sembrano accreditare l’idea che si sia affrettando a “finire il lavoro”, in piena emergenza e col Parlamento deserto.L’accordo su Autostrade sarebbe a un passo, scrive “La Stampa“: Giuseppe Conte e i ministri Paola De Micheli (Pd, trasporti e infrastrutture) e Stefano Patuanelli (M5S sviluppo economico) avrebbero raggiunto un accordo con Atlantia, la holding controllata dai Benetton, per un riassetto di Autostrade SpA che porrebbe fine al braccio di ferro tra l’esecutivo e la principale concessionaria delle autostrade italiane. «L’intesa – su cui ancora però non c’è un via libera definitivo anche da parte del Movimento Cinque Stelle – non prevede né la cancellazione della concessione autostradale ad Aspi, né tantomeno penali a carico dell’azienda dei Benetton», rivela Roberto Giovannini, sul quotidiano torinese della famiglia Elkann, proprietaria anche di “Repubblica” e “L’Espresso”. «Al contrario Atlantia, che oggi possiede l’88,06% di Autostrade per l’Italia, pur scendendo a una quota di minoranza, pari al 49% dell’azionariato resterebbe sostanzialmente il partner industriale principale; la quota di maggioranza di Aspi del 51% invece verrebbe acquisita alle attuali quotazioni di mercato da Allianz, il colosso tedesco delle assicurazioni, che già oggi possiede attraverso la Appia Investments Srl. il 6,94% della società».
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Guerra per la Terra: l’Italia e i poteri oscuri dietro al virus
Lo spettacolare, drammatico collasso dell’Italia farà crollare l’Ue, che è la succursale europea della tirannide finanziaria messa in piedi dal famigerato Deep State, statunitense ma in realtà mondiale. Previsioni di sapore quasi millenaristico, che si rincorrono da anni. A ignorarle (ma non è una notizia) è il mainstream media, che le notizie ha smesso di darle da un bel pezzo, preferendo la dose quotidiana di fake news ufficiali, governative. Due anni fa, quando nacque il precario e innocuo governo gialloverde – quasi una parodia, fatta di populismo parolaio e “sovranista” – il grande potere entrò in agitazione come se a Roma, anziché Di Maio e Salvini, avessero preso il potere Fidel Castro e Nelson Mandela. Volarono streghe: lo spread alle stelle e le pressioni su Mattarella, via Bce e Bankitalia, per silurare l’autorevole Paolo Savona (e per buon peso, anche le minacce mafiose del tedesco Günter Oettinger, «saranno “i mercati” a insegnare agli italiani come votare»). Bruxelles chiuse la porta in faccia ai “rivoluzionari” gialloverdi, che peraltro avevano osato chiedere soltanto spiccioli: bocciata persino la richiesta di un mini-deficit al 2,4%. Tradotto: vi negheremo i fondi per attuare le politiche che avete promesso.Al che, ritirata generale: i 5 Stelle si sfilarono subito da ogni impegno elettorale, e Salvini a sua volta ripiegò sul solo problema-migranti, permettendo così all’opposizione-fantasma (storicamente complice dell’eurocrazia post-democratica) di trasformare il leader della Lega nell’unico, vero problema italiano. Amnesie prodigiose: come se il consenso tributato inizialmente ai grillini, e poi il boom dell’ex Carroccio alle europee, non fossero dovuti all’esasperazione crescente, ma a una curiosa patologia psichiatrica dell’elettorato, curabile dalle Ong e dal Quirinale, da qualche magistrato, dalla professoressa Greta Thunberg e dalle Sardine prodiane. Poi, a cancellare tutto, è arrivato il maledetto coronavirus. Grillo e Di Maio s’erano già riallineati all’establishment, alleandosi con il Pd e votando Ursula von der Leyen alla guida della Disunione Europea a trazione anti-italiana. Ma, sotto la pressione dell’emergenza sanitaria, lo stesso Salvini s’è