Archivio del Tag ‘Corriere della Sera’
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Berlusconi resiste? Se Fini piange, Vendola ride
Con tre voti di maggioranza, strappati in extremis ai finiani «nell’ultima compravendita notturna», Berlusconi rimane a Palazzo Chigi: per fare che cosa? Quel margine precario, «appeso a mille promesse impossibili», secondo il direttore di “Repubblica”, Ezio Mauro, non consentirà al premier di far approvare più nulla. Gianfranco Fini, il grande sconfitto nella battaglia parlamentare sulla sfiducia, considera quella del Cavaliere una vittoria di Pirro e avverte che «ora ci divertiremo», preannunciando un Vietnam parlamentare che potrebbe accelerare il ricorso alle elezioni anticipate. Niente governo tecnico? A sinistra c’è un solo vincitore: Nichi Vendola.
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Monicelli, amaro addio: era l’ultimo grande maestro
Aveva il passo svelto, scattante, di chi non ha tempo da perdere in sciocchezze. Lo aveva anche adesso, negli ultimi tempi, dopo aver ampiamente superato la tappa dei 90 anni, dopo aver pianto, commentato e ricordato tanti amici. Una lunga schiera degli amici e dei colleghi che con lui avevano vissuto la stagione d’oro del cinema italiano. A chi gli chiedeva di rievocarla, quell’epoca scintillante, anche se lo aveva già fatto mille volte, rispondeva sempre, senza risparmiarsi, mai burbero, mai banale, ma un filo ironico sì, perché i giornalisti che gli telefonavano per farlo parlare dei morti facevano il loro lavoro, certo, ma erano un po’ becchini di parole. E lui lo sapeva. Era capitato, le ultime volte, con la scomparsa di Suso Cecchi D’Amico e poi di Dino De Laurentiis.
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Cory e Dana, clandestini su un albero a Central Park
Ascoltare le voci di New York da un osservatorio invisibile: i rami di un olmo secolare. Da un’amaca sospesa sul vuoto, a sette metri di altezza, due gemelli di 25 anni provenienti dalla Florida hanno “pernottato” per quasi un mese, completamente clandestini, nel celebre polmone verde della Grande Mela. Dormire a Central Park può costare 50 dollari di multa: molto meno di qualsiasi stanza d’albergo nei paraggi. E’ stata un’esperienza straordinaria, raccontano Cory e Dana Foht, laureati in cinema e appassionati ecologisti. L’impresa è stata filmata e sarà presto caricata su YouTube.
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Crisi, l’America impaurita non si fida più di Obama
Barack Obama incassa una dura sconfitta, ma evita una débacle irrimediabile: nelle elezioni di medio termine i democratici franano alla Camera ma conservano il Senato. Un rovescio che rientra nel tradizionale ciclo politico americano: andò peggio a Reagan, Clinton e Bush, che a metà legislatura persero entrambi i rami del Parlamento. Ma i precedenti storici non bastano ad evitare lo choc, scrive Federico Rampini su “Repubblica”, perché alla Camera le dimensioni dell’avanzata repubblicana sono travolgenti: è il più grosso ribaltamento dei rapporti di forze dal 1948. «In due anni – rileva Rampini – Obama sembra avere dilapidato gran parte del patrimonio di consensi, l’aureola di carisma, l’alone di speranza che avevano circondato la sua vittoria nel 2008».
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Fiat, addio Italia? Quello che Marchionne non dice
Marchionne da Fazio che spara sull’Italia e dice che la Fiat, campata per decenni di contributi statali, oggi farebbe meglio a chiudere gli stabilimenti italiani. «La Fiat? Coi nostri contributi ce la siamo già pagata due volte», commenta il ministro leghista Roberto Calderoli facendo eco all’ex ministro prodiano Paolo Ferrero, poco tenero col supermanager italo-canadese: «La Fiat è nostra, l’abbiamo pagata noi». Ma la reazione più clamorosa è quella di Gianfranco Fini: «Marchionne? Ha parlato più da canadese che da italiano». Parole di troppo e rumorosi silenzi, quelli dell’ad Fiat, secondo Massimo Mucchetti: «Parole che non vorremmo leggere come il prologo di un addio».
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Un anno di Emergency? La Russa lo spende in due giorni
Restare in Afghanistan, nonostante le ultime perdite – i quattro alpini rimasti uccisi a Farah – e anche se niente va come vorremmo. Secondo l’ex ambasciatore Sergio Romano, ora editorialista del “Corriere della Sera”, è necessario che l’Italia, insieme alle altre forze europee, resti nel paese asiatico al fianco delle truppe statunitensi «per obbligo di lealtà verso un alleato, Barack Obama, che fa del suo meglio per uscire da una situazione di cui non è personalmente responsabile». Con quello che il ministro La Russa spende in due giorni, replica Maso Notarianni, direttore di “PeaceReporter”, «si mantiene per un anno l’intero programma di “Emergency” in Afghanistan: un modo migliore e più economico per “sconfiggere al-Qaeda”».
