Archivio del Tag ‘coronavirus’
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Vietato dare buone notizie: il contagio crolla, ma guai a dirlo
Da questa mattina torniamo in libertà, ma per modo di dire. Quattro milioni di persone in più potranno rientrare al lavoro, chi ci tiene riprenderà a correre da solo e abbiamo il permesso di uscire per andare a trovare parenti che normalmente ignoriamo e fidanzate con le quali non abbiamo mai voluto mettere su casa. Le norme sono vaghe, tant’è che si attendono documenti chiarificatori nei quali il governo si impegna a interpretare se stesso e spiegare al volgo quel che Conte non è stato capace di illustrare. Il pressapochismo è voluto. Non si è chiari per non assumersi responsabilità e poter poi rimproverare agli italiani di non essersi comportati in modo assennato qualora le cose andassero male. Siamo maliziosi? La verità si cela nei dettagli. Per i due mesi e oltre di esplosione dell’epidemia abbiamo subìto ogni giorno la mesta liturgia della Protezione civile che alle 18 dava il conto di morti e feriti. Dati terrorizzanti. E siccome, quando si è nel panico, ci si aggrappa alla prima cosa che si ha sotto mano senza chiedersi se possa tenerci a galla, molti italiani hanno riposto fiducia perfino nel vanesio, vago, contraddittorio e nervosetto Conte.A tenerlo a galla erano i becchini della Protezione civile, che hanno continuato il loro rito benché fosse evidente la sua inutilità, giacché il numero dei contagiati dipende da quello dei tamponi e non dal reale andamento del virus. Più le notizie erano funeree, più i cittadini erano disponibili a tollerare l’autoproclamazione a ducetto del premier. Da dieci giorni la situazione pandemica sta migliorando. I morti si sono prima dimezzati, poi ridotti di due terzi e tre quarti. I contagi pure. In vaste zone d’Italia il virus ha battuto in ritirata. Non ci sono più condizioni di oggettiva drammaticità che autorizzino Conte a fare di testa sua, emanando decreti illegittimi in serie senza passare dal Parlamento. Finalmente alle 18 potremmo accendere il televisore con un filo di speranza, anziché facendo gli scongiuri. Questo tuttavia cozza con la narrazione del governo, che criminalizza le Regioni, chi vuole aprire e chiunque sia stufo di stare sull’attenti. Ed ecco che, d’improvviso, il comitato di becchini decide di sospendere le comunicazioni ritenendole «ormai inutili». Proprio quando invece i dati sul contagio sarebbero fondamentali per orientare i nostri comportamenti sul come, quanto e quando uscire.Finché eravamo agli arresti domiciliari, poco importava se i decessi fossero cento in meno o in più del giorno prima. È ora che dobbiamo vivere che sarebbe utile sapere tutto. Invece no; il governo rialza la cortina di fumo. Come quando a gennaio ha decretato l’emergenza sanitaria nazionale per sei mesi senza farlo sapere a nessuno, neppure agli ospedali. Sulle cifre vengono spenti i riflettori, perché esse non devono mettere in discussione il potere assoluto di Conte né legittimare gli strappi dei presidenti delle Regioni. E ciò che non si riesce a nascondere, lo si tarocca. Come la vicenda del dato filtrato ieri: 192 morti. Ma siccome era ritenuta una cifra tranquillizzante, ecco spuntare fuori dal cassetto 282 decessi avvenuti ad aprile in Lombardia e non conteggiati. Così che il numero dei lutti è salito a 474, dato più funzionale alla strategia del terrore pianificata dal premier.(Pietro Senaldi, “Conte e la Fase 2: i dati sui contagi migliorano, perché è vietato dare buone notizie”, da “Libero” del 4 maggio 2020).Da questa mattina torniamo in libertà, ma per modo di dire. Quattro milioni di persone in più potranno rientrare al lavoro, chi ci tiene riprenderà a correre da solo e abbiamo il permesso di uscire per andare a trovare parenti che normalmente ignoriamo e fidanzate con le quali non abbiamo mai voluto mettere su casa. Le norme sono vaghe, tant’è che si attendono documenti chiarificatori nei quali il governo si impegna a interpretare se stesso e spiegare al volgo quel che Conte non è stato capace di illustrare. Il pressapochismo è voluto. Non si è chiari per non assumersi responsabilità e poter poi rimproverare agli italiani di non essersi comportati in modo assennato qualora le cose andassero male. Siamo maliziosi? La verità si cela nei dettagli. Per i due mesi e oltre di esplosione dell’epidemia abbiamo subìto ogni giorno la mesta liturgia della Protezione civile che alle 18 dava il conto di morti e feriti. Dati terrorizzanti. E siccome, quando si è nel panico, ci si aggrappa alla prima cosa che si ha sotto mano senza chiedersi se possa tenerci a galla, molti italiani hanno riposto fiducia perfino nel vanesio, vago, contraddittorio e nervosetto Conte.
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Carpeoro: il guaio non è Bill Gates, ma il consenso a Conte
Bill Gates è peggio dei Rothschild, che almeno non fanno beneficenza coi soldi degli altri. Ho l’impressione che Bill Gates voglia diventare presidente degli Stati Uniti, prima o poi. E comunque, il solo fatto di aspettarsi che sia lui a trovare il vaccino contro il Covid è una cosa che, di per sé, mostra l’attuale livello dell’opinione pubblica. Il vero problema non sono neppure i governanti, ma chi li vota, eleggendo sempre gli stessi. Contineremo a leggere di tutto, se le persone non capiscono che devono parlarsi e mettersi d’accordo per cambiare completamente la grammatica. A essere scarsa è la preoccupazione delle persone rispetto a quello che hanno fatto finora – o meglio, quello che finora non hanno fatto (che nessuno di noi ha fatto). Se la gente è indifesa, deve prendere coscienza del fatto che si deve difendere da sola. E questo salto, la gente non lo sta facendo. Il protagonismo di Bill Gates è solo una conseguenza di questa nostra passività: lui o un altro, sarebbe la stessa cosa. Chiunque oggi sia protagonista, è protagonista di un’opinione pubblica malata e mediocre. E quindi non può che essere un personaggio come quello.Beninteso: io non do tutte le colpe al popolo. Dico che il popolo ha la possibilità di cambiare le cose, e non lo fa. Ma non attribuisco al popolo la colpa delle porcherie che fanno i politici. Il popolo, semmai, ha la colpa di non fare nulla per cambiare le cose. Certo, ci sono leggi elettorali fatte apposta per poi dare vita ai governi Monti, ai governi Conte. Abbiamo allegramente fatto morire tutta una serie di possibilità e di partiti. Per esempio il Partito Radicale (com’era all’epoca, non quello che vorrebbe la Bonino). Quanto alle entità socialiste, prima abbiamo permesso che le pigliassero a monetine, e poi che sparissero e fossero consegnate ai mediocri. Abbiamo consentito che nella sinistra (intesa come Pd) emergesse una specie di conformismo democristiano, che l’ha uccisa. Abbiamo permesso e continuato a votare tutto questo. Il popolo ha anche la possilità di crearle, le alternative: perché la gente non si deve assumere le sue responsabilità? Invece andiamo appresso alle Sardine, ai girotondi. Andiamo appresso anche a una destra che non è una vera destra, che ha vene di superficialità che si esprimono in quel suo sovranismo becero. Perché c’è anche un sovranismo nobile; il sovranismo becero, invece, si allea con l’Ungheria.Si sta profilando un governissimo, forse presieduto da Draghi? In questo momento, il fatto che cada il governo è meno all’ordine del giorno. Se cade, quella non sarà la soluzione – a meno che i numeri del contagio non aumentino a tal punto da avere per forza una soluzione d’emergenza. Renzi ha attaccato Conte? Sì, ma poi è tornato subito nel branco, come sempre. Queste sue sparate, evidentemente, le fa pensando solo ai sondaggi. Il problema del governo è che ha bisogno di nascondere la vera emergenza, che è quella economica, causata dal governo stesso. E il governo Conte la sta nascondendo con delle prese per il culo straordinarie. Devo dire che Conte ha mostrato veramente di essere un personaggio di una meschinità eccezionale. Una specie di prestigiatore da piazza, di quelli che fanno trucchi che tutti capiscono. Questa è la situazione: prese per il culo, abusi e incostituzionalità, mettendo in ginocchio l’unica categoria – piccoli imprenditori, partite Iva, lavoratori autonomi – che in Italia è ritenuta pericolosa, per il “verbo unico”.Gustavo Zagrebelsky ha difeso i decreti di Conte, sostenendo che non violano la Costituzione? Non me ne stupisco: Zagrebelsky è, storicamente, un lacchè di un certo sistema di potere cattocomunista (Prodi, lo stesso Bersani), cioè di una certa sinistra. E’ una star delle Sardine invecchiate. E quindi ha fatto quello che mi aspettavo, da lui. Non ha mai assunto una posizione (politica, ma anche tecnico-giurisdizionale) contro le posizioni ufficiali di questo blocco di potere. Si dice che i casi di Covid stiano crollando? Io posso solo dire che, fin dall’inizio, le misure di restrizione erano assolutamente ingiustificate. Si sono inserite altre motivazioni, in questa conduzione? Non ne ho idea, ma so che il problema di questi politici è la loro incapacità. C’è la tentazione di imporre vaccinazioni di massa, a tutti? Le vaccinazioni sono un business, ormai. Sicuramente, quindi, le motivazioni di business sono alla base di alcune motivazioni inerenti le politiche sanitarie. Ma non sono l’unico problema.Io trovo che ci sia un problema generale, di esercizio del potere, che in Italia fa paura. Non essendoci mai una strategia di governo, la gestione del potere è talmente casuale, a macchia di leopardo, a volte guidata dal business e a volte dall’ambizione individuale e dalla voglia di mettersi in mostra, che il paese sta andando a rotoli. Quello dell’opinione pubblica che non sui sveglia è un problema culturale, di pigrizia, di ignavia e di totale asservimento alla narrazione televisiva. Oggi, Conte ha il consenso del 63% degli italiani. Direte: i sondaggi sono falsi. Non lo so, io ho l’impressione che siano veri. In Italia, l’opposizione non esiste: i personaggi all’opposizione hanno la stessa magagna, nel sistema e nel metodo, che hanno le forze al governo. E oggi, con questa opinione pubblica, non c’è spazio per forze nuove. E’ per questo che, prima, deve cambiare l’opinione pubblica. Se la gente la aiutasse, una forza nuova, in questo momento non sarebbe possibile fermarla.Denunciare Conte in tribunale, come qualcuno propone? Conte ha il 60% del consenso, nel paese: più di quanto abbia mai avuto Craxi, in vita sua. E ho detto tutto. Perché la gente si lascia convincere così facilmente? «O tempora, o mores», diceva Cicerone. Questo è il livello morale, politico e civile delle persone. E a questo ci dobbiamo rassegnare, per ora (cercando di cambiarlo). In Italia succederanno delle cose solo quando esploderà il problema economico. Non sono in grado di dire quando esploderà, perché finché ci sarà una gestione emergenziale potrebbe non esplodere. Ma, quando esploderà, saranno problemi seri. Questo momento potrebbe anche essere vicino: dipende da una serie di fattori. Draghi? Potrebbe farsi dare più soldi dall’Europa, e non è che la cosa mi faccia schifo. E avrebbe tutto l’interesse, a farlo, anche per via delle sue attuali ambizioni. Draghi, quei soldi, saprebbe anche farceli spendere in modo adeguato. Poi a lui piace, passare per salvatore di qualcosa. Comunque, i soldi li farebbe arrivare nel modo giusto, a fondo perduto. Quand’era alla Bce ha mostrato di saperli far arrivare, i soldi, quando vuole.Da dove è uscito, invece, Conte? Dalla baronia universitaria, che è quanto di peggio esista, in questo paese: è la categoria più nepotista. Concorsi vinti per raccomandazione: la baronia universitaria è il peggio del paese. Le entrature di Conte in Vaticano? Be’, le baronie universitarie ce le hanno eccome, le entrature in Vaticano. E oggi il Vaticano conta, come tutto ciò che ha una diffusione capillare sul territorio. Mai come in questo momento, l’Italia dovrebbe alzare la voce, in Europa, e far capire a tutti che i cimiteri sono pieni, di persone indispensabili, e i cimiteri della civiltà sono pieni di enti ritenuti indispensabili. L’Europa è indispensabile se è un’Europa vera; se è un’Europa così, non è indispensabile. Non si vede chi potrebbe alzarla, la voce? E’ quello, il problema. Anche perché la maggioranza dell’opinione pubblica non sosterrebbe chi alzasse la voce, visto che sostiene Conte. La piccola impresa italiana, la più colpita dalle misure del governo, è anche quella che potrebbe essere protagonista del grande cambiamento. Se iniziasse a ragionare correttamente, la piccola impresa farebbe paura. Sciopero fiscale? Certo, non pagare le tasse sarebbe una forma di protesta sicuramente efficace. Ma dovrebbe essere praticata da tutti. E di quel 60% che appoggia Conte, non so quanti lo farebbero.(Gianfranco Carpeoro, dichiarazioni rilasciate a Fabio Frabetti di “Border Nights” nella diretta web-streaming “Carpeoro Racconta”, su YouTube il 3 maggio 2020).Bill Gates è peggio dei Rothschild, che almeno non fanno beneficenza coi soldi degli altri. Ho l’impressione che Bill Gates voglia diventare presidente degli Stati Uniti, prima o poi. E comunque, il solo fatto di aspettarsi che sia lui a trovare il vaccino contro il Covid è una cosa che, di per sé, mostra l’attuale livello dell’opinione pubblica. Il vero problema non sono neppure i governanti, ma chi li vota, eleggendo sempre gli stessi. Contineremo a leggere di tutto, se le persone non capiscono che devono parlarsi e mettersi d’accordo per cambiare completamente la grammatica. A essere scarsa è la preoccupazione delle persone rispetto a quello che hanno fatto finora – o meglio, quello che finora non hanno fatto (che nessuno di noi ha fatto). Se la gente è indifesa, deve prendere coscienza del fatto che si deve difendere da sola. E questo salto, la gente non lo sta facendo. Il protagonismo di Bill Gates è solo una conseguenza di questa nostra passività: lui o un altro, sarebbe la stessa cosa. Chiunque oggi sia protagonista, è protagonista di un’opinione pubblica malata e mediocre. E quindi non può che essere un personaggio come quello.