accodato alla linea “cinese” del massimo rigore: quarantena e coprifuoco per tutti, anche se la strage non accenna a ridursi. La polmonite indotta dal misterioso virus, forse prodotto in laboratorio (sotto gli occhi dell’Oms?), provoca infatti una carneficina, nell’Italia devastata dall’austerity: tagli da 37 miliardi firmati da Monti, drastica carenza di terapia intensiva e 70.000 posti letto in meno.L’ipocrisia nazionale trasforma in “eroi” i medici e gli infermieri – martiri al macello, senza protezioni e sfiniti dalle carenze di personale – mentre i servizi segreti avvisano Palazzo Chigi dell’altro pericolo: la possibili rivolte, innescate dalla rabbia popolare contro un governo che ha chiuso tutti in casa, disastrando l’economia, senza dare garanzie su come sopravvivere a una crisi che si annuncia eterna. Mentre in paesi come la Germania e il Regno Unito è il governo ad accreditare gli indennizzi direttamente sul conto corrente dei “reclusi ai domiciliari”, in Italia – un mese dopo il blocco – non s’è ancora visto un soldo: si lotta per prenotare i primi pietosi 600 euro, combattendo contro il server dell’Inps (andato subito in tilt, nemmeno fosse quello dell’ente previdenziale del Burundi). «Non è possibile che sia un caso, un disastro simile», sospetta l’avvocato Paolo Franceschetti a “Forme d’Onda”: «Proprio in questi giorni abbiamo regalato 50 milioni alla Tunisia». E’ solo l’infernale “lentocrazia” burocratica a inceppare tutto – mascherine, medicinali, fondi salva-vita?Non scherziamo, dicono ormai in molti: siamo di fronte a un piano preciso, che punta esattamente a far esplodere l’Italia (per poi far crollare l’intero sistema neoliberista, cominciando dall’Ue). Sempre su “Forme d’Onda”, lo storico Nicola Bizzi avverte: si stanno verificando, una dopo l’altra, quasi tutte le mosse annunciate – da tre anni – dalla misteriosa sigla Q-Anon, che il mainstream (persino in questi giorni di follia) continua a ridicolizzare, come fosse una semplice barzelletta complottistica. La tesi di Q-Anon: si starebbe dispiegando una controffensiva storica, mondiale, contro il sistema che ci ha portati a questo, cioè a crepare di polmonite (in mancanza di rianimazione), mentre la micidiale eurocrazia nega all’Italia persino gli aiuti alimentari per non impazzire di angoscia, chiusi in casa come topi, «grazie a decreti che lo stesso Conte, fine giurista – secondo Franceschetti – sa benissimo che sono sgangherati e incostituzionali».L’Italia è sprangata: serrande abbassate in ristoranti e negozi, aziende ferme, tribunali chiusi, Parlamento vuoto, governo sbaraccato. Tu chiamalo, se vuoi, colpo di Stato? Di questo si accusa Orban, che però ha avuto almeno il via libera del Parlamento ungherese. Da noi, invece, nessuna legittimazione esplicita. E’ Conte a gestire in solitudine lo stato d’eccezione, i famosi “pieni poteri” che fecero gridare al golpe quando a evocarli fu l’improvvido Salvini. Domanda: chi c’è, dietro a Conte? «Lo stesso network vaticano che gestì Andreotti, allora guidato dal cardinale Achille Silvestrini», sostiene Fausto Carotenuto, allievo di Mino Pecorelli e a lungo analista dell’intelligence. E il Vaticano che fa? Tace, per ora: silenzio assordante. Da che parte sta, il grande potere (finanziario) che Gianluigi Nuzzi chiama Vaticano SpA? Cosa c’e, esattamente, dietro alla solitudine siderale di Papa Francesco? E’ lo stesso Bizzi a parlare del Vaticano, citando il formidabile libro-denuncia “L’altra Europa”, in cui Paolo Rumor (nipote del più volte premier Mariano Rumor) racconta che suo padre, Giacomo, allora plenipotenziario della Santa Sede su incarico di monsignor Montini, futuro Paolo VI, trattò in segreto – mentre ancora infuriava la Seconda Guerra Mondiale – il ridisegno dell’Europa post-nazifascista, con già ben chiaro il progetto dell’attuale, oligarchica Unione Europea.