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L’eterno derby ad personam fa naufragare l’Italia
Michele Santoro che attacca in prima serata la Rai che vorrebbe impedirgli di condurre con serenità “Annozero”, programma di successo con bilancio in attivo (4 milioni di euro l’anno), i giornali della famiglia Berlusconi che agitano dossier su Fini per la storia della casa a Montecarlo finita al cognato, i finiani che giurano si tratti di carta straccia di cui accusano direttamente i servizi segreti, mentre salta il vertice Unicredit e frana tra mille crisi occupazionali l’Italia ad personam ancora senza un ministro per lo sviluppo economico e col Parlamento occupato da incresciose “compravendite” di deputati per scongiurare la nascita di un “governo tecnico” e blindare il premier pericolante da possibili rischi processuali. Uno spettacolo desolante, accusa Piero Ostellino dal “Corriere della Sera”.
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Ricerca, diretta web con Riccardo Iacona e Piero Angela
La rete delle micro web tv, web radio e web tv universitarie torna in diretta online per un evento “a rete unificata”. Venerdì 24 settembre dalle ore 20 verrà trasmessa su centinaia di web tv, videoblog informativi e media iperlocali la “Notte dei ricercatori 2010”, appuntamento promosso dalla Commissione Europea. Ad oggi l’evento verrà irradiato anche da Corriere.it, Lastampa.it, Rainews24.it, Ilfattoquotidiano.it, Unita.it, E’ Tv, Sapere.it e YouDem.tv. Intervengono alla trasmissione sul web anche Riccardo Iacona, Luca De Biase e Piero Angela, con un’intervista registrata.
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Magris: la “merde” di Cambronne e la nostra di oggi
L’Italia ridotta a un terreno di scontro quotidiano a base di insulti osceni, che non scandalizzano più una «borghesia intellettualmente pezzente». Lo afferma Claudio Magris sul “Corriere della Sera”, in un editoriale che esamina il trionfo della volgarità elevata a sistema: l’ordinaria politica dell’insulto è sintomo di una ormai compiuta mutazione antropologica degli italiani, rassegnati a tutto e inconsapevoli del fatto che «chi insulta l’avversario», innanzitutto, «si delegittima», squalificando se stesso. Un esempio? Il “falco” berlusconiano Giorgio Stracquadanio, che «auspica di adottare nei confronti degli avversari “il metodo Boffo”», fatto di diffamazione squadristica che «disonora chi se ne serve».
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Mentre l’Italia affonda, la Casta pensa al Palazzo
Dopo tre rubriche abbastanza repellenti dedicate al Gran Buffet della politica balneare, avevo intenzione di parlar d’altro. Ma la situazione schizoide e truffaldina, da piccoli Borgia che anche a Ferragosto dall’alto (?) dei loro privilegi tramano all’interno della “casta” come se il Paese non esistesse, mi induce a riparlarne. Anche perché la caterva di commenti che leggo qui, nell’ovvia legittimità del dissenso, mi convince che quasi nessuno legge quasi niente, forse il titolo o le prime righe o comunque senza alcuna attenzione a quello che si scrive, fermi nei pregiudizi o negli orinatoi di pensiero, remoti da quello che un articolo realmente contiene.
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Governo Berlusconi al capolinea, opposizione nel caos
“Salvato” a stento il sottosegretario Caliendo – con la cruciale astensione dei finiani – il voto anticipato ora non è più un’eventualità remota: a sentire gli uomini di Fini, a settembre governo e maggioranza dovranno affrontare in Parlamento una vera «battaglia sulla legalità». Per questo, Berlusconi si prepara a trasformare il Pdl in una «macchina da guerra» in grado di «oscurare» Fini e neutralizzare le «manovre di palazzo» che mirano a creare un terzo polo al centro. «Sarà molto difficile andare avanti così», ammette Bossi, pronto alle elezioni anticipate: «Se si vota, noi e il Pdl insieme spazziamo via tutti». Unica cartezza: il governo Berlusconi è ormai ostaggio dei numeri altrui, mentre l’opposizione non sa ancora che pesci pigliare.
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Legalità e politica, il Pdl deflagra: Berlusconi caccia Fini
«Più che di un divorzio politico, ha l’aria di un licenziamento. Il modo brutale col quale Silvio Berlusconi espelle di fatto Gianfranco Fini dal Pdl riflette la concezione che il Cavaliere ha del partito; e la miscela di spavalderia, rabbia e ingenuità con la quale quattro mesi fa il presidente della Camera ha contestato in pubblico la leadership berlusconiana». Dal “Corriere della Sera”, Massimo Franco commenta così la rottura del 29 luglio con la quale l’ufficio di presidenza del Pdl ha “epurato” Gianfranco Fini: «Viene meno la fiducia nei confronti del ruolo di garanzia del presidente della Camera indicato dalla maggioranza uscita vittoriosa dalle elezioni». Invitato a farsi da parte, Fini replica: «La presidenza della Camera non è nelle disponibilità del presidente del Consiglio».