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Covid: trovata la cura, ora si guarisce. Ma nessuno ne parla
Quanto sta accadendo tra Pavia e Mantova ne è la prova: abbiamo medici eccezionali in un sistema globale discutibile, in tanti casi marcio. E’ stato normale mandarli a morire senza protezioni, come per la Cina ritardare di 2 settimane la comunicazione della sequenza del genoma o per l’Oms ripetere il 14 gennaio, a contagio diffuso, quanto affermava l’autorità cinese: «Non ci sono trasmissioni da uomo a uomo». Il 21 febbraio ancora dicevano che gli asintomatici non erano fonte di contagio. Quando i morti sono tanti è sempre tardi per chiedersi se si poteva fare altro e se qualcuno ne risponderà mai. Nel nostro paese ad un sistema sanitario che funziona a macchia di leopardo si contrappongono medici in prima linea che per salvarci ci stanno lasciando “le penne”. Per fortuna lo abbiamo nel Dna: quando a noi italiani dici di fare qualcosa, non la facciamo. Cerchiamo prima di capire perché ci è stato dato quel comando. Come sarà successo al parassitologo molecolare Andrea Cristanti che, facendo tamponi di massa a Vò Euganeo, ha compreso che gli asintomatici sono fonte di contagio e andavano isolati.L’autonomia di pensiero e una buona dose di coraggio e responsabilità, unita a molta competenza in un mare di mediocrità, porta oggi alcuni centri medici a raccontare la loro terapia di successo contro il Covid-19: la sieroterapia. Sì, perché in alcuni ospedali non si verificano più decessi per Covid da un mese, e il coronavirus sparisce dopo un trattamento che va dalle 2 alle 48 ore, eliminando ogni traccia di sintomo. Wow, direte, e come mai non lo dicono in tv e non se ne sente parlare? «Non abbiamo un decesso da un mese. I dati sono splendidi. La terapia funziona, ma nessuno lo sa», racconta entusiasta ma con una vena di sarcasmo Giuseppe De Donno, direttore di pneumologia e terapia intensiva respiratoria del Carlo Poma di Mantova. In questo strano cortocircuito tra scienza, politica ed informazione accade infatti altro. «Tutti i giorni, in tv – dice De Donno – ascoltiamo chi negava che il coronavirus potesse arrivare in Italia o parlava di influenza o che colpiva solo gli anziani. Gli unici che ci capiscono qualcosa lavorano ventre a terra dal primo giorno dell’epidemia e non hanno il tempo di vivere in televisione. Hanno inventato questa terapia fantastica ma purtroppo lo spazio avuto fino ad ora sui media è esiguo».De Donno: «Sono entusiasta di vedere le persone guarite così velocemente. E’ l’unico trattamento razionale, sia biochimico che immunologico del coronavirus che c’è in questo momento. Non esisterà farmaco più efficace del plasma. E’ come il proiettile magico, si usano immunoglobuline specifiche contro il coronvirus. Va utilizzato in fase precoce. Se invece si aspetta che il paziente sia moribondo… allora si fa un errore e ci vuole solo il prete, ecco! Ma è lo stesso discorso dell’aspirina nella prevenzione dell’infarto. Se la usi in una persona che è già cardiopatica, non conta nulla». I limiti della terapia? Ce li spiega De Donno ridendo: «Costa poco, è fattibile e pure democratica. Abbiamo 7 o 8 donatori tutti i giorni». Sono circa 80 i pazienti del Carlo Poma di Mantova curati con successo, tra loro anche una donna incinta di nome Pamela, uscita dal Covid in poche ore. Tra i medici del Carlo Poma guariti c’è chi dona il sangue, come il dottor Mauro Pagani, direttore della plasmaferesi: «Ora sto bene, e voglio aiutare chi ha bisogno».Funziona così. «Chi dona deve essere sano, guarito dal Covid e deve avere degli anticorpi neutralizzanti», racconta il direttore di immunoematologia e medicina trasfusionale, Massimo Franchini. «Si prelevano 600 ml di plasma, da cui si ricavano 2 dosi da 300 ml ciascuna. Il protocollo prevede 3 somministrazioni. Dopo la prima somministrazione c’è un monitoraggio clinico di laboratorio, e nel caso di mancata risposta c’è la seconda somministrazione, e così di seguito. A distanza di 48 ore l’una dall’altra. La compatibilità per il plasma viene fatta sul gruppo sanguigno». Franchini ci spiega che il plasma ha un notevole livello di sicurezza virale ed è un prodotto assolutamente sicuro e rigoroso, e va nei dettagli: «Se il vaccino, che non abbiamo, ti farebbe produrre gli anticorpi, questa che è un immunoterapia passiva trasferisce gli anticorpi dal guarito al malato. Il paziente non produce nulla e non crea nulla. Ma funziona per salvarlo».Quando gli chiediamo perché non si diffonde questa strada ci spiega che effettivamente in Lombardia si sta adottando. Tra Mantova e il San Matteo di Pavia è partita la sperimentazione su un nucleo di 45 persone, tutte curate con successo. Chi di sicuro non ha tempo per le passerelle tv è il direttore del servizio immunoematologia e medicina trasfusionale del policlinico San Matteo di Pavia, Cesare Perotti, che ha sviluppato il protocollo e lo studio sul sangue e si chiama “plasma iperimmune”. Ma è un intervento empirico? Perotti: «Qui di empirico non c’è niente, ma si fa in situazioni di grandi epidemia. C’è una validazione della terapia con il plasma iperimmune che non ha eguali nel mondo. Sono conosciuto per non essere uno che ‘le spara’ e le posso dire che in questo momento è il plasma più sicuro al mondo, perché la legislazione italiana ha delle regole stringenti che non ci sono in Europa e in nessun altro paese al mondo, neanche negli Stati Uniti».«Non solo abbiamo gli esami obbligatori di legge sul plasma per essere trasfuso, ma abbiamo degli esami aggiuntivi e il titolo neutralizzante degli anticorpi, che è una cosa che facciamo solo noi al policlinico di Pavia. Neanche gli americani sono in grado di farlo, in questo momento. Non ha eguali al mondo. Noi sappiamo la potenza, la capacità che ciascun plasma accumulato ha di uccidere il virus. Ogni plasma è fatto in modo diverso perché ogni paziente è diverso, ma noi siamo in grado di sapere quale usare per ogni caso specifico». Uno strumento importante, questo, da utilizzare nel caso, usciti dalla quarantena, si ripresentasse uno scenario di contagio. Perotti: «Stiamo accumulando plasma per un’eventuale seconda ondata di contagi. E’ una terapia per chi sta male oggi. Ben venga il vaccino, ma in attesa il protocollo funziona eccome! Lo studio è stato depositato. Tutto quello che le hanno detto, che si esce in 48 ore, è vero». Certo non ci sono ancora migliaia di persone testate, ma la sieroterapia è una cura moderna utilizzata dal 1880.(Antonio Amorosi, “Coronavirus, la cura c’è ma non se ne parla. Da Pavia e Mantova la svolta”, da “Affari Italiani” del 25 aprile 2020).Quanto sta accadendo tra Pavia e Mantova ne è la prova: abbiamo medici eccezionali in un sistema globale discutibile, in tanti casi marcio. E’ stato normale mandarli a morire senza protezioni, come per la Cina ritardare di 2 settimane la comunicazione della sequenza del genoma o per l’Oms ripetere il 14 gennaio, a contagio diffuso, quanto affermava l’autorità cinese: «Non ci sono trasmissioni da uomo a uomo». Il 21 febbraio ancora dicevano che gli asintomatici non erano fonte di contagio. Quando i morti sono tanti è sempre tardi per chiedersi se si poteva fare altro e se qualcuno ne risponderà mai. Nel nostro paese ad un sistema sanitario che funziona a macchia di leopardo si contrappongono medici in prima linea che per salvarci ci stanno lasciando “le penne”. Per fortuna lo abbiamo nel Dna: quando a noi italiani dici di fare qualcosa, non la facciamo. Cerchiamo prima di capire perché ci è stato dato quel comando. Come sarà successo al parassitologo molecolare Andrea Cristanti che, facendo tamponi di massa a Vò Euganeo, ha compreso che gli asintomatici sono fonte di contagio e andavano isolati.