«Realizzeremo il sogno di Comenio», si dicevano i grandi architetti occulti del futuro, sapendo in anticipo che fine avrebbero fatto Hitler e Mussolini. «Comenio visse nel Cinquecento», fa notare Franceschetti: «E’ evidente che una costruzione come l’Ue non si improvvisa in pochi decenni, viene da lontanissimo. Rumor, citando le carte le padre, parla di un’unica reggenza addirittura dinastica, chiamata “La Struttura”, che gestirebbe il mondo in modo ininterrotto, da migliaia di anni». Per questo, conclude Franceschetti, è altamente improbabile che una soluzione alla crisi attuale – resa esplosiva dalla pandemia – venga risolta dalla politica “visibile”. Logico dedurre che lo spettacolo a cui stiamo assistendo (inclusa la crocifissione dell’Italia, senza nessuna anestesia europea) sia il frutto di una colossale operazione planetaria di manipolazione. Una chiave interpretativa la fornisce, a “Border Nights”, un osservatore eretico come Alessandro Sieni, disposto a credere alla narrazione di Q-Anon: ipotetici militari “lealisti” del Pentagono, pretoriani di Trump «impegnati a “bonificare” il pianeta dalla vera infezione mortale, il dominio criminale dell’élite finanziaria, col suo corredo di depravazione: in pochi hanno capito la portata del decreto presidenziale straordinario con cui la Casa Bianca ha trasformato la pedofilia in un problema di “sicurezza nazionale”, un pretesto che a Trump conferisce poteri straordinari».Secondo Sieni, in questi tre anni una parte dell’intelligence militare avrebbe messo insieme non meno di 28.000 dossier. Obiettivo: disarticolare la “piovra” che, da quarant’anni, si è impadronita del mondo. Alleati strategici: paesi come la Russia di Putin, che in Italia (contro il Covid-19) ha inviato aiuti imbarcati su 14 aerei – numero che fa pensare al 14 Luglio francese, la rivoluzione. Fantasie? Non per Sieni: aprite gli occhi, è il suo invito. La spiegazione: «E’ stato il nemico a scatenare il virus, e la rete di Q-Anon ne ha approfittato per ribaltare la situazione». In altre parole: volete la guerra? Bene: useremo contro di voi proprio quei poteri speciali che ora ci costringete ad adottare, e così trasformeremo lo sconquasso mondiale della “vostra” pandemia in un’occasione storica per sbarazzarci di voi parassiti, ridefinendo le regole della politica, dell’economia e della finanza. «Lo stress inflitto all’Italia farà saltare questa Europa, ora che gli italiani vedono finalmente di cosa è capace», aggiunge Sieni. «Ma il primo obiettivo sono i grandi media, principale braccio operativo del potere criminale che tuttora ci domina. E la strategia di Q-Anon è chiara: dissimulare, confondere, non far capire chi sta con chi, né quale sarà la prossima mossa». Facile, da noi: per un anno e mezzo, alle televisioni è bastato fare a pezzi Salvini, a reti unificate, mentre ora è l’Unione Europea a fare a pezzi l’Italia, in mondovisione.Comunque, se così fosse, a vincere non sarebbero “i buoni”, avverte Bizzi: domani, finita la tempesta, potremmo trovarci a fare i conti con “i meno peggio”. Come Mario Draghi, per esempio, che ha clamorosamente disertato dalle fila del grande potere neoliberista: rinnegando la sua stessa storia, oggi si è schierato dalla parte dei keynesiani, intenzionati a distruggere il monopolio privatistico della moneta, causa di ogni male. Lo dimostra la nuda verità del virus: in quanti sarebbero davvero morti di polmonite, se per ogni paziente fosse stato disponibile un letto in terapia