Archivio del Tag ‘consumismo’
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Siamo in guerra: la finanza criminale vuole annientarci
Questo progetto di risanamento è una dichiarazione di guerra dei governi e del Governo europeo nei confronti dei popoli europei: questa è l’unica definizione possibile. Stanno pensando e progettando di far pagare alla gente europea, a tutti i popoli europei, in primo luogo ai greci, a noi, agli spagnoli, ai portoghesi, il disastro che la finanza mondiale ha compiuto. Non ci sono più dubbi in merito. La finanza mondiale ha letteralmente spolpato la ricchezza del pianeta a cominciare da quella americana, seguita naturalmente e fedelmente dalle posizioni assunte dalla Banca Centrale Europea, la quale ha, insieme alla Federal Reserve americana, praticamente salvato tutte le banche che erano andate in fallimento nel 2007/2008, indebitando tutti gli Stati oltre ogni limite.
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Italiani infelici: la nuova povertà nata dalla ricchezza
Questa storia che gli italiani stiano diventando poveri, di una povertà insopportabile, mi convince fino a un certo punto. Nei ’50, a parte una sottile striscia di alta borghesia che si guardava bene dall’ostentare, eravamo tutti più poveri della media di coloro che oggi sono considerati tali. Certo, avevamo molte meno esigenze. I bambini non venivano iscritti ai corsi di tennis, di nuoto, di danza. Noi ragazzini giocavamo a pallone nei terrain vague dove anche ci scazzottavamo allegramente (era la nostra “educazione sentimentale”) e tornavamo a casa la sera con le ginocchia nere e sbucciate (chi mai riesce, oggi, a vedere un bambino, vestito col suo paltoncino, come un cane di lusso, con le ginocchia sbucciate?).
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Il bunga bunga siamo noi: sudditi ciechi ridotti a merce
La regina cattiva della favola di Biancaneve oggi direbbe: specchio, specchio delle mie brame, chi è il più ricco del reame? Il bunga bunga è l’estrema propaggine della mercificazione cui tutti siamo stati trascinati a viva forza. La società umana è da tempo divenuta mero accessorio del sistema economico, anzi, società e mercato sono ormai la stessa cosa. E poiché questo sistema è dominato dal denaro, ecco che ogni individuo, e gli individui tutti insieme, cioè la società, è ora funzione del denaro. Uomini e donne, donne e uomini, la natura intera, l’acqua, l’aria, sono diventati merce.
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Occidente, profitto genocida: siamo peggio di Stalin
Peggio questo materialismo di quello comunista, di gran lunga. Anzi, dal momento che il liberal-liberismo occidentale ha ormai dato luogo a un nuovo tipo di totalitarismo espresso dal “pensiero unico”, ritengo che ormai il paragone tra questo tipo di totalitarismo e, per esempio, lo stalinismo, sia aberrante e obiettivamente offensivo. L’offeso è lo stalinismo, beninteso. La tirannide staliniana nasceva comunque dalla deformazione statalista e centralistica di un desiderio e di un bisogno profondo – e, alla radice, nobile – di giustizia. La tirannide di quello che Jean Ziegler ha definito “l’Impero della Vergogna” nasce dallo sfrenato individualismo e dalla Volontà di Potenza
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Emergency e la fine del mondo: la guerra siamo noi
“Guerra è sempre”, ripete il greco Mordo Nahum tra le pagine de “La tregua”, dove Primo Levi prolunga il dolore di Auschwitz rilanciando nel vuoto della storia l’interrogativo più angoscioso, quello che s’è portato nelle ossa fino ai suoi giorni ultimi, tra la memoria sempre viva dei sommersi, uccisi senza un perché: non è che il lager sia davvero l’unica verità irriducibile, la rivelazione più estrema e feroce dell’autentica vocazione umana? Quello della vergogna è il sentimento che pervade tutta la drammatica riflessione del reduce: come è potuto accadere? E se i nazisti non erano mostri, ma uomini, di cosa è davvero capace l’uomo? “Guerra è sempre”, risponde Mordo Nahum: l’uomo è lupo, non agnello.
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La domenica degli italiani, quando eravamo un popolo
Lori Sammartino era dei tanti fotografi che pubblicavano sul “Mondo” degli anni cinquanta e sessanta, al tempo in cui era Ennio Flaiano a scegliere le immagini da affiancare ai testi, ma considerandoli in qualche modo autonomi, come una plurale documentazione, attenta alla vita del paese anche nei suoi aspetti più lontani e nascosti. Era sposata, al tempo a Maurizio Costanzo, che non era ancora «Maurizio Costanzo» e doveva avere delle qualità, ed è morta presto, nel 1971 (Flaiano morirà un anno dopo).