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La rockstar Andrea Scanzi e l’Italia dei compagni di merende
Cos’è più avvilente, in questa primavera italiana? L’ex giornalista Andrea Scanzi o l’ex politico Pierluigi Bersani? Il primo intasa i social network per svelare agli italiani la loro immensa fortuna: essere governati da Giuseppi, cioè l’unico premier europeo che vanta almeno due record assoluti, il maggior numero di morti da Covid e il maggior numero di persone rimaste senza assistenza economica, sull’orlo della disperazione. Il secondo, lo Smacchiatore, dopo aver promosso a pieni voti il professor Monti e il suo micidiale pareggio di bilancio in Costituzione, ora torna a dare segni di vita spiegando, in televisione, che tedeschi e olandesi fanno benissimo a massacrare gli italiani, notoriamente un popolo di lazzaroni e incalliti evasori fiscali. Se a festeggiare il fantasma di Bersani è un tripudio di pernacchie, tutt’altra accoglienza incoraggia invece l’autoproclamata “rockstar del giornalismo italiano” (testuale, dal suo profilo Facebook), il cui ego-mongolfiera ora si gonfia a dismisura, nei giorni del lockdown infinito, beandosi dello strabiliante punteggio raggiunto dai suoi gargarismi quotidiani: un milione e mezzo di “like” e oltre centomila visualizzazioni per le imperdibili dirette video. «Ma ho anche dei difetti», ci informa, umilmente magnanimo, il nuovo amicone di Giuseppi.L’espressione “compagni di merende” deriva dal contesto oscuro e luttuoso del Mostro di Firenze, atroce caso nazionale tuttora irrisolto, benché rischiarato (solo nei suoi successivi romanzi, tuttavia) dall’allora commissario Michele Giuttari, a cui tagliarono le gomme dell’auto parcheggiata in questura, dopo essere giunto a un passo dalla verità insieme al pm perugino Giuseppe Mignini, colpito – insieme a Giuttari – dall’accusa di abuso d’ufficio. Poliziotto e magistrato avevano intuito che a macellare 16 persone sulle colline di Firenze non erano stati i patetici Pacciani, Vanni e Lotti, ma ben altri compagni di merende. I tre rozzi paesani (uno dei quali, Pacciani, prima incastrato con prove false e poi ucciso con farmaci letali per un cardiopatico come lui) sapevano probabilmente qualcosa dell’organizzazione chiamata Mostro di Firenze, ma sono stati utilizzati essenzialmente come diversivo per depistare le indagini, allontanandole dalla zona off limits, quella degli intoccabili. Un copione schematico, usato anche nella tragedia nazionale di Tangentopoli: come compagni di merende furono trattati i protagonisti dell’intera classe politica della Prima Repubblica, debolissima e declinante, diffusamente corrotta, ma non pericolosa quanto quella che le sarebbe succeduta, autrice della storica svendita del paese, oggi in ginocchio.La fu-sinistra, in blocco, credette davvero alla storiella dei compagni di merende. E così sostenne compatta tutti i tagli previsti dall’austerity, a partire dal primo decreto Treu sulla flessibilità del lavoro, premessa generale per il crollo dei diritti sociali che ha aperto la precaria stagione dei laureati nei call center e della fuga dei cervelli, poi comodamente imputata al cattivone di turno, l’orrido Berlusconi. Il primo a distaccarsi da quella sinistra, da cui pure proveniva, fu il grande Giulietto Chiesa, appena scomparso. Non hanno capito quello che è successo, ripeteva: non hanno la minima idea di chi siano i poteri a cui hanno consegnato l’Italia. Era avanti anni luce, Giulietto Chiesa: aveva compreso perfettamente che la dicotomia destra-sinistra apparteneva al Novecento, e che la nuova partita fra alto e basso era un derby spietato tra oligarchia e democrazia, tra finanza e politica. Guerra o pace, abuso o diritto, pochi o molti. Le bandiere di ieri? Scolorite, tutte: da custodire, ma come gloriosi cimeli storici, in nome del senso della realtà (quello che il 25 aprile 2020 s’è fatto fatica a rintracciare, sui balconi italiani pavesati in tricolore per lo spettacolo più surreale: prigionieri della post-democrazia, sottoposti al nuovo regime di polizia sanitaria, ma felici di cantare Bella Ciao come se fossero liberi).Se qualcuno pensa di essere in Corea del Nord, ascoltando il soave Scanzi decantare il Caro Leader, si sbaglia: siamo in Italia, più che mai. Siamo nel paese che un tempo era la quinta potenza industriale del pianeta, benché frenata dalle sue piaghe endemiche come l’evasione fiscale, la corruzione dilagante, lo strapotere delle mafie. Vent’anni di disinformazione martellante hanno fatto il miracolo: nessuno dei mali storici è scomparso, ma le condizioni generali sono precipitate grazie alle minacce letali che i Travaglio e gli Scanzi non hanno mai voluto vedere, denunciare, indagare. Sono le regole truccate dell’austerity europea, quelle che oggi costringono Giuseppi a dare di sé uno spettacolo indecoroso, al punto da chiedere scusa – fuori tempo massimo – per l’assoluta inettitudine del suo governo, di fronte a una catastrofe come quella del coronavirus. Ma nemmeno l’ammenda tardiva di Conte basta a smuovere la “rockstar del giornalismo italiano”, che esorta a venerare il Re Sole, l’Avvocato del Popolo venuto da Volturara Appula (e dal Vaticano). Giuseppe Conte? E’ il nulla assoluto, sentenzia Alessandro Di Battista, a lungo coccolato dal “Fatto Quotidiano” e ora ridotto a recitare il ruolo di immacolato outsider. Ma anche il Dibba, in fondo, dice – senza ridere – che un governo di unità nazionale sarebbe ancora peggio di quello in carica, visto che farebbe strame di quel che resta del paese.Sembra l’ultima edizione della storia dei compagni di merende: Di Battista evoca i lupi mannari che, guidati magari dal un super-tecnocrate come Draghi, darebbero la stura a ogni possibile speculazione, maxi-appalti fuori controllo e grandi opere inutili. Di nuovo: non è una barzelletta, l’ha detto veramente (lui, che fa ancora parte del Movimento 5 Stelle, cioè l’illusione ottica nazionale che – dopo aver insediato Giuseppi – ha rinnegato una dopo l’altra tutte le promesse elettorali, nessuna esclusa: Tap e Tav, trivelle in Adriatico, F-35, obbligo vaccinale). Di fronte a questo, il grande Andrea Scanzi non ha trovato di meglio che esprimere la sua arte sopraffina, tra una comparsata e l’altra del salotto televisivo di Lilli Bilderberg Gruber, nel vergare l’immortale capolavoro “Il cazzaro verde”, dedicato al demagogo che straparlò in un comizio di Pieni Poteri – prima che a prenderseli, i Pieni Poteri, e senza avvisare gli italiani, fosse il favoloso Giuseppi, il premier che gli italiani ingrati non si meriterebbero. Riavvolgendo il nastro: che faceva, Salvini, un anno fa? La buttava in caciara, per non dover ammettere il cocente fallimento del governo gialloverde di fronte al suo avversario, il rigore Ue. E che faceva, la stampa? Niente di meglio: la buttava in caciara, anche lei, prendendosela comodamente con il “cazzaro verde”. Facile, no?Sta per scadere, finalmente, il tempo di Giuseppi? Marta Cartabia (Corte Costituzionale, vicinissima a Mattarella) avverte che la Carta non la si può deformare, neppure di fronte a un’emergenza sanitaria. Entro un mese potrebbe subentrare Draghi, si sbilancia in televisione Stefano Zurlo, di “Libero”, il quotidiano di Vittorio Feltri (veterano della stampa italiana, che i Bilderberg Boys del giornalismo-rockstar ormai manganellano, trattandolo come un soggetto psichiatrico). E a proposito di giornalisti: oscuri dilettanti come Giorgio Bocca e Giampaolo Pansa sostenevano che con un politico fosse lecito, al massimo, prendere un caffè. Poco prima che l’Italia si trasformasse nel più grande carcere del mondo, Marco Travaglio si appartò con il primo ministro: cenetta intima in un ristorante sull’Appennino, celebre per i piatti a base di funghi. Anche Giulietto Chiesa frequentava politici, ma nel suo caso si chiamavano Mikhail Gorbaciov. E le cene si succedettero solo quando l’uomo che mise fine alla guerra fredda era ridiventato un privato cittadino, benché illustre. A Gorby diedero anche il Nobel per la Pace. E Giuseppi, a quale Nobel potrebbe ambire? Bel problema, ma niente paura: una formidabile menzione adorante potrebbe sempre scrivergliela l’immaginifico Scanzi, la rockstar di cui l’Italia prostrata dalla galera-Covid sentiva davvero il bisogno.(Giorgio Cattaneo, “La rockstar Andrea Scanzi e l’Italia dei compagni di merende”, dal blog del Movimento Roosevelt del 2 maggio 2020).Cos’è più avvilente, in questa primavera italiana? L’ex giornalista Andrea Scanzi o l’ex politico Pierluigi Bersani? Il primo intasa i social network per svelare agli italiani la loro immensa fortuna: essere governati da Giuseppi, cioè l’unico premier europeo che vanta almeno due record assoluti, il maggior numero di morti da Covid e il maggior numero di persone rimaste senza assistenza economica, sull’orlo della disperazione. Il secondo, lo Smacchiatore, dopo aver promosso a pieni voti il professor Monti e il suo micidiale pareggio di bilancio in Costituzione, ora torna a dare segni di vita spiegando, in televisione, che tedeschi e olandesi fanno benissimo a massacrare gli italiani, notoriamente un popolo di lazzaroni e incalliti evasori fiscali. Se a festeggiare il fantasma di Bersani è un tripudio di pernacchie, tutt’altra accoglienza incoraggia invece l’autoproclamata “rockstar del giornalismo italiano” (testuale, dal suo profilo Facebook), il cui ego-mongolfiera ora si gonfia a dismisura, nei giorni del lockdown infinito, beandosi dello strabiliante punteggio raggiunto dai suoi gargarismi quotidiani: un milione e mezzo di “like” e oltre centomila visualizzazioni per le imperdibili dirette video. «Ma ho anche dei difetti», ci informa, umilmente magnanimo, il nuovo amicone di Giuseppi.