intensiva? Di male in peggio: «C’è chi sogna di trasformare l’emergenza sanitaria in una condizione permanente: questa nuova aberrante normalità, mostruosa come il dispotismo di Pechino, relegherebbe la nostra vita in un limbo senza più libertà». E’ la tesi di Gioele Magaldi, che nel bestseller “Massoni” ha svelato le trame della supermassoneria reazionaria, che nel 1975 – attraverso la Trilaterale – avviò la compressione progressiva dei diritti. In Europa siamo arrivati alla post-democrazia dell’Ue. E ora il terrorismo di massa innescato dal coronavirus punta a fare della Cina un modello per l’Occidente: il paradiso degli oligarchi.E’ contro questo incubo distopico, drammaticamente reale nelle sue premesse che si vanno dispiegando, che si è mossa – al contrattacco – quella che Bizzi chiama «la fazione ostile alla Cabala del coronavirus, la “mafia khazariana” che vorrebbe un nuovo ordine mondiale definitivo, targato Rothschild». Magaldi preferisce parlare di superlogge, e avverte: «Ha rotto il silenzio politico persino Bob Dylan, col suo messaggio in codice del 27 marzo. La canzone “Murder Most Foul” parla di Kennedy, evocato contestualmente all’emergenza coronavirus». Come dire: dietro al dramma sanitario c’è la peggior politica. Magaldi, che milita nella supermassoneria progressista, fa una rivelazione clamorosa: «E’ giunto il momento di dare ufficialmente la notizia: anche Bob Dylan è un massone progressista, e non è per nulla casuale la sua scelta di parlare, oggi, dell’omicidio di John Kennedy, proprio mentre Mario Draghi, sul “Financial Times”, annunciava la necessità di cambiare le regole del mondo, gettando a mare 40 anni di “dittatura” finanziaria neoliberista». Aggiunge Magaldi: «Nulla, in questi giorni, avviene per caso». Parole consonanti con quelle che lo stesso Dylan ha scritto sul sito Internet: tenete gli occhi aperti, e mettetevi al riparo. E’ davvero in corso una specie di “guerra dei mondi”, per il controllo della Terra?Si fa un gran parlare di alieni, da quando – mesi fa – la Us Navy ha sdoganato ufficialmente gli Ufo. A “Border Nights”, Tom Bosco riferisce di voci che parlano di strane apparizioni, nei cieli: sciami di luci, bagliori. «Qualche anno fa – ricorda Franceschetti – la Russia ha cambiato improvvisamente la dicitura che compare sui suoi velivoli militari: non più “forze aeree”, ma “forze aerospaziali russe”». L’altro ieri, in modo altrettanto strano, Trump ha varato la sua “Space Force”. «La sua funzione – profetizza Sieni – emergerà col tempo: oggi, nessuno accetterebbe la spiegazione». L’ipotesi: quello che avviene sulla Terra è il riflesso di uno scontro extraterrestre? Il biblista Mauro Biglino non deride certo le tesi della paleostranutica. E ricorda: «Autori antichi, tra cui Giuseppe Flavio e lo stesso Tacito, hanno parlato di battaglie tra “carri celesti” nei nostri cieli, da Gerusalemme all’Umbria». Cos’erano, Ufo dell’antichità? Nel 1200, il fenicio Sanchuniathon – accreditato da Eusebio di Cesarea, Padre della Chiesa, tramite Filone di Biblo – scrive che gli dei dell’epoca non erano affatto incorporei, ma presenti tra noi in carne e ossa: sono state poi le religioni a velarne l’identità, spiritualizzandoli, dopo la loro scomparsa. Domanda: abbiamo quindi scambiato per divinità quelli che erano antichi astronauti, giunti sul nostro pianeta per impiantare un potere terrestre? Dunque sarebbero ancora loro, a svolazzare sulle nostre teste?Monsignor Loris Capovilla, cameriere segreto di Giovanni XXIII, raccontò che lui e Roncalli si imbatterono in un disco volante, atterrato nel parco di Castel Gandolfo nell’estate del 1961. Dall’astronave sbarcò un individuo in tutto