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Scacco al potere, grazie alla Strategia della Lumaca
Partiti? No, grazie. Il sistema non è riformabile. E’ “impazzito”, perché presuppone una crescita infinita, mentre le risorse sono finite. «Non è sufficiente conquistare il potere per cambiare il mondo: abbandoniamo questa illusione». Rassegnarsi, allora? No, tutt’altro. Cambiare è possibile, a patto che si rinunci al potere. Grazie alla “Strategia della Lumaca”, ovvero: attuare subito il cambiamento, anziché delegarlo e, quindi, restare ad attenderlo. E’ la nuova sfida, tutta francese, lanciata dall’Adoc, l’associazione degli “obiettori alla crescita”, protagonista della campagna “Europe-Décroissance”.
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Energia per un futuro sostenibile, Gorbaciov a Torino
Energie per un futuro sostenibile. E’ il tema del meeting nel quale interviene, l’8 ottobre nella Sala Kyoto di Torino Esposizioni, il premio Nobel per la pace Mikhail Gorbaciov, ultimo presidente dell’Unione Sovietica e artefice della fine della Guerra Fredda. Fondatore del World Political Forum, un think-tank globale che invita capi di Stato e di governo a confrontarsi con le nuove frontiere della governance mondiale, Gorbaciov è da anni impegnato nella promozione di una nuova politica, basata sulla riconversione ecologica del pianeta.
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Attenti alla Germania, risveglio europeo della sinistra
Tramortiti da un’agenda politica ipnotizzata dalle avventure del berlusconismo, non ci siamo accorti di un «evento internazionale di grande portata», anche per le prospettive politiche italiane, come «la straordinaria vittoria della Linke, il partito della sinistra tedesca». Lo afferma Moni Ovadia dalle colonne dell’Unità. «Questo risultato – sottolinea – non è un episodio rapsodico, ma è stato costruito sulla base di un preciso progetto politico fondato sui grandi valori e sulle battaglie per la giustizia sociale che da sempre sono patrimonio specifico delle sinistre», almeno di quelle rimaste fedeli al mandato originario: tutelare i diritti delle fasce sociali più esposte.
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Kunstler: ritorno al passato, finita l’era del petrolio
Nel libro “Ritorno al passato – La fine dell’era del petrolio e il futuro che ci attende”, Andrea Bizzocchi propone un’analisi in parte caustica e catastrofica, ma al tempo stesso veritiera e ben documentata dell’impatto che l’esaurimento delle scorte petrolifere mondiali avrà sulla nostra economia e, giù a cascata, su ogni aspetto della nostra vita quotidiana, determinando, di fatto, il nostro futuro più prossimo e che forse nessuno si aspetta. Il libro, di grande interesse ed attualità, è nato da un incontro con il saggista ed esperto di picco petrolifero globale James Howard Kunstler ed è scritto nella forma leggera e di immediata comprensione di una conversazione tra amici.
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Pallante: solo la Decrescita può frenare le migrazioni
Il nuovo libro di Maurizio Pallante, “Decrescita e migrazioni”, è un pamphlet tanto sintetico quanto incisivo, che spiega come le società basate sulla crescita economica a tutti i costi implichino necessariamente una crescita delle migrazioni di una sempre maggiore quantità di persone. Un tema molto scottante e molto attuale, in cui nella maggior parte dei casi si bada solo alle fasi “finali” di queste problematiche (parlando di accoglienza piuttosto che di espulsione, ad esempio), senza minimamente curarsi delle cause, dell’origine di questi fenomeni.
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Pignatta: Decrescita, il Rinascimento che salverà il mondo
Fuga dal presente, per entrare in un futuro diverso, forgiato da individui solidali e consapevoli. E’ l’auspicio dell’ultimo saggio dell’ecologista Valerio Pignatta (“L’insostenibile leggerezza dell’avere”, Emi) intervistato da Daniel Tarozzi su “Terranauta”. Tema: teoria e pratica della Decrescita, per una vera rivoluzione culturale. «Credo che la storia dimostri che la società umana impostata sullo Stato si sia rivelata deleteria per la collettività». La salvezza spetta agli individui, dice Pignatta: occorre fondare delle isole, che diventino arcipelaghi. «Più che parole, ora servono fatti, azioni, esperienze».