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Nicola Bizzi: prove tecniche di dittatura. Italiani, svegliatevi
Chi, per motivi anagrafici, è troppo giovane o chi non ha avuto l’opportunità di vivere nei paesi dell’Europa dell’Est ai tempi del cosiddetto “Socialismo reale” non può capire le incredibili analogie di tali realtà con la folle situazione che stiamo vivendo oggi in Italia: 1 – Controllo totale dei cittadini, dei loro spostamenti e delle loro telefonate. All’epoca non esistevano certe “applicazioni”, ma lo Stato non si faceva sfuggire niente, con l’impiego massiccio e sistematico di semplici ma efficienti metodi “tradizionali”, quali intercettazioni, pedinamenti, posti di blocco e ricorrendo ad una estesa rete di delatori. Ognuno era pronto, per paura e per evitare a sua volta di essere additato come un “nemico dello Stato”, a denunciare il proprio vicino, perfino i propri amici e familiari. 2 – Totale censura e piena omologazione della stampa e delle televisioni al pensiero unico del regime. 3 – Società fondata sulla menzogna. Falsificazione totale dei dati economici e delle statistiche. A dispetto di ogni evidenza, ciò che lo Stato afferma e comunica ai cittadini diviene verità assoluta e deve essere accettato alla stregua di un dogma di fede. 4 – Lunghe code fuori da negozi e supermercati. 5 – Assemblamenti rigorosamente vietati. Vietati inoltre il diritto di sciopero e quello di manifestazione. 6 – Assenza di qualsiasi opposizione politica.7 – Diritti civili garantiti solo sulla carta. In realtà il cittadino poteva essere soggetto a qualsiasi abuso da parte delle forze dell’ordine e dagli stessi tribunali. 8 – Divieto, o comunque forte limitazione, della celebrazione di funzioni religiose. 9 – Obbligo di speciali documenti e autorizzazioni (altro che “autocertificazioni”!) per potersi spostare da una città all’altra o da una regione all’altra. E potrei continuare ancora a lungo… Io queste cose le ho vissute, le ho toccate con mano, le ho provate davvero sulla mia pelle. So cosa significa essere costantemente sorvegliato. So cosa significa dover camminare con circospezione, parlare sempre a bassa voce e dover spesso scegliere strade secondarie per evitare di essere fermato dalla polizia politica. So cosa significa essere fermato e trattenuto per ore (se non per giorni) senza alcun motivo. E potrei ancora continuare a lungo… Ma c’è una differenza fondamentale: nei regimi comunisti il cittadino serviva, era considerato una indispensabile ruota dell’ingranaggio statale, e veniva in un certo qual modo tutelato proprio perché “utile”. Oggi, come insegna Marco Della Luna, i popoli (e, di conseguenza, i semplici cittadini) per certe élite di potere sono divenuti superflui. Italiani, svegliatevi!(Nicola Bizzi, “Prove tecniche di dittatura”, dalla pagina Facebook di Bizzi del 29 aprile 2020. Storico ed editore, titolare della casa editrice Aurora Boreale, Bizzi è autore di pregevoli saggi come “Da Eleusi a Firenze. La trasmissione di una conoscenza segreta”, “Atlantide e altre pagine di storia proibita”, “Ipazia di Alessandria e l’enigma di Santa Caterina”, “La via di Eleusi: il percorso di elevazione e i gradi dell’iniziazione ai misteri”. In questi giorni è uscito “Camillo Agrippa. La quintessenza del Rinascinamento” – “Riflessi d’antico: l’Ermetismo rinascinamentale e la sacralità dei Numi Pagani”, con saggio introduttivo di Luca Valentini. Nelle prossime settimane, infine, sempre Bizzi darà alle stampe “Da Eleusi a Washington. Le origini occulte e misteriche degli Stati Uniti d’America e il ruolo fondamentale di alcune famiglie iniziatiche eleusine nella scoperta e nella costruzione del nuovo mondo”).Chi, per motivi anagrafici, è troppo giovane o chi non ha avuto l’opportunità di vivere nei paesi dell’Europa dell’Est ai tempi del cosiddetto “Socialismo reale” non può capire le incredibili analogie di tali realtà con la folle situazione che stiamo vivendo oggi in Italia: 1 – Controllo totale dei cittadini, dei loro spostamenti e delle loro telefonate. All’epoca non esistevano certe “applicazioni”, ma lo Stato non si faceva sfuggire niente, con l’impiego massiccio e sistematico di semplici ma efficienti metodi “tradizionali”, quali intercettazioni, pedinamenti, posti di blocco e ricorrendo ad una estesa rete di delatori. Ognuno era pronto, per paura e per evitare a sua volta di essere additato come un “nemico dello Stato”, a denunciare il proprio vicino, perfino i propri amici e familiari. 2 – Totale censura e piena omologazione della stampa e delle televisioni al pensiero unico del regime. 3 – Società fondata sulla menzogna. Falsificazione totale dei dati economici e delle statistiche. A dispetto di ogni evidenza, ciò che lo Stato afferma e comunica ai cittadini diviene verità assoluta e deve essere accettato alla stregua di un dogma di fede. 4 – Lunghe code fuori da negozi e supermercati. 5 – Assembramenti rigorosamente vietati. Vietati inoltre il diritto di sciopero e quello di manifestazione. 6 – Assenza di qualsiasi opposizione politica.
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Miseria e bugie: così Conte ammazza l’Italia, per svenderla
Ancora nessun aiuto a milioni di autonomi, di piccole e piccolissime imprese, che in gran parte non ce la faranno e lasceranno così spazio di mercato alle grandi catene straniere, come vuole l’Europa. E le rassicurazioni di Conte?: «Abbiamo ottenuto il recovery fund dall’Ue». Ma i media tedeschi sbugiardano Conte: spiegano che vende in Italia come grande successo la storia del recovery fund, del quale si è solo parlato, mentre ha rinunciato ai tanto sbandierati eurobonds o coronabonds, davanti alla fermezza tedesca e olandese. Conte sta ammazzando l’economia nazionale, col lasciarla mezza chiusa e senza aiuti, mentre gli altri paesi, i paesi concorrenti, la riaprono e la sovvenzionano ampiamente e prontamente. Ha istituito una commissione di liquidazione nazionale, composta da esperti perlopiù residenti all’estero e legati a interessi “corporate”, e presieduta da un residente all’estero, Vittorio Colao, specializzato appunto nel trasferire a capitali stranieri le imprese italiane. Il governo Conte non è un governo italiano, governa non solo contro la Costituzione, ma per conto di capitali stranieri e interessi euro-germanici.In questa veste, anzi, in questo mandato, esso blocca l’economia, gli spostamenti, l’opposizione, il Parlamento. Li blocca e mantiene il blocco in base ai numeri dell’epidemia che esso stesso costruisce arbitrariamente. Infatti: non ha mai presentato dati di campione statisticamente validi né mai ha precisato la terminologia; i dati sono raccolti perlopiù usando tamponi che danno almeno un 70% di falsi positivi – cioè per ogni 1000 positivi, almeno 700 sono falsi (la macchina Pcr che li valuta non risulta certificata Iso per uso diagnostico); vengono attribuiti al coronavirus tutti i decessi in cui il morto, di qualsiasi causa sia morto, risulti positivo al suddetto tampone; così il numero dei morti a causa virus è stato fatto apparire multiplo del reale per giustificare gli arresti domiciliari e il blocco dell’economia. E soprattutto, con questo modo arbitrario di quantificare i dati epidemiologoci, un domani Conte potrà far risalire artificiosamente il numero dei morti per tornare a limitare le libertà e a governare con pieni poteri, dando la colpa agli italiani indisciplinati e irresponsabili.Io prevedo che lo farà al più tardi in autunno, quando la gente si agiterà a causa di disastro economico, supertassazione, 8 milioni di controlli fiscali e 1,5 milioni di cartelle in arrivo. Prevedo che conti di tirare fino all’arrivo del vaccino, che però non funzionerà perché il virus è mutevole, come quello influenzale, e non lo si potrà aggiornare per tempo. Quindi in realtà Conte mira a cronicizzare la sua dittatura. Perciò, per salvare l’economia, le imprese, il lavoro, il risparmio, la libertà, la Costituzione, bisogna buttar giù questo governo e ancor più chi lo sostiene, al più presto. Questo governo che ha sempre mentito, nascosto, ingannato, violato la Costituzione, sbagliato gli interventi, obbedito a interessi stranieri, e convoca ora una commissione di stranieri per la fase di liquidazione. Fa persino bruciare i cadaveri dei supposti morti per coronavirus in modo che non si può fare l’autopsia per accertare se realmente sono morti di coronavirus.Quanti sono i morti causati dal coronavirus? Su 70 autopsie eseguite a Bergamo e Milano, 70 sono morti di tromboflebite. L’Iss certifica che i morti a causa esclusiva del virus, senza altre malattie, sono solo una piccola frazione di quelli dichiarati dal governo (letalità 0,8%, quasi tutti ultrasettantenni), mentre i morti totali dei primi mesi di quest’anno sono inferiori a quelli dell’anno scorso. E ora sappiamo che i morti per coronavirus sono morti non per la letalità del virus ma per errore diagnostico, perché curati come se avessero una polmonite mentre era una tromboflebite, la quale non necessitava di intubazione, terapia intensiva e antiinfiammatori, ma di tutt’altro. Quindi, se l’industria farmaceutica non si metterà di traverso impedendo le giuste cure per poter vendere i suoi vaccini, in futuro non si morirà più di coronavirus.(Marco Della Luna, “Decreti di miseria e di menzogna”, dal blog di Della Luna del 27 aprile 2020).Ancora nessun aiuto a milioni di autonomi, di piccole e piccolissime imprese, che in gran parte non ce la faranno e lasceranno così spazio di mercato alle grandi catene straniere, come vuole l’Europa. E le rassicurazioni di Conte? «Abbiamo ottenuto il recovery fund dall’Ue». Ma i media tedeschi sbugiardano Conte: spiegano che vende in Italia come grande successo la storia del recovery fund, del quale si è solo parlato, mentre ha rinunciato ai tanto sbandierati eurobonds o coronabonds, davanti alla fermezza tedesca e olandese. Conte sta ammazzando l’economia nazionale, col lasciarla mezza chiusa e senza aiuti, mentre gli altri paesi, i paesi concorrenti, la riaprono e la sovvenzionano ampiamente e prontamente. Ha istituito una commissione di liquidazione nazionale, composta da esperti perlopiù residenti all’estero e legati a interessi “corporate”, e presieduta da un residente all’estero, Vittorio Colao, specializzato appunto nel trasferire a capitali stranieri le imprese italiane. Il governo Conte non è un governo italiano, governa non solo contro la Costituzione, ma per conto di capitali stranieri e interessi euro-germanici.