simile a noi, che si appartò col pontefice. Dopo l’addio e il decollo del velivolo, il Papa andò incontro a Capovilla, rimasto in disparte, terrorizzato. «Il Papa era commosso. Mi disse solo questo: i fratelli dello spazio sono dappertutto». Sempre ai cieli guardano gli studiosi di astrologia – quelli che esaminano i cicli celesti, non gli autori degli oroscopi televisivi. «L’attuale configurazione planetaria – dice Bizzi – coincide, in modo sconcertante, con quella che si configurò durante la peste di Firenze all’epoca di Dante e poi durante la peste manzoniana di Milano, nel ‘600». Lo stesso Magaldi, a “Border Nights”, avverte: «Nel 2024, Plutone entrerà in Acquario e ci resterà per vent’anni: esattamente come per lo straordinario periodo che, nel Settecento, si aprì con la Rivoluzione Francese e si concluse con la Rivoluzione Americana». Due eventi da niente, che hanno plasmato il mondo in cui viviamo oggi.Fake news spaziali? Impossibile che ne parlino i Mentana, le Gruber e tutto il mainstream che sguazza tra le bufale terrene, ipnotizzando l’audience con pseudo-notizie e polemichette irrilevanti, parrocchiali, fino all’impudenza lunare dei Fazio, dei Floris, che ancora danno la parola agli zombie di ieri, i Bersani e i Cottarelli, le Fornero, le Marie Antoniette rinchiuse nei loro palazzi. Salvo il fatto che, “grazie” al virus, non stia per collassare anche il sistema delle news: su La7, è l’europeista Cacciari a prendere atto che, ormai, questa Unione Europea è indifendibile. E se lo dice persino Cacciari, figurarsi. Mancano le parole – le sintassi – ogni volta che il mondo precipita in una crisi sistemica. Crollano le narrazioni, di fronte all’enormità inesorabile che sta inghiottendo gli italiani. Toccherà a loro, dunque, il battesimo del fuoco? Sarà l’Italia, cioè, la trincea politica destinata a fare da detonatore, smascherando l’impostura finanziaria dell’Ue, a sua volta specchio (spietato) del sistema “usuraio” che ha sventrato la Terra negli ultimi decenni? La vita umana al servizio della tecno-finanza: salterà tutto, davvero, per via dello choc devastante provocato da uno strano virus dotato di “corona”? Ancora non si sa da dove venga, ma forse avrà il sadico potere di svegliare milioni di dormienti. Scopriremo, un giorno non lontano, che nella primavera del 2020 si svolse dietro le quinte una battaglia inimmaginabile, destinata a rivoluzionare la Terra?Lo spettacolare, drammatico collasso dell’Italia farà crollare l’Ue, che è la succursale europea della tirannide finanziaria messa in piedi dal famigerato Deep State, statunitense ma in realtà mondiale. Previsioni di sapore quasi millenaristico, che si rincorrono da anni. A ignorarle (ma non è una notizia) è il mainstream media, che le notizie ha smesso di darle da un bel pezzo, preferendo la dose quotidiana di fake news ufficiali, governative. Due anni fa, quando nacque il precario e innocuo governo gialloverde – quasi una parodia, fatta di populismo parolaio e “sovranista” – il grande potere entrò in agitazione come se a Roma, anziché Di Maio e Salvini, avessero preso il potere Fidel Castro e Nelson Mandela. Volarono streghe: lo spread alle stelle e le pressioni su Mattarella, via Bce e Bankitalia, per silurare l’autorevole Paolo Savona (aggiungendo, per buon peso, anche le minacce mafiose del tedesco Günter Oettinger, «saranno “i mercati” a insegnare agli italiani come votare»). Bruxelles chiuse la porta in faccia ai “rivoluzionari” gialloverdi, che peraltro avevano osato chiedere soltanto spiccioli: bocciata persino la richiesta di un mini-deficit al 2,4%. Tradotto: vi negheremo i fondi per attuare le politiche che avete appena promesso.