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Colonnello russo: Covid, terrorismo per dominare la Terra
Un’intervista approfondita a 360 gradi dove viene analizzato ogni aspetto fondamentale del fenomeno coronavirus e dove vengono rivelati i suoi veri inquietanti obbiettivi. E’ quella che il colonnello Vladimir Vasilievich Kvachkov, già membro del Direttorato principale per l’informazione, l’apparato dei servizi segreti di intelligence militari russi, e delle Spetsnaz, le forze speciali russe, ha rilasciato al canale “Studiya Rubezh”. Kvachkov è stato già onorato dell’Ordine della Stella Rossa ai tempi dell’ex Unione Sovietica. E dopo il crollo del Muro di Berlino, con la nascita della Federazione russa è stato insignito di altre prestigiose onorificenze militari, quale l’Ordine del Coraggio. La disamina del militare esperto di intelligence è semplicemente disarmante. Il coronavirus non avrebbe in alcun modo le caratteristiche di una vera pandemia globale, né quella di una epidemia mortale, ma sarebbe in realtà una operazione su scala mondiale scatenata dalle élite globaliste per arrivare al raggiungimento finale dei loro obbiettivi. Il colonnello non gira intorno alla questione e spiega subito la vera natura del coronavirus. «Il fenomeno coronavirus, che viene falsamente definito una pandemia, ha bisogno di essere esaminato dalla prospettiva delle potenze globali. E’ un fenomeno religioso, politico, finanziario, economico e nazionale».«Permettemi di dire che non c’è nessuna pandemia: è una menzogna. Va considerata come una operazione strategica globale. E’ esattamente questo il modo in cui va pensata questa operazione. Questi sono ordini ed esercitazioni delle forze mondiali che sono dietro le quinte per controllare l’umanità». L’umanità quindi non sarebbe in alcun modo di fronte ad un fenomeno di natura sanitario, ma piuttosto ad una vera e propria operazione terroristica per ridisegnare completamente la nuova mappa geopolitica del mondo. Il pianeta, sostanzialmente, nel decennio che è appena iniziato, andrà incontro ad una radicale trasformazione, e il coronavirus sarà il mezzo attraverso il quale le grandi élite globali che governano il mondo da dietro le quinte, per utilizzare una definizione ricorrente di Kvachkov, riusciranno a perseguire i loro obbiettivi. Il primo importante fine delle grandi élite è quello della riduzione della popolazione mondiale. «E’ questo l’obbiettivo del coronavirus. Lo ripeterò ancora una volta, abbiamo poca fede in Dio e ancora meno nell’esistenza di Satana, il nemico della razza umana. L’obbiettivo delle forze sioniste e finanziarie mondiali dietro le quinte è la riduzione della popolazione mondiale. È la loro idea fissa: pensano che ci siano troppe persone nel mondo».Come si vede, l’esperto di intelligence russo introduce anche un elemento di carattere escatologico nella sua analisi. La matrice ideologica che sosterrebbe le grandi élite internazionali sarebbe strettamente legata alla religione satanica, in antitesi ed acerrima nemica del cristianesimo. Il misterioso virus di Wuhan sarebbe il mezzo ideale per creare una sortà di società a due livelli, nella quale la classe media sostanzialmente uscirebbe di scena. Nel mondo post-Covid, la piramide del potere infatti sarebbe composta da una élite che dispone di illimitati mezzi economici e finanziari, sotto la quale si trova una moltitudine di persone povere che farebbero fatica a ricevere i basilari mezzi per il sostentamento quotidiano. La globalizzazione quindi accelererebbe verso la sua ultima fase terminale per ampliare ancora di più le differenze socio-economiche a favore del vertice della piramide, ma non prima di aver ridotto consistentemente il numero di persone presenti sul pianeta, passaggio fondamentale per erigere il nuovo ordine globalista. «Dovrebbero esserci 100 milioni appartenenti alle élite, e un miliardo al massimo di persone sulla Terra per servirli. Allora vivranno in abbondanza, sulla Terra. Perchè noi, il popolo, siamo troppi, per le potenze mondiali dietro le quinte. Ecco perchè il coronavirus e la crisi finanziaria che è emersa quasi immediatamente sono legati l’uno all’altra».Il depopolamento non sarebbe infatti dovuto alla portata letale del coronavirus. Se si guarda infatti al conteggio ufficiale dei morti da coronavirus, anche considerando tutte le persone morte con altre gravi patologie, la percentuale in rapporto alla popolazione mondiale è solamente pari allo 0,0002%. Il vero fattore che porterebbe ad un abbattimento del numero di persone nel mondo verrebbe invece dagli effetti devastanti sull’economia globale che la quarantena forzata sta provocando. Nel solo caso dell’Italia, si pensi che la perdita di Pil sarebbe pari a -15% solamente nel primo semestre. Si tratta di una recessione senza precedenti nella storia del paese. In questa nuova società, quindi, il welfare economico dell’Occidente sparirebbe definitivamente e si andrebbe incontro ad un processo di grecizzazione economica generalizzata. Kvachkov si sofferma anche a considerare la nuova condizione dell’ordine globalista. I cittadini non sarebbero più tali, non avrebbero in altre parole quei diritti politici che sono stati abituati a considerare imprescindibili nel corso della loro esistenza. Le masse sarebbero rimesse ai diktat e alle angherie delle grandi élite internazionali, ed è esattamente quanto si vede accadere in Italia in questo momento.Si assiste infatti alla fine dello Stato di diritto per come lo si conosceva e al tramonto dei diritti costituzionali fondamentali, sostituiti da ordini amministrativi in aperta violazione della carta costituzionale. L’ex membro delle Spetsnaz ricorda che questo non è stato il primo tentativo per arrivare a questo obbiettivo, e cita a questo proposito l’11 Settembre. «Il primo tentativo di portare via quei diritti dal popolo è successo l’11 settembre 2001. Non molti sembrano ricordarlo, che dopo il cosiddetto attacco contro le Torri Gemelle, il Pentagono e la Casa Bianca negli Usa, è stata dichiarata la guerra mondiale al terrorismo. Le potenze mondiali che sono dietro le quinte hanno creato gli eventi dell’11 Settembre. Adesso hanno un’altra scusa per avere un controllo più grande e sovrastare l’umanità. Ecco perchè sono venuti fuori con il coronavirus». Se l’11 Settembre è stato certamente il fattore scatenante, tale da poter giustificare tutte le guerre degli Stati Uniti in Medio Oriente, il coronavirus in questo caso assumerebbe la stessa funzione a livello mondiale per poter erigere la società che hanno in mente le élite globaliste.Allora come oggi, i grandi poteri transnazionali avrebbero avuto un ruolo decisivo nella creazione di questi eventi, senza i quali sarebbe stato praticamente impossibile arrivare al passaggio successivo. A questo proposito, si ricordi un importante documento firmato dai neocon americani, dal titolo “Progetto per un nuovo secolo americano”. In questo manifesto del 1997, si parla esplicitamente della necessità di avere «un evento catalizzante, catastrofico come una nuova Pearl Harbor», per poter giustificare le guerre del Deep State di Washington in Medio Oriente. Quattro anni dopo, diversi firmatari di quel documento, tra i quali Dick Cheney e Donald Rumsfeld, facevano il loro ingresso nella Casa Bianca. E un evento catastrofico aveva effettivamente luogo, ovvero l’11 Settembre. Ora, per Kvachkov, il coronavirus avrebbe la stessa funzione, ma su una scala di proporzioni ancora più vasta. «Riceviamo informazioni politiche di propaganda politica speciale, una sorta di psico-propaganda informativa. Si tratta di un’operazione psico-informativa speciale delle potenze mediatiche globaliste internazionali che sono al soldo delle potenze liberali sioniste che adesso stanno creando questo terrore. Oggi stanno vedendo chi obbedisce e chi no».I media, quindi, in quest’ottica avrebbero avuto la funzione di sommergere la popolazione con messaggi terroristici, senza dare spazio ad un serio contradditorio scientifico sulla effettiva pericolosità del Covid. Questa sarebbe solo la fase preliminare, nella quale si verifica chi è disposto a sottomettersi al regime globalista e chi no. Per il colonnello, il prossimo obbiettivo sarebbe proprio la Russia, il paese più disallineato alle grandi forze globaliste, nel quale la crisi da coronavirus non avrebbe infatti avuto lo stesso impatto che sta avendo in Occidente. Si può essere in disaccordo con l’analisi dell’esperto militare russo, ma molti elementi portati alla luce dall’ex membro del Gru coincidono perfettamente con quanto sta accadendo. Il coronavirus si sta rivelando il mezzo ideale per ridisegnare completamente i rapporti di forza della società occidentale per come la si conosceva. Un mondo che assomiglia terribilmente a quanto descritto nel rapporto del 2010 pubblicato dalla famiglia Rockefeller, nel quale la pandemia è annunciata con largo anticipo e porta esattamente al tipo di sistema politico di cui parla il colonnello. L’ultimo passo è la costruzione di un governo unico mondiale, nel quale i cittadini sono spogliati dei loro diritti e ridotti al rango di sudditi. Un sistema distopico folle, che riflette una versione perversa e anticristiana dell’umanità. Un sistema che purtroppo sembra terribilmente vicino alla sua realizzazione definitiva.(Cesare Sacchetti, “Il colonnello Kvachkov, ex dei servizi segreti militari russi: coronavirus operazione terroristica per controllare la popolazione mondiale”, da “La cruna dell’ago” del 27 aprile 2020).Un’intervista approfondita a 360 gradi dove viene analizzato ogni aspetto fondamentale del fenomeno coronavirus e dove vengono rivelati i suoi veri inquietanti obbiettivi. E’ quella che il colonnello Vladimir Vasilievich Kvachkov, già membro del Direttorato principale per l’informazione, l’apparato dei servizi segreti di intelligence militari russi, e delle Spetsnaz, le forze speciali russe, ha rilasciato al canale “Studiya Rubezh”. Kvachkov è stato già onorato dell’Ordine della Stella Rossa ai tempi dell’ex Unione Sovietica. E dopo il crollo del Muro di Berlino, con la nascita della Federazione russa è stato insignito di altre prestigiose onorificenze militari, quale l’Ordine del Coraggio. La disamina del militare esperto di intelligence è semplicemente disarmante. Il coronavirus non avrebbe in alcun modo le caratteristiche di una vera pandemia globale, né quella di una epidemia mortale, ma sarebbe in realtà una operazione su scala mondiale scatenata dalle élite globaliste per arrivare al raggiungimento finale dei loro obbiettivi. Il colonnello non gira intorno alla questione e spiega subito la vera natura del coronavirus. «Il fenomeno coronavirus, che viene falsamente definito una pandemia, ha bisogno di essere esaminato dalla prospettiva delle potenze globali. E’ un fenomeno religioso, politico, finanziario, economico e nazionale».
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Gattinoni: strage Covid solo in Italia, grazie al nostro caos
I tedeschi non sono più bravi di noi, e lavorano di meno. Però sono organizzati, ognuno fa la sua parte, non si parlano addosso e amano obbedire. Rispettano le regole, avvantaggiati dal fatto che le loro sono chiare. E perciò si possono permettere di più, rischiando di meno. Sul coronavirus, la Merkel ha parlato tre volte. La prima per dire che il 70% dei tedeschi si sarebbe ammalato, la seconda per chiudere il paese, la terza per riaprirlo affermando che, se la situazione peggiorerà nuovamente, farà retromarcia. Poche parole, chiare. Tutto il contrario di quanto avvenuto in Italia. Per questo, i tedeschi possono permettersi di andare al fiume a gruppi la domenica, mentre se da noi uno prende il sole senza nessuno intorno nel raggio di mezzo chilometro, il drone lo fotografa e arrivano i carabinieri per fargli la multa. L’Italia ha 500 esperti e un numero di commissioni ignoto, ma del loro lavoro non traspare nulla. Vive in un perenne talk-show. Manca perfino un’analisi della situazione che parta dai numeri. Nessuno parla di rischio sostenibile, non avendolo calcolato. In Italia siamo in troppi a non decidere? Se mettete dieci medici intorno a un malato, questo non ha speranze: muore. In un gruppo allargato, ognuno si sente in dovere di dire una cosa più intelligente di quella che ha appena ascoltato, e finisce con lo spararla grossa. Se ci sono più di cinque o sei persone a decidere, la commissione diventa inutile nel migliore dei casi, e dannosa nel più frequente, perché l’accordo lo si raggiunge sempre al livello più basso.
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Magaldi: lottare per la libertà. E difesa, gratis, per i multati
«Mi stupisce, la delusione di tanti italiani per l’ultimo discorso di Conte: che liberazione si aspettavano, il 4 maggio? Quella dal nazifascismo, appena celebrata, è costata lacrime e sangue. Una vera liberazione la si può fare soltanto se si è disposti a combattere». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, annuncia due inziative dirompenti. La prima si chiama Sostegno Legale. «Stiamo già raccogliendo moltissime segnalazioni, da parte di cittadini che in tutta Italia hanno subito abusi e sanzioni ingiuste, durante la quarantena: saranno difesi, in modo gratuito, dai nostri avvocati e dai tanti legali che stanno aderendo all’iniziativa». A coordinare il team, l’avvocato Ivo Mazzone insieme alla giornalista Monica Soldano. Ispiratore dell’iniziativa, Gianfranco Carpeoro (all’anagrafe Pecoraro, con alle spalle trent’anni di attività forense a Roma e Milano). «E’ vergognoso – dice Carpeoro – il tentativo di colpevolizzare i cittadini, di fronte all’evidente fallimento del lockdown come misura per contenere il contagio». Capitolo secondo, la Milizia Rooseveltiana: «Stiamo arruolando cittadini – annuncia Magaldi – in una milizia pacifica, nonviolenta e gandhiana, ma dura e ferma nel prepararsi a combattere le battaglie di domani, affinché nessuno provi a disciplinare socialmente le nostre collettività in senso antidemocratico e liberticida, proponendoci periodicamente un’emergenza dopo l’altra».Durissimo il giudizio di Magaldi sul primo ministro: «Conte va immaginato come un nemico del ritorno alla normalità: sta cercando di rallentare il più possibile il ritorno alla vita di prima». Aggiunge: «E’ chiaro che il premier ha tutto da guadagnare, personalmente, dal prolungamento di questa situazione: nel momento in cui si tornasse a una vera normalità dovrebbe fare i conti con la disastrosa situazione socio-economica in cui versiamo, grazie a tutta una serie di promesse mai mantenute». Ecco perché Conte «ha paura del momento in cui la normalità dovesse tornare, in Italia»: quel giorno «sarebbe costretto a rendere conto di quello che davvero ha fatto, e soprattutto di quello che avrebbe dovuto fare, e non ha fatto, gestendo molto male l’emergenza». In ogni caso, avverte Magaldi, «se non usciamo dal paradigma della quarantena è sempre possibile è richiudano tutto, di fronte a un’eventuale impennata di nuovi contagi». Sarebbe «lo scenario distopico che abbiamo tanto paventato». E in che modo, poi, si valuterebbero allentamenti o nuove restrizioni, anche in un orizzonte post-quarantena? «Il numero dei contagiati è calcolato in base alle persone sottoposte al tampone, che però – secondo i medici – è affidabile solo al 63%. Potremmo avere quindi tanti “falsi negativi”, contagiosi a loro insaputa».Dobbiamo pensare seriamente a quello che succederà, ragiona Magaldi: «Ci sarà un vaccino, per curare il Covid-19? Sarà stato testato abbastanza? Non sarà come quello per la Sars, inutilizzabile perché avrebbe peggiorato le condizioni dei contagiati?». E ancora: «Si sta facendo abbastanza, per mettere a punto efficaci terapie basate sull’impiego di medicinali?». Poi ci sono rischi evidenti: «Sicuramente qualcuno cercherà di somministrarci cure inopportune, e qualcuno cercherà di approfittare della mansuetudine finora dimostrata dagli italiani nell’accettare la quarantena (che io reputo inefficace, nel contenere il virus)». E quindi, anziché «brindare a chissà quale liberazione imminente», secondo il leader “rooseveltiano” sarebbe meglio non abbassare la guardia: «Una volta scoperto che si può imporre questa nuova disciplina sociale, infatti, governi traballanti come quello di Conte proveranno a sguazzarci il più a lungo possibile». Dice ancora Magaldi: «Questo stillicidio della concessione della libertà agli italiani è una cosa stupida e grave, e conferma l’incapacità disastrosa di un governo disperatamente aggrappato all’emergenza».Insomma, è inutile farsi illusioni: «Conte non cadrà certo in modo automatico, se dovesse finire il lockdown: la partita è tutta da giocarsi». Per questo, ribadisce Magaldi, è stato approntato lo sportello legale contro gli abusi ed è in fase di costituzione la Milizia Rooseveltiana, «presto in azione con flash-mob dimostrativi», sia pure evitando iniziative “autolesionistiche”. Autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014), Magaldi inquadra in un preciso contesto storico la speculazione politica innescata sull’emergenza sanitaria. «In un mondo ormai globalizzato – premette – la stessa pandemia virale era una delle possibilità preconizzate da tanta letteratura distopica». Poi è la storia recente, a parlare: «Il mondo è già stato tenuto in ostaggio, in termini piuttosto pacifici, attraverso l’economia finanziaria neoliberista, puntando a un’involuzione post-democratica. Poi qualche gruppo oligarchico “eretico” si è inventato il terrorismo globale, che ha rappresentato una fuga in avanti. Però anche quella esperienza è fallita».Fino a poco fa, infatti – prosegue Magaldi – stava andando sgretolandosi tanto la sovragestione del terrorismo globale di matrice islamista, quanto la presa globale del neoliberismo, «che aveva visto il sistema-Cina protagonista di quest’ultima stagione». Anche grazie alla presidenza Trump, stavamo assistendo a una messa in discussione di quel modello. «E a quel punto – aggiunge Magaldi – è intervenuta la novità del coronavirus: un nuovo elemento globale, per ora molto efficace, capace di ispirare al tempo stesso timore e speranza». Attenzione: «Col timore e la speranza, i potenti hanno sempre soggiogato le masse». Insiste Magaldi: «Col timore e la speranza le nostre vite perdono di potenza: perché se temiamo qualcosa (e intanto speriamo che avvenga qualcos’altro) è facile manipolarci, soggiogarci e indurci a obbedire». Chi vuole essere «libero e affrancato, capace di incidere nella sua vita e in quella collettiva», per Magaldi «deve liberarsi anzitutto del timore e della speranza: deve agire per la virtù di agire, rivendicando la propria sovranità di cittadino». Questa emergenza sanitaria, che purtroppo «comporterà ulteriori tentativi di imporre una nuova disciplina sociale», secondo il presidente del Movimento Roosevelt «va affrontata con questo spirito: lo spirito di combattenti, di miliziani per la democrazia e la libertà».(Sostegno Legale: per segnalare abusi subiti o, se si è avvocati, per patrocinare gratuitamente i cittadini colpiti dai provvedimenti, l’indirizzo a cui scrivere è: sostegno.legale@movimentoroosevelt.com. Questo invece il recapito di posta elettronica per aderire alla Milizia Rooseveltiana: milizia@movimentoroosevelt.com).«Mi stupisce, la delusione di tanti italiani per l’ultimo discorso di Conte: che liberazione si aspettavano, il 4 maggio? Quella dal nazifascismo, appena celebrata, è costata lacrime e sangue. Una vera liberazione la si può fare soltanto se si è disposti a combattere». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, annuncia due iniziative dirompenti. La prima si chiama Sostegno Legale. «Stiamo già raccogliendo moltissime segnalazioni, da parte di cittadini che in tutta Italia hanno subito abusi e sanzioni ingiuste, durante la quarantena: saranno difesi, in modo gratuito, dai nostri avvocati e dai tanti legali che stanno aderendo all’iniziativa». A coordinare il team, l’avvocato Ivo Mazzone insieme alla giornalista Monica Soldano. Ispiratore dell’iniziativa, Gianfranco Carpeoro (all’anagrafe Pecoraro, con alle spalle trent’anni di attività forense a Roma e Milano). «E’ vergognoso – dice Carpeoro – il tentativo di colpevolizzare i cittadini, di fronte all’evidente fallimento del lockdown come misura per contenere il contagio». Capitolo secondo, la Milizia Rooseveltiana: «Stiamo arruolando cittadini – annuncia Magaldi – in una milizia pacifica, nonviolenta e gandhiana, ma dura e ferma nel prepararsi a combattere le battaglie di domani, affinché nessuno provi a disciplinare socialmente le nostre collettività in senso antidemocratico e liberticida, proponendoci periodicamente un’emergenza dopo l’altra».
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Noi reclusi, Giulietto Chiesa e il Favoloso Mondo di Giuseppi
“Sole ingannatore”. E’ il titolo di un film capolavoro, del russo Nikita Mikhalkov, atroce quanto basta per far capire anche ai decerebrati cosa sia stato lo stalinismo, cosa sia una dittatura comunista di stampo sovietico. Cinismo, mancanza di pietà. E soprattutto: disinvoltura, nella menzogna. In una parola, alto tradimento. Lo choc è sanguinoso: la peggiore delle verità è il sale sulla ferita, e brucia. Succede quando all’eroe, portato via come un delinquente comune, brillano gli occhi all’idea di poter invocare la giustizia divina rappresentata dal Piccolo Padre. Non sa ancora, il generale pluridecorato, cosa gli sta succedendo. Stenta a capire, lo intuisce solo all’ultimo istante: è proprio lui, l’adorato dittatore, ad aver ordinato il suo arresto, il suo degradamento nell’ignominia che preparerà l’inevitabile damnatio memoriae. C’era un bel po’ di Russia, nell’aria, domenica 26 aprile: si spargeva di ora in ora, anche attraverso i telegiornali, impegnati a dare il triste annuncio dell’improvvisa scomparsa di Giulietto Chiesa, singolare eroe italiano dell’informazione indipendente. E poi, a stretto giro, in prima serata, lo spettacolo del Sole Ingannatore: l’Avvocato del Popolo, impegnato a spiegare – a reti unificate – che gli italiani resteranno graziosamente prigionieri del coprifuoco anche dopo il 4 maggio, sempre limitati negli spostamenti, obbligati a dimostrare la necessità di ogni singolo passo fuori dalle mura del carcare domestico.Attoniti, gli spettatori, di fronte a supercazzole in burocratese che avrebbero fatto impallidire il grande Tognazzi. L’intento stilistico – una certa soavità paternalistica – inceppato a ogni passo dalla fatica improba di dover usare in scioltezza l’impervia lingua italiana, l’unica probabilmente con la quale l’illustre giurista poliglotta non sembra esattamente a suo agio. Ma, difficoltà sintattiche a parte, a rapire l’uditorio è l’immaginario nazionale evocato dal Favoloso Mondo di Giuseppi. Un’Italia indicata come modello, in Europa – cioè il continente dove il lockdown (che era partito dopo) sta già finendo, praticamente ovunque, e dove è stato sopportato meglio, si capisce, perché i governi hanno provveduto a non lasciare sole le aziende, gli imprenditori e i lavoratori costretti a casa, accreditando denaro direttamente sui conti correnti. In Italia, decine di milioni di persone non hanno ancora visto un soldo? In compenso, si godono le garbate scuse dell’oscuro personaggio insediato dai micidiali 5 Stelle a Palazzo Chigi, l’uomo misterioso che ha assunto i Pieni Poteri imponendo al paese il peggiore incubo della sua storia, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Decine di migliaia di imprese ormai non apriranno più, anche se l’Avvocato del Popolo finge di non saperlo, preferendo – ancora una volta, incredibilmente – rifugiarsi nel puro fantasy delle promesse europee, millantando – senza ridere – chissà quali formidabili successi.Prevederemo, studieremo, faremo, i nostri esperti sono già al lavoro. Testuale: già al lavoro. Le scuole? Riapriranno già a settembre. Testuale: già a settembre. Il Parlamento? Come se non esistesse più. L’opposizione? Estinta. Quanto alle informazioni, sarà il neonato Ministero della Verità a vigilare su quello che si può e non si può raccontare, stabilendo quali sono le “fake news” da mettere al bando, mentre il paese tuttora non sa quando e come uscirà dalla catastrofe, e il governo-fantasma (informato della calamità in arrivo già il 20 gennaio) dopo tre mesi ancora declina al futuro – vedremo, faremo, studieremo – le azioni elementari che Germania, Francia e tutti gli altri hanno compiuto immediatamente. Ha poco a che fare con l’Italia, il Favoloso Mondo di Giuseppi. E la sua insopportabile rappresentazione onirica (che apparirà insultante, a chi viene preso a calci ogni giorno dalla realtà) non fa che stridere, a maggior ragione, a poche ore dalla morte di Giulietto Chiesa. Un uomo-contro, indipendente, caparbio. Libero, e spesso anche fastidiosamente profetico: come quando, tanti anni fa, anticipava il Favoloso Mondo nel quale saremmo potuti finire, senza ancora che a nessuno dicesse niente il nome Giuseppi.(Giorgio Cattaneo, “Giulietto Chiesa e il Favoloso Mondo di Giuseppi”, dal blog del Movimento Roosevelt del 27 aprile 2020).“Sole ingannatore”. E’ il titolo di un film capolavoro, del russo Nikita Mikhalkov, atroce quanto basta per far capire anche ai decerebrati cosa sia stato lo stalinismo, cosa sia una dittatura comunista di stampo sovietico. Cinismo, mancanza di pietà. E soprattutto: disinvoltura, nella menzogna. In una parola, alto tradimento. Lo choc è sanguinoso: la peggiore delle verità è il sale sulla ferita, e brucia. Succede quando all’eroe, portato via come un delinquente comune, brillano gli occhi all’idea di poter invocare la giustizia divina rappresentata dal Piccolo Padre. Non sa ancora, il generale pluridecorato, cosa gli sta succedendo. Stenta a capire, lo intuisce solo all’ultimo istante: è proprio lui, l’adorato dittatore, ad aver ordinato il suo arresto, il suo degradamento nell’ignominia che preparerà l’inevitabile damnatio memoriae. C’era un bel po’ di Russia, nell’aria, domenica 26 aprile: si spargeva di ora in ora, anche attraverso i telegiornali, impegnati a dare il triste annuncio dell’improvvisa scomparsa di Giulietto Chiesa, singolare eroe italiano dell’informazione indipendente. E poi, a stretto giro, in prima serata, lo spettacolo del Sole Ingannatore: l’Avvocato del Popolo, impegnato a spiegare – a reti unificate – che gli italiani resteranno graziosamente prigionieri del coprifuoco anche dopo il 4 maggio, sempre limitati negli spostamenti, obbligati a dimostrare la necessità di ogni singolo passo fuori dalle mura del carcere domestico.
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“Sì, voglio essere vaccinato e spiato (dopo di voi, s’intende)”
Caro Premier e cari politici, io sono un complottista, ma sono diverso dagli altri. Non temo il controllo, i vaccini, il 5G, i droni quando vado a correre, in realtà non temo nulla. E voglio tutto questo, vaccini, 5G, controllo totale. Voglio essere controllato anche dai droni, non solo quando corro, ma anche quando dormo e anche quando trombo. Vi capisco. E’ per la nostra sicurezza. Ma ovviamente voglio pensare – perché è logico pensarlo – che questi droni saranno usati anche per andare a controllare le ville isolate in mezzo al nulla, quelle dove spesso i potenti fanno le loro riunioni; perché vede, non so se lei lo sa, ma ogni anno spariscono migliaia di bambini, in Europa, e fanno una fine terribile. E se si usassero questi droni per questi motivi forse molti non sparirebbero più. Pensi, Presidente, anche Trump ha capito che quella dei bambini scomparsi è una piaga per la nostra società, tanto da aver dichiarato il problema della pedofilia un problema di sicurezza nazionale. Nell’Ardèche, una provincia francese, scompaiono un numero di bambini impressionante, ad esempio; spero che il presidente francese usi i droni per andare a controllare minuto per minuto quello che succede in ogni istante in certe ville sperdute.Voglio essere controllato in ogni momento della mia vita, non solo dalla App Immuni, ma anche da altre. Voglio rendere conto di ogni minimo gesto che faccio, e anche quando sono in intimità. Lo trovo giustissimo, anche perché non credo che freghi molto a qualcuno se talvolta guardo Youporn o tradisco mia moglie con la vicina di casa. A questo punto, però, essendo possibile tracciare tutti i cittadini in questo modo, credo sia possibile tracciare anche i politici, in ogni momento. E, in nome di quel principio di imparzialità della PA che sta anche nella nostra Costituzione (articolo 97), e del principio di trasparenza che sta nella Legge 241/1990, vorrei poter sapere, in ogni momento, dove va lei, con chi si incontra, e che tipo di vita fa. Non dovrebbe essere difficile. Basterebbe mettere on line i profili di tutti i cittadini italiani, e far sì che chiunque, cliccando su un nome, possa sapere esattamente dove va e con chi sta il suo politico preferito. Perché, vede, se siete solo voi a controllare noi, e noi non possiamo fare altrettanto, allora scatta la nostra paranoia complottista e possiamo anche pensare che tale controllo possa servire ad altro.In questo modo, poi, ad esempio, potremmo sapere se il magistrato che giudica sull’affidamento di alcuni bambini ha o non ha compartecipazioni tramite i familiari proprio con quegli istituti in cui il bambino sarà rinchiuso. Va benissimo il provvedimento di un sindaco sardo, il quale ha dichiarato che se un minorenne viene trovato fuori casa possono scattare sanzioni anche a carico dei genitori e possa venir informata la procura per togliere i figli ai genitori. Legittimo. Legittimissimo. A questo punto vorrei essere però informato, tramite le app di tracciamento di cui sopra, di tutti gli spostamenti dei vari politici e delle relazioni che questi intrattengono con eventuali minori; perché, vede Presidente, l’inchiesta sul caso Marcinelle, in Belgio, portò a capire che i pedofili arrestati, Dutroux e la moglie, lavoravano per conto di altri personaggi più potenti. Vorrei sapere chi erano questi personaggi, e chi avevano incontrato. E vorrei anche sapere dove si trova adesso la moglie di Dutroux; le cronache avevano detto che era stata trasferita in Toscana, ma nessuno sa perché e dove. E ci piacerebbe saperlo. E con una app apposita io credo che chiunque abbia possibilità e diritto di saperlo.Va benissimo la vaccinazione obbligatoria. Pazienza se ci sono dubbi sulla continua mutazione del ceppo, e quindi molti illustri virologi dicono che non serve a una mazza, e pazienza se dicono che col caldo il virus muore. Tanto questa storia del vaccino è diventata come la fede. Si è pro o contro a prescindere. E allora facciamo finta che abbiate ragione voi. Mi sembra ovvio però che i primi a testarlo sarete voi e i vostri figli; ovverosia voi, Burioni, e la task force che lei ha nominato e tutti quelli che eventualmente approveranno la legge sulla vaccinazione obbligatoria. E’ semplicemente una questione di dare il buon esempio. Va benissimo anche installare il 5G ovunque. Ci mancherebbe. Il 5G sicuramente serve al progresso e aumenterà l’efficienza della nostra società. Ma ci sembrerebbe un’idea sana quella di sperimentarlo prima installandolo nel Parlamento, nei palazzi del potere, e vicino alle vostre abitazioni, giusto per vedere l’effetto che fa. Perché sa, tra noi complottisti gira la voce che sia dannoso, e uno dei primi effetti che si vedono è che muoiono insetti e uccelli che si avvicinano troppo alle centraline.Allora direi che se prima lo provate voi per qualche anno, e poi ci rassicurate che state bene, dopo esservi pure vaccinati, poi potremmo stare più tranquilli anche noi. Ovviamente, confido che i primi che lo proveranno saranno gli Ad delle compagnie telefoniche, i sindaci che ne magnificano le doti, ecc., i quali si renderanno disponibili per impiantare i primi tralicci proprio davanti a casa loro. Va benissimo che distruggete le piccole aziende riducendole in povertà per proteggerci dall’influenza. So che lo fate per noi, e non dia retta a quei paranoici complottisti che pensano che tutto questo sia stato fatto per distruggere l’economia e ridisegnare la socio-economia mondiale, rendendo alcuni ricchi ancora più ricchi e i poveri ancora più poveri. Ma in nome di quel controllo da voi auspicato per proteggerci dall’influenza, vogliamo sperare che ci proteggiate anche da manovre speculative di aziende e gruppi economici italiani e stranieri, rendendo pubblici i bilanci e le proprietà di tutte le aziende che operano sul territorio nazionale.Faccio un esempio: siccome la App Immuni pare sia di un’azienda che ha come partecipanti la famiglia Berlusconi, i Benetton, un gruppo cinese, vari gruppi ricollegati a banche e finanziarie, ecc., tanto che la cosa ha allarmato pure i nostri servizi segreti e il Copasir vuol approfondire la questione, mi pare sensato che tutte queste informazioni possano essere rese pubbliche su un grande portale ministeriale in cui il cittadino possa essere sempre informato di ciò che succede e dei vari collegamenti societari. Anche perché io non credo, come dicono moti paranoici complottisti, che tutto questo sia un vero colpo di Stato e che sia soppressa la democrazia. No. Credo che tutti questi controlli rendano più efficace la democrazia. La democrazia, per essere reale, presuppone però che il cittadino sia informato di ciò che avviene nelle stanze del potere, e sia in grado di capire chi agisce, perché, e con che strumenti. Cioè la democrazia, per essere tale, ha bisogno che voi ci controlliate, ma che anche noi possiamo controllare voi.Ps. Ah dimenticavo… negli anni della nostra Repubblica abbiamo avuto circa una cinquantina di stragi. Tutte rimaste impunite, senza mai trovare i colpevoli. Questo perché ancora non c’erano strumenti di indagine sofisticati come oggi. Auspichiamo che con questo controllo globale di tutti a vicenda, non ci saranno più stragi, gli omicidi verranno risolti in pochissimo tempo, e la mafia scomparirà. E nessun minore sparirà più nel nulla. Neanche quelli che sono ospitati presso centri appositi, che si “allontanano” a decine, ogni anno, sparendo nel nulla e che non vengono neanche conteggiati nel numero degli scomparsi, perché la voce “allontanato” è diversa. Sarebbe una bella società, quella dove tutti sanno tutto di tutti, in trasparenza. Rinuncio volentieri alla mia privacy, di cui non me frega nulla, e che per me è un concetto che dovrebbe essere abolito, se in cambio non vedrò più bambini scomparire, se potrò sempre sapere se la ditta da cui compro è collegata o meno con grandi gruppi finanziari di cui non approvo la politica, e se potrò sapere i nomi dei 300 esperti inseriti nella sua task force, per poter controllare che interessi hanno in varie società, il loro curriculum, ecc. Perché questa cosa della mancanza di privacy deve valere anche per voi.(Paolo Franceschetti, “Caro premier, voglio essere controllato e vaccinato”, dal blog “Petali di Loto” del 25 aprile 2020).Caro Premier e cari politici, io sono un complottista, ma sono diverso dagli altri. Non temo il controllo, i vaccini, il 5G, i droni quando vado a correre, in realtà non temo nulla. E voglio tutto questo, vaccini, 5G, controllo totale. Voglio essere controllato anche dai droni, non solo quando corro, ma anche quando dormo e anche quando trombo. Vi capisco. E’ per la nostra sicurezza. Ma ovviamente voglio pensare – perché è logico pensarlo – che questi droni saranno usati anche per andare a controllare le ville isolate in mezzo al nulla, quelle dove spesso i potenti fanno le loro riunioni; perché vede, non so se lei lo sa, ma ogni anno spariscono migliaia di bambini, in Europa, e fanno una fine terribile. E se si usassero questi droni per questi motivi forse molti non sparirebbero più. Pensi, Presidente, anche Trump ha capito che quella dei bambini scomparsi è una piaga per la nostra società, tanto da aver dichiarato il problema della pedofilia un problema di sicurezza nazionale. Nell’Ardèche, una provincia francese, scompaiono un numero di bambini impressionante, ad esempio; spero che il presidente francese usi i droni per andare a controllare minuto per minuto quello che succede in ogni istante in certe ville sperdute.
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Il virus premia la Cina, contro Usa e Russia (e annulla l’Ue)
La pandemia da Covid-19 sta travolgendo il mondo come uno tsunami imprevisto. I morti se li è portati via con la prima, deflagrante ondata. Dagli ospedali di Wuhan, in Cina, alle fosse comuni di Hart Island, a New York, i decessi hanno continuato a crescere mentre i governi dichiaravano il lockdown. Nel momento in cui eravamo preoccupati a non farci contagiare, l’ordine mondiale ha subito un importante cambiamento. Le strategie (politiche) e le crisi (economiche) generate dalla quarantena forzata hanno accelerato processi già in atto, portando la Cina a estendere la propria sfera di ingerenza sull’Occidente, gli Stati Uniti a isolarsi e l’Unione Europea a collassare su se stessa. A sollevare il tema del nuovo assetto politico mondiale è stato “Le Monde”, affidando a Sylvie Kauffmann un’analisi molto attenta che prendeva in esame le principali potenze che negli ultimi anni stanno cercando di imporsi nello scacchiere. «Il virus – è la sua tesi – ha seriamente attaccato le fondamenta, già piene di crepe, dell’ordine internazionale lasciatoci in eredita dal XX secolo». Secondo la firma di punta del quotidiano francese, la pandemia ha assestato un durissimo colpo sia agli Stati Uniti, in quanto superpotenza, sia al loro presidente Donald Trump. «La crisi ha rivelato la vulnerabilità del modello sociale e politico americano», ha spiegato: «22 milioni di disoccupati senza protezioni, molti dei quali senza assicurazione sanitaria e senza un sistema della sanità pubblica; un paese diviso».Questo quadro, che ha portato Washington a disinteressarsi di quanto stava succedendo tra le macerie del Vecchio Continente, ha permesso a Pechino di imporsi in Europa e nel mondo come il paese che è riuscito a isolare e sconfiggere il “Demone”, come lo ha chiamato lo stesso Xi Jinping. La Cina infatti è riuscita, complice anche i suoi silenzi di fronte all’emergenza, a ritagliarsi un vantaggio tattico nei confronti del mondo. Prima che le “strane polmoniti” dello Hubei venissero prese seriamente in considerazione, Xi ha tentennato. E non poco. Come mai? Diverse sono le voci a tal proposito. C’è chi parla dei presunti silenzi delle autorità politiche locali e chi, con più malizia, sostiene che il leader cinese abbia voluto insabbiare tutto. Sia come sia, ora la Cina si trova, almeno tempisticamente, davanti a tutti. E può giocare questa carta a proprio vantaggio. Anche perché il suo diretto rivale, Trump, si trova in un momento parecchio complesso sia per l’emergenza coronavirus sia per le elezioni ormai alle porte. Cosa succederà allora al presidente americano? La linea portata avanti da Trump non finirà per abbatterlo, come invece vorrebbe l’opposizione democratica.Il presidente Usa è infatti riuscito a portare avanti la linea dell’”America first” (dalla pioggia di soldi erogata con il piano “Helicopter money” all’azzeramento delle green card, fino al sostegno delle compagnie petrolifere in vista dell’imponente guerra sul greggio che si è aperta con la Russia e l’Arabia Saudita) che gli ha permesso di far fronte alla drammatica crisi economica che sta travolgendo anche gli Stati Uniti. Chi ne esce, invece, con le ossa rotta su tutti i fronti è quello che ormai resta dell’Unione Europea. Ancora una volta gli Stati che la compongono hanno dimostrato il proprio egoismo: dapprima abbandonando l’Italia al proprio destino di malato d’Europa, poi non riuscendo a trovare la quadra sulle misure economiche da immettere per sostenere un sistema al collasso. Un sistema che, invece, pare aver retto in Russia. Almeno a livello di facciata. Mosca ha infatti avviato diverse procedure, che si sono rivelate poi efficaci, per anticipare il contagio da Covid-19. Vladimir Putin ha infatti compreso fin da subito che il coronavirus rappresentava una sfida non solo per la tenuta del proprio potere ma anche per la solidità stessa dello Stato ed è quindi corso ai ripari. Il primo punto, gestire l’emergenza per continuare a governare. Il consenso di Putin è molto alto nelle periferie, ma comincia a perdere terreno nelle grandi città.Il sistema sanitario russo, inoltre, è piegato da pesanti problemi e, come riporta un’indagine governativa, il 40% degli ospedali non è dotato di riscaldamento centralizzato e più del 50% è privo di acqua calda. A queste condizioni, bisogna aggiungere anche i tagli che, come riporta “Limes”, hanno lasciato «85 mila dei 130 mila insediamenti rurali del paese senza assistenza sanitaria». Davanti a uno scenario simile, Putin ha dovuto per forza di cose agire d’anticipo, arginando il virus e costruendo delle strutture in grado di accogliere e di curare in maniera dignitosa i malati affetti da Covid-19. Una missione che sembra esser stata portata a termine da parte del governo russo e che è stata affiancata da un’imponente campagna di aiuti ai paesi più legati a Mosca. Un po’ come è successo in Italia, dove il Cremlino ha deciso di schierare una task force, addestrata anche alla guerra batteriologica, al fianco dei medici italiani. Un aiuto che, come tutti quelli forniti in questa emergenza, non sarà certamente gratuito e che ha come obiettivo, da parte del Cremlino, di giocarsi un credito nei confronti dell’Italia. Più in generale il coronavirus ha scardinato quello che restava della globalizzazione. Come spiegava Giulio Tremonti in una recente intervista al “Giornale.it”, «anche questa pandemia sarà battuta dalla scienza». Quello che resterà è un intero sistema in crisi. «La ‘tragedia’ non è tanto nella pandemia in sé e nei suoi effetti sanitari quanto nel fatto che svela i limiti della globalizzazione», spiegava: «Una volta usciti dal lockdown ne troveremo le macerie».Secondo la Kauffmann, «la penuria di forniture sanitarie che ha ostacolato la lotta all’epidemia in Occidente» ne ha fatto venire a galla tutti i suoi limiti, permettendo così «il ritorno dello Stato-nazione». E questo, secondo un’analisi del “Financial Times”, non farà altro che rafforzare il nazionalismo. Lo dimostrano le campagne di Trump contro la Cina “untrice del mondo” e la serrata di Pechino per difendersi da questi attacchi mediatici. Certo è che chi manovrerà il nuovo ordine mondiale sarà più forte di quello che lo orchestrava prima. In primis perché la crisi economica avrà messo in ginocchio paesi che fino a ieri erano considerati vere e proprie potenze. E in secondo luogo perché, come spiega lo stesso “Financial Times”, «per contenere la pandemia, persone spaventate in tutto il mondo hanno accettato straordinarie violazioni delle libertà personali». In quella che Zbigniew Brzezinski ha chiamato la “grande scacchiera”, le pedine si muovono con una velocità e un’abilità impressionante. E quelle che oggi sembrano solo potenze regionali e “torri” si stanno già muovendo per dare scacco matto al re.(Andrea Indini e Matteo Carnieletto, “Dalle macerie del coronavirus nasce un nuovo ordine mondiale”, dall’inserto “InsideOver” sul “Giornale” del 23 aprile 2020).La pandemia da Covid-19 sta travolgendo il mondo come uno tsunami imprevisto. I morti se li è portati via con la prima, deflagrante ondata. Dagli ospedali di Wuhan, in Cina, alle fosse comuni di Hart Island, a New York, i decessi hanno continuato a crescere mentre i governi dichiaravano il lockdown. Nel momento in cui eravamo preoccupati a non farci contagiare, l’ordine mondiale ha subito un importante cambiamento. Le strategie (politiche) e le crisi (economiche) generate dalla quarantena forzata hanno accelerato processi già in atto, portando la Cina a estendere la propria sfera di ingerenza sull’Occidente, gli Stati Uniti a isolarsi e l’Unione Europea a collassare su se stessa. A sollevare il tema del nuovo assetto politico mondiale è stato “Le Monde”, affidando a Sylvie Kauffmann un’analisi molto attenta che prendeva in esame le principali potenze che negli ultimi anni stanno cercando di imporsi nello scacchiere. «Il virus – è la sua tesi – ha seriamente attaccato le fondamenta, già piene di crepe, dell’ordine internazionale lasciatoci in eredita dal XX secolo». Secondo la firma di punta del quotidiano francese, la pandemia ha assestato un durissimo colpo sia agli Stati Uniti, in quanto superpotenza, sia al loro presidente Donald Trump. «La crisi ha rivelato la vulnerabilità del modello sociale e politico americano», ha spiegato: «22 milioni di disoccupati senza protezioni, molti dei quali senza assicurazione sanitaria e senza un sistema della sanità pubblica; un paese diviso».